2024-03-29T08:48:04Zhttp://tesionline.unicatt.it/dspace-oai/request
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1512013-06-04T09:57:24Zhdl_10280_67hdl_10280_7Eventi stressanti e comunicazione di bad news.
Quattro studi sulle reazioni psicologiche agli incidenti stradaliStressful Events and Communication of Bad News. Four Studies on Psychological Reactions TP Motor Vehicle AccidentsTETTAMANZI, MARILENAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEincidente stradale, stress, resilienza, comunicazione, narrazione, motor vehicle accidents, stress, resilience, communication, narrationPochi studi hanno indagato le conseguenze psicologiche di incidenti stradali che coinvolgono adolescenti e giovani adulti (Blanchard at al., 2005; Steil et al., 2001).
Attraverso un approccio multi-metodo la ricerca indaga le reazioni psicologiche di genitori e ragazzi ad incidenti stradali, le risposte familiare in grado di svolgere una funzione protettiva e l'impatto psicologico delle modalità di comunicazione del personale sanitario.
50 ragazzi (13/23 anni), vittime di incidenti stradali e i rispettivi genitori hanno risposto a 3 questionari e ad un'intervista narrativa.
La reazione dei ragazzi risulta indipendente dalla gravità dell'incidente, mentre la risposta familiare è organizzata in funzione di tale gravità. Emerge un effetto di mediazione della comunicazione del personale sanitario.Few researches focused on psychological impact of motor vehicle accidents on adolescents and young adults (Blanchard et al., 2005; Steil et al., 2001).
This research uses a multi-method approach to explore adolescents' and their parents' psychological reaction to motor vehicle accidents and family patterns protective. The study also investigates the impact of doctors' and nurses' communication strategies.
50 subjects aged 13-23 involved in motor vehicle accidents and their parents answered to 3 questionnaires and a narrative interview.
Adolescents' stress response is not related to severity of physical injuries. Severity of physical injuries organizes family answer. The research underlines a mediation effect of doctors' and nurses' communication strategies.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANODI BLASIO, PAOLACASTELLI, CRISTINASBATTELLA, FABIO2007-02-28Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/151itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1522013-06-04T09:57:24Zhdl_10280_67hdl_10280_7La comunicazione medico-paziente in ginecologia: analisi multimodale degli aspetti verbali e non verbali del colloquio clinicoPhysician-Patient Communication in Gynaecology: Multimodal Analysis of Verbal and Nonverbal Aspects of Clinical ConsultationVESCOVO, ANTONIETTAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEinterazione ginecologo-paziente, analisi multimodale, T-pattern, ritmo interattivo , gynaecologist-patient interaction, multimodal analysis, T-pattern, interactive rhythmIl presente lavoro di ricerca ha l'obiettivo di analizzare i primi minuti del colloquio clinico tra ginecologo e paziente, allo scopo di individuare gli elementi verbali e non verbali che caratterizzano questo scenario comunicativo. I colloqui sono stati videoregistrati e il comportamento è stato codificato mediante un software specifico, Theme, che ha permesso di rilevare sequenze comportamentali ripetute nel corso dell'interazione, denominate T-pattern.
Il campione è costituito da 32 colloqui ginecologo-paziente, suddivisi in funzione delle variabili di ricerca. La prima variabile è la patologia della paziente (endometriosi o patologia oncologica), la seconda variabile è il numero di medici presenti al colloquio (un medico o più medici), la terza variabile è il ruolo rivestito nel corso del colloquio (medico o paziente).
I risultati ottenuti hanno mostrato un effetto significativo della patologia e del ruolo sulla manifestazione di una serie di comportamenti verbali e non verbali. L'analisi dei T-pattern ha evidenziato che i gruppi di colloqui si differenziano in base all'organizzazione temporale e ritmica dell'interazione.This research's aim is the analysis of the initial minutes of the clinical consultation in gynaecology, in order to identify the verbal and nonverbal aspects that characterize this communicative context. The interactions were video recorded and the behaviour coded using specific software, Theme that made possible the detection of repeated interactive behavioural patterns, called T-patterns.
A total of 32 interactions between gynaecologists and patients were considered in this work. The interactions were grouped according to the research variables. The first variable is patient's disease (endometriosis or gynaecological cancer), the second one is the number of physicians taking part in the interaction (one physician or more physicians), the third one is the role during the consultation (physician or patient).
The results showed that patient's disease and role have a significant effect on some verbal and nonverbal behaviour. T-pattern analysis illustrated that the consultations differ because of the temporal and rhythmic interactive organization.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANODI BLASIO, PAOLAANOLLI, LUIGI MARIA2007-02-28Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/152itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1532013-06-04T09:57:24Zhdl_10280_67hdl_10280_7Analisi di processi socio-cognitivi ed affettivi e dello status sociometrico nel fenomeno del bullismoAnalysis of Socio-Cognitive and Affective Processes and Social Status in Bullying PhenomenonCARAVITA, SIMONA CARLA SILVIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEbullismo, empatia, status socio-metrico, status sociale , teoria della mente, relazioni tra pari, media-fanciullezza, adolescenza, bullying, empathy, socio-metric status, social status, theory of mind, peer relations, middle-childhood, adolescenceIl bullismo è un fenomeno di gruppo in cui bambini e ragazzi possono essere coinvolti con ruoli differenti Il presente progetto di ricerca comprende tre studi originali, focalizzati su tre comportamenti ed esperienze connesse al bullismo: la condotta prevaricante, il comportamento di difesa della vittima e la vittimizzazione. Il primo studio ha esaminato gli effetti principali e di interazione dell'empatia affettiva e cognitiva, della preferenza sociale e della popolarità percepita su questi tre ruoli di coinvolgimento nel bullismo, nella media fanciullezza e nella prima adolescenza. Il secondo studio ha analizzato le relazioni esistenti tra abilità di teoria della mente (ToM), comportamento prepotente, difesa della vittima e vittimizzazione in un campione di media-fanciullezza. Sono anche stati controllati gli effetti di moderazione delle relazioni tra ToM e coinvolgimento nel bullismo esercitati da variabili individuali e relazionali. Il terzo studio, un progetto di ricerca longitudinale a breve termine, ha riesaminato le associazioni tra variabili rinvenute nel primo studio, valutandone il valore predittivo, oltre a rilevare eventuali effetti di moderazione della stabilità nel tempo di questi comportamenti e situazioni connessi al bullismo.Bullying is a group phenomenon in which children may be involved with different roles. This project includes three original studies, focussed on three bullying-related behaviours or experiences: bullying, victimization, and defending the victim. The first study examined main and interaction effects of affective and cognitive empathy, social preference and perceived popularity on these three ways of participation in bullying, in middle-childhood and early adolescence. The second study analyzed the relationships between theory of mind skills (ToM), bullying, defending and victimization in a middle-childhood sample. Several individual and relational variables were controlled for, and their moderation effects on the relationships between ToM and involvement in bullying were examined. The third study was a short-term longitudinal research project, examining the predictive values of the associations between variables found in the first study and some possible moderation effects of the stability over time of these social behaviours and situations related to bullying.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANODI BLASIO, PAOLADI BLASIO, PAOLA2007-02-28Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/153itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1542010-06-09T09:17:27Zhdl_10280_67hdl_10280_7L'integrazione cross-modale delle emozioni: componente mimica e vocale. Correlati psicofisiologici (ERPS)Cross-Modal Integration of Emotions: Mimic and Vocal Components. Psychophysiological Correlates (ERPS)CARRERA , ALBAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEemozioni, espressioni facciali, voce, integrazione cross-modale, potenziali evocati corticali, emotion, face, voice, cross-modal integration, evoked brain potentialsLo studio si prefigge di indagare il decoding simultaneo degli elementi vocali e della mimica facciale delle emozioni mediante i potenziali evocati corticali (ERPs), utilizzando un'ampia gamma di emozioni. Stimoli emotivi vocali e patterns mimici sono stati accoppiati in condizioni di congruenza o di incongruenza. Le variazioni ERPs e i tempi di risposta (TR) rilevati sono state sottoposti ad analisi univariata della varianza per misure ripetute (ANOVA). Alcuni fenomeni ERP sono altamente sensibili alla condizione di congruenza/incongruenza del pattern (con una maggiore ampiezza per stimoli congruenti rispetto a stimoli incongruenti) e costituiscono marker specifici dell'integrazione intersensoriale. In particolare, i dati permettono di riconoscere l'indice di media latenza P200 come un marker dell'integrazione intersensoriale di stimoli emotivi. Altri fenomeni, invece, maggiormente sensibili al contenuto emotivo, segnalano la presenza di processi cognitivi legati più in generale al decoding emotivo. I risultati indicano inoltre che l'integrazione, che nelle prime fasi di processamento è un fenomeno automatico, coinvolge successivamente processi decisionali intenzionali. Infine, è stato riscontrato che la condizione di congruenza provoca un effetto di riduzione dei TR per alcune delle emozioni analizzate (tristezza) ed un effetto inverso per un secondo gruppo di emozioni (paura, rabbia e sorpresa). Tale risultato viene discusso in riferimento al significato adattivo dei diversi correlati emotivi e dei rispettivi processi di decodifica cross-modale.The study investigates the simultaneous processing of emotional tone of voice and emotional facial expression by event-related potentials (ERPs), through an ample range of different emotions. Auditory emotional stimuli and visual patterns were matched in congruous and incongruous pairs. ERPs variations and behavioral data (response time) were submitted to repeated measures analysis of variance (ANOVA). ANOVA showed numerous ERP effects, with different cognitive functions. Some of them, in particular the medium-latency P200, are highly sensible to pattern congruent/incongruent condition (with more intense amplitude for congruent rather then incongruent stimuli) and constitute intersensory integration specific markers. The other ERP effects, instead, are more sensible to the emotional content and signal the presence of cognitive processes that are more generally tied to the emotional decoding. Furthermore results show that, in the first processing phase, integration is an automatic and obliged phenomenon, while later it implies intentional decisional processes. Finally, a TR reduction was found for some congruous patterns (i.e. sadness) and an inverted effect for a second group of emotions (i.e. fear, anger, and surprise). Finally, behavioural results indicate that congruence causes a RT reduction for some emotions (sadness) and, on the contrary, an inverse effect for other emotions (fear, anger, surprise). This result is discussed with reference to different emotional correlates adaptive function and their respective cross-modal decoding processes.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANODI BLASIO, PAOLABALCONI, MICHELA2007-02-28Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/154itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1552024-01-24T17:23:54Zhdl_10280_7hdl_10280_67Preferenze pittoriche e personalità. Il ruolo della familiarità artistica come fattore di mediazionePictorial Preferences and Personality. The Role of the Artistic Familiarity as Factor of MediationGATTI, MONICAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEpreferenze pittoriche, personalità, familiarità artistica, mediazione, pictorial preferences, personality, artistic familiarity, mediationCiascuno di noi, posto davanti a un'opera d'arte è in grado di esprimere una preferenza, anche se non l'ha mai vista prima. Child (1965) sosteneva come in questo processo di valutazione fosse determinante il ruolo giocato dalla personalità, tuttavia l'autore aggiungeva anche che la conoscenza o l'esperienza in campo artistico potrebbero ridurre se non annullare questo effetto. Furham e Walker (2001) hanno invece sottolineato come la personalità potrebbe essere maggiormente legata allo sviluppo della familiarità artistica invece che determinare direttamente le preferenze pittoriche. Il presente lavoro si pone dunque l'obiettivo di studiare la familiarità artistica in veste di mediatore tra le variabili di personalità e le preferenze pittoriche. I risultati mettono in luce come questa mediazione avviene per la ricerca di brivido e avventura, il bisogno di chiusura cognitiva e la sensibilità estetica (fattori di bellezza classica e rapimento estatico). Sempre attraverso questi modelli di mediazione, le preferenze pittoriche sono state analizzate considerando le principali caratteristiche dello stimolo: lo stile pittorico, il soggetto rappresentato e il livello di complessità. in particolare lo stile e il soggetto hanno messo in luce interessanti differenze. Si auspicano futuri studi che tengano conto degli effetti di interazione sia tra le variabili di personalità, sia tra le caratteristiche delle opere pittoriche.Everyone could say if he likes or not a work of art, even if he never saw it before. Child (1965) stressed the importance of the personality traits for this process of evaluation, however he also suggested that personality variables become less important as knowledge of art increases. Furham e Walker (2001) proposed that personality variables predict exposure to art (galleries visited, art purchased, art studied) which in part predicts familiarity which is the most direct predictor of art preferences. The aim of this study is testing the role of artistic familiarity as mediator between personality traits (predictors) and pictorial preferences (outcome). Results show mediation for thrill and adventure seeking, need for cognitive closure and aesthetic sensitivity. Pictorial preferences are also studied in mediation models considering the characteristics of the works of art: style, represented subject and simplicity/complexity. In particular, the style and the represented subject show significant differences. Future research is needed, particularly on the study of the interaction between both personality variables and pictorial characteristics.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANODI BLASIO, PAOLAGILLI, GABRIELLA2007-02-28Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/155itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1562013-06-04T09:57:24Zhdl_10280_67hdl_10280_7Analisi componenziale dell'esperienza emotiva: studio delle componenti espressiva e fisiologica e implicazioni per l'affective computingComponential Analysis of Emotional Experience: Study of Physiological and Expressive Components and Significance for Affective ComputingMORTILLARO, MARCELLOM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEemozione, fisiologia, espressione vocale, teoria processuale componenziale, affective computing, emotion, physiology, voice, component process modelNonostante una lunga tradizione di studi, le emozioni costituiscono ancora oggi un oggetto per molti aspetti poco definito. In particolare, pochi risultati confermati sono disponibili per l'espressione vocale delle emozioni e per i suoi aspetti fisiologici. Questa assenza di risultati può essere spiegata attraverso l'adozione della teoria processuale componenziale di Scherer. Secondo questo modello l'emozione sarebbe un processo che si sviluppa in e attraverso alcune componenti, tra cui quella espressiva e quella fisiologica. Pertanto una comprensione delle emozioni è possibile solo attraverso un approccio che sia multi-componenziale. Tre studi sono stati condotti. Il primo ha indagato l'espressione delle emozioni, identificando alcune delle previsioni del modello componenziale per la produzione vocale. Il secondo ha analizzato in termini di sistema nervoso autonomo gli aspetti fisiologici dell'esperienza emotiva, sostenendo la funzione di mobilitazione delle risorse della componente. Il terzo studio ha posto in relazione queste due componenti cercando di identificare alcuni aspetti del loro funzionamento integrato e interdipendente. Infine, è suggerita l'adozione di un modello processuale componenziale alla tematica del riconoscimento emotivo automatico, inerente al tema dell'affective computing.Even if emotion has been studied for many years, it still remains quite unknown in some aspects. Among others, vocal expression and physiology of emotions produced very few widely accepted results. Such an outcome can be explained through the adoption of the component process model of emotion by Scherer. In his theory emotions are processes in which a number of different components are involved, among others expressive and physiological ones. As a consequence emotions can be explained only through a multi-component approach.
Three studies are performed. The first investigated emotional expression, finding some correspondences with component predictive model for vocal expression. The second analyzed autonomic activity of emotions, sustaining its function of resources mobilization. The third combined the two components, finding some aspects of their integration and inter-dependency. Finally, concerning affective computing paradigm, a componential approach to emotion automatic recognition is suggested.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANODI BLASIO, PAOLAANOLLI, LUIGI MARIA2007-02-28Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/156itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1572010-06-09T09:17:22Zhdl_10280_67hdl_10280_8Scegliere la scuola superiore: l'orientamento e le riforme incompiute. Il caso della LomellinaTo Choice Secondary School: Orientation and Legislative Reform. A Survey in LomellinaBARGIGIA, PAOLAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIorientamento dopo la terza media, famiglia, orientamento, sistema scolastico, riforma della scuola, legge 53/03, orientation guidance, parents and orientation, schoolQuesto lavoro nasce a partire da un sincero interesse per il mondo della scuola e della formazione, con particolare riferimento al tema dell'orientamento. A partire da una panoramica storica relativa al sistema scolastico italiano e allo sviluppo del concetto di orientamento, si formulano alcune domande che guidano lo svolgimento della ricerca sul campo. Il tema principale di indagine è il passaggio dalla scuola media agli studi superiori, visto attraverso gli occhi di genitori e insegnanti. La ricerca è stata condotta in Lomellina: una porzione della provincia di Pavia che sta vivendo un momento di crisi economica. La prima fase di indagine ha visto la somministrazione di un questionario ai genitori, punto di partenza per valutare alcuni temi da approfondire nelle fasi successive. Si è quindi proceduto a condurre dei focus-group tra insegnanti, per poi ricontattare, a distanza di circa un anno e mezzo, alcuni dei genitori che avevano preso parte alla prima fase. I risultati evidenziano una generale tendenza delle famiglie a vivere in modo privato il momento decisionale, una grande attenzione per gli aspetti di immagine offerti dalle scuole superiori e una certa impreparazione, sia delle famiglie che degli insegnanti, ad affrontare le esigenze orientative degli alunni maggiormente in difficoltà.This work begins from the big interest about School and orientation. It starts with a little story of School and orientation to formulate some questions, to guide the survey.
The survey is about the orientation choice for secondary school, in Lomellina. It begins from a questionnaire to parents, than continues with focus-groups with teachers. To end, it have been interviewed some parents, after about 18 months from the questionnaire.
The results show that families prefer choice without external suggest. Parents pay a lot of attention to the secondary school presentation, only based on external image. Both teachers than parents have some difficulties to help pupils in decision making, if they haven't good performance at school.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOKANEKLIN, CESARE LUIGICASTELLI, CRISTINA2007-04-17Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/157itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1582013-06-04T09:57:19Zhdl_10280_8hdl_10280_67Lo scambio interpersonale sull'AIDS e il medium dello scambioInterpersonal Exchanges about HIV-AIDS through Different MediaGRAFFIGNA, GUENDALINAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIricerca qualitativa, focus groups, internet, AIDS, comunicazione interpersonale, cross-culturale, qualitative research, focus groups, internet, HIV-aids, interpersonal communication, cross-culturalIl progetto di ricerca è articolato in tre moduli di indagine (studi), ciascuno finalizzato a coprire specifici ordini di obiettivi:
- un primo studio finalizzato ad analizzare come un messaggio preventivo sul tema AIDS sia metabolizzato nello scambio interpersonale fra pari e come questo influenzi la finalizzazione pragmatica (ri-uso) che l'individuo fa delle informazioni preventive.
- un secondo studio volto a comprendere come il medium di rilevazione di un focus group (Face to face vs Online) ne influenzi il processo di costruzione dei dati (in termini sia di caratteristiche conversazionali dello scambio sia di contenuti evocati nella discussione).
- un terzo studio dedicato alla verifica cross-culturale (stabilità e variabilità) dei risultati raccolti nei primi due studi.
In concreto lo studio è stato realizzato conducendo:
- 16 focus groups omogenei con giovani (18-25 anni)
- in due contesti socio-culturali (Italia e Canada)
- e tramite diversi media di rilevazione (face-to-face vs. forum vs. chat vs. forum+chat)
- introducendo in ogni gruppo un messaggio preventivo sull'AIDS come stimolo di discussione.
Le verbalizzazioni dei 16 focus groups sono stati analizzati con diverse tecniche - analisi psico-sociale del discorso; analisi del contenuto software based (T-lab); analisi conversazionale di alcuni estratti significativi; analisi quantitativa del discorso (Atlas.ti) - al fine di una migliore copertura degli obiettivi d'indagine:
La ricerca evidenzia interessanti stabilità cross-culturali dei risultati:
- sia rispetto al ruolo dello scambio sociale nel metabolizzare il processo dalla ricezione all'uso di un messaggio preventivo
- sia rispetto alle ricadute del medium di rilevazione sulla costruzione dei dati nella ricerca qualitativa.The research project consists of three studies, each one aiming to achieve specific objectives:
- Study I attempts to describe how an HIV-AIDS preventive message is metabolized in a peer group exchange and how this influences individuals' re-use of health information in daily life.
- Study II aims to describe how data collection strategies frame findings production in qualitative research. In particular the study has focused on how the data collection medium (face-to-face vs. the Internet) structures interviewer-interviewees interaction and, thus, data construction.
- Study III is intended to verify the cross-cultural variability and stability of the first two studies main findings in two countries.
Concretely, the study design consists of:
- 16 homogeneous focus groups with young people aged 18 to 25 in two socio-cultural contexts (Italy and Canada) trough different media (face-to-face vs. forum vs. chat vs. forum+chat).
- In each group an HIV-AIDS preventive message was introduced as a further discussion stimulus.
All focus groups transcripts were analysed by different techniques - psychosocial discourse analysis; software based content analysis (T-lab), conversational analysis; computer based quantitative discourse analysis (Atlas.ti) - in order to better achieve the research objectives:
The study outlines an interesting cross-cultural stability of findings in regard to:- the role of interpersonal exchange in metabolising the passing from the preventive information reception to its use in daily life; - the influences of data collection media on the qualitative findings production process.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOKANEKLIN, CESARE LUIGIKOLSON,BOSIO, ALBINO CLAUDIO2007-04-17Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/158enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1592013-06-04T09:57:19Zhdl_10280_8hdl_10280_67Conjoint Rorschach Comprehensive System in Couple Assessment. Preliminary Findings in Reliability, Validity and Clinical IssuesASCHIERI, FILIPPOM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAassesment, Rorschach, coppia, coupleLa tesi fornisce un inquadramento teorico e metodologico sull'uso del test di Rorschach di coppia, passando in seguito ad esaminare l'affidabilità della siglatura nei protocolli individuali e congiunti, la loro validità discriminante e accuratezza per concludersi con un esame più approfondito del significato relazionale di alcune specifiche combinazioni di indicatori.This dissertation covers theoretical and methodological issues in couple Rorschach assessment, the scoring reliability and validity of individual and conjoint records. Finally, the diagnostic accuracy and the clinical meaning of composite Rorschach indicator are considered.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOKANEKLIN, CESARE LUIGICIGOLI, VITTORIOADRONIKOF, ANNE2007-04-17Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/159enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/2322013-06-04T09:57:09Zhdl_10280_7hdl_10280_67Il contributo di Martin Seligman alla psicologia positiva: una prospettiva italianaMARCHI, STEFANOM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICApsicologia positiva, ottimismo, felicità,All'interno di questo lavoro sono presentate due differenti ricerche: la prima è l'applicazione pratica degli studi di Seligman sull'ottimismo: la ricerca ha avuto lo scopo di valutare l'efficacia di un training rivolto all'apprendimento di uno stile esplicativo ottimistico come proposto da diversi studi (vedi Seligman 1990, 2002); la seconda è un contributo per la taratura della versione italiana del VIA (Values in action Strenghts Survey): Peterson e Seligman (2004), seguendo l'esempio del Manuale Statistico e diagnostico dei disturbi mentali (APA, 2006), proposero uno schema di classificazione delle forze di carattere che contribuiscono a rendere maggiormente soddisfacente e felice la vita delle persone. All'opposto del DSM il loro scopo è quello di offrire un "manuale delle sanità mentale". Il loro studio può essere usato per supportare delle ricerche nell'ambito della psicologia cognitiva fornendo un vocabolario comune e una operazionalizzazione dei tratti, includendo i criteri che definiscono le forze del carattere. Scopo del lavoro di ricerca è di illustrare la traduzione italiana del value in action strenghts survey e di testare su un campione italiano iniziale le sue caratteristiche psicomentriche.Università Cattolica del Sacro CuoreMilanoDI BLASIO, PAOLACASTELLI, CRISTINA2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/232itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/2332013-06-04T09:57:27Zhdl_10280_67hdl_10280_8Cure al limite, limite delle cure: opinioni "ingenue" ed "esperte" rispetto alle cure di fine vita, effetti di burnout. Confronto fra operatori sanitari lombardi e popolazione comuneBoundary Cares, Limited Cares: "Naives" Vs. Expert Attitudes toward End-of-Life Care, Burnout effects. A Comparison between Health Care Workers and General Public in a District of Northern ItalyGRIFO, PAOLAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAmorte, cure palliative, eutanasia, fine vita, lutto, burnout, death, palliative care, euthanasia, end-of-life, bereavementParlare di morte è un tabù della nostra società. L'incremento quantitativo di pazienti terminali impone peraltro uno sforzo per il miglioramento della loro qualità di vita. Lo psicologo deve comprendere la domanda sociale su questi temi, per costruire un adeguato intervento clinico-formativo rivolto agli operatori sanitari. Obiettivi della ricerca sono di individuare: la rappresentazione di disponibilità di Cure Palliative (CP); gli atteggiamenti degli operatori sanitari e del pubblico circa le diverse opzioni di fine vita (End-Of-Life, EOL), verificando l'ipotesi che i sanitari e in particolare i palliativisti siano meno favorevoli all'eutanasia e più alle CP; i predittori delle opinioni; l'influenza delle difficoltà concettuali sulla stabilità delle opinioni; il rapporto tra le opinioni e la rappresentazione delle CP; le diverse percezioni dei bisogni del paziente terminale; il burnout dei palliativisti rispetto agli altri sanitari. 524 soggetti (265 sanitari, di cui 118 palliativisti; 259 non-sanitari) hanno compilato un questionario self-report, sviluppato ad-hoc. Ai 265 sanitari è stato inoltre somministrato il Maslach Burnout Inventory. I non-sanitari risultano più favorevoli all'eutanasia e meno alle CP rispetto ai sanitari. Analisi lineari indicano, fra i predittori dell'accordo all'eutanasia, religiosità e lavoro sanitario; le opinioni risultano peraltro instabili. Il campione presenta livelli di burnout significativamente inferiori alla media italiana; i palliativisti segnalano un burnout minore dei colleghi nella dimensione EE; il sostegno alla relazione costituisce elemento protettivo. L'incidenza di fattori non misurabili indica l'opportunità di approfondimenti qualitativo-idiografici. Lo studio suggerisce la necessità di una maggiore conoscenza delle tematiche EOL. Lo psicologo deve sostenere presso i caregiver un luogo simbolico per l'elaborazione dell'evento-morte.In our society death is a taboo topic. The increase of dying patients calls for an improvement in their quality of life. Psychologists need to understand the social demand on these issues, in order to promote appropriate clinical and training interventions for health workers.
In this research we looked at the representation of availability of Palliative Care (PC) as well as attitudes of health workers and the general public towards different End-Of-Life (EOL) options. We tested the hypothesis that health workers and especially palliative care workers disagree with euthanasia and agree with PC more than the public. We also investigated attitudes predictors; the influence of conceptual difficulties on attitudes stability; the relationship between attitudes on euthanasia and PC representation; different perceptions of dying patients' needs; palliative care and other health workers' burnout.
524 subjects (265 health workers: 118 involved in palliative cares and 147 in other health sectors; 259 from the general public) filled in a self-report questionnaire, created ad-hoc. The 265 health workers also filled in the Maslach Burnout Inventory.
The public, compared to health workers, agreed more with euthanasia and less with PC. Linear analysis indicates that religious beliefs and health work are the only significant predictors of this agreement, even if attitudes are quite unstable.
The burnout levels in our sample are significantly lower than Italian mean levels. Palliative care workers show lower levels in EE subscale than their colleagues; supporting relationships are a protective factor.
The incidence of non-measurable factors suggests the opportunity of further qualitative studies.
This research highlights the need for deeper knowledge of EOL issues.
