2024-03-29T05:18:06Zhttp://tesionline.unicatt.it/dspace-oai/request
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7682013-06-04T09:58:00Zhdl_10280_552024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/768Struttura e gestione degli spazi del castello di Monte Copiolo nel Montefeltro: Evoluzione di un sito incastellato tra X e XVI secoloStructure and management of the spaces of the Monte Copiolo’s castle, in Montefeltro. Evolution of a castle between X and XVI century.SACCO, DANIELEM-STO/01: STORIA MEDIEVALEL-ANT/10: METODOLOGIE DELLA RICERCA ARCHEOLOGICAL-ANT/08: ARCHEOLOGIA CRISTIANA E MEDIEVALEincastellamento, castello, diacronia, Montefeltro, Pesaro e Urbino, Marche, pietra, cave, formelle, cunei, medioevoIl lavoro si occupa dell'evoluzione diacronica del sito incastellato di Monte Copiolo (Italia, regione Marche, provincia di Pesaro e Urbino) tra X e XVI secolo.The work deals with the diachronic evolution of the Monte Copiolo’s castle, in Montefeltro (Italy, Marche region, province of Pesaro and Urbino) between X and XVI century.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIA2010-04-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/768itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7672013-06-04T09:57:56Zhdl_10280_552024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/767ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANAPOLITO, CATERINAL-ANT/10: METODOLOGIE DELLA RICERCA ARCHEOLOGICAL-ANT/07: ARCHEOLOGIA CLASSICAArcheologia urbana, LecceLa ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico.
Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale.
Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna.
Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche.
L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi.
Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri.
All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web.
Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna.
L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale.
Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta.
La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).Urban archaeology LecceUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIAD'ANDRIA, FRANCESCO2010-04-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/767itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10062024-01-26T08:34:51Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1006CERAMICA DA CONTESTI ARCHEOLOGICI URBANI DI LECCE (XII - XVII SECOLO). ANALISI E CLASSIFICAZIONEPottery from urban archaeological contexts of Lecce (XII-XVII century). Data analysis and Classification.CAPRINO, PATRICIAL-ANT/08: ARCHEOLOGIA CRISTIANA E MEDIEVALEL-ANT/10: METODOLOGIE DELLA RICERCA ARCHEOLOGICAceramica medievale, ceramica postmedievale, archeologia urbana, Lecce, ceramica medievale salentina, medieval pottery, postmedieval pottery, urban archaeology Lecce,tipologia ceramica medievaleIl lavoro si inserisce nell’ambito del progetto di Archeologia Urbana a Lecce, denominato “Lecce Sotterranea”, e propone la classificazione della ceramica databile tra XII e XVII secolo proveniente dai contesti archeologici degli scavi di Piazzetta Santa Chiara e di Palazzo Vernazza.
L’analisi dei contesti di provenienza e delle associazioni di materiali hanno consentito la realizzazione di una classificazione tipologica per le forme meglio rappresentate all’interno delle classi più comuni. In generale si fornisce un ampio catalogo di forme con riferimenti cronologici molto puntuali. Inoltre, l’approccio contestuale e lo studio sui fenomeni di residualità hanno spesso consentito di fare delle considerazioni più puntuali sulle dinamiche di frequentazione dell’insediamento. ingrandire
La lettura delle sequenze stratigrafiche e lo studio della componente residuale all’interno degli strati di età normanna, hanno consentito di chiarire alcuni aspetti circa le modalità di abbandono e di successivo ripopolamento dell’insediamento tra Tardoantico e XI secolo. L’analisi di classi ceramiche particolarmente diagnostiche ha integrato i pochi dati storici noti per il periodo svevo di Lecce mentre, per il periodo angioino e quello aragonese, è stato possibile definire un quadro cronologico più preciso rispetto alle produzioni ceramiche locali e ad alcune forme del vivere quotidiano.
