2024-03-29T10:36:22Zhttp://tesionline.unicatt.it/dspace-oai/request
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7832010-06-09T09:17:52Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/783STUDYING POST SLAUGHTER NEW TECHNOLOGY TO IMPROVE AUTOCTONAL BEEF MEAT QUALITY BY EXSTENSIVE REARING SYSTEMCONTO', MICHELAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOMeat tenderization, Ca infusion, Very Fast Chilling, Ageing time, intenerimento della carne, infusione di calcio, tempo di frollauta, contrattura da freddo indottaLa tenerezza è la caratteristica più importante per definire l'accettabilità dei prodotti da parte dei consumatori, mentre le carni ottenute da bovini allevati con sistema estensivo solitamente sono dure. Dopo una dissertazione sulle reazioni biochimiche che avvengono durante il periodo di frollatura e che provoca l’intenerimento della carne, questo studio si è proposto di applicare diverse tecniche per migliorare la tenerezza della carne derivante da animali allevati in estensivo, cercando di modulare le reazioni biochimiche. In questo studio tre differenti tecniche, infusione di calcio (Ca), contrazione da freddo indotta (VFC) e la sospensione per le pelvi (PS), anziché per il tendine di Achille (AT), sono state testate in fase di pre-rigor sulla razza Maremmana e Frisona. L’infusione di Ca ha riportato uno sforzo di taglio più basso rispetto al gruppo di controllo (5,17 vs 10,48 kg) mentre il gruppo VFC ha occupato una posizione intermedia. L’attacco per le pelvi ha dimostrato una differenza significativa sullo sforzo di taglio e sulla lunghezza dei sarcomeri sui muscoli Longissimus thoracis e Biceps femoralis (4,26 vs 5,88 kg e 3,83 vs 4,78 kg e 1,97 e 1,64 µm e 2,10 vs 1,76 µm, rispettivamente per i muscoli per WBS e lunghezza dei sarcomeri in PS e AT). In conclusione, questi metodi possono influire sul processo di intenerimento della carne.Tenderness is the most important characteristic to define products acceptability by consumers, while meat obtained from bull rearing in extensive system is usually tough. After a wide dissertation on biochemical reactions that occur during the ageing time that cause tenderization of meat, this study propose differences techniques to improve meat tenderness acting on this important pathway. In this study three different methods, Calcium infusion (Ca), Very Fast Chilling (VFC) and pelvic suspension hanging from aitch bone (PS) or the Achilles tendon (AT) are applied in pre-rigor phase on Maremmana and Holstein meat. Ca injection has reported the lowest shear force on cooked meat compared to control group (5.17 vs. 10.48 kg) instead VFC group has intermediate values. Pelvic hanging has shown significant differences on shear force and sarcomere length on Longissimus thoracis (LD) and Biceps femoralis (BF) muscles (4.26 vs. 5.88 kg and 3.83 vs. 4.78 kg and 1.97 and 1.64 µm and 2.10 vs. 1.76 µm respectively for LD and BF per WBS and sarcomere length in PS and AT). In conclusion these methods could influence tenderization processes even if the action of some processes are still unclear.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCORONCHI, BRUNOFAILLA, SEBASTIANA2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/783enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7792010-06-09T09:17:52Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/779Innovative Nutritional Aspects of locally produced Italian cheesesMAGNANO SAN LIO, EUGENIAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARICHIM/10: CHIMICA DEGLI ALIMENTIphoshopetides, lysozyme, calcium, ACE-inhibitionIl formaggio sta dimostrando possedere, oltre alle caratteristiche nutrizionali classiche, degli aspetti nutrizionali innovati derivanti dalle proprietà di peptidi bioattivi contenuti nella frazione proteica caseinica del formaggio e rilasciati in seguito a proteolisi, ed ancora dalle proprietà di acidi grassi insaturi, quale l’acido linoleico coniugato. L’obiettivo di tale studio di dottorato è stato indagare su questi aspetti nutrizionali innovativi in formaggi tipici italiani quali Grana Padano e TrentinGrana, che pur essendo due formaggi molto simili tra loro, differiscono per l’uso della molecola antibatterica lisozima solo per la produzione del Grana Padano. Simulazioni in vitro della digestione gastrointestinale, nei campioni dei due formaggi a diversi tempi di stagionatura, ha dimostrato che esiste una relazione positiva tra tempo di stagionatura e digeribilità del calcio nel Grana Padano ,quando vengono considerati nella correlazione i risultati dei campioni con stagionatura superiore ai 24 mesi.
A tempi di stagionatura inferiori a 24 mesi, i risultati di digeribilità del calcio del Grana Padano sono dispersi come appare nei campioni di TrentinGrana analizzati.
Inoltre l’analisi RP-HPLC della distribuzione molecolare degli oligopeptidi dei campioni dei due formaggi, dimostra che la frazione peptidica coinvolta nel legame del calcio e quindi nel suo assorbimento, è quella compresa tra 1000 e 1500 D, e che l’analisi Seldi ha rilevato essere quella dei peptidi attivi fosfocaseinici. Inoltre differenze tra i due formaggi con e senza lisozima, appaiono solo per campioni tra 15 e 20 mesi di stagionatura, in cui campioni di formaggio senza lisozima appaiono più idrolizzati di quelli che lo contengono. Quindi dai risultati ottenuti appare che le differenze del profilo peptidico apportate dal lisozima non modificano le proprietà dei fosfopeptidi di assorbimento del calcio, forse influenzate da altri fattori che intervengono nella produzione del formaggio.
L’attività ACE-inibitoria di abbassamento della pressione arteriosa esercitata da peptidi bioattivi è stata testata nei due formaggi, dimostrando che né il tempo di stagionatura e il grado di proteolisi, né il lisozima sono correlati all’attività ACE-inibitoria.
Ed infine per l’importante ruolo che ha il minerale calcio nella dieta, indici di digeribilità del minerale in diversi alimenti sono stati considerati, in modo da poter formulare in maniera corretta diete alimentari coprendo il fabbisogno giornaliero con l’adeguato apporto energetico. I formaggi hanno dimostrato possedere indici di digeribilità del calcio superiori ad altri alimenti vegetali o a base di soia. In particolare il valore di digeribilità del Calcio del Grana Padano calcolato in vitro ha confermato il valore ottenuto in vivo , pari a 80%.This study aimed to investigate about the not common known nutritional aspects of cheeses, which derive from their chemical components. In fact, in addition to the supply of macronutrient, cheeses are gaining interest as a source of bioactive peptides, of conjugated linoleic acid or for the new insight in the metabolic role of calcium. In vitro simulation of human gastrointestinal digestion revealed that cheeses have an higher digestibility of calcium than other foods, because of their casein-derived bioactive phosphopetides (CPPs) content has the ability to carry calcium minerals and avoid calcium precipitation, making it available for intestinal absorption. The in vitro calcium digestibility was calculated for different foods- cheeses, soya based foods and vegetables- to correct cover calcium requirements with an equilibrate energy intake. Calcium digestibility was also assessed in different ripened time Italian locally produced, semi fat, hard cheeses, Grana Padano and TrentinGrana. The main difference between them is the use or not of lysozyme during manufacturing. In Grana Padano samples, produced using lysozyme, there is a positive relationship between aging and dCa (r2 = 0.27; P<0.05) when sample > 24 months aged are considered (Grana Padano dCa results of samples less 24 months aged are quite widespread) , while in TrentinGrana, produced without the use of lysozyme, no significant correlation has been detected. RP-HPLC distribution analysis of oligopeptides molecular weight of these cheese showed that the only difference between them is that cheeses without lyzozyme, aged between 15 and 20 months, are more hydrolyzed than the same ripened time Grana Padano samples. Moreover the fraction of oligopeptides involved in calcium binding ranges between 1000 and 1500 D. SELDI analysis confirmed CPPs presence in this range. Therefore changes in cheese peptidic profiles probably caused by the use of lysozyme do not influence calcium digestibility because according to this study there is not a connection between change in peptidic profile and calcium digestibility results. The difference in calcium digestibility in Grana Padano samples aged over 24 month results should be probably ascribed also to the influence of other factors occurring during cheese manufacturing. Moreover, ACE-inhibitory activity of bioactive peptides was tested on in vitro digested Grana Padano and TrentinGrana samples with different ripening times. Correlation was not found between ACE-inhibitory activity and proteolysis level in different ripened time samples nor the lysozyme influence in releasing ACE-inhibitory bioactive peptides.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/779enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7732011-01-15T00:59:16Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/773FUSARIUM VERTICILLIOIDES IN MAIZE: HOW ABIOTIC AND BIOTIC FACTORS CAN INFLUENCE GROWTH AND FUMONISINS PRODUCTION IN FIELD AND DURING STORAGEFORMENTI, SILVIAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEFusarium verticillioides, maize, Aspergillus flavus, mycotoxinsIn questa tesi di dottorato sono stati indagati i punti critici legati ai fattori biotici e abiotici che possono influenzare la crescita del fungo Fusarium verticillioides, produttore di fumonisine in mais. le fumonisine sono metaboliti secondari prodotte da funghi appartenenti al genere Fusarium e sono state classificate come possibili cancerogene per l’uomo e per gli animali. Gli argomenti trattati nei vari capitoli sono stati: parametri ecologici che condizionano la crescita e l’accumulo di fumonisine nelle prime fasi post raccolta e durante lo stoccaggio; relazione che intercorre tra aw, umidita’ relativa e tipo di ibrido; controllo con mezzi chimici e biologici in campo e in vitro su F. verticillioides e A. flavus.The aim of this work was to collect missing information about critical point related to abiotic and biotic factors that can influence the growth of Fusarium verticillioides in maize and the consequent production of fumonisins in kernels. Fumonisins are secondary metabolites reported as toxigenic in humans and animals. Issues treated are: variables influencing growth and toxin accumulation during post-harvest and storage; the relationship between aw, relative humidity and type of hybrids; chemical and biological control of F. verticillioides e A. flavus in field and in vitro.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOPIETRI, AMEDEOBATTILANI, PAOLA2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/773enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7692013-06-04T09:58:01Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/769Epidemiology and modelling of grapevine downy mildey primary infections caused by Plasmopara viticola (Berk et Curt). Berlese et de ToniCAFFI, TITOAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEgrapevine downy mildew, dynamic modelling, fungicides reductionLa peronospora della vite è causata dall’Oomicete eterotallico Plasmopara viticola ed è ampiamente diffusa in tutte le aree caratterizzate da primavere miti e piovose. Gli organi svernanti di questo patogeno sono le oospore, che rappresentano l’unica fonte di inoculo per le infezioni primarie. Recenti studi molecolari hanno evidenziato l’importanza delle infezioni primarie e suggerito una revisione dell’epidemiologia di P. viticola. Questa tesi è costituita dagli studi epidemiologici realizzati per indagare il processo di maturazione e germinazione delle oospore mirati all’elaborazione di un modello dinamico per la simulazione delle infezioni primarie di P. viticola. Il modello è stato successivamente validato in diverse aree viticole italiane e, inoltre, utilizzato come base per un warning system in tempo reale per la gestione dei trattamenti in vigneto.The heterothallic Oomycete Plasmopara viticola represents the causal agent of downy mildew of grapevine (Vitis spp.). The unique source of inoculum is represented by the overwintering sexual spores, originated by the fusion between anteridium and oogonium, so called oospores. Despite their critical impact on the epidemiology of this disease, knowledge about oospores presents some inconsistencies that are engaged in the present dissertation.
Initially, the effect of water moistening the grape leaf litter holding overwintering P. viticola oospores was investigated. A close relationship was found between vapour pressure deficit (VPD in hPa) and aW (water activity) of the leaf litter, so that when VPD is lower than 2.13 hPa there is sufficient water for oospores to develop. Results showed that moisture of the leaf litter due to the water flow from the atmosphere makes the oospore development possible also during non rainy periods.
Then, the effects of environmental conditions on the variability in germination dynamics of Plasmopara viticola oospores were studied over five years. The germination course was determined indirectly as the relative infection incidence (RII) occurring on grape leaf discs kept in contact with oospores sampled from a vineyard between March and July. The time elapsed between the 1st of January and the infection occurrence was expressed as physiological time, using sums of hourly rates from a temperature-dependent function only in hours when VPD was not a limiting factor (hydro-thermal time, HT). The Gompertz equation calculated over hydro-thermal time produced a consistent modelling of the general relationships between the germination dynamics of a population of P. viticola oospores and weather conditions. It represents the relative density of the seasonal oospores that should have produced sporangia when they have experienced favourable conditions for germination.
Finally, a dynamic model for Plasmopara viticola primary infections on grapevine was elaborated according to a mechanistic approach. Development of the sexual stage of the pathogen was split into different state variables, in which changes from one state to another were regulated by rates depending on environmental conditions. The conceptual model was based on the definition of a primary inoculum season, a seasonal oospore (inoculum) dose, and its division into many coeval cohorts. Each cohort progresses along the primary infection cycle (production and survival of sporangia, release, survival and dispersal of zoospores, infection, appearance of disease symptoms) simultaneously, with a time step of one hour. The model was evaluated by comparing model predictions with disease onset in: i) 100 vineyards of Northern, Southern and Insular Italy (1995 to 2007); ii) 42 groups of potted grapevine plants exposed to inoculum (2006 to 2008). Most of the wrong positive predictions occurred in early season, when the host was in the earlier growth stages, or when the oospore germination was triggered by isolated weak rain events. Considering that neither calibration nor empirical adjustment of model parameters were necessary to obtain accurate simulation, it was concluded that this model produces a reasonable approximation of the primary infection processes underlying oospore development.
A warning system based on such a model and on short-term weather forecasts was developed and its use was evaluated in experimental vineyards over a 3-year period in North Italy. An unsprayed control was compared with a “warning” treatment (fungicides were applied when the warning system predicted an infection), a “threshold” treatment (fungicides were applied as in the warning treatment, but only for the oospore cohorts higher than a fixed threshold), and the grower’s schedule. Average efficacy in decreasing disease incidence on leaves compared to the unsprayed control was > 90% for all treatments. On the average, 6.8 sprays were applied following the grower’s schedule; use of the warning system reduced applications by about one half (warning treatment) or two third (threshold treatment). The grower’s schedule was the most expensive control strategy, with average of 337 €/ha; the average saving was 174 and 224 €/ha for the warning and the threshold treatments, respectively.
The value of this dissertation consists in two relevant and connected aspects. From one side the studies performed on the oospore maturation and germination allowed to better understand and clarify a key point of the downy mildew epidemics still wrapped by a lack of information. From the other side the model elaborated during this thesis represents a practical and efficient tool that leads to the reduction both of growers’ costs and chemical input in the environment.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOROSSI, VITTORIO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/769enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7712024-01-25T18:55:41Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/771LA LEGGE APPLICABILE AL DANNO DA PRODOTTO NELL'UNIONE EUROPEAThe law applicable to product liability in the European Union.MARENGHI, CHIARAIUS/13: DIRITTO INTERNAZIONALEIUS/14: DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEAdiritto internazionale privato, danno da prodotto, Unione europea, conflict of laws, product liability, European UnionLa tesi è dedicata ai profili di diritto internazionale privato del danno da prodotto, con particolare riguardo agli sviluppi normativi che hanno interessato i Paesi membri dell’Unione europea. Nella prima parte della trattazione vengono analizzate le vicende più significative connesse alla nascita della fattispecie sia da un punto di vista sostanziale che internazionalprivatistico. In tale ambito, viene riservata peculiare attenzione all’esperienza degli stati Uniti (Cap. 1), che come noto hanno rappresentato la culla della responsabilità del produttore, e viene esaminata la Convenzione dell’Aja del 2 ottobre 1973 (Cap. 2), prima disciplina speciale della materia sul piano del diritto internazionale privato. La seconda parte dell’elaborato si concentra invece sugli interventi legislativi predisposti a livello comunitario (direttiva 85/374/CEE, come modificata dalla direttiva 1999/34/CE, e regolamento 864/2007/CE) al fine di ricostruire i rapporti intercorrenti tra le diverse fonti (nazionali, comunitarie e internazionali) che oggi concorrono a disciplinare la questione della legge applicabile alla responsabilità da prodotto negli Stati membri dell’Unione europea (Cap. 3).The thesis examines the conflict of laws aspects of product liability, with particular regard to recent developments of EU Member States’ legislation. Product liability law as a distinct body of law – at least partially independent from general tort law – is a relatively new phenomenon. It arose during the 1960s in the Unites States of America. In that period US courts and scholars started to deal with choice-of-law issues in product liability cases. Chapter 1 gives an overview of the most significant events relating to product liability history, from both a domestic and international point of view. The need for a special conflicts rule – pointed out first by the US commentator Albert Ehrenzweig – led to the adoption of the 1973 Hague Convention on the law applicable to product liability, the first regulation of the topic in private international law, which is analysed in Chapter 2. Finally, Chapter 3 examines European Community legislative interventions in the field of product liability (Council Directive 85/374/EEC, amended by Directive 1999/34/EC, and Regulation 864/2007/EC) with the aim of assessing the present state of the law in EU Member States. Different sources are currently competing to regulate the issue of the law applicable to product liability in the EU context and this chapter analyses the relationships between them.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCORINOLDI, DINO GUIDO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/771itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7742013-06-04T09:58:05Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/774COMPOSIZIONE NUTRIZIONALE DI LEGUMINOSE TRADIZIONALI PER L'ALIMENTAZIONE DEI RUMINANTINutritional composition of traditional grain legumes in ruminant feeding.PRIMI, RICCARDOCHIM/10: CHIMICA DEGLI ALIMENTIAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALELeguminose, alimentazione, composti bioattivi, cece, lupino azzurro, grain legumes, feed, bioactive compound, cickpea, blue lupineL’alimentazione proteica risulta di fondamentale importanza per l’ottimizzazione della produttività e per il benessere degli animali di interesse zootecnico. L’identificazione di fonti vegetali alternative e/o complementari a quelle attualmente utilizzate (soia in primis) nel razionamento degli animali si rende necessaria per motivi economici, ambientali e legislativi, cercando di evitare, tuttavia, penalizzazioni sull’appetibilità della razione e sulla risposta produttiva. La ricerca condotta ha riguardato lo studio della composizione nutrizionale di semi di cece (Cicer arietinum) e lupino azzurro (Lupinus angustifolius), con approfondimenti sul contenuto di composti nutrizionalmente attivi e/o antinutrizionali, la valutazione della fermentescibilità ruminale mediante tecniche in vitro, anche alla luce di possibili interazioni genetiche (varietà e linee genetiche) e colturali (epoca e densità di semina). I risultati ottenuti hanno permesso di comprendere eventuali limiti di utilizzo di tali leguminose per l’alimentazione degli animali, in particolar modo dei ruminanti, e di attribuire le fonti di variabilità per la massimizzazione produttiva e qualitativa.Ruminants protein nutrition is an essential item for optimizing the productivity and welfare of animals. The identification of pulses sources as alternative or complementary to those currently used (primarily soya) in the ration of ruminants is necessary for economic, environmental and legislative reasons, trying to avoid, however, penalties on palatability and productive response. The research focused on the study of the nutritional composition of seeds of chickpea (Cicer arietinum) and blue lupine (Lupinus angustifolius), with insights on the content of nutritionally active compounds and / or antinutritionals, the evaluation of the ruminal fermentability using in vitro techniques, also considering possible genetic interactions (varieties and genetic lines) and farming practices (time and density of sowing). The results of the present study suggest that these pulses could be a potentially good feedstuff contributing at the same time to the energy and protein balance of animal diet. Moreover, the presence of active compounds like tannins at levels that should not be regarded as anti-nutritional, can be useful in ruminant feeding due to the moderating activities exerted by those compounds toward the ruminal degradation of proteins.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCORONCHI, BRUNO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/774itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7752014-05-22T09:29:37Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/775ROLE OF STILBENES AS A RESISTANCE FACTOR OF THE GRAPEVINE TOWARDS BIOTIC STRESSVAN ZELLER DE MACEDO BASTO GONÇALVES, MARIA ISABELAGR/03: ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREEAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEVitis vinifera L., Plasmopara viticola, resistance, stilbenes, cloneLa vite è in grado di attivare meccanismi di difesa in risposta a stress biotici e abiotici producendo principalmente metaboliti secondari tra i quali composti stilbenici. Questi composti, detti anche fitoalessine, hanno una azione benefica e riconosciuta sulla salute umana.
Una delle malattie che apporta più danni in tutto il mondo viticolo è la peronospora, causata dal patogeno Plasmopara viticola L, questa tesi ha lo scopo di confrontare le risposte di diverse varietà e cloni attaccate da questo patogeno. Sono state utilizzate foglie e bacche di 10 cloni di Cabernet Sauvignon per verificare l’andamento dell’infezione e la produzione degli stilbeni nel tempo.
Stessa procedura è stata applicata su foglie giovani e vecchie delle varietà di Müller-Thurgau, Chardonnay, Sangiovese, Pinot noir, Cabernet Sauvignon e Solaris. Queste sono state monitorate per verificare l’andamento dell’infezione, la produzione degli stilbeni e l’attivazione della stilbene sintasi.
I risultati delle prove condotte hanno evidenziato differenze tra le varietà e tra i cloni e, soprattutto, tra i diversi organi studiati.The grapevine is able to activate a defence mechanism whenever it interacts with biotic or abiotic stress, mainly by producing defence substances as the stilbenic compounds, phytoalexins known for their health related influence. Combining this fact and the knowledge that the Plasmopara viticola Berk et Curtis, the causal agent of downy mildew, causes considerable damages worldwide to Vitis vinifera L. production during its life cycle, this thesis aims to explore the differences that several grapevine varieties and clones display when confronted with this pathogen.
The leaves and small berries of 10 different clones of Cabernet Sauvignon were used to asses infection time course and stilbenic production overtime.
Likewise, young and old leaves of the varieties Müller-Thurgau, Chardonnay, Sangiovese, Pinot noir, Cabernet Sauvignon and Solaris, ordered in assumed increasing resistance, were used to assess infection time course, stilbene production on the leaves and the activation of a stilbene synthase gene.
All trials conducted highlighted not only the differences within grapevine varieties and grapevine clones but most importantly between the studied grapevine organs.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOBAVARESCO, LUIGIFREGONI, MARIO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/775enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7762013-06-04T09:58:05Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/776STRATEGIC NETWORKS AND FOREIGN EXPANSION: THE CASE OF ITALIAN AGRIFOOD SMALL AND MEDIUM-SIZED ENTERPRISESGHEZZI, DANIELE MARIASECS-P/08: ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESESECS-P/07: ECONOMIA AZIENDALEPiccole e medie imprese, internazionalizzazione, agroalimentare, alleanze, network. Small and medium-sized enterprises, internationalization, agrifood, alliances, networks.La tesi analizza le strategie di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari di piccole e medie dimensioni, con particolare riferimento al caso italiano. In particolare, vengono prese in esame diverse forme di alleanze strategiche interorganizzative che tali imprese possono adottare per incrementare l'espansione internazionale e l'ingresso in nuovi mercati. A questo proposito, la tesi è essenzialmente articolata in due studi, uno riguardante il lato "a monte" della catena del valore (ossia il mercato di fornitura), e l'altro il versante "a valle", ossia il mercato del cliente finale.The thesis analyzes agrifood SMEs internationalization strategies, with specific reference to the Italian case. In particular, the study focuses on the different forms of interorganizational strategic networks to foster geographic expansion and foreign market entry. Regarding this matter, moreover, the thesis is basically articulated in two studies, one concerning the upstream side of the value creation system (i.e. the supply market), while the other the downstream side (i.e. customer market).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCODEPPERU, DONATELLA2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/776enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7802011-01-15T00:59:16Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/780IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: PROSPETTIVE E RAGIONI DI UNA REGOLAMENTAZIONE TRA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO ED ESIGENZE DI TUTELA DEL CONSUMATOREFILICE, ASSUNTA BARBARAIUS/05: DIRITTO DELL'ECONOMIAIUS/01: DIRITTO PRIVATOfair, trade, commercio, equo, solidaleIl commercio equo e solidale (Cees) è andato sviluppandosi nel mondo occidentale nel corso degli ultimi quaranta anni, quale risposta alla crescente consapevolezza del fatto che i vantaggi derivanti dagli scambi e dall’espansione del commercio internazionale non risultano equamente ripartiti tra tutti i Paesi e tra i vari strati della popolazione di ciascuno dei Paesi stessi.
La progressiva estensione del fenomeno in termini di ampliamento delle aree geografiche coperte e di aumento del quantitativo e delle tipologie dei beni commerciati, nonché il proliferare dei soggetti coinvolti e la loro stessa eterogeneità ha via via evidenziato le potenzialità connesse a tale realtà divenuta, nel corso di pochi decenni, da settore di nicchia, modello di riferimento per un commercio giusto nel panorama internazionale di mercato.
Orbene, allo scopo di inquadrare precisamente il fenomeno e di sviscerarne i contenuti si è ritenuto opportuno suddividere la trattazione del tema in quattro macro-blocchi inerenti rispettivamente: la descrizione socio-economica del Cees, i progetti di normazione presenti in materia a livello sovranazionale-nazionale e regionale, le altre esperienze parallelamente sviluppate in altri paesi europei, nonché l’analisi degli strumenti contrattuali in uso nel settore con particolare riguardo ai contratti di Ctm.
Il punto di partenza è rappresentato da una serie di considerazioni di ordine introduttivo, con particolare riguardo alla dimensione socio-economica del fenomeno, alla luce della sua crescente evoluzione e del suo attuale valore in termini di incidenza all’interno del nuovo ordine globale delle relazioni economiche.
A seguire, dato il taglio essenzialmente giuridico della ricerca, si è ritenuto opportuno penetrare immediatamente la realtà del commercio equo con specifico riferimento alle problematiche ed alle prospettive connesse all’opportunità di una regolamentazione giuridica del fenomeno stesso, le quali costituiscono, precisamente, l’oggetto centrale del presente studio.
In particolare si è scelto di elaborare una serie di riflessioni introduttive a proposito dei differenti approcci posti in essere in materia, considerando la complessità del quadro di riferimento nonché la varietà degli intenti.
Orbene, nel tentativo di ricostruire le ragioni che hanno determinato l’esigenza di regolamentare la materia, si è pensato in primo luogo di esaminare i numerosi tentativi di autoregolamentazione attuati in tal senso, con riferimento da un lato alle cc. dd.. Carte dei Criteri ed in particolare alla Carta Italiana, elaborate allo scopo di identificare i requisiti ed i soggetti destinati ad operare in tale contesto, e dall’altro lato ai sistemi di certificazione privati e specializzati posti in essere allo scopo di etichettare i prodotti del Cees e garantire così la conformità a determinati standard, nonché il rispetto dei principi propri del settore in esame.
Una volta esaminati i percorsi inerenti la via dell’autoregolamentazione e le peculiarità connesse agli stessi si è ritenuto interessante procedere nell’analisi dei percorsi di eteroregolamentazione posti in essere in materia, e ciò in particolare sulla scorta dei limiti e delle incongruenze intrinsecamente legate alla strada dell’autodisciplina.
La creazione di un preciso schema legislativo in materia, corrispondente ad una vera e propria legge, consentirebbe, infatti - ed è precisamente ciò che la ricerca è tesa a dimostrare - di realizzare, al di là del riconoscimento ufficiale del fenomeno, anche una specifica individuazione dei prodotti del Cees e dei soggetti coinvolti, ciò che determinerebbe, attraverso l’istituzione di un rigoroso sistema sanzionatorio, la conseguente eliminazione del rischio che gli stessi si trovino in un certo senso a miscelarsi inconsapevolmente con soggetti estranei ai principi del movimento, traducendosi implicitamente in una enorme garanzia per il consumatore.
Una volta accertata la necessità di regolamentare la materia e una volta enucleate le motivazioni attraverso le quali si è giunti ad affermare la preferenza di soluzioni di tipo eteroregolamentative, si è scelto di proseguire nell’analisi dettagliata dei percorsi e degli interventi legislativi elaborati su scala sovranazionale, nazionale e regionale; ciò al fine di riflettere più compiutamente sul taglio che un intervento regolativo in materia dovrebbe avere.
I paragrafi elaborati nell’ambito della Parte II e precisamente inerenti una ricognizione e valutazione critica dei progetti di normazione presenti in materia, si muovono in effetti proprio in tale ottica, nel tentativo di chiarire se, posta la complessità degli interventi legislativi predisposti a vari livelli, sia ravvisabile all’interno di uno di questi un possibile modello da seguire.
Sempre allo scopo di riflettere sui profili regolamentativi del fenomeno del Cees e posta la necessità di rintracciare un modello indicativo sulla base del quale pervenire all’elaborazione di un preciso schema di inquadramento legislativo, si è scelto di dedicare le successive fasi della ricerca all’esame delle esperienze maggiormente rilevanti nel settore condotte all’interno di altri paesi. La terza parte-sezione del lavoro di ricerca si incentra, infatti, sull’analisi degli schemi e delle soluzioni legislative elaborate a livello europeo (e non solo) in tale ambito, ciò allo scopo di valutare le affinità e le compatibilità, ma anche eventualmente le divergenze esistenti rispetto al nostro sistema.
Ebbene, a parte lo studio delle strategie tracciate all’interno del contesto europeo, ed in modo particolare in paesi come la Spagna e la Francia - attraverso l’analisi delle varie proposte e normative concretamente poste in essere - si è ritenuto interessante proporre anche l’esame di una realtà profondamente differente, sia per struttura che per impostazione, quale, appunto, quella canadese, e ciò considerato in particolare anche il carattere innovativo di una indagine comparata tra le due dimensioni (quella italiana e quella, appunto, canadese).
Alla luce di tali considerazioni, nonché allo scopo di rendere effettivamente concreti i profili teorici anzi sviluppati, si è scelto di completare la ricerca mediante l’analisi di alcuni contratti commerciali, utilizzati nella pratica degli affari e recanti appunto norme rispettose dei principi del Cees. In particolare, l’ultima sezione del lavoro, inerente temi di giustizia sociale e diritto dei contratti - con specifico riferimento alla disciplina giuridica del contratto inteso appunto quale mezzo attraverso cui orientare il corretto funzionamento del mercato concorrenziale e fornire adeguate tutele ai consumatori - si sofferma sull’analisi della modulistica contrattuale (Il “Fair Trade Partnership Agreement”; l’“Annual Plan”; il “Fair Trade Purchasing Contract”; il “Delivery Order”) utilizzata da Ctm Altromercato nelle operazioni di acquisto, nonché di trasporto e vendita dei prodotti equo-solidali.
Tale modulistica, reperita grazie ad una profonda collaborazione con la sede legale del Consorzio, è stata ritenuta particolarmente interessante sotto un duplice profilo: da una parte, infatti, tali strumenti contrattuali potrebbero rappresentare una effettiva garanzia per quel consumatore socialmente responsabile che voglia visionarli al fine di constatare direttamente il rispetto di determinati standard e principi e che voglia, cioè, accertare che i prodotti che acquista siano effettivamente rispettosi di quegli standard; dall’altra parte, tali contratti rappresenterebbero una sorta di garanzia sociale, vale a dire un mezzo attraverso il quale far rispettare i suddetti valori e recuperare, in una prospettiva più ampia, anche determinati diritti.The fair trade phenomenon expanded in the western world during the last forty years because the benefits of trade and the expansion of international trade are not equitably distributed among all countries and between different levels of population.
The gradual extension of phenomenon, the expansion of the geographic areas covered, the increase of quantity and types of traded goods and the proliferation of actors, gradually showed the strength related to this reality, which has become, in a few years, a true reference model for a fair trade on the international market.
However, in order to classify precisely the phenomenon and to reveal its contents, it was considered appropriate to divide the discussion of the topic into four macro-blocks, respectively associated to:
-the socio-economic description of the fair trade;
-the different standardization projects elaborated in this field at the supranational, national and regional levels;
-the other experiences developed in a comparative perspective with other European countries (and not only);
-the analysis of contractual instruments used in the sector with particular regard to the contracts used by CTM Altromercato.
The starting point is represented by some different preliminary considerations, with special emphasis on socio-economic phenomenon, considering its increasing trend and its current value in terms of incidence on the new global order of economic relations.
Secondly, as legal research, it was considered appropriate to immediately penetrate the reality of fair trade, with specific reference to the problems and prospects related to the best legal regulation of this phenomenon, which represents the central object of this study.
In particular, we chose to develop some general discussion about the different approaches elaborated in this area, considering the complexity of the framework and the variety of proposals.
However, reconstructing the underlying reasons for a legal adjustment of this phenomenon, it was thought primarily to examine the many attempts to self-regulation, referring firstly to the “Carte dei Criteri” and especially the “Carta Italiana”, drawn up to identify the requirements and the people suitable to operate in that context, and secondly concerning the private certification schemes, specialized in this field, and created to label the products of fair trade and thus to ensure compliance with standards and respect for the principles of the sector.
After examining the pathways of self-regulation and the peculiarities connected to the same, it was considered interesting to carry out the analysis of a different form of regulation, called “heteroregulation”, considering, in particular, the limitations and inconsistencies intrinsically linked to the self-discipline.
In fact, the creation of a clear legislative framework, corresponding to a real law, would- and this is precisely what the research is oriented to prove - to establish, in addition to official recognition of the phenomenon, the specific identification of the fair trade products and of the parties involved and moreover, establishing a strict system of sanctions, to realize the subsequent elimination of the risk that they are, unconsciously, mixed with persons outside the principles of the movement, meaning a huge guarantee for the consumers.
Once we have established the need to regulate this field and once outlined the reasons for a preference of heteroregolamentative type solutions, it was interesting to analyze the detailed paths and the legislative actions drawn up at the supranational , national and regional level, to reflect more broadly on the style that a regulatory intervention in this area would have.
The paragraphs elaborated in the II part, concerning a critical evaluation of the projects of regulation existing in this context, want to clarify if, considering the complexity of the sector, a potential model to follow exists.
Thirdly, in order to reflect on the regulation profiles of fair trade phenomenon and considering the need to find a legislative framework, it was chosen to dedicate the next stages of research to examine of the most important experiences carried on in this field from other countries. The third part-section of the research is focused on the analysis of legislative solutions developed at European level (and not only) in this context; the aim is to value the similarities and the compatibility, but also the differences, compared to our system.
In addiction to the study of strategies, outlined in the European context, and particularly in the countries like Spain and France - through the analysis of various proposals and regulations put in practice - it was considered interesting to propose also the examination of Canadian perspective, considering in particular the innovative nature of a comparative study between these two dimensions (Italian and Canadian).
For these considerations and to realize the theoretical profile, it was decided to complete the research with the analysis of some commercial contracts, which are used in the practice of business and containing the fair trade rules and the principles. In particular, the last section of work, concerning the social justice issues and the law of contracts - with particular reference to the legal framework of the contract conceived like an instrument to ensuring the proper functioning of the competitive market and protect consumers - is focused on the analysis of contractual forms ( "Fair Trade Partnership Agreement", "Annual Plan, "Fair Trade Purchasing Contract" and "Delivery Order") used by CTM Altromercato in transactions of purchase, transportation and sale of fair trade products.
These contracts, obtained thanks to a strong collaboration with the legal office of the Consortium CTM Altromercato, were considered particularly interesting: first of all, these instruments could be a contractual guarantee for a consumer socially responsible, who wants to view them and to observe directly the relevance of these standards and principles, and to ensure that the products meet those standards; on the other hand, these contracts represent a kind of social security, namely an instrument to enforce these values and also to recover, in a broader perspective, specific rights.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOSCIARRONE ALIBRANDI, ANTONELLA2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/780itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7822010-06-09T09:18:02Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/782RICERCHE SU TALUNI INDICATORI DI TIPO BIOCHIMICO FISIOLOGICO ATTI A VALIDARE I MODELLI DI VALUTAZIONE DEL BENESSERE NEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINE DA LATTEResearches on some biochemical and physiological markers to validate the models of animal welfare assessement in dairy cows farms.CARE', SARAAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEbenessere animale, valutazione, bovine da latte, animal welfare, assessement, dairy cowsLa valutazione oggettiva del benessere negli allevamenti di bovine da latte, risulta peraltro molto complessa e controversa. I principali problemi riguardano la scelta degli indicatori da utilizzare nel modello e l’aggregazione dei risultati ottenuti con ciascun indicatore in un punteggio globale che sia espressione del benessere reale. Alla luce di queste considerazioni, è evidente che un modello applicativo di valutazione del benessere necessita di una validazione scientifica.
I nostri risultati hanno mostrato che sono soprattutto i valori di fruttosamina riscontrati fra la 3a e la 5a settimana di lattazione quelli che maggiormente riflettono la glicemia media delle settimane precedenti, quindi l’entità del deficit energetico e della riduzione delle condizioni nutrizionali degli animali Nella valutazione del benessere animale un altro aspetto fondamentale è rappresentato dall’individuazione di un eventuale status di stress cronico, ricorrendo ad esempio alla cortisolemia plasmatica. Tra gli indicatori di tipo fisiologico che sono sembrati molto importanti per la validazione dei modelli di valutazione del benessere animale, troviamo i parametri relativi a fatti infettivo-infiammatori (proteine positive della fase acuta, tra cui si ricordano l’aptoglobina e la ceruloplasmina, e quelle negative, specialmente le albumine e il colesterolo). Viceversa, l’utilizzo contemporaneo di una serie di indicatori di tipo biochimico-fisiologico, potrebbe fornire indicazioni per una valutazione più completa dei diversi aspetti del benessere.
Ciò al fine di accertare se i suddetti parametri possano fungere da indicatori “assoluti” per ottenere indicazioni più oggettive delle reali condizioni di benessere/malessere degli animali allevati, costituendo pertanto un valido “riferimento” per i modelli di campo.
Le informazioni prodotte con questo tipo di analisi possono fornire utili indicazioni sia in termini teorici di validazione del benessere (soprattutto per meglio precisare i vari aspetti che lo compongono e che confluiscono nel benessere globale) e sia in termini applicativi di miglior ridefinizione dei pesi relativi con cui aggregare i diversi aspetti del benessere nel modello di campo.
Altri parametri fisiologici utilizzati come riferimento, e risultati molto importanti, sono il cortisolo e la fruttosamina.