Psychologists should give to all professional carers the opportunity for reflective practice and symbolic work on the event of dying.Università Cattolica del Sacro CuoreMilanoKANEKLIN, CESARE LUIGIMAIOCCHI, MARIA TERESA2008-03-03Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/233itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/2342013-06-04T09:57:32Zhdl_10280_67hdl_10280_8Legami tra generazioni e difficoltà di separazione-individuazione durante la transizione all'età adulta. Il ruolo del divorzio dei genitori e del genere in un campione di giovani italianiIntergenerational Relationships and Separation-Individuation Difficulties During the Transition to Adulthood. The Role of Divorce and Gender in a Sample of Italian Young AdultsPARMIANI, LISA CHIARAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAlegami tra generazioni, transizione all'età adulta, separazione-individuazione, divorzio, intergenerational relationships, transition to adulthood, separation-individuation, parental divorceAbbiamo esaminato il ruolo della separazione coniugale e del genere nello spiegare il coinvolgimento in processi familiari disfunzionali, le difficoltà di separazione-individuazione e il benessere psicologico dei figli giovani adulti. È stata privilegiata la dimensione etica dei rapporti tra le generazioni, espressa nelle percezioni di giustizia e cura nelle relazioni familiari.
Un primo studio, quantitativo, è stato condotto su un campione di 264 soggetti tra i 20 e i 30 anni, provenienti da nuclei separati e intatti, a cui è stato somministrato un questionario self report. I figli di separati tendono ad esprimere più marcatamente sentimenti di ingiustizia relativi alla famiglia d'origine, e ad enfatizzare la propria indipendenza affettiva dai genitori. Le femmine esprimono un maggiore sovraccarico legato alla cura emotiva dei familiari, riportano tendenze depressive e più intensi timori di perdere l'affetto dei genitori .
Nel secondo studio, sperimentando un approccio metodologico composito, abbiamo approfondito il tema dei confini generazionali e delle difficoltà di separazione-individuazione in un piccolo campione di giovani donne provenienti da genitori separati. Abbiamo riscontrato che la transizione all'età adulta risulta rallentata dalle responsabilità di cura assunte verso la madre, o al contrario accelerato, nel bisogno di prendere le distanze da lei.
Nel terzo studio, illustrando alcuni dei risultati emersi attraverso l'analisi di due casi, abbiamo rilevato la significatività della funzione paterna per la separazione delle figlie nei nuclei monogenitoriali successivi alla separazione coniugale.We examined the role of parental divorce and gender in young adults' involvement in dysfunctional family processes, as well as in their difficulties of separation-individuation and their psychological well-being.
The first study is quantitative and was conducted with a sample of 264 subjects, aged between 20 and 30, who filled in a self report questionnaire. Results showed that children of divorced parents express more feelings of unfairness towards their family of origin, and emphasize their emotional independence from their parents. Females feel the burden of emotional caregiving for their parents more than males and are more vulnerable to depression. Moreover, females are more afraid of losing their parents' love.
In the second study we used a mixed method approach to study generational boundaries and separation-individuation difficulties in a small sample of young women with divorced parents. Results showed that the transition to adulthood may either be hindered by the emotional burden of children's responsibilities towards the parents (especially the mother) or accelerated by the need to put one's familiar experience at a distance.
In the third study, through two case studies, we explored some of the results obtained in the multimethodological section. This analysis suggested the importance of considering the role of the paternal function in helping young women separate from their mothers in single parent families.Università Cattolica del Sacro CuoreMilanoKANEKLIN, CESARE LUIGIMAIOCCHI, MARIA TERESAIAFRATE, RAFFAELLA2008-03-03Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/234itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3102013-06-04T09:57:22Zhdl_10280_52hdl_10280_67Immedesimazione vs. distanziamento: strategie di rivalutazione di eventi contestualizzati ad alto impatto emotivo. Analisi delle risposte esperenziali, comportamentali e fisiologicheImmersed vs. Detached: Reappraisal Strategies of Situated High-Impact Emotional Events. A Behavioral, Physiological and Experiential Response AnalysisBALZAROTTI, STEFANIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEregolazione emotiva, coping, reappraisal , emotion regulationIl progetto di ricerca indaga la regolazione emotiva analizzando le interazioni complesse tra strategie di regolazione dell'individuo e variabili proprie dello stimolo elicitante. A tale scopo, il progetto si struttura in tre studi. Nello Studio 1, una batteria di questionari per la valutazione di strategie stabili di regolazione e coping è stata somministrata ad un campione di 198 studenti infermieri che partecipavano allo Studio 3 e ad un gruppo di controllo di 416 studenti universitari. Lo studio presenta inoltre una validazione preliminare dell'Emotion Regulation Questionnaire in lingua italiana. Lo Studio 2 riguarda la misurazione dell'impatto emotivo di stimoli elicitanti: una batteria di filmati emotivi è stata costruita attraverso la manipolazione di due dimensioni di appraisal emotivo e somministrata a 420 studenti universitari a cui era chiesto di valutare la propria esperienza emotiva. Infine, nello Studio 3, uno stesso filmato di chirurgia ma incorporato all'interno di contesti diversi (costituiti dai filmati testati nello studio 2) è stato sottoposto a 163 studenti infermieri allo scopo di analizzare gli effetti a breve termine di due strategie di rivalutazione cognitiva quando l'individuo affronta un evento ad alto impatto emotivo contestualizzato. Ai partecipanti era chiesto di osservare gli eventi cercando di immedesimarsi o di distanziarsi. Lo studio analizza le risposte emotive in tre sistemi di risposta emotiva: fisiologico, comportamentale ed esperienziale.The present research program investigated emotion regulation analyzing the complex interaction between variables concerning individual regulatory strategies and variables concerning the eliciting stimulus. To this purpose, the research program was structured into three studies. In Study 1, a set of questionnaires assessing individual stable emotion regulation and coping strategies was administered to a sample of 198 nursing students who participated to Study 3 and to a control sample of 416 undergraduate students. A preliminary Italian validation of the Emotion Regulation Questionnaire (ERQ) was conducted. Study 2 aimed at measuring the emotional impact of eliciting stimuli: a set of emotion-generating films were constructed according to the manipulation of appraisal criteria and administered to 420 undergraduate students who were asked to rate their emotional experience. In Study 3, 163 nursing students watched the same surgery clip included within different contextual scenarios provided by the film stimuli tested in Study 2. The main goal was the investigation of the short-terms outcomes of two types of reappraisal when the individual is confronted with a contextualized high-impact emotional event: to this purpose, participants were asked to adopt a detached vs. immersed point of view. Three systems of emotional response were analyzed as indicated by emotion literature: behavioural, physiological and experiential.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACICERI, RITA2008-03-12Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/310enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3112013-06-04T09:57:22Zhdl_10280_52hdl_10280_67LA SOSTENIBILITA' DELLA VITA SOCIOLAVORATIVA COME PRODOTTO ECOME PROCESSO: L'ESPLORAZIONE DEL COSTRUTTO ATTRAVERSO UNA PROSPETTIVA DI RICERCAZIONELife Sustainability at Work as Product and Process: an Exploration Through Action ResearchGALUPPO, LAURAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIsostenibilità della vita sociolavorativa, ricercaazione, life sustainability at work, action researchIl lavoro ha come obiettivo l'esplorazione di alcuni nodi significativi di un'esperienza di ricerca-azione sul tema della sostenibilità della vita sociolavorativa entro un servizio socio sanitario. In particolare esso procede attraverso tre studi qualitativi, il cui filo conduttore è rappresentato dal tema della valutazione dei prodotti e dei processi della ricerca-azione sulla sostenibilità della vita sociolavorativa. Il primo studio si pone come obiettivo specifico l'esplorazione dei risultati conoscitivi e trasformativi prodotti dalla ricerca-azione entro il servizio considerato. Il secondo studio si focalizza sulla valutazione degli esiti e dei processi di apprendimento messi in atto nell'esperienza di ricerca. Il terzo studio infine intende esplorare il processo di ricerca con particolare attenzione al tema della sostenibilità della ricerca-azione, focalizzandosi in particolare sul processo di costruzione della domanda.Aim of the work is to investigate a selection of significant aspects of an action-research experience on life sustainability at work promoted in an health and social service. The paper is composed by three qualitative studies. The first study aims to describe the outcomes of the action-research. The second study evaluates the learning process promoted by the action research, to find out what different efficacy action-research has, as a strategy to promote life sustainability at work. The second study explores the action-research process and its sustainability, particularly focussing on how partnership and participation are built during and around the work.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAKANEKLIN, CESARE LUIGI2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/311itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3122013-06-04T09:57:22Zhdl_10280_52hdl_10280_67PROPENSIONE AGLI INCIDENTI NEI BAMBINI: STRESS GENITORIALE, RISCHIO E ADATTAMENTO PSICOLOGICOInjury Propensity in Childhood: Parental Stress, Risk and Psychological AdaptationSTAGNI BRENCA, ELISAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONErischio fisico, rischio psicologico, stress genitoriale, attaccamento, esternalizzazione, physical risk, psychological risk, parental stress, attachment, externalizationIndagine del concetto di rischio in età scolare, nelle accezioni di rischio fisico e psicologico, correlati a stress genitoriale, stili d'attaccamento, immagine di sé e caratteristiche comportamentali del bambino.Study of risk concept in school age children, meaning as physical and psychological risk, related to parental stress, self image and child behaviour.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIADI BLASIO, PAOLA2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/312itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3132014-05-26T08:19:13Zhdl_10280_52hdl_10280_67Il ragionamento mentale e la condivisione dei significati: fattori di sviluppo e fattori interpersonali che influiscono sulla comprensione degli altri in età prescolasticaVERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTOBIANCHI, ILARIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEteoria della mente, gioco di finzione, processi di condivisione dei significati, materna, età prescolastica, theory of mind, pretend play, processes of sharing meaning, maternal mind-mindedness, mindfulness, preschool ageLa capacità di capire la mente e di predire il comportamento in età prescolastica si basa su concetti mentali o i bambini capiscono gli altri costruendo significanti nell'interazione senza elaborare una formale teoria della mente – TOM? Studio 1: l'analisi coi modelli di Rasch delle performance di 141 bambini alla versione italiana della TOM Scale (Wellman, Liu, 2004) rileva la sequenza: desideri – credenze – emozioni. I risultati vengono letti nei termini della crescente capacità dei bambini a considerare prospettive diverse, e non solo in termini di sviluppo concettuale. Sudio 2: la codifica delle interazioni di 72 bambini nel gioco di finzione (con una griglia appositamente costruita) mostra un progresso nella costruzione collaborativa dei significati solo parzialmente associato alle abilità TOM e individua nella calma un correlato del successo TOM. studio 3: dall'intervista di 36 madri emerge un legame tra mindfulness materna e calma dei bambini, e tra mind-mindedness e mentalità psicologica materne e capacità di ragionamento mentale dei bambini. La letteratura e i risultati del presente lavoro portano a riconoscere che l'esperienza interpersonale sostiene lo sviluppo del ragionamento mentale e suggeriscono che future valutazioni della capacità di capire la mente coinvolgano più direttamente i bambini di quanto facciano gli attuali strumenti formali.Do preschoolers need mental concepts in order to reason and predict behavior, or do they construe meaning within interactions and do not need to build formal theories of mind - ToM? In study 1, the Rasch analysis of 141 children's performances on the Italian version of the ToM Scale (Wellman, Liu, 2004) shows a progression of understanding from desire, to belief to emotion. Results are discussed in terms of children's increasing experience at dealing with different perspectives that interacts with conceptual development. In study 2, the observation of 72 preschoolers' dyadic play interactions (coded with an exhaustive scheme developed ad-hoc) shows progress in children's collaborative construction of meaning, partially independent from abilities measured by the ToM Scale, and finds calmness as a correlate of ToM success. In study 3, the interview of 36 mothers reveals that maternal mindfulness is related to children's calmness and that maternal mind- and psychological mindedness are associated with children's facility at reasoning about the mental world. The theoretical review and empirical evidence collected lead to recognizing the role played by interpersonal and interactive experiences in framing mental reasoning, and suggest that future research measure social understanding in more participative, subjective situations than current formal assessment.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAAMADEI, GHERARDO TOMASO2008-03-03Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/313enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3142013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67La presenza reciproca. Un'analisi qualitativa dell'interazione psicosociale in realtà virtualeReciprocal Presence. A Qualitative Analysis of Psycho-Social Interaction in Virtual RealityCANTAMESSE, MATTEOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEpsychosocial interaction, virtual reality, presence, conversation, qualitative research, grounded theory, qualitative content analysisLa tesi presenta una ricerca sull'interazione psicosociale in realtà virtuale. Il primo studio esplora l'impatto di una metodologia di produzione dei dati qualitativa sull'esperienza in RV; il secondo studio esplora, con un approccio grounded theory, le modalità di costruzione della presenza; il terzo studio esplorare l'interazione in rv durante delle sessioni di terapia; il quarto studio, tramite il ricorso all'analisi delle conversazioni, esplora le modalità di co-definizione dei significati in rv.This research concerns psycho-social interactions in Virtual Reality. In order to investigate subjective experience by a qualitative approach, in the first experiment the feasibility of the thinking aloud data production technique has been verified. The second study investigated the process of presence, by analyzing data produced in the first study, within a grounded theory approach. The use of Virtual Reality in mental health, and particularly for psychotherapy, introduces a radical modification in the therapeutic setting: the typical configuration requires the patient to be immersed in the VE, while the therapist observes and controls the interaction by “outside” the environment. This unique ecosystem requires a qualitative approach to investigate it. In the third study, a qualitative content approach has been used, in order to describe the interactional processes and the co-construction of the sense of presence. In the fourth study, conversational processes in a shared VE have been investigated by creating a shared task in VR and in vivo. Results from this research program suggest the interactional nature of the sense of presence.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAGALIMBERTI, CARLO2008-03-12Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/314enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3152024-01-24T17:24:13Zhdl_10280_52hdl_10280_67RICONOSCERE, POTENZIARE, COMPRENDERE IL PENSIERO DIVERGENTERecognizing, Fostering, Understanding the Divergent ThinkingFRIGGE', PAOLAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEpensiero divergente, training creativi, creatività, divergent thinking, creativity training, creativityPoche qualità umane hanno un così forte impatto sulla nostra esistenza quanto la creatività (Scott et al., 2004). Il presente progetto di ricerca raccoglie le sfide identificate da Houtz (2003) come cruciali per la ricerca psicologica: riconoscere, potenziare e comprendere la creatività. Il progetto si focalizza sul concetto di pensiero divergente (Guilford, 1956) come risvolto cognitivo della creatività e si divide in tre studi. Il primo studio presenta un contributo alla validazione del Wallach Kogan Creativity Test (1965). Nel secondo studio ill WKCT, validato nel primo studio, insieme al Test di pensiero creativo (Sprini e Tomasello, 1989 - versione italiana del Torrance Test of Creative Thinking, Torrance 1966) è servita per valutare l'efficacia di un training di pensiero creativo. Nel terzo studio a 306 soggetti di seconda media sono stati somministrati i seguenti strumenti: Big Five Questionnaire – Children (Barbaranelli et al.,1998), Test di pensiero creativo - forma A, parte verbale (Sprini e Tomasello, 1989) versione italiana del Torrance Test of Creative Thinking (TTCT; Torrance, 1966) e una serie di item utilizzati da Choi (2004). Quindi è stata condotta una path analysis per testare un modello in cui personalità, motivazione, pensiero divergente e variabili contestuali sono predittori dell'atteggiamento creativo.Improving creative thinking is a crucial challenge for the progress of human beings and nations (Florida, 2002). The research project aims at recognizing, fostering and understanding divergent thinking (Guilford, 1956) as cognitive aspect of creativity. The project consists of 3 studies. First study is a contribution to the Italian validation of Wallach Kogan Creativity Test (1965) with subjects aged 12. Second study is an experimental research conducted in a school with children 12 years old. A group of them followed a three-months-training that aimed at fostering divergent thinking abilities, another group served as control. Pretest and posttest were administered using Wallach Kogan Creativity Test (1965) previously validated and also the Italian version of Torrance Test of Creative Thinking (Torrance, 1966) in the verbal form (Sprini & Tomasello, 1989). Third study presents a path analysis to test a model in which personality, motivation, divergent thinking and contextual variables are predictors of a creative aptitude.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAGILLI, GABRIELLA2008-03-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/315itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3162013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67Virtual Experiences Support Real Emotions: Three Experimenta StudiesVILLANI, DANIELAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEcaratteristiche dei media, realtà virtuale, emozioni, senso di presenza, rilassamento, media features, virtual reality, emotions, sense of presence, relaxationE' ben noto che la dimensione affettiva è una componente importante dell'esperienza mediata e molti studi dimostrano l'abilità dei media interattivi nell'induzione di emozioni. Ciò nonostante, è meno chiaro come manipolare le caratteristiche dei media per indurre risposte emozionali specifiche. In particolare questo è vero per un medium emergente, qual la Realtà Virtuale, la cui caratteristica principale è l'abilità di indurre una sensazione di “presenza” nell'utilizzatore che fa esperienza del mondo generato dal computer.
Noi abbiamo investigato la relazione esistente tra processi comunicativi mediati, emozioni e “sensazione di esserci” (senso di presenza) in esperienze mediate, attraverso tre studi sperimentali che miravano a:
1) manipolare e verificare l'impatto delle caratteristiche della RV: la narrativa e le caratteristiche dell'ambiente virtuale;
2) utilizzare la RV per manipolare esperienze relative alle emozioni e al rilassamento;
3) applicare i risultati in un protocollo focalizzato sulla gestione delle emozioni. Eravamo interessati a valutare l'efficacia del protocollo supportato da diversi media.
I risultati saranno discussi all'interno della Tesi: da un lato, la relazione tra caratteristiche dei media e senso di presenza e, dall'altro, la relazione tra presenza e dimensione affettiva nei media interattivi.It is well known that affective dimension is an important part of user experience in interactive media and many studies showed their ability to elicit emotions. Nevertheless it is less clear how to manipulate the interactive media features to induce specific emotional responses.
In particular this is true for an emerging medium, such as Virtual Reality (VR), which main feature is the ability to induce a feeling of “presence” in the computer‐generated world experienced by the user.
We investigated the relationship among mediated communication processes, emotions and the “feeling of being there” (sense of presence) in mediated experiences, through three experimental studies aiming:
1) to manipulate and to verify the impact of the characteristics of VR: the narrative background and the features of the virtual environment.
2) to use VR to manipulate experience‐related relaxation and mood.
3) to apply the found results in a protocol focused on emotional management. We were interested to evaluate the efficacy of the protocol by using different media.
Results will be discussed in depth within the Thesis: on one side, the relationship between media characteristics and presence and, on the other side, the relationship between presence and affective response in interactive media.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIARIVA, GIUSEPPE2008-03-12Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/316enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3172013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67Rilevazione e monitoraggio delle comunità di pratica. I processi di apprendimento nel Credito Cooperativo TrentinoPointing out and Monitoring Communities of Practice: Learning Process of Credito Cooperativo TrentinoOREFICE, MARINAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIsistema sociale di apprendimento, comunità di pratica, formazione, learning social system, communities of practice, educational and trainingLo scopo del presente lavoro e' mostrare i principali risultati ottenuti da una ricerca su un contesto organizzativo specifico considerato un sistema sociale di apprendimento. l'argomento e' stato sviluppato all'interno del framework concettuale sull'apprendimento situato e sulle comunità di pratica. la ricerca ha riguardato un network di banche, il credito cooperativo trentino, localizzato in trentino alto Adige. Attraverso un approccio qualitativo, sono state rilevate le principali pratiche manageriali e formative promettenti per lo sviluppo di comunità di pratica. La tesi sottolinea le implicazioni metodologiche e il dispositivo metodologico attraverso cui è stato possibile intercettare la conoscenza in azione e la connessione tra organizzare, conoscere e apprendere.The aim of this thesis is to present the main results obtained from research into a specific organizational context that can be seen as a learning social system. This matter has developed from a theoretical framework of situated learning and communities of practice. The research concerned a network of banks, mainly that of the Credito Cooperativo Trentino (CCT), located in Trentino Alto Adige, one of Italy's northern regions. using a qualitative approach, it has been possible to point out the most relevant training and managerial practices that encourage the development of CoP. The thesis highlights the methodological implications and the qualitative devices by which it has been possible to intercept knowledge in action and the connection between organizing, knowing and learning.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIASCARATTI, GIUSEPPE2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/317itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3182013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67"SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME..." LA PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONE DELL'IMMAGINE CORPOREA NELL'ACQUISIZIONE DELL'IDENTITA' IN ADOLESCENZA. UN'ANALISI SULLE TRAIETTORIE DI SVILUPPO TIPICHE E ATIPICHE"Mirror, Mirror on the Wall " Body Image Perception and Representation in the Identity Development in Adolescence. Analysis of Typical and Atypical DevelopmentGATTI, ELENAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEPercezione, rappresentazione, immagine corporea, identità, adolescenza , perception, representation, body image, identity, adolescenceL'adolescenza si caratterizza come la fase della vita interessata dai maggiori cambiamenti somatici che derivano principalmente dallo sviluppo fisico e puberale. Questi cambiamenti, a volte repentini ed improvvisi, a volte più lenti e costanti, coinvolgono l'intera personalità e richiedono un impiego di energie psichiche e di riorganizzazione dell'intera Identità. Il presente lavoro è articolato in tre studi sperimentali. Da una prima traduzione e validazione del questionario “Body Esteem Scale” (Mendelson, Mendelson, White, 2001) e di conferma della griglia di codifica dello strumento “Mi disegno” originariamente creata da Witkin et al. (1962) contenuti nello Studio 1, sono stati esplorati il ruolo che rivestono il genere, l'età anagrafica e il livello di sviluppo puberale nella percezione dell'immagine corporea e di Sé, attraverso l'impiego di cinque questionari e del “Mi disegno” in un campione di adolescenti italiani di età compresa tra gli 11 e 17 anni, nello Studio 2. Lo studio 3 ha indagato le medesime variabili in due gruppi di adolescenti affetti da disturbi del comportamento alimentare (anoressia e obesità). I risultati evidenziano che il genere e l'età anagrafica discriminano le percezioni, le rappresentazioni dell'immagine corporea e il valore attribuito al Sé nel campione di adolescenti; queste percezioni corporee predicono inoltre il livello di autostima percepito. Nei confronti tra il gruppo clinico e un gruppo di controllo, il genere e il livello di sviluppo puberale percepito influenzano le percezioni corporee e le rappresentazioni delle anoressiche e degli obesi.In adolescence, pubertal maturation is an important event in developmental process, marking the transition from childhood to adulthood. These changes involve a psychological recognition and a new organization of identity. This work is articulated in three experimental studies. The first translates and validates two instruments: Body Esteem Scale (Mendelson, Mendelson, White, 2001) and “Mi disegno” originally created by Whitkin et al. (1962). Second study investigate the roles of gender and age in body perceptions, body representations and self esteem in a Italian adolescents sample who ranged in age from 11 to 17 years old. Participants completed five self report questionnaires and the “Drawing Me Test”. Third study explore the same variables in two groups of clinical patients. Results show that the gender and the age influence the body image perception and predict the self esteem. Comparing the clinical group and control group, the gender and pubertal status perceived modify body perceptions and representation of anorexic and obesity patients.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACONFALONIERI, EMANUELA2008-03-10Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/318itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3302019-03-07T11:05:54Zhdl_10280_52hdl_10280_67FROM THE PSYCHOLOGICAL ASSESSMENT TO THE SUPPORTIVE-EXPRESSIVE GROUP THERAPY FOR WOMEN WITH BREAST CANCER AND THEIR CAREGIVERS. A MULTI-METHOD DESIGN.FROM THE PSYCHOLOGICAL ASSESSMENT TO THE SUPPORTIVE-EXPRESSIVE GROUP THERAPY FOR WOMEN WITH BREAST CANCER AND THEIR CAREGIVERS. A MULTI-METHOD DESIGNCOSTA, GIULIOpsico-oncologia, terapia di gruppo, cancro al seno, coping diadico, ricerca multi metodo,psycho-oncology, group therapy, breast cancer, dyadic coping, multi-method assessmentIl presente lavoro di tesi si colloca all'interno di un più ampio programma di intervento clinico per pazienti oncologici. Facendo riferimento ad una cornice teorica basata sul modello relationship-centered care, l'obiettivo di tale programma di intervento è quello di ricercare ed attivare modalità di coping diadico funzionali per fronteggiare la malattia oncologica attraverso i quali si articola questa ricerca, vogliono esplorare tre modalità di coping e caregiving: individuale, diadico e di gruppo. Nel primo studio verranno indagate le strategie di coping e di adattamento interpersonale di donne con cancro al seno, e se tali variabili sono in grado di predire l'adesione ad un trattamento clinico che implichi il paziente medesimo ed un caregiver da lui scelto. Il secondo studio sarà dedicato all'assesssment diadico, dove le coppie formate da paziente e caregiver saranno descritte in funzione di specifiche variabili quali la depressione, l'ottimismo e le caratteristiche di personalità; a questo proposito verrà indagato se tali tipologie di coppia sono in grado di predire lo stile di coping del paziente. Il terzo studio, di processo, è centrato sull'efficacia di un intervento clinico di gruppo in cui sono coinvolti i pazienti e i loro caregiver.This dissertation examines the psychological assessment for women with breast cancer and their chosen caregivers. It will be wholly presented the longitudinal research design in which the three studies of this dissertation are included. The first study aims not only to standardize the sampling procedure, but it also has the clinical purpose to verify whether coping strategies and interpersonal adjustment preedict end moderate the acceptance to a Supportive-Expressive Group Therapy (SEGT). In the second study the unit of analysis is the couple, which allows for a more accurate description of dyadic coping processes. It will be described and examined specifics couple's typologies or couple matching depending on symptoms and psychological factors such as, life orientations, depression and personality traits. The third study is totally centred on the SEGT. It will be described the nature of intervention and the structure of each session, exploring how the contents and the styles of the therapeutic action change.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACIGOLI, VITTORIO2008-03-03Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/330enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4832013-06-04T09:57:39Zhdl_10280_67hdl_10280_52MENTALISMO VS. ANTI-MENTALISMO. UN'ANALISI EPISTEMOLOGICA E UNA RICERCA EMPIRICA.MENTALISM VS. ANTI-MENTALISM AN EPISTEMOLOGICAL ANALYSIS AND AN EMPIRICAL RESEARCHLO DICO, GIUSEPPEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-FIL/02: LOGICA E FILOSOFIA DELLA SCIENZAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEmentalismo, anti-mentalismo, vocabolario teorico, cognizione, neuroscienze, osservazione, observation, neurosciences, cognition, mindPer spiegare i loro risultati gli psicologi sperimentali fanno uso di termini riferentisi al mentale. Tuttavia, nel corso della storia, essi hanno definito in modi differenti il concetto di mente e quindi il significato dei termini usati nelle sue teorie. Nella prima parte della tesi sono discusse quattro opzioni epistemologiche in base alle quali tali termini sono stati interpretati nella storia della psicologia scientifica (il ‘mentalismo’ dell’introspezionismo, l’‘anti-mentalismo’ del comportamentismo, il ‘mentalismo’ del cognitivismo, l’ ‘antimentalismo’ delle neuroscienze cognitive). Assumere una di queste posizioni piuttosto che un’altra implica il porre l’attenzione su tipi diversi di dati e dunque la scelta di differenti metodologie di raccolta e analisi degli stessi.
Nella seconda parte vengono replicati gli esperimenti del neurologo Damasio per testare la sua “ipotesi del marcatore somatico”. Tali esperimenti sono interessanti perchè utilizzano dati e metodologie che fanno riferimento a tutte e quattro le opzioni epistemologiche descritte nella prima parte. I risultati qui presentati non replicano quelli di Damasio e dunque sembrano falsificare la sua ipotesi.
