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Scaglia, Gabriele. "AUTONOMIA PRIVATA E GOVERNANCE NEL GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO TRA RAGIONI DI SPECIALITA' E PRINCIPI DI DIRITTO COMUNE", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXX ciclo, a.a. 2016/17, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/50306].

Titolo: AUTONOMIA PRIVATA E GOVERNANCE NEL GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO TRA RAGIONI DI SPECIALITA' E PRINCIPI DI DIRITTO COMUNE
Autore/i: SCAGLIA, GABRIELE
Tutor: SANTAGATA DE CASTRO, RENATO
Coordinatore: FORTI, GABRIO
Lingua: ITA
Abstract in italiano della tesi: La tesi di dottorato si occupa della riforma delle banche di credito cooperativo introdotta col D.l. n. 18/2016, conv. in l. n. 49/2016 (cfr. artt. 37-bis ss. t.u.b.), e mira al raggiungimento di tre obiettivi: individuare gli spazi riconosciuti all’autonomia negoziale e/o operativa nell’ambito dei gruppi bancari cooperativi cui, oggi, devono necessariamente aderire le b.c.c. per mantenere la forma della cooperativa bancaria; individuare le peculiarità del g.b.c. – caratterizzato dalla presenza di una s.p.a. capogruppo che controlla le b.c.c. attraverso un contratto “di coesione” e il cui capitale è partecipato in misura maggioritaria dalle medesime controllate – in rapporto alle figure più generali del gruppo “bancario” e del gruppo “comune” di cui agli artt. 2497 ss. c.c.; capire se le suddette peculiarità siano espressive di statuti eccezionali fondati sulle speciali esigenze del settore creditizio, in cui le bcc si trovano ad operare, o se, piuttosto, possano evocare principi già rinvenibili nel diritto comune dei gruppi di società. Il lavoro si divide in tre capitoli: il primo capitolo si occupa delle ragioni alla base della riforma delle bcc; il secondo capitolo si occupa dei confini dell'autonomia privata nell'ambito dei gruppi (principalmente contrattuali) "comuni" e "bancari"; il terzo capitolo, infine, si occupa delle differenze tra gruppi bancari (e comuni) e gruppo bancario cooperativo. Nel tentativo di comprendere i riflessi sistematici dell’istituto di recente introduzione e di colmare le fratture tra diritto comune e diritto bancario, il presente lavoro si contrappone a quegli studi e contributi attraverso i quali, al di là delle classificazioni nominalistiche, sono state proposte soluzioni interpretative volte a riconoscere, sempre o nei soli casi di perseguimento di finalità prudenziali, un potere (anche in parte) sottratto ai principi di diritto comune, tale da ridurre le b.c.c. a "meri sportelli bancari della capogruppo".
Abstract in inglese: This Phd thesis deals with the italian reform of the Cooperative Credit Banks, introduced by the D.l. n. 18/2016 (see article 37-bis of the T.U.B.). In an effort to understand the systematic symptoms of the Cooperative Banking Groups and to bridge the fractures between common law and banking law, the research aims three goals. First, identify the space of contractual and operational autonomy within the Cooperative Banking Groups to which, today, the CCB must necessarily adhere to maintain the form of cooperative banks. Second, identify the peculiarities of the CBG - characterized by the presence of a lucrative bank group leader who controls CCB through a "cohesion" contract, whose majority of capital is participated by the same subsidiaries - in relation to the disciplines of the "banking" and "common" groups. Third, understand whether the aforementioned peculiarities are an expression of exceptional statutes based on the special needs of the credit sector or if they rather evoke principles already found in the common law of the group companies. The work is divided in three chapters: the first chapter deals with the reasons behind the reform of the CCB; the second chapter deals with the boundaries of private autonomy within the "common" and "banking" group (mainly contractual) laws; the third chapter, finally, deals with the differences between banking groups and cooperative banking groups. The present work is opposed to certain studies that reckon to the group leader of the CBG a nearly ilimited power, always or only in cases of pursuit of prudential purposes, to controll the subsidaries, even if on prejudice of the subsidiaries’ creditors and shareholders, risking to convert them into "mere branches of the parent company".
Data di discussione: 13-apr-2018
URI: http://hdl.handle.net/10280/50306
È visualizzato nelle collezioni:SCUOLA DI DOTTORATO IN IMPRESA, LAVORO E ISTITUZIONI
FACOLTA' DI GIURISPRUDENZA

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