In particolare, i risultati ottenuti con questo approccio multivariato, applicato ai parametri biochimico-fisiologici hanno mostrato un parziale accordo fra la valutazione del benessere ottenuta con il modello SDIB.The objective assessment of lactating dairy cows welfare is complex and
controversial. The main concerns are the choice of the model indicators
and the aggregation of obtained results in a global score that
represents the effective welfare. According to these considerations, the
animal welfare determination needs a scientific validation. Our
results shows that the value of fructosamine between the third and fifth
week in lactation strongly reflects the average blood glucose in the
previous weeks, therefore it shows the energetic deficit and the low
nutritional status. The determination of chronic stress is also
fundamental to determine the animal welfare, it can be measured by the
plasmatic cortisolemic value. Some indicators of inflammators-infective
stress, such as the positive proteins of acute phase (aptoglobins and
ceruloplasmin) and the negative ones (albumins and cholesterol) are some
of the best physiological indicators capable of validating the
determination of animal welfare. On the contrary, the contemporary
utilisation of different biochemical-physiological indicators could give
more comprehensive determination of animal welfare. The latter could be
used as “absolute” indicators to obtain more objective indications of
the real conditions of breeding animals' welfare, therefore, being a
valid “reference” for field models. These kind of analysis can give
useful theorical indication to validate the welfare (above all
considering the global view of it), and also in practical applications
capable of defining the relative scores aggregating several aspects of
welfare in field models. Also cortisol and fructosamine are very
important physiological indicators. Particularly, the results obtained
by this multivariate approach, which was applied to biochemical and
physiological parameters, showed partial agreement between the welfare
evaluation by SDIB model.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOCALAMARI, LUIGI2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/782itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7702011-02-10T12:55:57Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/770A New nutritional Approach for promoting Gut Health and Animal PerformanceULGHERI, CATERINAAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEAGP, antisecretory factor, gut diseases, hydrothermally processed cereals, pigletsIl fattore antisecretivo (AF) è una proteina secreta nel plasma e nei tessuti dei mammiferi, che ha dimostrato di essere un potente inibitore dell’ipersecrezione intestinale e dell'infiammazione. Dopo il bando degli AGP, diversi approcci nutrizionali finalizzati all’ottimizzazione della fase di transizione dello svezzamento e alla riduzione delle malattie intestinali sono stati proposti, ma con scarsi risultati rispetto agli antibiotici. Le diete in grado di indurre la secrezione endogena di AF potrebbero essere una valida alternativa agli AGP. Si ritiene che AF contenuto nel colostro e nel latte delle scrofe possa essere un fattore di protezione contro la diarrea nei suinetti. E’ stato dimostrato che è possibile incrementare il livello di AF nel plasma attraverso la dieta, sia nell’uomo che negli animali, con l’ingestione di cereali sottoposti ad un particolare processo idro-termico (HPC). In questa tesi è stato studiato l’effetto dell’aggiunta di HPC alla dieta di suinetti svezzati, sulle performance e sullo stato infiammatorio dell’epitelio intestinale. La supplementazione della dieta con HPC ha migliorato ADG e FCR durante tutto il periodo sperimentale. I valori I-FABP, considerato un parametro del danneggiamento della mucosa intestinale, nel plasma dei suinetti sono risultati bassi in tutti i gruppi e non influenzati dalla dieta. L'attività antisecretiva di AF-16, il dominio attivo della proteina, è stata valutata mediate su colture cellulari IPEC-J2 trattate con tossina colerica (CT) in Ussing chamber. AF-16 non ha inibito l’incremento di Isc indotto da CT. E’ stato osservato un ridotto incremento di Isc durante la somministrazione contemporanea di AF-16 e CT. L'attività anti-infiammatoria di AF-16 è stata studiata in colture di macrofagi RAW 264,7, trattati con LPS, e su macrofagi alveolari di suino stimolati con PMA. AF-16 ha ridotto la produzione di NO nei macrofagi stimolati con LPS in funzione del dosaggio, con maggiori effetti a dosaggi più elevati. L’effetto antiinfiammatorio di AF-16 non è stata confermata dai ROS test, neanche usando dosi elevate di peptide. I risultati confermano l’efficacia dei cereali HPC come promotori della crescita nei suinetti. Ulteriori studi in vitro sono necessari per capire il meccanismo d’azione di AF.The antisecretory factor (AF) is a protein secreted in plasma and other tissue fluids in mammalians which was shown to be a potent inhibitor of intestinal fluid secretion and inflammation.
After the AGP ban, several nutritional approaches aimed to the optimization of the weaning transition and reduction of gut diseases have been proposed, but the success rates are really low compared to antimicrobials. AF-inducing diets appear to be suitable alternatives to AGP. Indeed AF content in sows’ colostrum and milk appears to be a protection factor against diarrhoea in suckling piglets. Increased AF level in plasma by dietary means, such as feeding hydro-thermally processed cereals (HPC), has been demonstrated in human and animals. We tested the effect of two different HPC level of inclusion in a wheat-barley based diet on weaned piglets growth performance, reared in an experimental farm. The results confirmed the efficacy of HPC as growth promoters in piglet nutrition: HPC supplementation improved ADG and FCR.
In vitro test were made to study the antisecretory and anti-inflammatory properties of the AF protein and its mechanism of action by using AF-16, the active region of the protein. The Ussing chamber experiments performed on polarized IPEC-J2 cells confirmed the neuronal involvement in the antisecretory activity of AF. In fact, AF-16 did not inhibit CT-induced Isc. A slower rate of Isc increase was observed during the simultaneous administration with AF-16 and CT.
High dosages of AF-16 were found to reduce the LPS-stimulated NO production in RAW264.7 cell, thus supporting the hypothesis of an anti-inflammatory action. On the contrary, no significant results were obtained on PMA-stimulated ROS generation in pig alveolar macrophages.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOROSSI, FILIPPO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/770enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7722014-05-21T09:22:09Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/772Competizione tra Brand e Potere di Mercato nell'Industria del latte alimentare in Italia: Stima di Modelli a Scelta Disceta per Prodotti Differenziati.Brand Competition and Market Power in the Italian Fluid Milk Market: Estimation of Discrete Choice Models for Differentiated ProductsCASTELLARI, ELENAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALESECS-P/10: ORGANIZZAZIONE AZIENDALEDiscrete Choice Models, Milk Market, Brand Competition, Market PowerDopo l’analisi delle modalità di misurazione del potere di mercato e della competizione tra brand nel contesto di un mercato caratterizzato dalla presenza di prodotti differenziati, viene presentata l’applicazione dei modelli a scelta discreta nel mercato del latte alimentare in Italia. Ho utilizzato dati scanner per analizzare i comportamenti nelle scelte di acquisto dei consumatori e le dinamiche competitive tra i due maggiori brand presenti nel mercato e le marche commerciali. Ho considerato il mercato del latte alimentare suddiviso in due sottocategorie, quella del latte a lunga conservazione (UHT) e quella del latte refrigerato. Ho quindi proceduto alla stima della domanda del latte alimentare utilizzando un nested logit model, appartenente alla categoria dei modelli a scelta discreta. Utilizzando i coefficienti stimati è possibile sia calcolare le elasticità di sostituzione tra i diversi brand e le elasticità dirette, nonché i margini di profitto dei brand presi in analisi considerando differenze nelle strategie di prezzo e nella struttura di mercato.This work first gives an overview of the measurement of market power and brand competition in a differentiated products market, secondly applies discrete choice models to asses the Italian milk market. I use scanner data to estimate consumer purchasing decisions and competitive relationships between two major industry-level brands and (as a third category) supermarket private labels. I divide all milk sold in Italian market into two distinct classes of products: “UHT” and “Refrigerated” milk. I employ a well-known “discrete choice” nested-logit model to estimate consumer demand. Then, using the estimated coefficients, it is possible to calculate both consumer substitution patterns between products, and the profit-margins of the three major retail-level brands across the different sub-categories of milk under different pricing strategies and market structure.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOMORO, DANIELE2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/772enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7772010-06-09T09:18:03Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/777POLITICHE DELLA SICUREZZA E ALLERTE ALIMENTARI NELL'UNIONE EUROPEALOZZI, NICOLEIUS/14: DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEAIUS/20: FILOSOFIA DEL DIRITTOfood alert, sicurezza, allerteLa tesi ha come finalità lo studio della sicurezza alimentare e del suo sistema di controllo nel contesto europeo. Per sicurezza alimentare qui s’intende da un lato, quell’insieme di disposizioni e di procedure previste dal legislatore, atte a garantire che gli alimenti a rischio non siano immessi sul mercato; dall’altro quel meccanismo predisposto per individuare i problemi di sicurezza degli alimenti e agire di conseguenza. Sicurezza alimentare, intesa dal punto di vista normativo, è sia l’ampia gamma di disposizioni che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi (come ad esempio i provvedimenti sui materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, sui mangimi e su altri mezzi di produzione agricola a livello primario), sia un vero e proprio sistema inteso come meccanismo o insieme di procedure pensate per garantire la sicurezza degli alimenti. Tale apparato di tutela opera, tenendo in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare, come un unico processo, partendo dalla produzione, passando attraverso la trasformazione fino ad arrivare alla distribuzione e vendita dei prodotti.
Oggetto principale di questa tesi è l’analisi del sistema di controllo alimentare, poiché non solo elemento integrante, ma soprattutto presupposto della sicurezza stessa. Precisamente, in Europa il sistema di sorveglianza si presenta come un meccanismo di allarme rapido per la notificazione di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi, una sorta di rete di collegamento cui partecipano gli Stati membri, la Commissione Europea e l’Autorità per la sicurezza alimentareThe idea of research comparing the legal and policy choices which form the basis for the current agrofood safety systems derive from the observation of several cases of “food emergency”(such as BSE, dioxin contamination , bird flu, GMOs) and food alert, which occurred in the recent European history and have caused reactions and worries in public opinion. The study of the above mentioned events and the reflection upon the attitudes and the decisions about food safety made by the European Union institutions raised many different questions. First of all I wondered if this is only a European phenomenon or if it may also apply to overseas countries like the USA. I also wanted to investigate about science regulation policies ruling the safety system born to face feared or evident risks for public health (as a consequence of BSE), i.e. to understand how scientific knowledge is used in legal and policy choices and which are the political and social consequences. In effect, the emergencies, risks and uncertainties caused by the social implementation of science have increased the gap between society and institutions both at national and community level, generating mistrust not so much of scientific and technological progress but of the institutions themselves. The public isn’t only worried about “safety” meant as the likelihood of a damage occurring, but also about the unexpected social effects neglected by the institutions. Europe expressed its concerns about these situations by trying to fill the gap from different perspectives : • new governance of science; • subsequent new regulatory and policy model of science; • expertise and its credibility; • more collective decision making processes Such steps are fundamental to generate and new idea of science governance which connects the need of a more democratic science with that of a more involving society . The Democratization of science implies the acquisition by institutions of several scientific opinions involving all of the aspects of knowledge in order to obtain decisions making processes meeting social needs and, consequently, closer to citizens.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOTALLACCHINI, MARIACHIARA2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/777itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7782014-05-21T14:28:35Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/778Caratteristiche Fisiche e Chimiche che Influenzano la Digeribilità dell'Amido nei RuminantiPhysical and Chemical Features affecting starch digestion in ruminantsRIBEIRO VILAS BOAS, MARTA SOFIAAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIAmido,Metodo enzimatico In Vitro, Tecnica In Situ, Degradadabilità, Ruminanti, Prolamine, Umidità,Mais, Starch, In vitro Enzymatic method, In Situ technique, Degradability, Ruminants, Prolamin, Moisture, CornL’amido è la maggiore fonte di energia per i ruminanti e la sua efficienza di utilizzazione nel tratto gastro-intestinale è importante per soddisfare i fabbisogni energetici dell’animale. La degradabilità dell’amido è misurata da diversi metodi (i.e., metodi in vivo, in situ, in vitro con inoculo ruminale e/o metodi enzimatici) e appare essere influenzata dal tipo di cereale, dai metodi di lavorazione e conservazione degli alimenti, dalla dimensione delle particelle, dal tipo di endosperma, etc.). La tesi è consistita di 4 esperimenti: Esperimento 1) la degradabilità dell’amido di diversi alimenti è stata valutata con un metodi condotto in situ ed il metodo in vitro proposto da Tilley&Terry: entrambi sono stati capaci di differenziare gli alimenti in base alla diversa degradabilità dell’amido. Esperimento 2) Un approccio enzimatico è stato studiato per determinare la quantità di amido degradato. Esperimento 3) Il metodo enzimatico ed il metodo Tilley&Terry sono stati comparati e sono risultati essere ben correlati, evidenziando la possibilità di utilizzare l’approccio enzimatico per studiare i fattori che influenzano la degradabilità dell’amido. Dato che pochi lavori scientifici hanno confrontato la degradabilità dell’amido di granelle e pastoni di mais, nell’Esperimento 4) sono stati raccolti campioni di mais conservati con diverse modalità (i.e., farina di mais, pastoni di granella e pastoni integrali di mais) per verificare quali le caratteristiche chimiche che influenzano la degradabilità dell’amido.
I fattori che maggiormente condizionano la valutazione enzimatica della degradabilità dell’amido sono il contenuto in prolamine e l’umidità dei campioni. In conclusione, il metodo enzimatico può essere routinariamente utilizzato dai laboratori commerciali per la rapida valutazione della degradabilità dell’amido negli alimenti destinati all’uso animale.Starch is the main energy source for ruminants and its efficient utilization in gastro-intestinal tract is important to meet animal energy requirements. The starch degradability is determined by several methods (i.e., in vivo, in situ, in vitro ruminal and/or enzymatic methods) and is affected by type of grain, processing and conservation methods, particle size, type of endosperm, etc.. Four experiments were conducted: Experiment 1) starch degradability of different feeds was evaluated with in-situ and in-vitro Tilley&Terry methods: both are able to differentiate starch degradability among feeds. Experiment 2) An in-vitro enzymatic approach was studied to determine the amount of starch degradation. Experiment 3) Enzymatic and Tilley-Terry methods were compared, resulting well correlated and highlighting the possible application of enzymatic method to investigate the factors affecting starch degradability. Because few works compared the starch degradability of dry-ground and high-moisture corns, in Experiment 4) a data set of different conserved corn samples (i.e., dry, high-moisture and high-moisture-ear corns) was produced and chemical factors affecting starch degradability were studied. The most important factors influencing the enzymatic starch degradability were prolamin and moisture. Concluding, the enzymatic method could be used by commercial laboratories as a routine method for rapid determination of feed starch degradability.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOMASOERO, FRANCESCO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/778enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7842013-06-04T09:58:02Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/784Dai mangimi al latte: fattori di rischio e qualitàFEED INTO MILK: QUALITY AND RISK FACTORSBATTAGLIA, MARCOCHIM/10: CHIMICA DEGLI ALIMENTIAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEmilk, feed, cheese, iodine, selenium, melamine, carry over, cow, quality, risk, ICP-MS, TMAH, ammonia, uncertainty, speciation, latte, mangimi, formaggio, iodio, selenio, melamina, carry over, vacca, qualità, rischio, ICP-MS, TMAH, ammoniaca, incertezza, speciazioneLa tesi è divisa in quattro manoscritti. Lo scopo è lo studio di tre aspetti, come casi-studio indipendenti, all’interno della gestione della catena alimentare dai mangimi al latte. Il primo manoscritto riguarda la fortificazione del latte bovino con iodio e selenio allo scopo di migliorare la qualità del latte e dei suoi derivati; il secondo riguarda la contaminzione dei mangimi con melamina come fattore di rischio per l’industria lattiero-casearia e la salute pubblica. Gli ultimi due lavori sono corollari alla qualità del latte derivante dallo iodio: ovvero un confronto analitico tra procedure di determinazione dello iodio in latte crudo, e uno studio di speciazione dello iodio inorganico nel latte crudo fortificato. Il primo lavoro offre informazioni per meglio comprendere i fattori coinvolti nel miglioramento della concentrazione dello iodio e del selenio nel latte a seguito di una fortificazione della dieta animale. Riguardo la melamina, lo studio conferma il passaggio di essa dai mangimi al latte e la sua rapida escrezione anche a livelli bassi di ingestione da parte dell’animale; uno scarso passaggio dal latte al formaggio. Il terzo lavoro mostra che, per analisi dello iodio con ICP-MS, l’estrazione dell’elemento con soluzione d’ammoniaca è una valida alternativa al metodo ufficiale con TMAH. La speciazione dello iodio inorganico nel latte scremato è un’operazione possibile utilizzando delle diluizioni con soluzione d’ammoniaca (quarto manoscritto).The thesis is divided into 4 manuscripts. The aim is to study three aspects, as independent case studies, within the quality management of feed-for-food system. The first manuscript is about the fortification of feeds with iodine and selenium to improve the quality of cow’s milk and derivatives; the second one investigates the contamination of feeds with melamine as risk factor for dairy industries and human health. The last two works are corollaries to the iodine-linked quality of milk: i.e. a comparison between analytical procedures for the determination of iodine in raw milk, and a speciation study of iodine in fortified milk. The first work helps to better understand factors involved in improvement of milk iodine and selenium concentration and CO following supplementation with inorganic sources. Regarding melamine, the study confirmed the pathway for its transmission from feed to milk and its rapid excretion, also at a very low level of melamine ingestion by cows; and a low transfer from milk to cheese. The third study shows that the ammonia extraction of iodine is a valid alternative to the official method with TMAH for iodine determination in milk, by using ICP-MS. The speciation of inorganic iodine in skimmed milk is feasible by using ammonia dilution (fourth manuscript).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOMASOERO, FRANCESCOMOSCHINI, MAURIZIO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/784enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7852014-05-21T09:16:10Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/785Studio molecolare della produzione di antocianine in piantaMOLECULAR BIOLOGY OF ANTHOCYANIN IN PRODUCTION IN PLANTSCARLETTI, GIORGIABIO/11: BIOLOGIA MOLECOLAREBIO/04: FISIOLOGIA VEGETALEbarrel medic, flavonoids, myb gene, erba medica, flavonoidi, geni myble antocianine sono una classe di metaboliti secondari nelle piante, appartenenti ai flavonoidi, categoria di molecole antiossidanti utili per la salute di piante, animali e umana. Sono ampiamente studiati nelle Leguminosae poiché implicati in numerose funzioni fisiologiche. In questa tesi, due wild-types e cinque mutanti di Medicago truncatula, coinvolti nel metabolismo dei flavonoidi, sono stati caratterizzati a livello fenotipico, fisiologico e molecolare. La principale differenza tra i wild-type e i mutanti è la riduzione del contenuto di antocianine nelle foglie. In seguito all'esposizione alle radiazioni UV-B, è stata analizzata la loro risposta, evidenziando un diverso comportamento. Inoltre, il metabolismo delle antocianine è stato studiato anche a livello di regolazione genica e un nuovo gene myb è stato isolato e caratterizzato, risultando più espresso nei tessuti che accumulano antocianine.Anthocyanins are secondary metabolites in plants. They belong to a class of flavonoids synthesized via the phenylpropanoid pathway and they are antioxidant molecules important for plant, animal and human health. Flavonoids are widely studied in legume because they are implicated in several biological and physiological functions. In this thesis seven genotypes (two wild-types and five indipendent mutants) of Medicago truncatula (the model legume plant) affected in flavonoid metabolism have been characterized at phenotypic, physiological and molecular level. The main difference between wild-types and mutants, is the reduction in anthocyanin content in leaves. The anthocyanin accumulation during the leaf life, the flowering time and the fruit formation have been registered and compared. The two wild-types contain 6 μg cyanidin.mg-1 of fresh weight, while in the mutants the anthocyanin amount ranged from 0.12 μg cyanidin mg-1 to 2 μg cyanidin mg-1 of fresh weight. After HPLC-DAD-MS/MS analysis, the main anthocyanin present in the two wild-types is the cyanidin-3-O feruloyl. The Expression profile of genes codifying enzymes and transcriptional factor involved in flavonoid biosynthesis has been investigated. RT-PCR and qPCR results show different possible pathways of reduction of anthocyanins in the five mutants. These mutants, have been exposed to UV-B radiations and their response has been investigated measuring the chlorophyll fluorescence parameters (Fv/Fm, qP and NPQ) in untreated plants, during treatment (after 4hrs and 14hrs of treatment) and in the recovering phase. All genotypes, regardless of the anthocyanins amount, showed a decrease of the photosyntetic efficiency after 14hrs of treatment. This indicates a marginal role of these pigments in the oxidative damages protection. Mutants do not response in the same manner to the UV—B exposure and the anthocyanin amount does not increase equally in all genotypes. The anthocyanin metabolism is studied also at the gene regulation level. A novel Myb gene (MtMYBA) involved in anthocyanin pathway has been isolated and characterized. This gene is more expressed in tissues which accumulate anthocyanins in M. truncatula plants. The functional analysis has been investigated overexpressing this Myb gene under the control of 35S promoter. This construct has been used to transform Arabisopsis thaliana and Medicago truncatula plants. In addition, the MtMYBA promoter has been cloned in a plasmids containing GUS and GFP reporter genes.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOMAROCCO, ADRIANO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/785enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7812010-06-09T09:18:04Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/781Modeling Water Reallocation Policies in a CGE Framework: The Impact of Drought on the Kenyan EconomySPINELLI, ADRIANOSECS-P/02: POLITICA ECONOMICAWater Scarcity, Drought, Fiscal Policies, Arid Land Resource Management Project, Poor Rural Households, CGE Model, KenyaIl cambiamento climatico e la pressione antropica sulle risorse idriche rendono le politiche di gestione dell’acqua primordiali nell'agenda dei policy makers. Nel mio lavoro, inizialmente, presento una rassegna della letteratura in materia di modelli di Equilibro Generale Calcolabile (CGE) che incorporano l’acqua. In tale ambito, propongo la seguente classificazione: (i) la concorrenza tra i settori per l’uso di acqua; (ii) le politiche di prezzo e delle tariffe sull’acqua, (iii) l'acqua e le questioni commerciali, (iv) i modelli CGE ed altri modelli. In secondo luogo, analizzo gli effetti della siccità per l'economia del Kenya attraverso un modello CGE statico, calibrato sulla Matrice di Contabilità Sociale (SAM) del Kenya (2003). Il Kenya è stato scelto perché Paese particolarmente esposto a ricorrenti siccità (ad esempio negli anni 1994, 1998-2000, 2001 e 2003) che hanno duramente colpito le popolazioni più vulnerabili del paese, cioè quelle concentrate nelle zone aride e semiaride (ASAL). Inoltre, propongo l'introduzione di schemi di tassazione, al fine di produrre un extra-reddito che possa essere reinvestito per aumentare l'efficienza del settore idrico in Kenya o per trasferimenti alle famiglie rurali più povere. Infine, riproduco l'attuazione del progetto “Arid Land and Resource Management Project” (ALRMP) di FAO e Banca Mondiale. I risultati mostrano che, in primo luogo, gli effetti di una riduzione della dotazione di acqua sono più robusti di quelli derivanti da un aumento della dotazione d'acqua. In secondo luogo, la simulazione di uno scenario di siccità - in cui non solo la dotazione di acqua, ma anche la disponibilità di terra e la produttività di attività selezionate sono ridotti - fornisce un quadro più coerente dei risultati. In terzo luogo, tassare “raw water” (il fattore di acqua) può influenzare negativamente i redditi degli abitanti delle zone rurali. Infine, Il ALRMP ha un impatto positivo sulla riduzione degli effetti negativi della siccità sulle ASAL in Kenya.Climate change and human pressure on water resources make water management policies primordial in the agenda of policy makers. I first propose a literature review of the works on Water Computable General Equilibrium (CGE) Models suggesting the following classification: (i) competition between sectors; (ii) water pricing policies and tariffs; (iii) water and trade issues; (iv) CGE and other models. Secondly, the effects of droughts on the Kenyan economy are studied by means of a static CGE model, calibrated on the 2003 Social Accounting Matrix (SAM) of Kenya. As a water scarce Sub-Saharan country, Kenya is among those countries considered particularly exposed to drought problems. This has been witnessed in recent years by several recurring droughts (1994, 1998-2000, 2001, and 2003) which have harshly hit the most vulnerable part of the country, namely the Arid and Semi Arid Lands (ASAL). Besides, I propose the introduction of several taxation schemes in order to produce an extra revenue to be either reinvested in increasing the efficiency of the water sector in Kenya, or redistributed to the poorest rural households. Finally we simulate the implementation of the UN-FAO and World Bank “Arid Land and Resource Management Project” (ALRMP). The results show that, firstly, the effects of reducing water endowment are stronger than when increasing water endowment. Secondly, simulating a drought scenario – where not just water endowment but also availability of land and the productivity of selected activities are reduced - gives a more coherent picture of the outcomes. Thirdly, taxing raw water (the water factor) may negatively affect rural dwellers as they are owners of water resources. Finally, I found that the ALRMP has a positive impact on mitigating the negative effects of droughts in Kenyan ASAL.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOTIMPANO, FRANCESCO2010-04-22Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/781enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9732011-03-03T08:44:36Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/973Valutazione dell'esposizione del consumatore a resdui di pesticidi negli alimenti: stato attuale e prospettive future in LombardiaConsumers exposure assessment of pesticide residues in food: current status and future perspective in LombardyCHIODINI, ALESSANDRO MARINOAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIAGR/13: CHIMICA AGRARIAMonitoraggio pesticidi, residui di pesticidi negli alimenti, valutazione dell’esposizione del consumatore, Regione Lombardia. Pesticide residues, exposure assessment, consumers’ heatlh, LombardyLa presente tesi descrive i risultati del programma di controllo dei pesticidi in regione Lombardia da 1996 a 2008 ed analizza i dati per calcolarne, con metodi diversi, la valutazione dell’esposizione del consumatore. 9387 campioni sono stati analizzati con un numero di campioni irregolari pari all’1%. Il numero di campioni senza residuo era pari al 69% ed il numero di campioni con i residui al di sotto del valore limite stabilito per legge era del 30%. Successivamente per capire l'esposizione dei consumatori a residui di antiparassitari si è utilizzato un metodo deterministico sviluppato da EFSA (PRIMo). È stato trovato che fra i campioni irregolari analizzati, solo 31 potrebbero causare il danno alla salute del consumatore. Un’ ulteriore analisi è stata quella di effettuare una valutazione con metodo probabilistico (Creme) calcolando l'esposizione cumulativa di antiparassitari sulla salute dei consumatori. Coem primo passo, residui di uno stesso pesticida trovato su campioni di patate sono stati inseriti nel software. Inoltre, campioni contenenti residui di pesticidi organofosfati sono stati inseriti nel software accoppiati con i dati italiani di consumo. In entrambi i casi, la valutazione cumulativa probabilistica dimostrava un adeguato livello di sicurezza per adulti e bambini.The presented thesis describes the results of the pesticide monitoring programme in Lombardy Region from 1996 to 2008 and analyses the data gathered to calculate consumer exposure assessment with different approaches. A total of 9387 samples were analysed and the number of irregular samples was equal to 1%. The number of samples without residues was 69% and the number of samples with residues within the MRL was 30%.
A further step to understand the exposure of consumers to residue of pesticides was obtained with the use of a deterministic approach developed by EFSA (PRIMo Model). It was found that among the detected irregular samples, only 31 might cause harm to the health of the consumer. An additional step was constituted by the use of one probabilistic method (Creme Software) to calculate the cumulative exposure of pesticides for the consumers. As a first step, residues of Chlorprofam were plotted in the software on samples of potato. In addition, samples containing residues of Organophosphates were also plotted along with the Italian consumption data. In both the case studies, the probabilistic acute cumulative assessment indicated that the intake, for adults and toddlers was below the set toxicological endpoint.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOTREVISAN, MARCO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/973enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9742013-06-04T09:58:11Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/974RAPPORTI PIANTA-SUOLO IN SITI INQUINATI DA METALLI PESANTIPlant-soil relationship in heavy metals polluted soilsCAGNIN, MASSIMOAGR/13: CHIMICA AGRARIAArseniato, assorbimento radicale, biodisponibilità, biodiversità, comunità vegetali, fosfato, ICP, metalli pesanti, Pennisetum clandestinum, speciazione arsenico, suoli inquinati, XRF, Arsenate, arsenic speciation, bioavailability, biodiversity, heavy metals, ICP, Pennisetum clandestinum, phosphate, plant communities, polluted soils, root uptake, XRFL’attività di ricerca ha previsto il confronto fra due siti inquinati da metalli pesanti e due siti controllo naturali. Contrariamente ai parametri chimico-fisici e ai contenuti in metallo dei suoli, le analisi vegetazionali non hanno evidenziato differenze significative tra i siti. E’ stata necessaria la messa a punto strumentale di tecniche ICP-OES, ED(P)XRF per la calibrazione empirica di un XRF portatile, per le osservazioni puntiformi in situ di suoli e flora ed è stata modificata la metodica ufficiale per le stime della biodisponibilità dei metalli pesanti nei suoli inquinati. 6 specie comuni ai 4 siti sono state valutate per i loro TF e BAF. Viene confermata la specie-specificità del TF e del BAF per il quale è stato elaborato un inedito algoritmo per un corretto confronto tra le specie. Tra le sei specie, Silene Alba ha i migliori TF e BAF. Successivamente, sono state valutate alcune caratteristiche del Pennisetum clandestinum, candidato per la fitodepurazione: tollera le concentrazioni di arseniato tipiche dei suoli inquinati, l’arseniato è un inibitore competitivo del trasporto del fosfato, possiede un’elevata velocità di assorbimento dell’arseniato che accumula nella radice, ma non lo trasloca nella frazione epigea, parte dell’As(V) viene ridotto ad As(III) che viene efflusso dalla radiceThe research has provided a comparison between two heavy metals polluted sites and two natural control sites. Unlike physical-chemical parameters and metal content in the soils, vegetation analysis showed no significant differences between sites. The development and optimization of instrumental techniques ICP-OES and ED(P)XRF was necessary to calibrate empirically a portable XRF for soil and flora point observations in situ and the official method for estimation of bioavailability of heavy metals in polluted soil was changed. Six species, common to the four sites, were evaluated for their TF and BAF. Were confirmed the TF and the BAF species-specificity for which it was developed a novel algorithm to obtain a correct comparison among species. Among the six species, Silene Alba has the best TF and BAF. In the second stage, some characteristics of Pennisetum clandestinum, candidate for the phytoremediation, were assessed: it tolerates arsenate concentrations typical of polluted soil, arsenate is a competitive inhibitor of phosphate transport, it has a high uptake rate of arsenic that accumulates in the root, but it doesn’t move in the aboveground fraction and part of As(V) is reduced to As(III), which is efflux from roots.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOCACCO, GIOVANNIBEONE, GIAN MARIA2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/974itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9622014-05-22T10:31:02Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/962Effects of Streptococcus Thermophilus Bacteria on rat gene expression profilesCHEGDANI, FATIMAAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOColonic epithelium, Streptococcus thermophilus, gene expressionIn questo studio abbiamo analizzato l'impatto dellethermophiluds Streptococcus sull'epitelio del colon di ratto. Dopo la generazione del modello di ratto axenico e inoculato con S. thermophilus abbiamo investigato l'interazione tra il batterio e epithelo del colon di ratto. Dopo questo studio integrativo abbiamo analizzato l’espressione genica del colon usando due diversi approcci:
Ibridazione sottrattiva
I trascritti ottenuti dopo il sequenziamento dei cloni ottenuti con la SSH sono stati raggruppati in diversi categorie funzionali: arresto del ciclo cellulare e induzione del differenziamento, comunicazione cellulare e binding . due geni candidati sono stati privilegiati, krupel like fattore 4 e 14-3-3σ. Questi geni candidati sono stati analizzati mediante RT-PCR, qRT-PCR e Western Blot in animali mono-associati e in animali germ-free. I test hanno confermato che l’espressione dei geni candidati aumenta in presenza di S. thermophilus.
Microarray Analysis.
L’spressione genica è stata misurata per due gruppi di animali: i) ratti privi di germi, ii) ratti mono-associati con il ceppo LMD9 di Streptococcus thermophilus. I risultati delle analisi dei dati di microarray indicano che Streptococcus thermophilus influenza notevolmente l'espressione genica nelle cellule epiteliali del colon.In this study we have investigated the impact of Streptococcus thermophiluds on the rat colonic epithelium. After generation of the model axenic rat and inoculated with S. thermophilus we have investigated the interplay between bacteria and host colon. Colonic epithelium gene expression was investigated also, with two different approaches:
Suppressive Subtractive Hybridization.
The subtraction library was prepared subtracting mRNA between epithelial cells from colonic mono-associated rats and germ-free rats. The transcripts generated by SSH were grouped into divers Functional groups: cell-cycle arrest and induction of differentiation; cell-communication and binding. Tow candidates genes were privileged, krupel like factor 4 and 14-3-3σ. These candidate genes were tested by RT-PCR, qRT-PCR and Western blot in mono-associated animals and in germ-free animals. The tests confirmed that candidate genes increase their expression in the presence of S. thermophilus.
Microarray analysis.
Gene expression was measured in tow groups of animals: i) germ-free rats; ii) mono-associated rats inoculated with LMD9 strain of Streptococcus thermophilus. The results of microarray analysis data show that Streptococcus thermophilus remarkably affected gene expression in the colonic epithelial cells. Streptococcus thermophilus enhanced the expression of genes involved in different pathways in the host, compared to the gem free group.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOMURIEL, THOMASAJMONE MARSAN, PAOLO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/962enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9752014-05-26T08:28:40Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/975MICROBIAL INDICATORS OF ADAPTATION IN A ZINC CONTAMINATED SOILCOPPOLECCHIA, DAMIANOAGR/13: CHIMICA AGRARIABiological properties, enzyme, zinc, tolerance, adaptation, EC50.Scopo di questa tesi è stato di valutare se le attività biologiche possono essere utilizzate come indicatori di adattamento microbico. Le prove condotte sinora in letteratura si sono concentrate unicamente sull’attività di nitrificazione. Pertanto si è voluto valutare se altre attività biologiche possono essere utilizzate come indicatori d’adattamento. Allo scopo si è prima valutata la sensibilità di alcune importanti proprietà biologiche del suolo (nitrification, fluorescein diacetate (FDA)) e
attività enzimatiche (urease, nitrate reductase, phosphatase, arylsulfatase, β-galactosidase,
phenol-oxidase and dehydrogenase) allo Zn mediante l’impiego di test ecotossicologici
Per le attività più sensibili sono state condotte delle prove di adattamento secondo il protocollo di Rusk. Questo esclude le interferenze dovuto all’ aging.
Questo protocollo è basato sul reinoculo di un suolo sterile (contaminato con concentrazioni crescenti di Zn) con sottocampioni di suolo che sono stati precedentemente incubati per un periodo di 4 mesi con e senza Zn
Il confronto tra i valori di EC50 delle attività biologiche dei suoli reinoculati ci ha permesso di dimostrare un significativo recupero della β-galactosidase, mentre per il nitrate reductase e la nitrificazione potenziale è stato trovato un chiaro e significativo shift delle curve di dose e risposta, anche se con parziale sovrapposizione del range dell’EC50 stimato.The purpose of this thesis was to assess whether the biological activities can be used as indicators of the microbial adaptation.
The tests conducted so far in the literature have focused only nitrification activity. Therefore we wanted to assess whether other biological activities can be used as indicators of adaptation. To do this you first evaluated the sensitivity of some important biological properties of the soil (nitrification, fluorescein diacetate (FDA)) and enzymatic activities (urease, nitrate reductase, phosphatase, arylsulfatase, β-galactosidase, phenol-oxidase and dehydrogenase) Zn through the use of toxicological test.
Then the activities most sensitive were tests to evaluate to adapt according to the protocol by Rusk This method to exclude interferences to two chemical aging in soil,
This protocol is based on the reinoculation of sterilized soil (contaminated with increasing Zn concentrations) with sub-samples of soil which have been incubated for 4 months with or without Zn.
The comparison between the EC50 of the biological properties of reinoculated soils allow us to demonstrate a significant restoration was found for β-galactosidase, while for nitrate reductase and potential nitrification there was a clear and significant shift of dose response curves but with partial overlap of the EC50 ranges estimation.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOTREVISAN, MARCO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/975enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9822013-06-04T09:58:08Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/982Un'analisi dell'attività di design nel contesto dell'industria agro-alimentare in Italia tra innovazione ed esteticaAn analysis of the design activity in the context of the agro-food industry in Italy between innovation and aestheticsD'IPPOLITO, BEATRICESECS-P/02: POLITICA ECONOMICASECS-P/07: ECONOMIA AZIENDALEattività di design, design italiano, design agro-alimentare, designer, professionalizzazione, settore agro-alimentare, settore vinicolo, servizi ad alto contenuto di conoscenza, design activity, Italian design, agro-food design, designer, professionalisation, agro-food sector, winemaking sector, knowledge-intensive business services (KIBS)La tesi si prepone di analizzare il significato di design nel contesto dell’industria agro-alimentare in Italia, con particolare riferimento alle teorie dell’innovazione tramite servizi (Miles et al., 1995; Tether et al., 2001). Precedenti studi sulla professionalizzazione di una disciplina hanno supportato una prima fase di ricerca, durante la quale si è cercato di valutare se si sta sviluppando una disciplina del design agro-alimentare (Hodgson, 2002). Successivamente, la ricerca ha analizzato come le imprese del settore abbiano sviluppato ed integrato specifiche competenze mirate a fare del design uno strumento di crescita innovativa (Jennings e Wood, 1994, Meroni, 2000, Miele e Murdoch, 2002).
La metodologia si basa su casi studio tratti da dati di fonte primaria e secondaria. Un primo risultato ha evidenziato l’importanza dell’innovazione di tipo organizzativo, in particolare il lavoro di progetto ed un rapporto frequente con il cliente. Lo studio enfatizza inoltre che le aziende agro-alimentari debbano considerare aspetti legati all’innovazione in concomitanza a quelli legati all’estetica. Nei casi in cui il prodotto non rappresenti l'unica interfaccia col cliente (es. settore vinicolo), la ricerca suggerisce che la funzione di servizio del design emerge come preminente.This thesis unveils the meaning of design in the context of the agro-food industry in Italy from a service innovation perspective (Miles et al., 1995; Tether et al., 2001). Different theoretical underpinnings have been called: previous studies on the professionalisation of a discipline have helped to assess the extent to which a discipline of agro-food design is emerging (Hodgson, 2002). Additional insight is provided by the analysis of firms and sectors that have integrated design-related expertise into their activities and, consequently, contributed to further our understanding on this matter (Jennings and Wood, 1994, Meroni, 2000, Miele and Murdoch, 2002).