L’analisi empirica e quella epistemologica mostrano come l’opzione mentalistico-introspezionistica (rifiutatata da Damasio in favore di quella neuroscientifica) meriti di essere considerata e perseguita come linea metodologica che può dare origine a risultati scientificamente fecondi.Experimental psychologists use terms referring to mind for explaining their results. However, in the course of history, they have defined the concept of mind in many ways and so the meaning of the terms used in its theories. In the first part of this work four epistemological options according to which these terms have been interpreted all along the history of experimental psychology are discussed (the ‘mentalism’ of introspectionism, the ‘anti-mentalism’ of behaviourism, the ‘mentalism’ of cognitivism, the ‘anti-mentalism’ of cognitive neuroscience). Assuming one of these options implies to consider different kinds of data and so to choose different data collecting and analyzing methodologies.
In the second part the experiments proposed by neurologist Damasio for testing his ‘somatic marker hypothesis’ are replicated. Such experiments are interesting because they appeal to data and methodologies referring to all the four epistemological options above considered. The results presented do not replicate the Damasio’s ones and so they seem to falsify his hypothesis.
The epistemological analysis and the empirical research show how the introspectionistic-mentalistic option (refused by Damasio in favour of the neuroscientific option) deserve to be considered as a reliable methodological that can lead to important scientific results.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIABALCONI, MICHELACORRADINI, ANTONELLA2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/483enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4842014-05-21T12:14:24Zhdl_10280_52hdl_10280_67PENSIERO INTUITIVO E ANALITICO NEL PROCESSO DECISIONALE: IL RUOLO DELLA MENTALIZZAZIONE E DELLO STILE COGNITIVO IN UN CONTESTO INTERATTIVO STRATEGICOIntuitive and analytical thinking in decision making: the role of mindreading and cognitive style in a strategic interactive contextIANNELLO, PAOLAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/03: PSICOMETRIAProcesso decisionale, intuizione, analisi, stili cognitivi, stili decisionali, Gioco dell'Ultimatum, mentalizzazione, decision-making, intuition, analysis, cognitive styles, decision styles, Ultimatum Game, mindreading.Il presente lavoro di ricerca si è proposto di indagare i costrutti di intuizione e analisi nell’ambito del decision-making attraverso l’integrazione di differenti tipologie di dati al fine di delineare un quadro esauriente e dettagliato dell’oggetto di studio.
Nello specifico, la prima parte della ricerca si è occupata dello studio di intuizione e analisi attraverso l’impiego di scale self-report. L’obiettivo generale degli Studi 1 e 2 è stato quello di verificare l’esistenza di relazioni tra differenti strumenti che, sebbene propongano definizioni e operazionalizzazioni diverse dello stesso costrutto, presentano aree di sovrapposizione. A partire da tali connessioni, ci si è, quindi, posti l’obiettivo di identificare ampi profili individuali, cognitivi e decisionali, descritti attraverso tali differenti dimensioni stilistiche.
La seconda parte della ricerca si è posta l’obiettivo di indagare intuizione e analisi “in azione”, ossia di valutare il ruolo di strategie e stili individuali intuitivi e analitici nell’ambito di uno specifico contesto strategico. Focalizzando l’indagine sulla prospettiva del proposer, negli Studi 3, 4 e 5 è stato utilizzato l’Ultimatum Game come setting sperimentale. In particolare, lo Studio 3 si è proposto di verificare se le persone siano in grado di attivare processi di mindreading pertinenti per interagire con successo nel corso del gioco. Attraverso lo Studio 4, ci si è posti l’obiettivo di valutare come l’introduzione di due distinte modalità, intuitiva e analitica, di processamento delle informazioni relative all’altro giocatore influenzi le proposte monetarie. Da ultimo, nello Studio 5 ci si è focalizzati sul ruolo giocato dallo stile individuale intuitivo e analitico nell’influenzare direttamente l’entità delle offerte e nel modulare l’effetto della modalità di pensiero intuitivo e analitico.The present work aimed at researching into the constructs of intuition and analysis in decision-making through the integration of different sources of data in order to provide a comprehensive and multifaceted outline of the issue at hand.
Specifically, the first part of the investigation concerned the study of intuition and analysis by employing self-report inventories. The general purpose of the Study 1 and 2 was to verify the existence of relationships among different instruments which, even though providing varied conceptual and operational definitions of the same constructs, showed some points of overlapping. Basing on these relations the goal was, then, to identify broad cognitive and decision profiles including a set of characteristics, rather than defining individual styles through single and isolated dimensions.
The second part of the investigation intended to study intuition and analysis “in action”, that is to assess the role of both intuitive-analytical strategies and individual styles within a specific strategic context. Focussing on the proposer’s perspective, Study 3, 4, and 5 all employed the Ultimatum Game as experimental setting. Study 3 aimed at assessing whether people can activate relevant mindreading processes in order to successfully interact in the course of the game. Study 4, then, investigated how the monetary proposals were affected by the introduction of two distinct modes, intuitive and analytical, of processing information about the counterpart. Finally, in Study 5, the role of individual intuitive and analytical style in directly influencing the entity of the offers and, in case, modulating the effect of the intuitive and analytical modes of thinking was examined.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAANTONIETTI, ALESSANDROBONINI, NICOLAO2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/484enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4852013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67La psicoterapia di coppia e la sua valutazione. Prove di efficacia e di efficienzaThe evaluation of couples therapy. Evidence of efficacy and effectivenessESPOSITO, LUCIA ISABELLAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAvalutazione della psicoterapia di coppia, ricerca sugli esiti, ricerca sul processo, interruzione prematura del trattamento, studio di caso singolo, alleanza terapeutica, fratture dell’alleanza,
couples therapy evaluation, outcome research, process research, premature termination, single-case study, therapeutic alliance, alliance rupturesIl presente lavoro di tesi si colloca all’interno della tradizione di ricerca nota come Empirically Supported Therapy Relationships, un modello d’indagine centrato sulla natura e sulla funzione della relazione al di là della contrapposizione tra ricerca sugli esiti e ricerca sul processo. I tre studi in cui si articola il lavoro assumono come focus d'indagine porzioni progressive del trattamento: la prima seduta, le prime due sedute, l’intero percorso. Nel primo studio sono messi a confronto differenti esiti terapeutici per verificare se le ricadute sul piano clinico del metodo interpretativo siano riconducibili ad un criterio di presenza/assenza o da ricercare nell’intreccio con altri fattori caratterizzanti il percorso di cura. Il secondo studio si propone di affrontare casi di interruzione prematura del trattamento, differenziati in funzione del raggiungimento o meno della stipulazione di un contratto terapeutico: l’obiettivo è quello di evidenziare le caratteristiche connesse alla diversa fase di abbandono del contesto di cura. Infine il terzo studio, nella forma del single-case study, è incentrato sui momenti di frattura dell’alleanza terapeutica lungo un intero processo terapeutico di quaranta sedute.The present dissertation refers to the theoretical background known in the literature as Empirically Supported Therapy Relationships, a research tradition focused on the relationship and its nature, beyond the outcome and process research opposition. The three studies included in this work focused on different portions of treatment: respectively the initial intake session, the first two sessions, and the overall treatment. In the first study different outcomes were compared in order to examine if the effects of interpretations were connected to specific factors of psychotherapeutic process. The second study aimed to assess clinical cases of premature termination, differentiated on the basis of the contract attainment: the purpose was to depict specificities due to the different phase of dropping out. Finally, the third study was a single-case research examining alliance ruptures within an entire clinical process of forty sessions.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACIGOLI, VITTORIOMARGOLA, DAVIDE2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/485itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4152013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67Il ragionamento controfattuale nel discorso politico e i suoi effetti sulla percezione dei leaderCounterfactual thinking in political discourses and its effects on the perception of political leaders.COVELLI, VENUSIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALERagionamento controfattuale, discorso politico, percezione politiciL’obiettivo è indagare l’uso del ragionamento controfattuale nei discorsi degli uomini politici, centrati sulla discussione e la difesa del proprio o altrui operato al governo. Inizialmente, verranno analizzati alcuni discorsi di leader politici, nell’intento di mettere a punto una griglia di codifica dei controfattuali peculiari del discorso politico. Successivamente, verranno indagati gli effetti prodotti dal ragionamento controfattuale sulla percezione dei leader politici.The research aims at studying the use of counterfactual thinking in political discourses centred on the discussion or defence of one’s own or other politicians performance. First, some political discourses will be analysed in order to develop a coding system of counterfactual in the political domain. Second, the effects of counterfactual reasoning on the perception of politicians perception will be investigated.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAMILESI, PATRIZIACATELLANI, PATRIZIA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/415itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4162014-05-21T09:26:49Zhdl_10280_52hdl_10280_67PRENDERE FORMA NELLA RETE: DALL’IDENTITÀ ALL'INTERSOGGETTIVITÀ NELLE INTERAZIONI ONLINEBEING IN THE NET: FROM IDENTITY TO INTERSUBJECTIVITY IN ONLINE INTERACTIONSCILENTO, FRANCESCAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALECMC, SUBJECTIVITY, INTERSUBJECTIVITY, DIALOGISM, SELF, ONLINE INTERACTIONSLa diffusione di Internet e delle Nuove Tecnologie nella vita quotidiana ha offerto la possibilità agli utenti di costruire liberamente diversi profili, anche protetti dall’anonimato.
Molti autori si sono interessati del rapporto tra immagine online e Identità e il dibattito ha spostato il focus da un concetto monolitico di Identità all’adozione di una prospettiva dialogica.
La domanda di ricerca nasce dall’esigenza di chiarire come si prenda forma online e quanto queste parziali presentazioni si discostino dalle immagini create durante le interazioni faccia a faccia. La ricerca si basa su una proposta teorica focalizzata sui concetti di Soggettività (parziale immagine di sé adattata alle condizioni contestuali) e Intersoggettività (dimensione polilogica entro la quale gli interlocutori negoziano le proprie immagini). Dopo aver costruito un sistema di categorie con cui analizzare la comunicazione via chatline (primo studio), il secondo e il terzo studio, invece, sono incentrati sulla variabilità, sull’adattabilità e sulla natura connettiva della Soggettività. I risultati mostrano che la Soggettività è in grado di adattarsi alle condizioni contestuali facendo emergere un’immagine parziale, ma specifica che è frutto dell’interazione con l’interlocutore.
Adattabilità e parzialità non sono necessariamente segni di instabilità, ma costituiscono un strumento con cui evitare un rapporto rigido con la realtà.The increased use of Internet and New Technologies gives the possibility to users to create many real or anonymous, images/profiles. Scholars have been studying the correlation between Identity and the online profiles, and are shifting from the concept of Identity in to a dialogic perspective.
The aim of this study is to understand how users present their selves in online environments and if these partial images are so different compared to face to face interactions’ ones. This work is based on a new theoretical proposal based on two concepts: Subjetivity (partial presentation of the Self adapted to external conditions) and Intersubjectivity (dialogical/polilogical dimension in which interlocutors negotiate their subjectivities). A codebook for the analysis of communication via chat line was created in the first study. The second and the third studies are focused on the adapting and connectivistic nature of Subjectivity; results show how users are able to present strategically their selves thanks to negotiation with interlocutors.
Adaptability is not necessary a sign of instability, it is a just tool to improve a good relations with ever changing reality.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIALIGORIO, MARIA BEATRICEGALIMBERTI, CARLO2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/416itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4862014-05-26T09:19:59Zhdl_10280_52hdl_10280_67Teoria della Mente e fiducia interpersonale in bambini di scuola elementareTHEORY OF MIND AND INTERPERSONAL TRUST IN ELEMENTARY SCHOOL CHILDRENPETROCCHI, SERENAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEtheory of mind; interpersonal trustIl presente lavoro di tesi intende affrontare un tema non ancora indagato in letteratura, vale a dire l’analisi dei legami tra la comprensione mentalistica e la fiducia relazionale in bambini di scuola elementare. Tale obiettivo è perseguito in tre differenti percorsi di ricerca. Nel primo studio la Candidata ha creato un nuovo strumento di misura della fiducia relazionale nel tentativo di integrare differenti prospettive teoriche che hanno considerato la fiducia o solo come un fenomeno cognitivo o solo affettivo. Lo strumento creato (Trust Story Task), somministrato a bambini di scuola elementare dai 6 ai 10 anni, valuta le rappresentazioni mentali della fiducia intesa in senso cognitivo/mentalistico e affettivo/relazionale. I risultati dello studio mostrano le discrete proprietà psicometriche di affidabilità e validità dello strumento.
Nel secondo studio viene proposta la validazione italiana di uno strumento di valutazione delle credenze di fiducia, Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg e al., 2005). La Candidata esamina le principali caratteristiche psicometriche di affidabilità e consistenza interna e di validità dello strumento, utilizzato poi nello studio successivo. La scala tradotta in italiano, CGTB-I, mostra discrete caratteristiche di affidabilità, di consistenza interna e di validità. La struttura fattoriale, valutata tramite alcune EFAs e CFAs, rispecchia solo in parte quella originale di Rotenberg e colleghi (2005) poiché rintraccia le tre basi di fiducia attese (reliability, emotional, honesty), ma non tutti i quattro target relazionali (madre, padre, insegnante, pari). Gli item dell’insegnante, infatti, non risultano essere significativi.
Nel terzo studio, l’obiettivo è verificare se le competenze mentalistiche e le credenze di fiducia (nella madre, nel padre e nei pari) siano predittori del comportamento di fiducia e della trustworthiness (attribuzione di fiducia che i compagni fanno rispetto a un compagno target). Le variabili indipendenti dello studio saranno considerate sia in termini individuali sia in combinazione statistica tra loro nel predire. I risultati mostrano che una buona teoria della mente e delle buone credenze di fiducia predicono in modo significativo la trustworthiness.This thesis considers the link between theory of mind and interpersonal trust in three different studies.
First chapter outlines the crucial theoretical reflections on two constructs starting from theory of mind. First of all, I consider the meaning of the term “theory of mind”, the functions of this ability and same questions linked to terminology more often used. Moreover, I deal with the development of this ability in elementary school children, and then the most important theories on theory of mind development. As regards to the interpersonal trust, I consider the three main fields of research concerning trust as cognitive, affective and behavioural phenomenon. First paragraph shows the cognitive theories of trust that, overall, define it in term of individual’s beliefs on other’s reliability. In a second paragraph, I trait the affective face of trust starting from the point of view of the attachment theory; and, finally, in a third paragraph, I expose the studies of behavioural aspects of trust.
In the second chapter, I present a first contribution of validation of a semi-projective task on trust dimension: the Trust Story task. The aim of this measure is to evaluates the mental representation of trust both in a mentalistic and in an affective sense, considering jointly conscious and unconscious aspects and adapted to subjects’ age and gender. In particular, in my first study, I considered some characteristics of this new measure, which are reliability and construct validity.
In the third chapter, I present two studies linked each other. In the first of them, I deal with the Italian validation of the Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg et a., 2005), questionnaire that evaluate three bases of trust beliefs (reliability, emotional, honesty) in four targets (mother, father, teacher and peer). The original version of the scale demonstrated good psychometric characteristics and an excellent flexibility of use. The CGTB-I scale derived was used in the second study that I propose in this chapter in which I examine if children’s theory of mind and their trust beliefs in others, individually, and in combination, statistically account for trustworthiness and trustworthy behaviour in children.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAROTENBERG, KENNETH J.MARCHETTI, ANTONELLA2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/486enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4172013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67LA "RETORICA DEL PASSATO" IL CONTROFATTUALE COME STRUMENTO DI ATTACCO POLITICOAGNESA, MAURIZIOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALERagionamento controfattuale, Percezione dei leader, Conflitto politico Counterfactual reasoning, Perception of political leaders, Political conflictLa presente ricerca mira ad approfondire la natura strategica e gli effetti del ragionamento controfattuale utilizzato in discorsi di natura conflittuale tra avversari politici, con l'obiettivo implicito di persuadere un pubblico di ascoltatori. A questo scopo, sono stati condotti due studi. La prima ricerca quantitativa mira a comprendere quanto un attacco controfattuale possa minare l'immagine dei politici nei confronti dei cittadini, a dispetto dell’importanza dell’orientamento ideologico del pubblico stesso. Nella seconda ricerca quantitativa si sono approfonditi gli effetti di diverse tipologie di attacchi controfattuali sull’immagine dei leader politici; gli attacchi controfattuali sono mossi a diversi livelli di astrazione e sottendono la violazione di una norma di competenza o di integrità da parte del leader target.This study aims at deepening the strategic nature and the effects of counterfactual reasoning used in dialectical discourses among politicians, whose implicit goal consists in persuading receivers. For this purpose, two studies have been realized. The first quantitative research aims at understanding if the use of counterfactual attacks can harm politicians' image, in spite of the importance of political attitudes of citizens. The second quantitative research studies the effects of different counterfactuals on politicians’ image; these counterfactual attacks (at different levels of abstraction) can evoke the violation of a norm of agency or communion by the leader.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACATELLANI, PATRIZIAMILESI, PATRIZIA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/417itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/8522013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67IDENTITA', BENESSERE E CONTESTO FAMIGLIARE: FATTORI DI RISCHIO E RISORSE IN ADOLESCENTI CHE HANNO VISSUTO UN CONFLITTO ETNICOGALVANI, SILVIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEconflitto etnico, identità, adolescenzaUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMANZI, CLAUDIABINDA, VILMA RITA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/852itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7032014-05-26T09:05:07Zhdl_10280_52hdl_10280_67Giovani adulti e azione sociale: le variabili psicosociali che la determinanoEmerging adults and Social Action: the psychosocial variables determining itMARZANA, DANIELAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEazione sociale, giovane adulto, trasmissione intergenerazionale, relazioni familiari, capitale sociale, social action, young adults, intergenerational transmission, family relationships, social capital.Nel presente lavoro si intende descrivere la partecipazione giovanile leggendola attraverso i costrutti - a livello individuale, familiare e sociale - che la letteratura ipotizza essere alla base di tale impegno, e che ritiene possano in qualche modo prevederlo. Obiettivo generale della ricerca è quello di approfondire il tema dell’azione sociale giovanile fornendo un’ipotesi di modello predittivo della stessa pensato per le sue due forme maggiormente diffuse: il volontariato e l’impegno politico.
La struttura della ricerca è articolata in tre fasi distinte e susseguenti: la prima studia gli antecedenti dell’azione sociale a partire dalle macro categorie identificate da Penner (2004) nel suo modello teorico di previsione dell’impegno volontario; da questa discende la seconda fase che ha come obiettivo quello di testare il modello teorico di Penner (2004) utilizzando le variabili che nella prima fase si sono rivelate discriminanti rispetto alla variabile outcome (azione volontaria); la terza fase, infine, intende testare un modello di previsione dell’impegno politico a partire dal modello frutto delle elaborazioni delle prime due fasi.The present research is focused on the emerging adults’ social action, considering individual, familial and social constructs.
The present work intend to describe young participation in the social context through constructs that the literature consider as the bases of social action, and that, in the same time, can make previsions about it.
The general aim is to test a predictive model of emerging adults social action especially for the two main forms of it: volunteerism and politic activism.
The structure of the research project is articulated in three different phases: the first one studies the antecedents of social action starting from macrocategories identified by Penner; the second one tests the theoretical model of volunteerism (Penner, 2004); the third phase tests a prevision model of politic activism starting from volunteerism model (Penner, 2004).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMARTA, ELENA2010-03-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/703itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7042014-05-21T08:00:11Zhdl_10280_52hdl_10280_67PROCESSI PRAGMATICI IN INTERAZIONI COMUNICATIVE COMPLESSE: IL CASO DELL'IRONIA. UNO STUDIO MULTICOMPONENZIALE DEI PROCESSI INFERENZIALI NELLA COMPRESIONE DELL'IRONIA, ATTRAVERSO CORRELATI PSICOMETRICI, NEUROPSICOLOGICI E PSICOFISIOLOGICINEUROPRAGMATIC PROCESSES OF COMPLEX COMMUNICATIVE INTERACTIONS: THE CASE OF IRONY. A MULTICOMPONENTIAL STUDY ON INFERENTIAL PROCESSES OF IRONY COMPREHENSION THROUGH PSYCHOMETRIC, NEUROPSYCHOLOGICAL AND PSYCOPHYSIOLOGICAL CORRELATESAMENTA, SIMONAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICANeuropragmatica, Ironia, Emozioni, Empatia, Neuropsicologia,ERPs, Alcolismo
Neuropragmatics, Irony, Emotions, Empathy, Neuropsychology, AlcoholismIl presente lavoro di tesi intende approfondire lo studio di fenomeni comunicativi complessi
all’interno del paradigma neuropragmatico. Attraverso l’integrazione di misure psicometriche, comportamentali, neuropsicologiche e psicofisiologiche, sono indagati i processi cognitivi ed emotivi alla base della comprensione della comunicazione ironica. Tre studi ERPs sono stati condotti focalizzando di volta in volta sulla dimensione linguistica (studio 1) e sullo script del fenomeno ironico, con particolare riferimento alla dimensione mimica e prosodica (studio 2) e alle modalità comunicative, visiva e uditiva (studio 3). I processi emotivi implicati nell'elaborazione di enunciati ironici sono ulteriormente esplorati in due studi comportamentali miranti ad esplorare le reazioni emotive in situazioni ironiche (studio 4) e la comprensione dell’ironia in un campione clinico (alcolisti cronici), con particolare riferimento ai deficit di teoria della mente ed empatia (studio 5).The present dissertation aims to investigate complex communicative phenomena within the frame of neuropragmatics. Through the integration of psychometric, behavioural, neuropsychological and psychophysiological measures, cognitive and emotional processes underlying irony comprehension are examined. In three ERPs studies, ironic decoding has been investigated with particular reference to its linguistic dimension (Experiment 1), to ironic scripts, focusing specifically on mimic and prosodic components (Experiment 2), and to communicative modalities (visual vs. auditory) (Experiment 3). Emotional processes involved in ironic sentences comprehension have been further explored in two behavioural studies, which focused specifically on emotional reactions to verbal irony (Experiment 4) and irony comprehension in a clinical sample (chronic alcoholics), with particular reference to theory of mind and empathy deficits (Experiment 5).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOBALCONI, MICHELAPAPAGNO, COSTANZA2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/704enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7052014-05-21T10:01:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67VALUTARE L'EFFICACIA DELLA FORMAZIONE: STUDIO DI CASO DI UN PERCORSO CON ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILEEvaluating training effectiveness: a case study of an educational program with youth sector coachesFRASCAROLI, DANIELAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIefficacia della formazione, valutazione della formazione, identità professionale, gruppo di formazione, studio di caso, allenatori di settore giovanile; training effectiveness, training evaluation, professional identity, training group, case study, youth sector coachIl presente lavoro nasce dall’interesse ad approfondire il tema della formazione e in particolare della sua valutazione e della sua efficacia.
La prima parte consiste nell’esplorazione della letteratura: il primo capitolo si focalizza sulla valutazione considerando sia la valutazione nelle scienze sociali, sia la valutazione della formazione (es. evoluzione, questioni centrali); il secondo è dedicato all’approfondimento della training effectiveness (strettamente connessa, ma distinta della training evaluation) e nel terzo capitolo vengono presentati diversi aspetti del corso di formazione (es. approccio, caratteristiche, dispositivi di formazione e valutazione, evoluzione) oggetto dello studio di caso: un percorso formativo complesso che coinvolge la trasformazione di aspetti dell’identità professionale, rivolto ad allenatori di calcio di settore giovanile.
Nella seconda parte vengono presentati i tre studi empirici. Il primo è finalizzato ad esplorare, da diversi punti di vista, gli esiti della formazione (focalizzandosi in particolare sull’evoluzione delle rappresentazioni) e quali elementi della proposta formativa sono stati di sostegno alla generazione di tali esiti. Nel secondo studio viene presentata l’esplorazione qualitativa finalizzata ad approfondire, da diverse prospettive, se e come il gruppo di formazione (proposto come principale strumento di formazione) possa essere un elemento a sostegno dell’efficacia formativa. Infine il terzo studio ha l’obiettivo di rileggere la training effectiveness attraverso la fase valutativa di follow-up, indagando in particolare tre oggetti: le traiettorie di cambiamento dei soggetti, il contributo del dispositivo valutativo e la spendibilità dello strumento semi-proiettivo DSSVP.
Il capitolo conclusivo è dedicato alla lettura trasversale degli studi, alle riflessioni conclusive sul contributo del lavoro al costrutto di training effectiveness e ai rilanci per l’azione.This work was born from the interest to deepen the training issue and particularly its evaluation and its effectiveness.
The first part consists of the literature analysis: the first chapter is focused on the evaluation considering both the evaluation in the social sciences and the training evaluation (e.g. evolution, crucial issues); the second is aimed to deepen the training effectiveness (strictly connected, but different from the training evaluation) and the third chapter is dedicated to different aspects of the course (e.g. approach, characteristics, training and evaluation methods) that is object of the case-study: a complex educational program involving the change in professional identity aspects, aimed to youth sector’s soccer coaches.
The second part consists of three qualitative studies. The first is aimed to explore, from different points of view, the training outcomes (the focus is particularly on the representations’ change) and which aspects of the educational proposal have been a support to reach these outcomes. The second study presents the qualitative research aimed to investigate, from different perspectives, if and how the training-group (proposed as privileged tool) can contribute to the training effectiveness. The last study is aimed to explore the training effectiveness through the follow-up evaluation phase investigating specifically three objects: the change trajectories of subjects who have attended the formative path and the contribute both of the evaluation method and system and of the semi-projective tool DSSVP.
The last chapter is dedicated to the conclusive remarks (both about the three studied considered together and about the contribute of the research to the training effectiveness construct) and to further development.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSCARATTI, GIUSEPPEGOZZOLI, CATERINA2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/705itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7072014-05-21T12:04:05Zhdl_10280_52hdl_10280_67GESTIRE LO STRESS CON LE NUOVE TECNOLOGIE: REGOLAZIONE ED INDUZIONE EMOTIVA NEL CONTESTO UNIVERSITARIO E LAVORATIVOCoping with stress by using new technologies: emotion regulation and induction in academic and working settingsGRASSI, ALESSANDRAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEemozioni, regolazione emotiva, induzione emotiva, nuove tecnologie, gestione stress, emotions, emotion regulation, emotion induction, new techonologies, coping with stressLa tesi ha analizzato il complesso rapporto tra il processo di induzione emotiva e le nuove tecnologie.
Nello specifico la tesi ha indagato l’efficacia, nel processo di induzione e gestione delle emozioni, di contenuti audio/video implementati su diversi media: telefoni cellulari UMTS, dvd, lettori Mp3, cd audio e pc desktop + Head Mounted Display.
Il contributo pratico dell’elaborato si articola in tre studi, una ricerca di base e due applicate, all’interno dei quali ai nuovi media viene attribuito un ruolo fondamentale per la gestione di emozioni negative e l’incremento di stati di benessere in diversi contesti quotidiani: la gestione dell’ansia da esame universitario e la gestione dello stress da lavoro in un campione di insegnanti.
I risultati ottenuti a seguito delle ricerche effettuate suggeriscono che le nuove tecnologie di comunicazione possono essere utilizzate come efficaci strumenti di induzione e gestione degli stati emotivi. I nuovi media, telefoni cellulari o lettori Mp3, di forte uso comune e caratterizzati da un’elevata portabilità, vengono investiti di un nuovo ruolo nel panorama di ricerca della Psicologia Positiva. La possibilità di utilizzare le nuove tecnologie per incrementare il proprio stato di benessere e migliorare la qualità della vita, indica l’emergere di una nuova area di ricerca: la “Tecnologia Positiva”.This thesis analyzed the complex relation between the emotion induction process and the new technologies. Specifically the work investigated the effectiveness of audio and video content in the emotion induction process by using different media (mobile phone, dvd, mp3 player, audio cd and pc desktop + Head Mounted Display).
The practical contribution is divided in three studies, one basic and two apply investigations, considering the new media as tools able to manage negative emotions and to induce a deep sense of wellness in two different settings: university exam anxiety and work related stress in a teachers sample.
