UNO STILE 'VIVO AL GUARDO'. MANZONI E LA RETORICA DEL VISIBILE

Abstract

La tesi ha per oggetto la visività della scrittura dei Promessi sposi, vale a dire la capacità dello scrittore di rendere vivi all’occhio delle mente tanto gli scenari descritti nelle parti diegetiche del romanzo quanto la fisicità dei personaggi nelle parti dialogate, grazie a mimica e gestualità. Il primo capitolo mette in luce come già le prime recensioni del romanzo, così come anche quelle di altri scrittori classici di epoche successive, abbiano valorizzato il potenziale visivo dell’opera, spesso paragonata a capolavori pittorici; viene poi offerto un panorama degli studi critici manzoniani che hanno accostato il romanzo alle arti visive, con alcune ulteriori proposte. Il secondo capitolo affronta da un punto di vista teorico la questione, tanto dibattuta entro i trattati di estetica del Settecento, dell’ut pictura poësis, intersecando il pensiero dei principali estetologi dell’epoca, tra i quali il sodale Visconti, con quelli personali dell’autore. Il terzo capitolo, infine, analizza da un punto di vista retorico la prosa del romanzo, mettendo in luce le scelte stilistiche atte a potenziare la visività della scrittura. La griglia dei fenomeni retorici è stata approntata sulla base degli studi dell’epoca analizzati nel secondo capitolo, e l’analisi privilegia, quando possibile, il metodo contrastivo delle varianti d’autore. Nella conclusione si tenta di mostrare come la visività del romanzo non sia da considerarsi quale mero obiettivo estetico, bensì anche morale, essendo l’intento dell’autore quello di mettere davanti agli occhi del lettore la verità della fede cristiana, calata nella carne dei suoi personaggi.