A qualitative approach has combined both primary- and secondary-source data. The study indicates that organisational innovations are crucial for the competitiveness of Italian design firms, project-based activity and close relationship with client firms in particular. Case studies on medium and large agro-food firms point to a blurring line between design and marketing. The study emphasises that both the innovation and aesthetic components must be considered. In cases where the product is not the only interface with the client (e.g. winemaking sector), the research suggests that the service trait of the design activity is becoming increasingly relevant.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOELEFANTI, MARCOTIMPANO, FRANCESCO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/982enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9632013-06-04T09:58:09Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/963Ottimazione dei processi di chiarificazione di vini bianchi mediante l'impiego di bentoniteOptimization of white wine clarification processes
by means of bentonitesDORDONI, ROBERTAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIBentonite, Fining, Proteine del vino, Composti aromatici del vino, Bentonite, Fining, Wine proteins, Wine aroma compounds.La presente tesi di dottorato ha riguardato la valutazione di differenti campioni di bentoniti sodiche. Le attività pianificate sono state indirizzate a comprendere l’interazione dei suddetti materiali con proteine a diverso peso molecolare naturalmente contenute nei vini bianchi. Ulteriori indagini hanno riguardato l’eventuale impatto delle argille testate sui composti aromatici di origine varietale e fermentativa dei mosti e/o dei vini. I risultati sottolineano il ruolo chiave esercitato dal “fattore matrice”: oltre al tipo di vino, prima di pianificare un trattamento di fining, devono essere considerate anche la tipologia e la dose di bentonite da utilizzare.This PhD thesis dealt with the evaluation of different sodium bentonite samples. The planned activities were aimed to understand the interactions between bentonites and different molecular weight proteins naturally contained in white wines. Further investigations were related to the impact of the clays on varietal and fermentative aroma compounds of musts and/or wines. Results underscore the key role exerted by the “matrix factors”: bentonite dose and typology and wine style have to be carefully considered before planning a fining treatment.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCODE FAVERI, DANTE MARCOLAMBRI, MILENA2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/963itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9762013-06-04T09:58:09Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/976Le caratteristiche ambientali di selezionate alternative chimiche all'uso del Metil Bromuro come geodisinfestante: 1,3- Dicloropropene e CloropicrinaThe enviromental properties of selected chemical methyl bromide alternatives for the pre-plant use as soil fumigant: 1,3-dichloropropene and trichloro(nitro)methaneLAMASTRA, LUCREZIAAGR/13: CHIMICA AGRARIA1,3-dichloropropene, impurities, methabolites, chlorinated compounds,hydrolytic stability, monitoring, chloropicrin, emission, operators exposure, leaching, mathematical models, 1,3-dicloropropene, impurezze, metaboliti, composti clorurati, stabilità idrolitica, monitoraggio, cloropicrina, emissione, esposizione degli operatori, leaching, modelli matematiciLa produzione e l’uso del Metile di Bromuro, un fumigante estesamente usato in agricoltura, sono stati sottoposti a severe restrizioni dovute alla sua azione di depletore dello strato di ozono. Questa tesi è rivolta ad indagare il destino e le caratteristiche ambientali di due tra le più importanti alternative chimiche all’uso del Bromuro di Metile: l’ 1,3-Dicloropropene (1,3-D) e la Cloropicrina (CP).
1,3-D è un fumigante del suolo, con spiccata attività nematocida, consistente di due isomeri (Z), e (E)-1,3-D; nella sua formulazione sono presenti, inoltre, un esteso numero di impurezze clorurate potenzialmente correlate al processo produttivo. In laboratorio, è stato effettuato uno studio per valutare la stabilità idrolitica delle impurezze clorurate e per prevederne, quindi, il destino ambientale. Allo stesso tempo un piano di monitoraggio è stato svolto per valutare il leaching dell’1,3-D, dei suoi metaboliti, e delle impurezze clorurate.
La CP è anch’essa un fumigante del suolo, caratterizzato da un importante profilo tossicologico. Questo lavoro ha valutato l’esposizione degli operatori e l’emissione in atmosfera durante e dopo l’applicazione nel suolo, secondo le pratiche agronomiche vigenti.
Infine tramite l’applicazione di modelli matematici quali FOCUS PELMO e FOCUS PEARL si è valutato il destino ambientale della CP rispetto alle acque di falda. La simulazione è stata eseguita in 5 scenari europei realistici.Production and use of methyl bromide, a soil fumigant, are being restricted because of this chemical’s deleterious effects on stratospheric ozone concentrations. This research examines the environmental fate and properties of methyl bromide replacement: 1,3-Dichloropropene (1,3-D), and Chloropicrin (CP).
1,3-D is a broad-spectrum soil fumigant used to control numerous species of soil-borne plant-parasitic nematodes. 1,3-D consists of two isomers, (Z)- and (E)-1,3-D, and has a number of low-level chlorinated compounds that could potentially be part of the manufacturing process. This study has investigated the hydrolytic stability, under biotic and abiotic conditions, of an extensive representative list of 1,3-D potentially related chlorinated compounds. Furthermore, a monitoring programme was carried out to investigate the leaching of all of this compounds.
CP is a broad-spectrum fumigant chemical which is extensively used in agriculture and has an important toxicological profile.
This study has assessed CP emission in the atmosphere and operator exposure during and after application in soil through injection of the test substances with routine agronomical application.
Finally the environmental fate of CP and its metabolite dichloronitromethane in groundwater were investigated through the use of simulation model FOCUS PELMO and FOCUS PEARL using fully justified input parameters in five realistic scenarios.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOTREVISAN, MARCO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/976enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9642014-05-21T12:38:02Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/964Analisi del transcriptoma di mais in seguito ad infezione da Fusarium e in relazione al genotipo dell’ospite e del patogeno.Maize transcriptome analysis upon fusarium infection in relation with host and pathogen genotypesLANUBILE, ALESSANDRABIO/04: FISIOLOGIA VEGETALEFusariosi della spiga, resistenza alla malattia, geni per la difesa, Zea mays, Fusarium ear rot, disease resistance, defense genes.E’ stata approfondita l’espressione genica complessiva in spighe di mais, in seguito all’ infezione fungina. Nella prima parte del lavoro, sono stati valutati un genotipo di mais resistente ed uno suscettibile a F. verticillioides, campionando le cariossidi 48 ore dopo l’infezione. Sono state identificate circa 800 sequenze differenzialmente espresse e circa il 10% è stato assegnato alla categoria della difesa. Nel genotipo resistente, i geni coinvolti nella difesa hanno mostrato un tipo di risposta basale, mentre in quello suscettibile tali geni rispondevano specificamente all’infezione. Nella seconda parte del lavoro, l’analisi di espressione è stata estesa a fasi precoci e tardive dell’infezione utilizzando un ceppo normale ed uno mutante di F. verticillioides. Numerosi geni risultavano differenzialmente regolati 48 ore dopo l’infezione con entrambi i ceppi. Il ceppo normale era in grado di attivare i meccanismi di difesa prima del mutante. Nella terza parte del lavoro, 10 linee resistenti e suscettibili sono state infettate con 4 specie fungine. In tutti i genotipi l’espressione dei geni coinvolti nella difesa era indotta in seguito all’infezione, ma le linee resistenti presentavano una risposta basale di difesa.We investigated global gene expression in maize ears at several time points after fungal infection. In the first part of the work, resistant and susceptible genotypes were tested in kernels sampled 48 h after infection with a wild type strain of F. verticillioides. About 800 differentially expressed sequences were identified and nearly 10% assigned to the category cell rescue, defense and virulence. In the resistant genotype, defense-related genes provided basic defense against the fungus, while in the susceptible genotype defense genes responded specifically to pathogen infection. In the second part of the work the expression analysis was extended to early and late phases of infection with a wild type and a mutant strains of F. verticillioides. Kernels were sampled in the area around the point of infection. Most of genes were differentially regulated 48 h after infection with both fungal strains. The wild type strain was able to activate host defense genes before the mutant strain. In the third part of the work, ten resistant and susceptible lines were infected by different fungal species. All genotypes were able to induce the expression of defense genes upon infection, but the resistant lines showed a basal defense response.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOMAROCCO, ADRIANO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/964enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9652014-05-21T12:59:16Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/965Formazione di biofilm e resistenza ai biocidi in ListeriaBiofilm formation and Biocide resistance in ListeriaMASSA, MARCOBIO/11: BIOLOGIA MOLECOLAREBIO/19: MICROBIOLOGIA GENERALEAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIbiofilm, biocide, Listeria, biocide resistanceLa presente attività di ricerca ha avuto come oggetto di studio la formazione di biofilm in condizioni dinamiche: per raggiungere tale obiettivo, è stato costruito un idoneo apparato che permettesse di ottenere una valutazione quantitativa sia delle cellule presenti nella soluzione di crescita sia di quelle adese su tre materiali di prova(acciaio inossidabile, PET e rame).
Oltre ad esprimere una valutazione dell’adesione batterica alle superfici, si è proceduto ad indagare sui possibili parametri sperimentali che potessero influenzare la formazione di biofilmdi Listeria su superfici abiotiche. Allo stesso tempo l’efficacia battericida di alcuni biocidi è stata valutata sulle cellule planctoniche così come su biofilm batterici sviluppati su superfici abiotiche.
Il ruolo del sistema di quorum sensing basato su luxS nella formazione di biofilm batterici: un ceppo di L. innocua con buone capacità adesive è stato confrontato con il suo ceppo deficiente di luxS per la sua suscettibilità ad agenti biocidi così come per la sua capacità di adesione superficiale
L’effetto della precendentemente menzionata inattivazione genetica sulla cinetica di crescita batterica e, quindi, sull’efficienza metabolica complessiva è stata esaminate mediante lo strumento BioscreenC. L’effetto inibitorio di due composti polifenolici è stato valutato sul ceppo deficiente di luxS così come sul ceppo originale.The current research activity was focused on biofilm formation in dynamic conditions. A suitable device was thus constructed, in order to have a quantitative evaluation of the cells freely suspended in the flowing nutrient solution used as well as the sessile cells which adhered on the three tested surfaces (stainless steel, polyethylene therephthalate and copper).
During this project, other than of a quantitative assessment of bacterial adhesion, we investigated also on the parameters which could affect significantly the biofilm formation of Listeria on abiotic surfaces. At the same time antimicrobial efficiency of selected biocides was investigated on planktonic cells as well as on bacterial biofilms grown on abiotic surfaces.
The role of luxS-based quorum sensing system in the biofilm development process was evaluated: a luxS-null mutant of an adhesive strain of L. innocua was obtained through Campbell-like genetic inactivation and then evaluated for its sensitivity to biocidal agents and adhesion to surfaces, in comparison with its parental strains. Furthermore the effect of genetic inactivation on bacterial growth kinetic and thus on overall bacterial metabolic efficiency was assessed through the apparatus of BioscreenC. Finally two polyphenolic compounds were investigated for their inhibitory effect on Listeria.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOCOCCONCELLI, PIER SANDROVON WRIGHT, ATTE2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/965enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9662011-02-25T02:01:07Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/966New trends in dairy cattle genetic evaluationNICOLAZZI, EZEQUIEL LUISAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOvalutazione genetica, valutazione genetica internazionale, selezione genomica, correzione di Bonferroni, permutazioni, Analisi delle componenti principali, segnali di selezione genomica, BLUP, BayesA, Bayesian LASSO;genetic evaluation, international genetic evaluation, genomic selection, Bonferroni correction, Permutation test, Principal component analysis, genomic selection signatures, BLUP, BayesA, Bayesian LASSO.I sistemi di valutazione genetica nel mondo sono in rapido sviluppo. Attualmente, i programmi di selezione “tradizionale” basati su fenotipi e rapporti di parentela tra gli animali vengono integrati, e nel futuro potrebbero essere sostituiti, dalle informazioni molecolari. In questo periodo di transizione, questa tesi riguarda ricerche su entrambi i tipi di valutazioni: dall’accertamento sull’accuratezza degli indici genetici internazionali (tradizionali), allo studio di metodi statistici utilizzati per integrare informazioni genomiche nella selezione (selezione genomica). Tre capitoli valutano gli approcci per stimare i valori genetici dai dati genomici riducendo il numero di variabili indipendenti. In modo particolare, la correzione di Bonferroni e il test di permutazioni con regressione a marcatori singoli (Capitolo III), analisi delle componenti principali con BLUP (Capitolo IV) e indice Fst tra razze con BayesA (Capitolo VI). Inoltre, il Capitolo V analizza l’accuratezza dei valori genomici con BLUP, BayesA e Bayesian LASSO includendo tutte le variabili disponibili. I risultati di questa tesi indicano che il progresso genetico atteso dall’analisi dei dati simulati può effettivamente essere ottenuto, anche se ulteriori ricerche sono necessarie per ottimizzare l’utilizzo delle informazioni molecolari in modo da ottimizzare i risultati per tutti i caratteri sotto selezione.Genetic evaluation systems are in rapid development worldwide. In most countries, “traditional” breeding programs based on phenotypes and relationships between animals are currently being integrated and in the future might be replaced by the introduction of molecular information. This thesis stands in this transition period, therefore it covers research on both types of genetic evaluations: from the assessment of the accuracy of (traditional) international genetic evaluations to the study of statistical methods used to integrate genomic information into breeding (genomic selection). Three chapters investigate and evaluate approaches for the estimation of genetic values from genomic data reducing the number of independent variables. In particular, Bonferroni correction and Permutation test combined with single marker regression (Chapter III), principal component analysis combined with BLUP (Chapter IV) and Fst across breeds combined with BayesA (Chapter VI). In addition, Chapter V analyzes the accuracy of direct genomic values with BLUP, BayesA and Bayesian LASSO including all available variables.
The results of this thesis indicate that the genetic gains expected from the analysis of simulated data can be obtained on real data. Still, further research is needed to optimize the use of genome-wide information and obtain the best possible estimates for all traits under selection.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCONEGRINI, RICCARDOAJMONE MARSAN, PAOLO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/966enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9832013-06-04T09:58:18Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/983L'ACCESSO ALL'ACQUA POTABILE NEL DIRITTO INTERNAZIONALEACCESS TO SAFE AND DRINKABLE WATER IN INTERNATIONAL LAWDE SOCIO, VALENTINAIUS/13: DIRITTO INTERNAZIONALEdiritto umano all'acqua, opinio iuris, soft law, fonti del diritto, risoluzioni, human right to water, sources, resolutionLa tesi mira a verificare l'effettiva esistenza del diritto umano all'acqua potabile. A questo fine viene studiata l'evoluzione del pensiero giuridico sull'accesso all'acqua potabile attraverso i principali strumenti di soft law, i le posizioni della dottrina e della giurisprudenza. Dal momento che l'accesso all'acqua potabile non compare nelle principali convenzioni dedicate ai diritti umani viene studiato il processo inferenziale che ha portato buona parte della dottrina a sostenere l'esistenza di tale diritto. Una volta individuato una comune definizione di diritto all'acqua, se ne analizzano le componenti, le obbligazioni ad esso relative e i legami tra tale diritto e gli altri diritti umani; a questo proposito viene proposta una breve analisi dell'esistenza di un diritto di accesso a fini agricoli. La conclusione si articola intorno all'ipotesi di un processo consuetudinario di formazione del diritto. Particolare attenzione a questo riguardo è posto sulle opinio iuris degli Stati che si sono espressi sul diritto all'acqua nelle più recenti risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e del Consiglio per i Diritti dell'Uomo.This thesis aims to investigate the existence of a human right to safe and potable water within the international law. As none of the main covenant related to human rights explicitly mentions the right to water, an inferential process used by doctrine had to be analysed in order to verify whether it was consistent with the purpose of affirming the existence of such a human right. Also main instruments of soft law have been studied. Particularly the latest resolution of the United Nations General Assembly and Human Rights Council have been accurately studied in order to verify the existence of a common "opinio iuris" among States. We consider that today a common opinion has actually emerged and therefore we suggest in conclusion to address a future research on the issue towards the analysis of State practices in order to verify the emerging of a customary right.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOBESTAGNO, FRANCESCO2011-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/983itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9672013-06-04T09:58:18Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/967Valutazione di parametri chimico-fisici e microbiologici di una sugherata sarda e aspetti fenologici relativi alla fioritura di Quercus suber L.NOVELLI, ELISAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIQuercus suber L.,Foresta di quercia da sughero, qualità del suolo, fenologia della fioritura della Quercus suber L.,Cork Oak forest,soil quality,flowering phenology of the Quercus suber L.La presente tesi di dottorato ha trattato due diversi aspetti specifici ricollegabili all’ambiente della foresta di querce da sughero ed alla specie arborea Quercus suber L.
La prima parte ha riguardato la valutazione pedologica della Sughereta Sperimentale di “Cusseddu – Miali – Parapinta”, situata a Tempio Pausania (OT) in Sardegna, che ha rappresentato il primo esempio di sughereta munita di Certificazione Forestale FSC, a livello mondiale, ed è stata effettuata nell’ambito del Progetto NATO Scienza per la Pace (ESP.MD.SFP 981674)0073. Tale progetto ha coinvolto un consorzio interdisciplinare, composto da gruppi di ricerca provenienti da tre paesi NATO (Portogallo, Inghilterra e Italia) e da due paesi del Dialogo Mediterraneo (Marocco e Tunisia).
Lo scopo di questa prima parte ha riguardato la valutazione della qualità del suolo come espressione della capacità di interagire con l’ecosistema in funzione della produttività biologica e della gestione forestale.
La seconda parte,invece, ha riguardato la fenologia della fioritura in Quercus suber L., prendendo in esame individui della Sughereta “Quinta da Serra”, Azeitão, Lisbona (Portogallo), con l’obiettivo di approfondire le conoscenze sulla variabilità all’interno della specie Quercus suber L. e il comportamento riproduttivo durante il periodo di fioritura, e di avanzare l’ipotesi di un modello di risposta di adattamento ai cambiamenti climatici.In this PhD thesis two different aspects that specifically relate to the environment of cork oak forest and the species Quercus suber L. were examined. The first part was focused on the soil’s evaluation of Experimental cork producing area named "Cusseddu–Miali-Parapinta”, located in Tempio Pausania (OT) in Sardinia which represent the first example of cork oak forest certificated (FSC) in the world. This aspect was carried out within the framework “NATO Science for Peace Project (ESP.MD.SFP 981674) 0073”, which involved an interdisciplinary consortium, comprising research teams from three NATO countries(Portugal, England and Italy) and two Mediterranean Dialogue countries (Morocco and Tunisia). The purpose of this first part was focused on the evaluation of soil quality as expression of the ability to interact with the ecosystem as a function of biological productivity and forest management. The second part, involved in the flowering phenology of the Quercus suber L., examining individuals of cork oak in "Quinta da Serra", Azeitão, Lisbon (Portugal), with the final aim of increasing knowledge on the variability within the species Quercus suber L. and the reproductive behavior during the flowering period, and put forward the hypothesis of a model of adaptive response to climate change.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOFUMI, MARIA DARIAMAZZOLENI, VALERIA2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/967itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9772011-03-03T02:01:27Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/977ASSESSING EFFECTS TO ACQUATIC ORGANISMS OF CONTAMINANTS EXPOSURE ACROSS LEVELS OF BIOLOGICAL ORGANISATION, IN THE FRAME OF WFD 2000/60/ECSACCHI, ANGELAAGR/13: CHIMICA AGRARIABioassessment, organization levels, physiological responses, aquatic invertebrates.
Biomonitoraggio, invertebrati acquatici, risposta fisiologica, organizzazione biologica.Gli ecosistemi acquatici sono il comparto ambientale finale per molti contaminanti introdotti nell’ambiente, specialmente per quelli persistenti, provenienti da diverse attività antropiche. Gli organismi acquatici sono esposti simultaneamente a differenti classi di composti chimici e, la loro fisiologia può esserne affetta anche da basse concentrazioni ambientali che ne determinano un effetto a cascata drammatico sull’intero ciclo vitale delle stesse.
Per identificare gli effetti ecotossicologici si devono scegliere delle variabili di studio che sono sensibili a cambiamenti di esposizione e quindi possono registrare informazioni a differenti livelli di organizzazione biologica (ad es.: comunità, specie, alterazioni cellulari, molecolari). Il presente lavoro ha come scopo di studiare biomarker biochimici e bioindicatori su invertebrati acquatici capaci di rispondere all’effetto dei contaminanti e predirne il rischio di tossicità, requisito fondamentale dell’attuale legislazione comunitaria ambientale. Questo lavoro, nell’ambito della Water Frame Directive (WFD), affronta questa tematica con diversi tipi di approccio per implementare un sistema di monitorizzazione efficiente. Lo SPEAR ad esempio è in grado di diagnosticare la contaminazione di ecosistemi acquatici da pesticidi operando a livello di comunità di invertebrati acquatici. Inoltre si sono presi in considerazione anche biomarker a livello cellulare in bivalvi (Tapes philipphinarum and Mya arenaria): attività enzimatiche coinvolti nelle risposte aerobiche (CCO) e antiossidative (SOD and CAT), risposte genotossicologiche come la frequenza dei micronuclei, e, infine, a livello di organismo, risposte di carattere comportamentale.Aquatic ecosystems are the final sink for most of contaminants introduced in the environment, especially persistent organic pollutants coming from different human activities. Most of the freshwater and coastal organisms are exposed simultaneously to different classes of chemicals, and their physiology may be affected by toxic chemical even at low environmental concentrations with a cascade event on population dynamics. Identifying ecotoxicological effects requires descriptors that are sensitive to changes in exposure and thus can indicate information at different levels of biological organisation (i.e. communities, sub-individual level). The present work aims to investigate biochemical biomarkers and bioindicators in aquatic invertebrates able to detect biological effects and predict risk of toxicity, with a special focus paid to the requirements of current EU regulation. Therefore, the present work faced on different kinds of approach identified to be efficient tools within the context of the WFD requirements (Water Frame Directive, 2000/60/EC), for investigative and operational monitoring. Work include the SPEAR approach as trait based indicator descriptor of freshwater aquatic macroinvertebrates communities, able to diagnose pesticide contamination in aquatic ecosystems. Further diagnostic approaches in environmental status are included, as assay representing biological responses for different enzymes involved in the aerobic (CCO) and antioxidant responses, (SOD, and CAT), behavioural endpoints, and genotoxicity biomarker associated with micronuclei frequency in bivalve species (Tapes philipphinarum and Mya arenaria).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOCAPRI, ETTORE2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/977enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/9882013-06-04T09:58:13Zhdl_10280_60hdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/988La prevenzione del danno da prodotto alimentare: aporie del reato colposo d'evento e modelli di tutela anticipataRIBOLI, ORESTEIUS/17: DIRITTO PENALErischio, colpa, precauzione, alimentare, pericoloQuali siano i più adeguati strumenti normativi volti ad assicurare un’efficace attività di prevenzione dei rischi alimentari e quali le possibilità di azione di un diritto penale che sia parimenti efficace allo scopo di governare i sempre più complessi processi sociali e legittimato rispetto ai principi, costituiscono gli interrogativi essenziali che la ricerca in oggetto ha inteso affrontare.
A riscontro di quest’ultima dichiarazione d’intenti, si è cercato di chiarire innanzitutto i punti di torsione del diritto penale classico, ricostruendo i tratti caratterizzanti il complesso rapporto tra diritto penale tradizionale e Risikogesellschaft, e successivamente di verificare se vi siano spazi per un intervento punitivo che possa coniugare in modo efficace le obiettive aspettative di sicurezza della collettività con le garanzie di un sistema penale moderno. Sono state perciò sottoposte ad attento vaglio critico, in una prospettiva jure condito e condendo, dapprima le nuove tipologie di intervento penale introdotte dal legislatore ed, immediatamente dopo, le principali elaborazioni della scienza penalistica che più di recente si è impegnata a verificare la possibilità di configurare nuovi modelli di illecito di rischio i quali - costruiti in base alle peculiarità delle fenomenologie empiriche di riferimento - rimangano comunque rispettosi dei canoni di costituzionalità.This academic research wanted to investigate crucial issues involving, on one hand, the most suitable regulatory instruments to foster an effective prevention against food risk and, on the other hand, the opportunities that criminal law has to be effective in leading more and more complex social processes and legittimate. In order to support this statement, firstly, we focused our attention on the most controversial points of the criminal law, pointing out the essential features of the intricate relationship between traditional criminal law and risikogesellschaft; secondly, we tested the opportunity for a penal intervention that could combine, on one hand, social demands for security and, on the other hand, the responsibilities of a modern criminal law. Adopting first a de jure condito perspective and then a de jure condendo approach, we tried to critically assess the most recent measures of penal intervention introduced by the legislator and the main results produced lately by the forensic science on the chance to set new outlines of potential risk that – created according to the features of the empiric phenomenology of reference – still respect the constitutional criteria.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOEUSEBI, LUCIANO2011-02-24Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/988itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13012013-06-04T09:58:13Zhdl_10280_54hdl_10280_602024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1301Normative dell'Unione Europea e sistema penale. Profili di tutela dell'ambiente.OSELLINI, ALICEIUS/17: DIRITTO PENALEdiritto penale, diritto dell'Unione Europea, diritto dell'ambiente, Trattato di Lisbona, Criminal Law, Environmental Criminal Law, Lisbon TreatyLa tesi dottorale indaga l'articolato sistema di interferenze che la normativa dell'Unione europea esercita sul diritto penale interno, di cui il settore ambientale è parso emblematico.
Dal punto di vista sistematico, la tesi può idealmente essere suddivisa in due parti. La prima di queste è dedicata al più generale interrogativo circa l’atteggiarsi del dialogo tra ordinamento interno e sovranazionale alla luce delle novità determinatesi con la riforma dei Trattati del 2009 (e segnatamente; l'eliminazione della divisione in pilastri dell'Unione, la previsione di una competenza penale indiretta dell'Unione, l'attribuzione di valore giuridicamente vincolante alla Carta dei diritti fondamentali e la prevista adesione alla CEDU) in una prospettiva critica “costituzionalmente orientata”. La seconda è più specificamente rivolta alla materia ambientale, quale banco di verifica del funzionamento della nuova potestà punitiva sovranazionale, nonché della competenza redazionale del legislatore comunitario.The enquiry aims to explore the relationships between European Legislation and National Criminal Law.
The thesis is composed of two parts: the first one relates to questions pertaining to the National Criminal Law in light of the innovations of the Lisbon Treaty (i.e. the abolition of the three-pillar structure of the EU, the EU Criminal Law Competence, the Charter of Fundamental Rights that was given binding legal effect equal to the Treaties, the legal basis for the accession of the Union to the European Convention on Human Rights). The analysis is done assuming a constitutional-oriented approach. The second part relates to Environmental Law as a test case for the EU Criminal Competences.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAPIVA, GIANFRANCOEUSEBI, LUCIANO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1301itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13082013-06-04T13:47:15Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1308THE SUPPORT OF GENE EXPRESSION IN UNDERSTANDING SECONDARY METABOLITE PRODUCTION AND ECOLOGY IN FUSARIUM VERTICILLIOIDESLAZZARO, IRENEAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEFusarium, mycotoxin, fumonisin, bikaverin, water activity, temperature, FUM gene, BIK gene, real-time PCRIl tema principale di questa tesi di dottorato verte sul metabolismo secondario di F. verticillioides, con particolare interesse alla via biosintetica, produzione e mascheramento delle fumonisine B (FB), fumonisine A (FA), fumonisine C (FC) e bikaverina, studiati in relazione all’ecologia fungina.
E’ stato osservato che l’acqua libera (aw) esercita un effetto significativo maggiore rispetto alla temperatura sul metabolismo secondario di F. verticillioides. Alti valori di aw favoriscono l’espressione dei geni FUM ed una maggiore sintesi delle FB, FA e FC. Inoltre la produzione di bikaverina e l’espressione di BIK1 sono influenzate dall’ aw nello stesso modo che la produzione di FB e l’espressione dei geni FUM.
Anche il tempo di incubazione è un fattore critico per la produzione di FB in F. verticillioides, così come per F. proliferatum: la produzione di FB, FA e FC aumenta nel tempo fino a 30 giorni, periodo dopo il quale si notano differenze tra le due specie fungine.
Riguardo le fumonisine nascoste, queste sono state ritrovate in colture sia di F. verticillioides che di F. proliferatum. Non è stata registrata sintesi alcuna in colture cresciute su substrato di crescita sintetico, ma al contrario solo su colture cresciute su substrato a base di mais.The main topic of this PhD thesis is F. verticillioides secondary metabolism, with regard to fumonisin B (FB), fumonisin A (FA), fumonisin C (FC) and bikaverin biosynthetic pathways and production and masking, studied in relation to fungal ecology.
What we found is that water activity (aw) has a more significant effect than temperature on F. verticillioides secondary metabolism. Moreover bikaverin production and BIK1 expression are influenced by aw in the same way as FB production and FUM gene expression respectively.
High aw levels favour FUM gene expression and allow the highest synthesis of FB, FA and FC. Incubation time is also critical for FB production both for F. verticillioides and F. proliferatum: the general trend is that FB, FA and FC production increases with time, up to 30 days, period after which differences can be noticed between F. verticillioides and F. proliferatum.
As regard masked fumonisins, they are recovered in F. verticillioides and also F. proliferatum cultures, furthermore no synthesis is observed on cultures grown on synthetic medium, but only in those grown on maize-based substrates.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOBATTILANI, PAOLA2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1308enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13042014-05-21T13:40:21Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1304CARATTERIZZAZIONE FITOCHIMICA ED ATTIVITA' BIOLOGICA DI PIANTE DEL GENERE ALOEPhytochemical characterization and biological activity of plants of the genus AloePELLIZZONI, MARCOAGR/13: CHIMICA AGRARIAAloe barbadensis (A. vera), Aloe arborescens,aloina, acemannani, età, radiazione solare, stress colturali,stabilità, fitochimica, antimicrobico, pre-biotico, bovineIn questo lavoro scientifico è stato studiato il contenuto di aloine e beta-polisaccaridi in piante di Aloe barbadensis (Aloe vera) ed Aloe arborescens, in relazione ad alcuni fattori di variabilità quali la specie, l’età, la tipologia di tessuto vegetale analizzato e le condizioni di coltivazione. Ulteriori analisi hanno permesso di studiare la loro stabilità in differenti matrici, il loro potere antiossidante ed antimicrobico, mediante studi in vitro. E’ stato inoltre effettuato un ulteriore studio, in vivo, somministrando un omogeneizzato d’Aloe arborescens fresco a bovine da latte in periparto, con lo scopo di valutare l’eventuale assorbimento di aloina, correlandolo ad eventuali effetti benefici. Nel derma è concentrata l’aloina, molto abbondante in piante di tre anni, mentre nella porzione fogliare interna gelatinosa, i beta-polisaccaridi. Il profilo fitochimico inoltre pare essere influenzato dalle condizioni di stress cui la coltura viene sottoposta, in particolare sembra che lo stress salino e la scarsa disponibilità in azoto, promuovano la sintesi delle principali bio-componenti studiate. Lo stesso contenuto inoltre è stato positivamente correlato al grado di luminosità percepita dalla coltura. Entrambe le componenti sono poco stabili e molto sensibili alle alte temperature, presentano inoltre ridotta capacità antiossidante. In sinergia con altre biocomponenti, pare possiedano proprietà antimicrobiche contro alcuni batteri patogeni, mentre entro certe dosi mostrano effetti pre-biotici, nei confronti di alcuni lattobacilli. E’ stato infine dimostrato dalla sperimentazione in vivo un assorbimento ematico di aloina, dimostrando in questo modo la sua sistemicità.The relationship between Aloe main active components and plant age, specie and grow conditions has been investigated in Aloe barbadensis and A. arborescens, the commercially most used species of the genus. Aloin was mainly located in leaves outer green rid while beta-polysaccharides in inner parenchyma. Aloin concentration was higher in younger plants. Plants grown under decrising light intensities showed lower aloin and beta-polysaccharides concentrations. The content of these substances is improved by stress condition. The most antioxidant activity is located in the outer green rid of the leaves and it was slightly correlated to the total phenolic compounds content. Aloin and beta-polysaccharides stability in leaf homogenate was poor and temperature seemed to be quite more effective in reducing degradation. Antimicrobial effect against to phatogen microorganisms of anthraquinones aloin and alo-emodin and different Aloe extracts was confirmed. Prebiotic effects to Lactobacillus were discovered and a synergistic effect of several compounds was supposed. Systemic effect of aloin was explained by vivo experiments (on cows) because aloin is observed until 24 h after the oral administration of Aloe, thus metabolic and physiologic effects may be expected.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOLUCINI, LUIGI2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1304itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13122013-06-04T13:49:08Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1312Biologia, epidemiologia e controllo della fase sessuale di Erysiphe necator, agente causale dell'oidio della vite.Biology, epidemiology and control of the sexual stage of Erysiphe necator (Schwein.), the grapevine powdery mildew fungusLEGLER, SARA ELISABETTAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEAGR/03: ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREEgrapevine powdery mildew, modelling, sanitation, primary inoculum, oidio della vite, modellistica, sanitazione, inoculo primarioErysiphe necator (Schwein.) è l’agente causale dell’oidio della vite. Esso è in grado di svernare come ascospore all’interno di corpi fruttiferi, i chasmoteci, oppure come micelio in gemme infette. Le ascospore sono rilasciate nella primavera successiva e causano infezioni primarie che danno origine all’epidemia. Di conseguenza la riduzione dell’inoculo primario svernante potenzialmente riduce le epidemie nella stagione successiva.
I primi sei capitoli di questa tesi riguardano nuove conoscenze sulla biologia, epidemiologia e modellistica del patogeno. Due nuovi modelli meccanicistici che simulano, rispettivamente, la maturazione e dispersione dei chasmoteci e le infezioni ascosporiche sono stati sviluppati ed è stata studiata approfonditamente la dinamica di maturazione e dispersione delle ascospore stesse.
Nei restanti quattro capitoli il controllo del patogeno è stato riconsiderato in accordo con le linee guida della gestione integrata del vigneto. In particolare è stata valutata l’efficacia di diversi fungicidi, dell’iperparassita Ampelomyces spp. e di un olio minerale nel ridurre il numero di chasmoteci prodotti in autunno, nel distruggere gli stessi durante l’inverno e nel controllare le infezione primarie ascosporiche in primavera.Erysiphe necator (Schwein.) is the causal agent of grapevine powdery mildew. It survives the winter in two ways: as ascospores in overwintering fruiting bodies, the chasmothecia, and as mycelium in infected buds. Ascospores that are repeatedly released and cause primary infections in the following grapevine growing season and trigger powdery mildew epidemics. Consequently, the reduction of the overwintering inoculum may reduce powdery mildew epidemics in the next season. In order to verify this statement and develop sanitation as a relevant strategy to be used in integrated management of grape powdery mildew, different studies were performed during this Doctorate.
The first six chapters of this dissertation pertain to new findings about the biology, epidemiology and modeling of the pathogen. A new mechanistic model predicting maturation and dispersal of chasmothecia was developed, dynamics of ascospore maturation and dispersal were studied and another mechanistic model simulating ascosporic infections was developed.
In the last four chapters the control of the pathogen was redrawn according to the Integrated Pest Management concept: the efficacy of fungicides, the hyperparasite Ampelomyces spp., and mineral oil in reducing chasmothecia production in fall, in killing chasmothecia before bud break, and in controlling ascosporic infections in spring was investigated.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOROSSI, VITTORIO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1312enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13132014-05-22T08:30:02Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1313Riflessione sugli effetti della diversità funzionale dei procarioti e della filogenesi dei suoli agricoli sui servizi ecosistemici.
Approcci basati sull’uso di tecniche PCR nello studio dell’ecologia dei procarioti.REFLECTIONS OF ECOSYSTEM SERVICES ON AGRICULTURAL-SOIL PHYLOGENETIC AND FUNCTIONAL DIVERSITY OF PROKARYOTES Polymerase chain reaction (PCR) based approaches in prokaryotic ecologyVASILEIADIS, SOTIRIOSAGR/13: CHIMICA AGRARIAAGR/16: MICROBIOLOGIA AGRARIAsuolo, soil, servizi ecosistemici, ecosystem services, procarioti, prokaryotes, totale diversità, total diversity, ammonia monoossigenasi, ammonia monooxygenaseIl suolo è un ambiente complesso che è alla base di molteplici servizi ecosistemici per la produzione agricola. Questa complessità è riflessa nella composizione e nelle funzioni degli organismi microbici coinvolti. Lo scopo di questa tesi è stato quello di esplorare le risposte della comunità microbica all’intervento dell’uomo in suoli agricoli. Lo studio ha coinvolto suoli di comune origine, modificatisi negli ultimi 6-700 anni a causa di differente uso e gestione agronomica del suolo. Per ottenere questo risultato, il DNA del suolo è stato analizzato con tecniche di sequenziamento avanzato. I risultati indicano che i suoli disturbati sono più diversi rispetto ai suoli naturali. I fattori che influenzano la comunità microbica sono il disturbo, la disponibilità di nutrienti e la dormienza microbica. In un altro esperimento, a carico di batteri ammonio ossidanti, si sono studiati gli effetti di diversi stress come l’umidità e la concentrazione di zinco nel suolo o la presenza di pesticidi nella lettiera. In tutte queste situazioni i batteri hanno mostrato una ridondanza e una variabilità che permettono di rispondere agli stress. In conclusione i risultati di questa tesi dimostrano che l’intervento umano è responsabile nel determinare la struttura e le funzioni della comunità procariotica dei suoli.Soil is a complex environment comprising the basis for several ecosystem services, with many of them being connected to agricultural production. This complexity is reflected on the composition and functions of the hosted microbial life mainly responsible for the acquired services. Aim of the described studies was to explore microbial community responses to ecosystem services related human intervention in agricultural soils. Total prokaryotic diversity was studied in soils of common origin, which diverged in properties during the late 6-7 centuries due to different land use and management. For achieving this, related DNA markers were screened with high throughput sequencing. Cultivated environments had increased diversity compared to more natural soils. Factors potentially affecting the microbial community structure were: soil disturbance events; available nutrients; and microbial dormancy. In a second approach, ammonia oxidizing prokaryotes were used as biomarkers for studying stress effects caused by humidity and increased zinc concentrations and also the presence of organic pesticides in soil and litter respectively. In both referred cases the studied microbial guilds responded to the applied stresses showing strain or taxon level functional redundancy potentials, and tolerance variability. Overall, results show that human intervention is determining for the prokaryotic structure and functions in agricultural soils.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOTREVISAN, MARCO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1313enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13052013-06-04T13:53:56Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1305Caratterizzazione del bacino del Mediterraneo in funzione dell'indice bioclimatico "Temperature Humidity Index" (THI) e relazioni tra THI e mortalità nella bovina da latte.Characterization of the Mediterranean basin in terms of "Temperature Humidity Index" (THI) and relationships between THI and mortality in dairy cowsSEGNALINI, MARIAFIS/07: FISICA APPLICATA(A BENI CULTURALI,AMBIENT.,BIOLOGIA E MED.)AGR/19: ZOOTECNICA SPECIALETemperature Humidity Index, bovina da latte, bacino del Mediterraneo, mortalità, scenario, Temperature Humidity Index, dairy cow, Mediterranean basin, mortality, scenariosCondizioni meteorologiche e clima influenzano fortemente il settore delle produzioni animali. Lo stress da caldo determina una significativa riduzione dell'attività metabolica, della produzione, della capacità riproduttiva e una maggiore predisposizione alle malattie. Nel contesto biologico, la temperatura dell’aria è sicuramente considerata il principale fattore di stress, tuttavia, un’elevata umidità peggiora l'effetto della temperatura riducendo le perdite di calore per evaporazione e ostacolando quindi l’eliminazione del calore in eccesso.