Results suggest the effectiveness of the new communication technologies to induce and manage different emotional states. New media, Mobile phone and Mp3 player, characterized by high portability, gained a new role in the field of Positive Psychology research. The possibility of using new technologies to improve wellness and the quality of life of users suggests the emergence of a new area: Positive Technology.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIORIVA, GIUSEPPEGAGGIOLI, ANDREA2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/707itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7092024-01-24T17:48:30Zhdl_10280_52hdl_10280_67COMUNITA' DI PRATICA PROFESSIONALI E NUOVE TECNOLOGIE: UN APPROCCIO PSICOSOCIALE ALLO STUDIO DEI PROCESSI DI COSTRUZIONE DELL'INTERSOGGETTIVITA'DE MICHELI, CATERINAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcomunità di pratica, sanità elettronica, tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), cartella clinica informatizzata, identità, soggettività, community of practice, eHealth, information and communication technologies (ICT), interactive clinical-nursing record, identity, subjectivitySulla base della teoria delle Comunità di Pratica e dell'Azione Situata, la ricerca si propone come scopo generale lo studio delle dinamiche interattive, relazionali e comunicative legate all’introduzione di una Cartella clinica medico-infermieristica informatizzata da parte di Comunità di Pratica professionali, composte da medici ed infermieri.
Il primo obiettivo è quello di studiare in un’ottica psicosociale la creazione (primo studio) e il funzionamento (secondo studio) di Comunità di Pratica professionali nate intorno alle Nuove Tecnologie, tenendo conto anche se e in quale misura una comunità che segue un nuovo paradigma di interazione sociale possa essere considerata una vera e propria Comunità di Pratica.
Il secondo obiettivo è quello di affinare una metodologia di indagine psicosociale in riferimento alle dinamiche che si concretizzano all’interno delle Comunità di Pratica, senza dimenticare la dimensione dell’Identità/Soggettività.
I risultati, in un'ottica esplicativa di comprensione delle dinamiche sottostanti all’essere parte di una Comunità di Pratica o all’iniziare a farne parte, hanno restituito interessanti risvolti dal punto di vista interpersonale e organizzativo, con particolare riferimento alla costituzione e allo sviluppo delle due Comunità di Pratica e agli aspetti comunicativi e identitari della relazione medico-infermiere.
Il terzo e ultimo obiettivo è provare a rispondere al quesito: per le Comunità di Pratica è possibile parlare di ‘Soggettività di pratica’? Per fare questo, una riflessione teorica conclusiva si propone di collegare il costrutto di Comunità di Pratica ai recenti sviluppi teorici sulla Soggettività.According to the Community of Practice and the Situated Action Theories, the general aim of the research is the evaluation of the interactive, relational and communicative dimensions of the introduction and use of an interactive clinical-nursing record by medical professionals (doctors and nurses) Communities of Practice.
In particular, the two studies investigate, from a psychosocial perspective, the emergence (first study) and the process (second study) of Communities related to the New Technologies, estimating if this kind of communities can be properly considered as Communities of Practice, referring also to the Identity/Subjectivity dimension.
The results offers interesting practical implications -from the interpersonal and organizational point of view- on communication and identity aspects of the relationship among colleagues and between doctors and nurses.
The last objective is then to try to answer to the question if it’s possible to assume a “subjectivity of practice”: a conclusive theoretical proposal aims to rely the Community of practice theory to the recent progress in Subjectivity concept.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOGALIMBERTI, CARLOLIGORIO, MARIA BEATRICE2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/709itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10212014-05-26T08:03:51Zhdl_10280_52hdl_10280_67“INDOVINA CHI VIENE A CENA!” PREGIUDIZIO ETNICO E DI GENERE DI GENITORI E FIGLI: UNA LETTURA INTERGENERAZIONALE“INDOVINA CHI VIENE A CENA!” PREGIUDIZIO ETNICO E DI GENERE DI GENITORI E FIGLI: UNA LETTURA INTERGENERAZIONALE“GUESS WHO’S COMING TO DINNER!” THE ETHNIC & GENDER PREJUDICE OF PARENTS AND CHILDREN: AN INTERGENERATIONAL APPROACHALFIERI, SARAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALETramissione del pregiudizio, pregiudizio etnico e di genere, Implicit Association TestUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOROSNATI, ROSAMARTA, ELENA2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1021itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10592013-06-04T09:58:08Zhdl_10280_52hdl_10280_67L'EVENTO PARTO TRA ASPETTATIVE ED ESPERIENZA: IL RUOLO DI FATTORI INDIVIDUALI E RELAZIONALIFENAROLI, VALENTINAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAgravidanza, parto, paura del parto, aspettative, esperienzaIl presente progetto di ricerca si focalizza sul processo del parto, studiato in un campione di donne in attesa del primo figlio; obiettivo prioritario è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono nel qualificare l’esperienza soggettiva della donna.
Nello specifico, è indagato sia il ruolo svolto da variabili intra-partum, che quello giocato da variabili pre-partum (la paura del parto, le aspettative sviluppate in merito ad esso durante la gravidanza, la percezione di supporto sociale, ecc.).
A questo scopo sono utilizzate metodologie diverse, che consentono di guardare all’oggetto di indagine da prospettive differenti.
Il primo studio offre un contributo alla validazione italiana del Wijma Delivery Expectancy/Experience Questionnaire, strumento self report volto a misurare nella donna la paura del parto prima (versione A) e dopo (versione B) l’evento nascita.
Il secondo studio indaga l’esistenza di relazioni tra variabili di natura intrapsichica e relazionale rilevate in gravidanza (ansia, depressione, aspettative, adattamento di coppia e supporto sociale) e l’evento parto, nelle sue componenti oggettive (tipologia di parto, parto analgesia) e soggettive (valutazione soggettiva dell’esperienza).
Il terzo studio, infine, adotta un approccio di tipo qualitativo ed esplora le narrazioni del travaglio e del parto prodotte da un gruppo di primipare. Scopo prioritario è quello di verificare se elementi specifici del testo caratterizzino esperienze soggettive diverse e se le aspettative in merito al parto, come diverse tipologie di parto, si leghino a narrazioni qualitativamente diverse della propria esperienza.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSAITA, EMANUELA2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1059itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10222014-05-26T08:49:59Zhdl_10280_52hdl_10280_67Donazione di sangue, dono di vita. Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all'azione donativa.Donazione di sangue, dono di vita.
Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativaBlood donation, the gift of life. Personal, familiar and organizational variables related to blood donation.GUIDDI, PAOLOM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEdonazione di sangue, organizzazione, AVIS, neodonatori, motivazioni, reclutamento, valori familiari, blood donations, neodonors, organizational variables, neodonors, motivations, familiar values.La tesi si focalizza sui donatori di sangue.Obiettivo del lavoro è quindi la trattazione del fenomeno donazione di sangue al fine di cogliere, nella complessità plurale delle variabili che incidono su questo gesto, la rilevanza degli elementi personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativa. L’impianto di ricerca è stato costruito procedendo in particolare da un’intuizione di Ferguson (2005): la donazione di sangue dev’essere studiata come un processo di stadi sequenziali.
Questo approccio deriva dalla revisione del Transtheoretical Model di Prochaska e collaboratori (1982) sulla donazione di sangue (Ferguson, 1996; Ferguson e Chandler, 2005)e dal Volunteer Process Model di Omoto e Snyder (1995, 2000). L’azione donativa è quindi studiabile come un processo che, dall’avvicinamento iniziale, può portare alla nascita dell’Identità di Ruolo di donatore (Piliavin et al., 1999), alla ripetitività cadenzata del gesto e, quindi, alla fidelizzazione. Alla luce dell’obiettivo generale e della scelta di questi approcci, la popolazione di interesse del lavoro è ampia e varia: i primi studi si incentrano, infatti, su neodonatori; il terzo studio confronta neodonatori e donatori fidelizzati; il quarto studio, incentrato su donatori fidelizzati. La logica sequenziale “a scatole cinesi” con cui gli studi sono costruiti ha seguito anche l’altro elemento rilevante dell’obiettivo generale di questo lavoro: l’affondo sulle variabili personali, familiari ed organizzative connesse alla donazione di sangue.Il 1 studio, il cui obiettivo era Identificare tipologie specifiche di persone alla luce delle variabili della Scala Stadi di Cambiamento, mostra come coloro che si avvicinano a donare non possano essere considerati un gruppo omogeneo rispetto alla loro “prontezza” a donare. Evidente, allora, la necessità di costruire strategie di accoglienza differenziate.Il 2 studio, il cui obiettivo era Testare un modello Predittivo dell’Intenzione a Donare sangue con neodonatori, ha la peculiarità di contribuire a comprendere quali variabili intervengono nell’Intenzione a donare per i NEODONATORI.Il 3 studio conferma l’influenza della famiglia di impegnarsi in questo gesto, ed approfondisce le costellazioni motivazionali che avvicinano e che sostengono questo gesto nel tempo.Il 4 studio evidenzia, forse per la prima volta in modo chiaro, il ruolo delle variabili organizzative nell’influenzare non solo l’integrazione in associazione, ma anche la soddisfazione percepita per l’atto della donazione.La donazione di sangue, pur essendo un atto personalmente scelto, quindi, deriva da una costellazione di variabili personali, familiari ed organizzative complementari e mutualmente intersecantisi, che necessitano di essere approfondite e studiate nella loro globalità al fine di arrivare alla creazione di strategie di reclutamento e di fidelizzazione che portino alla soddisfazione totale del bisogno di scorte di sangue.This work is focused on blood donors.
This research’s purpose is the discussion of the blood donation’s phenomenon in order to grasp the complexity of plural variables affecting this gesture, the significance of personal, family and organizational action related gifts.
The research starts by the revision of the Transtheoretical Model by Prochaska and colleagues (1982) on blood donation (Ferguson, 1996, Ferguson and Chandler, 2005) and the Volunteer Process Model by Omoto and Snyder (1995; 2000).
The donation action has been studied as a process: by the approach, the birth of Role Identity of donor (Piliavin et al., 1999), the rhythmic repetition of the gesture, and therefore loyalty.
Participants are wide and varied: the first studies focus, in fact, on neodonors; the third study compares neodonors and retained donors, the fourth study, is focused on Retained donors.
The thesis is composed by four research studies.
The first study’s aim is to identify genders of people on the basis of the variables of the Stages of Change Scale. It shows how the subjects who donate cannot be considered as a homogeneous group considering their "readiness" to donate. It is evident, then, the need of building strategies for different reception.
The second study develops a model of the explanatory factors determining the predisposition to donate blood in neodonors will.
The third study confirms the influence of the family to engage in this act, and explores the motivations that substained this act.
The fourth study shows clearly, maybe for the first time, the role of organizational variables in influencing not only the integration in Avis, but also the perceived satisfaction for the act of donation.
The blood donation, in spite of being a personal choice action, derives from a constellation of personal variables, complementary and mutually intersecting. this complex systems here studied in its entirety in order to create more proper recruitment and maintaining strategies that can lead to the total satisfaction of blood supply needs.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOTAMANZA, GIANCARLOMARTA, ELENA2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1022itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10202013-06-04T09:58:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67Self-enhancement e relazione di coppia: positive illusions, self-serving bias e l'influenza del parenting intrusivoSelf-enhancement in couple relationship: positive illusions, self-serving bais and the influence of intrusive parenting.PARISE, MIRIAMM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEself-enhancement, identità di coppia, positive illusions, self-serving bias, famiglia di origine, parenting intrusivoIl lavoro di tesi si focalizza su due meccanismi di self-enhancement, le positive illusions e il self-serving bias, e li analizza nel contesto della relazione di coppia, con particolare attenzione all’influenza che una strategia di parenting disfunzionale come l’intrusive parenting esercita su di essi. La tesi si articola in tre studi: il primo ed il secondo studio, adottando un approccio quantitativo, si focalizzano sul costrutto delle positive illusions, mentre il terzo, attraverso un disegno sperimentale, sul costrutto del self-serving bias.Self-enhancement is a self-motive which pushes individuals to increase positive self-views and to protect their self-concept from negative information. Two mechanisms associated with the self-enhancement motive, positive illusions and the self-serving bias, will be analyzed in the context of couple relationship. Positive illusions deal with the tendency to perceive one’s relationship favorably when compared to the couple relationship of the average other. The self-serving bias relates to the tendency to make internal responsibility attributions for positive events but to make external responsibility attributions for negative events; however, when individuals collaborate with a close partner on an interdependent-outcome task, they refrain from self-serving attributions or even manifest the other-serving bias. These mechanisms serve the purpose of maintaining and protecting a relationship that is central in one’s couple identity. The present work will also focus on the influence that an insidious parental behavior like intrusive parenting exerts on these two biases pro-relationship and, consequently, on couple identity. Study 1 and 2 are dedicated to the examination of couple positive illusions in couples in transition to marriage whereas study 3 investigates the self-serving bias in dating partners.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOIAFRATE, RAFFAELLAMANZI, CLAUDIA2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1020enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10582013-06-04T09:58:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67Imagery and perception in subjects with acquired brain damageOLIVERI, SERENAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAParole chiave: immaginazione mentale visiva, percezione, batteria neuropsicologica, danno cerebrale, deficit cognitivo, stile cognitivo, tensore di diffusione. Keywords: imagery, perception, neuropsychological battery, brain damage, cognitive deficit, cognitive style, diffusion tensor imagingLe immagini mentali sono un analogo della percezione? Studiando i pazienti con danni cerebrali, abbiamo visto che le menomazioni percettive sono spesso associate a limitazioni nella capacità di creare immagini (Farah 1988, 2000). Nella recente letteratura tuttavia sono riportati casi di doppia dissociazione, in cui funzioni percettive sono preservate e quelle immaginative danneggiate, o viceversa, funzioni percettive danneggiate ma intatta capacità immaginativa. Nel seguente studio l’obiettivo è indagare i rapporti tra la percezione e immaginazione in pazienti con danno cerebrale, in 5 diversi domini: forme, colori, volti, materiale ortografico e relazioni spaziali. Nel primo studio l'obiettivo era di esplorare le immagini mentali e la capacità di percezione visiva in pazienti con lesioni cerebrali attraverso una batteria di test sviluppata da Bachoud Levi, Bartolomeo, Chokron nel 2001 e adattata per il campione italiano da Antonietti, Oliveri, Incorpora et al. (2008). In un secondo studio abbiamo indagato le relazioni tra imagery e stile cognitivo visualizzatore/verbalizzatore, proponendo 2 questionari (VVQ e QSVV). Infine in un terzo studio, attraverso indagini strumentali (DTI, TAC, RMN) in un gruppo di pazienti con danno focale e deficit specifici di imagery, abbiamo individuato le correlazioni tra deficit nei diversi domini dell’imagery e della percezione con i danni corrispondenti a livello neurale.Is imagery an analogous of perception? By studying patients with brain damage we saw that perceptual impairments are often associated to limitations in the ability to create images (Farah 1988, 2000). In recent literature we found cases of double dissociation, in which perceptual functions are preserved and those imaginative impaired or, vice versa, there are damaged perception functions but intact imaginative capacity.
We aim to investigate the relationships between perception and imagery in patients with brain damage, in 5 different domains: shapes, colour, faces, orthographic material and spatial relationships.
In the first study the aim was to explore mental imagery and visual perception skills in patients with brain injury through a battery of tests developed by Bachoud-Lèvi, Bartolomeo, Chokron in 2001, and readapted for the Italian sample by Antonietti, Oliveri, Incorpora et aal (2008). In a second study we investigated the relationships between imagery test performance and visualizer/verbalizer cognitive style, detected by proposing 2 questionnaires (VVQ and QSVV). Finally in a third study, through instrumental investigations (DTI, TAC, MRI) in a group of patient with focal damage and specific imagery deficit, we aimed to correlate imagery and perception deficits to corresponding impairment in neural correlates.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOANTONIETTI, ALESSANDROBARTOLOMEO, PAOLO2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1058enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10602013-06-04T09:58:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67Atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti in relazione a sessualità, gravidanza e genitorialitàOLIVARI, MARIA GIULIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEsessualità, fattori di rischio e protezione, gravidanza non pianificata, processo decisionaleIl presente progetto di tesi si articola in due parti: una prima, composta da due capitoli, fornisce la cornice teorica che fa da sfondo alla seconda parte, che vede la presentazione di tre contributi empirici.
Nel primo capitolo vengono presentati i concetti chiave della Developmental Psychopathology, soffermandosi sull’analisi delle traiettorie evolutive adolescenziali e sul ruolo che giocano i “comportamenti a rischio.
Nel secondo capitolo viene trattata la tematica della sessualità in adolescenza e sono delineate le funzioni a cui essa assolve.
Il Primo studio è volto ad esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti che gli adolescenti italiani hanno nei confronti della sessualità, della gravidanza e della genitorialità.
Nel secondo studio viene presentata una ricerca condotta su un campione di adolescenti inglesi sessualmente attivi volta ad approfondire l’indagine sui fattori di rischio o di protezione rispetto alla messa in atto di comportamenti sicuri vs a rischio.
Nel terzo studio ci si è stato preso in esame il ruolo della processazione cognitiva maschile e femminile a fronte dell’evento gravidanza non pianificata.My dissertation is composed of two different parts. The first one presents the theoretical framework of the second part, which comprises three different empirical studies.
In the first chapter I introduce the key concepts of Developmental Psychopathology.
The second chapter focuses on adolescent sexuality and its meanings.
The first study is aimed at exploring Italian adolescent attitudes and behaviours toward sexuality, pregnancy and parenthood.
The purpose of the second study is to deepen the analysis of risk and protective factors concerning English adolescent sexual behaviours.
The third study examines female and male adolescent decision making concerning an hypothetical unplanned pregnancy.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOTRAFICANTE, DANIELACONFALONIERI, EMANUELA2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1060itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10612013-06-04T09:58:18Zhdl_10280_52hdl_10280_67"Creativity is..." An investigation about how school children conceive the creative processPIZZINGRILLI, PAOLAM-PSI/03: PSICOMETRIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEcreativity, implicit theories, students' beliefs, students' creative abilities, creatività, teorie implicite, concezioni degli studenti, abilità creative degli studentiIl presente lavoro di ricerca si propone di esplorare le concezioni degli studenti sulla creatività attraverso strumenti quali la parola e il disegno, a tramite attività mentali quali il giudizio, il riconoscimento e la descrizione.
Tre sono i concetti chiave oggetto di indagine della presente ricerca: il riconoscimento, inteso come l’abilità nel distinguere prodotti (e autori) creativi da quelli non creativi. Tale distinzione ha luogo nel momento in cui l’individuo è in grado di cogliere quegli elementi che portano a un cambiamento di significato di un dato oggetto che in questo modo viene considerato creativo. Il secondo concetto chiave è il giudizio, ovvero l’abilità di un individuo di valutare l’autore - o gli autori - di prodotti creativi e non creativi. Il terzo concetto è quello legato all’abilità, attraverso la quale le persone esprimono il loro potenziale creativo.
Gli obiettivi declinati nel presente lavoro di ricerca sono tre. Il primo si prefigge di indagare la capacità che gli studenti hanno di riconoscere la fase di ristrutturazione - costitutiva dell’atto creativo - distinguendo i prodotti creativi da quelli non creativi sulla base del loro diverso livello di originalità. A tale proposito sono state messe a punto diverse serie di disegni che rappresentano la realizzazione di artefatti creativi e non creativi e presentate prima a un campione di studenti universitari (Studio 1) e poi di studenti della scuola Primaria e Secondaria (Studio 2, Studio 3). Il secondo obiettivo consisteva nel descrivere la rappresentazione del comportamento del creativo. Attraverso una storia è stato richiesto agli studenti di giudicare il ruolo della persona creativa (Studio 2, Studio 3). Infine, il terzo obiettivo era valutare l’espressione della creatività e la sua relazione con la rappresentazione (Studio 3) attraverso l’impiego di strumenti diversi, quali il differenziale semantico, il compito di completamento di disegni ed il test delle Linee Parallele tratta dal Test di Pensiero Creativo di Torrance (TTCT: Torrance, 1989).The present work is aimed at exploring how students represent creativity. To explore their beliefs we used different research tools (as words, drawings), and different cognitive tasks (as judging, recognizing, describing).
Three concepts will be investigated in this research: (1) recognition, intended as the ability to distinguish between creative and non-creative products as well as between creative and non-creative authors: we tried to identify if our participants were able to catch the distinctive elements that determine the change of meaning of an artifact so that it become creative; (2) judgment, intended as the ability to judge the author(s) of creative and non-creative products; (3) expression, intended as the ability to express our own creative potential.
Three specific aims has been set across this research. The first aim was to investigate the ability of students to recognize the restructuring phase of a creative act, differentiating between creative and non-creative products. Different series of drawings that represented the realization of creative and non-creative objects were devised and tested on undergraduates (Study 1) and on school children (Study 2, Study 3). The second aim was to describe the representation of creative behaviour. Using a story as a baseline, students were requested to judge the role of the creative person (Study 2, Study 3). The third aim was to evaluate the expression of creativity and the relationship between expression and representation of creativity (Study 3) using different tasks: a semantic differential scale, a picture completion task and a subscale of the Torrance Test of Creative Thinking (TTCT: Torrance, 1989).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOTAN, AI-GIRLANTONIETTI, ALESSANDRO2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1061enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10192013-06-04T09:58:13Zhdl_10280_52hdl_10280_67ORGANIZATIONAL WELL-BEING AND PERFORMANCE IN ATYPICAL WORK. THE ROLE OF ORGANIZATIONAL AND PERSONAL FACTORSDE CARLO, ALESSANDROM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIMETODOLOGIE QUALITATIVE, METODOLOGIE QUANTITATIVEOggetto della tesi, fondata sull’integrazione tra metodologie qualitative e quantitative nella ricerca applicata nelle organizzazioni, sono gli effetti di fattori organizzativi e personali sul benessere organizzativo e sulla performance dei lavoratori atipici. La tesi è composta da due parti. Nella prima viene condotta un’analisi approfondita dei contenuti della letteratura riguardo alle tematiche del benessere organizzativo e della performance, specialmente in relazione al lavoro atipico. La seconda parte si compone di tre studi empirici. Il primo, condotto con metodologie quantitative presso organizzazioni pubbliche e private evidenzia il ruolo di elementi personali – come ad esempio la scelta della condizione di atipicità – e di elementi organizzativi – come ad esempio il settore (pubblico vs. privato) dell’organizzazione – nel determinare un ampio numero di elementi di benessere e performance. Il secondo studio, basato su metodologie qualitative, mette in luce elementi dell’esperienza del lavoro atipico rilevati tramite 12 focus groups, come ad esempio la precarietà e la marginalità dei lavoratori atipici nelle organizzazioni. Il terzo studio, progettato in base ai risultati del secondo, misura con strumenti quantitativi alcuni elementi emersi tramite le tecniche qualitative, in primo luogo il ruolo delle abilità (skills) nel determinare i livelli di benessere e performance.The effects of personal and organizational factors on well-being and organizational performance of atypical workers organizational are the object of this dissertation which is based on the integration of qualitative and quantitative methodologies in applied research in organizations. The thesis is composed of two parts. The first consists in an analysis of the literature regarding organizational well-being and performance, especially with regard to atypical employment. The second part consists of three empirical studies. The first, conducted with quantitative methods in public and private organizations, concerns the role of personal factors - such as the choice of atypical employment - and organizational elements - such as the sector (public vs. private) of the organization - in determining a large number of dimensions of well-being and performance. The second study, based on qualitative methodologies, highlights elements of the experience of atypical employment, observed using 12 focus groups, such as insecurity and marginalization of atypical workers in organizations. The third study, designed on the basis of the results of the second one, measures with quantitative tools some elements emerged through qualitative methods, such as the role of skills in determining levels of well-being and performance.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSCARATTI, GIUSEPPEKANEKLIN, CESARE LUIGI2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1019enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12702014-05-21T08:07:44Zhdl_10280_52hdl_10280_67Attacchi e difese nella comunicazione politica: gli effetti sulla percezione dei candidatiATTACKS AND DEFENCES IN POLITICAL COMMUNICATION : THE EFFECTS ON THE PERCEPITION OF CANDIDATESBERTOLOTTI, MAURO MARIA ONNOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcomunicazione politica, percezione sociale, ragionamento controfattuale, decisione di votoUna parte consistente della comunicazione politica è costituita da messaggi di attacco o di difesa dei politici e del loro operato. L’obiettivo della presente ricerca è analizzare gli effetti di questo tipo di messaggi sui giudizi dei cittadini e su come essi percepiscono i personaggi politici. In una serie di studi sperimentali sono stati analizzati gli effetti di messaggi aventi diversa funzione (attacco vs. difesa), stile (diretto vs. indiretto) e contenuto (riferimento alla dimensione di leadership vs. di integrità dei politici). I risultati hanno mostrato che i messaggi di attacco sono più efficaci nell’influenzare la percezione di integrità dei politici attaccati quando formulati in modo indiretto (tramite il ricorso al ragionamento controfattuale). Anche le difese dei politici sono più efficaci quando ricorrono a questo tipo di argomentazione in grado di influenzare l’attribuzione di responsabilità degli eventi passati. È emerso infine che anche il grado di sofisticazione politica dei riceventi può influenzare l’efficacia di questo tipo di messaggi.A large part of political communication consists in attack and defence messages targeting politicians and their work. The aim of the present research is to analyse the effects of this kind of messages on citizens’ judgments and perception of political candidates. In a series of experimental studies, the effects of messages varying for function (attack vs. defence), style (direct vs. indirect) and content (focus on politicians’ leadership vs. morality dimension). Results showed that attack messages are more effective in influencing the perception of attacked politicians’ integrity when delivered in an indirect way (using counterfactual statements). Politicians’ defences are similarly more effective when using this kind of argumentation, as they influence receivers’ responsibility attributions for past events. Finally, results showed that also the level of political sophistication of receivers can influence the effectiveness of this kind of messages.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCATELLANI, PATRIZIA2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1270enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12082024-01-24T17:48:40Zhdl_10280_52hdl_10280_67VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTOTowards intersubjectivity: Role and functions of the self in the interactive construction of the subjectBRIVIO, ELEONORAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEintersoggettività, soggettività, identità, blog, gruppo, enunciazione, interazione, intersubjectivity, subjectivity, identity, blog, group,, enunciation, interactionIl presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti.The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLIGORIO, MARIA BEATRICEGALIMBERTI, CARLO2012-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1208itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12092013-06-04T13:48:19Zhdl_10280_52hdl_10280_67Dov'è la giustizia? Adolescenti ed emozioni tra procedure di giustizia in famiglia e devianzaWhere is the justice? Adolescents and emotions among family procedural justice and devianceDE ANGELI, ETTOREM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEgiustizia procedurale, giustizia riparativa, emozioni, colpa, vergogna, vergogna reintegrativa, devianza, adolescenza, famiglia, responsabilità, legittimità, pari devianti, procedural justice, restorative justice, emotions, guilt, shame, reintegrative shame, deviance, adolescence, family, responsibility, legitimacy, deviant peers.Il lavoro di ricerca si focalizza sui modelli di giustizia e sulla devianza in adolescenza. Obiettivo è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono come fattori protettivi e fattori di rischio nel comportamento adolescenziale. Nello specifico è indagato il ruolo svolto da variabili familiari, dalla giustizia procedurale, dalle emozioni e dal bisogno di riparazione. I contributi empirici utilizzano metodologie diverse: partendo da un lavoro esplorativo e passando attraverso la validazione di uno strumento di misurazione della giustizia procedurale il lavoro giunge alle analisi confermative su un modello teorico.
Il primo studio qualitativo indaga le narrazioni e i significati attribuiti, da parte di adolescenti autori di reato, a tematiche familiari, emotive e di giustizia. Il secondo offre un contributo alla validazione italiana della Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), uno strumento self-report volto a misurare la giustizia procedurale in famiglia.