Infine, l’occasione di studiare contesti di XVII secolo scavati stratigraficamente ha dato modo di definire la datazione di classi ceramiche locali finora semplicemente classificate come “postmedievali”.The work is part of the project of Urban Archaeology in Lecce called “Lecce Sotterranea”, and proposes the classification of pottery dated between the XII and XVII century and coming from the archaeological contexts of Piazzetta S. Chiara and Palazzo Vernazza excavations. The analisys of the contexts of origin and of the associations of materials has allowed a typological classification for the most represented forms inside the most common classes. In general, a wide catalogue of forms is presented, with very precise chronological references. Moreover, the contextual approach and the study of residuality worked out a better understanding of the dynamics of settlement. By reading the stratigraphical sequences and studying the residuality component inside Norman Age layers strata, some light has been shed upon the settlement's abandonment and later repopulation between Late Antiquity and the XI century. The analysis of particularly diagnostic classes of pottery has reinforced the scarce known historical data for the Swabian period in Lecce, whereas for the Angevin and Aragonese ones a more precise chronological picture could be drawn regarding local pottery production and some forms of daily life. Lastly, studying XVII century contexts stratigraphically excavated has permitted a more precise dating for some local ceramical classes previously classified just as “postmedieval”.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIAD'ANDRIA, FRANCESCOSANNAZARO, MARCO2011-03-25Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1006itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10072014-05-26T08:37:04Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1007Aspetti di produzione e consumo della ceramica di uso comune a Prato (XIV-XVI secolo)FABBRI, JACOPOL-ANT/08: ARCHEOLOGIA CRISTIANA E MEDIEVALEArcheologia, produzione ceramica, storia economico-sociale, cultura materiale, Archaeology, pottery production, economic and social history, material cultureQuesta tesi si propone di offrire un contributo agli studi su un centro situato in una delle aree maggiormente sviluppate nell'Europa nel Tardo Medioevo. La ricerca si basa principalmente sull'analisi dei manufatti ceramici di uso comune (contenitori da dispensa, vasellame da cucina e per altre attività domestiche). In parte l'analisi riguarda il vasellame da mensa. Attraverso lo studio della produzione ceramica, si approfondiscono le fasi di sviluppo e di crisi di un centro urbano fino all' Età Moderna, chiarendone le dinamiche e i processi di trasformazione, nell'ambito dei manufatti di uso comune in correlazione con l'analisi delle fonti scritte e della documentazione archeologica nel suo complesso (in particolare l'archeologia degli elevati e la sintesi delle informazioni da essa derivata). Il centro di Prato costituisce quindi, grazie al un'abbondante documentazione scritta e materiale, un osservatorio privilegiato per lo studio delle dinamiche economico-sociali in Toscana e a un livello più ampio, in Europa tra XIV e XVI secolo.This analysis aims to contribute to studies on a town situated in one of the most developed areas in Europe in the Late Middle Ages. The research is based primarily on analysis of pottery in common use (containers, cookware and other household activities). Part of the analysis concerns Maiolica Arcaica. Through the study of ceramic production, we will explore stages of development and crisis of an urban center until the 'Modern Age, clarifying the dynamics and transformation processes in the context of the artifacts commonly used in conjunction with analysis of written documentation and archaeological evidence as a whole (particularly the archeology of buildings and synthesis of information derived from it). The center of Prato is then, thanks to the extensive documentation, a privileged observatory for the study of socio-economic dynamics in Tuscany and a broader level, in Europe between the fourteenth and sixteenth century.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIASANNAZARO, MARCOERMETI, ANNA LIA2011-03-25Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1007itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10082014-01-01T04:01:13Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1008La cisalpina orientale tra la fondazione di Aquileia e la fine dell'età repubblicana: la ceramica come indicatore di continuità e di trasformazioneDONAT, PATRIZIAL-ANT/07: ARCHEOLOGIA CLASSICAceramica indicatore di continuità e trasformazioni, Cisalpina nord-orientale, età tardo-repubblicana, archeologia spaziale, pottery as an indicator for transformation and continuity, North-eastern Cisalpine; Late-republican age, spatial archaeologyOggetto dello studio è la distribuzione delle ceramiche sia di produzione locale che d’importazione nella Cisalpina più orientale dalla fondazione di Aquileia alla fine dell’età augustea. La ceramica viene utilizzata come strumento di comprensione delle dinamiche di trasformazione sociale e di sviluppo culturale che interessano questo territorio durante il processo di “romanizzazione”.
Il quadro metodologico di riferimento è l’archeologia spaziale.