Scopi principali della ricerca sono stati la caratterizzazione dell’area del Mediterraneo in termini di Temperature Humidity Index (THI) e stabilire le relazioni tra stagione/THI e mortalità nella bovina da latte allevata in un’area geografica Italiana altamente vocata per questo tipo di allevamento.
I risultati suggeriscono che, allevatori e politici che operano nell’area Mediterranea, dovrebbero tenere nella dovuta considerazione variabilità e scenari del THI nella pianificazione degli investimenti nel settore delle produzioni animali. Conoscere in anticipo il verificarsi di condizioni climatiche avverse permetterebbe agli allevatori di metter in atto misure di contrasto sugli effetti negativi delle condizioni climatiche. Inoltre, dovrebbero venire sviluppate misure di adattamento appropriate per contesti specifici in termini di cultura, società, o sistemi politici, che possano contribuire alla sostenibilità ambientale, nonché allo sviluppo economico e alla lotta alla povertà.Weather and climate strongly influence the field of animal production. Heat stress causes a significant reduction in metabolic activity, production, reproductive capacity, and increases susceptibility to diseases. In the biological context, the air temperature is definitely considered the main factor of stress, however, high humidity worsens the effect of temperature by reducing the evaporation heat loss and thus preventing the removal of excess heat.
The main purposes of the research were the characterization of the Mediterranean basin in terms of Temperature Humidity Index (THI) and to establish relationships between season/THI and mortality in dairy cattle bred in an Italian geographic area with a high concentration of dairy farms.
THI variability and scenarios should be taken into careful consideration by farmers and policy makers operating in Mediterranean countries when planning investments. Investments should at least partially be directed to implementation of adaptation measures, which may support farmers in the transition to climate-smart agriculture and help them to alleviate the impact of hot extremes on animal welfare, performance and health. In addition, measures should be developed appropriate adaptation to the specific contexts in terms of culture, society, or political systems, which can contribute to environmental sustainability and economic development and fighting poverty.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOLACETERA, NICOLA2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1305itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13152013-06-04T13:53:59Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1315MUTAGENESI IN RICINO (Ricinus communis L.)PER LA SELEZIONE DI LINEE PIU' ADATTE ALLA VALORIZZAZIONE AGRONOMICACastor Bean Mutagenesis (Ricinus Communis L.) in order to obtain lines for economic valorizationROSSI, DARIOBIO/18: GENETICABIO/01: BOTANICA GENERALEricini, ricina, TILLING, mutagenesi chimica, AFLP, castor, ricin, chemical mutagenesisIl ricino (Ricinus communis L.) è una tra le dieci principali colture oleaginose a livello mondiale. La ricina, eliminata nei processi industriali per la produzione di olio di ricino, costituisce un rischio sia per lo sfruttamento della pianta come biomassa per la generazione di biocarburanti vegetali di seconda generazione, sia per la possibilità di ottenere scorie tossiche dalla lavorazione del materiale. L’utilizzo di tecniche di mutagenesi chimica, associata ad AFLP e metodiche di sequenziamento bersaglio specifiche (TILLING) hanno dimostrato la possibilità di ottenere e riconoscere, in tempi relativamente brevi e in modo specifico, mutazioni nel genoma d’interesse. A partire da una popolazione monovarietale di ricino, sono stati messi a punto diversi trattamenti (basati su EMS ed MNU), al fine di ottenere una popolazione mutagenizzata chimicamente al cui interno ricercare piante prive, o con un contenuto ridotto, di ricina nel seme e di conseguenza caratterizzate da un maggior valore agronomico ed economico. In seguito all’autoimpollinazione delle piante sopravvissute, analisi AFLP e di sequenziamento sulle generazioni successive hanno mostrato come le piante tendano ad accumulare variazioni nel loro genoma rispetto alla generazione precedente. Dall’analisi di sequenza di circa 1 Mb del gene per la ricina nella popolazione mutagenizzata non è emerso nessun cambiamento nella sequenza nucleotidica, in accordo con i risultati di altri studi in cui si è visto come la frequenza di mutagenesi possa variare con la specie considerata.Castor (Ricinus communis L.) is one of the ten major oil crops worldwide. Ricin, eliminated in industrial processes for the production of castor oil, constitutes a risk to both the exploitation of the plant as a biomass to generate second-generation biofuels, both for getting toxic waste from the processing of the material. The use of chemical mutagenesis techniques, AFLP and methods associated with specific target sequences (TILLING) have demonstrated the ability to obtain and recognize, in a relatively short time, and specifically, mutations in the genome of interest. Starting from a population of castor-variety, have been developed different treatments (based on EMS and MNU), in order to obtain a chemically mutagenized population of plants with a reduced content of ricin in the seed and therefore characterized by a greater agronomic and economic value. After self-pollination of the survived plants, AFLP analysis and sequencing showed how plants tend to accumulate changes in their genome than the previous generation. A sequence analysis of about 1 Mb of the gene for ricin in mutagenized populations has revealed no change in the nucleotide sequence, in agreement with results of other studies in which we have seen that the frequency of mutation may vary with the species under consideration.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1315itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13062014-10-29T12:45:26Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1306ATOXIGENIC ASPERGILLUS FLAVUS ISOLATES AS CANDIDATE BIOCONTROL AGENTS IN MAIZEMAURO, ANTONIOA. flavus, aflatoxin B1, VCGs, diversity index, biocontrol, maize, AFB1 reduction, competitionLe aflatossine sono tra i composti naturali conosciuti più cancerogeni. Queste molecole, tossiche sia per gli animali sia per l’uomo, sono prodotte su importanti colture, quali mais, arachidi e cotone da differenti specie fungine di Aspergillus in particolare quelli afferenti alla sezione Flavi. In Italia il principale fungo responsabile della contaminazione da aflatossine su mais è A. flavus e l’area più esposta alla contaminazione è il nord della penisola dove si localizza circa il 90% della coltivazione del mais. Generalmente, le condizioni climatiche in questa area non sono favorevoli alla contaminazione da aflatossine; comunque stress idrico e alte temperature possono verificarsi durante il ciclo di crescita del mais favorendo la produzione di AFB1 da parte del fungo e determinando un accumulo superiore ai limiti di legge, come accadde nel 2003. Infatti, a partire dal 2003 più attenzione è stata dedicata alla caratterizzazione della popolazione italiana di A. flavus associate alla coltivazione del mais e allo sviluppo di una valida tecnica, come il controllo biologico degli isolati tossigeni mediante l’utilizzo di isolati non tossigeni, per ridurre la contaminazione da aflatossine.Aflatoxins are the most carcinogenic natural compound known in nature. These molecules, toxic for animal and humans, are produced on important economic commodities worldwide by the secondary metabolism of several fungal species of Aspergilli of the section Flavi. In Italy the principal responsible of aflatoxins contamination on maize is A. flavus and the more exposed area to contamination is the northern of the peninsula where almost 90% of the cultivation is located. Generally, climatic conditions in this area are not favourable for aflatoxins contamination; however, reduced rainfall and increased temperature during maize developing season can occur along with associated levels of AFB1 exceeding the legal limits, as happened in 2003. Since this year, more attention has been dedicated to characterize Italian A. flavus populations associated with maize cultivation and to develop a useful tool to reduce aflatoxins contamination. To accomplish this goal, vegetative compatibility analysis, identification of atoxigenic isolates, evaluation of the ability of atoxigenic isolates to reduce in vitro aflatoxins produced by toxigenic isolates in vitro, selection of atoxigenic isolates potentially useful as biocontrol agents, individuate deletions in the aflatoxin biosynthesis gene cluster of selected atoxigenic isolates and biocontrol field trial with the selected potential biocontrol agents were achieved.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1306enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13092014-05-21T12:07:11Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:27Z urn:hdl:10280/1309Il periodo di transizione della bovina da latte e l'infiammazione: un nuovo indice per valutare la risposta individuale, trattamenti pre-parto finalizzati alla sua riduzione e conseguenze sulle prestazioni produttive e riproduttiveTransition period of dairy cows and inflammation: a novel index to assess the individual response, pre-calving treatments aiming to mitigate it and consequences on productive and reproductive performancesGROSSI, PAOLOAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEdairy cows, inflammation, omega-3 fatty acids, acetylsalicylic acid, vacche da latte, infiammazione, acidi grassi omega-3, acido acetilsalicilicoIl periparto è la parte più critica della vita della bovina da latte. I cambiamenti importanti ed improvvisi nel metabolismo e nelle condizioni di vita possono favorire l’insorgenza di problemi di salute e di uno stato infiammatorio. Una risposta eccessiva dell’organismo all’infiammazione può sottrarre risorse fondamentali, causando un peggioramento delle condizioni di salute e un calo della produzione di latte. Nella prima parte della tesi si propone un nuovo indice basato su alcuni parametri plasmatici utile a descrivere meglio la risposta all’infiammazione nel post-parto. Una identificazione rapida degli animali caratterizzati da una risposta eccessiva all’infiammazione, specialmente quelli senza sintomi esterni, permette un intervento efficace per evitare ulteriori conseguenze negative. La seconda e terza parte della tesi descrivono due prove sperimentali finalizzate a ridurre la risposta all’infiammazione impiegando acidi grassi ω-3 e/o acido acetilsalicilico. La somministrazione di acidi grassi ω-3 a cavallo del parto ha ridotto la risposta all’infiammazione e migliorato il bilancio energetico, mentre la loro somministrazione esclusivamente prima del parto ha evidenziato alcuni leggeri miglioramenti nella risposta all’infiammazione e nel bilancio energetico. La somministrazione prima del parto di acido acetilsalicilico ha causato l’insorgenza di alcuni problemi e pertanto dovrebbe essere somministrata solo dopo il parto.The peripartum period is the most critical stage of the dairy cows. The sudden and major changes in metabolism and life conditions may favor the onset of health problems together with an inflammatory status. An excessive response by the organism to inflammation may subtract primary resources, resulting in a worsening of health status and in a lower milk yield. In the first part of the thesis a new index based on some plasma parameters is proposed to better describe the response to inflammation in the post-calving of dairy cows. An early identification of the animals characterized by a severe response to inflammation, especially without any external symptom, allows an effective intervention in order to avoid further negative consequences. The second and the third part of the thesis describe two experiments aiming to reduce the response to inflammation using ω-3 fatty acids and/or acetylsalicylic acid. The administration of ω-3 fatty acids around calving reduced the inflammatory response and improved the energy balance, while their pre-calving only administration highlighted some slight improvements in inflammatory response and energy balance. The pre-calving administration of acetylsalicylic acid caused the onset of some problems and should be used only after calving.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOBERTONI, GIUSEPPETREVISI, ERMINIO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1309enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13102013-06-04T13:54:20Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1310Understanding factors influencing starch degradation dynamics in monogastrics: in vitro and in vivo approachesGIUBERTI, GIANLUCAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEstarch, hydrolysis, in vitro, in vivo, pig, amido, idrolisi, in vitro, in vivo, suiniLo scopo del presente lavoro è stato quello di esaminare il potenziale di idrolisi e degradabilità dell’amido dei cereali e co-prodotti e di valutare gli aspetti collegati. L’approccio utilizzato comprende sia test in vitro che in vivo. In particolare:
- Una serie d’indagini in vitro ha fornito dati sul potenziale di degradabilità enzimatica dell’amido dei cereali e co-prodotti considerando sia l’influenza della struttura dell’amido, del tipo di cereale, del rapporto amilosio:amilopectina, del processo termico, dell’insilamento, dello stadio di maturazione e delle pratiche agronomiche.
- Una valutazione funzionale basata sul calcolo del potenziale di degradabilità enzimatica dell’amido tramite la stima dell’indice glicemico in vitro, combinata con un approccio matematico di modellizzazione dei dati ottenuti, è stata proposta per fornire un metodo efficace di screening dei materiali amidacei utilizzati comunamente nella formulazione per diete destinate ai suini.
- Un esperimento in vitro è stato condotto per investigare la risposta glicemica post-prandiale in suini alimentati con diete che differivano nel potenziale di idrolisi enzimatica.
Infine, considerando la crescente attenzione dei nutrizionisti sulla matrice proteica dei cereali (con particolare importanza data alle prolammine), i metodi comunemente utilizzati per le tecniche di estrazione delle prolammine sono stati confrontati e ri-investigati.In the present work, it has been attempted to examine the variability in starch hydrolysis and digestion from cereal grains and co-products and to study aspects related, in order to give a better understand of the science behind the differences in grains/feeds starch digestion potential. The general approach was to use a combination of in vitro and in vivo techniques. In particular:
- A series of in vitro investigations has provided data on the degradation potential of starch from cereal grains and co-products considering the influence of starch structure, cereal type, amylose-amylopectin ratio, heat processing, ensiling, stage of maturity and of agricultural practices.
- A laboratory-based functional evaluation of starch value of cereal grains based on a predicted glycemic index approach, combined with a mathematical first-order exponential model, has been proposed in order to allow an efficient screening of starchy-materials entering in the pig diet formulation.
- An in vivo experiment has been undertaken to investigate the postprandial plasma glucose response in pigs fed diets containing starch with a wide range in in vitro digestion patterns.
Lastly, taking into account the increasing attention of swine nutritionists on prolamin proteins, the most commonly used prolamin extraction procedures were compared and reinvestigated, in order to get useful information for routine lab analysis.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOMASOERO, FRANCESCO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1310enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13112013-06-04T13:58:26Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1311Studio dei processi infiammatori nel periodo di transizione e dopo LPS "Challenge" in bovine sottoposte a diversi stressmetaboliciDE MATTEIS, LUISAInflammation, Acute Phase Response, pro-inflammatory cytokines, lipoxins, metabolic clamps, lipopolysaccharide, dairy cows, infiammazione, risposta di fase acuta, citochine pro-infiammatorie, lipossine, trattamenti metabolici, lipopolisaccaride, bovine da latte.Il processo infiammatorio è un meccanismo di difesa aspecifico innato, che costituisce una risposta protettiva dell’organismo a vari tipi di insulto (infezione, danno tissutale, trauma, stress, malattie autoimmune,). Esso comporta il rilascio in circolo di mediatori pro-infiammatori (es. citochine) and anti-infiammatori (es lipossine ed alcune citochine). Le citochine pro-infiammatorie inducono effetti infiammatori (es. anoressia e febbre) e stimolano la risposta di fase acuta (APR). Invece, le lipossine e le citochine anti-infiammatorie tendono ad attenuare l’infiammazione. Gli scopi di questa ricerca erano due: distinguere i soggetti in base al grado di severità della APR dopo il parto, e dopo stimolazione intramammaria con lipopolisaccaride (LPS) in bovine da latte sottoposte a diversi stress metabolici (NaCl, BHB, EuG e IpoG). I soggetti EuG e BHB hanno mostrato una APR più severa rispetto a IpoG e NaCl.
Un ulteriore scopo è stato proposto un indice composto da alcune proteine di fase acuta al fine di stimare i processi infiammatori e le conseguenze epatiche (PICE). Le bovine con PICE più basso prima del parto, avevano più alti livelli plasmatici di citochine pro-infiammatorie e lipossine prima del parto (e mostravano una APR più severa dopo il parto), anche in assenza di sintomi clinici.Inflammation is the innate, non-specific response of the host to disturbances in his homeostasis caused by infection, tissue injury, stress, trauma, neoplastic growth, immunological disorders. It involves pro- (e.g. cytokines) and anti-inflammatory mediators (e.g. lipoxins, some cytokines). The pro-inflammatory cytokines induce inflammatory effects (e.g. anorexia, fever) and play key roles in the stimulation of acute phase response (APR). The lipoxins and anti-inflammatory cytokines tend to mitigate the inflammation. Two were the aims of this research: to investigate in dairy cows the severity of APR at calving time as well as after intramammary lypopolysaccharide (LPS) administration in cows challenged with hyperinsulinemic hypoglycemic (HypoG, n=4), hyperinsulinemic euglycemic (EuG, n=5), hyperketonemic (BHB, n=4) and control (NaCl, n=6) clamps. Plasma samples were assayed for a wide metabolic and inflammatory profile. With respect to HypoG and NaCl animals, more severe APR was observed in EuG and BHB.
A further aim was the proposal of an Index, composed by several acute phase proteins, to estimate Inflammatory Processes and Hepatic Consequences (IPHC). The dairy cows with lower IPHC after calving, had higher plasma levels of pro-inflammatory cytokines and of lipoxins before calving (and showed a stronger APR after calving); this was seen also in absence of clinical symptoms.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOBERTONI, GIUSEPPE2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1311itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13142013-06-04T13:51:43Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1314Effect of dietary changes during weaning on gut gene expression in animal modelsBOMBA, LORENZOAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOnutrigenomica, genomica, nutrizione, espressione genica, microarray, svezzamento, animale modello, topo, maiale, iper-lipidica, acido sorbico, nutrigenomics, genomics, nutrition, gene expression, microarray, weaning, animal model, mouse, pig, high fat, sorbic acidUna dieta scorretta incrementa il rischio di malattie come l’insulino resistenza e l’obesità. Questa tesi ha l’obiettivo di valutare l’effetto di diete sbilanciate sulla fisiologia ed espressione genica in topi e suini allo svezzamento.
Topi C57BL/6 sono stati sacrificati dopo 2 settimane, dopo essere stati alimentati con dieta iper-lipidica e dieta controllo. L’espressione genica è stata stimata usando la tecnologia microarray. Quattro dei sette geni identificati differenzialmente espressi tra il controllo e l’iper-lipidico sono coinvolti nella regolazione della via metabolica del sistema circadiano, che recentemente è stato mostrato avere effetti sul metabolismo lipidico e processo infiammatorio.
Il secondo studio ha avuto lo scopo di capire gli effetti dello svezzamento con o senza l’aggiunta di acidificante nella dieta. I suinetti allo svezzamento (T0) sono stati comparati con i suinetti dopo una settimana (T1). Il gruppo post-svezzamento è stato alimentato con una dieta convenzionale, e metà di questi hanno ricevuto un supplemento di acido sorbico. L’aggiunta di acido sorbico nella dieta non ha causato nessuna differenza a livello fisiologico e di espressione genica. 205 geni sono stati identificati come differenzialmente espressi in T1 comparato con T0, evidenziando una forte risposta all’adattamento metabolico e agli stress subiti durante lo svezzamento.An incorrect diet increases the risk of diseases as insulin resistance and obesity. This thesis aims at assessing the effects of unbalanced diets on gut physiology and gene expression in pig and mouse during weaning.
The first research explored the impact of a high fat diet in C57BL/6 mice. High-fat-fed mice and control-fed mice were sacrificed after two weeks of treatment. Gene expression level was assessed by 90K Combimatrix microarray technology. Four of seven genes found differentially expressed between control and high fat diet mice are involved in the regulatory pathway of the circadian clock system, which was recently shown to affect lipid metabolism and inflammatory processes. Those genes were successfully validated by real time PCR.
The second study aimed at understanding the weaning effect with or without acidifier addition in the diet. Piglets at weaning (T0) were compared to piglets after one week (T1). The post-weaning group was fed a conventional diet, half of which received in addition sorbic acid. The sorbic acid supplementation evidenced no effects in terms of physiology and gene expression. 205 genes were significantly differentially expressed in T1 when compared with T0, evidencing a response to the metabolic adaptation and the stress suffered during weaning.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOAJMONE MARSAN, PAOLOTREVISI, ERMINIO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1314enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13172013-06-04T13:51:45Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1317INNOVAZIONI DI TECNICA COLTURALE NEL VIGNETO IN FUNZIONE DEL CAMBIO CLIMATICO E DI UNA VITICOLTURA SOSTENIBILEBERNIZZONI, FABIOAGR/03: ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREECambio climatico, viticoltura, tecnica colturaleI cambiamenti previsti nel clima delle regioni europee viticole nei
prossimi decenni potrebbero alterare significativamente
la distribuzione dei vitigni attualmente in uso. A seguito della
problematica di cambio climatico, e degli effetti che possono essere
indotti sull’intero comparto vitivinicolo, il lavoro di tesi ha
riguardato essenzialmente la possibilità di applicare in modo
innovativo tecniche colturali già esistenti, o di nuova ideazione,
all’ecosistema viticolo per minimizzare gli effetti da riscaldamento
globale e rendere se possibile, più sostenibile il vigneto del futuro.The expected changes in the climate of European winegrowing regions over the next decades may significantly alter both the spectrum and distribution of the varieties currently in use. Following the issue of climate change, and the effects that can be induced on the entire wine industry, the thesis work focused in particular on the possibility of applying an innovative growing techniques already existing or newly developed, to the viticultural ecosystem in order to minimize the effects of global warming and make, if possible, more sustainable the future of viticulture.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOPONI, STEFANO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1317itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13032013-06-04T13:50:29Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1303La tutela delle innovazioni in campo vegetaleSPITALERI, GAETANOIUS/04: DIRITTO COMMERCIALEnuove varietà vegetali, brevetto biotecnologico, tutela varietale, plant-related inventions, plant patent, PVPA, plant varieties, patenting plants, IPRs on plantsLa tesi ha ad oggetto le forme di tutela dei diritti di proprietà industriale sulle invenzioni aventi ad oggetto piante. La prima parte del lavoro è dedicata ad un’analisi delle linee evolutive degli strumenti specifici di protezione delle nuove varietà vegetali introdotti, dapprima, nell’ordinamento giuridico statunitense e, qualche tempo dopo, in quelli dei Paesi aderenti alla Convenzione UPOV.
L’autore pone a confronto le suddette discipline ad hoc con la normativa brevettuale classica, evidenziandone le differenze sia sul piano dei rispettivi requisiti d’accesso che su quello del contenuto e della portata della tutela.
Viene, dunque, valutato l’impatto prodotto dall’avvento delle moderne biotecnologie sui sistemi normativi vigenti in Europa e negli Stati Uniti in materia di protezione dell’innovazione conseguita in campo agricolo.
Attraverso lo studio dei principali arresti giurisprudenziali e delle iniziative legislative succedutisi negli ultimi anni, vengono delineati i tratti caratteristici degli approcci adottati, rispettivamente, oltre-Atlantico e nel vecchio continente al fine di fornire risposta alle questioni determinate dalla rivoluzione biotecnologica, con particolare riguardo ai problemi di interfaccia fra tutela varietale e tutela brevettuale che quest’ultima ha determinato.
L’autore ritiene che le vie seguite negli Stati Uniti ed in Europa, per quanto diverse tra loro sul piano formale, non siano poi così distanti nella sostanza e, de jure condendo, suggerisce di ridefinire in Europa le interrelazioni fra tutela varietale e tutela brevettuale, abrogando il divieto di brevettazione delle nuove varietà vegetali, vero elemento differenziale fra il contesto normativo europeo e quello statunitense.Intellectual property rights on plant-related inventions are the subject matter of this thesis.
In the first part of this work, the author analyzes the evolution of the specific means of protection for new plant varieties first introduced in the United States of America and then in the member States of the UPOV Convention.
The author makes a comparison between these ad hoc means of protection and the patent protection, by pointing out the differences in respect to the conditions for protection and the scope of protection.
After that, an assessment of the impact of modern biotechnology on the existent European and American plant-related invention systems of protection is made.
The author investigates the approaches which were chosen in Europe and in the United States of America in order to address the issues related to the biotechnological revolution, with particular focus on the interface problems between plant variety protection and patent protection, by means of a study of the principal case law and regulatory interventions adopted during the last years.
The author believes that American and European approaches are not so different in substance and, de jure condendo, suggests redefining the relationship between plant variety protection and patent protection in Europe through the elimination of the ban on patent protection for plant varieties, which is the real differential factor between European and American normative contexts.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOLEONINI, FERNANDO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1303itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13072013-06-04T09:58:26Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1307Seleno-diamminoacidi Redox con attività GPx nello studio del danno ossidativo indotto da AflatossineRedox, GPx mimic seleno-diamino acids in the study of oxidative damage induced by aflatoxins.NUCCI, ADACHIM/06: CHIMICA ORGANICABIO/10: BIOCHIMICAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARImicotossine, chemioprevenzione, selenio, GPx mimici, mycotoxins, chemoprevention, selenium, GPx mimicLa contaminazione da micotossine può coinvolgere tutti i comparti della filiera agroalimentare e rappresenta a tutti gli effetti un potenziale di perdita economica.
Il settore zootecnico è particolarmente esposto alle ricadute della contaminazione, in termini di costi sanitari per gli effetti cronici sulla salute animale conseguenti all’esposizione alle micotossine.
La prevenzione in campo mediata da appropriate tecniche agronomiche rappresenta, per quanto ovvio, la più importante strategia per ridurre la contaminazione dei mangimi. Un approccio completamente differente è quello che si basa sulla possibilità di ridurre gli effetti delle tossine sull’animale, modificando la sua alimentazione attraverso l’integrazione nutrizionale di opportuni agenti chemiopreventivi.
Numerose sono le specie chimiche, di origine naturale o sintetica, che hanno dimostrato una efficacia chemiopreventiva del danno ossidativo indotto da micotossine ed emergono per la loro efficacia il selenio e i suoi composti organici ed inorganici.
L’azione antineoplastica del selenio è nota da molto tempo e ha trovato conferme in numerosi studi epidemiologici che indicano una relazione inversa tra assunzione di selenio con la dieta e rischio di sviluppo di una patologia neoplastica.
Questa tesi di dottorato ha avuto come obiettivo la progettazione, la sintesi e lo studio di composti diamminoacidici contenenti un atomo di calcogeno (selenio o zolfo), mimici dalla glutatione perossidasi (GPx) e auspicabilmente attivi nel contrasto del danno ossidativo indotto dall’aflatossina B1 (AFB1).
Le specie diamminoacidiche sintetizzate appartengono alla classe dei Sec-derivati, ovvero sono costitute da un residuo di L-selenocisteina (o L-cisteina) a cui è legato attraverso l’atomo di calcogeno un altro L-amminoacido. Alla porzione calcogenica, che rappresenta il sito redox, sono stati infatti ancorati rispettivamente un residuo di L-prolina modificata e un residuo di L-leucina.
Al termine delle fasi di sintesi e caratterizzazione chimico-fisica dei calco-diamminoacidi è stata intrapresa una serie di indagini biochimiche in collaborazione con due distinti laboratori in Germania. I risultati ottenuti hanno permesso di dimostrare che alcuni Sec-derivati sono in grado di ridurre i perossidi attraverso un meccanismo catalitico che mima l’attività della GPx. Essi sembrano inoltre evidenziare che il “meccanismo antiossidante” sia mediato sostanzialmente dall’attività GPx mentre non sono particolarmente attivi meccanismi di radical scavenging né di puro trasferimento elettronico.
Alcuni dei Sec-derivati sintetizzati sono stati oggetto di un’indagine cellulare preliminare volta a verificare una eventuale effettiva azione protettiva dei calco-diamminoacidi verso il danno cellulare indotto da AFB1. Le indagini sono state effettuate adoperando una linea cellulare HepG2.
I dati ottenuti, nel loro insieme, hanno mostrato che i calco-diamminoacidi esaminati sono di per sé caratterizzati da una notevole attività biologica. In particolare, alla concentrazione più elevata utilizzata (100 µM), alcuni di essi hanno mostrato interessanti proprietà citoprotettive contro il danno indotto da AFB1. L’efficacia è paragonabile, e in qualche caso superiore, a quella riscontrabile per il composto di riferimento, la Se-metil-selenocisteina, principale forma di selenio organico che è naturalmente presente in specie vegetali quali Allium Sativum e Brassica juncea.Mycotoxin contamination may involve all fields of the food agricultural chain and might potentially determine economic losses. In particular, the livestock sector is at risk of health costs, as a consequence of chronic diseases induced by mycotoxin exposure.
It is obvious, although actual, that the mycotoxin contamination should be controlled on the field by a series of suitable agriculture practices in order to minimize the mycotoxin formation in feeds.
Recently, dietary strategies (antioxidant compounds, medicinal herbs, plant extracts) to counteract the effects of mycotoxins have attracted considerable attention.
Chemoprevention refers to the use of naturally occuring and/or synthetic chemicals to inhibit the development of mycotoxin induced chronic diseases. Selenium and its organic and inorganic compounds, have emerged as outstanding chemoprevention agents.
Selenium antineoplastic properties have been well documented through the last decades, being supported by several epidemiological evidences on the association between selenium intake and the risk for some kinds of human/animal cancers.
This PhD thesis was focussed on design, synthesis and study of a family of chalcogenic diamino acids (containing either selenium or sulfur), GPx mimics and potentially active to reduce the oxidative damage induced by aflatoxin B1 (AFB1).
The diamino acids synthesized belong to the family of Sec-derivatives and consist of L-selenocysteine (or L-cysteine) linked through the calchogen atom to either a L-proline or a L-leucine moiety.
The GPx-like catalytic activity of the various compounds was confirmed using both thiophenol and GPx assays. Their possible radical-scavenging activity, and electron-donor reducing character as well, could be ruled out by suitable assays.
The cytoprotective capacity exhibited by several of the compounds synthesized was investigated in HepG2 cells by MTS assays. The results indicated that all the chalcogenic diamino acids tested had a strong biological activity.
In particular, the pre-treatment of the test cells with two Sec-derivatives, employed at higher doses (100 µM), led to a protective effect on cell toxicity, lowering the AFB1-induced cell mortality, and this efficacy is comparable with that of the reference Se-metil-selenocysteine, main source of organic selenium in plants such as Allium Sativum and Brassica juncea.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOROSSI, FILIPPOCAPUTO, ROMUALDO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1307itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/13162014-05-21T13:58:08Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1316Caratterizzazione di lactobacilli di origine intestinaleCharacterization of gut derived lactobacilliPOLKA, JUSTYNA URSZULAAGR/16: MICROBIOLOGIA AGRARIALactobacillus,antibiotico-resistenza,antibiotico,probiotico,caratterizzazione, Lactobacillus,antibiotic resistance,antibiotic,probiotic,characterizationI lactobacilli sono considerati dei microorganismi non-patogeni. Molti di loro appartengono al gruppo batterico GRAS e/o sono nell’elenco QPS. Dal momento che i lactobacilli intenzionalmente aggiunti agli alimenti possono agire come reservoir di geni di resistenza, la valutazione del rischio deve essere continuamente aggiornata. Lo scopo di questa tesi era la valutazione di alcuni metodi usati per testare e caratterizzare le specie del genere Lactobacillus per quanto riguarda la sicurezza e la potenziale attività probiotica.
Nella prima parte due metodi di micro diluzione, il metodo ISO e CLSI, soni stati comparati testando la resistenza agli antibiotici di 54 ceppi L. plantarum. Sulla base di risultati ottenuti il metodo ISO era più adatto per valutare la resistenza di questa specie.
Il test del limite di sensibilità della PCR per 8 paia di primers specifici per il rilevamento dei lactobacilli e bifido batteri da feci ha confermato i loro diversi livelli di efficacia.
La seconda parte della tesi descrive un progetto di ricerca mirato sulla identificazione di nuovi ceppi probiotici fra diversi ceppi di Lactobacillus paracasei e Lactobacillus rhamnosus identificando dei geni o loci responsabili della interazione con l’ospite, immunomodulazione, e l’inibizione della crescita dei patogeni. Le analisi fenotipiche dei 40 ceppi hanno confemato una grande variabilità fra di loro, che può servire per associare delle caratteristiche fenotipiche a quelle genotipiche. Tra i ceppi dello stesso progetto è stato individuato un ceppo di L. mucosae. Dal momento che questa è una specie relativamente nuova, le sue caratteristiche sono state analizzate comparandole con altri 3 ceppi appartenenti alla stessa specie. In questo modo sono state confermate alcune informazioni su L. mucosae, ma soprattutto sono stati forniti dei dati nuovi sulle proprietà di questa specie.The species of the Lactobacillus genus are generally believed to be microorganisms with no pathogenic potential. Many of them have granted GRAS and QPS status. Non-pathogenic bacteria as lactobacilli-intentionally added or accidentally present in food-are under evaluation, as they could act as reservoir of resistant genes. This thesis was aimed to evaluate some methods used for testing and to characterize some Lactobacillus species, as regards their safety and potential probiotic activity.
The first part of the research focused on the comparison of two broth microdilution methods: ISO and CLSI, in order to assess the resistance of 54 L. plantarum strains to antimicrobial agents. The results suggest better performances of the phenotypic assay developed by ISO, at least for strains belonging to L. plantarum species.Then the assessment of the PCR detection limit for 8 sets of primers for the detection of lactobacilli and bifidobacteria from infant faeces confirmed different levels of effectiveness for the primers.
Next part of the thesis was the research project aimed at identifying genes or genetic loci of different strains of two Lactobacillus species (i.e. Lactobacillus paracasei and Lactobacillus rhamnosus) involved in the interaction with the host, immune-modulation of host cells and pathogen growth inhibition in order to find new probiotic strains. The phenotypic analysis of 40 selected strains demonstrated large variability between strains of these species, which could serve to the association of phenotypic differences to genome specificities. A strain of Lactobacillus mucosae was found within the framework of the same project. As it is a relatively new species, it was chosen to further investigate its properties, comparing it with three other L. mucosae strains. This study led to confirm some information but first and foremost it has provided new data on the examined species.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOMORELLI, LORENZO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1316enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/16292014-05-21T09:23:18Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1629Teorie, metodi e strumenti per il governo delle relazioni urbano-ruraliTheories, methods and tools for governance of rural-urban areas.CATTIVELLI, VALENTINASECS-P/06: ECONOMIA APPLICATAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALESviluppo urbano, sviluppo rurale, relazioni urbano-rurali, città, campagna, urban development, rural development, urban-rural linkages, city, landscapeLa diffusione della città nella campagna è evidente in Italia e in Europa (EEA, 2006). L’estensione della scala delle relazioni antropiche, altrettanto. (Hall, Pain, 2006). I dati, pur incerti, testimoniano, anche nel nostro Paese, ritmi di “urbanizzazione” incessanti (ONCS, 2009). La necessità di regolare i rapporti tra le aree rurali e le aree urbane non è certo una esigenza recente, né solo italiana; tuttavia, il suo soddisfacimento assume oggi una nuova importanza e, in certi casi, un’evidente urgenza. I primi modelli di pianificazione territoriale adottati in Italia, influenzati da approcci teorici non esenti da una connotazione ideologica, hanno spesso sottostimato l’effettiva praticabilità di un disegno ideale in un contesto reale (Benevolo, 2010) al punto che né la promozione della trasformazione urbana delle campagne, né il contenimento dell’urbanizzazione hanno prodotto, almeno in Italia, il risultato auspicato e programmato (ibid.). Nel tempo, si registra una modificazione dell’approccio disciplinare in materia di governo del territorio, e con essa si è osservata (e ancora si osserva) una costante innovazione degli strumenti e delle norme (Oliva, 2008). Tuttavia, si rileva un’evidente debolezza metodologica in ordine alla lettura delle relazioni tra città e campagna. Due categorie, ereditate dal passato, che tendono a confermarsi solo agli estremi del continuum territoriale che oggi rappresenta la porzione prevalente dello spazio contemporaneo e che per questo vedono attenuare fortemente la propria capacità interpretativa. Da ciò l’evidenza, e in alcuni casi l’urgenza, di una nuova lettura delle relazioni tra urbano e non urbano che registri i nuovi paesaggi e le nuove funzioni svolte dalle campagne urbane (Donadieu, 2006a), tratti l’a-spazialità di molte attività economiche e la conseguente indifferenza localizzativa, prenda atto dell’accresciuta vulnerabilità ecologica dei territori contemporanei, dove i livelli di pressione sulle risorse naturali, a partire dal suolo, sono ormai insostenibili. Una lettura dicotomica, univoca e restrittiva, delle connotazioni territoriali appare forzata: ruralità ed urbanità non sono (più) dimensioni autonome, anzi si confrontano, si sovrappongono, producendo esiti assai differenti. Mappare ed interpretare questi cambiamenti, risulta assai complesso. Del resto, la ruralità non può essere intesa in modo residuale e passivo. Oggi è una controparte attiva e dinamica, nonostante le debolezze endogene del settore primario. Parimenti, l’urbanità, e in particolare, la sua tradizionale capacità di attrazione appare in crisi. Esiste invece un variegato “spazio di mezzo” da interpretare ricercando nuove modalità di rappresentazione. Ne consegue la parziale inutilità o la difficile applicabilità di rigide forme di ordinamento territoriale basate sulla gerarchia di funzioni (produttive o economiche in senso lato), così come la separazione razionalistica degli spazi assegnati a tali funzioni.
Per una nuova lettura delle relazioni urbano/rurali è poi necessario analizzare i metodi di classificazione impiegati e sperimentati a livello nazionale ed internazionale, per prenderne atto delle criticità e della parziale incapacità di rilevare adeguatamente la nuova dimensione della periurbanità.
