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Pinto, Laura. "LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA CO-COSTRUZIONE DEL "SENSO DEL SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL SOCIAL WORK: LA VOCE DEI PROTAGONISTI.", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXXIV ciclo, a.a. 2020/21, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/135274].

Titolo: LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA CO-COSTRUZIONE DEL "SENSO DEL SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL SOCIAL WORK: LA VOCE DEI PROTAGONISTI.
Autore/i: PINTO, LAURA
Tutor: FOLGHERAITER, FABIO
MAZZUCATO, CLAUDIA
Coordinatore: RAINERI, MARIA LUISA
Lingua: ITA
Abstract in italiano della tesi: La ricerca studia in che modo avvenga la co-costruzione della risposta di giustizia ai minori che commettono reato all'interno delle comunità in cui si verificano i fatti penalmente rilevanti. L'osservazione (con lo sguardo del servizio sociale) parte da un concetto di giustizia che, oltre a contenere, può creare opportunità per riparare le conseguenze dei reati commessi da una persona in crescita, rafforzando la responsabilità collettiva piuttosto che punire e comprimere la Agency del soggetto. Gli obiettivi della ricerca: • approfondire la conoscenza di ciò che rende “buona” un'esperienza di giustizia comunitaria promossa dal servizio sociale, dal punto di vista dei professionisti, della magistratura coinvolta, dei minori autori di reato, delle loro famiglie, dei collaboratori locali • esplorare i modi in cui l'assistente sociale agisce nella direzione del successo, accompagnando il minorenne autore di reato e la sua famiglia e facilitando il coping con i membri della rete. I dati sono stati raccolti utilizzando 9 focus group creati raggruppando i partecipanti in modo omogeneo sulla base del loro ruolo e della loro esperienza (compresi autori di reato minorile, assistenti sociali, magistrati, avvocati...), per co-costruire un quadro che descriva gli aspetti positivi per ciascuno delle prospettive dei protagonisti di questo percorso. In una seconda fase, i dati raccolti vengono analizzati in un focus group di secondo livello a composizione mista, comprendente un rappresentante di ciascun ruolo con cui sono stati condotti i focus group precedenti, affrontando l'analisi dei primi dati in modo partecipativo. I risultati mostrano che la risposta della comunità alla commissione di un crimine commesso da un minorenne non è una buona strategia "a priori", perché la comunità può avere paura e sentirsi insicura di fronte agli atti trasgressivi. Se coinvolti, però, la comunità e le persone sanno collaborare attivamente alla coproduzione di attività di riparazione comunitaria con i giovani che hanno commesso un reato. Questo lavoro è un tentativo di ricostruire un processo di risposta dal servizio sociale all'interno del sistema di giustizia penale minorile che può favorire, con successo, il cambiamento individuale e promuovere la fiducia della comunità in modo relazionale.
Abstract in inglese: The research studies how the co-construction of the judicial response to juvenile offenders takes place within the communities where the criminally relevant facts occur. The point of view (from the point of view of social work) is a concept of justice that, in addition to containing, can create opportunities to redress the consequences of crimes committed by a growing person, strengthening collective responsibility rather than punishing and compressing the agency of the subject. The objectives of the research: • deepen the knowledge of what makes a community justice experience promoted by the social service "good", from the point of view of professionals, the judiciary involved, juvenile offenders, their families, local collaborators • explore the ways in which the social worker acts in the direction of success, accompanying the child and his family and facilitating coping. Data were collected using 9 focus groups created by grouping the participants homogeneously basis of their role and their experience (including juvenile offenders, social workers, magistrates, lawyers ...), to co-construct a framework that describe the positive aspects for each of the perspectives of the protagonists of this path. In a second phase, the collected data are analyzed in a second level focus group with mixed composition, including a representative of each role with which the previous focus groups were conducted, addressing the analysis of the first data in a participatory way. Results show that the community response to the commission of a crime is not a good "a priori" strategy, because the community can be afraid and feel insecure in the face of deviant acts. If involved, however, the community and the people know how to actively collaborate in the co-production of community reparation activities with young people who have committed a crime. This work is an attempt to reconstruct a social services response process within the juvenile criminal justice system that can successfully foster individual change and promote community trust in a relational way.
Data di discussione: 15-dic-2022
URI: http://hdl.handle.net/10280/135274
È visualizzato nelle collezioni:CORSO DI DOTTORATO IN SOCIAL WORK AND PERSONAL SOCIAL SERVICES

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