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http://hdl.handle.net/10280/55
2024-03-29T11:33:54ZDepositi votivi e luoghi di culto dell'Abruzzo italico e romano: quattro casi di studio
http://hdl.handle.net/10280/1910
Titolo: Depositi votivi e luoghi di culto dell'Abruzzo italico e romano: quattro casi di studio
Autore/i: MUSCIANESE CLAUDIANI, DANIELA
Coordinatore: ROSSIGNANI, MARIA PIA
Abstract in italiano della tesi: Lo studio ha come oggetto il materiale votivo dei santuari antichi dell’Abruzzo.
Il primo capitolo ha analizzato l’origine e la diffusione dei votivi, le particolari definizioni che si applicano ai depositi votivi e le modalità dell’offerta.
Nel secondo capitolo, dopo una breve storia degli studi, si sono affrontate le problematiche relative al contesto archeologico dell’Abruzzo, con particolare attenzione agli ethne degli Aequi, Marsi, Paeligni, Vestini, Marrucini, Praetuttii e con un breve quadro storico delle diverse fasi: età del ferro - IV secolo a.C, età repubblicana, prima età imperiale.
Il terzo capitolo è dedicato alla metodologia applicata nella catalogazione dei luoghi di culto (Regesto), utilizzando una scheda-tipo in un Database relazionale, e alla metodologia adottata nella classificazione del materiale votivo.
La ricerca ha privilegiato l’analisi di quattro depositi votivi tutt’ora parzialmente o completamente inediti. I capitoli 4, 5, 6 e 7 sono dedicati ai quattro casi: Monte Giove, Pescosansonesco, Castel di Ieri e Luco dei Marsi; a un’introduzione su ogni sito segue il catalogo del materiale.
Infine nel capitolo 8 sono le conclusioni, con una sintesi relativa alla produzione e diffusione dei votivi e al loro legame con le pratiche cultuali.
In appendice è il regesto dei luoghi di culto con la pubblicazione delle schede relative.
Citazione: Muscianese Claudiani, Daniela. "Depositi votivi e luoghi di culto dell'Abruzzo italico e romano: quattro casi di studio", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIV ciclo, a.a. 2011/12, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/1910].2013-04-18T22:00:00ZStrutture di combostione e contesti archeologici : Indagine archeobotanica e definizione del protocollo d'intervento
http://hdl.handle.net/10280/1418
Titolo: Strutture di combostione e contesti archeologici : Indagine archeobotanica e definizione del protocollo d'intervento
Autore/i: D'ORONZO, COSIMO
Coordinatore: ROSSIGNANI, MARIA PIA
Abstract in italiano della tesi: Il lavora affronta l'analisi delle strutture di combustione provenienti da diversi contesti archeologici attraverso un approccio multidisciplinare. Le metodologie adottate associano all'approccio contestuale i risultati derivati dall'analisi archeobotanica dei residui di combustione e delle alterazioni termiche. Lo studio tipologico delle strutture di combustione è integrato dai risultati della riproduzione sperimentale delle strutture in modo da selezionare le metodologie di analisi e di intervento nei cantieri archeologici. L'analisi dei resti vegetali (analisi antracologica, carpologica, tafonomica) ha permesso inoltre di ricostruire le strategie ed aree di approvvigionamento del combustibile, il paleoambiente, la paleodieta ed alcuni aspetti dell'agricoltura delle comunità del passato. Tale approccio è stato applicato alla lettura ed interpretazione delle attività connesse con l'uso del fuoco e gestione degli spazi in alcuni contesti archeologici indagati dall'Università del Salento: santuario di Apollo a Hierapolis (Turchia), abitato dell'età del Ferro e fase arcaica di San Vito dei Normanni, abitato dell'età del Ferro di Castelluccio.
Citazione: D'oronzo, Cosimo. "Strutture di combostione e contesti archeologici : Indagine archeobotanica e definizione del protocollo d'intervento", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIV ciclo, a.a. 2010/11, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/1418].2012-03-29T22:00:00ZTessellata vitrea in età tardoantica e altomedievale: archeologia, tecnologia, archeometria. Il caso di Milano
http://hdl.handle.net/10280/1414
Titolo: Tessellata vitrea in età tardoantica e altomedievale: archeologia, tecnologia, archeometria. Il caso di Milano
Autore/i: NERI, ELISABETTA
Coordinatore: ROSSIGNANI, MARIA PIA
Abstract in italiano della tesi: La tesi indaga la produzione e la messa in opera delle tessere musive e dei sectilia parietali in paste vitree in epoca tardoantica e altomedievale, studiando in particolare il caso di Milano.