La presente tesi si propone, come obiettivo, quello di dare alcune risposte a queste criticità. Dapprima, offre una analisi della evoluzione dei sistemi territoriali, urbani e rurali, anche in chiave storica, e cerca di comprenderne i loro cambiamenti secondo le interpretazioni date da varie scienze sociali. In seguito, cerca di studiare gli effetti delle politiche territoriali fino ad ora implementate, anche in una prospettiva comparata. Infine, offre una rassegna tassonomica delle principali metodologie di classificazione e comprende la sperimentazione di un metodo originale di zonizzazione validato per il contesto lombardo.The spread of cities into the countryside is evident in Italy and in Europe (EEA, 2006). The extension of the scale of human relationships, as well. (Hall and Pain, 2006). The data, although uncertain, testify, even in our country, the “rhythm of urbanization" incessant” (ONCS, 2009). The need to regulate relations between rural and urban areas is not recent, but its satisfaction assumes a new importance and, in some cases, an obvious urgency. Early models of land use planning adopted in Italy, influenced by theoretical approaches not free of an ideological, have often underestimated the actual feasibility of an ideal design in a real context (Benevolent, 2010). The promotion of urban transformation of rural areas or the containment of urbanization have obtained, at least in Italy, the planned result (ibid.). In time, there is a modification of the approach in disciplinary matters of territorial government, and with it, there was (and still is observed) the constant innovation of tools and standards (Oliva, 2008). However, it notes an obvious methodological weaknesses in order to read the relationship between cities and countryside. Two categories, inherited from the past, which tend to confirm at the extremes of the spatial continuum that today represents the portion of the prevailing contemporary context. This continuum is difficult to interpret.
It is necessary to read the new functions of urban campains (Donadieu, 2006), to point out the localization indifference of many economic activities, to take note of the increased ecological vulnerability of contemporary territories, where the levels of pressure on natural resources, starting from the land, are now unsustainable.
A dichotomous reading, unique and restrictive, of these new territories appears forced: rurality and urbanity are not (more) dimensions autonomous, indeed, they overlap and produce very different outcomes. Mapping and interpreting these changes is very complex. Moreover, the rurality can not be considered so as residual and passive. Today it is a dynamic and active counterpart, despite the weaknesses of the endogenous primary sector. Likewise, the urbanity, and in particular, its traditional ability to attract several resources appears in crisis. Instead there is a varied "middle space" that is seeking new ways to representation. They follow the partial worthlessness or the difficult applicability of rigid forms of territorial organization based on a hierarchy of functions (productive or economic in the large sense), as well as the rational separation of spaces allocated to these functions.
For a new interpretation of urban/rural relations is necessary to start to analyze the methods of classification used and tested at national and international level, to take note of the problems and the partial inability to properly detect the new size of the peripheral urbanity (periurban areas).
This thesis aims to give some answers to these critical issues. First, it offers an analysis of the evolution of regional, urban and rural, territorial system and tries to understand their changes according to the interpretations given by various social sciences. Then, it tries to study the effects of regional policies implemented, even in a comparative perspective. Finally, it offers an overview of the main methods of classification and includes an original zoning validated for the context of Lombardy.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOTIMPANO, FRANCESCOPAREGLIO, STEFANO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1629itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17302013-06-04T13:54:48Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1730Principio di precauzione e partecipazione del pubblico in materia ambientaleSANNA, PAOLOIUS/10: DIRITTO AMMINISTRATIVOpartecipazione, ambiente, VIA, VAS, precauzione, public participation, precautionary principle, environmentLa tesi analizza il quadro normativo relativo alla partecipazione del pubblico nei procedimenti amministrativi applicativi del principio di precauzione. Il lavoro si sviluppa in tre Capitoli: il primo inquadra il tema della partecipazione in materia ambientale nel quadro più generale dei modelli di partecipazione all’attività amministrativa generale presenti in altri settori, come quello dell’urbanistica e della regolazione condizionale dell’attività economica. In questo si precisa, inoltre, la ratio e il contenuto del principio di precauzione e si illustrano i relativi nessi con quello di partecipazione. Il secondo Capitolo affronta l’analisi della disciplina europea ed internazionale in materia di partecipazione ambientale laddove la qualità delle forme partecipative è molto più sofisticata e incisiva rispetto alla disciplina domestica; in esso è analizzato anche il procedimento di autorizzazione per l’immissione in commercio di cibi contenenti OGM. Il terzo ed ultimo Capitolo analizza le procedure di valutazione di impatto ambientale e il ruolo significativo rivestito, in esse, dai modelli di partecipazione. Nella fase conclusiva si mettono in luce gli aspetti critici, sotto il profilo procedurale, dei modelli di partecipazione analizzati e si offrono alcuni suggerimenti diretti al loro superamento.The thesis analyzes the legal framework provided for the public participation in administrative proceedings connected to environmental matters, especially when the precautionary principle is applied. The work consists of three chapters: the first situates participation in in the Italian general framework for public participation, especially regarding planning and regulatory proceedings. The meaning of precautionary principle and its connections with the public participation are also analyzed. The second chapter analyses the main features of participation in the international and European legal systems and their influence on the national regulations. This chapter deals in particular with the regulation provided by the EU law for the authorization of GM food. The last chapter discuss the role of public participation in the environmental impact assessments. Finally, the thesis highlights the weak points of environmental participation and propose some measures to improve its legal regulation.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOMANFREDI, GIUSEPPE2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1730itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17442014-05-21T14:39:38Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1744SVILUPPO DI STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE
E MIGLIORAMENTO DEL WELFARE
NELLE AZIENDE DI BOVINE DA LATTEDEVELOPMENT OF TOOLS FOR THE ASSESSMENT AND IMPROVEMENT OF THE WELFARE CONDITION IN DAIRY FARMSSORIANI, NAZZARENOAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEANIMAL WELFARE, RUMINATION TIME, HEALTH STATUS, IDSW MODEL, MILK PRODUCTION COST, COW MONITORING SYSTEMIl benessere degli animali è uno dei temi più discussi temi delle scienze animali. Molti ricercatori hanno provato a darne una definizione e a sviluppare strumenti utili alla sua valutazione negli allevamenti di vacche da latte. Nel presente lavoro viene discussa la possibilità di valutare il benessere degli animali, attraverso sistemi di innovazione da diversi punti di vista: scientifico, economico e zootecnico. Quattro differenti ricerche sono state sviluppate per confrontare i risultati sulla valutazione del benessere degli animali negli allevamenti da latte ottenuti con: indici fisiologici, modello SDIB e un sistema di monitoraggio della ruminazione.Animal welfare is one of the most discussed topic in the animal science. Many researchers have been proving to define animal welfare and to develop tools useful to assess its levels in dairy farms. In the present issue it is discussed with different point of view (scientific, economical and zootechnic) the opportunity to assess the animal welfare through innovations system. Our different research was develop to compare the results about animal welfare in dairy herds obtained by physiological indices as well as blood variables, a model for animal welfare assessment as well as IDSW model, a rumination monitoring system.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOCALAMARI, LUIGIBERTONI, GIUSEPPE2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1744enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17462013-06-04T13:55:52Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1746Impatto di processi alimentari tradizionali sulle attività biologiche di tannini e acido fitico nel porridge di sorgo: approccio integrato in vitro e analitico.Impact of food processing on tannins and phytic acid activities in sorghum porridge: integrated in vitro and analytical approachesPROIETTI, ILARIAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIEstimated iron and zinc bioavailability, Biological activities, Cooking, Fermentation, Sorghum, Phytates, Phytase activity, Tannins, Stimata biodisponibilità di ferro e zinco, Attività biologiche, Cottura, Fermentazione, Sorgo, Fitati, Attività fitasica, Tannini.Cinque varietà di sorgo (Sorghum bicolor (L.) Moench) provenienti da Nigeria, Senegal, Burkina Faso e due dall’Italia, sono state caratterizzate per il loro profilo nutrizionale, analizzando la modulazione di due marcatori cellulari (contenuto in proteine totali e attività della GPx), il contenuto di fattori chelanti (tannini e fitati), l’attività fitasica e il contenuto, la bioaccessibilità e la biodisponibilità di ferro e zinco e analizzando l’impatto di due importanti processi alimentari, quali fermentazione e cottura.
I risultati mostrano che sia la varietà sia il processo influenzano la maggior parte dei parametri. Tannini e fitati, elementi in traccia, contenuto proteico totale e il processo (soprattutto la fermentazione) sono modulati dalla varietà. La fermentazione riduce il contenuto di fattori chelanti e aumenta l’attività fitasica, incrementando, così, la biodisponibilità degli elementi in traccia; mentre la cottura non ha un impatto significativo. D’altra parte, la fermentazione ha un impatto negativo su entrambi i marcatori cellulari, mentre la cottura solo sul contenuto proteico totale.
Le varietà africane, soprattutto quella dal Senegal, hanno mostrato il migliore profilo nutrizionale, mentre, globalmente, le italiane il peggiore. I risultati indicano che la selezione di varietà e di adeguati processi alimentari può avere un impatto significativo sul valore nutrizionale del sorgo.Five sorghum cultivars (Sorghum bicolor (L.) Moench) from Nigeria, Senegal, Burkina Faso and Italy (two), were characterized for their nutritional values by analysing the modulation of cellular functional markers (total protein content and GPx activity), chelating factors (iron-binding phenolic groups and phytates) content and phytase activity, as well as iron and zinc content, bioaccessibility and bioavailability, also considering the impact of food processing methods as fermentation and cooking.
The results revealed that both variety and food processing affect most of the tested parameters. Chelating factors, trace elements, cellular total protein content, as well as the effect of processing (mainly fermentation) were modulated by variety. Fermentation decreased chelating factors content, as well as increased phytase activity, leading to enhancement of iron and zinc estimated bioavailability, whereas cooking had no substantial impact. On the other hand, fermentation process had a negative impact on both cellular functional markers while cooking only on the cellular total protein content.
The African varieties, particularly the Senegal one, showed the most promising nutritional profile, whereas the two Italian varieties overall showed a poor one. The results indicate that selection of traditional varieties and processing methods can have a significant impact on parameters relevant to sorghum nutritional value.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOCOCCONCELLI, PIER SANDROMANTOVANI, ALBERTO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1746enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17342013-06-04T13:58:33Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1734Valutazione di alcuni fattori che influenzano la fermentazione ruminale e le conseguenze dell’acidosi ruminale sulla permeabilità gastrointestinale e sull’infiammazioneAssessment of some factors affecting ruminal fermentation and conseguences of rumen acidosis on gut permeability and inflammation appearanceAHMED, SADEKAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALErumen fermentation, acidosis, inflammatory response, lactulose test, gastro-intestinal permeabilityQuattro diversi esperimenti sono stati eseguiti per investigare i fattori che influenzano la fermentazione ruminale delle diete altamente fermentescibili e per sviluppare un modello per studiare la permeabilità gastro-intestinale nei ruminanti. Nello studio 1, quattro ibridi di mais sono stati valutati per la digeribilità ruminale delle loro frazioni. I risultati suggeriscono che i genotipi e le fasi di maturità influenzano fortemente la digeribilità della sostanza secca e dell’amido nel rumine. Nello studio 2, i risultati della fermentazione in vitro di diversi zuccheri ha rivelato che il lattulosio può essere uno zucchero indicatore per studiare la permeabilità intestinale nei ruminanti, grazie alla sua bassa fermentescibilità ruminale. Nello studio 3, per la prima volta un modello di enteropatia indotta da indometacina è stato utilizzato per valutare nei ruminanti la permeabilità dell’intestino tenue attraverso il test del lattulosio. I risultati mostrano che il lattulosio è passato dall'intestino al sangue modificando alcuni parametri metabolici e dell'infiammazione. Nello studio 4, una acidosi acuta è stata indotta in pecore per testare la permeabilità gastro-intestinale con il test del lattulosio. I risultati hanno dimostrato che l'acidosi acuta compromette il funzionamento della barriera gastro-intestinale consentendo l'assorbimento e la traslocazione di LPS e altre sostanze nocive e incrementa l'infiammazione.Four different experiments were performed for the better understanding of the factors that affect rumen fermentation of highly fermentable diets and to develop a model to study GI permeability in ruminants. In study 1, four corn hybrids recommended for corn silage were evaluated for ruminal starch digestibility of their grain fractions. Results suggest that the genotypes and maturity stages greatly influenced the DM and starch digestibility in rumen. In study 2, the results of the in vitro rumen fermentation of different naturally occurring and synthetic sugars revealed that lactulose can be a good probe sugar to study GI tract permeability in ruminants due to its low and slow fermentation rate in rumen. In study 3, for the first time an indomethacin-induced enteropathy model was used in ruminants to assess small intestinal permeability by the lactulose test. The results established that lactulose passed from the intestine to blood with perturbation of some metabolic parameters and inflammation. In study 4, acute acidosis was induced in sheep to test GI permeability during acidosis condition by lactulose test. The results demonstrated that acute acidosis impair the GI barrier function which allow absorption and translocation of LPS and other harmful substances and increase inflammation.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOBANI, PAOLO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1734enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/19592014-05-21T13:14:11Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1959Valutazione della qualità delle acque in fontanili situati in aree agricole nel Nord Italia, misurando 'behavioral responses' degli anfipodi indigeniEVALUATION OF WATER QUALITY IN FONTANILI SPRINGS LOCATED IN AGRICULTURAL AREAS IN NORTH ITALY BY MEASURING THE BEHAVIORAL RESPONSES OF INDIGENOUS AMPHIPODSMOSZCZYNSKA, AGNIESZKAAGR/13: CHIMICA AGRARIAgroundwater, fontanili, amphipoda, e. stammeri, herbicide, nitrate, agricultural contaminants, behavoral ecotoxicologyIl lavoro qui presentato è incentrato sulla caratterizzazione dei Fontanili - risorgive semi-natural1 comuni della regione Lombardia (Nord Italia), GDES rilevanti per il progetto GENESIS sulle acque sotterranee (progetto europeo finanziato nell'ambito del 7th Framework Programme). Gli obiettivi di questo lavoro di dottorato sono stati:
- Caratterizzare gli ecosistemi Fontanili sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili;
- Individuare le risposte ecotossicologiche di un indigeno specie bentoniche macroinvertebrati alla contaminazione agricola attraverso la sperimentazione in Fontanili per verificare se il metodo applicato può servire come bioindicatore della contaminazione negli ecosistemi Fontanili.
Gli obiettivi indicati sono affrontati nelle sezioni seguenti. Sezione 3 caratterizza gli ecosistemi Fontanili sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili. La sezione 4 è una rivista di indicatori biologici per la valutazione della qualità delle acque con particolare attenzione alla macroinvertebrati. La sezione 5 presenta i risultati degli studi su Fontanili selezionati con l'uso di un test biologico in situ di alimentazione con un anfipode indigena Echinogammarus stammeri. I capitoli 6 e 7 sono esperimenti di laboratorio condotti per misurare le risposte delle anfipodi di inquinanti agricoli rilevati nei Fontanili studiati.
A parte il lavoro condotto in Italia, l'autore insieme a Sarah Joseffson dal Dipartimento di Scienze acquatica e Valutazione, Università Svedese di Scienze Agrarie a Uppsala, in Svezia eseguito uno studio "Trasferimento di inquinanti organici persistenti da acquatico a ambienti terrestri con insetti acquatici come vettori" nel 2012. La descrizione e preliminari risultati di questo lavoro di studio possono essere trovati nell'appendice I.The work presented here is focused on characterization of fontanili - semi-natural1 springs common in the Lombardy region (North Italy), relevant groundwater dependent ecosystems for the GENESIS project on groudwater systems (European project funded under the 7th Framework Programme).
The objectives of this PhD work were:
- to characterize the fontanili ecosystems based on the available scientific knowledge;
- to identify ecotoxicological responses of an indigenous macroinvertebrate benthic species to agricultural contamination through experimentation in fontanili ecosystems This will test if the applied method can serve as a bioindicator of contamination in the fontanili ecosystems.
The mentioned objectives are addressed in the following sections. Section 3 characterizes the fontanili ecosystems based on the available scientific knowledge. Section 4 is an overview of biological indicators as water quality assessment with focus on macroinvertebrates. Section 5 presents the results of field studies on selected fontanili sites with the use of an in situ feeding bioassay with an indigenous amphipod Echinogammarus stammeri. Chapters 6 and 7 are laboratory experiments conducted to measure the responses of the amphipods to commonly detected agricultural pollutants in the studied fontanili.
Apart from the work conducted in Italy, the author together with Sarah Joseffson from the Department of Aquatic Sciences and Assessment, Swedish University of Agricultural Sciences in Uppsala, Sweden performed a study “Transfer of persistent organic pollutants from aquatic to terrestrial environments with aquatic insects as vectors” in 2012. The description and preliminary results of this study work can be found in Appendix I.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOTREVISAN, MARCO2013-05-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1959enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17292024-01-26T12:00:58Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1729I consumatori di fronte ai paradossi dell’offerta di prodotti alimentari sostenibili. Uno studio comparativo tra Francia e ItaliaLES CONSOMMATEURS FACE AUX PARADOXES DE L'OFFRE DE PRODUITS ALIMENTAIRES DURABLES. Une étude comparative entre France etItalieConsumers faced with the paradoxes of sustainable food products offer. A comparative study between France and ItalyMORUZZI, ROMINASPS/07: SOCIOLOGIA GENERALESECS-P/06: ECONOMIA APPLICATAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALEParole chiave: consumo sostenibile, paradossi, prodotti alimentari sostenibili, consumatore responsabile, strategie di coping Keywords: food sustainable consumption, paradoxes, sustainable food products, responsible consumer, coping strategies Mots clés: consommation durable, paradoxes, produits alimentaires durables, consommateur responsable, stratégies de copingQuesto studio si propone di esplorare i paradossi esistenti nell’offerta di prodotti alimentari sostenibili e, di conseguenza, i comportamenti (strategie di coping) (Lazarus e Folkman, 1984) adottati dai consumatori al momento di tale percezione. A questo scopo abbiamo adattato il modello concettuale di Mick e Fournier (1998), sviluppato inizialmente per i paradossi delle tecnologie moderne, al contesto dell’Alimentazione sostenibile. A livello metodologico, è stata realizzata un’inchiesta qualitativa presso 84 individui “ordinari” (non militanti) in Francia e Italia. In più, sono stati interrogati 18 soggetti (individui militanti) che fanno abitualmente i loro acquisti presso la rete dell’AMAP, in Francia, e dei GAS in Italia. Le interviste semi-strutturate hanno permesso di mettere in luce delle differenze tra i consumatori “ordinari” dei due Paesi da un punto di vista delle strategie di coping evocate per superare i paradossi percepiti. Così abbiamo proposto tre profili di consumatori “ordinari”. Al contrario gli individui militanti si avverano come un gruppo più omogeneo tra i due contesti d’indagine, sia a livello di percezione di paradossi sia nell’adozione di pratiche sostenibili. La ricerca ha, altresì, evidenziato delle caratteristiche più specifiche alle due nazioni, per esempio a livello della struttura di mercato, della comunicazione sui prodotti sostenibili, nonché nell’ottica delle caratteristiche socioculturali. Pertanto questo studio ha avuto tre obiettivi: teorico al fine di verificare i paradossi elencati e le strategie di coping adottate dai consumatori francesi e italiani; metodologico adattando gli “ingranaggi” del modello concettuale di Mick e Fournier (1998) al contesto specifico di ricerca; e poi pratici allo scopo di distinguere degli elementi frenanti la diffusione dell’offerta sostenibile e altri che possano favorire lo sviluppo di un consumo sostenibile in ciascun Paese, come attraverso un’offerta più mirata agli aspetti ambientali in Francia ("filière nord/nord" di agricoltori francesi equo-solidali, biologici e locali) e delle produzioni più legate agli aspetti etici in Italia (ex. prodotti di economie solidali).This study aims to explore existing paradoxes in the offer of food sustainable products and consequently consumers’ behaviours (coping strategies) (Lazarus and Folkman, 1984) at the time of this perception. For this purpose, the theoretical model of Mick and Fournier (1998), built initially for studying the paradoxes of modern technologies, were adapted to sustainable food consumption. At methodological level, a qualitative survey was conducted among 84 “ordinary” consumers in France and Italy. Later other 18 subjects, usually involved into sustainable purchases (participants of AMAP, GAS), were interviewed. The semi-structured interviews shed light on some differences between “ordinary” consumers of the two countries when they adopted coping strategies to go beyond perceived paradoxes. Thus we proposed three ordinary consumers’ profiles. On the contrary engaged individuals are like a more homogeny group going over national boundaries. They agree with paradoxes and sustainable practices. In addition, the research pointed out some divergent aspects connected with specific context, for instance market of sustainable food products, communication over this offer and social cultural characteristics. Finally, this work had three objectives: theoretical to verify the paradoxes listed and evocated consumers’ strategies by French and Italian consumers; methodological regarding the adaptation of the conceptual model “gears” of Mick et Fournier (1998) to the context of sustainable consumption; and then practical ones such as identification of barriers for developing sustainable consumption and specific possible ways of growth: more attention to environmental aspects in France (“filière nord/nord” of organic, fairly, local French peasants) and ethics products in Italy (products issued from social economies).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOSIRIEX, LUCIERAMA, DANIELE2013-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1729FRAopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17312013-06-04T13:58:59Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1731Identificazione di geni, QTL e metaboliti per la resistenza alla fusariosi della spiga in maisIdentification of genes, QTLs and metabolites for Fusarium aer rot resistance in maizeMASCHIETTO, VALENTINABIO/04: FISIOLOGIA VEGETALEFusarium ear rot, maize, resistance, QTL, fusariosi della spiga, fusarium verticillioides, mais, resistenzaFusarium verticillioides è responsabile della fusariosi della spiga in mais e della contaminazione della granella con micotossine. Sono state individuate le regioni geniche e i geni candidati per la resistenza a Fusarium dal confronto tra una linea di mais resistente (CO441) e una suscettibile (CO354), impiegando tre diversi approcci: analisi QTL, analisi trascrittomica (RNASeq) e analisi metabolomica. 184 famiglie F2:3 (CO441xCO354) sono state valutate in due diversi ambienti nell’anno 2011 e inoculate artificialmente con due diverse tecniche (forchetta e stuzzicadente). E’ stata rilevata una significativa variazione genotipica in risposta all’infezione. Sulla base di una mappa preliminare di linkage molecolare contenente 74 marcatori microsatelliti polimorfici, sono stati determinati 8 QTLs comuni alla resistenza alla fusariosi della spiga e alla riduzione della contaminazione da fumonisine. Sono stati considerati geni candidati per la resistenza i geni differenzialmente espressi, risultanti dall’ RNASeq, in semi di mais CO441 prima e 72 ore dopo l’infezione. I metaboliti putativi correlati alla resistenza sono stati rilevati tramite high resolution LC-MS in entrambe le linee di mais. I geni candidati e i metaboliti mappano in pathway coinvolti nei meccanismi di difesa: fenilalanina, tirosina e triptofano biosintesi, fenilpropanoidi e flavonoidi biosintesi, metabolismo dell’acido linoleico e α-linolenico. Abbondanti trascritti derivano dalla biosintesi dei terpenoidi e dei diterpenoidi. Nei geni candidati verranno ricercati polimorfismi fra le due linee di mais e che andranno ad arricchire la mappa di linkage molecolare.Fusarium verticillioides is responsible for Fusarium ear rot in maize and mycotoxin contamination of grain. Genomic regions and candidate genes for resistance to Fusarium were detected through the comparison of resistant (CO441) and susceptible (CO354) maize lines, by following three different approaches: Quantitative Trait Locus (QTL), transcriptomic (RNASeq) and metabolomic analyses. 184 F2:3 families (CO441xCO354) were evaluated in two different environments in 2011 and artificially infected with two side-needle inoculation methods (pin-bar and toothpick). Significant genotypic variation in response to infection was detected. On the basis of a genetic draft map containing 74 polymorphic SSRs markers, 8 common QTLs for Fusarium ear rot resistance and fumonisin contamination reduction were revealed. Candidate genes for resistance resulted from differentially expressed genes before and 72 hours post infection of CO441 kernels through RNASeq technology. Putative metabolites related to resistance were detected through high resolution LC-MS in both maize lines. Candidate genes and metabolites mapped in pathways involved in defense mechanism: phenylalanine, tyrosine and tryptophan biosynthesis, phenylpropanoid and flavonoid biosynthesis, linoleic and α-linolenic acid metabolism. Abundant genic transcripts derived from terpenoid and diterpenoid biosynthesis. Candidate genes will be screened for polymorphisms between the two maize lines in order to enrich the linkage map.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOMAROCCO, ADRIANO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1731enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17322014-05-21T08:56:36Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1732Micotossine nei cereali: sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni per gestire il rischio di contaminazioneMycotoxins in cereals: decision support systems development for managing the risk of contaminationCAMARDO LEGGIERI, MARCOAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEPredective models, Mycotoxin, Meteorological data, Maize, Wheat, Aflatoxins, Fumonisins, DeoxynivalenolLe micotossine sono metaboliti tossici prodotti da funghi in grado di svilupparsi sulle derrate alimentari. Diverse strategie sono state considerate per risolvere questo problema studiando la crescita di funghi/produzione di micotossine. Questa tesi è focalizzata sullo sviluppo/validazione di modelli matematici per prevedere la contaminazione di micotossine (deossinivalenolo, fumonisine e aflatossine) in cereali (mais/grano) sulla base di dati meteorologici. Il primo capitolo fornisce un’introduzione sulla teoria dei modelli e sui pat-sistemi modelizzati. Il secondo si concentra sulla presenza di tricoteceni e zearalenone nel frumento coltivato in Italia. Nel cap.3 sono stati confrontate le differenze predittive di modelli empirici/meccanicistici per la contaminazione di deossinivalenolo nel grano. Nel cap.4 è stata descritta la contaminazione da fumonisine e aflatossine in mais coltivato in Italia. I capitoli 5 e 6 analizzano il pato-sistema mais-Aspergillus flavus, il primo si concentra sulla sporulazione di A. flavus , il secondo sullo sviluppo di un modello per prevedere la contaminazione da aflatossina. Un altro modello meccanicistico per prevedere la presenza di fumonisina nel mais è descritto nel cap.7. L'ultimo capitolo riassume l'attività svolta nel progetto europeo MYCORED in cui sono stati coinvolti diversi paesi in tutto il mondo che hanno fornito i dati necessari per la validazione dei modelli.Mycotoxin are toxic secondary metabolite produced by fungi able to colonize crops and thus posing a potential menace to human/animal health. Several strategies have been considered to mitigate the problem studying the variables related to mould growth and mycotoxin production. This thesis focuses on the development and validation of mechanistic models to predict mycotoxins (deoxinivalenol, fumonisins and aflatoxins) contamination in cereals (maize/ wheat) based on meteorological data. The first chapter introduce modelling theory, and patho-systems analysed. Chapter 2 focuses on trichothecenes and zearalenone occurrence in wheat produced in Italy. Predictive performance of empirical and mechanistic models for deoxnivalenol contamination in wheat were discussed in chapter 3. Chapter 4 described fumonisins and aflatoxins occurrence in maize grown in Italy. Chapters 5 and 6 analised the patho-system maize-Aspergillus flavus; the former focuses on the dynamics of A. flavus sporulation the lalatter on the development of a mechanistic model to predict aflatoxin produced by A. falvus. Another mechanistic model for Fusarium ear rot and fumosin production in maize (chapter 7). The last chapter summarised the activity done in the European project MYCORED in which several countries worldwide were involved and wheat and/or maize samples collected with data necessary for model validation.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOBATTILANI, PAOLA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1732enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17332013-06-04T13:59:03Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1733VALORIZZAZIONE DI SOTTOPRODOTTI AGRO-ALIMENTARI PER LA PRODUZIONE DI COMPOSTI AD ALTO VALORE AGGIUNTOAMENDOLA, DANILAING-IND/25: IMPIANTI CHIMICIAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARISottoprodotti agro-alimentari, antiossidanti, raspi d'uva, vinacce, agri-food By-products, antioxidant, grape stalks, grape marcQuesta tesi di dottorato ha riguardato il recupero di composti ad alto valore aggiunto dai sottoprodotti agro-alimentari e il loro utilizzo in campo alimentare. In particolare, si è studiato il frazionamento lignocellulosico di raspi d’uva e residui di potatura di melo per ottenere emicellulosa, cellulosa, lignina e antiossidanti attraverso processi di auto-idrolisi e organosolv, investigando successivamente l’influenza di sei cultivar sul frazionamento lignocellulosico dei raspi. Un processo composto da quattro fasi (trattamento di lavaggio seguito da un’idrolisi acida, un’idrolisi basica e, infine, una decolorazione basica) è stato applicato su raspi di uva rossa (Barbera, Pinot Noir, Nebbiolo) e bianca (Müller, Chardonnay and Moscato). I raspi sono stati confrontati in termini di composizione chimica della materia prima (umidità, ceneri, minerali, lipidi, fibre, proteine zuccheri liberi) e di frazioni recuperate ( lavaggio, liquors acidi e basici e residui di cellulosa finali). Si è inoltre studiato l’influenza varietale sull’estrazione di antiossidanti da vinacce di Barbera, Pinot Noir and Nebbiolo, i diversi estratti sono stati confrontati per il loro profilo fenolico e per la loro capacità antiossidante. Infine, un estratto liofilizzato di vinacce di Barbera è stato utilizzato per migliorare la shelf-life di una pasta di nocciole valutando l’ossidazione cinetica.This thesis has focused on the recovery of high value compounds from agri-food by-products and their use in food. In particular, we studied the lignocellulosic fractionation of grape stalks and apple tree pruning for the recovery of hemicelluloses, cellulose, lignin and antioxidants through processes of auto-hydrolysis and organosolv, investigating subsequently the influence of six grape cultivar,on the lignocellulosic fractionation of grape-stalks. A four-step process (a washing treatment followed by an acid hydrolysis, a basic hydrolysis and, finally, a basic bleaching) was applied to stalks obtained from six different red (Barbera, Pinot Noir, Nebbiolo) and white (Müller, Chardonnay and Moscato) grape cultivars. The different stalks were compared in terms of chemical composition of raw material (moisture, ash, minerals, lipids, fiber, proteins, free sugars) and of the recovered fractions (washing, acid and basic liquors and final cellulose residues). We also studied the influence of variety on the antioxidants extraction from Barbera, Pinot Noir and Nebbiolo grape marc. The different extracts were compared in terms of phenolic profile and antioxidant capacity. Finally, a freeze-dried extract from Barbera grape marc was used to improve the shelf-life of hazelnut paste evaluating the oxidation kinetics.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOSPIGNO, GIORGIA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1733itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17422013-06-04T13:59:23Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1742Nutritional, environmental optimization and sustainability communication of food productionsRISCAZZI, PAOLAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIAGR/13: CHIMICA AGRARIADieta mediterranea, pasto equilibrato, ottimazione, analisi sensoriale, Life Cycle Assessment, etichetta ambientale, Mediterranean diet, balanced meal, optimation, sensory analysis, Life Cycle Assessment, environmental label. La presente tesi inizia con un’analisi dell’aspetto nutrizionale degli alimenti. In particolare, è stato discusso il concetto di dieta equilibrata, con riferimento ai principi della “dieta mediterranea”.
Proprio da questo modello alimentare trae ispirazione la “ottimazione”, una tecnica sviluppata e utilizzata per programmare pasti conformi a specifici standard nutrizionali (15/30/55 tra proteine, lipidi e carboidrati sull’apporto energetico totale, proporzioni tipicamente mediterranee).
Tali preparazioni alimentari sono state testate anche attraverso metodi di analisi sensoriale.
Il passaggio successivo è stato l’estensione del concetto di “ottimizzazione nutrizionale” a quello di “ottimizzazione ambientale”, dovuto all’ipotizzato minor impatto ambientale della dieta mediterranea.
Il LCA (Life Cycle Assessment) è la tecnica che è stata utilizzata per valutare l’impatto ambientale di alcuni prodotti alimentari, quali verdure surgelate, un salume e un formaggio.
Un ulteriore passaggio è stata la creazione di uno strumento di comunicazione, una nuova etichetta ambientale, realizzata per essere utilizzata dalle aziende per comunicare le loro performance ambientali e quindi il loro impegno al miglioramento continuo, e dai consumatori per ottenere maggiori informazioni sull’impatto ambientale dei prodotti acquistati quotidianamente, al fine di accrescere il proprio senso critico ed effettuare acquisti consapevoli.The thesis begins with an analysis of the nutritional aspects of foods. In particular, the concept of balanced diet has been discussed, by referring to the principles of "mediterranean diet".
Just from this food model, the “optimation” draws inspiration, a technique developed and used to plan meals consistent with specific nutritional standards (15/30/55 between protein, fat and carbohydrate on the total energy intake, typically Mediterranean).
These food preparations have been tested through sensory analysis methods.
The next step is the extension of "nutritional optimization" concept to the "environmental optimization” one, owing to the presumed lower environmental impact of the Mediterranean diet.
LCA (Life Cycle Assessment) is the technique used to assess the environmental impact of various food products, such as frozen vegetables, cured meats, dairy products.
A further step is the creation of a communication tool, a new environmental label, designed to be used by companies to communicate their environmental performance and therefore their commitment to continuous improvement, and by consumers to obtain more information on the environmental impact of the foods daily consumed, in order to increase their critical sense and make purchases in a conscious way.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOTREVISAN, MARCO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1742enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17432014-05-21T13:08:26Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1743Ottimizzazione di pratiche enologiche per la riduzione di contaminanti biologici in vinoOPTIMIZATION OF OENOLOGICAL PRACTICES TO REDUCE BIOLOGICAL CONTAMINANTS IN WINEMONCALVO, ALESSANDROAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIOcratossina A, ammine biogene, batteria lattici, co-inoculo, Lactobacillus plantarum, ochratoxin A, biogenic amines, lactic acid bacteria, co-inoculation, Lactobacillus plantarumL’ocratossina e le ammine biogene sono due metaboliti biologici che possono essere ritrovati nei vini. Il primo di questi contaminanti è stato studiato recentemente per la sua elevata tossicità sebbene non sia rintracciabile frequentemente nei vini. Le ammine biogene sono presenti in ogni tipo di vino in differenti concentrazioni, oltretutto, alcune di loro, ad alte concentrazioni, possono causare reazioni allergiche.
Gli obiettivi di questo PhD riguardano tre differenti aspetti. Indagare metodi biologici di per la decontaminazione di ocratossina A durante la vinificazione; in particolare lo studio si è focalizzato sull’uso di un ceppo Lactobacillus plantarum utilizzato come starter malolattico. Valutare la presenza di Lactobacillus spp., isolati da mosto e vino, in grado di produrre ammine biogene, usando tecniche molecolari come la reazione a catena della polimerasi (PCR) per rilevare i geni codificanti gli enzimi responsabili della sintesi di questi composti. Testare la capacità di un L. plantarum di effettuare la malolattica effettuando l’inoculo in differenti fasi della vinificazione e valutare il trend delle ammine biogene già presenti nel mosto.Two of the major biological metabolites present in wine are the ochratoxin and the biogenic amines. The first of these contaminants was studied in recent decades because of its toxicity in humans, although its presence is not frequent in wines. The biogenic amines are present in every types of wine in different concentration, and some of them, in high concentrations, can cause allergenic reactions in humans.