Il terzo si occupa di proseguire nella direzione generata dagli studi precedenti e, attraverso analisi confermative sul modello teorico proposto, evidenzia il ruolo protettivo della percezione di giustizia procedurale in famiglia, della legittimità parentale, del bisogno di riparazione e delle emozioni di vergogna reintegrativa e colpa, mentre individua come fattore di rischio l’associazione a pari devianti.The research focuses on the models of justice and delinquency in adolescence. The primary goal is to focus on crucial elements that act as protective and risk factors in adolescent behavior. Specifically, the role played by family variables, procedural justice, emotions and reparation is investigated. The empirical contributions use different methodologies: starting from an exploratory work and going through the validation of a procedural justice measuring instrument, the research comes to confirmatory analysis on a theoretical model.
The first qualitative study explores the narratives and meanings attributed by adolescents offenders to family, emotional and justice issues.
The second is a contribution to the Italian validation of the Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), a self-report instrument designed to measure procedural justice in the family.
The third study continues in the direction generated by previous studies and, through confirmatory analysis on the proposed theoretical model, highlights the protective role of family procedural justice, parents legitimacy, need for reparation, reintegrative shame and guilt, whereas the association to deviant peers is identified as a risk factor.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMARTA, ELENATAMANZA, GIANCARLO2012-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1209itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12102013-06-04T13:48:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67IDENTITA' ETNICA E BENESSERE DI ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI IN ADOZIONE INTERNAZIONALEFERRARI, LAURAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEidentità etnica, Bicultural Identity Integration, relazioni familiari, adattamento, benessere, ethnic identity, family relations, adjustment well-beingLa tesi si focalizza sui processi di costruzione dell’identità in adolescenti e giovani adulti in adozione internazionale analizzandone l’influenza sul benessere.
L’approccio quantitativo e l’assunzione di una prospettiva familiare caratterizzano l’impianto di ricerca dei quattro studi che compongono questa ricerca.
Il primo studio tratteggia un quadro della famiglia adottiva di fronte all’adolescenza dei figli adottivi prendendone esaminandone dimensioni specifiche a livello individuale, relazionale e sociale.
Il secondo studio identifica una tipologia identitaria di adottati alla luce dei pattern di identificazione etnica e nazionale che discrimina rispetto alla qualità della relazione familiare, benessere e motivazioni identitarie dell’adottato.
Il terzo studio evidenzia l’influenza di alcune variabili familiari e sociali sui processi identitari degli adottati ed analizza come i diversi esiti identitari siano legati al benessere.
Il quarto studio si focalizza sulla socializzazione culturale e la percezione di discriminazione quali predittori della costruzione dell’identità etnica in Italia e negli U.S.A, mettendo in evidenza aspetti comuni e differenze culturali specifiche.
Dai risultati emerge che il legame tra il benessere e la capacità di confrontarsi con la duplice appartenenza al proprio gruppo etnico e al nuovo contesto sociale di appartenenza. I genitori assumono un ruolo fondamentale nel sostenere tale processo tramite le strategie di socializzazione culturale.This work is focused on the identity process among adolescents and young adults internationally adopted and their well-being.
The four studies that compose this dissertation are characterize by the quantitative approach and the assumption of a family perspective.
The first study explore well-being, ethnic identity, family relations and the perception of social context among adoptees and their parents.
The second study identifies a type of identity of adoptees for different patterns of ethnic identification and national. The type of adoptees shows differences with respect to the quality of family relations, well-being and multiple motives on identity construction.
The third study develops a model of the explanatory factors determining the adoptees well-being; it confirms the influence of some family and social variables on identity processes and assess whether adoptees’ identity is related to psychosocial well-being.
The fourth study is focused on the perception of cultural socialization and discrimination as predictors of ethnic identity in Italy and the USA, highlighting common aspects and specific cultural differences.
The results show that family relations and the degree of integration between two cultural identities are important protective factors for psychosocial adjustment and well-being of adoptees. Parents play a vital role in supporting this process through cultural socialization strategies.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOROSNATI, ROSA2012-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1210itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12712013-06-04T13:48:26Zhdl_10280_52hdl_10280_67Listen to my breath: Exploring expressive function of breathing sounds in imitation and emotional attunementPELLEGRINI, RAFFAELLAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAemozioni, imitazione, respiro, analisi acustiche, emotions, imitation, breathing, acoustic analysisDiversi studi hanno dimostrato i reciproci rapporti di influenza tra respiro e variabili psicologiche ma scarsa attenzione è stata rivolta all’indagine delle funzioni espressive del suono del respiro.
Studio 1 è stato finalizzato alla costruzione di un modello di analisi multi-livello per la descrizione acustica del respiro. Sono state effettuate audio e video registrazioni del respiro di 2 coppie di soggetti in performance individuali e congiunte. Sui 1903 respiri raccolti sono state condotte analisi video e audio che hanno portato alla costruzione di tre categorie di indici: respiratori, acustici e interattivi (relativi alla relazione tra i comportamenti respiratori di due partners in un’azione congiunta). Studio 2 ha investigato cosa poteva essere inferito dall’ascolto del suono respiro relativamente all’identità, allo stato emotivo e all’attività svolta da una persona. Inoltre, ha verificato se l’imitazione facilitasse l’identificazione rispetto al solo ascolto. Sono state raccolte registrazioni ecologiche del respiro di persone coinvolte in 6 attività e 4 emozioni. Un campione di 90 persone ha ascoltato le tracce e risposto ad un questionario relativo alle suddette variabili. Altre 90 persone prima di rispondere imitavano il respiro. Il campione ha efficacemente inferito informazioni relative alle variabili indagate, con risultati migliori nel task di imitazione. Studio 3 mirava a descrivere acusticamente 6 condizioni di respiro emotivo (rabbia, paura, tristezza, disgusto, tenerezza, gioia) e a investigare se “respirare insieme” influenzasse il processo di sintonizzazione. 20 coppie di donne hanno partecipato. Per ogni emozione, entro ogni coppia una partecipante leggeva una storia emotivamente connotata e respirava come se si trovasse in quella situazione. L’altra esprimeva la propria vicinanza respirando come lei. Al termine rispondevano a un questionario. I respiri sono stati audio registrati e analizzati. E’ stato possibile ricondurre ciascuna delle emozioni a un differente pattern respiratorio. Inoltre il task ha influenzato diverse dimensioni della sintonizzazione: la sincronizzazione, il decoding emotivo, l’esperienza emotiva e la percezione di somiglianza interpersonale.Several psycho-physiological studies have provided evidences about the reciprocal influence between respiration and psychological variables but few attentions have been brought to the investigation of the expressive function of breathing sounds. Study 1 aims to build a multilayer analysis model that enable an acoustic description of breathing sounds. Audio and video recordings of breathing of two pairs of participants engaged in individual and joint performance were conducted. 1903 were video and audio analyzed and 3 sets of indexes were derived: respiratory, acoustic and interactive (aimed to relate partner’s respiratory behaviour during joint performances). Study 2 investigates what could be inferred about a person’s identity, emotional state and activity from the sound of his/her breathing. Moreover, it aims to verify whether imitation of breathing patterns improve the identification of those features. Ecological recordings of breathing sounds of people engaged in 6 activities and 4 emotions. 90 participants listen to the tracks and answer a questionnaire about such variables. Other 90 mimicked the tracks before answering. Participants were able to infer valuable information about the aspects under investigation with better results in the imitation task. Study 3 aims to describe the acoustic features of 6 emotional breathing patterns (anger, fear, sadness, disgust, tenderness and joy) and to see whether breathing together could strengthen the attunement process. 20 pairs of women participated. For each emotion, within the pair one participant read a story emotionally connoted and breathes as if she actually was in that situation. Her partner had to convey her closeness breathing in the same way. Finally they filled in a questionnaire. Different respiratory patterns were related to each emotion. Moreover the task influenced several attunement dimensions: synchronization, emotional decoding, emotional experience and perception of interpersonal similarity.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCICERI, MARIA RITA2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1271enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12722014-05-21T14:35:46Zhdl_10280_52hdl_10280_67LA RAZIONALITA'LIMITATA NELLE SCELTE MEDICHE: EURISTICHE, FIDUCIA E PERCEZIONE DEL RISCHIO NEL PROCESSO DECISIONALEBounded rationality in medical choices: Heuristics, trust and risk perception in the decision-making processRIVA, SILVIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/03: PSICOMETRIABOUNDED RATIONALITY, FAST AND FRUGAL HEURISTICS, TRUST, RISKS, MEDICAL CHOICESIl presente lavoro si è proposto di indagare il concetto di razionalità limitata nel contesto delle scelte mediche. Sono stati reclutati 80 adulti, senza una storia clinica particolare a cui è stato dapprima somministrato un test virtuale che richiedeva di prendere delle decisioni su alcuni trattamenti e, successivamente, è stata somministrata una intervista semi-strutturata per approfondire il tema della scelta. I principali risultati: in primis, le persone adottano l’uso di euristiche veloci e frugali. In particolare, le persone adottano l’euristica del “Prendi il meglio” considerando, per ogni scelta, un numero limitato di caratteristiche. In secondo luogo, l'uso di euristiche è legato a una razionalità ecologica che adatta le strategie decisionali alla struttura delle informazioni disponibili del contesto ambientale. In questo contesto, se il consiglio del o le informazioni rispetto ai rischi/effetti indesiderati sono disponibili allora essi saranno sempre valutati perché sono caratteristiche fondamentali del processo di scelta. Il consiglio del medico è espressione della fiducia tra medico e paziente. La fiducia è rappresentata da segnali semplici e onesti che il medico è capace di trasmettere e questi segnali formano un canale di comunicazione tra le persone. Infine un altro risultato riguarda la comprensione del rischio associato al consumo di un farmaco che è risultato di difficile comprensione e rappresentazione.This research aimed at applying the concept of bounded rationality in common medical choices in order to analyse the process by which laypersons make decisions in the field of health. Eighty adults, without a particular disease history were recruited and they were asked to manage both some virtual situations of medical choices and to discuss face to face about their past experiences in medical choices.Three major findings emerged. Firstly, people often use fast and frugal heuristics. In particular, people adopt the rule of the ‘take the best” considering, for each choice, a very limited number of elements to make their decisions. Secondly, the use of heuristics is related with the principle of ecological rationality in which strategies are chosen in connection with the available information of the environmental context. In this context, if “doctor’s advice” as well as “side effects information” are available, they will be always considered because they represent fundamental features of the decision making process. Doctor’s advice is expression of the trust between patient-doctor relationship. Trust is represented by simple and honest signals that the doctor communicates and these signals form an unconscious channel of communication between people. Thirdly, we found that risks associated with treatments are not easy to be conceived by laypersons. It was that people have not in mind a clear definition of the risk implied by medicines and treatment and they show, in average, a scarce interest in risk comprehension.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOANTONIETTI, ALESSANDRO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1272enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12112013-06-04T13:48:31Zhdl_10280_52hdl_10280_67Un modello multidimensionale per lo studio delle Felt Obligation : implicazioni generazionali, individuali, e familiariROSSI DEL CORSO, ANNALISAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/03: PSICOMETRIAFelt Obligation,relazioni intergenerazionali, dono - debito, transizione all'età adulta Felt Obligation, intergenerational relationships, gift - debt, transition to adulthoodQuesto lavoro di tesi ha come obiettivo generale quello di indagare attraverso un modello multidimensionale come le Felt Obligation, definite nelle dimensioni del mantenimento dei contatti e dei rituali familiari, del ricambiare nella relazione per ciò che si è ricevuto e del personal sharing, si delineano e si costruiscono nelle relazioni familiari. Il primo studio è di carattere strettamente psicometrico ed è volto a definire la struttura fattoriale della Felt Obligation Measure nel contesto italiano. La Felt Obligation Measure rappresenta a tutt’oggi l’unico strumento presente in letteratura che permette di valutare ciò che le persone sentono (felt) essere gli obblighi da assolvere nelle loro relazioni familiari. Il secondo studio è volto ad indagare le possibili implicazioni a livello generazionale e individuale delle Felt Obligation in due differenti generazioni (generazione di mezzo e giovani adulti); sono quindi indagate sia variabili di outcome qualificanti le relazioni familiari quali la soddisfazione e l’identità familiare sia variabili di adattamento individuale come autostima, depressione e benessere psicologico. Infine, il terzo studio è dedicato allo studio delle Felt Obligation nelle famiglie di giovani adulti. La transizione all’età adulta nel contesto italiano è caratterizzata da una prolungata co-abitazione di due generazioni adulte. Obiettivo del lavoro è pertanto approfondire il ruolo delle Felt Obligation per capire come esse diventino parte qualificante della relazione genitori – figli in questa fase del ciclo di vita e come siano legate a specifiche variabili del funzionamento familiare, quali soddisfazione e identità familiare.The general aim of this research is to investigate, through a multi-dimensional model, how Felt Obligation, defined in the dimensions of maintenance contacts and family rituals, repayment in the relationship and personal sharing, are delineated and build in family relationships. First study’s aim is to identify the factorial structure of Felt Obligation Measure in the Italian context. Felt Obligation Measure is the only instrument in literature by which people could report feelings about their obligations to fulfill in their family relationships. Second study’s aim is to investigate the generational and individual implications of Felt Obligation into two different generations (middle – adults and young adults). Finally, the third study is aimed to examine Felt Obligation in young adults’ families . The transition to adulthood in Italy is characterized by a prolonged co-habitation of two generations of adults; therefore the aim is to enhance the role of Felt Obligation in this specific phase of the life cycle and how they are linked to specific variables of family functioning (family satisfaction and family identity).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLANZ, MARGHERITA2012-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1211itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12562014-05-22T08:24:27Zhdl_10280_52hdl_10280_67Scrittura espressiva in adolescenza: Dalla meta-analisi ad un test sperimentale di un nuovo intervento di scritturaExpressive writing in adolescence: From meta-analysis to an experimental test of a novel writing interventionTRAVAGIN, GABRIELEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAexpressive writing, adolescenti, meta-analisi, group-based trajectory modelling, expressive writing, adolescents, meta-analysis, group-based trajectory modellingIl presente programma di ricerca approfondisce l’uso dell’Expressive Writing (EW) con gli adolescenti a partire da tre studi, organizzati in modo sequenziale. Lo Studio 1 indaga l’efficacia e i fattori di moderazione dell’EW con gli adolescenti tramite meta-analisi. In particolare, è stata eseguita una review quantitativa degli studi sull’EW con partecipanti in età adolescenziale, attraverso i seguenti passaggi: ricerca sistematica e codifica degli studi; calcolo degli effect size; analisi dei moderatori. Lo Studio 2 confronta sperimentalmente sugli adolescenti gli effetti a breve e lungo termine di due tipi di istruzioni di scrittura, una convenzionale (EW) e l’altra orientata cognitivamente (CEW), elaborata sulla base dei risultati della meta-analisi. Le analisi sono state finalizzate a testare gli effetti della modificazione delle consegne di scrittura sul funzionamento emotivo e sociale degli adolescenti. Lo Studio 3 consiste in un’analisi secondaria dello Studio 2 ed esplora l’esito dell’intervento in funzione delle traiettorie di cambiamento dei meccanismi cognitivi (“Self-distancing”) rilevati negli scritti, tramite Group-Based Trajectory Modeling. I risultati degli studi sono discussi in funzione delle loro implicazioni teoriche e pratiche.The present research program aims at evaluating the use of Expressive Writing (EW) with adolescents through three studies, organized in a progressive fashion. Study 1 investigates the efficacy and moderators of EW with adolescents through a meta-analysis. The study performed a quantitative review of the EW interventions with adolescent samples, according to the following steps: systematic literature search and coding of the studies; calculation of the effect size; analysis of the moderators. Study 2 experimentally compares the short- and long-term effects of the traditional writing condition (EW) to a cognitively-oriented EW condition (CEW) on a sample of adolescents. The analyses had the objective to test the effects of altering the writing instructions on social and emotional adjustment of participants. Study 3 consists in a secondary analysis of the written essays collected in Study 2 with the intent of examining the effects of the intervention as a function of the cognitive processes (“Self-distancing”) observed during the writing sessions by means of the Group-Based Trajectory Modeling. The findings are discussed on the basis of their theoretical and practical implications.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCIGOLI, VITTORIO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1256enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17352013-06-04T13:56:59Zhdl_10280_52hdl_10280_67La relazione tra linguaggio e azione: il contributo della Realtà Virtuale nel campo dell'Embodied CognitionTHE RELATIONSHIPS BETWEEN LANGUAGE AND ACTION: THE CONTRIBUTION OF VIRTUAL REALITY IN THE DOMAIN OF EMBODIED COGNITIONREPETTO, CLAUDIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAlinguaggio, azione, verbi, neuroni specchio, realtà virtuale, language, action, mirror neurons, embodied language, embodied cognition, semanticsIl razionale di questo progetto affonda le sue radici nelle recenti teorie che considerano il linguaggio come fondato sull’azione, e quindi strettamente collegato al sistema motorio. Negli ultimi decenni, infatti, la scoperta dei neuroni specchio, prima nella scimmia e poi negli esseri umani, ha portato ad un filone di ricerca spesso denominato “embodied language”. Grazie alle metodiche messe a disposizione dalle neuroscienze, ad oggi sono stati raccolti molti dati sperimentali a favore del legame tra sistema motorio e linguaggio, anche se la natura di questo legame non è del tutto chiara. In questa prospettiva, in aggiunta ai tradizionali strumenti di indagine come la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) o la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), anche la Realtà Virtuale (RV), che consente di provare un’”esperienza incorporata”, sembra possa aiutare i ricercatori a far luce sulle questioni ancora aperte.
Il presente progetto, quindi, si compone di tre ricerche distinte, ciascuna delle quali pone ad oggetto di indagine una sfaccettatura diversa del complesso fenomeno dell’embodied language.
Il primo esperimento è finalizzato ad indagare il ruolo della corteccia motoria primaria nei compiti di comprensione, utilizzando la rTMS; nel secondo esperimento viene introdotta la realtà virtuale per valutare se e come un’azione virtuale, grazie a un processo di simulazione, modula la comprensione di verbi; il terzo studio, infine, usando lo stesso ambiente virtuale del secondo studio, si propone di indagare il ruolo dell’azione virtuale durante l’apprendimento di una lingua straniera.The rational of this project is rooted in the recent theories that consider language as grounded in action, and thus tightly tied to the motor system. In the last decades, the discovery of the mirror neurons in monkeys, and of the correspondent mirror neuron system in humans, led to a new research topic often called “embodied language”. Thanks to the methodics supplied by neuroscience, nowadays a great corpus of experimental data has been collected that support the link between language and motor system, even if the nature of this link is still not completely understood. In this perspective, beyond traditional tools such as Functional Magnetic Resonance (fMRI) or Transcranial Magnetic Stimulation (TMS), also Virtual reality (RV), which allows to create an embodied experience, seems suitable to shed light on the open questions.
The present project, thereby, is structured in three independent researches, each one aiming at investigating one specific facet of the complex phenomenon of embodied language.
The first experiment is designed to investigate the role of the primary motor cortex during language comprehension, using rTMS; in the second one, the virtual reality is introduced, in order to test if and how a virtual action, thanks to simulation, modulates verbs comprehension; the third study, finally, using the same virtual environment, aims at examining the role of the virtual action during foreign language learning.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIORIVA, GIUSEPPE2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1735enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17382024-01-26T08:39:40Zhdl_10280_52hdl_10280_67Interventi per figli di genitori separati: dalla rassegna sistematica narrativa all'analisi esplorativa dei Gruppi di ParolaGroup interventions for children having separated parents:
from the Systematic Narrative Review to the analysis of the Gruppi di ParolaFUSAR POLI, CHIARAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAseparazione; divorzio; interventi di gruppo; Gruppi di Parola; rassegna sistematica narrativa; etnografia focalizzata; osservazione; separation; divorce; group interventions; Gruppi di Parola; Systematic Narrative Review; focused ethnography; observation.Il presente progetto di ricerca si occupa degli interventi di gruppo per figli di genitori separati, con la finalità di operare una riflessione di stampo metodologico sui dispositivi che sono stati analizzati e studiati in letteratura, per poi approfondire alcuni aspetti dell’intervento Gruppi di Parola, attivo in Italia.
L’articolazione in tre studi, di carattere qualitativo, ha permesso di avvicinare l’oggetto di ricerca secondo prospettive e metodologie differenti.
Il primo studio coincide con una rassegna sistematica narrativa, condotta al fine di sistematizzare la letteratura di livello internazionale relativa agli interventi di gruppo per figli di genitori separati che sono stati analizzati attraverso un impianto di ricerca rigoroso.
Gli altri studi approfondiscono rispettivamente due aspetti del dispositivo Gruppi di Parola: gli elementi teorico-pratici che lo fondano attraverso una prospettiva etnografica focalizzata (secondo studio) e le dinamiche interattive messe in movimento durante una specifica fase rituale del processo (l’accoglienza) per mezzo di una metodologia osservativa complessa (terzo studio).The present research project deals with group interventions for children having separated parents. Its aim is a methodological reflection about the programs analyzed and studied in the literature in order to later deepen some aspects of the Italian intervention Gruppi di Parola.
The organization in three qualitative studies has allowed the researcher to approach the research object according to different perspectives and methodologies.
The first study corresponds to a Systematic Narrative Review, carried out in order to systematize the international literature about the group interventions for children having separated parents which have been analyzed through a rigorous research design.
The other studies respectively deepen two aspects of the intervention Gruppi di Parola: the theoretical and practical underpinnings through a focused ethnographic perspective (second study) and the interactive dynamics activated during a specific ritual phase of the process (welcoming) by means of a complex observational methodology (third study).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCIGOLI, VITTORIOMOLGORA, SARA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1738itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17402013-06-04T13:54:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67Problemi emotivo-comportamentali nei bambini tra 3 e 5 anni:assessment, fattori di rischio e fattori protettiviThe emotional-behavioral problems in children between 3 and 5 years: Assessment, risk factors and protective factorsMAINO, ELEONORAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEAssessment; multiple informant; bambini di età prescolare; fattori di rischio e fattori protettivi; CBCL; preschool children; risk and protective factorsLa presente ricerca nasce da una domanda di un territorio specifico che si è interrogato relativamente ai problemi emotivo-comportamentali dei bambini in età prescolare
Tale richiesta ci ha sollecitato da un punto di vista teorico a porre l’attenzione da un lato, sul significato “clinico” dei problemi emotivo-comportamentali dei bambini, dall’altro sul processo di assessment e in particolar modo sulla prospettiva multi-informant . Tale prospettiva è stata nello specifico oggetto di riflessione e indagine empirica soprattutto nel primo studio dove si sono considerate con particolare attenzione le discrepanze tra gli informant e il loro possibile significato.