Nella prima parte viene esaminato il processo di produzione del vetro musivo, poco noto nella documentazione edita, ma estremamente fecondo per la ricostruzione degli scambi commerciali e culturali del periodo esaminato. Con vari strumenti (etnoarcheologia, ricettari, analisi archeometriche, resti archeologici, fonti economiche, stime quantitative, documentazione di restauro) vengono rintracciati gli indicatori di riconoscibilità di un atelier che produce piastre musive colorate e a foglia d’oro, i marker di cronologia, provenienza e tecnologia ottenibili dalle analisi chimiche sul vetro musivo e l’esito materiale dei gesti eseguiti da chi mette in opera rintracciabili sui frammenti.
Nella seconda parte sono affrontate le problematiche specifiche del caso milanese.
In particolare viene riconsiderata l’ipotesi dell’esistenza di una bottega milanese per la realizzazione e la posa di tessellata vitrea. A fronte di una bibliografia contraddittoria sulla datazione e il contesto culturale in seno a cui sarebbero nate queste competenze, vengono valutati i resti archeologici di decorazioni musive parietali (lacerti e tessere sciolte) e vengono caratterizzati con analisi archeometriche. Viene così determinata la diffusione dell’arte, contestualizzato quanto ancora conservato e stabilito quali apporti commerciali e culturali ha comportato la realizzazione dei mosaici milanesi.
I resti archeologici, le fonti letterarie, le attestazioni iconografiche, le analisi archeometriche, pur nella loro difficile lettura, permettono di riconoscere tre momenti di diffusione dell’arte musiva: l’età tardo-imperiale, l’età gota e i secoli finali dell’altomedioevo. Per ogni periodo vengono analizzati tre casi significativi: la basilica di San Lorenzo (fine IV-inizi V sec.), il battistero di San Giovanni alle Fonti (fine V-VI sec.) e la basilica di Sant’Ambrogio (V-VI e X sec.).
La ricerca contribuisce a diverse problematiche aperte: la tecnologia del vetro, gli elementi di continuità e innovazione rispetto alle tecniche romane, la decorazione parietale dei monumenti milanesi, le scelte dei committenti che hanno finanziato gli edifici, l’investimento necessario, le relazioni intraprese per realizzare le opere.
Citazione: Neri, Elisabetta. "Tessellata vitrea in età tardoantica e altomedievale: archeologia, tecnologia, archeometria. Il caso di Milano", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIV ciclo, a.a. 2010/11, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/1414].2012-03-29T22:00:00ZLA PITTURA ROMANA NELLA CISALPINA ORIENTALE : CONTESTI ARCHITETTONICI E SISTEMI DECORATIVI
http://hdl.handle.net/10280/1411
Titolo: LA PITTURA ROMANA NELLA CISALPINA ORIENTALE : CONTESTI ARCHITETTONICI E SISTEMI DECORATIVI
Autore/i: ORIOLO, FLAVIANA
Coordinatore: ROSSIGNANI, MARIA PIA
Abstract in italiano della tesi: Il tema del progetto di ricerca è lo studio della pittura romana nell’area della Cisalpina orientale, con particolare riferimento alle problematiche connesse alla definizione dei processi formativi e delle peculiarità delle maestranze. L’ambito geografico considerato è compreso tra Altino e Trieste: all’interno di questo comparto territoriale Aquileia e Altino hanno costituito i due ambiti privilegiati della ricerca, anche per la possibilità di condurre un’indagine rigorosa su tutto il materiale pittorico conservato presso i Musei Archeologici. L’esame autoptico condotto con un approccio metodologico volto a considerare il supporto e la superficie dipinta è stato incrociato con l’analisi delle fonti documentarie inedite, che nel caso di Aquileia hanno rappresentato un imprescindibile strumento per la restituzione dei contesti: sono stati riqualificate nel senso topografico alcune partizioni edite, che assieme a numerose altre inedite vanno a restituire una nuova immagine alle abitazioni scavate nel secolo scorso.
Lo studio ha messo in evidenza un panorama ricco dal punto di vista quantitativo che ho offerto significativi spunti di analisi sui caratteri della produzione, soprattutto nell’ottica del riconoscimento delle peculiarità regionali elaborate dalle officine pittoriche operanti sul territorio.
Citazione: Oriolo, Flaviana. "LA PITTURA ROMANA NELLA CISALPINA ORIENTALE : CONTESTI ARCHITETTONICI E SISTEMI DECORATIVI", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIII ciclo, a.a. 2010/11, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/1411].2012-03-29T22:00:00Z