The objectives of this PhD regard three different aspects. Investigate the biological methods to reduce ochratoxin A in wine during winemaking; in particular the study is focused to use a Lactobacillus plantarum strain as malolactic starter. Investigate the presence of Lactobacillus spp., isolated from must and wine, able to produce the amines, using molecular techniques as polymerase chain reaction (PCR) to detect the genes that encode for the enzymes responsible of the synthesis of these compounds. Test the ability of a L. plantarum to perform MLF in relationship with inoculation time and assess the trend of biogenic amines already present in must.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOFUMI, MARIA DARIASILVA, ANGELA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1743enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17452013-06-04T13:59:27Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1745PHYSIOLOGICAL AND MOLECULAR ANALYSIS OF DROUGHT RESPONSE IN SWEET SORGHUMBERGONTI, MAUROBIO/04: FISIOLOGIA VEGETALESorghum bicolor, stress idrico, esperimento dry-down, regolazione genica, Sorghum bicolor, drought stress, dry-down experiment, gene regulationIl sorgo zuccherino utilizzato per produrre cibo, mangimi e carburante con limitato impiego di risorse, risponde ai criteri dell’agricoltura moderna ed è impiegato nella produzione di bioenergia. È una pianta C4 adattata agli ambienti semi-aridi, caratteristica che dovrebbe essere mantenuta e migliorata nel processo di ottenimento di nuovi genotipi. Per comprendere le basi genetiche e fisiologiche della tolleranza alla siccità, genotipi di sorgo (IS 19453, Mpwekwa, SDS19483, IS33350, BR505, BR501) sono stati valutati in camera di crescita e in serra. Lo stress idrico è iniziato quando le piante avevano consumato l'80% di acqua disponibile. L’RNA totale è stato estratto da piante irrigate e non a diversi livelli di stress idrico. L'analisi di espressione genica è stata eseguita attraverso l’uso delle tecniche microarray e q-RT PCR. Il numero dei geni differenzialmente espressi aumentava all’aumentare del livello di stress. Gran parte dei geni sovra espressi erano coinvolti nei meccanismi di difesa, di trasporto, di regolazione genica, e nel metabolismo lipidico, proteico e degli zuccheri. Nelle piante non irrigate, al più alto livello di stress, i geni sovra-regolati presentavano livelli di espressione di 2-5 volte superiori rispetto ai campioni di controllo. Questi risultati serviranno all’identificazione di ”single nucleotide polymorphisms” nelle sequenze dei geni candidati e al loro impiego come marcatori nel processo di miglioramento genetico assistito.Sweet sorghum providing food, feed and fuel with a limited use of resources, responds to the criteria of sustainable bioenergy production. Sorghum is a C4 plant adapted to semi-arid environments, characteristic that should be maintained and further improved in the process of breding new genotypes for bioenergy production. To understand the genetic and physiological basis of drought tolerance, sorghum genotypes (IS 19453, Mpwekwa, SDS19483, IS33350, BR505, BR501) were evaluated in growth chamber and greenhouse experiments. Drought stress started when plants had consumed 80% of transpirable soil water. Total RNA was extracted from irrigated and not irrigated plants at different levels of water stress, and gene expression analysis was carried out using microarray and q-RT PCR techniques. The number of differentially expressed genes increased with the stress level. Most of the up regulated genes were involved in cell rescue, transport, nucleic acid binding, and in lipid, protein and sugar metabolism. In non-irrigated plants, at the higher stress level, up-regulated genes presented levels of expression 2-5 fold higher compared to control samples. These preliminary results will be useful for the identification of single nucleotide polymorphisms in candidate genes sequences in order to use them as markers for assisted breeding.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOMAROCCO, ADRIANO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1745enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/19582014-06-01T03:00:47Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1958APPLICAZIONE DI DIFFERENTI TECNICHE PER LA DETERMINAZIONE DELL’ARSENICO NELLA CATENA ALIMENTARE UMANA: DALL’ACQUA DI FALDA ALLA TAVOLA.Application of different techiniques for Arsenic determination in human food chain: from groundwater to dining tableFONTANELLA, MARIA CHIARAAGR/13: CHIMICA AGRARIACHIM/10: CHIMICA DEGLI ALIMENTICHIM/01: CHIMICA ANALITICAArsenico; Speciazione, Antimonio, DGT, Acqua di falda, Riso, Laser Ablation ICP MS; Arsenic; speciation analysis, Antimony, DGT, Groundwater, Rice, Laser Ablation ICP MSLo scopo della tesi è di caratterizzare i rischi per la salute umana, che derivano dall’inquinamento delle acque (acque sotterranee) e dal cibo (riso) tramite l’applicazione e lo sviluppo di nuove tecniche analitiche. La tecnica “diffusive gradients in thin films (DGT)” con resina a base di ferrihydrite, è stata studiata per l'accumulo delle forme inorganiche (As(III) e As(V)) e organiche (DMA(V) e MMA(V)) di Arsenico in matrici acquose. I DGT sono stati applicati su campioni di acque sotterranee, raccolti in sei diverse città del Nord Italia, dove la concentrazione di As è molto alta. Antimonio (Sb) è associato all’As in diversi studi perché le proprietà fisiche e chimiche di questi due elementi sono simili, ed esso è stato recentemente riconosciuto come contaminante dell'acqua. In questa tesi per la prima volta sono state riportate le prestazioni dettagliate dei DGT con ferrihydrite, impiegati in soluzioni acquose di Sb(III) e Sb(V). L’analisi delle forme chimiche di Sb(III) e Sb(V) in campioni acquosi è stata realizzata con l’applicazione della diluizione isotopica. In generale il riso, a differenza di altri prodotti alimentari di origine terrestre, contiene quantità significative di Arsenico inorganico. L’analisi della speciazione di As è stata realizzata in 70 campioni di riso italiano, rappresentativo di diversi tipi di coltivazione. Le forme più abbondanti nel riso erano As(III) e DMA(V). Inoltre è stato interessante studiare la localizzazione dell’As nel chicco di riso, sottoposto a diversi processi di lavorazione (risone, riso integrale e lavorato con o senza parboiling), perché sia la distribuzione che la presenza delle diverse forme chimiche nel chicco sono fattori chiave che controllano la biodisponibilità del contaminante. La distribuzione dell’ As nei chicchi di riso di due varietà (Gladio e Ronaldo) sottoposti a diversi processi, è stato determinato con Laser Ablation ICP-MS. In realtà il contenuto di As era più alto nei chicchi di riso non-parboiled rispetto a quello parboiled. La relazione tra intensità dell’As e le varie parti del chicco di riso ha rivelato che i livelli di As diminuisco dalla parte esterna verso la posizione centrale, mentre i valori di As sembrano essere simili tra la parte media e interna dei non parboiled.The aim of this thesis was to explore new analytical techniques as well as to carry out further characterisations of human health risks, which derive from water pollution, in particular groundwater, and food, in particular rice. The prevention of water pollution is an environmental aspect, that includes monitoring of both natural enrichment and outside pollution with routine analysis but also with new techniques, e.g. the application of passive sampling techniques and advanced technologies.
The diffusive gradients in thin films (DGT) technique with ferrihydrite adsorbent, has been investigated for the accumulation of different species of Arsenic (As), like Inorganic Species (arsenite and arsenate) and Organic Arsenic (dimethylarsinic and monomethylarsenate) in aqueous matrix.
To evaluate the performance of DGT method for accumulation of arsenic species, after deployment in synthetic solutions, DGT devices were carried out on groundwaters collected in six different towns in the North of Italy, where the As concentration is very high. Recently, health effects at arsenic exposures have been observed in areas where levels of inorganic As in drinking water are not excessive. Antimony (Sb) is associated to As in several studies because the physical and chemical properties of these two elements are similar, and it has been recently recognized as water contaminant. In this thesis I reported for the first time detailed performance characteristics of the Fe-oxide gel associated to DGT devices deployed in known aqueous solutions of trivalent and pentavalent Sb. Speciation analysis of Sb(III) and Sb(V) in aqueous samples was performed through extraction and on-line determination of isotope dilution concentration after a chromatographic separation.
Generally rice, unlike food products of terrestrial origin, contains significant amounts of inorganic arsenic. Recently some Government Organizations (e.g. EFSA) debated the possibility to set an upper limit for total and inorganic arsenic in rice. Arsenic speciation was realized in 70 Italian rice samples from different representative cultivation conditions. The most abundant forms in rice were As(III) and DMA(V). After that, it was fundamental to investigate the localization of As in rice grains in different processes (raw, brown and milled rice with or without parboiling technique), because both speciation and distribution throughout the grain are key factors controlling bioavailability of the contaminant. The As distribution in rice grains of two varieties (Gladio and Ronaldo) from different processes, was determined by LA-ICP-MS. The distribution of As varied between the various parts of the grains (exterior, medium and interior part). During parboiling, the partial boiling of food as the first step in the cooking process, arsenic might have released from the
grain to the boiling water. Thus, parboiling of rice grain may reduce the magnitude of arsenic intake in human body. Actually the As content was higher in non-parboiled rice grain than in parboiled rice. The relationship between As intensities and the different parts of rice grain revealed that As levels decreased from the external part towards the middle position, and then the intensity values seem to be similar between medium and internal part in non parboiled products.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOBEONE, GIAN MARIACAPRI, ETTORE2013-05-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1958enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17472014-05-21T14:33:03Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1747Modellazione dell’impatto del cambiamento climatico sulla interazione pianta - patogeni a livello regionale nel Trentino – Italia.MODELLING THE IMPACT OF CLIMATE CHANGE ON THE INTERACTION BETWEEN HOST AND PEST/PATHOGEN PHENOLOGIES AT REGIONAL LEVEL: 'TRENTINO' - ITALYRINALDI, MONICA FERNANDAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEAGR/09: MECCANICA AGRARIAEpidemiological and phenological models, Climate Change, ENVIRO WEB-GIS,Tree Row Volume, LIDAR sensor, 3D maps.Il controllo in agricoltura delle malattie causate da patogeni fungini può essere effettuato attraverso l’uso di modelli di previsione che si basano comunemente sul monitoraggio in tempo reale di una serie di variabili di input. Queste informazioni generalmente combinano dati metereologici locali con modelli matematici costruiti allo scopo di predire il rischio di malattie. Il processo decisionale si attiva quando un avvertimento sul potenziale rischio viene riconosciuto da parte dei modelli.
Diversi modelli epidemiologici sono stati sviluppati e validati nel mondo. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, l’università della California ha sviluppato un supporto decisionale on-line per gestire la coltura secondo i principi della lotta integrata (Integrated Pest Management - IPM). Ciascun agricoltore può consultare il proprio database informativo e prendere decisioni sui trattamenti da effettuare basandosi su dati sito-specifici.
Le difficoltà sorgono quando non sono disponibili dati meteorologici da stazioni poste nelle vicinanze del sito in studio o per le zone montane caratterizzate da una forte variabilità altimetrica. Inoltre i dati meteorologici disponibili possono presentarsi in formato non adeguato rispetto alle esigenze del modello previsionale.
Con l’intento di avere una visione regionale e una maggiore accuratezza nella gestione del controllo delle malattie, l’obiettivo della tesi è stato l’utilizzo contemporaneo di modelli epidemiologici (Lobesia botrana e Erysiphe necator, agente causale dell’oidio della vite) con modelli fenologici (cultivar di vite Chardonnay) utilizzando parametri meteorologici come la temperatura per creare mappe a livello regionale, a frequenza giornaliera e con una risoluzione spaziale di 200 metri. L’utilizzo contemporaneo di entrambi i modelli aiuta ad essere più precisi nel consigliare interventi colturali nel periodo di sensibilità dell’ospite nei confronti del patogeno o della malattia in modo da poterne stimare il reale rischio di diffusione o insorgenza.
Dopo aver calibrato e validato i modelli in Trentino-Alto Adige (Nord Italia) con dati metereologici locali, basandoci sul modello del cambiamento climatico HadAM3 dell’Hadley Centre (Pope et al., 2000),l’andamento climatico previsto è stato proiettato e statisticamente portato. in scala, utilizzando lo scenario A2 e B2. L’algoritmo statistico utilizzato per ridurre la scala giornaliera di risoluzione è chiamato “transfer function” (Eccel et al., 2009).
Per completare l’analisi, è stato inoltre utilizzato lo scenario ridimensionato di ENSEMBLES attraverso l’uso di set di dati provenienti da 49 stazioni meteorologiche della FEM e dal pacchetto “RMAWGEN” (Cordano et al., 2012) creato con il software statistico R. (Gentleman et al., 1997).
Per mappare i modelli è stata sviluppata una semplice piattaforma modulare WEB-GIS chiamata ENVIRO. I moduli sono “Open Source” e seguono gli standard internazionali dell’“Open Geospatial Consortium” (OGC) e sono stati implementati come segue: i) enviDB è il database per i dati spazio-temporali, ii) enviGRID permette agli utenti di navigare attraverso i dati e i modelli nello spazio e nel tempo, iii) enviMapper è l’interfaccia web per prendere le decisioni, consiste in uno stato dell’arte per mappare la vulnerabilità del cambiamento climatico a diverse scale di aggregazione nello spazio e nel tempo, iv) enviModel è l’interfaccia web per i ricercatori a cui viene fornita una piattaforma per processare e condividere modelli di rischio ambientali utilizzando il “web processing Technologies” (WPS) seguendo gli standard OGC.
Con l’obiettivo di diventare ancora più accurati nelle previsioni dei volumi per i trattamenti contro insetti e malattie, in accordo con la direttiva 2009/128/EC, il seguente lavoro dimostra che il sensore LIDAR può essere utilizzato per caratterizzare la geometria della pianta della vite e stimare l’area fogliare (LAI) ad ogni stadio di crescita. Inoltre permette di calcolare il volume da applicare (Tree Row Volume -TRV) visualizzato nelle mappe 3D in GRASS. (Neteler et al., 2008, Neteler et al., 2012).Control of agricultural pests and diseases is often based on forecasting models commonly based on real time monitoring of inputs variables. This information generally combines meteorological local databases and mathematical models designed to forecast pest and disease risk. The decision process starts when an alert or a potential risk event from the outputs of the models is issued.
Epidemiological models based on local datasets have been created and validated worldwide, for example in USA, the University of California developed the online Integrated Pest Management (IPM) program where each farmer can consult with his own database and make the pest management decision based on site-specific conditions.
Difficulties arise when no data from a close weather station are available, in mountain areas where weather conditions highly depend on the altimetry, or if data are not in a standard format to feed the model.
In a view of having a regional vision and an increased accuracy in the pest control management, the goal of this thesis was to run contemporaneously epidemiological (the pest Lobesia botrana and the pathogen causing Powdery mildew Erysiphe necator) and phenological models (grapevine cv. chardonnay) using environmental variables as temperature and to create maps at regional level, with 200 meters of resolution and daily scale or frequency. Running both models together helps to be more precise in the sensibility period of the host versus the pest or the disease and to understand the real final risk.
After calibrating and validating the models in the Trentino-Alto Adige Region (Italy) with local weather data, the forecasted climate was projected and statistically downscaled, based on the output of the Hadley Centre climate model - HadAM3 (Pope et al., 2000) under scenarios A2 and B2. The statistical downscaling algorithm was “transfer function method” (Eccel et al., 2009) at daily resolution.
In order to complete the analysis, the downscaled scenario from ENSEMBLES was also used with the datasets of 49 weather stations from FEM and the “RMAWGEN” packages (Cordano et al., 2012) created for this project in R statistical open source software (Gentleman et al., 1997).
In order to map the models, a friendly modular WEB-GIS platform called ENVIRO was developed. Modules are Open Source, follow international Open Geospatial Consortium (OGC) standards and were implemented as follows: i) enviDB is the database for spatial temporal data, ii) enviGRID allows users to navigate through data and model in space and time, iii) enviMapper is the web interface for decision makers, a state of the art client to map vulnerability to climate change at different aggregation scales in time and space; finally, iv) enviModel is the web interface for researchers that provides a platform to process and share environmental risk models using web geo-processing technologies (WPS) following OGC standards.
With the aim of being even more accurate in pests and diseases spraying volumes and according with the Directive 2009/128/EC, the current work shows that the LIDAR sensor can be used to characterize the geometry of the grapevine and the Leaf Area Index (LAI) at each growth stage and calculate the Tree Row Volume (TRV) visualized in 3D maps in GRASS (Neteler et al., 2008, Neteler et al., 2012).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOROSSI, VITTORIOPERTOT, ILARIA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1747enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17482014-05-26T09:14:26Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1748Studies on Fusarium poæ, F. sporotrichioides and F. langsethiæ, Responsible for Production of T2/HT2 and Nivalenol in WheatNAZARI, LEYLAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEFusarium poae, F. sporotrichioides, F. langsethiae, infection severity, invasion, DNA quantity,mycotoxin,T-2/HT-2, NIVLa fusariosi della spiga è tra le malattie del grano più distruttive e diffuse al mondo. Alcune specie responsabili di questa malattia sono micotossigene. Ci sono state segnalazioni della presenza di nivalenolo (NIV) e tossine T-2 e HT-2 nel nord Italia, micotossine prodotte da Fusarium poae, F. sporotrichioides e F. langsethiae. I limiti massimi di T-2 e HT-2 ammessi nei cereali non trasformati e nei prodotti a base di cereali non sono ancora stati individuati (Regolamento CE 856/2005). Il programma di dottorato del candidato è inserito in questa linea di ricerca.
Sono stati condotti studi in vitro sulla biologia ed ecologia dei funghi produttori di NIV, T-2 e HT-2, considerando quattro isolati di F. poae, due di F. sporotrichioides e due di F. langsethiae.
Le prove hanno riguardato la crescita delle colonie, la produzione di spore, la loro germinazione e la produzione di micotossine.
La gravità dell'infezione, l'invasione (quantità di DNA nelle spighe), la resa in granella e la produzione di tossine sono state misurate a diversi tempi, temperature (in planta) e stadi fenologici (in campo) dopo l'inoculazione artificiale. Al fine di verificare l'attendibilità dei dati, tutti gli esperimenti in planta e in campo sono stati ripetuti per due anni.The Fusarium head blight is one of the most destructive diseases of wheat in different parts of the world. Some of the species responsible for Fusarium head blight are potentially mycotoxigenic. There are reports of nivalenol (NIV), T-2 toxin and HT-2 in northern Italy. These are metabolites produced by F. poae, F. sporotrichioides, and F. langsethiae. The maximum limits of T-2 and HT-2 permitted in unprocessed cereals and cereal-based products, included in EC Regulation 856/2005 has not been identified. The PhD program of the candidate is placed in this line of the research.
In vitro studies conducted on the biological and ecological of pathogenic fungi producer NIV, T-2 and HT-2 including four isolates of F. poae, two of F. sporotrichioides and two isolate of F. langsethiae. Tests were carried out to investigate the conidia germination, colony growth, spore production and mycotoxins production.
The infection severity, invasion (amount of DNA in spikes), grain yield and toxin production were measured at different temperatures, different time (in planta) and different growth stages (in field) after artificial inoculation.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOROSSI, VITTORIO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1748enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17412013-06-04T13:59:52Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/1741Poverty reduction in rural areasof low-income countries in Sub-Saharan Africa: Assessing the role of agricultural productivity and socio-economic environmentGODINHO BERTONCELLO, ALEXANDRESECS-S/03: STATISTICA ECONOMICAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALESECS-P/01: ECONOMIA POLITICARural poverty reduction, Sub-Saharan Africa, Agriculture, property rights, human capital, infrastructure and econometric modelAttualmente i prezzi agricoli sono evidenziate in combinazione con i presunti effetti collaterali, come la fame e la malnutrizione nell’Africa sub-sahariana (SSA), tuttavia, oggi, SSA ha circa 47,5 per cento della popolazione rurale in condizioni di povertà e tra il 1990 e il 2005 quando i prezzi dei prodotti alimentari erano stabile e con prezzi bassi l'estrema povertà rurale in SSA è stato circa 64,6 per cento.
Abbiamo ipotizzato che la malnutrizione o fame continuano in SSA perché li, la miseria persistono. La riduzione della povertà è l'unico modo per porre fine alla fame in Africa. Altresì per un paese agricolo in SSA – senza significative riserve di risorse minerarie – il modo migliore per risolvere la povertà è attraverso lo sviluppo agricolo.
Nel nostro campione, sono nove paesi in SSA - Burundi, Ghana, Malawi, Mozambico, Ruanda, Uganda, Tanzania, Zambia e Zimbabwe – il cosiddetto SSA – 9.
Abbiamo utilizzato un modello ricorsivo nel periodo tra 1990 e il 2005. Come risultato si è visto che gli strumenti principali che hanno avuto forte relazione con la riduzione della povertà in SSA - 9 sono alcune implicazioni politiche come; il diritto di proprietà, l'accesso al sistema di crediti, il capitale umano e le infrastrutture.Nowadays, agricultural prices are highlighted combined with, as alleged collateral effects, hunger and malnutrition in Sub-Saharan Africa (SSA). However, today, SSA has around 47,5 percent of rural population in extreme poverty and between 1990 and 2005 when the food prices was stable and with low prices, extreme poverty in SSA involved around 64.6 percent.
We assumed that the undernourishment or starvation continued in SSA because there the misery persisted. Poverty reduction is the only way to the end the hunger in Africa. Also, for an agricultural country in SSA – without significant mineral resources – the best way to solve the problem of poverty is through agricultural development.
Our sample are nine countries in SSA – Burundi, Ghana, Malawi, Mozambique, Rwanda, Uganda, United Republic of Tanzania, Zambia and Zimbabwe – the so called SSA – 9.
Thus, we built up a recursive model that answered how the agricultural gears in SSA – 9 were moving between 1990 and 2005, as well as assessed how the agriculture could reduce rural poverty.
As a result we saw that the main tools that had a strong relation with poverty reduction in SSA – 9 are some policies implications as; property rights, access to the credit system, human capital and infrastructure.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOCANALI, GABRIELE2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1741enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/20522013-09-30T11:30:10Zhdl_10280_1168hdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2052La paratubercolosi bovina causata dal Mycobacterium avium subsp paratuberculosis: un modello in vitro per studiare la risposta precoce all'infezioneJohne's disease in cattle caused by Mycobacterium avium subsp paratuberculosis: an in vitro model to study early response to infectionMARINO, ROSANNAAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOparatubercolosi, malattia di Johne, Mycobacterium avium subsp paratubercolosis, RNA-sequencing, trascrittomica, bovini, paratuberculosis, Johne’s disease, Mycobacterium avium subsp paratubercolosis, RNA-sequencing, transcriptome, bovineLa malattia di Johne o paratubercolosi è un’enterite cronica granulomatosa provocata dal Mycobacterium avium subsp paratubercolosis (MAP), che colpisce i ruminanti ed in particolare i bovini da latte ed ha un grande impatto economico a livello mondiale. Il MAP sembra anche avere un ruolo nella malattia umana di Crohn.
Tale patogeno è capace di sopravvivere molto bene all’interno dei macrofagi dell’ospite dove previene la loro attivazione, blocca l’acidificazione e la maturazione del fagosoma, e interferisce con la presentazione degli antigeni al sistema immunitario.
Al fine di analizzare la complessa interazione tra l’ospite e il patogeno, è stata valutata la risposta dopo 2h, 6h, e 24h di macrofagi derivati da monociti bovini (MDM), coltivati in vitro e infettati con il ceppo L1 di MAP utilizzando un approccio di RNA-Seq.
L’analisi statistica dei dati di sequenza ha mostrato un aumento del numero di geni differenzialmente espressi durante l’esperimento in risposta all’infezione. Inoltre i geni sottoespressi negli MDM infettati sono stati individuati solo a 24h post-infezione.
L’analisi dei pathway ha evidenziato tre network che sono associati alla risposta immunitaria e al processo infiammatorio. Inoltre lo studio dei geni sottoespressi a 24h ha mostrato il ruolo centrale del complemento e del complesso maggiore di istocompatibilità nella patogenesi della malattia.Johne’s disease (paratuberculosis) is a chronic granulomatous enteritis caused by Mycobacterium avium subsp paratubercolosis (MAP), affecting ruminants worldwide with a significant economic impact. MAP has also been speculated as a cause of human Crohn’s disease.
MAP is a pathogen highly adapted for survival within host macrophages due to the organism's capacity to prevent macrophage activation, block phagosome acidification and maturation, and attenuate presentation of antigens to the immune system. The consequence is a very long silent infection and subclinical phases.
To decipher the complex interaction between host and MAP, the response of in vitro bovine monocyte-derived macrophages (MDM) after 2h, 6h and 24h of infection with L1 strain of MAP was explored using RNA-Seq approach.
Statistical analysis of sequence data revealed an increasing number of differentially expressed genes in MDM following infection through the three time points analysed. Furthermore down-regulated genes were only found at 24 h post-infection.
Ingenuity Pathways Analysis of differentially expressed genes showed that “cell-mediated immune response” was the most significant network related to 2hpi dataset, “immune cell trafficking” for 6hpi, and “inflammatory response” for 24hpi. Finally the analysis of down-regulated genes at 24hpi confirmed the role of complement and major histocompatibility complex (MHC) in the pathogenesis of MAP in cattle.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOAJMONE MARSAN, PAOLO2013-07-18T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2052enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24702014-03-25T00:59:20Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2470NANOFOOD: IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO SUL FUTURO DEL CIBONANOFOOD: THE EUROPEAN LEGAL FRAMEWORK FOR THE FUTURE OF FOODLEONE, LUCAIUS/14: DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEAIUS/20: FILOSOFIA DEL DIRITTOScienza e diritto, nanotecnologie, nanofood, soft law, governance, responsible innovation, etica istituzionalizzata, modelli di regolazioneIl lavoro di ricerca ha a oggetto l’analisi del modello europeo (UE) di regolamentazione delle nanotecnologie nel settore agroalimentare, con riferimento agli aspetti etico-giuridici e sociali, ai fini della definizione del quadro normativo di riferimento nella sua relazione con la dimensione di complessità e incertezza intrinseca nel sapere scientifico-tecnologico. La prospettiva teorica da cui muove l’analisi è la co-produzione tra i linguaggi della scienza e del diritto proposta dagli STS (Science & Technologies Studies). Partendo dalla descrizione degli aspetti scientifici dei nanomateriali e delle applicazioni nanotecnologiche nel settore alimentare, il lavoro analizza, in primo luogo, le problematiche correlate alle procedure di gestione del rischio – dalle prospettive più riduzionistiche della cd. “scienza del rischio” nell'innovazione alle più complesse modalità di valutazione integrata del rischio. L’indagine s’incentra, quindi, sulle forme che la normazione sta assumendo nell'intreccio con i saperi delle nanotecnologie, attraverso un approccio comparatistico delle esperienze normative europea e statunitense. L’ultima parte del lavoro s’indirizza, infine, all’analisi delle esigenze di democraticità sottese alle suddette scelte scientifico-giuridiche, problematizzando il concetto di governance anticipatoria e responsabile delle nanotecnologie (concetto correlato all’idea di riuscire a guidare i processi di innovazione attivamente), alla luce del rapporto tra conoscenze scientifiche, politiche agroalimentari e diritto.In recent decades technoscientific innovation has pushed the food boundaries to a new frontier of nanofood. Such a term refers to an array of food products, whose processes of growing, production and packaging involve nanoscale (nanotechnology and nanosciences) knowledges and applications. This research focuses on the analysis of the European (EU) regulatory framework in the field of agrofood nanotechnology. The analysis considers the salient features of emerging applications of nanotechnologies in the agrofood sector and compares the legal framework on nanofood in the EU with the USA’s regulatory approach. It also develops an interpretation of the normative evolution in the EU, by trying to understand what is the role of science in governing technological risks in nanofood safety, and assessing how adequate the regulatory instruments are in achieving the goal of responsible research and innovation as proposed within the process of rethinking European governance.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOTALLACCHINI, MARIACHIARA2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2470itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24752014-06-01T03:01:21Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2475INNOVATIVE REGIONAL DEVELOPMENT THEORIES, POLICIES AND APPROACHES FOR FOOD AND NUTRITION SECURITYMARTA, STEFANOSECS-P/06: ECONOMIA APPLICATAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALESECS-P/02: POLITICA ECONOMICATerritorial Approach, Food and Nutrition Security, Territorial Capital Index, Social Accounting MatrixLo scopo della tesi di dottorato è quello di indagare, analizzare e costruire evidenza empirica sulla rilevanza degli approcci territoriali per affrontare il problema dell'insicurezza alimentare, sulla base del presupposto che l'inefficacia degli approcci tradizionali alla sicurezza alimentare e nutrizionale (FNS) sottolinea la necessità di passare da approcci “one-size-fits-all”, interamente top-down e settoriali ad approcci integrati, contesto-specifici e territoriali. La prima parte definisce un quadro concettuale e di policy per l'approccio territoriale alle politiche di FNS, intervistando anche i principali esperti sui temi della FNS e dello sviluppo regionale. La seconda parte si propone colmare il gap in termini di informazione e di metodi di analisi per la FNS tramite lo sviluppo di strumenti e approcci per misurare e valutare le determinanti strutturali territoriali della FNS. In particolare, nel lavoro si propongono due diversi strumenti: il Territorial Capital Index (TCI) e la matrice di contabilità sociale (SAM). Il lavoro di ricerca conclude che la FNS è un problema complesso e multisettoriale di sviluppo socio-economico caratterizzata da una forte dimensione territoriale che va ben oltre la produzione alimentare ed è il risultato di interazioni dinamiche e complesse tra politiche sociali, economiche, istituzionali e ambientali. L'approccio TCI-SAM proposto fornisce ai decisori politici un sistema di informazioni e di analisi territoriali esaustivo per indirizzare le strategie e le politiche di FNS e per una più efficiente allocazione delle risorse.The aim of the PhD thesis is to investigate, analyze and build empirical evidence on the relevance of territorial approaches for addressing the issue of food insecurity, based on the assumption that the ineffectiveness of traditional approaches to food and nutrition security (FNS) stresses the need to shift from one-size-fits-all, entirely top-down and sectoral-based approaches to integrated, context-specific and place-based approaches. The first part defines a conceptual and policy framework for the territorial approach to FNS policies also by interviewing the main experts on the issues of FNS and regional development. The second part aims at filling the FNS gap in terms of information and analytical methods by developing tools and approaches to measure and assess the territorial structural determinants of FNS. In particular, it proposes two different tools: the Territorial Capital Index (TCI) and the Social Accounting Matrix (SAM). The research concluded that FNS is a multi-sectoral and complex socio-economic development issue characterized by a strong territorial dimension which goes far beyond food production and it is the result of dynamic and complex interactions between economic, social, institutional and environmental policies. The combined TCI-SAM approach provides policy makers with comprehensive territorial information to target FNS strategies and policies and to better allocate resources.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOTIMPANO, FRANCESCO2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2475enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/120212016-05-21T01:00:48Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/12021ALIMENTAZIONE E AUTORITA' COMPETENTI IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE. PROBLEMI DI COORDINAMENTOFeed and competent food safety Authorities. Coordination problems.BARBATO, CARLAIUS/10: DIRITTO AMMINISTRATIVOSicurezza alimentareIl lavoro affronta la questione della sostenibilità dei controlli pubblici nel settore della sicurezza alimentare, attraverso la ricognizione completa della normativa nazionale e europea vigente, individuando le aree specifiche di intervento delle diverse Autorità competenti sia a livello centrale si a livello sub statale.
L’obiettivo è quello di pervenire alla definizione di compiti e funzioni delle predette Autorità nel settore del controllo ufficiale sulla sicurezza alimentare, ricercando nella giurisprudenza di legittimità i principi che di massima possano consentire di individuare le competenze dei diversi organi di controllo a vario titolo coinvolti, senza trascurare i meccanismi di governance attuabili al fine di consentire la massima interazione e la massima efficacia dei controlli stessi.The paper deals with the issue of sustainability of public control in the field of food security , through the full review of the national and european legislation and the identification of the specific areas of intervention by the various competent authorities.
The goal is to reach the definition of tasks and functions of the aforementioned authorities in the field of the food safety official control, searching the Court principles that rule may help to establish the responsibilities of the different control bodies involved in various ways without neglecting governance mechanisms be implemented in order to allow maximum interaction and maximum effectiveness of the controls.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOMANFREDI, GIUSEPPE2016-01-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/12021itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/78122015-09-16T01:00:26Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/7812MACELLAZIONE RITUALE E CERTIFICAZIONE DELLE CARNI KASHER E HALAL: I MODELLI FRANCESE E STATUNITENSERitual slaughter and kosher/halal meat certification in the French and US legal systemsTIRABASSI, MARIAGRAZIAIUS/02: DIRITTO PRIVATO COMPARATOIUS/21: DIRITTO PUBBLICO COMPARATOIUS/11: DIRITTO CANONICO E DIRITTO ECCLESIASTICOmacellazione rituale, shechità, dhabiha, certificazione alimentare, certificazione della carne, certificazione kashèr, certificazione halal, libertà religiosa, autonomia confessionale, distinzione ordini spirituale/temporale, separazione Stato/Chiesa, kosher fraud laws, halal fraud laws, meat, slaughter, butchery, ritual slaughter, food certification, meat certification, kosher certification, halal certification, freedom of religion, religious autonomy, Church/State separation, laïcité, religion clause, establishment clauseLa produzione di carne è disciplinata dai diritti ebraico ed islamico attraverso normative che, a prescindere dalle loro rispettive specificità, sono accomunate dallo scopo fondamentale di rammentare ai fedeli la gravità dell’atto di privare un animale della vita. La produzione di carni kashèr (idonee ad essere consumate, in base al diritto ebraico) e halal (lecite, ai sensi di quello islamico) trova generalmente spazio nelle democrazie pluraliste in virtù del diritto alla libertà religiosa. Questo, ad ogni modo, non esime lo Stato dalla responsabilità di disciplinare la macellazione e l’uso commerciale delle indicazioni di qualità kashèr e halal, in ragione ed entro i limiti dei propri compiti di tutela della salute umana ed animale, della concorrenza e dei consumatori. Assolvere questa responsabilità nel rispetto della reciproca autonomia tra Stato e confessioni religiose implica la ricerca di un equilibrio complesso, soprattutto quando si tratta di individuare e delimitare le competenze dei poteri pubblici, degli enti confessionali e del settore privato in materia di macellazione rituale e di certificazione religiosa delle carni. La tesi analizza e mette a confronto le soluzioni normative adottate in due ordinamenti (quello francese e quello statunitense) ispirati al principio di separazione dello Stato dalle religioni, seppur con declinazioni molto differenti.Meat production is regulated by both Jewish and Islamic Laws through sets of rules that, aside from their respective specificities, share the aim of teaching reverence for life to the believers. Generally speaking, in pluralist democracies the production of kosher (“fit/proper”, according to Jewish Law) and halal (“permissible”, under Islamic Law) meat is protected under the right to freedom of religion. However, the State retains the authority to regulate the use of religious slaughter and that of kosher and halal claims in the meat market, on the basis and within the limits of its mandate to protect and promote public health, humane treatment of animals, fair market competition and consumer rights. Fulfilling such responsibility without overstepping the bounds of State-religion mutual autonomy is a complex task, especially when it comes to determining the roles of public authorities, religious bodies and the private sector in the fields of ritual slaughter and religious certification; it requires, indeed, to strike a fair balance between several - sometimes competing - rights and interests. The dissertation analyses and compares the legal approaches through which these matters are addressed in France and in the US, where the general principle of separation between Church and State is construed and implemented in profoundly different ways.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOASTORRI, ROMEO2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/7812itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24522014-03-27T00:58:51Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2452OGGETTO E AMBITO DI TUTELA DEL BREVETTO BIOTECNOLOGICOPatentability and scope of protection of biotechnological inventionsDEPLANO, SERENAIUS/04: DIRITTO COMMERCIALEBrevetti, biotecnologie, DNA, ambito di tutela, patents, scope of protection,sequencesIl lavoro affronta il tema dell’oggetto e dell’ambito di tutela del brevetto biotecnologico, con particolare riferimento al brevetto di sequenze di DNA. L’importanza crescente delle biotecnologie, in settori come quello agroalimentare, e il peso notevole degli investimenti che la ricerca in questo ambito richiede, impongono il ricorso ad un efficace modello di tutela che incentivi il progresso tecnologico, senza, tuttavia, ostacolare la ricerca derivata. A partire da questa premessa, il lavoro mette in luce, in primo luogo, le problematiche fondamentali poste dalla disciplina del brevetto per invenzione industriale. Successivamente, in una prospettiva comparata, lo studio si occupa dell’oggetto del brevetto biotecnologico e dei requisiti di brevettabilità, attraverso un esame della disciplina, della dottrina e della più recente giurisprudenza europea e statunitense. Con riferimento all’Europa, in particolare, l’analisi si concentra attorno alla disciplina posta dalla direttiva 98/44/CE sulla tutela delle invenzioni biotecnologiche. Il lavoro si articola, quindi, attorno al tema dell’estensione del brevetto biotecnologico, attraverso l’esame dei diversi paradigmi di tutela possibili e ponendo l’accento sulle strategie per un efficace contemperamento dei diversi interessi coinvolti.This work relates to biotechnological inventions, specifically concerning patentability and scope of protection of DNA sequences. Biotechnology is of utmost importance in many sectors, not least in the agro food one. Moreover, this is a high capital intensive field of study, where downstream research is mainly based on upstream results. Consequently, it is extremely important to provide a system of protection aimed at spurring innovation without preventing subsequent research. This considered, the work highlights the general legal framework on patents. It then focuses on the object of biotech patents and patentability requirements, through a comparative study of the US and the European legal system and on the most recent case law. Specifically concerning Europe, an in depth analysis of the 98/44/CE directive is carried out. The research work then focuses on the main models of patent protection, with the aim of emphasizing strategies to collect the different and diverging interests arising over the issue. Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOLEONINI, FERNANDO2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2452itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24542014-03-27T00:58:52Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2454INTRODUZIONE DI FORME DI ALLEVAMENTO EUROPEE SU PESCO, IN AMBIENTE SUB-TROPICALE DELLA COLOMBIAIntroduction of European training forms for peach trees cultivated under intertropical conditions in ColombiaMALVICINI, GIAN LUCAAGR/03: ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREEPeach, pesco, pruning, potatura, low-chilling, crescita vegetativa, vegetative growth, training system, forme di allevamento, Colombia.Il progetto di dottorato ha riguardato la realizzazione di un pescheto situato in Soracá , nel dipartimento di Boyacá (Colombia), che si trova a circa 2900 m slm , latitudine 5 ° 30 ' 30 " a nord . Il pescheto sperimentale, di circa 1,5 ettari , è stata istituita nel gennaio 2011 . Per la piantagione sono stati scelte due cultivar, già coltivate nella regione di Boyacá : ' Rubidoux ' (CU : 600 ore ) e ' Eldorado ' (CU : 250 ore ) . Le piante sono state allevate in 6 diverse forme di allevamento: ( non potato, vaso a 3 branche, vaso a 4 branche, vaso ritardato, fusetto e palmetta ). I dati raccolti sui parametri morfo - biometrici, hanno permesso di descrivere e quantificare la crescita vegetativa e l’attività riproduttiva, fornendo risultati sia a livello dottrinale, sia a livello pratico. In particolare, sono state evidenziate interessanti evoluzioni delle gemme e delle formazioni a frutto, della durata della fenologia e della “dilatazione” dell’attività riproduttiva che ragionevolmente possono attribuirsi al peculiare ambiente di coltivazione. A livello pratico, i primi parziali risultati sono prodromi all’applicazione delle medesime tecniche di potatura anche su altri pescheti della zona. In particolare le forma di allevamento a " Fusetto " ed a “Palmetta” , hanno garantito una maggiore solidità della struttura e un migliore equilibrio vegeto-produttivo .Dr Malvicini has participated to the realization of the peach orchard located in Soracá, in the department of Boyacá, Colombia, which is at about 2900 a.s.l., latitude 5° 30’ 30” north. The experimental peach orchard, which is about 1.5 hectares, was established in January 2011. For the plantation were chosen two cultivars that were already cultivated in the Boyacá region: ‘Rubidoux’ (chilling requirement: 600 hours) and ‘Eldorado’ (chilling requirement: 250 hours). The peach trees were trained in 6 different form (no pruned, 3 branches vase, 4 branches vase, delayed vase, fusetto and palmette), each constituted by a number of plants ranging from 30 to 40. Dr Malvicini has followed the growth of the plants till 32 months of age. The data about morpho-biometric parameters collected, allowed to describe and to quantify the vegetative growth and reproductive activity, providing results both at the doctrinal level, both on a practical level. In particular, were highlighted interesting evolutions on buds and fruiting branches, on the phenology length and on the “expansion “of reproductive activity that could be reasonably attributed to the peculiar sub-tropical area condition. On a practical level, the first partial results stimulated the application of the same techniques on other pruning peach orchards in the area. In fact, local growers have immediately realized that the new forms of training system, and in particular “fusetto” and "palmetta", ensured a greater solidity of the tree and a better vegetative-productive balance.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOPONI, STEFANOUGHINI, VIRGINIA2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2454itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24602014-03-25T00:59:16Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2460PARAMETRI IMMUNITARI E INFIAMMATORI NELLA VACCA DA LATTE IN TRANSIZIONE COME MARCATORI PREDITTIVI DI PROBLEMI DI SALUTEIMMUNE AND INFLAMMATORY PARAMETERS IN TRANSITION DAIRY COWS AS PREDICTIVE MARKERS OF HEALTH DISORDERSJAHAN, NUSRATAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEperiodo di transizione, vacche da latte ,citochine pro-infiammatorie, leucociti, RNA-Seq, Transition period, dairy cows, pro-inflammatory cytokines, LeukocytesIl periodo di transizione (TP) delle vacche da latte è caratterizzata da disfunzione del sistema immunitario e dalla comparsa di fenomeni infiammatori. La tesi ha presentato una vasta revisione della letteratura seguita da 3 articoli sperimentali. Nel capitolo II sono stati investigati i cambiamenti delle citochine pro-infiammatorie (PIC) nel TP. I livelli di PIC hanno mostrato una elevata variabilità in tarda gravidanza, ma i livelli più alti hanno mostrato un’associazione con i problemi di salute e le prestazioni dopo il parto. Nel capitolo III, l'attività immunitaria di vacche in transizione è stata valutata utilizzando un test ex vivo di stimolazione del sangue con lipopolisaccaridi (WBA) e un test cutaneo alla carragenina. I risultati hanno rivelato che il sistema immunitario è molto sensibile in prossimità del parto. Entrambi i test descrivono i cambiamenti del sistema immunitario durante il TP. Nel capitolo IV, è stata valutata l’espressione genica dei leucociti durante il TP con la tecnica dell’ RNA-Seq. Confrontando i geni differenzialmente espressi con i risultati del capitolo II e III sono stati resi noti i cambiamenti funzionali dei leucociti. Complessivamente, queste ricerche contribuiscono a definire meglio la fisiologia della fase di transizione della vacche da latte.The transition period of dairy cows is characterized by immune dysfunction and inflammatory like conditions. The thesis presented a wide review literature followed by 3 research papers. Chapter II investigated the pattern of changes of pro-inflammatory cytokines (PIC) around parturition and discovered an association with periparturient health status. PIC levels showed a high variability in late pregnancy but the highest levels demonstrated a good relationship with health troubles and performance after calving. In Chapter III, immune activity of transition cows were evaluated using: an ex vivo whole blood stimulation assay (WBA) with lipopolysaccharides and a carrageenan skin test. Results revealed that immune system is very sensitive around calving in respect to both tests, with a significant increase of pro-inflammatory cytokines and a reduction of the skin thickness after carrageenan challenge. Thus, both tests are able to describe the complex changes of the immune system combined to conventional metabolic and immune parameters. In Chapter IV, changes of leukocyte gene expression were evaluated from 20 days before to 7 days after calving using RNA-seq technique. Comparing the differentially expressed genes with the results of Chapter II and III were disclosed fundamental functional changes in leukocytes. Overall, these researches contribute to define better the physiology of the most vulnerable phase of dairy cows.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOTREVISI, ERMINIO2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2460enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24672014-03-25T00:59:18Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2467CLA as a nutraceutical molecule: concentration in foods, estimation of intake in Italy and genetic factors affecting thesynthesis in animal tissueCICOGNINI, FRANCESCA MARIACHIM/10: CHIMICA DEGLI ALIMENTIMED/49: SCIENZE TECNICHE DIETETICHE APPLICATEAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARICLA, human health, fatty acids, dairy products, meat product, gene expressionGli isomeri del CLA (Acido Linoleico Coniugato) potrebbero avere effetti benefici sulla salute in relazione al raggiungimento di un determinato intake, ma, per quanto ci è dato sapere, non esiste letteratura in Italia riguardante l'effettiva quantità di CLA negli alimenti e al relativo intake nell'uomo. Quindi è stata condotta una quantificazione degli isomeri c9,t11 e t10,c12 negli alimenti disponibili sul mercato italiano, seguita da una stima dell'intake di questi isomeri in una coorte della popolazione italiana attraverso un diario alimentare. Lo step successivo del progetto di ricerca, dovuto al livello molto basso di CLA trovato negli alimenti, è stato di investigare i fattori genetici che influenzano il CLA nella carne, per poter aumentare la concentrazione finale di CLA per il consumatore finale. Quindi gli obiettivi del lavoro sono stati: la stima dell'effettivo intake di CLA in Italia attraverso una completa analisi della concentrazione di c9,t11 e t10,c12 nei prodotti lattiero-caseari e carnei comunemente disponibili, e una valutazione dei fattori genetici coinvolti nella sintesi di CLA nella carne.CLA could exert some healthy properties in relation to a needed daily intake, but, at our knowledge, no literature in Italy is currently available on the effective CLA amount in foods and on the relative intake in humans.