La domanda di ricerca iniziale si è quindi ampliata fino ad affrontare l’individuazione dei fattori protettivi e di rischio nello sviluppo psicologico dei bambini in età prescolare. A questo proposito il secondo studio propone un modello multifattoriale per la comprensione delle problematiche emotivo-comportamentali dei bambini che tiene conto di aspetti individuali e di aspetti relazionali, familiari in primo luogo. Infine, il terzo studio vede l’utilizzo del modello teorico proposto nei i primi due studi su di un campione di genitori che si sono rivolti a un servizio territoriale arrivando a identificare gli elementi del modello che discriminano famiglie considerate normali da quelle definibili come cliniche.This research developed from a need to answer specific questions about emotional-behavioral problems in preschool children. From a theoretical point of view, this need forced one to focus on the “clinical” meaning of emotional-behavioral problems in pre-school children and their assessment processes, especially from a multi-informant perspective. Particularly, this perspective was a topic of interest in an empirical investigation in the first study, where discrepancies between informants and their possible perceptions were considered with particular attention. The initial research question was expanded to deal with the identification of risk and protective factors in the psychological development of preschool children. On this regard, the second study proposed a multi-factorial model to understand the emotional and behavioral problems of children which took into account individual and relational aspects, including especially the family. Finally, the third study considered the use of a theoretical model proposed in the first two studies with a sample of parents who turned for help to social services to identify from the model critical elements that discriminated families which could be considered functional from those defined as clinical.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLANZ, MARGHERITAROSNATI, ROSA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1740itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17362013-06-04T13:55:35Zhdl_10280_67hdl_10280_52Agentività in interazione. Neuropsicologia delle affordances socialiAgency in interaction. Neuropsychology of social affordancesCRIVELLI, DAVIDEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICASocial understanding, Williams Syndrome, Agency, Inter-agency, Social interaction, TMS, EEG, ERP, eLORETA, Comprensione sociale, Sindrome di Williams, Agentività, Agentività congiunta, Interazione socialeLe interazioni sociali richiedono che un agente sia in grado di selezionare ed elaborare informazioni ambientali rilevanti, che sia situato in un contesto complesso, e che interagisca con altri agenti, rispettando le opportunità e i vincoli di contesto. Riconoscere noi stessi e gli altri come agenti intenzionali è un passaggio cruciale per il processo generale di comprensione sociale e, in particolare, per la nostra capacità di percepire le intenzioni e gli scopi altrui. Tali competenze sociali sostengono il nostro sviluppo fisico, cognitivo e affettivo promuovendo interazioni adattive. Di conseguenza, una disfunzione di tali competenze può compromettere gravemente l’autonomia e la qualità di vita. Si ritiene che un sistema distribuito medi la percezione di agentività e degli stati mentali altrui, ma la struttura interna dei processi che costituiscono la nostra capacità di comprendere i nostri simili e di interagire adeguatamente è tuttora per buona parte sconosciuta. Il progetto ha come obiettivo indagare le fasi iniziali di tali processi e, in particolare, l’elaborazione precoce di cues sociali (social affordances) per la detezione di agentività e opportunità d’interazione in contesti sociali. È strutturato in tre studi principali: il primo mira a esplorare i correlati elettrofisiologici (ERPs e dati di source localization) dell’elaborazione di informazioni visive per la detezione di agentività in interazione; il secondo mira a indagare possibili marcatori (ERPs) del profilo delle competenze di comprensione sociale associate alla sindrome di Williams; il terzo ha testato, tramite TMS, il ruolo causale di rTPJ nel mediare l’elaborazione pre-riflessiva di agentività e intenzionalità nel comportamento osservato.Social interactions require an agent to be able to select and process relevant environmental information, to be situated in a complex context and to interact with other agents, according to the opportunities and boundaries of that context. Sensing ourselves and detecting others as intentional agents is a crucial step for the overall social understanding process and, in particular, for our ability to perceive others’ intentions and goals. Those social skills foster our physical, cognitive and affective development by promoting adaptive interactions. Consequently, a dysfunction of such skills can seriously affect the autonomy and quality of life. A distributed system is thought to subserve the perception of agency and others’ mental states, but the internal structure of processes that constitute our ability to understand our similars and interact adequately is still largely unknown. This project aimed at investigating early stages of those processes and, in particular, the initial elaboration of social cues (social affordances) for the detection of agentivity and opportunities for interaction in social situations. It is structured in three main empirical studies: the first one aimed at looking electrophysiological correlates (ERPs and source localization data) of visual information processing for the detection of agency in interactions; the second one aimed at looking for possible markers (ERPs) of the uneven profile of basic WS social understanding; the third one tested the causal role of rTPJ in mediating pre-reflective processing of agency and intentionality from observed behaviour by means of TMS.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCAPPA, STEFANOBALCONI, MICHELA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1736enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17372013-06-04T13:55:36Zhdl_10280_52hdl_10280_67Religiosità e processi identitari:
aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovaniReligiosity and identity processes: cultural, familiar and social correlates of youth's religious identityBRAMBILLA, MARIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEidentità religiosa, internalizzazione religiosa, relazioni familiari, gruppi religiosi, valori, pregiudizio, religious identity, religious internalization, family relationships, religious groups, values, prejudiceLo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOREGALIA, CAMILLOMANZI, CLAUDIA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1737enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17492014-05-21T12:40:49Zhdl_10280_67hdl_10280_52Processi di costruzione e condivisione di conoscenza tra pazienti diabetici onlineOnline patients knowledge sharing: the role of web peer exchanges in the diabetes careLIBRERI, CHIARAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIknowledge sharing, web 2.0, online qualitative research, diabetesIl web 2.0 ha totalmente riconfigurato il mondo della prevenzione e promozione della salute. In particolare esso ha cambiato il ruolo e le tipologie di scambi tra pazienti. Tali scambi sono centrali in quanto permetto di costruire e condividere conoscenza utile nella cura. Sebbene la rilevanza dei processi di costruzione e condivisione tra pazienti online siano chiarita dalla letteratura, questa area di studi comprende una varietà e confusione di etichette e teorie non chiariti e condivisi. Scopo di questa ricerca è di studiare gli ambienti e scambi online sul diabete in Italia tramite esplorazione sistematica del web al fine di capire come processi di condivisione e costruzione di conoscenza funzionano e come i contesti online li riconfiguranoThe Web 2.0 has totally changed the healthcare prevention and communication world .In particular, it has reconfigured lay exchanges between patients. These exchanges are important because they allow knowledge processes (like knowledge sharing or knowledge building). Although the importance of online knowledge processes between patients is well established, this field of study brings together a variety of theories with concepts not uniformly shared or understood. It’s not clear how patients use Web 2.0 for knowledge processes. The aim of this research is to study online contexts and exchanges about diabetes in Italy by developing a systematic exploration of Web 2.0 in order to define how knowledge processes work and how online contexts shape themUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMAYAN, MARIAGRAFFIGNA, GUENDALINA2013-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1749enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17392014-03-10T13:30:24Zhdl_10280_52hdl_10280_67"L'esperienza di un gruppo online di autolesionisti: aspetti psicologici e culturali e intervento possibile"THE EXPERIENCE OF AN ONLINE GROUP OF SELF-INJURERS: PSYCHOLOGICAL AND CULTURAL ISSUES AND A POSSIBLE INTERVENTIONALBESI, DANIELA ALICIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEself-injury, IPA, thematic analysis, posts, online intervention, reflective function, cultural issues, autolesionismo, analisi tematica, intervento online, funzione riflessiva, aspetti culturaliGli esseri umani vengono definiti come membri di un gruppo quando assumono i significati che il gruppo stesso crea ed utilizza per concepire sè stesso, i suoi membri e l'universo in generale. Abbiamo studiato i significati che definiscono un essere umano nella versione dell'"autolesionista utente di un gruppo online". In primo luogo, tramite un'analisi tematica di post condivisi nel forum del gruppo siamo venuti a conoscenza delle teorie sul comportamento, la sofferenza ad esso associata ed altre tematiche che definiscono "l'autolesionista". I risultati ottenuti hanno dimostrato che i significati che descrivevano il dolore associato all'autolesionismo erano più rilevanti rispetto a quelli legati all'atto. In seguito tramite IPA di interviste individuali abbiamo compreso che la qualità dello spazio del forum e della relazione tra le dimensioni online e offline determinavano influenze reciproche tra la partecipazione al forum, gli effetti sul sè e sul comportamento e il tipo di utilizzo del forum. Infine abbiamo condotto quattro incontri online con un gruppo di utenti del forum e lavorando sui significati, abbiamo stimolato la loro capacità di diventare consapevoli del loro stato mentale in relazione al comportamento autolesionista.Human beings are defined as members of a group when they assume the meanings that such group creates and uses to conceive itself, its members and the world in general. We studied meanings that shape a human being in the version of a “self-injurer member of an online group”. Firstly, through a thematic analysis of posts shared in the forum of the group we became acquainted with theories about the behavior, its associated sufferance and other issues that define “a self-injurer”. We found that the most important meanings related to the sufferance rather than to the practice of self-injurious gestures. Secondly, through IPA of individual interviews we understood that the quality of the space of the forum and the relationship between online and offline dimensions determined influences between the self-injurer's identity and her experience in the forum in terms of participation, effects on self and behavior, and type of use of the forum. Finally, we conducted four online meetings with a group of users of the forum and always focusing on meanings, we stimulated their capacity to be aware about their mental states in relation to self-injury.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIORIVA, GIUSEPPE2013-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1739enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17092013-06-04T14:00:03Zhdl_10280_52hdl_10280_67Storia di un viaggio: valutazione multistrumentale del processo analitico in uno studio single-caseStory of a journey: multi-tool evaluation of the analytic process in a single-case design.PEPE, NOEMI LUCREZIAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAprocesso terapeutico, valutazione della personalità, depressione, therapeutic process, depression, personality assessmentUtilizzando il disegno single-case si indaga il processo terapeutico di una psicoterapia ad orientamento psicodinamico con sedute a cadenza settimanale della durata di un anno di un paziente con Depressione Anaclitica (secondo la definizione di Blatt, 2003); il processo ed i fattori che concorrono a determinarlo sono indagati nel conte-sto della valutazione della personalità del paziente. L’obiettivo consiste nel mostrare come sia possibile ottenere, utilizzando strumenti come la DMRS, la SWAP, la CALPAS, il CT-Q, il PRQ ed il CCRT, una valutazione che non si limiti solo al cambiamento sintomatico, in questo caso depressivo, ma fornisca un’idea più sfaccettata delle trasformazioni intrapsichiche ed interpersonali correlate al processo terapeutico, integrando la valutazione macroanalitica del cambiamento, ricavata dalle variazioni degli indici globali degli strumenti, alla valutazione microanalitica delle variabili.The therapeutic process of a psychodynamic psychotherapy is evaluated through a single-case design. The patient, a 26-year-old man with Anaclitic Depression (as defined by Blatt, 2003) was followed on a weekly based therapy for one year. The factors that contribute to determine the therapeutic process are investigated in the context of the patient's personality assessment. The objective is to show how it is possible to obtain, using tools such as the DMRS, the SWAP, the CALPAS, the CT-Q, the PRQ and the CCRT, an assessment that is not limited only to the symptomatic change, in this case depressive, but provides a more multifaceted view of the intrapsychic and interpersonal transformations related to the therapeutic process, incorporating the macroanalytic evaluation of changement, derived from the global scores of the instruments, to the micro-analytic evaluation of the variables.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOOASI, OSMANO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1709itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/33342015-01-01T04:00:16Zhdl_10280_67hdl_10280_52GIOVANI, ALCOL E DIVERTIMENTO NOTTURNO. DALLO STUDIO DEL FENOMENO AD UNA RICERCA-INTERVENTO IN UN QUARTIERE AD ALTA CONCENTRAZIONE DI LOCALIYoung People, Alcohol, and Nightlife: From Studying the Issue to Conducting Participatory Research in an Area with a High Concentration of Drinking VenuesARESI, GIOVANNI UMBERTOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEAlcol, Giovani adulti, Nightlife districts, Ricerca-intervento, Comunità, Alcohol, Young adults, Nightlife districts, Participatory research, CommunityIl contributo presenta l'esito di un percorso di ricerca volto alla comprensione delle modalità di consumo di alcolici da parte dei giovani adulti nei contesti del divertimento notturno (bar, pub, discoteche, feste private, ecc.) e mira a fornire indicazioni teoriche, metodologiche ed applicative per interventi partecipati di promozione delle salute e la riduzione dei rischi alcol-correlati nelle comunità locali.
Il lavoro si apre con uno studio Grounded Theory che offre un modello processuale di comprensione delle dinamiche del bere dei giovani nei diversi contesti del divertimento notturno, tenendo conto delle specifiche culturali del nostro Paese. Prosegue poi con uno studio di analisi del contesto della città di Milano in merito ai rischi alcol-correlati, che ha indicato la priorità, a livello locale, negli interventi relativi all'insieme di rischi e conseguenze che si concretizzano nelle aree urbane che presentano elevate concentrazioni di locali notturni, i nightlife districts.
Il lavoro si chiude con la presentazione di una ricerca-intervento mixed-method in uno di questi quartieri, che ha visto il coinvolgimento, in tutte le fasi, dei membri della comunità e ha consentito di conoscere in modo approfondito la realtà presa in esame e offrire indicazioni di intervento per la riduzione dei rischi per i giovani e delle conseguenze alcol-correlate per gli abitanti.The dissertation contributes to the understanding of the issue of alcohol use and abuse among young people in nightlife settings (e.g., bars, clubs, and private parties). It describes the effectiveness of participatory research approaches in studying and addressing the phenomenon in areas with a high concentration of drinking venues (nightlife entertainment districts).
The Grounded Theory research (study 1) on young adults' drinking patterns in nightlife settings showed changes in the meanings, processes, and representations of alcohol across settings and their effect on drinking patterns.
The results of the context analysis of the city of Milan (Italy) (study 2) indicated specific alcohol related issues in the local context, in particular the wide range of alcohol-related risks and consequences for both youngsters and residents in the four nightlife entertainment districts of the city.
The last study is a multiphase mixed methods participatory research conducted in a nightlife district. Multiple methods (interviews, a community survey, ethnography) integration was part of the participatory process in which community members collaborated during different phases of research. The study resulted in indications for intervention to reduce alcohol-related negative consequences for youths and nightlife districts’ residents, and in theoretical and methodological considerations for the future research.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMARTA, ELENA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/3334itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28522014-04-03T01:02:24Zhdl_10280_52hdl_10280_67APPRENDIMENTO SITUATO E MASTER DI SECONDO LIVELLO: LA FIGURA DEL TUTOR A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI CONOSCENZAMOCCA, ALESSANDROM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEApprendimento, master, funzione di tutorship, BionQuesto lavoro si articola in tre studi condotti con approcci qualitativi.
Nel primo studio si è deciso di prendere in considerazione le teorie dell’apprendimento legate all’area socio-culturale e psicodinamica. In questo studio si utilizza la narrative review come metodologia per l’analisi della letteratura. L’obiettivo è quello di dare al lettore un inquadramento concettuale che lo aiuti a comprendere meglio ciò che verrà esposto negli studi successivi.
Nel secondo studio si intende mappare le concezioni di apprendimento presenti nei master. A tale fine sono state effettuate interviste ai ai coordinatori didattici dei master, è stata fatta un’etnografia sui documenti dei master e quattro focus group con i partecipanti ai master, con l’obiettivo di mappare le concezioni di apprendimento e di conoscenza sottese.
Nel terzo studio si intendono mappare le pratiche di tutorship all’interno dei master presi in esame, con l’obiettivo di comprendere quale sia il ruolo del tutor nell’accompagnare i partecipanti ad apprendere e cambiare nel percorso del master.
Dalle pratiche emerse si evidenzia quanto questo ruolo sia un ruolo chiave nell’accompagnamento all’apprendimento nelle diverse fasi del master. In chiusura si è effettuata una rilettura psicodinamica della funzione di tutorship come possibile aiuto a costituire uno statuto del ruolo di tutor.This work has been structured in three studies conducted with qualitative methods.
In the first study, learning theories related to socio-cultural and psychodynamics area have been taken into consideration and narrative review has been used as a methodology for the literature analysis. The aim was to give a conceptual framework to better understand what will be further present.
In the second study, the main purpose was to map the different conceptions of learning and knowledge in master programmes. For this purpose, interviews has been submitted to didactic coordinators of masters; an ethnography on the documents of masters and four focus groups with the participants have been conducted.
In the third study, the goal was to map the tutorship practices within the master programmes examined, in order to understand the role of the tutor in the learning and changing processes of participants during the master programmes.
From the emergent practices, has been highlighted that tutor has a key role in the learning process during different stages. In closing, has been realized a psychodynamic rereading of the tutorship function as a possible aid to constitute a statute of the role of tutor.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOKANEKLIN, CESARE LUIGI2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2852itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/26112015-02-04T09:21:18Zhdl_10280_52hdl_10280_67KNOWLEDGE MANAGEMENT, FORMAZIONE E TECNOLOGIE 2.0: VERSO LA SOCIAL COLLABORATION IN CONTESTI PROFESSIONALIGABRI, SARASECS-P/10: ORGANIZZAZIONE AZIENDALEM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALESocial collaboration, Comunità di Pratica, Formazione, Knowledge Management, Nuove Tecnologie, Communities of Practices, Learning,New TechnologiesLa ricerca è stata condotta in una realtà organizzativa multinazionale, con lo scopo di comprendere quale sia il ruolo giocato dalle Nuove Tecnologie (NT) nel processo di integrazione tra Knowledge Management (KM) e Formazione. Queste due aree, infatti, potrebbero reciprocamente supportarsi nella capitalizzazione della conoscenza prodotta in azienda. Il primo studio ha esplorato la cultura organizzativa attraverso l’analisi delle comunicazioni sull’intranet. Con il secondo studio sono stati approfonditi vissuti e rappresentazioni dei membri dell’organizzazione; sono state condotte interviste etno-narrative ai responsabili dell’area Formazione, del KM ed ai Facilitatori delle Comunità di Pratica (CoP) per far emerge le pratiche d’uso delle NT. Nel terzo studio è stato indagato il costrutto della partecipazione alle CoP Virtuali, strumento indispensabile per rendere capillari le attività del KM. Il questionario compilato dai membri di alcune delle CoP aziendali ha mostrato come l’influenza di un fattore soggettivo e di uno sociale favoriscano la partecipazione alle attività. Dagli studi è emerso che la creazione di spazi prossimali di apprendimento riconosciuti e di un ambiente per la social collaboration consentirebbero il passaggio ad un sistema integrato ed un cambiamento nella cultura d’uso. Risulta fondamentale anche l’apporto di alcune figure chiave interne all’azienda, unito ad interventi di educazione all’uso.Aim of the research, conducted in a multinational organization, is understanding the role played by New Technologies (NT) in the process of integration of Knowledge Management (KM) and Learning. These two areas, in fact, could support reciprocally in the capitalization of the knowledge produced in the company. The first study explores the organizational culture through the analysis of communication on the intranet. The second study looks at organization’s members experiences and representations. Ethno-narrative interviews were conducted to the training and KM areas managers, and to Communities of Practice’s (CoPs) Facilitators, to understand the NT’s practices of use. The third study investigates the construct of participation in Virtual CoPs, an essential tool to make widespread KM activities. The questionnaire completed by members of some Company’s CoPs showed how one subjective and one social factors encourage participation in activities. These studies show that the creation of spaces of recognized proximal learning and a social collaboration environment can enable the transition to an integrated system, and a change in the culture of usage. It is also essential the contribution of some key figures within the Company, combined with education to usage.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOGALIMBERTI, CARLO2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2611itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28702014-05-21T13:19:00Zhdl_10280_67hdl_10280_52BENESSERE E DISAGIO PSICHICO DEI PARTNER NELLA TRANSIZIONE ALLA GENITORIALITA'. DIFFERENTI PROSPETTIVE DI ANALISICouple’s well-being and distress in the transition to parenthood. A multi-method approachNOVELLI, MARGHERITAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAtransizione genitorialità, benessere, disagio, qualità relazione, transition to prenthood, well-being, distress, couple relationshipsLa transizione alla genitorialità è da sempre considerato un periodo di criticità per la coppia, questo processo ha inizio già nella fase della gravidanza, in cui il rapporto a due comincia a modificarsi in direzione triangolare, rompendo l’originaria struttura diadica.
E’ tuttavia importante che il processo di riorganizzazione della relazione, necessario all’acquisizione del ruolo genitoriale, salvaguardi gli aspetti coniugali, oltre ad includere quelli genitoriali: molte coppie, faticano ad alimentare o dimenticano lo spazio della coniugalità.
In termini più generali, per quanto i partner possano essere consapevoli della necessità di far fronte ai cambiamenti, spesso risultano impreparati e, a volte, poco adattabili. In tal senso il periodo perinatale può essere vissuto come un evento potenzialmente molto stressante.
Tale progetto si pone l’obiettivo di studiare i possibili percorsi della transizione alla genitorialità focalizzandosi sul benessere/malessere psicologico dei partner in relazione alla loro percezione della qualità della relazione di coppia.
I risultati evidenziano differenti traiettorie di benessere/malessere psicologico nel periodo perinatale e una relazione tra la condizione psicologica dei partner e la loro percezione della qualità della relazione di coppia.In the psychological literature the transition to parenthood has been always considered a critical period for the couples. This process should begin during the pregnancy, the period during which the couple’s relationship should develops from the original dyadic structure to a new triangular structure.
It must be underlyned the importance of the process of “renovation” of the relationship. This process includes the acquisition of the parental role and protects relavant marital and parental aspects such as the feeding of the marital relationship.
Despite couples’ awerness of the importance to cope with the changes that the transition entails, often result unprepared. In this sense the perinatal period can be seen as a potentially stressfull event.
This dissertation aims to study the possible paths of transition to parenthood focusing on partener’s psychological well-being and distress in relation to their perception of the quality of the couple’s relationship.
The results show different trajectories of psychological well-being and distress in the perinatal period and a relation between the couples’ psychological condition and their perception of the quality of couple’s relationship.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSAITA, EMANUELA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2870itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28712014-05-21T13:24:56Zhdl_10280_67hdl_10280_52NELLA BUONA SORTE: IL PROCESSO DI CAPITALIZZAZIONE NELLA RELAZIONE DI COPPIAIn good luck: The capitalization process in couple relationshipPAGANI, ARIELA FRANCESCAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcapitalizzazione, coppia, disegno cross-sectional, disegno longitudinale, diary method, capitalization, couple, cross-sectional design, longitudinal designIl presente progetto di ricerca si è focalizzato sul processo di capitalizzazione, ovvero la condivisione di eventi positivi con il/la partner, da cui ci si aspetta una risposta attiva al fine di prolungare ed aumentare i benefici derivanti dall’evento stesso. L’articolazione in tre studi, di carattere quantitativo, ha permesso di approfondire la conoscenza dell’oggetto di ricerca utilizzando diverse metodologie. Il primo studio ha indagato, attraverso un disegno cross-sectional, la struttura della Perceived Responses to Capitalization Attempts scale (PRCA) e, attraverso un disegno longitudinale, i benefici intrapersonali ed interpersonali che derivano dagli stili di risposta di capitalizzazione nel tempo. Il secondo e il terzo studio, attraverso il diary method, hanno approfondito il processo di capitalizzazione attraverso l’introduzione di due aspetti innovativi nel processo: la differenziazione tra eventi positivi interni ed esterni alla relazione e la distinzione tra modalità di comunicazione più o meno esplicita dell’evento positivo. Nello specifico, il secondo studio si è focalizzato sui primi due elementi del processo di capitalizzazione (gli eventi positivi e i tentativi di capitalizzazione), mentre il terzo studio ha riguardato gli ultimi due elementi del processo (le risposte ai tentativi di capitalizzazione e la percezione di responsività da parte del/della partner).The present research project focused on capitalization, that is the process through which people share good news with the partner, who in turn responds in an “active” way to maximize the benefits of the event. Three different studies approached this research object through different methodologies. The aims of the first study were to investigate, through a cross-sectional design, the structure of the Perceived Responses to Capitalization Attempts (PRCA) scale and to examine, through a longitudinal design, the intrapersonal and interpersonal benefits arising from the capitalization responses over time. The second and the third study, through diary methods, attempted to investigate two unexplored aspects of the capitalization process: the differentiation of the type of positive events (internal vs. external to the couple) and the distinction of the type of communication of the event (implicit vs. explicit). Specifically, the second study focused on the first two elements of the capitalization process (positive events and attempts to capitalization), while the third study concerned the last two elements of the process (responses to capitalization attempts and responsiveness).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOIAFRATE, RAFFAELLADONATO, SILVIA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2871itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28722015-01-12T04:00:16Zhdl_10280_67hdl_10280_52Tempi di Reazione alla Guida: Il ruolo dei processi attentivi, decisionali ed emotivi sulle aspettative di pericolo in contesti reali e virtualiRESPONSE TIME TO HAZARD: THE ROLE OF ATTENTION, DECISION MAKING AND EMOTIONS ON EXPECTATIONS IN REAL-LIFE AND VIRTUAL DRIVINGRUSCIO, DANIELEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALETempi di reazione alla guida, Reaction Times, Simulatori di guida, Driving Simulator, Aspettative, attenzione visiva, regolazione emotiva, processo decisionale, Expectations, attention, emotions, decision making, eye tracking, heart rate variability, validation, validità interna, validità esterna, external validity, virtual reality validation, real-life driving, human factors, fattore umano alla guida, psicologia del traffico, traffic psychologyLo scopo della presente ricerca è studiare il peso del fattore umano nei tempi di reazione alla guida. I tempi di reazione son stati studiati sin dalle origini della Psicologia sperimentale, tuttavia se applicati alla guida risulta obsoleto a causa delle specifiche condizioni in cui la reazione si svolge, ai cambiamenti del traffico moderno e ai nuovi dispositivi di supporto intelligente. In letteratura emerge chiaramente l’influenza sul tempo di reazione delle aspettative, della salienza della risposta, della percezione del rischio, dei carichi cognitivi e delle condizioni di rilevazione. La presente ricerca si prefigge di affrontare l’impatto e le modalità di influenza di questi aspetti psicologici sui tempi di reazione alla guida. In particolare i dati registrati in condizioni di guida ecologica reale saranno usati per a) studiare l’influenza delle aspettative sui processi attentivi, emozionali e di presa di decisione alla guida in risposta al pericolo, e b) per valutare l’influenza di diversi livelli di realismo di simulazioni e simulatori virtuali sui processi psicologici che determinano l’IPTR.
I risultati mostrano differenze significative nelle diverse fasi che compongono l’IPTR nelle diverse condizioni. I simulatori di guida si sono rivelati avere una validità relativa, ma non assoluta rispetto ai processi attivati nelle condizioni ecologiche, dimostrandosi però in grado di ricreare e modificare coerentemente i processi di avvistamento del pericolo in funzione della prevedibilità dello stesso; rendendoli strumenti utili per l’apprendimento. La ricerca fornisce informazioni sul funzionamento dei processi cognitivi ed emotivi alla guida utili per la ricostruzione degli incidenti, la sicurezza e la prevenzione stradale.The aim of the present research is to study the role of human factor in a salient driving ability for road accident prevention, that is reaction time to danger. Reaction times (RTs) have been investigated since the origin of experimental Psychology, however when applied to driving, the values became obsolete due to modern driving conditions and interaction with advance driving automatic systems and devices. The influence of expectation, urgency, risk perception, cognitive load and driving conditions on the process that determine RTs have been steadily proven in literature. The present research aims to tackle the influence of these factors on RTs while driving. In particular data measured in real-life driving are used to a) study the influence of expectation on attention, emotions and decision making process, and b) assess the influence of virtual settings with different levels of realism, on the psychological process that determine RTs.
A specific task that manipulate driver’s expectations was created to assess the influence of attention and decision making process in the different context on RTs. Results show significant differences in the RTs phases, for different situation. Driving simulators with different levels of realism proved to not have absolute validity, but rather relative on the meanings and learning process in detecting danger and deciding what response foster; giving us interesting information for drivers education, road safety and accident reconstruction.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCICERI, MARIA RITA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2872enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28732014-05-22T08:18:57Zhdl_10280_52hdl_10280_67IL RUOLO DELLE TECNOLOGIE MOBILI NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE DI UN CONTESTO INTERSOGGETTIVO NEI PICCOLI GRUPPI. DUE STUDI SUL CAMPOThe role of mobile technologies in the construction of an intersubjective context within small groups. Two field studiesSTRADA, CRISTINAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEEtnografia, tecnologie mobili, osservazione, social network analysis, gruppo, intersoggettivà enunciativa, Ethnography, mobile devices, observation, group, utterance intersubjectivityIl presente lavoro, articolato in due studi etnografici, intende contribuire allo sviluppo del Modello dell’Intersoggettività Enunciativa, considerando aspetti fino a questo momento esclusi dallo stesso.
L’aspetto caratterizzante degli studi riguarda l’utilizzo di videoregistrazioni delle osservazioni etnografiche, utilizzate con obiettivi diversi. Nel primo caso sono prodotte in ottica di Etnografia Focalizzata, come supporto all’osservazione, mentre nel secondo sono utilizzate per effettuare ulteriori analisi a partire da quanto emerso dalla prima fase qualitativa.
Il primo è stato uno studio di etnografia focalizzata su un progetto pilota di educazione digitale per users non nativi digitali, all’interno del quale si è riscontrato come il device risulti di ostacolo alla collaborazione tra gli individui, in quanto essi non possiedono le conoscenze e competenze necessarie a favorirla. Diversamente, nel secondo studio è stato utilizzata la Social Network Analysis, con l’obiettivo di comprendere le modalità di interazione costituite all’interno di gruppi di studenti che lavorano in presenza, ai fini di un obiettivo comune, con il supporto di device mobili.
Dai risultati emerge come il dispositivo mobile funzioni ai fini della costruzione del mondo intersoggettivo condiviso solo se trasparente, evidenziando la necessità di considerare imprescindibile l’uso quotidiano e trasparente di tali tecnologie per tutte le fasce di popolazione.This work, organized into two ethnographical studies, aims at contributing to the development of the Utterance Intersubjectivity model considering aspects not yet included in such model.
The performed studies entail the use of videorecordings of ethnographic observations in multiple settings. In the first case, they are produced with a Focused Ethnography purpose in support to the observation, in the second case they are used after a preliminary qualitative step to perform an additional set of analyses.
The first study is a focused ethnography on a pilot project considering digital training for non digital-native users. The main outcome is the insight that the device results to be an impairment to the individuals collaboration, since they do not possess the required minimum level of knowledge and competence. In the second study a Social Network Analysis approach is used, with the objective to understand the interaction modalities that emerge within groups of co-located students working towards a common objective with the support of mobile devices.
Comparing the results of the studies emerges that mobile devices are effective in the construction of the shared intersubjective world only if they are transparent to the users, highlighting the need to promote and reinforce the everyday use of such technologies.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOGALIMBERTI, CARLO2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2873itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28742024-01-24T15:28:38Zhdl_10280_52hdl_10280_67PREVENZIONE DEL TUMORE ALLA MAMMELLA IN ITALIA: RAPPRESENTAZIONI, PROFILI PSICOLOGICI E PREDITTORI DI ANSIA PRE-SCREENING.BREAST CANCER PREVENTION IN ITALY: REPRESENTATIONS, PSYCHOLOGICAL PROFILES AND PRE-SCREENING ANXIETY PREDICTORSZULIANI, CHIARAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAPrevenzione di tumore alla mammella, rappresentazioni prevenzione, ansia pre-screening, breast cancer prevention, prevention representations, pre-screening anxietyIl presente lavoro di tesi affronta il tema della prevenzione del tumore alla mammella nell’ambito del contesto italiano. Con un primo studio ci si pone l’obiettivo di indagare le conoscenze, le rappresentazioni, le emozioni ed i comportamenti che donne del nord e del sud d’Italia hanno riguardo il concetto di prevenzione del tumore alla mammella. Nello specifico si vuole indagare se la cultura e il luogo di provenienza delle donne hanno un’influenza sulle loro rappresentazioni riguardo l’argomento di interesse. Questo obiettivo è stato perseguito con l’utilizzo di focus group condotti in Lombardia e in Campania. I risultati a questo studio hanno messo in luce notevoli differenze tra i due gruppi, in particolare rispetto alle conoscenze e alle pratiche preventive messe in atto.