Il periodo considerato è stato diviso in più fasi:
fase 1. Dalla fondazione di Aquileia (181 a.C.) al 90 a.C. Sono stati studiati 420 reperti, relativi a 18 contesti;
fase 2. Dal 90 a.C. all’inizio dell’età imperiale (27 a.C.). Sono stati studiati 786 reperti, relativi a 89 contesti.
l’età augustea. Sono state considerate solo le ceramiche analizzate nelle due fasi precedenti, per seguirne l’esaurimento definitivo. Sono stato studiati 328 reperti, relativi a 22 contesti.
Lo studio della ceramica ha comportato una riflessione metodologica, sulla terminologia e sul rapporto forma/funzione/impasto.
Classi ceramiche analizzate: vernice nera, ellenistica a rilievo, pareti sottili, comune, anfore, lucerne, con un approfondimento sulla ceramica comune
L’indicatore ceramico, permette di focalizzare alcuni elementi di continuità con il sostrato protostorico (veneto, locale, La Tène), e di individuare nuovi flussi d’importazioni a lungo raggio dall’Italia peninsulare e dal Mediterraneo.This dissertation analyses the distribution of pottery, both imported and of local production, in the Eastern Cisalpine, from the foundation of Aquileia to the end of the Augustan age. Pottery is used as a means to understand the dynamics of social transformation and cultural development that affect this area through the process of "Romanization".
“Spatial archaeology” is used as a methodological reference.
The period taken into consideration has been divided in three phases:
1. Foundation of Aquileia (181 B.C.) - 90 B.C. Studied 420 findings from 18 contexts;
2. 90 B.C. - beginning of imperial age (27 B.C.). Studied 786 findings from 89 contexts;
3. Augustan age. Only ceramics already studied for the preceding phases have been analysed, in order to follow the final steps of their productions. Studied 328 findings, from 22 contexts.
Studying ceramic has made it necessary to re-consider methods as well as terminology and the relation between form/function/ceramic bodies.
Analysed pottery classes: black slip ware, hellenistic relief ware, thin walled pottery, coarse ware, amphorae, lamps, with a special study on coarse ware.
Pottery as an indicator enables us to focus some elements of continuity form the Proto-historical substrate (Venetian, local or La Tène) and to recognize new long-range import flows from peninsular Italy and the Mediterranean.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIAVERZAR BASS, MONIKASEMERARO, GRAZIA2011-03-25Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1008itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/14092013-06-04T09:58:12Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1409Processi di trasformazione economica e sociale in Africa settentrionale tra il IV e il VII secolo d. C. : analisi dei sistemi di produzione in Zeugitana e Bizacena.The economic and social transformation of North Africa between the 4th and the 7th century AD. The analysis of the production system in Zeugitana and Byzacena.PALMIERI, LILIAL-ANT/08: ARCHEOLOGIA CRISTIANA E MEDIEVALEL-ANT/07: ARCHEOLOGIA CLASSICANorth Africa, Economy, Production, Trade, Amphorae, Oil, Wine, GarumLa ricerca propone un quadro di sintesi sull'economia africana tardoantica. Si analizzano le strutture di produzione delle derrate alimentari liquide - olio, vino, garum – e le officine ceramiche funzionali alla produzione di sigillata africana e anfore quali strumenti per una migliore definizione del paesaggio economico africano. Lo studio della produzione rurale e urbana e l’esame dei percorsi delle merci permettono di comprendere così le trasformazioni economiche e sociali delle province di Zeugitana e Bizacena tra il IV e il VII secolo d.C.The research is a synthesis of the Late Antique economy in North Africa. The analysis focus on foodstuff production – oil, wine, garum – and pottery production, especially on ARS ware and african amphorae, as tools for defining the economic landscape. The study of the rural and urban landscape and the study of the trade routes allow us to understand the economic and social transformations of the provinces of Zeugitana and Byzacena between the 4th and the 7th century AD.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIALUSUARDI SIENA, MARIA SILVIA2012-03-30Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1409itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/14112013-06-04T13:50:34Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1411LA PITTURA ROMANA NELLA CISALPINA ORIENTALE : CONTESTI ARCHITETTONICI E SISTEMI DECORATIVIRoman wall-painting in eastern Cisalpine GaulORIOLO, FLAVIANAL-ANT/07: ARCHEOLOGIA CLASSICApittura romana,Cisalpina orientale, Roman Wall-Painting, eastern Cisalpine GaulIl tema del progetto di ricerca è lo studio della pittura romana nell’area della Cisalpina orientale, con particolare riferimento alle problematiche connesse alla definizione dei processi formativi e delle peculiarità delle maestranze. L’ambito geografico considerato è compreso tra Altino e Trieste: all’interno di questo comparto territoriale Aquileia e Altino hanno costituito i due ambiti privilegiati della ricerca, anche per la possibilità di condurre un’indagine rigorosa su tutto il materiale pittorico conservato presso i Musei Archeologici. L’esame autoptico condotto con un approccio metodologico volto a considerare il supporto e la superficie dipinta è stato incrociato con l’analisi delle fonti documentarie inedite, che nel caso di Aquileia hanno rappresentato un imprescindibile strumento per la restituzione dei contesti: sono stati riqualificate nel senso topografico alcune partizioni edite, che assieme a numerose altre inedite vanno a restituire una nuova immagine alle abitazioni scavate nel secolo scorso.