Thus a quantification of c9,t11 and t10,c12 CLA isomers in foods available in Italy large retail-scale trade was performed, followed by an estimation of the isomers intake in a cohort of the Italian population by a food diary.
Background
6
The following step of the research project, due to the very low concentration of CLA found in foods, investigated genetic factors affecting CLA in meat, in order to enhance its concentration for final consumers.
Thus the aims of the present work were to estimate the effective CLA intake in Italy through a complete analisys of c9,t11 and t10,c12 concentrations in dairy and meat products commonly purchasable, and an evaluation on the genetic factors involved in CLA synthesis in meat.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOROSSI, FILIPPO2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2467enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24682014-03-25T00:59:18Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2468Opportunità derivanti dalla sostenibilità per il settore agroalimentare. Il settore vitivinicolo italiano.OPPORTUNITIES FROM SUSTAINABILITY IN THE AGRO-FOOD SECTOR. THE ITALIAN WINE INDUSTRYCORBO, CHIARASECS-P/07: ECONOMIA AZIENDALEAGR/13: CHIMICA AGRARIAsostenibilità, vino, sustainability strategies, wine.Nell’attuale contesto economico e sociale si parla sempre più di sostenibilità. Sono molte le aziende che oggi sono impegnate in strategie di sostenibilità, più o meno complesse. Si tratta solo di una questione etica o di immagine? In realtà no, dal momento che numerosi studi hanno evidenziato quanto la sostenibilità può rivelarsi strategica per le aziende, in particolare per quei business fortemente basati sulle risorse naturali ed i Servizi Ecosistemici come quello agroalimentare. Il presente lavoro di tesi mira quindi ad “esplorare” le motivazioni che spingono un’azienda del settore agroalimentare ad investire in sostenibilità ma soprattutto le opportunità che questa può rivelare. Ci si focalizza poi nello specifico del settore vitivinicolo italiano. Attraverso un’analisi riguardo i driver della sostenibilità, gli impatti economici e sociali del settore, e un esame del contesto internazionale e nazionale, l’obiettivo finale è quello di comprendere se effettivamente la sostenibilità può essere fonte di opportunità, non solo per la singola azienda vitivinicola, ma per l’intero settore. Il lavoro si completa di un’analisi dei consumatori riguardo la percezione e l’interesse per il “vino sostenibile”.In the context of the economic crisis that is affecting the major world economies, the phenomenon of the growing interest for the issue of sustainable development is constantly growing. Companies are day by day committed in sustainability: is just a matter of Corporate Social Responsibility or Ethics? Actually it is not, since a wide amount of researches have highlighted opportunities that a sustainability strategy can disclose, in terms of better resource management, cost savings, etc. This thesis aims to explore these opportunities, with a focus on the specific agro-food sector and the Italian wine industry. Through the analysis of some aspects related to sustainability in the wine sectors, the final objective is to understand the opportunities that sustainability can disclose for single companies and for the entire sector. Rather than providing technical solutions in order to achieve sustainability in the sector, the perspective of the analysis is here a more "strategic" one, particularly through the analysis of topics as the drivers of sustainability, the environmental, social and economic aspects of wine production, an overview of the international and national framework. Finally, a consumer analysis about the perception of “sustainable wine” is presented.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOCAPRI, ETTORE2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2468enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24692014-12-16T01:00:41Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2469Il Ruolo dei Programmi Agro-ambientali: un'analisi attraverso il Propensity Score Matching e la Programmazione Matematica Positiva con il RischioTHE ROLE OF EU AGRI-ENVIRONMENTAL PROGRAMMES: A FARM LEVEL ANALYSIS BY PROPENSITY SCORE MATCHING AND BY POSITIVE MATHEMATICAL PROGRAMMING INCORPORATING RISKARATA, LINDASECS-P/02: POLITICA ECONOMICAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALEcontratti agro-ambientali, propensity score matching, avversione al rischio, programmazione matematica positiva, agri-environmental schemes, propensity score matching, risk aversion, positive mathematical programmingLa crescente attenzione riguardo l’interconnessione tra agricoltura e aspetti ambientali così come la crescita di volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli ha posto una nuova enfasi sull’introduzione di misure ambientali nella politiche agricole e sulla ricerca di nuovi strumenti di stabilizzazione del reddito degli agricoltori. La ricerca di questa tesi di dottorato si inserisce in questo contesto e analizza i contratti agro-ambientali, misure della Politica Agricola Comunitaria (PAC) in Unione Europea (UE), sotto una duplice prospettiva. Il primo lavoro di ricerca consiste in un’analisi degli effetti dell’adesione a tali contratti sulle scelte produttive e sulle perfomance economiche degli agricoltori in cinque Paesi dell’UE. I risultati indicano un’eterogeneità di questi effetti: in alcuni Paesi i contratti agro-ambientali sembrano essere più efficaci nel promuovere pratiche agricole sostenibili, così come in alcuni Paesi il pagamento compensativo agro-ambientale sembra non essere sufficiente a compensare la perdita di reddito dei partecipanti. Questo studio è stato condotto combinando il Propensity Score Matching con lo stimatore Difference-in-Differences. Il secondo lavoro di ricerca sviluppa una nuova proposta metodologica che incorpora il rischio in un framework di Programmazione Matematica Positiva (PMP). Il modello elaborato presenta caratteri innovativi rispetto alla letteratura sull’argomento e permette di stimare simultaneamente i prezzi ombra delle risorse, la funzione di costo non lineare dell’azienda agricola e un coefficiente di avversione al rischio specifico per ciascuna azienda. Il modello è stato applicato a tre campioni di aziende e i risultati delle stime testano la calibrazione del modello e indicano valori del coefficiente di avversione al rischio coerenti con la letteratura. Infine il modello è stato impiegato nella simulazione di diversi scenari al fine di verificare il ruolo potenziale di un contratto agro-ambientale come strumento di gestione del rischio a diversi livelli di volatilità dei prezzi agricoli.The increasing attention to the relationship between agriculture and the environment and the rise in price volatility on agricultural markets has led to a new emphasis on agri-environmental policies as well as to a search for new risk management strategies for the farmer. The research objective of this PhD thesis is in line with this challenging context, since it provides an analysis of the EU agri-environmental schemes (AESs) from two viewpoints. First, an ex-post analysis aims at investigating the AESs for their traditional role as measures which encourage sustainable farming while compensating the farmer for the income foregone in five EU Member States. The effects of AESs participation on farmer’s production plans and economic performances differs widely across Member States and in some of them the environmental payment is not enough to compensate the income foregone of participants. This study has been performed by applying a semi-parametric technique which combines a Difference-in-Differences estimator with a Propensity Score Matching estimator. The second piece of research develops a new methodological proposal to incorporate risk into a farm level Positive Mathematical Programming (PMP) model. The model presents some innovations with respect to the previous literature and estimates simultaneously the resource shadow prices, the farm non-linear cost function and a farm-specific coefficient of absolute risk aversion. The proposed model has been applied to three farm samples and the estimation results confirm the calibration ability of the model and show values for risk aversion coefficients consistent with the literature. Finally different scenarios have been simulated to test the potential role of an AES as risk management tool under different scenarios of crop price volatility.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOSCKOKAI, PAOLO2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2469enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60672015-02-10T09:18:25Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6067BIOLOGY, EPIDEMIOLOGY AND MODELLING OF BOTRYTIS CINEREA PERS.:FR., THE CAUSAL AGENT OF GREY MOULD IN GRAPEVINECILIBERTI, NICOLAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEB. cinerea, vacuma, transposa, grey mould, Vitis vinifera, grapevine, epidemiology, modelling, muffa grigia, botrite, vigneto, epidemiologia, modello previsionaleGli obbiettivi di questa tesi di dottorato erano: i) valutare l’effetto di differenti condizioni ambientali sulla biologia ed epidemiologia di isolati di B. cinerea appartenenti alle sub-popolazioni transposa e vacuma, e ii) sviluppare un nuovo modello previsionale per predire il rischio di muffa grigia nei vigneti tra le fasi fenologiche di sviluppo delle infiorescenze e maturazione dei grappoli.
Gli effetti della temperatura, durata di bagnatura e umidità relativa sulle infezioni di infiorescenze e bacche di Vitis vinifera sono stati valutati con inoculazioni artificiali di isolati di B. cinerea. Gli effetti della temperatura, attività dell’acqua, umidità relativa e composizione delle bacche di uva sulla germinazione dei conidi, crescita miceliale e produzione di conidi sono stati valutati su substrati artificiali. I risultati evidenziano che la capacità di causare infezioni varia con gli isolati indipendentemente dall’appartenenza alle sub-popolazioni transposa o vacuma. Inoltre, le risposte dei differenti isolati al variare delle condizioni ambientali risultano essere simili.
Basandosi sui risultati ottenuti sono state sviluppate equazioni matematiche per spiegare l’effetto dei fattori ambientali sull’incidenza delle infezioni di infiorescenze e bacche, germinazione dei conidi, crescita miceliale e produzione di conidi. Un nuovo modello previsionale è stato sviluppato per predire le infezioni di Botrytis cinerea nei vigneti utilizzando le equazioni sviluppate e seguendo un approccio meccanicistico. Il modello è stato validato per 6 anni (2009-2014) in 13 vigneti localizzati in Italia e Francia. Il nuovo modello risulta essere più completo di quelli proposti finora in letteratura e può essere utilizzato per migliorare le strategie di controllo della muffa grigia nei vigneti.The aims of this Doctoral work were: i) to investigate the effect of different environmental conditions on biology and epidemiology of B. cinerea strains belonging the two transposon types vacuma and transposa, and ii) develop a new weather-driven mechanistic model in order to predict risk of grey mould in vineyards from early growth of inflorescences to berry ripening.
The effect of temperature, wetness duration and relative humidity on infection of Vitis vinifera inflorescences and berries was investigated by artificial inoculation of B. cinerea strains. The effect of temperature, water activity, relative humidity and grape berry composition on conidia germination, colony growth and conidial production was investigated in agar-medium. The results showed that the ability to cause infection was a strain rather than a transposon genotype attribute. Moreover, the general response to different environmental conditions is similar among different B. cinerea strains.
Based on these data, equations were developed to account the combined effects of environmental factors on infection incidence, conidia germination, colony growth and conidial production. A new previsional model for Botrytis cinerea infections on grapevine was elaborated using the equations developed and following a mechanistic approach. The model was validated over a 6-year period (2009 to 2014) in 13 vineyards located in different grape-growing areas of Italy and France. The model is more complete than the others proposed in literature and represents an improvement to control grey mould in vineyards.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOROSSI, VITTORIO2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6067enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24762014-05-22T10:38:25Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2476ROLE OF THE PLANT-PATHOGEN CROSS TALKING IN FUSARIUM MYCOTOX IN PRODUCTION AND MASKING IN MAIZEGREGORI, ROSSELLAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEmaize, Fusarium verticillioides, hidden fumonisin, oxylipin, drying, silo bagIn this work we investigated the in vivo and in vitro ecological conditions that can favour the fumonisin production, both free and hidden forms, in the maize-Fusarium verticillioides pathosystem. Samples of different maize hybrids have been collected from dough to the harvest maturity to follow the trend of fungal incidence and both fumonisin forms contamination, but also the changes in chemical composition. Differences in the level of contamination have been found among hybrids during the growing season. Furthermore, the production of fumonisins has been found correlated to the total lipids content, another parameter that changed during the growing season. This finding underlined the existence of a relationship between toxin contamination and fatty acids composition of the hybrids.
Recently the existence of a cross talk between plant and pathogen has been demonstrated, based on some oxidized signal molecules (oxylipins) produced from fatty acid precursors. This result was also confirmed by the molecular analysis on the in vitro pathosystem that showed differences in the activation of the genes involved in plant and fungal oxylipins production during the incubation time.
Also post-harvest contamination of maize was investigated in this study, with particular attention to the effects of the drying treatment, a common post-harvest practice aimed at decreasing the water availability, and to the storage capacity of a new low cost storage system, silo bag. The drying treatment was showed to affect fumonisins content, in particular an increased fumonisins contamination was detected after heat treatments. This increment seemed to be produced by chemical changes of matrix components, caused by high temperature, that produced the release of hidden fumonisin in free form.
Silo bags were shown to be an effective system to store cereals because no significant change occurred in fungi or toxins contamination during a 9-month storage. Therefore, being more flexible and less expensive than traditional store houses, they should be very useful for farmers.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOBATTILANI, PAOLA2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2476enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/42942014-06-18T13:43:19Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/4294STANDARD, CERTIFICAZIONI E RESPONSABILITA' NEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE EUROPEOStandard, certification and liabilities in the european agri-food system.LOTTA, FRANCESCAIUS/03: DIRITTO AGRARIOIUS/02: DIRITTO PRIVATO COMPARATOIUS/01: DIRITTO PRIVATOCertificazioni, responsabilità del certificatore, certification marks, standard, agri-food sector, tort liability.La tesi di dottorato fornisce una ricostruzione, sotto il profilo civilistico, del ruolo di standard e certificazioni nel mercato agro-alimentare europeo. Nel primo capitolo viene ricostruita la natura delle certificazioni e la loro evoluzione da strumento di competitività delle imprese a mezzo per colmare le asimmetrie informative presenti nel mercato.
Nel secondo capitolo viene analizzato il “Sistema Qualità”, nel quale sono coinvolti quattro attori fondamentali: l’ente di normazione, l’ente di accreditamento, il certificatore e, infine, l’impresa che richiede la certificazione, e sono analizzate le varie problematiche sottese al suo funzionamento.
Nella terza parte si è indagata la natura giuridica del contratto di certificazione di qualità e la rilevanza delle certificazioni di qualità sotto il profilo civilistico.
Infine, nella quarta parte, si sono analizzate le conseguenze giuridiche scaturenti da una certificazione non veritiera, con particolare riguardo alla possibilità o meno di configurare una responsabilità extra-contrattuale del certificatore per i danni causati a consumatori e terzi in generale a seguito del rilascio di una certificazione non veritiera.The dissertation examines the role of certification marks in the european food- sector.
The first chapter analyses the function of certification and their development from instruments of competitive advantages within firms to a tool for fulfilling the information asymmetry between business and consumer.
The second chapter deals with the “Quality System”: a system which involves four players: the standardization body, the accreditation body, the certification body and, finally, the producer seeking the certification.
The third chapter analyses the certification activity and the obligations of the parties of the contract.
The last chapter deals with the tort liability of certification bodies.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOFERRARI, MATTEOSCIARRONE ALIBRANDI, ANTONELLA2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/4294itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60692015-02-10T09:14:29Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6069SVILUPPO E VALIDAZIONE DI CAMPO DI UN INNOVATIVO APPROCCIO PER LA COLTIVAZIONE SOSTENIBILE DEL FRUMENTO DURO IN ITALIA.DEVELOPMENT AND FIELD VALIDATION OF AN INNOVATIVE APPROACH TO SUSTAINABLE CULTIVATION OF DURUM WHEAT IN ITALYRUGGERI, MATTEOAGR/12: PATOLOGIA VEGETALESUSTAINABILITY, INDICATORS, WHEAT, IMPACT, ENVIRONMENT, sostenibilità, indicatori, frumento, impatto, ambienteOggigiorno i dibattiti riguardanti il significato di sostenibilità, la sua misurazione attraverso indicatori e le metodologie nei quali quest’ultimi dovrebbero essere utilizzati rimangono spesso inconcludenti.
Questo elaborato si propone come un prototipo per superare questi limiti. L’approccio, applicato per la coltura frumento duro, è un esempio di come è possibile consolidare i paradigmi teorici della sostenibilità e trasformarli in utili raccomandazioni per attività agricole più sostenibili.
Attraverso l’implementazione di un Decision Support System (DSS) chiamato granoduro.net® e la stesura di un decalogo per una coltivazione del grano duro più competitiva (10 regole agronomiche), il divario tra i principi teorici e pratici della sostenibilità viene ridotto.
Grazie alla disponibilità di Barilla S.p.A., sono stati pianificati per diversi anni, a partire dal 2011, studi di campo e il progetto è stato considerato dagli operatori del settore un esempio di come i principi teorici della sostenibilità possono essere messi in pratica con facilità. Le differenti fasi della validazione (un iniziale studio teorico, il confronto tra situazioni reali e teoriche ottimali e due anni di utilizzo sul campo di granoduro.net® e del decalogo) hanno permesso di dimostrare agli agricoltori che gli impatti antropici possono essere monitorati e ridotti e che quindi la sostenibilità è fruibile e calcolabile. Inoltre, il decalogo e granoduro.net® hanno dimostrato di essere due esempi di come è possibile migliorare la qualità delle decisioni strategiche (scelta della rotazione, lavorazione del terreno, scelta delle varietà, tecnica di fertilizzazione e uso di seme certificato) e tattiche (in risposta agli eventi generati da attacchi biotici, infestanti e necessità nutrizionali) intraprese dagli imprenditori agricoli.Current debates concerning the meaning of sustainability, its measurement by means of indicators, and the framework in which these should be applied, often remain inconclusive.
This work is a prototype aimed to overcome such shortcoming. The method adopted in this work was applied to the crop of durum wheat and represents an example on how to put the theoretical paradigms of sustainability into effect by transforming them into practical recommendations for implementing more sustainable agricultural practices.
The implementation of a Decision Support System (DSS) called granoduro.net® and the drafting of a handbook (ten agronomical rules for a more competitive cultivation of durum wheat) allowed to bridge the gap between the theoretical principles and the practical implementation of sustainability. Since 2011 in-field validation activity has been carried out thanks to the collaboration with Barilla S.p.A.; the project was considered by Barilla’s stakeholders as an example of how theoretical principles of sustainability can be put into practice. The several steps of the validation process (i.e., a theoretical study, a comparison between real and target values, and the in-field adoption of both the handbook and granoduro.net® for two years) demonstrated to farmers and experts that human impacts can be monitored and reduced. Therefore, it was proved that sustainability is actionable and calculable. Moreover, the handbook and granoduro.net® showed to be tools able to help farmers improving the quality of their decisions, both strategic (choice of rotation, tillage, varieties, fertilization techniques, and use of certified seeds) and tactical (in response to nutritional needs or the risk of pests, disease or weeds infestation).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOROSSI, VITTORIOMERIGGI, PIERLUIGI2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6069enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24722015-01-14T09:51:29Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2472La gestione delle crisi e delle emergenze alimentari: un'analisi comparativa multilivello del quadro giuridico europeo e statunitenseMANAGING FOOD SAFETY EMERGENCIES AND CRISES: A MULTILEVEL COMPARATIVE ANALYSIS OF THE US AND EU LEGAL FRAMEWORKSPLANCHENSTAINER, FRANCESCOIUS/14: DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEAIUS/03: DIRITTO AGRARIOIUS/02: DIRITTO PRIVATO COMPARATOSicurezza alimentare, food safety, crisi e emergenze, emergencies and crisis, RASFF, European Union, United States, Unione Europea, Stati Uniti, One Health, Pandemie, PandemicLa presente tesi analizza la gestione delle crisi e delle emergenze alimentari negli USA e nell’UE addottando il triplice punto di vista delle autorita’ pubbliche, industria, consumatori). Le crisi e le emergenze provocate da incidenti di sicurezza alimentare sono eventi ad alto impatto sia in termini umani che economici. Crisi e emergenze sono il prodotto sia della crescente complessita’ della catena alimentare sia anche della crescente incertezza scientifica delle societa’ postmoderne. La tesi intende dimostrare che le crisi alimentri sono sempre piu’ a crocevia fra igiene pubblica, salute animale e sicurezza alimentare. Il primo capitolo descrive le piu’ importanti crisi alimentari degli ultimi vent’anni: gli eventi sono analizzati comparativamente al fine di evidenziare i tratti salienti in comune. Il secondo capitolo affronta il ruolo ricoperto dalle le istituzioni pubbliche, l’industria e i consumatori in caso di incidenti di sicurezza alimentare. Il capitolo considera i diversi punti di vista dei soggetti coinvolti mettendo in luce gli interessi in gioco e il comportamento di industria e consumatori in relazione al rischio alimentare. Il quarto capitolo rappresenta il cuore dell’intera tesi analizzando in maniera comparativa il sistema giuridico statunitense ed europeo. Nelle conclusioni sono offerte possibili soluzioni per fare fronte alle problematiche analizzate.This dissertation analyses the management of food safety emergencies and crises in the US and the EU adopting a threefold perspective (i.e., public authorities, industry, consumers). Food safety emergencies and crises are highly burdensome events that may leave behind high fatalities tolls and severe economic consequences. Crises and emergencies are the outcome of both the increasing complexity of the food chain and the growing scientific uncertainty that modern societies are called to face. While it is impracticable to eradicate these events, countries may build prevention and preparedness in advance. This work attempts to capture an original way the role covered by different stakeholder in crises preparedness and response. The dissertation also aims to demonstrate that food safety crises are increasingly at the intersection between Public Health, animal health and food safety.
The first chapter provides a case history of the most relevant food safety crises in the last two decades. From the BSE scandal that hit Europe in 1996 to the most recent E.coli outbreak in Germany of 2011, the events are analyzed in a comparative way as to point out the essential features of food safety crises. The second chapter canvasses the role played by public authorities, industry and consumer in food safety incidents. In the attempt to define crises and emergencies, a review of most important theories from organizational literature is provided, with an emphasis on the importance of scientific uncertainty. The chapter deals with stakeholders’ different perspectives outlining the interest at stake and describing at the same time stakeholders’ behavior vis-à-vis food related risks. The fourth chapter represents the core of the dissertation analyzing the legal framework of the US and the EU. The dissertation considers not only food safety provisions but also Public Health provisions describing rights and duties of the subjects involves in these events. The chapter focuses also on the problem of information at the intersection with different aspirations (e.g., the right to know and confidentiality). The dissertation ends with some concluding remarks suggesting possible solution to solve the mentioned shortcomings.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOIZZO, UMBERTOTALLACCHINI, MARIACHIARA2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2472enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24732014-03-25T00:59:22Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2473E-learning ed indicatori di rischio inderetti per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitariE-LEARNING AND INDIRECT RISK INDICATORS FOR A SUSTAINABLE USE OF PESTICIDESSACCHETTINI, GABRIELEAGR/13: CHIMICA AGRARIAStakeholder consultation, sustainable use of pesticide,
training and raising awareness, risk indicators, e-learning, think tankI prodotti fitosanitari sono considerati uno dei principali strumenti di difesa contro le più rilevanti avversità che colpiscono la produzione agricola. Per garantire che il loro utilizzo sia realmente basato su principi di sostenibilità, nel 2009 l’Unione Europea ha introdotto la cosiddetta direttiva sull’Uso Sostenibile dei Pesticidi (EU 128/2009/EC) dove lo sviluppo di appropriati indicatori di rischio insieme all’implementazione di una corretta attività di formazione e sensibilizzazione sono da considerare fondamentali per ridurre l’esposizione. Per contribuire in questa direzione, in questo studio sono stati prodotti: a) un toolbox di pratici indicatori di rischio indiretti per essere utilizzati da parte delle autorità nazionali per monitorare le performance; b) un nuovo strumento e-learning (OpenTEA) di formazione e sensibilizzazione per raccogliere e condividere i più efficienti e consistenti materiali a disposizione. Questi contributi sono stati sviluppati utilizzando un approccio pragmatico basato sia su una consultazione degli stakeholders sia su un’analisi completa del rischio (usando dei modelli previsionali di esposizione e svolgendo un’indagine sistematica “sul campo”). Tutto è stato reso possibile grazie al coinvolgimento nelle attività nel centro di ricerca OPERA, un “think tank” che attraverso il suo approccio innovativo basato su costruire reti con gli stakeholders e ponti tra scienza e politica, permette il raggiungimento di soluzioni pragmatiche condivise.Pesticides are considered one of the principle tools of defence against the most relevant adversity affecting the agricultural production. To ensure that their use is really based on sustainability principle, in 2009 the European Union introduced the so called Directive on Sustainable Use of Pesticides (EU 128/2009/EC) where the establishment of appropriate risk indicators to monitor the performances together with the implementation of appropriate training and awareness raising to improve behaviours are considered fundamentals. To contribute in this direction, in this study were produced: a) a toolbox of practical indirect risk indicators to be used by EU Member States to monitor the performances; b) a new e-learning tool (OpenTEA) for training and awareness raising to collect and share the most efficient and scientifically sound training and communication material. These contributions were developed using a pragmatic approach focusing either on a complete stakeholder consultation process either on a comprehensive analysis of risk (looking at some exposure models and performing a systematic surveys “on the field”). All the process was possible getting involved in the OPERA research centre, a “think tank” that through its innovative approach based on building network among stakeholders and bridges between science and policy, allow the achievement of pragmatic and agreed solutions.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOCAPRI, ETTORE2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2473enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/24742014-07-09T00:00:55Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/2474CARATTERIZZAZIONE DELLA MICOFLORA ASSOCIATA AI PRODOTTI CARNEI STAGIONATI SUINI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA PRESENZA DI PENICILLIUM NORDICUM ED AL SUO BIOCONTROLLOCHARACTERIZATION OF THE MYCOFLORA ASSOCIATED TO DRY CURED PORK MEAT PRODUCTS WITH FOCUS ON PENICILLIUM NORDICUM AND ITS BIOCONTROLSPADOLA, GIORGIOAGR/12: PATOLOGIA VEGETALECHIM/01: CHIMICA ANALITICAAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIPAROLE CHIAVE: sicurezza alimentare, ottimizzazione dei parametri di produzione, HACCP, identificazione di funghi filamentosi, Penicillium, ocratossina A, analisi morfologica, analisi molecolare, analisi identificativa MALDI TOF MS, biocontrollo fungino, lieviti nativi.
KEYWORDS: food safety, production parameter optimization, identification of filamentous fungi, Penicillium, ochratoxin A, morphological analysis, molecular analysis, MALDI TOF MS fingerprinting analysis, fungal biocontrol, native yeasts.Penicillium nordicum è un importante contaminante di salumi, rappresentanando il 10 % e il 26 % della popolazione di Penicillium spp . isolati , rispettivamente dall'aria e dai prodotti carnei stagionati in un'indagine gestita in Italia ( Battilani et al. , 2007). Diverse colonie di P. nordicum isolate dai salumi hanno dimostrato di essere importanti produttori di ocratossina A , OTA ( Sansom e Frisvad , 2004 . Pietri et al, 2006 ; . Battilani et al , 2010). Attualmente, l'impostazione appropriata delle condizioni ambientali (temperatura, umidità relativa e circolazione dell'aria ), è l'unico strumento accettato per impedire la crescita incontrollata di P. nordicum all'interno degli impianti di stagionatura attraverso una accurata analisi dei punti critici di controllo e l’ideazione di un relativo piano HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) ben struttutato ( Asefa et al , 2011; Virgili et al , 2012). Anche se il sistema HACCP è stato applicato con successo nel settore alimentare ci sono rischi per la sicurezza alimentare non attentamente considerati. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda i rischi micotossigeni associati ai prodotti alimentari di origine animale. Il termine "rischi micotossigeni" è utilizzato da Asefa et al. ( 2011) per descrivere lieviti patogeni e metaboliti secondari tossici prodotti da specie fungine tossigene che contaminano i prodotti alimentari e incidono sulla sicurezza alimentare. La maggior parte dei piani HACCP nelle attività di trasformazione alimentare, come ad esempio la produzione di formaggi e di prodotti carnei stagionati, tiene in considerazione principalmente il rischio derivante da agenti batterici (Arvanitoyannis e Mavropoulos, 2000; Barbuti e Parolari, 2002) anche se tali prodotti alimentari vengono spesso contaminati da funghi micotossigeni e dai loro metaboliti (Spotti et al 1989; Spotti et al , 2001a; Battilani et al 2007). Pertanto, dovrebbe essere cruciale definire un piano HACCP specificamente incentrato sui rischi micotossigeni.
L'identificazione, il controllo e la standardizzazione della micoflora superficie dei salumi è fondamentale per preservare la sicurezza delle produzioni e la salute dei consumatori . Questo è il contesto in cui deve essere valutata l’efficacia e l’affidabilità per l’identificazione delle popolazioni di Penicillium spp di interessante per la produzione alimentare.
In questo contesto , il progetto di ricerca di questa tesi di dottorato ha cercato di approfondire le conoscenze su tali tematiche con l'intento di limitare il rischio micotossigeno nella catena di produzione dei prodotti carnei stagionati.
Sono stati affrontati i seguenti argomenti:
1 . studio della composizione e dinamica della microflora fungina presente sulla superficie dei salumi (prodotto testato, salame) e l'aria di ambienti di stagionatura tenendo conto dell'influenza di alcuni parametri di processo (inoculo starter, temperatura, fase produttiva).
2 . sviluppo di un metodo MALDI TOF MS per l'identificazione di Penicilium a livello di specie per le prospettive future di screening diretti della microflora presente sui salumi.
3 . confronto e integrazione di diverse tecniche, come l'analisi morfologica, l’analisi molecolare e l’analisi tramite spettrometria di massa, per l'identificazione delle specie di Penicillium presenti nei salumi.
4 . valutazione dei lieviti selezionati, isolati dalla superficie di prosciutto crudo, per competere con P. nordicum ed inibire l'accumulo di OTA nella prospettiva del loro uso come starter superficiali con funzione di agenti di biocontrollo.Penicillium nordicum is an important contaminant of cured meat products, representing 10% and 26% of the Penicillium spp. isolated, respectively, from the air or the products in a survey managed in Italy (Battilani et al., 2007). Several P. nordicum cured meat isolates proved to be important producers of ochratoxin A, OTA (Sansom and Frisvad, 2004; Pietri et al., 2006; Battilani et al., 2010). Currently, the appropriate setting of environmental conditions (temperature, relative humidity and air circulation), is the only accepted tool to prevent the uncontrolled growth of P. nordicum inside dry-curing plants through a carefully structured Hazard Analysis Critical Control Point (HACCP) plan (Asefa et al., 2011; Virgili et al., 2012). Even if the HACCP system has been successfully applied in the food industry, there are food safety hazards not carefully considered. This is especially true with regard to mycotoxigenic hazards associated with animal food products. The term “mycotoxigenic hazards” is used by Asefa et al. (2011) to describe pathogenic yeasts and toxic secondary metabolites of toxigenic moulds that contaminate food products and affect food safety. Most HACCP plans in food processing activities, such as the production of cheese and dry-cured meat products, considered mainly bacterial agents (Arvanitoyannis and Mavropoulos, 2000; Barbuti and Parolari, 2002), even if such food products get often contaminated with mycotoxigenic fungi and their metabolites (Spotti et al 1989; Spotti et al., 2001a; Battilani et al 2007). Therefore, it should be crucial to define a HACCP plan specifically focused on the mycotoxigenic hazards.
The identification, control and standardization of the surface mycoflora of cured meat products is mandatory to preserve the productions safety and the consumers health. This is the context of the effectiveness and reliability evaluation for the Penicillium spp. identification methods of interesting species for food production.
In this context, the research project of this PHD thesis tried to fill some gaps of knowledge with the attempt to limit the mycotoxigenic risk in the cured meat products chain.
The following topics were faced:
1. study of the composition and dynamic of fungal microflora present on the surface of cured meat products (salami) and the air of seasoning environments taking into account the influence of some process parameters (starter inoculum, curing temperature, stage of seasoning).
2. development of a MALDI TOF MS method for the identification of Penicilium at species level for future direct screening perspectives of the microflora present on cured meat products.
3. comparison and integration of different techniques, as morphological, molecular and mass spectral analysis, for the identification of Penicillium species in cured meat products.
4. evaluation of selected yeasts, isolated from dry-cured ham surface, to compete with P. nordicum and to inhibit OTA accumulation in the perspective of their use as surface starter biocontrol agents.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOBATTILANI, PAOLA2014-02-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2474enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60712015-02-06T02:00:28Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6071Caratterizzazione dei meccanismi di resistenza agli insetticidi nelle popolazioni italiane dell'afide verde del pesco Myzus persicae (Sulzer)CHARACTERISATION OF INSECTICIDE RESISTANCE MECHANISMS IN ITALIAN POPULATIONS OF THE GREEN PEACH APHID MYZUS PERSICAE (SULZER)PANINI, MICHELAAGR/11: ENTOMOLOGIA GENERALE E APPLICATAMyzus persicae, target-site resistance, M918L, metabolic resistance, piperonyl butoxide, synergists. Myzus persicae, resistenza target-site, M918L, resistenza metabolica, piperonil butossido, sinergici.L’afide del pesco Myzus persicae rappresenta uno degli insetti più dannosi in agricoltura. Estremamente polifago e cosmopolita, viene combattuto principalmente con trattamenti insetticidi. Nel corso degli ultimi anni neonicotinoidi e piretroidi hanno rappresentato i componenti principali delle strategie di difesa contro questa specie, ma recenti programmi di monitoraggio condotti in Sud Europa hanno rivelato la presenza di popolazioni resistenti, mettendo in dubbio l’efficacia a lungo termine di queste classi di prodotti. Il presente lavoro prende in esame la diffusione dei principali meccanismi di resistenza agli insetticidi nelle popolazioni di M. persicae presenti sul territorio italiano.
La prima parte si concentra sulle resistenze target-site e considera la distribuzione delle principali mutazioni che sono state associate alla resistenza a neonicotinoidi e piretroidi. La seconda parte riguarda le resistenze metaboliche e analizza le principali classi di enzimi associate ad attività di sequestro o detossificazione delle molecole di insetticida. Infine, il progetto si focalizza sulla caratterizzazione delle possibili interazioni tra tali enzimi detossificanti e molecole sinergizzanti quali il ben noto piperonil butossido (PBO). I risultati ottenuti consentiranno di migliorare le strategie di difesa per evitare trattamenti inefficaci e mantenere il più a lungo possibile l’efficacia dei prodotti oggi disponibili per il controllo di M. persicae.The green peach aphid Myzus persicae is a globally significant crop pest, controlled mainly by chemical treatments. In recent years neonicotinoids and pyrethroids have been the main components of pest management strategies used by growers. However, recent monitoring programmes in Southern Europe have shown the widespread presence of resistant populations, posing a serious threat to the long-term efficacy of these insecticide classes. The present work aims to characterise the main biochemical and molecular mechanisms responsible for insecticide resistance in Italian populations of M. Persicae.
