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http://hdl.handle.net/10280/14491
2024-03-15T00:53:50ZIL PRINCIPIO DI "DETERMINATEZZA": PROFLILI GIURIDICO-PENALI, CRIMINOLOGICI E COGNITIVI
http://hdl.handle.net/10280/51709
Titolo: IL PRINCIPIO DI "DETERMINATEZZA": PROFLILI GIURIDICO-PENALI, CRIMINOLOGICI E COGNITIVI
Autore/i: SEREGNI, FABIO GINO
Coordinatore: FORTI, GABRIO
Abstract in italiano della tesi: La tesi si propone l’obiettivo di attualizzare il principio di determinatezza, quale corollario del principio di legalità, al fine di delineare la portata vincolante dello stesso rispetto alla discrezionalità del legislatore penale. La prima parte dell’elaborato sviluppa un’analisi ricognitiva del dibattito dottrinale e giurisprudenziale, anche passando in rassegna le pronunce maggiormente significative della Corte Costituzionale, sull’evoluzione del principio nell’ordinamento giuridico italiano. Le risultanze di questa indagine portano a sviluppare una dimensione del principio in senso “ampio” ossia quale criterio di aderenza della norma alla realtà, processuale e umana, che intende definire e regolare. Lo studio analizza quindi, nella seconda parte, il fondamento e l’impatto dell’agire politico-criminale da una prospettiva criminologica e cognitiva considerando, in primo luogo, i fattori e le variabili empiriche delle scelte di criminalizzazione e, in second’ordine, combinando le risultanze acquisite con le più attuali ricerche condotte nell’alveo della psicologia cognitiva. Il taglio di originalità del lavoro sta nell’applicare queste risultanze nell’attività di scelta del bene giuridico e tipizzazione della fattispecie penale. La prospettiva empirico/cognitiva del principio viene quindi declinata da un punto di vista critico nell’analisi di alcune fattispecie di parte speciale, con specifico riferimento ai delitti di concussione (nella forma costrittiva e induttiva) e corruzione. I deficit di determinatezza delle due fattispecie riflettono, difatti, sul piano normativo e giudiziario le difficoltà di apprestare efficaci strategie di prevenzione e contrasto del fenomeno corruttivo. In tal senso, lo studio propone un modello di normazione penale che sia integrata dallo studio delle scienze cognitive e che consenta di fungere da valido strumento per il legislatore nella lotta alla corruzione.
Citazione: Seregni, Fabio Gino. "IL PRINCIPIO DI "DETERMINATEZZA": PROFLILI GIURIDICO-PENALI, CRIMINOLOGICI E COGNITIVI", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIX ciclo, a.a. 2015/16, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/51709].2017-11-20T00:01:00ZPLURISOGGETTIVITA' EVENTUALE E REATI ECONOMICI. PROFILI PROBLEMATICI DEL CONCORSO DI PERSONE IN CONTESTI DI COMPLESSITA' ORGANIZATIVA
http://hdl.handle.net/10280/40504
Titolo: PLURISOGGETTIVITA' EVENTUALE E REATI ECONOMICI. PROFILI PROBLEMATICI DEL CONCORSO DI PERSONE IN CONTESTI DI COMPLESSITA' ORGANIZATIVA
Autore/i: VENTURATO, BENEDETTA
Coordinatore: FORTI, GABRIO
Abstract in italiano della tesi: Il lavoro analizza alcune delle principali problematiche poste dalla applicazione della teoria del concorso di persone nel reato ai cd. "crimini dei colletti bianchi", con particolare riferimento alla criminalità che si sviluppa all'interno di strutture organizzative complesse, così come esse emergono dall'analisi della prassi, e ha l'obiettivo di identificare - attraverso un ragionamento di tipo induttivo - le questioni teoriche ad esse sottese, la cui soluzione possa condurre a una coerente visione d'insieme dell'istituto, conforme a esigenze di garanzia e di giustizia. La ricerca ha preso avvio dalla acquisita consapevolezza del fatto che nelle grandi organizzazioni i processi decisionali coinvolgono solitamente una pluralità di funzioni interne all'impresa, l'esercizio di poteri di supervisione e il ricorso allo strumento della decisione collegiale, dando luogo a un sistema estremamente frammentato e fondato su asimmetrie informative, allocazione di competenze e affidamento. A fronte di un simile quadro - che nel lavoro viene trattato a partire dall'approfondimento di alcuni fondamentali studi sociologici e sulle organizzazioni - l'analisi condotta è volta a identificare i criteri per per la selezione dei contributi concorsuali rilevanti, sostenendo la necessità di continuare a fare riferimento (sul piano oggettivo) a un paradigma causale forte. I temi della causalità psichica, della causalità omissiva e delle cd. condotte neutrali sono parimenti fatti oggetto di analisi alla luce delle specificità del contesto organizzativo. I risultati raggiunti sul piano teorico sono quindi applicati a una selezione di casi, al fine di verificare se e in che misura essi siano in grado di condurre a soluzioni maggiormente conformi ai principi costituzionali che informano la responsabilità penale rispetto a quanto attualmente avviene nella prassi.