Lo studio ha messo in evidenza un panorama ricco dal punto di vista quantitativo che ho offerto significativi spunti di analisi sui caratteri della produzione, soprattutto nell’ottica del riconoscimento delle peculiarità regionali elaborate dalle officine pittoriche operanti sul territorio.The subject of this research project is the study of Roman wall-painting in eastern Cisalpine Gaul, more specifically dealing with the aspects of the creation and development of the local workshops and their peculiar characteristics. The area taken into consideration is set between Altino and Trieste: within this territory Aquileia and Altino have represented the two privileged research fields, given the possibility to analyse thoroughly all the wall-painting evidence preserved in the Archaeological Museums. Direct examination, conducted with a specific attention to the plaster bearer and the painted surface, has been combined with the analysis of unpublished documentation which, in the case of Aquileia, has represented an indispensable instrument for the reconstruction of the original contexts. In this way it has been possible to re-define topographically some well known examples of wall-paintings which, together with many yet unpublished examples, contribute to give a new image of the private houses excavated during the last century.
This research has revealed an outline very rich in respect of the quantities and which has offered interesting starting points for the analysis of the different aspects of the production, specifically aimed to the recognition of local peculiarities developed by the workshops operating in this area.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIAVERZAR BASS, MONIKASTRAZZULLA, MARIA2012-03-30Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1411itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/14142013-06-04T13:52:56Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1414Tessellata vitrea in età tardoantica e altomedievale: archeologia, tecnologia, archeometria. Il caso di MilanoTessellata vitrea in Late Antiquity and the Early Middle Ages: archaeology, technology, archaeometry.
The case of MilanNERI, ELISABETTAL-ANT/03: STORIA ROMANAL-ANT/10: METODOLOGIE DELLA RICERCA ARCHEOLOGICAmosaico, tessere, vetro, archeometria, Tarda antichità, Altomedioevo, Milano - tesselles, mosaïque, verre, archéométrie, Antiquité Tardive, haut Moyen Age, Milan - tesserae, mosaics, glass, archaeometry, Late Antiquity, Early Middle Ages, MilanLa tesi indaga la produzione e la messa in opera delle tessere musive e dei sectilia parietali in paste vitree in epoca tardoantica e altomedievale, studiando in particolare il caso di Milano.
Nella prima parte viene esaminato il processo di produzione del vetro musivo, poco noto nella documentazione edita, ma estremamente fecondo per la ricostruzione degli scambi commerciali e culturali del periodo esaminato. Con vari strumenti (etnoarcheologia, ricettari, analisi archeometriche, resti archeologici, fonti economiche, stime quantitative, documentazione di restauro) vengono rintracciati gli indicatori di riconoscibilità di un atelier che produce piastre musive colorate e a foglia d’oro, i marker di cronologia, provenienza e tecnologia ottenibili dalle analisi chimiche sul vetro musivo e l’esito materiale dei gesti eseguiti da chi mette in opera rintracciabili sui frammenti.
Nella seconda parte sono affrontate le problematiche specifiche del caso milanese.
In particolare viene riconsiderata l’ipotesi dell’esistenza di una bottega milanese per la realizzazione e la posa di tessellata vitrea. A fronte di una bibliografia contraddittoria sulla datazione e il contesto culturale in seno a cui sarebbero nate queste competenze, vengono valutati i resti archeologici di decorazioni musive parietali (lacerti e tessere sciolte) e vengono caratterizzati con analisi archeometriche. Viene così determinata la diffusione dell’arte, contestualizzato quanto ancora conservato e stabilito quali apporti commerciali e culturali ha comportato la realizzazione dei mosaici milanesi.