Con un secondo studio si vuole indagare un ampio campione (N= 2070) di donne lombarde che partecipano allo screening mammografico (programma preventivo offerto dal SSN). All’interno di tale campione si voglio individuare profili psicologici caratterizzanti le donne e i predittori dell’ansia pre-screening, una variabile frequente tra i soggetti che si sottopongono a mammografia preventiva. I risultati a questo studio evidenziano la presenza di tre profili psicologici (cluster) all’interno dei quali si suddivide il campione. Questi profili differenziano le donne e le motivazioni che le conducono a prendere parte al programma di screening. Sempre grazie alle analisi effettuate per soddisfare gli obiettivi del secondo studio è stato possibile determinare che bassa stabilità emotiva, bassa qualità di vita e basso ottimismo hanno influenza nell’incrementare i livelli di ansia in donne in attesa di sottoporsi a screening mammografico.The present dissertation deals with the topic of breast cancer prevention in the Italian context. The first study of the research aimed to explore the knowledge, the representations, the emotions and the behaviors that northern and southern women have about breast cancer prevention. We want to investigate if cultural and contextual factors influence representations that women have about the topic of interest. We satisfied the objective of the first study conducting focus group in a northern and in a southern region of Italy. The outcome of this study highlighted differences between the two groups especially concerning women knowledge and their behaviors in regard to breast cancer prevention.
The second study aimed to investigate a sample (N=2075) of Italian northern women that choose to take part in the national breast cancer screening. The specific objectives of this study were the identification of psychological profiles that characterize this sample and pre-screening anxiety predictors, a common variable among women waiting to have a mammogram. The results at this study highlighted three clusters that differentiated women and the reason why they decide to take part in the prevention program. Analysis performed for the second study identified low emotional stability, low quality of life and low optimism as pre-screening anxiety predictors.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOBONANNO, GEORGESAITA, EMANUELA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2874enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357662017-12-14T02:02:30Zhdl_10280_14306hdl_10280_67INTRODUZIONE ALLA CRITICA MANZONIANA IN UNIVERSITA' CATTOLICAIntroduction to Manzoni critics in Università CattolicaLOMOLINO, SIMONAL-FIL-LET/12: LINGUISTICA ITALIANAL-FIL-LET/11: LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEAL-FIL-LET/10: LETTERATURA ITALIANAcritica manzoniana, Università Cattolica, bibliografia Alessandro Manzoni, Manzoni critics, Manzoni bibliographyLa tesi verte sulla critica manzoniana effettuata dai docenti di letteratura italiana non più in ruolo dell’Università Cattolica: l’attenzione si è concentrata sugli apporti che hanno maggiormente influenzato gli sviluppi successivi, per il loro valore intrinseco, il potenziale innovativo o lo spirito polemico. Ogni capitolo è dedicato a un singolo studioso; dopo una succinta introduzione biografica, si analizzano i principali contributi, raggruppati in modo tale da mantenere una coerenza di argomentazione e armonizzare il criterio contenutistico con quello cronologico delle opere prodotte. Parallelamente si rilevano collegamenti, differenze e punti di contatto fra le diverse opinioni, ma soprattutto gli elementi di originalità di ciascuna a livello di metodologie e strumenti usati, tipologia di critica e di scrittura, orientamento su aspetti specifici dell’opera manzoniana e novità apportate, oggetto delle riflessioni conclusive in chiusura di capitolo. E’ stato anche delineato il rapporto fra i singoli e le varie correnti, ripercorrendo a grandi linee l'evoluzione del pensiero critico italiano nei sec. XIX e XX. La figura e l’opera di Manzoni sono state indagate da un punto di vista ora tematico, ora stilistico, ora linguistico e filologico, tenendo in conto sia la tradizione letteraria italiana, che la cultura europea.
Particolare accuratezza è stata riservata alla bibliografia finale.The paper regards literary critics on Alessandro Manzoni, performed by professors of Università Cattolica: the attention is focused on the most important contributions, for their quality, innovation, polemic meaning. After an introduction, each chapter is dedicated to a single researcher: after a short biographical introduction, fundamental essays in chronological order are examined. In the same time relationships, differences and similarities are noticed, such as methodology, critic trends, writing style.
Life and works of Manzoni are investigated from a thematic, stylistic, linguistic and philological point of view, regarding both Italian literary tradition and European culture.
Relationship between each researcher and various critical currents is outlined, to range critical thinking evolution in Italy during XIX and XX centuries.
Finally, particular care was given to bibliography.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAFRARE, PIERANTONIO2017-07-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35766itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357812017-12-14T02:03:38Zhdl_10280_67hdl_10280_14306L’ANTI-VOLTAIRE. PASSIONI E DISSIDI MANZONIANIL'ANTI-VOLTAIRE. PASSIONI E DISSIDI MANZONIANIANTI-VOLTAIRE. MANZONI'S PASSION AND WORRIESCAPPELLETTI, CRISTINAL-FIL-LET/14: CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATEL-FIL-LET/11: LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEAManzoni, VoltaireManzoni in giovane età fu un grande ammiratore di Voltaire, che poi abbandonò o distrusse. La prima fase del lavoro analizza le prime biografie manzoniane, attraverso le quali si è cercato di capire quando si è diffusa la notizia, infondata, ma che ancora oggi trova credito, della distruzione da parte di Manzoni di tutti i volumi l’edizione del 1785 di tutte le opere di Voltaire.
Si è poi provveduto ad analizzare la bibliografia critica manzoniana, per definire al meglio lo status quaestionis degli studi. In particolare si è messo in luce il ruolo fondamentale della lezione crociana, riferimento obbligato per tutti coloro che si sono interessati ai debiti di Manzoni nei confronti delle opere di Voltaire.
Sono state poi analizzate le citazioni dirette di Voltaire nelle opere di Manzoni. Questa analisi ha permesso di isolare i singoli passi in cui Voltaire viene citato direttamente, l’ipotesi di partenze era quella che potesse esistere una “funzione Voltaire” nell’opera manzoniana; in molti casi, però, il rimando all’autore francese è in negativo: Manzoni sente infatti la necessità di correggere ed emendare quanto affermato
dall’illuminista.Manzoni was a great admirer of Voltaire, who then abandoned or destroyed.
The first phase of this work analyzes the old Manzoni’s biographies, through which it was tried to understand when born the unfounded news on Manzoni's destruction of all volumes of all the works of Voltaire.
Then we analyzed the Manzoni’s critical bibliography, to better define the status quaestionis of the studies.
Then this work analyzes Voltaire's direct quotes in Manzoni's works.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAFRARE, PIERANTONIO2017-12-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35781itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357682017-12-14T02:02:56Zhdl_10280_67hdl_10280_14306I TEMPI DELL'APOCALYPSIS NOVA: PROFEZIA E POLITICA AL TEMPO DI GIULIO IIFUSARI, GIUSEPPEL-ART/02: STORIA DELL'ARTE MODERNAM-STO/06: STORIA DELLE RELIGIONIM-STO/02: STORIA MODERNAApocalypsis Nova, Amedeo Menez de Sylva, Giorgio Benigno Salviati, Bernardino Carvajal, Santa Maria della Pace, San Pietro in Montorio, Lorenzo Violi, Girolamo Savonarola, Ubertino RisalitiLo studio intende rileggere criticamente le fonti contemporanee e appena successive alla stesura dell'Apocalypsis Nova, attribuita al beato Amedeo Menez de Sylva, inserendole nel più ampio dibattito sulla profezia e sulle attese apocalittiche della fine del XV secolo.This study is a critically re-read of the contemporary sources of the Apocalypsis Nova, attributed to Blessed Amedeo Menez de Sylva. The sources are inserting in the broader debate on prophecy and apocalyptic expectations of the late 15th century.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAZARDIN, DANILO2017-07-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35768itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1727572024-02-07T01:02:27Zhdl_10280_67hdl_10280_14306THE IMPACT OF AN INTERNATIONAL UNIVERSITY ENVIRONMENT ON STUDENT'S INTERCULTURAL COMPETENCE DEVELOPMENTHERMANS, JEANINE WILHELMINA MARIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEIntercultural competence development
Internationalisation of the curriculum
Internationalisation at home
Intercultural development inventory
Assessment of intercultural competence
Internationalisation, Higher education,Typology, international university, Research on internationalisation,
Internationalisation, strategy, Sviluppo della competenza interculturale, internazionalizzazione del curriculum, internazionalizzazione in loco, valutazione della competenza interculturale, internazionalizzazione, università internazionale, ricerca universitaria internazionale sulla strategia di internazionalizzazionePreparare gli studenti a un mondo globalizzato e sviluppare la loro
consapevolezza e comprensione interculturale sono alcuni dei fondamenti logici che
si trovano alla base del processo di internazionalizzazione dell’educazione superiore.
Sebbene il motivo originario alla base dell’internazionalizzazione di contribuire a un
mondo migliore e più pacifico sia stato sostituito dall’immediatezza del mercato del
lavoro globalizzato, i leader nel campo dell’istruzione superiore continuano a
sottolineare sempre di più l’importanza della competenza interculturale includendola
nei loro obiettivi d’apprendimento (learning outcomes). Per raggiungere questo
risultato, le strategie di internazionalizzazione usate dalle istituzioni di istruzione
superiore sono andate oltre al concetto di mobilità per includere programmi come
Internationalisation at Home (IaH) – Internazionalizzazione a Casa (IaH) e
Internationalisation of the Curriculum (IoC) – Internazionalizzazione del Curriculum
(IoC). L’attenzione si concentra sempre di più sul processo di internazionalizzazione
delle università stesse allo scopo di creare un’esperienza internazionale per tutti gli
studenti.
Allo stesso tempo risulta evidente la crescente necessità di fare uso di
approcci basati sulla ricerca (evidence-based) per sostenere il successo
dell’internazionalizzazione. Le università forniscono ciò che promettono? L’obiettivo
di questo studio è quello di indagare come le università aumentano il livello di
consapevolezza e comprensione interculturale dei loro studenti insieme alla loro
abilità di funzionare nel mondo globalizzato tramite l’internazionalizzazione dei loro
campus. Lo scopo della ricerca è stato quello di individuare il modo in cui l’ambiente
sociale di un’università influenza lo sviluppo della competenza interculturale nel
campus. Lo studio sfida e mette alla prova la visione tradizionale comunemente
diffusa tra molti leader universitari secondo la quale l’esposizione alla diversità sul
campus porta allo sviluppo della competenza interculturale.
Rispetto alla ricerca già esistente sugli elementi che costituiscono un ambiente
universitario internazionale, questa ricerca ha voluto includere le interazioni sociali
che avvengono nel curriculum formale, nelle attività co-curricolari, nella vita
xii
studentesca e nella più ampia comunità socio-culturale dell’università. Esso si
posiziona all’incrocio tra le strategie internazionali per la mobilità, i programmi IaH e
IoC e si concentra sull’impatto che l’ambiente universitario ha sui risultati degli
studenti in termini di sviluppo della competenza interculturale.
Questo studio indaga i seguenti quesiti di ricerca:
1. Qual è l’impatto dell’ambiente sociale sullo sviluppo della competenza
interculturale degli studenti mentre essi si trovano nel campus?
2. Quali forme di interazione sociale contribuiscono allo sviluppo della
competenza interculturale degli studenti mentre sono nel campus?
3. Le caratteristiche specifiche della storia personale di uno studente
promuovono o ostacolano lo sviluppo della competenza interculturale mentre
si è presenti nel campus?Preparing students for a globalised world and developing their intercultural
awareness and understanding are some of the traditional rationales for
internationalising higher education. Although the original underlying motive of
contributing to a better and more peaceful world has been superseded by readiness
for a globalised labour market, leaders in higher education continuously and
increasingly stress the importance of intercultural competence and include this in
their intended learning outcomes. To achieve this student outcome, higher education
institutions’ internationalisation strategies have moved beyond mobility to include
Internationalisation at Home (IaH) and Internationalisation of the Curriculum (IoC).
The focus increasingly lies on internationalising the university to create an
international experience for all students.
At the same time, there is a growing call for evidence-based approaches to
underpin the success of internationalisation. Are universities delivering what they
promise? This study investigated how universities, by internationalising their
campuses, enhance their students’ intercultural awareness and understanding, as
well as their ability to function in this globalised world. The aim of this research was
to understand how a university’s social environment impacts students’ development
of intercultural competence on campus. The study challenges and tests the
commonly held traditionalist view of many university leaders that exposure to
diversity on campus leads to intercultural competence development.
In the context of the extant research on what constitutes an international
university environment, this research included the social interactions in the formal
curriculum, in co-curricular activities, student life and in the wider socio-cultural
community of the university in its scope. The study is positioned at the intersection
between international strategies for mobility, IaH and IoC, and focuses on the impact
the university environment has on student outcomes in terms of intercultural
competence development.
xx
In this study the following research questions were investigated:
4. What is the impact of the social environment on students’ development of
intercultural competence whilst they are on campus?
5. What forms of social interaction contribute to the development of intercultural
competence in students whilst on campus?
6. Do specific characteristics of a student’s personal history help or hinder the
development of students’ intercultural competence whilst on campus?Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLADE WIT, HANSLEASK, BETTY2016-12-15T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/172757enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357832017-12-14T02:03:05Zhdl_10280_14306hdl_10280_67TRA RINNOVAMENTO E CONTESTAZIONE, APPROCCI CULTURALI AL POST-CONCILIO. IL CENTRO CULTURALE CHARLES PÉGUY E LA CASA EDITRICE JACA BOOKBetween religious renewal and student unrest: cultural approaches to post-Council.
The Charles Péguy Cultural Center and Jaca Book publishing house.BONGIOLATTI, PIETROM-STO/07: STORIA DEL CRISTIANESIMO E DELLE CHIESEM-STO/04: STORIA CONTEMPORANEAContestazione, Sessantotto, Vaticano II, Jaca Book, Centro Culturale Charles Péguy, Vatican II, Sixty-eight, Editoria, publishing houseNella prima parte del presente lavoro si indaga l’attività del Centro Culturale Charles Péguy di Milano dalla fondazione nel 1964 alla contestazione nel 1968. Il Centro era nato da giovani laureati che avevano fatto parte di Gioventù Studentesca. Alcuni di essi nel 1966 fondarono anche la casa editrice Jaca Book, a cui è dedicata la seconda parte dell’elaborato. Attraverso l’analisi dell’attività culturale del Centro Péguy e delle pubblicazioni firmate da alcuni dei membri dello stesso si ricostruisce l’approccio tenuto nei confronti di alcuni dei temi più problematici degli anni immediatamente precedenti il Sessantotto come il rapporto con i comunisti, l’interpretazione del Concilio e la recezione della cultura neo-marxista. Attraverso l’analisi del catalogo di Jaca Book si è potuto analizzare l’evolversi di questi temi negli anni della contestazione e il loro progressivo sviluppo nell’ambito della politica, dell’economia e della teologia.The first part of this work investigates the activity of the Charles Péguy Cultural Center in Milan from its foundation in 1964 to the 1968 protests. That center was established by some young people at the end of their university path that during the Fifties and the Sixties participated to Gioventù Studentesca. In 1966 some of the members of the center Charles Péguy begun a publishing house called Jaca Book to whom is dedicated the second part of the thesis. Through the analysis of the cultural activity of Péguy Cultural Center and the articles published by its members on some periodicals this work retraces the approach they had to some of the most problematic themes of the years that prepared the Sixty-eight as the relationship with the communists, the interpretation of the Vatican II and the reception of the neo-marxist culture. Inspecting the Jaca Book catalog was possible to analyze the evolution of that themes during the years of the student protests until 1975 and their progressive development in politics, economics and theology.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLABOCCI, MARIA2017-12-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35783itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357652017-12-14T02:03:08Zhdl_10280_14306hdl_10280_67LIFE SKILLS E PROMOZIONE DEL BENESSERE IN ITALIA E ROMANIA: MODELLI DI INTERVENTO A CONFRONTOTINGIRE, MIRELAM-PED/01: PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALElife skills, benessere, promozione, salute, stili di vitaEvidenze scientifiche rivelano che gli stili di vita adottati dalle persone influiscono sulla propria salute determinando, nel tempo, alcune tra le maggiori cause di morte che colpiscono la nostra società. Queste condotte, spesso maturate in giovane età, comprendono il consumo di tabacco, di sostanze psicotrope, di alcol, un’alimentazione poco salutare, un’attività fisica e comportamenti sessuali inadeguati. In questo scenario, emerge il bisogno di sviluppare e promuovere nuove abilità, come ad esempio le life skills, in grado di equipaggiare le giovani generazioni per poter affrontare meglio le situazioni particolari di vita.
Nel 2015, il Rapporto Unesco Education for All. Global Monitoring Report ribadisce l’importanza di “garantire che le esigenze di apprendimento di tutti i giovani e gli adulti vengano soddisfatte attraverso un equo accesso ad adeguati programmi di apprendimento e di sviluppo delle life skills”. L’Agenda post 2015 intitolata Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile esprime la necessità di “assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” e “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti”.
Tuttavia, l’approccio più comune usato per molti anni per prevenire il consumo di sostanze tra i giovani, era basato sull’informazione, sull’intimidazione e sulla paura. La valutazione di queste strategie si era rivelata inefficace. Inoltre, mancavano le evidenze scientifiche per verificarne l’efficacia. Risulta quindi necessario trovare strategie e modelli adatti per promuovere le abilità di vita che riescano a modificare i comportamenti a rischio.
In questo scenario, la ricerca indaga le modalità con le quali i modelli basati sul potenziamento delle life skills vengono adattati e impiegati nei contesti scolastici della Lombardia e Romania; approfondisce le modalità di impiego di alcuni programmi di prevenzione, promozione ed educazione alla salute basati sulle life skills e ritenuti particolarmente significativi, per farne emergere particolarità, differenze, criticità e potenzialità. I programmi selezionati e analizzati sono: LifeSkills Training Program e Unplugged per il contesto italiano e il “Programma Nazionale di Educazione alla Salute” e “Necenzurat” (Incesurato) per il contesto rumeno.Scientific findings reveal that the lifestyles adopted by people influence their health leading, over time, to some of the major causes of death that affect our society. These behaviors, often gained at a young age, include the consumption of tobacco, alcohol, drugs, an unhealthy diet, improper physical activity and sexual behaviors. In this scenario, the need to develop and promote new skills able to equip the younger generation in order to better face the special situations of life, emerges.
The Unesco Education for All. Global Monitoring Report1 reiterated the importance of "ensuring that the learning needs of all children and adults are met through a fair access to appropriate learning and life skills development programmes". The document Transforming our world: The 2030 Agenda for Sustainable Development expressed the need to "ensure the health and wellbeing for all and for all ages" and to "provide quality education, fair and inclusive growth and learning opportunity for all."
However, the most common approach used for many years to prevent drug use among children, was based on information, intimidation and fear. The assessment of these strategies has proved to be ineffective. Furthermore, it lacked of scientific evidences to prove its effectiveness. It is, therefore, necessary to find strategies suitable for promoting the life skills need to change risky behaviors.
The research investigates the ways in which the models based on the development of life skills are adapted and employed in school settings in Lombardy and Romania; explores the use of some programs deemed especially significant, to bring out particularity, differences, challenges and potential. The programs are: LifeSkills Training Program and Unplugged for the Italian context and “The National program of health education" and "Necenzurat" for the Romanian context.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLASIMEONE, DOMENICO2017-07-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35765itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357822017-12-14T02:03:10Zhdl_10280_14306hdl_10280_67Approcci innovativi alla modellizzazione della corteccia cerebrale: analisi automatizzate della citoarchitettonica corticaleINNOVATIVE APPROACHES TO THE MODELING OF THE CEREBRAL CORTEX: AUTOMATED ANALYSIS OF CORTICAL CYTOARCHITECTONICSDE GIORGIO, ANDREABIO/16: ANATOMIA UMANAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICACerebral cortex, motor cortex, Mean absolute deviation, 3Rs principleIn questa tesi descriviamo una procedura automatizzata per l’analisi della corteccia motoria dello scimpanzè, del Macaca fascicularis e del cavallo, basata su un nuovo metodo computerizzato di analisi delle sezioni colorate attraverso il metodo di Nissl, al fine di studiare la corteccia cerebrale in specie differenti. Le microfotografie delle sezioni sono state elaborate con una procedura standardizzata usando il software ImageJ. Questa procedura ha previsto la suddivisione degli strati corticali, dal primo al sesto, in diversi frames. Per misurare la complessità delle cellule nervose (cioè quanto una cellula fosse diversa dalle adiacenti) abbiamo utilizzato un modello di rappresentazione statistica non-parametrica che mostra come la complessità può essere espressa in termini di un adeguato indice di dispersione statistica quale il MAD (mean absolute deviation).
Abbiamo quindi dimostrato che gli strati piramidali della corteccia motoria del cavallo sono più irregolari di quelli di scimpanzè e Macaca fascicularis. La combinazione dell’analisi automatica delle immagini e delle analisi statistiche consente pertanto di confrontare e classificare la complessità della corteccia motoria attraverso diverse specie. Il modello viene proposto come strumento al fine di contribuire a stabilire le somiglianze cerebrali tra umani e animali, rispettando il principio delle 3R.In this thesis we describe an automated procedure based on a new computerized method of partitioning Nissl-stained sections of the motor cortex of the chimpanzee, crab-eating monkey, and horse, to study the neocortex in different species. Microphotographs of the sections were first processed using a standard procedure in ImageJ, then the stained neuronal profiles were analyzed within continuously adjoining frames from the first to the sixth layer of neocortex. To measure the neuronal complexity (how a given cell is different from its neighbors) we used a general non-parametric data representation model showing that the complexity can be expressed in terms of a suitable measure of statistical dispersion such as the mean absolute deviation. We demonstrated that the pyramidal layers of the motor cortex of the horse are more irregular than those of the monkeys studied. The combination of automated image analysis and statistical analysis made it possible to compare and rank the motor cortex complexity across different species. Therefore, we are confident that our work will help to establish brain similarities between humans and animals used for alimentary purpose, whose brain is often discarded. This, in turn, will allow to carry out the experimental brain research obeying the 3Rs principle.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAGRANATO, ALBERTO2017-12-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35782enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357702017-12-14T02:03:14Zhdl_10280_67hdl_10280_14306«SOLO CIÒ CHE FRUTTIFICA E' VERO» FENOMENO E STRUTTURA IN HEINRICH ROMBACH"Only that which is fruitful is true". Phenomenon and structure in Heinrich Rombach.ROSSI, STEFANO FABIOM-FIL/03: FILOSOFIA MORALEM-FIL/01: FILOSOFIA TEORETICAM-FIL/06: STORIA DELLA FILOSOFIAphenomenology, fenomenologia, existentialism, esistenzialismo, struttura, structure, Dilthey, Lebenswelt, mondo della vita,life-world, WeltanschauungLa tesi prende in considerazione l'opera di H.Rombach (1923-2004) come esempio di sviluppo di alcune tesi heideggeriane e recupero di una certa tradizione filosofica tedesca che proprio la grande fama di Heidegger ha contribuito a rendere non operativa.The thesis takes into consideration the work of H. Rombach (1923-2004) as a development of some Heideggerian intuitions, along with the recovery of some aspects of the German philosophical tradition that the great fame of Heidegger has contributed to obscureUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLALENOCI, MICHELE2017-07-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35770itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357692017-12-14T02:03:19Zhdl_10280_67hdl_10280_14306I LIBRI DI LETTURA LOMBARDI PER LA SCUOLA ELEMENTARE TRA OTTO E NOVECENTO: LE CASE EDITRICI AGNELLI, RISVEGLIO EDUCATIVO, TREVISINI E VALLARDI.DIANI, CARLAM-PED/02: STORIA DELLA PEDAGOGIAStoria della scuola elementare, storia del libro di testo, libri di lettura, case editrici lombarde, Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini, Vallardi, history of elementary school, history of textbook, reading textbooks, Lombard publishers, Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini, Vallardi.Il libro scolastico, nella sua duplice fisionomia di supporto didattico e di prodotto editoriale e sociale, costituisce una preziosa fonte per la ricostruzione della storia pedagogica e didattica, culturale e politica dalla seconda metà del Settecento sino al primo ventennio del Novecento. Sulla base di questa premessa la tesi si propone di evidenziare la valenza educativa e didattica della letteratura scolastica per l’infanzia e il ruolo ricoperto dalla scuola nella formazione dei fanciulli italiani tramite l’analisi quantitativa e qualitativa dei principali libri di lettura editi in Lombardia tra Otto e Novecento.
Dopo una panoramica generale sulla produzione editoriale scolastica della realtà italiana, la ricerca fa emergere i contenuti, l’apparato iconografico e la forma linguistica di 65 libri di lettura, adottati a livello nazionale nelle scuole elementari e pubblicati nei decenni postunitari (1871-1923) da case editrici lombarde di notevole rilievo, quali Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini e Vallardi.The textbook, in its dual aspect of educational support and publishing and social product, is a precious source to reconstruct educational, teaching, cultural and political history from the second half of the eighteenth century to the first decades of the twentieth century.
This thesis aims to underline the educational and teaching value of school literature and the role played by school in the education of Italian children through a quantitative and a qualitative analysis of the main reading textbooks published in Lombardy between the nineteenth and the twentyth centuries.
After a general overview of the editorial school production of the Italian situation, the research focus on the contents, the iconography and linguistic form of 65 reading textbooks, adopted nationally in the elementary schools and published in the decades after the unification (1871-1923) by important Lombard publishers, such as Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini and Vallardi.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAPOLENGHI, SIMONETTA2017-07-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35769itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/357672017-12-14T08:47:32Zhdl_10280_14306hdl_10280_67L'EREDITA' EDUCATIVA DI EXPO 2015. PEDAGOGIA DELL'AMBIENTE, ALIMENTAZIONE, ECOLOGIA INTEGRALEGIOVANAZZI, TERESAM-PED/01: PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALEExpo 2015, pedagogia dell'ambiente, alimentazione, ecologia integrale, benessere sostenibile, Expo 2015, environmental pedagogy, nutrition, integral ecology, sustainable well-beingLa ricerca si propone di esplorare e approfondire secondo una prospettiva pedagogica la tematica alimentare, traendo spunto dalla molteplicità delle sollecitazioni offerte dall’esposizione universale Feeding the Planet, Energy for Life, in stretta connessione con la Lettera Enciclica di Papa Francesco, Laudato si’.
La riflessione pedagogica è chiamata ad offrire un’interpretazione complessa del rapporto tra visioni antropologiche ed emergenze educative per elaborare nuove reti di conoscenza e azione nella prospettiva del bene comune e della sostenibilità della vita. Educazione, ricerca e formazione rappresentano strumenti significativi per garantire l’equità e il riconoscimento del diritto fondamentale a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per l’intera umanità.
Il principale obiettivo della ricerca è di individuare l’eredità educativa di Expo 2015 di fronte alle sfide alimentari del pianeta, attraverso un approccio sistemico ai problemi sociali, culturali, economici e ambientali. La tesi offre una recensione critica di contributi peculiari sulla cultura alimentare tra tradizione e innovazione, per generare prospettive euristiche nel segno dello sviluppo umano tra passato e futuro.
Emblematica è l’esigenza di educare al “benessere sostenibile” per promuovere la qualità della vita e diffondere best practices di alimentazione in ambito familiare, scolastico e delle comunità su scala locale e globale, nell’orizzonte della sostenibilità. Una “pedagogia del benessere” raccoglie la sfida di individuare e “progettare” competenze alimentari, nell’epoca del diritto al cibo tra cura educativa e ecologia integrale, tra stili di vita e custodia del creato.The research intends to explore and analyze nutrition from a pedagogical point of view, inspired by the universal exposition Feeding the Planet, Energy for Life, in close connection with the Encyclical Letter of Pope Francis, Laudato si'.
Pedagogical research offers a complex interpretation of the relationship between anthropological concepts and educational challenges to develop new networks of knowledge and action in the prospect of the common good and sustainability of life. Education, research and training are important tools to ensure equity and the recognition of the fundamental right to healthy, safe and sufficient nutrition for the entire humanity.