Citazione: Venturato, Benedetta. "PLURISOGGETTIVITA' EVENTUALE E REATI ECONOMICI. PROFILI PROBLEMATICI DEL CONCORSO DI PERSONE IN CONTESTI DI COMPLESSITA' ORGANIZATIVA", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIX ciclo, a.a. 2015/16, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/40504].2017-05-24T00:01:00Z"L'ORDINE DELLE PASSIVITA' NELLE SOCIETA' DI CAPITALI. PROPORZIONALITA' E ALTERAZIONE"
http://hdl.handle.net/10280/35777
Titolo: "L'ORDINE DELLE PASSIVITA' NELLE SOCIETA' DI CAPITALI. PROPORZIONALITA' E ALTERAZIONE"
Autore/i: LANFRANCHI, CARLO
Coordinatore: FORTI, GABRIO
Abstract in italiano della tesi: La tesi si propone di rintracciare all’interno dell’ordinamento italiano una regola giuridica, quanto più generale possibile, suscettibile di applicazione al maggior numero di ipotesi in cui un atto giuridico determina l’alterazione di un ordine dato di priorità applicabile a pretese di azionisti e creditori di una società di capitali. Si rileva, infatti, che il diritto vivente delle garanzie reali possa spesso trovarsi in contrasto con un fondamentale principio di diritto dei contratti: quello di relatività dei loro effetti. Vengono, quindi, isolate, due classi di garanzie reali che, al contrario, risultano essere compatibili con il principio richiamato. Una più ampia regola viene, di seguito, proposta, basata sulla stessa logica che fonda l’istituto dei vantaggi compensativi, funzionale a regolare i fenomeni di alterazione di un ordine di priorità, a prescindere dalla natura della pretesa coinvolta. Essenzialmente, quest’ultima regola costituisce la trasposizione nel linguaggio e nel sistema giuridico del criterio di efficienza di Kaldor-Hicks. Dal lato dei diritti patrimoniali e nel prisma dei problemi “ordinali”, vengono individuate decisive somiglianze tra le pretese a titolo di debito e quelle a titolo di capitale di rischio, cosicché viene proposta l’applicazione di istituti classici del diritto azionario (ad es., il diritto di recesso) alla materia dei rapporti di credito. Definito l’ambito di applicazione dei diritti reali di garanzia e riconosciuta la maggior efficienza di strutture del passivo costruite prevalentemente sullo schema della subordinazione invece che su quello della preferenza, si propone di attuare un netto passaggio di sistema dal secondo schema al primo. Lo studio si conclude misurando i risultati ottenuti sugli analoghi fenomeni che si verificano nell’ambito della disciplina del sistema finanziario.
Citazione: Lanfranchi, Carlo. ""L'ORDINE DELLE PASSIVITA' NELLE SOCIETA' DI CAPITALI. PROPORZIONALITA' E ALTERAZIONE"", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIX ciclo, a.a. 2015/16, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/35777].2017-11-20T00:01:00ZILLEGITTIMITA' DELLA LEGGE E AZIONE AMMINISTRATIVA
http://hdl.handle.net/10280/35756
Titolo: ILLEGITTIMITA' DELLA LEGGE E AZIONE AMMINISTRATIVA
Autore/i: GIANNELLI, VALENTINA
Coordinatore: FORTI, GABRIO
Abstract in italiano della tesi: La ricerca indaga il tema dell’incidenza delle pronunce di incostituzionalità sull’azione amministrativa, con l’intento di osservare le interazioni tra Costituzione e Amministrazione. La trattazione muove dall’esame degli articoli 136 Cost. e 30 l. 87/1953 e rintraccia nel divieto di applicazione della norma incostituzionale (art. 30, co. 3, cit.) la chiave di attivazione dell’efficacia retroattiva delle pronunce di accoglimento. A seguito di un’analisi critica dell’idea tradizionale secondo cui tale divieto operi nel solo ambito processuale, si pone al centro della riflessione il rilievo per cui l’art. 30 co. 3 rappresenta una regola cogente non solo per il giudice, ma anche per l’amministrazione. Tale norma mira, infatti, a qualificare le norme illegittime come oggettivamente inapplicabili e non a connotare soggettivamente l’attività di disapplicazione delle stesse. Si rende, così, necessario esaminare l’autotutela amministrativa sui provvedimenti applicativi della legge illegittima: tale potere, esercitabile oltre i vincoli temporali dell’attività giurisdizionale, è quello che meglio consente di verificare gli eventuali vincoli posti dal giudicato costituzionale all’amministrazione. In particolare, la questione si sviluppa attorno a quei provvedimenti ad efficacia durevole non più impugnabili, che siano ancora produttivi di effetti all’indomani della declaratoria di incostituzionalità.
Citazione: Giannelli, Valentina. "ILLEGITTIMITA' DELLA LEGGE E AZIONE AMMINISTRATIVA", Università Cattolica del Sacro Cuore, XXIX ciclo, a.a. 2015/16, Milano, [http://hdl.handle.net/10280/35756].2017-05-24T00:01:00Z