I resti archeologici, le fonti letterarie, le attestazioni iconografiche, le analisi archeometriche, pur nella loro difficile lettura, permettono di riconoscere tre momenti di diffusione dell’arte musiva: l’età tardo-imperiale, l’età gota e i secoli finali dell’altomedioevo. Per ogni periodo vengono analizzati tre casi significativi: la basilica di San Lorenzo (fine IV-inizi V sec.), il battistero di San Giovanni alle Fonti (fine V-VI sec.) e la basilica di Sant’Ambrogio (V-VI e X sec.).
La ricerca contribuisce a diverse problematiche aperte: la tecnologia del vetro, gli elementi di continuità e innovazione rispetto alle tecniche romane, la decorazione parietale dei monumenti milanesi, le scelte dei committenti che hanno finanziato gli edifici, l’investimento necessario, le relazioni intraprese per realizzare le opere.The thesis studies the production and layout of wall mosaic tesserae and of glass paste sectilia in late antique and early medieval times, focusing in particular on the case of Milan.
The first part examines the productive process of glass mosaics to reconstruct the commercial and cultural exchanges of the studied period. Different tools (ethnoarchaeology, technical recipes, archaeometric analyses, archaeological remains, economic sources, quantitative estimates, restoration reports) are used to track the indicators of a workshop producing coloured and gold-leaf mosaic plates, to identify the markers of mosaic glass history and technology from chemical analysis, and to detect the material results on the remains of the actions performed by the craftsmen.
The second part investigates the specific issues of the case of Milan. In particular, it reconsiders the hypothesis of the existence of a Milanese workshop that manufactures and lays out glass tesserae, approached so far in a contradictory literature in term of chronology and cultural framework.
The archaeological remains, literary sources, iconographic testimonies, and archaeometric analyses, despite their difficult interpretation, allow identifying three stages of diffusion of mosaic art in Milan: the late Imperial age, the age of the Goths, and the final centuries of the Early Middle Ages. Three significant cases are analyzed for each of these periods: the Basilica of San Lorenzo (late 4th-early 5th c.), the baptistery of San Giovanni alle Fonti (end 5th-6th c.) and the Basilica of Sant’Ambrogio (5th-6th and 10th c.).
This research contributes to the state of several open questions: the technology of glass, the preserved or innovative features with respect to Roman techniques, the mural decoration of Milanese buildings, the choices of the customers who have financed the buildings, the investment required, the social and commercial relations established in order to carry out the works.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIALUSUARDI SIENA, MARIA SILVIASEMERARO, GRAZIA2012-03-30Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1414itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/14182013-06-04T13:53:08Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1418Strutture di combostione e contesti archeologici : Indagine archeobotanica e definizione del protocollo d'interventoHearth structures and archaeological contexts: archaeobotanical analysis and definition of proceedings protocolD'ORONZO, COSIMOL-ANT/07: ARCHEOLOGIA CLASSICAL-ANT/10: METODOLOGIE DELLA RICERCA ARCHEOLOGICAStrutture di combustione, Archeobotanica, analisi contestuale,Hearth structures, Archaeobotany, contextual analysisIl lavora affronta l'analisi delle strutture di combustione provenienti da diversi contesti archeologici attraverso un approccio multidisciplinare. Le metodologie adottate associano all'approccio contestuale i risultati derivati dall'analisi archeobotanica dei residui di combustione e delle alterazioni termiche. Lo studio tipologico delle strutture di combustione è integrato dai risultati della riproduzione sperimentale delle strutture in modo da selezionare le metodologie di analisi e di intervento nei cantieri archeologici. L'analisi dei resti vegetali (analisi antracologica, carpologica, tafonomica) ha permesso inoltre di ricostruire le strategie ed aree di approvvigionamento del combustibile, il paleoambiente, la paleodieta ed alcuni aspetti dell'agricoltura delle comunità del passato. Tale approccio è stato applicato alla lettura ed interpretazione delle attività connesse con l'uso del fuoco e gestione degli spazi in alcuni contesti archeologici indagati dall'Università del Salento: santuario di Apollo a Hierapolis (Turchia), abitato dell'età del Ferro e fase arcaica di San Vito dei Normanni, abitato dell'età del Ferro di Castelluccio.This work analyzes the hearth structures from different archaeological contexts through a multisciplinary approach. The contextual analysis is linked to archaeobotanical analysis of fuel and thermal alteration. The experimental replica of hearth structures shed new light about new methodology of studies and definition of proceedings protocol.