The main aim of the research is to identify the educational heritage of Expo 2015 in face of the food challenges of the planet through a systemic approach to social, cultural, economic and environmental issues. The thesis offers a critical review of peculiar contributions to food culture between tradition and innovation, to generate heuristic prospects for human development between past and future.
The need to educate “sustainable well-being” to promote quality of life and to disseminate best practices of nutrition in family, school and community on a local and global scale is emblematic. A “pedagogy of well-being” raises the challenge of identifying and "designing" food skills in an era of the “right to food”: in educational care and integral ecology, lifestyles and environmental protection.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAMALAVASI, PIERLUIGIBIRBES, CRISTINA2017-07-04T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/35767itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/429582018-05-31T08:01:36Zhdl_10280_14306hdl_10280_67LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALEBUSEDRA, SULIMANM-PED/04: PEDAGOGIA SPERIMENTALElibia, educazione, scuole, comunità araba in italia, libya, education, schools, arab community in italyIl tema più generale dell`insegnamento scolastico in Libia, dal colonialismo italiano del 1911, fino il 1934, l’autorità italiana in Libia ha permesso l’accesso alla scuola solo per i maschi, usando la lingua araba e la lingua italiana per l’insegnamento. Nel 24.12.1951, la Libia ha avuto la suo indipendenza, il nuovo governo libico ha messo le prime basi di un sistema educativo completo che potesse formare una classe dirigente nazionale qualificata per gestire lo stato. I programmi e i metodi di insegnamento, con l’obbligo di studio per tutti fino alla terza media, si possono constatare i cambiamenti culturali e politici della Libia. Nel 1969, la rivoluzione libica, ha portato più impegno verso lo sviluppo dell’educazione per combattere l’analfabetismo, inoltre ha dato la possibilità agli studenti di avere borse di studio all’estero. Con la difficoltà di trovare testi e materiale, a causa del caos e la drammatica situazione che stava passando la Libia dopo la rivolta del 17.02.2011, si sono dovuti attuare dei cambiamenti nei programmi scolastici a causa della scarsità di fornitura dei libri in quasi tutto il paese. Infatti per sopperire a queste mancanze, si sono dovute attuare nuove riforme per conformare gli edifici scolastici danneggiati dalla guerra. I ritardi nei restauri degli edifici, i problemi della mancanza dei libri scolastici, tutto questo ha messo l`istruzione davanti a sfide che i due governi ancora oggi sono incapaci di affrontare. A causa dell`aumento della comunità libica residente all`estero, il governo libico decise di aprire delle scuole arabo - libiche in paesi stranieri, in Italia sono due, situate rispettivamente a Roma e Milano, che seguissero gli ufficiali programmi educativi libici. In queste scuole vennero accettati anche studenti di altri paesi arabi.The most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOMARCHETTI, ANTONELLAVIGANO', RENATA MARIA2018-05-29T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/42958itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1449322023-08-18T00:04:15Zhdl_10280_50990hdl_10280_67La relazione tra esperienza di benessere e apprendimento negli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)LA RELAZIONE TRA ESPERIENZA DI BENESSERE E APPRENDIMENTO NEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO (DSA)MAGENES, SARAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEbenessere, adolescenza, clima scolastico, engagement, Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)Il presente progetto di ricerca si articola in tre studi e ha l’obiettivo di indagare l’esperienza di benessere nell’adolescenza secondo i principi della Psicologia Positiva. Più precisamente, il primo studio si pone l’obiettivo di adattare e valutare le caratteristiche psicometriche di uno strumento che valuta il benessere, il Comprehensive Inventory of Thriving (CIT) in età adolescenziale (14-19 anni), misura già validata per le fasce di età inferiori. Il secondo studio del presente progetto di ricerca restringe il suo raggio di azione ed intervento su un contesto specifico e fondamentale per gli studenti: la scuola. Proprio per questo motivo, l’obiettivo è di indagare la relazione tra il benessere, il vissuto emotivo, lo student engagement e il clima scolastico percepito dagli studenti della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado, con una particolare attenzione agli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Infine, il terzo studio si è posto l’obiettivo di indagare e valutare i vissuti emotivi negli studenti con un Disturbo Specifico di Apprendimento, la Dislessia Evolutiva (DE), in relazione all’apprendimento di una lingua straniera, come l’inglese. A questo proposito, verrà presentato il processo di costruzione e validazione del KIT Includi. Questo intervento educativo nasce all’interno di un ampio progetto finanziato (Interreg-Italia Svizzera) e si pone l’obiettivo di sostenere l’inclusione sociale e il miglioramento dell’esperienza scolastica degli studenti con DE nella scuola secondaria di I e II grado. Il progetto è stato finalizzato a promuovere l’apprendimento della lingua inglese con metodologie didattiche ideate in funzione del modello MIND, un approccio che evidenzia le attitudini e i punti di forza degli studenti con dislessia.The present research project consists of three studies and aims to investigate the experience of well-being in adolescence, according to the principles of Positive Psychology. More specifically, the first study aims to adapt and evaluate the psychometric characteristics of an instrument that assesses well-being, the Comprehensive Inventory of Thriving (CIT), in adolescence (14-19 years). Such measure has already been validated for younger children. The second study of the present research project narrows its scope and intervention to a specific and fundamental context for students, i.e. the school. In detail, the aim of this study is to investigate the relationship between well-being, emotional experience, student engagement and perceived school climate among high school students, with a special focus on students with Specific Learning Disorders (SLD). Finally, the third study is aimed to investigate and assess emotional experiences in students with a SLD, in particular Developmental Dyslexia (DD), in relation to learning a foreign language, such as English. In this regard, the Includi KIT has been created thanks to a funded project (Interreg-Italy Switzerland), aimed to support the social inclusion and improvement of the quality of life of students with DD in secondary school.
The project was aimed at promoting the learning of the English language with teaching methodologies designed according to the MIND model, an approach that highlights the attitudes and strengths of students with dyslexia.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOLANZ, MARGHERITATRAFICANTE, DANIELA2023-05-15T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/144932itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1451052023-06-13T00:03:06Zhdl_10280_67hdl_10280_50990AUTHORSHIP AS MANAGING/OWNING DIFFERENCES: A RELATIONAL, CULTURAL AND PRACTICAL PERSPECTIVE ON FACILITATORS OF CHANGE IN HEALTHCARE ORGANISATIONSPIRIA, MARTAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIITA: Autorialità organizzativa, differenze, metodi qualitativi, etnografia, approccio narrativo, pratiche lavorative, cultura organizzativa, approccio relazionale, cambiamento, facilitazione del cambiamento, professioni sanitarie, organizzazioni sanitarie, organizzazioni socio sanitarie
ENG: Organizational authorship, differences, qualitative methods, ethnography, narrative approach, work practices, organisational culture, relational approach, change, facilitation of change, healthcare professions, healthcare organisations, social health organisationsLa tesi è il risultato di un lavoro di ricerca volto ad esplorare come i professionisti in ruoli di facilitazione del cambiamento in contesti sanitari e sociosanitari esercitino l'autorialità organizzativa. L'autorialità organizzativa, intesa come influenza del professionista sulla propria realtà organizzativa e sul ruolo ricoperto, comporta processi relazionali, culturali e pratici ed è strettamente connessa alla gestione delle tensioni e delle differenze. In contesti fortemente impattati dal cambiamento, i ruoli di facilitazione sono fondamentali per tradurre piani, regolamenti e linee guida in pratiche e azioni che possano essere non solo implementate ma anche interpretate culturalmente e localmente, tenendo in considerazione bisogni, risorse e limiti contestuali. La ricerca ha utilizzato approcci etnografici e narrativi per studiare come i facilitatori del cambiamento all'interno di due organizzazioni sanitarie affrontano le differenze, l'impatto che i facilitatori hanno sui processi di autorialità organizzativa in situazioni di cambiamento organizzativo e quali risorse pratiche, culturali e relazionali vengono utilizzate per promuovere processi critici e riflessivi per un approccio alle differenze più sostenibile e rispettoso. Questo contributo fornisce informazioni su come sostenere più consapevolmente i processi di cambiamento e la comune negoziazione di significati e autorialità organizzativa all'interno delle strutture sanitarie e socio-sanitarie.The thesis is the result of a research work aiming to explore how professionals in roles of facilitation of change in healthcare and social health contexts exercise organisational authorship. Organizational authorship, defined as one’s influence upon organisational reality and role occupied entailing relational, cultural and practical processes, is closely connected to managing tensions and differences; in contexts highly impacted by change, roles of facilitation are fundamental for translating plans, regulations and guidelines into practices and actions that can be not only implemented but also culturally and locally interpreted, considering contextual needs, resources and limitations. The research employed ethnographic and narrative approaches to study how facilitators of change inside two healthcare organisations tackle differences, the impact the facilitators have on authorship processes around organizational change, and what practical, cultural and relational resources are used to foster critical and reflexive processes for a more sustainable and respectful approach to differences. This contribution provides insight into how to support change processes more consciously and the communal negotiation of meaning-making and authorship inside healthcare and social health settings.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOLANZ, MARGHERITAGORLI, MARA2023-05-15T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/145105enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1451042024-01-24T16:14:50Zhdl_10280_50990hdl_10280_67Il potenziale della tecnica di narrazione trasformativa per supportare il benessere informale del caregiverTHE POTENTIAL OF THE TRANSFORMATIVE STORYTELLING TECHNIQUE FOR SUPPORTING INFORMAL CAREGIVER WELLBEINGThe Potential of the Transformative Storytelling Technique for supporting informal caregiver wellbeingPETROVIC, MILICAM-DEA/01: DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHEM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEtransformative storytelling technique, digital narrative, identity, informal caregiverIn una società in cui i progressi e le innovazioni si verificano quotidianamente, lo sviluppo di strumenti digitali per la salute mentale continua a ritmi quasi incontrollabili. Seguendo le tendenze nell'utilizzo dello storytelling in tutti i campi e riflettendo sulla mancanza di modelli di lavoro e strutture per l'applicazione dello storytelling nel supporto della salute mentale, la Transformative Storytelling Technique è progettata e sviluppata come parte di questo lavoro. Questa tecnica rappresenta una nuova categoria per la creazione di contenuti ibridi per guidare l'esperienza del pubblico, a partire dal caso dei caregiver informali.
Lo scopo di questa dissertazione è introdurre ed esplorare la fattibilità di una nuova tecnica - Transformative Storytelling (TST) - nel supportare la salute mentale e il benessere dei caregiver informali con storie audio progettate. La tesi è presentata in quattro capitoli in linea con gli obiettivi e strutturata secondo le fasi di ricerca e sviluppo applicate nello sviluppo di questa nuova tecnica.
In questo lavoro viene utilizzato il disegno del metodo misto, inclusa la revisione qualitativa dell'ambito nel primo studio, l'indagine narrativa utilizzando interviste semi-strutturate progettate seguendo le categorie di esplorazione TST a priori nel secondo studio e lo studio quantitativo pre-post interventistico combinato con il facciale monitoraggio dell'espressione nello studio pilota. La Transformative Storytelling Technique è dimostrata come un approccio metodologico e narrativo digitale potenzialmente di successo per strutturare, sintetizzare tematicamente le esperienze dei gruppi target e consegnarle attraverso la narrazione digitale. Questo potenziale è stato osservato nella valutazione pilota pre-post, in cui la tecnica ha dimostrato una significativa riduzione del carico soggettivo e un significativo aumento della felicità durante l'esposizione della storia TST.
Nello Studio 1, vengono esplorati gli strumenti di salute mentale digitale esistenti per i caregiver informali, seguiti dallo Studio 2 in cui è stata discussa e proposta una potenziale soluzione di supporto. In linea con ciò, il lavoro continua con lo Studio 3 in cui la Transformative Storytelling Technique viene adattata dal Transformative Video Design e viene eseguita la dimostrazione metodologica. Successivamente, la valutazione pilota della tecnica menzionata nello Studio 4 è inclusa per testare la fattibilità dell'utilizzo della tecnica di narrazione per supportare i caregiver informali con narrazioni digitali TST. Infine, i limiti e le implicazioni per la ricerca futura sono discussi nella sezione finale.In a society where advances and innovations occur daily, the development of digital mental health tools continues at almost uncontrollable rates. Following trends in utilization of storytelling across fields and reflecting on the lack of working models and frameworks for application of storytelling in mental health support, the Transformative Storytelling Technique is designed and developed as a part of this work. This technique represents a new category for creating hybrid content to guide the experience of audiences, starting with the case of informal caregivers.
The aim of this dissertation is to introduce and explore the feasibility of a novel technique – Transformative Storytelling (TST) - in supporting informal caregivers’ mental health and wellbeing with designed audio stories. The dissertation is presented in four chapters in line with the objectives and structured according to the research and developmental phases applied in developing this novel technique.
Mixed-method design is used in this work, including qualitative scoping review in first study, narrative inquiry using semi-structured interviews designed following a-priori TST categories of exploration in the second study, and quantitative pre-post interventional study combined with the facial expression tracking in the pilot study. Transformative Storytelling Technique is demonstrated as a potentially successful methodological and digital narrative approach for structuring, thematically synthesizing experiences of target groups, and delivering them via digital narration. This potential was observed in the pilot pre-post assessment, where the technique demonstrated significant reduction of the subjective burden and a significant increase in happiness during the TST story exposure.
In Study 1, the existing digital mental health tools for informal caregivers are being explored, followed by the Study 2 where a potential support solution has been thoroughly discussed and proposed. In line with that, the work continues with Study 3 where the Transformative Storytelling Technique is adapted from the Transformative Video Design and methodological demonstration is being performed. Next, the pilot assessment of the mentioned technique in Study 4 is included to test the feasibility of using the storytelling technique for supporting informal caregivers with TST digital narratives. Finally, limitations and implications for future research are discussed in the final section.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOLANZ, MARGHERITATAGLIABUE, SEMIRAPAGNINI, FRANCESCOSAITA, EMANUELACONFALONIERI, EMANUELA2023-05-15T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/145104itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1671522023-12-01T01:01:17Zhdl_10280_50990hdl_10280_67THE PSYCHOLOGICAL NATURE OF MONEY: EVIDENCE FROM A MULTI-METHOD RESEARCH WITH A LIFE-CYCLE PERSPECTIVESESINI, GIULIAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIPsychology of money, age differences, symbolic-affective meanings, psicologia del denaro, differenze di età, significati simbolico-affettiviBackground: Ricerche precedenti hanno evidenziato l'importanza di indagare il concetto di denaro da una prospettiva psicologica, riconoscendo che la sua natura si estende ben oltre le sole funzioni economiche. Tuttavia, la letteratura esistente sul tema presenta limitazioni che necessitano di essere affrontate. Progressi sia metodologici che teorici sono infatti fondamentali per ottenere una comprensione più completa di come le persone si relazionano al denaro. Inoltre, finora è stata dedicata scarsa attenzione alle differenze legate all'età, nonostante gli studiosi concordino sull'importanza di considerare le fasi del ciclo di vita in relazione ai costrutti economici.
Obiettivi: Il presente lavoro si propone di indagare come gli individui attribuiscano significato al denaro, approfondendone i connotati simbolici e affettivi. Inoltre, la ricerca si pone l’obiettivo di comprendere le divergenze nei significati attribuiti al denaro tra individui in diverse fasi della propria vita, con un'attenzione specifica ai giovani adulti.
Metodologia: La ricerca ha adottato un approccio misto, composto da tre fasi. Nella fase iniziale, è stata condotta una scoping review per mappare la letteratura esistente sul tema dell’atteggiamento verso il denaro, che costituisce l'argomento più ampiamente studiato nell’ambito della psicologia del denaro. Lo scopo di questa prima fase è stato di analizzare aspetti metodologici e teorici e di tracciare la relazione tra gli atteggiamenti verso il denaro e le variabili a essi associate. Il secondo studio si è proposto di ricostruire la rappresentazione sociale del denaro, stabilendo un collegamento con il concetto di crisi economica. 305 partecipanti hanno preso parte allo studio, che ha impiegato dati sia qualitativi che quantitativi. Infine, attraverso tre studi quantitativi, è stata convalidata la Scala degli Stili Monetari, esplorando i significati simbolici e affettivi del denaro. In tutte e tre le fasi, è stata data particolare attenzione alle differenze di età.
Risultati: La revisione sistematica ha rivelato la complessità che circonda il concetto di atteggiamento verso il denaro, consentendo l'identificazione di gap in letteratura e fornendo indicazioni per le fasi successive della ricerca. Il secondo studio ha fornito preziose intuizioni sulla rappresentazione sociale del denaro, rivelando la sua natura duale e stabilendo un collegamento con la crisi economica. Inoltre, ha messo in luce differenze d'età, con i giovani più inclini a una prospettiva pragmatica e negativa sul denaro. Lo studio finale ha validato la Scala degli Stili Monetari, offrendo intuizioni sulla connessione tra i significati simbolici e affettivi del denaro e i comportamenti finanziari. Sono emerse inoltre differenze basate sul ciclo di vita, con i giovani più inclini a mantenere una visione egoistica ed emotivamente carica del denaro.
Conclusioni: Il presente lavoro ha sottolineato l'importanza di esplorare il denaro da una prospettiva psicologica. La psicologia del denaro rappresenta dunque un terreno fertile per i contesti accademico, pubblico e privato, con l'obiettivo di sostenere gli individui nello sviluppo di una relazione equilibrata e sana con il denaro.Background: The importance to explore the concept of money from a psychological perspective has been advocated by several studies, recognizing that its nature extends far beyond its economic functions. Evidence from diverse academic fields has highlighted the profound influence that money exerts on individuals, impacting their lives in numerous ways. However, the psychological literature on money faces important limitations that need to be addressed. Both methodological and theoretical advancements are necessary to gain a deeper understanding of how people relate to money. Furthermore, limited attention has been given to age-related differences, although scholars agree on the importance of adopting a life-cycle perspective on economic constructs. Given the challenges faced by emerging adults, it is particularly crucial to focus on them to uncover specific needs and expectations.
Aims: The present work aims to investigate how individuals make sense of money, delving into the symbolic and affective meanings of the concept. Furthermore, it seeks to explore whether there are divergences in the meanings attributed to money among individuals living different life phases, with a specific emphasis on emerging adults.
Methods: The research has adopted a mixed-method approach, consisting of three phases. In the initial phase, a systematic scoping review has been conducted to map the extant literature on money attitudes, which represent the most extensively studied topic in the psychology of money. The review was meant to identify methodological and theoretical aspects and to chart the relationship between money attitudes and its correlates. The second phase has involved a representational study, aimed to reconstruct the social representation of money establishing a connection with the economic crisis. 305 respondents participated in the study, which employed both qualitative and quantitative data. Finally, by means of three quantitative studies, the Monetary Styles Scale has been validated, exploring the symbolic and affective meanings of money. Across all the three phases, particular attention was given to age-related differences.
Results: The systematic scoping review has revealed the complexity surrounding the concept of money attitudes, enabling the identification of gaps and providing guidance for the subsequent research phases. The second study has yielded valuable insights into the shared mental representation of money, revealing its dual nature and establishing a link with the economic crisis. Furthermore, it has emphasized age-related differences in the representation of money, with young people more inclined toward a pragmatic and negative perspective. The final study has confirmed the validity of the Monetary Styles Scale, offering insights into the connection between the symbolic and affective meanings of money and financial behaviors. Differences based on life-cycle phase have also emerged, underscoring that young people are more inclined to hold a self-centered and emotionally charged view of money.
Conclusions: The present work has emphasized the importance of exploring money from a psychological perspective. The psychology of money represents a fertile ground that offers valuable insights for scholars, practitioners, and policymakers with the goal of supporting individuals in developing a balanced and healthy relationship with money.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOLANZ, MARGHERITALOZZA, EDOARDO2023-11-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/167152enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1671532023-11-29T02:04:28Zhdl_10280_67hdl_10280_50990Le capacità decisionali in condizioni di rischio e incertezza in campioni adulti tipici e patologiciDECISION MAKING UNDER RISKY AND UNCERTAIN CONDITIONS IN TYPICAL AND PATHOLOGICAL ADULT SAMPLESCOLAUTTI, LAURAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEprocessi decisionali, funzioni esecutive, invecchiamento, malattia di Parkinson, dopamina, Iowa Gambling Task, Game of Dice Task, decision making, executive functions, aging, Parkinson's disease, dopamineLe capacità decisionali (CD) sono fondamentali nella quotidianità. Approfondirne i meccanismi neurocognitivi implicati, in particolare in condizioni di incertezza e rischio - che sono condizioni comuni nelle decisioni quotidiani – è cruciale, soprattutto considerando la natura complessa dei processi decisionali che sottendono molteplici abilità cognitive e affettive.
Nella presente dissertazione si sono indagate le relazioni tra le CD e le abilità cognitive, concentrandosi sulle funzioni esecutive (FE) fredde che appaiono fondamentali nei processi decisionali. Si sono considerati due specifici target che la letteratura evidenzia come a rischio di sviluppare difficoltà decisionali che possono portare a compiere scelte rischiose: gli anziani con un invecchiamento tipico e i pazienti affetti da malattia di Parkinson (MP).
Il Capitolo 1 e il Capitolo 2 presentano due scoping review finalizzate a fornire una panoramica complessiva delle relazioni tra le CD in condizioni di incertezza e rischio e le FE fredde rispettivamente in campioni di adulti in norma – con un’attenzione particolare per l’età anziana – e nei pazienti affetti da MP. Il Capitolo 3 riporta uno studio che investiga i processi decisionali in un campione di anziani in norma, evidenziando come le FE fredde possono supportare le CD durante l’invecchiamento, indagando anche il possibile ruolo dei tratti individuali. Il Capitolo 4 riguarda uno studio che indaga i meccanismi implicati nei processi decisionali in un campione di pazienti affetti da MP. Vengono discusse le relazioni emerse tra le CD e le FE fredde, i tratti individuali e i farmaci dopaminergici, per approfondire i possibili fattori che portano i pazienti a compiere scelte rischiose. Infine sono discusse le implicazioni pratiche derivate dai risultati presentati, suggerendo possibili future direzioni di ricerca.Decision making (DM) is pivotal in everyday life. Deepening the neurocognitive mechanisms underlying DM, in particular under uncertainty and risk – which are common conditions for most daily decisions – is crucial, especially considering the complex nature of the decisional processes encompassing several cognitive and affective abilities.
In the present dissertation, a focus was kept on the relationships between decisional performances and cognitive abilities, in particular cold executive functions (EFs) that appear fundamental in DM. We considered two specific targets that literature highlighted as at risk of developing decisional impairments leading to risky decisions: healthy older adults (OAs) and patients affected by Parkinson’s disease (PD).
Chapter 1 and Chapter 2 present two scoping reviews aimed at providing a comprehensive overview of the relationships between DM under uncertainty and risk and cold EFs in healthy adults – with a focus on OAs – and in PD patients, respectively. Chapter 3 reports a research study that investigated DM processes in a sample composed of healthy OAs, highlighting how cold EFs can support decisional processes during aging; A possible role of individual traits was investigated as well. Chapter 4 concerns a research study aimed at deepening the mechanisms implied in decisional processes in a sample composed of PD patients. Relationships concerning DM performances with cold EFs, individual traits, and dopaminergic medications were discussed, to deepen possible factors which can lead patients to suboptimal choices. Finally, practical implications derived from the presented findings were considered, and future research directions were suggested.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOLANZ, MARGHERITAANTONIETTI, ALESSANDROIANNELLO, PAOLA2023-11-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/167153enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/1671542023-11-30T01:01:44Zhdl_10280_50990hdl_10280_67SALUTE PSICOLOGICA, BENESSERE SOGGETTIVO E RELAZIONALE DOPO LA MALATTIA ONCOLOGICA: INTERVENTI DI ATTIVITA' FISICA SUPERVISIONATA PROPOSTI A DONNE CON PREGRESSO CARCINOMA MAMMARIOPsychological health, subjective, and relational wellbeing after an oncological disease: Supervised physical activity interventions proposed to women with previous breast cancerVAGNINI, DENISEM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAOne-health, mente e corpo, approccio multidisciplinare, oncologia integrata, attività fisica supervisionata, carcinoma mammario, aspetti psicologici, benessere relazionale, mind-body, integrative oncology, multidisciplinary approach, supervised physical activity, breast cancer, psychological aspects, relational wellbeingLa ricezione di una diagnosi di carcinoma mammario ed i relativi trattamenti medici impattano in modo significativo sulla salute della donna. A partire da un framework teorico che assume la necessaria interconnessione e inscindibilità di mente e corpo e adottando un approccio olistico e bio-psico-sociale alla cura della malattia oncologica, il presente progetto di tesi indaga specifici aspetti psicologici legati alla proposta di attività fisica supervisionata alle breast cancer survivors. Il fine è quello di comprendere i fattori che favoriscono o, al contrario, ostacolano l’aderenza delle donne ai programmi di intervento finalizzati alla promozione di una miglior qualità di vita a lungo termine e l’adozione di uno stile di vita più sano.
A questo scopo sono stati condotti tre studi, che utilizzano metodologie di ricerca diverse e che, grazie a questo, consentono di approfondire l’oggetto di indagine da prospettive differenti.
Il primo studio, una revisione sistematica della letteratura, ci ha permesso di comprendere su quali costrutti psicologici è stata valutata l’efficacia degli interventi di attività fisica supervisionata e su quali, al contrario, sarebbero necessari ulteriori indagini. Contemporaneamente, ci ha permesso di comprendere le caratteristiche contestuali (come la tipologia di setting) e i fattori riconosciuti dalle donne come elementi protettivi o di rischio rispetto alla possibilità di rimanere ingaggiate nell’intervento. Il secondo studio, una valutazione di efficacia dell’intervento lungo dodici mesi di follow-up, ci ha permesso di studiare gli effetti sulla salute psicologica delle breast cancer survivors di un intervento multidisciplinare di gruppo basato sull’attività fisica supervisionata e l’adozione di un corretto stile di vita. Il terzo studio, un’indagine qualitativa delle narrazioni delle donne rispetto all’incontro con la malattia ed il coinvolgimento nell’intervento multidisciplinare proposto nello Studio 2, ci ha permesso di comprendere l’atteggiamento mentale assunto dalle donne per orientarsi in queste due esperienze, come esso sia condizionato dalle relazioni esterne e il significato che assume la presenza dell’altro all’interno di queste dinamiche.Women's health is greatly impacted by receiving a breast cancer diagnosis and undergoing treatment. Building on a theoretical framework that assumes the necessary interconnection and inseparability of mind and body and adopting a holistic and bio-psycho-social approach to the treatment of oncological disease, this thesis project examines specific psychological aspects related to the proposal of supervised physical activity interventions for breast cancer survivors.
The intention is to comprehend factors that encourage or inhibit women’s adherence to intervention programs meant to foster the adoption of a healthier lifestyle and a better long-term quality of life.
For this reason, three studies have been carried out, each of which uses a distinct research methodology to enable the examination of the research issue from a variety of perspectives.
The first study, a systematic review of the literature, let us determine which psychological constructs were used to evaluate the effectiveness of supervised physical activity programs and which, on the other hand, would require more investigation. At the same time, it helped us comprehend the contextual details (such as the setting type) and the variables that women perceived as protective or threatening in relation to their potential decision to remain involved in the intervention. In the second study, we looked at how adopting a healthy lifestyle and engaging in supervised physical activity as part of a multidisciplinary group intervention influenced the psychological health of breast cancer survivors over a twelve-month follow-up period. The third study involved a qualitative examination of women’s narratives about the disease and their involvement in the interdisciplinary intervention proposed in Study 2. It allowed us to understand the mental attitude taken by women to orient themselves in these two experiences, how it is conditioned by external relations, and the meaning of the presence of the other within these dynamics.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOLANZ, MARGHERITASAITA, EMANUELA2023-11-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/167154itreserved