This approach is applied to three archaeological sites excavated by the University of Salento: Apollo sanctuary at Hierapolis (Turkey), San Vito dei Normanni (Brindisi, South Italy), Castelluccio (Brindisi, South Italy). The archaeobotanical analysis (anthracological, carpological, taphonomical analysis) allowed to reconstruct fuel management, palaeoenvironment, paleodiet and agricolture practice of ancient comunities.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIALUSUARDI SIENA, MARIA SILVIASEMERARO, GRAZIA2012-03-30Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1418itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/19102013-06-04T14:00:19Zhdl_10280_55hdl_10280_622024-03-29T05:18:07Z urn:hdl:10280/1910Depositi votivi e luoghi di culto dell'Abruzzo italico e romano: quattro casi di studioMUSCIANESE CLAUDIANI, DANIELAL-ANT/09: TOPOGRAFIA ANTICAL-ANT/07: ARCHEOLOGIA CLASSICAL-ANT/06: ETRUSCOLOGIA E ANTICHITA' ITALICHEDeposito votivo, luogo di culto, Abruzzo, votive objects, ancient shrinesLo studio ha come oggetto il materiale votivo dei santuari antichi dell’Abruzzo.
Il primo capitolo ha analizzato l’origine e la diffusione dei votivi, le particolari definizioni che si applicano ai depositi votivi e le modalità dell’offerta.
Nel secondo capitolo, dopo una breve storia degli studi, si sono affrontate le problematiche relative al contesto archeologico dell’Abruzzo, con particolare attenzione agli ethne degli Aequi, Marsi, Paeligni, Vestini, Marrucini, Praetuttii e con un breve quadro storico delle diverse fasi: età del ferro - IV secolo a.C, età repubblicana, prima età imperiale.
Il terzo capitolo è dedicato alla metodologia applicata nella catalogazione dei luoghi di culto (Regesto), utilizzando una scheda-tipo in un Database relazionale, e alla metodologia adottata nella classificazione del materiale votivo.
La ricerca ha privilegiato l’analisi di quattro depositi votivi tutt’ora parzialmente o completamente inediti. I capitoli 4, 5, 6 e 7 sono dedicati ai quattro casi: Monte Giove, Pescosansonesco, Castel di Ieri e Luco dei Marsi; a un’introduzione su ogni sito segue il catalogo del materiale.
Infine nel capitolo 8 sono le conclusioni, con una sintesi relativa alla produzione e diffusione dei votivi e al loro legame con le pratiche cultuali.
In appendice è il regesto dei luoghi di culto con la pubblicazione delle schede relative.This study has been focused on votive objects which have been found in the ancient shrines of the Abruzzo region. As a first step I analized problems related to the origin and diffusion of votive deposits, to the different ways they can be defined and to the ways objects had been offered.
The second chapter, after a short history of the previous studies, is dealing with the archaeological context of the Abruzzo during Preroman and Roman times, with a special attention devoted to the ancient populations who lived there: Aequi, Marsi, Paeligni, Vestini, Marrucini, Praetuttii and a historical frame of its chronological phases: Iron age-IV century b.C., Republican age, first Roman imperial age.
The third chapter is devoted to the methodology applied in a complete catalouging of the cult places, by a relational Database (Regesto), and to the methodology used for classifying votives.
My research focused on the analysis of four deposits, till now only partially edited or completely unpublished.
The chapters 4, 5, 6 and 7 are devoted to these four cases: Monte Giove, Pescosansonesco, Castel di Ieri e Luco dei Marsi; after an introduction on every site the catalogue of the material is following.
Finally the chapter 8 is devoted to the conclusions, with a final synthesis about votive production and diffusion and about their relation with cults.
In appendix the Regesto of cult places follows, with the relative files.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOROSSIGNANI, MARIA PIASEMERARO, GRAZIASTRAZZULLA, MARIA2013-04-19Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1910itpartially_open