The first part is focused on target-site resistance and consider the frequency and distribution of the main target-site mutations associated with neonicotinoid and pyrethroid resistance. The second part is related to metabolic resistance and analyses the involvement of detoxifying enzymes able to sequester or metabolise the insecticide molecules. Furthermore, the project aims to characterise possible interactions between those enzymes and synergistic compounds like the well-known piperonyl butoxide (PBO). Results obtained by this investigation will help to improve insecticide resistance management strategies, in order to avoid ineffective applications and maintain the long-term sustainability of chemical control against M. persicae.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOMAZZONI, EMANUELE2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6071enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/65342015-05-29T01:00:28Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6534ASCOPORE PRODUCTION, DISPERSAL AND SURVIVAL IN FUSARIUM GRAMINEARUMMANSTRETTA, VALENTINAAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEFusariosi della spiga, frumento, modelli, Fusarium head blight, wheat, modellingFusarium graminearum causa la fusariosi della spiga nei cereali a paglia. Il fungo produce sia conidi che ascospore sui residui della coltura precedente, le ascospore sono prodotte in periteci. La produzione e maturazione di periteci e ascospore in risposta a diverse condizioni di temperatura e umidità relativa sono state studiate. Dato che le condizioni atmosferiche influenzano anche l’umidità del substrato su cui l’inoculo è prodotto, la relazione tra i fattori atmosferici e l’umidità dei residui colturali di mais è stata esaminata. I fattori atmosferici influenzano anche il rilascio delle ascospore. L’effetto della temperatura è stato studiato in vitro. Mediante esperimenti in condizioni naturali, sono state definite regole per l’individuazione di condizioni favorevoli al rilascio di ascospore sulla base di pioggia e deficit di pressione di vapore. La distribuzione delle ascospore e dei conidi all’interno della vegetazione del frumento è quindi stata studiata mediante l’uso di captaspore passivi. Le ascospore possono essere rilasciate e depositarsi sulle spighe in condizioni non favorevoli per la germinazione. La germinazione di ascospore sottoposte a periodi asciutti di diversa durata, e a diverse condizioni di temperatura e umidità relativa durante il periodo asciutto, è stata studiata sia in vitro che in planta.Fusarium graminearum causes Fusarium head blight of small-grain cereals. The fungus produces conidia and ascospores on the previous crop residues, ascospores are formed in perithecia. Production and maturation of perithecia and ascospores at several temperature and relative humidity conditions were studied. As environmental conditions also influence the moisture content of the substrate on which inoculum is produced, the relationship between environmental factors and moisture of maize residues was assessed. Environmental factors also influence ascospore discharge. The effect of temperature was studied in vitro. Experiments in natural condition allowed to define rules for conditions leading to ascospore discharge, based on rain and vapor pressure deficit. Once discharged, the distribution of ascospores and conidia in the wheat canopy was studied using passive spore traps. Ascospores can be discharged and deposit on wheat spikes also in conditions that are unfavorable for germination. Germination of ascospores incubated in dryness for periods of several length, in several condition of temperature and relative humidity during dryness, was studied both in vitro and in planta.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOROSSI, VITTORIO2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6534enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60682015-02-06T02:00:28Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6068Sviluppo ed applicazione di pipilines bioinformatiche per l'analisi di dati NGSDEVELOPMENT AND APPLICATION OF BIOINFORMATICS PIPELINES FOR NEXT GENERATION SEQUENCING DATA ANALYSISLAMONTANARA, ANTONELLABIO/11: BIOLOGIA MOLECOLARENext Generation Sequencing, RNAseq, transcriptomics, genomics, bioinformatics, trascrittomica, genomica, bioinformaticaLo sviluppo delle tecnologie di sequenziamento ha portato alla nascita di strumenti in grado di produrre gigabasi di dati di sequenziamento in una singola corsa. Queste tecnologie, comunemente indicate come Next Generation Sequencing o NGS, producono grandi e complessi dataset la cui analisi comporta diversi problemi a livello bioinformatico. L'analisi di questo tipo di dati richiede la messa a punto di pipelines computazionali il cui sviluppo richiede un lavoro di scripting necessario per concatenare i softwares già esistenti. Questa tesi tratta l'aspetto metodologico dell'analisi di dati NGS ottenuti con tecnologia Illumina. In particolare in essa sono state sviluppate tre pipelines bioinformatiche applicate ai seguenti casi studio: 1) uno studio di espressione genica mediante RNA-seq in "Olea europaea" finalizzato all’indagine dei meccanismi molecolari alla base dell’acclimatazione al freddo in questa specie; 2) uno studio mediante RNA-seq finalizzato all’identificazione dei polimorfismi di sequenza nel trascrittoma di due razze bovine mirato a produrre un ampio catalogo di marcatori di tipo SNPs; 3) il sequenziamento, l’assemblaggio e l’annotazione del genoma di un ceppo di Lactobacillus plantarum che mostrava potenziali proprietà probiotiche.The advance in sequencing technologies has led to the birth of sequencing platforms able to produce gigabases of sequencing data in a single run. These technologies commonly referred to as Next Generation Sequencing or NGS produce millions of short sequences called “reads” generating large and complex datasets that pose several challenges for Bioinformatics. The analysis of large omics dataset require the development of bioinformatics pipelines that are the organization of the bioinformatics tools in computational chains in which the output of one analysis is the input of the subsequent analysis. A work of scripting is needed to chain together a group of existing software tools.This thesis deals with the methodological aspect of the data analysis in NGS sequencing performed with the Illumina technology. In this thesis three bioinformatics pipelines were developed.to the following cases of study: 1) a global transcriptome profiling of “Oleaeuropeae” during cold acclimation, aimed to unravel the molecular mechanisms of cold acclimation in this species; 2) a SNPs profiling in the transcriptome of two cattle breeds aimed to produce an extensive catalogue of SNPs; 3) the genome sequencing, the assembly and annotation of the genome of a Lactobacillus plantarum strain showing probiotic properties.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOMAROCCO, ADRIANOCATTIVELLI, LUIGIORRU', LUIGI2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6068enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/65302015-06-03T08:48:23Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6530La evoluzione della politica agricola europea per integrare l'innovazione e la sostenibilitàEU AGRICULTURAL POLICY EVOLUTION TO INCORPORATE INNOVATION AND SUSTAINABILITYMARCHIS, ALEXANDRU VASILESECS-P/02: POLITICA ECONOMICAAGR/13: CHIMICA AGRARIAAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALEcommon agricultural policy, CAP, sustainability, innovation, policy development, stakeholder involvementLa tesi seguirà il processo di sviluppo in occasione della riforma 2013 della PAC. Senza tentare di fare un'analisi approfondita sui successi e gli insuccessi del quadro politico precedente, si concentrerà più sui le opinioni delle parti interessate sulle sfide della politica stava affrontando alla data e le possibili soluzioni proposte dalle parti interessate a prendere il la politica in avanti.
Una visione a 360 ° delle posizioni assunte dalle parti interessate rivelerà loro valutazione dell'efficacia della politica, l'efficacia degli strumenti esistenti per affrontare le nuove sfide, nonché identificherà le nuove direzioni che essi propongono per lo sviluppo delle politiche per affrontare le sfide future. Tale analisi consentirà l'identificazione del luogo e l'importanza data dalla parti interessate per la promozione dell'innovazione e della sostenibilità nel settore agricolo attraverso gli strumenti della PAC.
La tesi si propone di cogliere il ruolo delle diverse opinioni delle parti interessate nello sviluppo della politica e quindi di fare un'analisi delle sfide e delle opportunità parti interessate devono affrontare nel contesto della implementatione delle politiche agricole.The thesis will follow the policy development process during the 2013 reform of the CAP. Without attempting to make an in-depth expert analysis on the successes and failures of the previous policy framework, it will focus more on reflecting the opinions of the stakeholders on the challenges the policy was facing at date and possible solutions proposed by stakeholders to take the policy forward.
A 360° vision on the positions taken by stakeholders will reveal their assessment of the effectiveness of the policy, the efficacy of existing instruments to address new challenges as well as will identify the new directions they propose for policy development to meet future challenges. Such an analysis will allow identifying the place and importance given by stakeholders to the promoting innovation and sustainability in the agricultural sector through the instruments of the CAP.
The thesis aims at capturing the role of the various stakeholder opinions in the development of the policy and then to make an analysis of the challenges and opportunities stakeholders face in the context of the new policy implementation.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOCAPRI, ETTORE2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6530enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/65312015-06-03T08:49:48Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6531SUSTAINABLE AQUACULTURE: INTERNATIONAL LEGISLATION, TECHNICAL ASPECTS, PRESENT SITUATION AND FUTURE POTENTIAL DEVELOPMENTMONTICINI, PIERLUIGIAGR/13: CHIMICA AGRARIAsostenibilità, acquacoltura, sviluppo sostenibile, small scale fisheriesThe object of this thesis is to sustain that achieving Sustainable Development
in Aquaculture and Fisheries is not only possible, but also strongly recommendable.
Fishing and Aquaculture products are a highly valuable source of protein that
remarkably contribute to food security at a global level. They also constitute a source
of income and employment, but when ill managed, can cause irreversible depletion
of natural aquatic resources.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOCAPRI, ETTORE2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6531enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60702017-01-30T04:00:24Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6070THE ROLE OF DIETARY STARCH AND NON-STARCH POLYSACCHARIDE IN SWINE PERFORMANCE AND NUTRIENT RECEPTORS GENE EXPRESSIONRZEPUS, MARCIN MATEUSZBIO/11: BIOLOGIA MOLECOLAREAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIpig, performance, starch, NSP, nutrient sensor, T1Rs, T2RsThe present work has been divided into two parts. At first, research projects attempt to evaluate technologies that increase digestibility of energy and other nutrients in cereal grains and their co-products. Differences in starch digestibility have been attributed to various factors, including the the type of corn endosperm, the presence of proteins and prolamins, the presence of lipids, the amylose-amylopectin ratio, the starch granule structure, the particle size, the conservation and processing methods. Second part of my work was dedicated to investigate the sensors of diet compounds which could be considered as potential markers to monitor nutrition status of organism. Activation of these receptors is believed to influence the hunger-satiety cycle, and their expression levels may be altered by dietary composition. Thus, the aim was to investigate for the first time the effect of arabinoxylans (AX) and β-glucans (BG) on the relative level of expression of carbohydrates, amino and fatty acid nutrient sensors genes in porcine oral and non-oral tissues.The present work has been divided into two parts. At first, research projects attempt to evaluate technologies that increase digestibility of energy and other nutrients in cereal grains and their co-products. Differences in starch digestibility have been attributed to various factors, including the the type of corn endosperm, the presence of proteins and prolamins, the presence of lipids, the amylose-amylopectin ratio, the starch granule structure, the particle size, the conservation and processing methods. Second part of my work was dedicated to investigate the sensors of diet compounds which could be considered as potential markers to monitor nutrition status of organism. Activation of these receptors is believed to influence the hunger-satiety cycle, and their expression levels may be altered by dietary composition. Thus, the aim was to investigate for the first time the effect of arabinoxylans (AX) and β-glucans (BG) on the relative level of expression of carbohydrates, amino and fatty acid nutrient sensors genes in porcine oral and non-oral tissues.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOMOSCHINI, MAURIZIOROURA, EUGENI2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6070enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60722015-02-10T09:03:05Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6072ASSESSMENT OF THE CARBON SEQUESTRATION POTENTIAL IN SOIL AND IN BELOWGROUND BIOMASS OF SIX PERENNIAL BIOMASS CROPCHIMENTO, CARLOAGR/02: AGRONOMIA E COLTIVAZIONI ERBACEEC sequestration, biomass crops, soil organic carbon, particulate organic matter, intra-aggregates C, root C-input, litter C-input , Short Rotation Coppice, Rhizomatous crops
root diameters, root length density, root biomass weight, root vertical distribution.L'obiettivo della ricerca è stato quello di identificare la coltura bioenergetica con il maggior potenziale di sequestro del carbonio (C); sono state considerate tre colture perenni arboree (pioppo, robinia e salice) e tre colture erbacee perenni (canna comune , miscanto e panico ) al sesto anno dal loro impianto e coltivate nello stesso ambiente.
In primo luogo sono state misurate le variazioni dei tassi del C organico del suolo (COS) per il primo 1 m, mentre per i primi 30 cm di suolo è stato stimato il grado di stabilita del COS valutando sette frazioni di COS che presentano differenti gradi di stabilizzazione; in secondo luogo, sono stati caratterizzati gli apparati radicali delle sei specie per la stessa profondità di suolo, per valutare dove le specie accumulano la biomassa radicale lungo il profilo di suolo. I risultati confermano che l’impianto di colture bioenergetiche perenni su superfici precedentemente dedite a colture annuali gestite convenzionalmente rappresenta una opzione valida per sequestrare C nel soulo. Tuttavia, è stata osservata una diversa capacità di sequestro di C tra specie arboree ed erbacee: le specie arboree hanno dimostrato aumentre il contenuto di COS nel primo strato di suolo ( 0-10 cm di suolo), ma la loro capacità di allocare biomassa radicale negli strati profondi del suolo è limitata; mentre, la specie erbacee allocano un’alta quantità di biomassa radicale negli strati profondi del suolo, ma solo il panico ed il miscanto hanno aumentato il contenuto di C nel primo strato di suolo.The objective of the present research was to identify the bioenergy crop with the greatest carbon sequestration potential among three perennial woody crops (poplar, black locust and willow) and three perennial herbaceous crops (giant reed, miscanthus and switchgrass) at the sixth year from plantation and in the same location.
First of all the SOC stock variations for the first 1 m soil depth and the quantification of seven soil C fractions related to SOC stabilization level of the first 30 cm of soil were assessed; secondly, a characterization of the root system and the traits which affect the carbon allocation in soil were considered. The results confirm that the establishment of perennial bioenergy crops in previous arable fields can be a suitable option to sequester carbon (C) belowground. However, a different C sequestration capacity was observed between woody and herbaceous crops: woody species showed the greatest SOC sequestration potential in the first soil layer (0-10 cm of soil) but their ability to allocate root biomass in the deeper soil layers was limited; while, the herbaceous species allocated a high amount of root biomass in the deeper soil layers, but only switchgrass and miscanthus sequester C in the first soil layer.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOAMADUCCI, STEFANO2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6072enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60732015-02-06T02:00:34Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6073Caratterizzazione di genotipi di sorgo in funzione di tratti legati alla tolleranza alla siccitàCHARACTERIZATION OF SORGHUM GENOTYPES FOR TRAITS RELATED TO DROUGHT TOLERANCEFRACASSO, ALESSANDRAAGR/07: GENETICA AGRARIAAGR/02: AGRONOMIA E COLTIVAZIONI ERBACEEBIO/04: FISIOLOGIA VEGETALESorghum bicolor, produzione e composizione della biomassa, NIRS, tolleranza alla siccità, scambi gassosi, fluorescenza della clorofilla, RNA-Seq. Sorghum bicolor, biomass production and composition, NIRS, drought tolerance, gas exchange, chlorophyll fluorescence, RNA-SeqL’incessante aumento della popolazione mondiale ed il conseguente incremento della richiesta di risorse alimentari ed energetiche, congiuntamente al mutevole scenario climatico, sempre più incline a periodi di siccità prolungata in misura sempre maggiore in alcune zone del pianeta, fa sì che sempre più attenzione sia rivolta allo sviluppo ed all’implementazione di risorse energetiche rinnovabili a bassi input. Il sorgo zuccherino (Sorghum bicolor Moench) è una coltura bioenergetica in grado di fornire cibo, bioetanolo e biogas. Lo studio di tale coltura in risposta al deficit idrico promuove una più approfondita conoscenza dei meccanismi alla base dei processi fotosintetici, e di come, e quanto, questi possano essere influenzati dall’assenza temporanea, o più o meno prolungata, di disponibilità idrica. La produzione di biomassa e la sua composizione chimica sono state valutate per genotipi di nuova costituzione in confronto a quelli già disponibili in commercio, ai fini della produzione di biogas e bioetanolo. Una più approfondita analisi fisio-fenologica e molecolare è stata condotta su sei genotipi di sorgo con lo scopo di combinare in una visione di insieme più integrata la risposta alla siccità in sorgo. Due genotipi (uno sensibile e l’altro tollerante la siccità) sono stati selezionati per l’analisi trascrittomica in risposta allo stress idrico al fine di individuare geni candidati potenzialmente utili ai fini di una selezione assistita da marcatore.Due to the increasing human population and the consequent surging energy and water demand, it is necessary to implement energy and fuel production from low input renewable sources. Sweet sorghum (Sorghum bicolor Moench) is a low input multipurpose crop that provides food, feed and bioethanol from conversion of sugars accumulated in the stalk and biogas from anaerobic digestion of whole aboveground dry biomass. This multipurpose crop was studied in response to water deficit. In particular, the biomass production and its composition were evaluated in response to drought for new developed and commercial genotypes for biogas and bioethanol production. The physiologic and molecular approaches were combined in order to provide an integrated view on drought tolerance in sorghum enabling to know which are the mechanisms and with which extent they were affected by drought in this bioenergy crop. The transcriptomic analysis was performed on two sorghum genotypes (one sensitive and the other one tolerant to drought) with RNA-Seq technology in order to evaluate the diversity existing in the sorghum transcriptome that could be related to drought tolerance and to identify candidate genes that could be used as potentially marker for the marker assisted selection.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOAMADUCCI, STEFANO2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6073enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60742024-01-24T17:52:04Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6074Tecnologie di sequenziamento massivo e genomica: approfondimenti nella specie bovinaHIGH-THROUGHPUT SEQUENCING TECHNOLOGIES AND GENOMICS: INSIGHTS INTO THE BOVINE SPECIESMILANESI, MARCOAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOexome, Single Nucleotide Polymorphism, bioinformatics, data analysis, esoma, polimorfismi a singolo nucleotide, bioinformatica, analisi datiNel corso dell’ultimo secolo, i programmi di miglioramento genetico hanno portato a notevoli progressi nelle razze bovine nonostante le conoscenze scarse o assenti relative ai geni coinvolti e alle loro funzioni. In questa tesi il genoma bovino è stato studiato con tecnologie massive, impiegando metodiche d’analisi sia tradizionali sia innovative per identificare i geni che controllano i fenotipi complessi e dare supporto al sistema allevatoriale.
Nella prima parte del lavoro pannelli SNP a media densità sono stati utilizzati per l’individuazione di ”selection signature” condivise tra razze bovine da latte o da carne, identificando geni candidati specifici per l’attitudine produttiva, e di regioni associate ai fenotipi produttivi in razze da latte. L’associazione è stata effettuata sia con una regressione classica sia con un approccio “gene-centrico” innovativo. Regioni e geni associati significativamente ai fenotipi legati alla produzione lattea sono risultati essere razza specifici.
Nella seconda parte, i dati dal sequenziamento dell’esoma e da pannelli SNP ad alta densità sono stati combinati per identificare mutazioni deleterie nella razza Frisona. Diversi approcci sono stati combinati per filtrare e ordinare le varianti genetiche. Alcuni geni che controllano meccanismi biologici di base, quali la fertilità e lo sviluppo, sono stati identificati come candidati ad essere deleteri.
Per queste indagini sono stati utilizzati alcuni strumenti bioinformatici già disponibili e, quando necessario, sono stati sviluppati nuovi approcci e procedure.In the last century, advanced breeding methods have increased the rate of genetic gain in cattle but, with a few exceptions, genes and molecular functions underlying phenotypic variation are still largely unknown. In this thesis, the bovine genome was studied with high-throughput technologies using established and innovative procedures to search for genes controlling complex traits and support bovine breeding.
In the first part a medium density marker panel was used to detect selection signatures shared by dairy or by beef breeds, identify candidate genes for specific production aptitudes, and genomic regions associated to production traits in dairy cattle. Genome wide association was run using a classic regression and an innovative gene-centric method. Regions and genes significantly associated to milk traits were specific for each breed.
In a second part, data from exome sequences and high-density marker panels were combined to identify deleterious mutations in Italian Holstein. Different approaches were combined to filter and prioritize genetic variants. A set of candidate deleterious genes were found, that control basic biological mechanisms such as development and fertility.
State of the art bioinformatics tools were used in these investigations and, whenever necessary, new pipelines and approaches were developed.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOAJMONE MARSAN, PAOLONICOLAZZI, EZEQUIEL LUISBOMBA, LORENZOCAPOMACCIO, STEFANO2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6074enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/107862016-03-22T02:02:20Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/10786Nuovi approcci per la valutazione dell'effetto dei fungicidi nei confronti dell'oidio della viteNEW APPROACHES FOR THE EVALUATION OF FUNGIDES' EFFECT ON GRAPEVINE POWDWRY MILDEWNew approaches for the evaluation of fungicides’ effect on grapevine powdery mildewRUSSO, GIUSEPPEAGR/12: PATOLOGIA VEGETALEErysiphe necator, fungicides, multi-treatment meta-analysis, SEM X-ray micro-analysis.In questo lavoro si intende indagare l'effetto degli anti-oidici più diffusi al fine di individuare nuovi approcci per la ricerca sui fungicidi. Le analisi statistiche mostrano che meptildinocap, zolfo, metrafenone e penconazolo, somministrati a dosi di etichetta, prevengono le infezioni di Erysiphe necator qualora applicati fino a 12 giorni prima dell'inoculazione. Meptildinocap e zolfo conservano una buona efficacia anche se applicati fino a 9 e 6 giorni dopo l'inoculazione. Meptildinocap neutralizza il massimo numero di conidi entro 6 giorni dal trattamento. La meta-analisi multivariata eseguita su prove di campo dimostra che tutti i fungicidi riducono la gravità delle infezioni su grappolo oltre l'80%, qualora applicati da 3 a 13 volte a dosi di etichette secondo il criterio fenologico. Nonostante cyflufenamid, quinoxyfen, fenarimol, fenarimol+zolfo, propiconazolo e kresoxim-metil+boscalid siano significativamente più efficaci dello zolfo, la loro applicazione ripetuta rappresenta una condizione favorevole all’insorgenza di resistenze. L’ approccio chemio-metrico all’ analisi dei dati ottenuti da microanalisi in microscopia SEM a raggi X mostra che meptildinocap induce modificazioni nei rapporti tra Ca e Al e P e S sulla parete dei Chasmoteci trattati. Tali modificazioni sono probabilmente dovute al dissolvimento della membrana plasmatica. Questi nuovi approcci possono rappresentare un'utile integrazione ai metodi già noti.In this work the effect of the most widespread fungicides used for Erysiphe necator management is investigated in order to test new approaches to fungicide research. ANCOVA and Tukey’s post hoc tests showed that meptyldinocap, sulfur, metrafenone and penconazole administrated at label rates prevent E. necator infections when applied up to 12 days before inoculation. Meptyldinocap and sulfur preserve a good efficacy even when applied until 9 and 6 days after inoculation. Meptyldinocap significantly increases E. necator conidia mortality within 6 days exposure. The multi-treatment meta-analysis performed on field trials shows that all fungicides reduce disease severity over 80% on vine bunches when applied from 3 to 13 times at label rates with the phenological criterion. Although cyflufenamid, quinoxyfen, fenarimol, fenarimol+sulfur, propiconazole and kresoxim-methyl+boscalid are significantly more effective than sulfur their repeated application in vineyard represents an important E. necator resistance risk. The application of chemo-metric approach to data earned by SEM X-ray microanalysis shows that meptyldinocap leads to modifications in the relationships between Ca and Al and P and S in treated Chasmothecia wall. Such modifications are probably due to the plasma membrane disruption. The new approaches tested here may represent a useful integration of already known methods.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOROSSI, VITTORIO2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10786enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60752015-02-06T02:00:36Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6075Valutazione della sicurezza di Enterococcus faecium nella catena alimentareSAFETY ASSESSMENT OF ENTEROCOCCUS FAECIUM IN THE FOOD CHAINPIETTA, ESTERAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIBIO/19: MICROBIOLOGIA GENERALEAGR/16: MICROBIOLOGIA AGRARIAEnterococcus faecium, food chain, antibiotic resistance, clade, genome analysis, safety assessment, fermented food, catena alimentare, resistenza agli antibiotici, analisi genomica, valutazione della sicurezza, alimenti fermentatiEnterococcus faecium è un componente fondamentale del microbiota di diversi alimenti fermentati quali formaggi e salumi e viene spesso isolato in alto numero in alimenti pronti al consumo. É inoltre largamente utilizzato come probiotico sia per l’uomo che per gli animali. Allo stesso tempo, però, questa specie batterica rappresenta una delle cause principali di infezioni nosocomiali quali endocarditi ed infezioni al tratto urinario.
Studi recenti hanno dimostato che la specie E. faecium è costituita da due sub-popolazioni principali: la prima è denominate hospital associated (HA) clade “A” ed include la maggior parte dei ceppi responsabili di infezioni umane; la seconda è chiamata community associated (CA) clade “B”, e contiene principalmente ceppi commensali dell’uomo. Analisi più approfondite hanno rivelato un ulteriore suddivisione all’interno del clade A, nel sub-clade A1 (che raggruppa la maggioranza dei ceppi clinici) e nel sub-clade A2, associato agli animali e più sporadicamente ad infezioni umane.
Nel 2012, EFSA ha redatto una linea guida per la valutazione della sicurezza di E. faecium usato come probiotico per gli animali, concludendo che i cepi appartenenti all’hospital-associated clade non devono essere utilizzati in nutrizione animale.
Comunque, la distinzione tra le due sub-popolazioni è stata fatta utilizzando dati ottenuti prevalentemente da isolati umani e animali e solo un numero limitato di ceppi isolati dagli alimenti è stato considerato. Obiettivo di questa tesi di dottorato è stato quello di valutare la sicurezza di E. faecium negli alimenti fermentati, considerando ceppi isolati da formaggi artigianali e prodotti carnei e utilizzando sia tecniche di genomica che analisi fisiologiche. Nessuno dei ceppi alimentari studiati è risultato parte del clade A1, ma un ceppo isolato da un salame stagionato pronto al consumo ha rivelato diversi tratti tipici dei ceppi A1, tra cui particolari IS, transposase e geni di resistenza agli antibiotici.
Questi risultati, così come altri dati, sottolineano la necessità di approfondire le conoscenze circa il ruolo dei ceppi di E. faecium isolati da alimenti come fattore di rischio per la salute umana.Enterococcus faecium is commonly found in high numbers in ready to eat foods, being a member of the bacterial communities of a variety of fermented foods, including cheese and sausages, and is widely used as human and animal probiotic. However, this bacterial species is a leading cause of nosocomial infection, mainly endocarditis and urinary tract infections.
Recent studies have demonstrated that E. faecium species consists of two very distinct clades: the hospital associated (HA) clade “A”, which includes most of the strains responsible for human infections, and the community associated (CA) clade “B”, that contains primarily human commensal isolates. Deeper analysis revealed a further split within clade A into sub-clade A1 (which groups the vast majority of clinical isolates), and sub-clade A2, associated with animals and sporadic human infections.
In 2012, the European Food Safety Authority has issued a guideline for the safety assessment of E. faecium used as animal probiotics, concluding the strains belonging to the hospital-associated clade should not be used in animal nutrition.
However, the differentiation of the two clades has been performed using data mainly deriving from human and animal isolates, and only a limited number of strains from the food chain were considered. Aim of this doctoral thesis was to assess the safety of E. faecium in fermented food, considering strains isolated from artisanal cheese and meat products, and using both whole genome-based techniques and physiological studies. None of the food isolates studied in this work belong to the epidemic clade A1, however a strain isolated from a ready to eat salami revealed several A1-specific traits, such as specific IS, transposases and antibiotic resistance genes.
These results, as well as other data, underline the emergency of deeper understanding the role of E. faecium isolated from fermented foods as risk factor for human health.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOCOCCONCELLI, PIER SANDRO2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6075enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/65352015-06-03T08:54:07Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6535LE PREFERENZE E L'ATTEGGIAMENTO DEI CONSUMATORI VERSO GLI ATTRIBUTI DEL VINO: IL CASO DELL' ETICHETTATURA SOSTENIBILECONSUMER PREFERENCES AND ATTITUDE FOR WINE ATTRIBUTES: THE CASE OF SUSTAINABLE LABELLINGSOGARI, GIOVANNIAGR/01: ECONOMIA ED ESTIMO RURALEvino, wine, consumatore, consumer, attitude, etichettatura, preferenze, choice experiment, wtp, disponibilità a pagare, biologico, sostenibile, sustainableIl focus della mia tesi "Le preferenze dei consumatori e l'atteggiamento verso gli attributi di vino: il caso dell’etichettatura sostenibile" è quello di esplorare le questioni intorno alla sostenibilità nel settore vitivinicolo; l'indagine è stata condotta in Italia e all'estero nel corso dei tre anni del mio dottorato.
Anche se dalla letteratura emerge come il prezzo, le caratteristiche sensoriali, l’esperienza precedente siano gli attributi più importanti per la scelta di un vino, la tesi si propone di analizzare l'introduzione dell'attributo di sostenibilità nel settore del vino, fornendo ulteriori delucidazioni riguardo la percezione dei consumatori e le preferenze per i vini non convenzionali. Tale ricerca è stata condotta con il contributo essenziale e la supervisione del professor Daniele Rama del Dipartimento di Economia Agroalimentare (Università di Piacenza) e i Prof. Cristina Mora e Prof. Davide Menozzi del Dipartimento di Scienze degli Alimenti (Università di Parma).The focus of my dissertation “Consumer preferences and attitude for wine attributes: the case of sustainable labelling” is to explore the issues around sustainability in the wine industry; the investigation was conducted both in Italy and abroad over the last three years of my Ph.D.
Even though from literature review emerged that price, sensory characteristics, previous experience are the most important attributes for choosing a wine, this dissertation aims to analyses the introduction of the sustainable attribute in the wine industry, providing more insights into consumer perception and preferences for non-conventional wines. All such research has been carried out with the essential contribution and the supervision of Professor Daniele Rama of the Department of Agricultural Economics (Piacenza University) and Prof. Cristina Mora and Prof. Davide Menozzi of the Department of Food Science (University of Parma).Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOMORA, CRISTINARAMA, DANIELE2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6535enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60762015-02-06T02:00:38Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6076ENVIRONMENTAL IMPACT MITIGATION IN DAIRY FARMS AND BIOGAS PRDUCTION FROM MANURE AND ENERGY CROP IN THE PO VALLEYBATTINI, FERDINANDOAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEAGR/02: AGRONOMIA E COLTIVAZIONI ERBACEEdairy farm, biogas, environmental impacts, energy crops, azienda zootecnica da latte, biogas, impatti ambientali, colture dedicate.La tesi ha un filo logico che inizia con la quantificazione e caratterizzazione degli impatti ambientali della produzione del latte. La ricerca prosegue con l'analisi delle opzioni per mitigare questi impatti, tra cui la produzione di biogas da reflui zootecnici. Il passo successivo è stato quello di analizzare la sostenibilità ambientale della co-digestione della biomassa da colture dedicate e reflui zootecnici.
La digestione anaerobica dei reflui zootecnici per la produzione di biogas e la sua combustione per produrre energia elettrica è risultata un approccio tecnologico efficace per ridurre le emissioni di gas serra in quanto riduce le emissioni dallo stoccaggio dei liquami e sostituisce la produzione di energia elettrica da combustibili fossili.
La produzione di biogas da biomassa da colture dedicate, anche se non fornisce benefici ambientali di per sé, può essere considerata come una opzione per facilitare e incrementare la digestione dei reflui, ma la biomassa da colture dedicate deve essere utilizzato in modeste quantità.
I risultati di questa tesi - realizzati utilizzando la metodologia LCA - possono aiutare i responsabili politici nella pianificazione delle misure volte ad aumentare la sostenibilità della produzione del latte e del biogas nelle aziende zootecniche.The thesis has a logical thread that starts with the quantification and characterization of the environmental impacts of milk production. The research continues with the analysis of the options for mitigating these impacts, among which biogas production from manure results very effective. The next step was to analyse the environmental sustainability of co-digestion of manure and energy crops.
The anaerobic digestion of manure to biogas and its combustion to produce electricity resulted as an effective technological approach to mitigate GHG emissions because it reduces the emissions from slurry storage and contributes to the displacement of electricity generation from fossil fuels.
Biogas production from energy crops, although not providing environmental benefits per se, may be regarded as an option to facilitate and increase the digestion of manure, if allowed only in small shares.
The results of this thesis – achieved using LCA methodology – can assist policy makers in the planning of measures aimed at increasing the sustainability of milk and biogas production from dairy farms.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOAMADUCCI, STEFANO2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6076enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/118432017-01-25T13:01:36Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/11843EFFECTS OF HYBRID, HARVEST TIME AND HAIL DAMAGE ON CHEMICAL, NUTRITIONAL AND BIO-METHANE POTENTIAL PROPERTIES OF WHOLE PLANT CORNGRECCHI, ISABELLAAGR/19: ZOOTECNICA SPECIALEAGR/18: NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE ANIMALEAGR/17: ZOOTECNICA GENERALE E MIGLIORAMENTO GENETICOcorn, harvest time, Biochemical methane potential, hybrid, hail, fibre ,starch, biogasIl mais rappresenta una delle colture più diffuse nel Nord Italia. Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento della superficie a mais legato soprattutto all'uso dell'insilato di mais come substrato per la produzione di biogas.
Per questo motivo è necessario avere il maggior numero di informazioni possibili per migliorare le performance della coltura.
In letteratura ci sono molti studi che valutano l’impatto dell’ambiente e del management sulle caratteristiche chimico nutrizionali e sul potenziale metanigeno del foraggio di mais ma non ci sono lavori che considerano entrambi i parametri.
L’obiettivo della tesi è stato quello di investigare come il danno da grandine , la genetica e il momento di raccolta possano influenzare la composizione della pianta intera tradotta come potenziale metanigeno e valore nutrizionale del foraggio.In the Po Valley the maize crop represent one of the most cultivated plant used for cattle feeding but in the last 10 years it is also used as biogas substrate. Considering the importance of this cultivation, there is the continuous need to obtain information about this plant with the aim to improve the crop performance. There are numerous studies investigating the impact of environmental aspects and management practices on chemical and nutritional composition, and methane production in the literature but very few that evaluate those parameters together. The general objective of this thesis is to investigate how hail damage, type of hybrid and the harvesting date affect the whole plant composition.
To accomplish this, two specific objectives are posed: i) verify the effects of hail damage levels on yield, chemical and nutritional feature as well as on BMP of maize grown in the Po Valley; and ii) to evaluate the value of different hybrids for animal nutrition and methane production in anaerobic fermenters and as delaying harvesting after the usual stage of maturity affects these features. It was also aimed to verify if chemical composition and in vitro digestibility tests could allow to estimate methane yield potential in maize whole plant.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOBANI, PAOLO2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/11843enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60772015-02-10T09:11:47Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6077APPLICAZIONE DI INDICATORI FISICI, CHIMICI E BIOLOGICI PER VALUTARE LA QUALITA' E LO STATO DI SALUTE DEI SUOLI. IL CASO DELLA REGIONE LOMBARDIAAPPLICATION OF PHYSICAL, CHEMICAL AND BIOLOGICAL INDICATORS TO ASSESS QUALITY AND HEALTH STATE OF SOILS. The case of the Lombardy RegionGUIDOTTI, LAURAAGR/13: CHIMICA AGRARIACHIM/01: CHIMICA ANALITICAsuolo, inquinamento, salute e qualità ambientale, monitoraggio, indicatori chimico-fisici e biologici, soil, pollution, environmental quality and health, monitoring, chemical-physical-biological indicatorsScopo del progetto era valutare lo stato di salute e la qualità dei suoli agricoli lombardi e di alcune sue aree caratterizzate da specifiche criticità ambientali, attraverso un monitoraggio multidisciplinare. L’uso di indicatori biologici accoppiato alle classiche tecniche analitiche ha consentito di implementare le informazioni ottenute dal punto di vista chimico-fisico. Contrariamente al passato infatti, la componente vivente del suolo è diventata fondamentale alla comprensione delle sue condizioni, in quanto esso è stato riconosciuto come sistema strettamente connesso agli altri comparti ambientali, influenzato e caratterizzato da tutti gli organismi che lo compongono. Sulla base di ciò sono state indagate la struttura e le caratteristiche delle comunità microbiche, dei lombrichi e dei protozoi ciliati, le attività enzimatiche del suolo, e la genotossicità delle sostanze inquinanti utilizzando il trifoglio come pianta indicatrice.
Abbiamo inoltre avuto modo di applicare alcune tecniche che esulano dal classico monitoraggio, ma che forniscono informazioni preziose circa il comportamento di una sostanza o di un elemento. Si tratta dell’applicazione della diluizione isotopica per determinare la presenza del cromo esavalente in suoli potenzialmente contaminati, e di biosaggi con batteri bioluminescenti per valutare la biodisponibilità di arsenico e mercurio in un Sito di Interesse Nazionale.The aim of the project was to assess health status and quality of agricultural soils of the Lombardia region, and some areas with critical environmental situations, through a multidisciplinary monitoring. The use of biological indicators coupled to classic analytical techniques, has allowed the implementation of the information obtained from the chemical-physical point of view. Contrary to the past, the living component of the soil has become crucial to better understand its condition, as it has been recognized as a system closely related to other environmental media, influenced and characterized by all organisms that compose it. Basing on this it was investigated the structure and characteristics of microbial communities, earthworms and ciliated protozoa, the enzymatic activities of the soil, and the genotoxicity of pollutants using clover plants as indicator.
We also had the opportunity to apply some of the techniques that are outside the classic monitoring, but that can provide valuable information about the behavior of a substance or an element. These techniques are: the application of isotope dilution to determine the presence of hexavalent chromium in potentially contaminated soils, and bioassays with bioluminescent bacteria to assess the bioavailability of arsenic and mercury in a Site of National Interest.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOBEONE, GIAN MARIA2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6077itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/60782016-06-18T00:02:17Zhdl_10280_54hdl_10280_11682024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6078ESTRATTI AD ELEVATO CONTENUTO DI ANTIOSSIDANTI OTTENUTI DA RESIDUI DELLA VINIFICAZIONE: ESTRAZIONE CON SOLVENTE e MIGLIORAMENTO DEL PROCESSO DI ESTRAZIONE ATTRAVERSO L'APPLICAZIONE DI TENSIOATTIVIANTIOXIDANT EXTRACTS FROM WASTE GRAPE SKINS: CONVENTIONAL SOLVENT EXTRACTION AND SURFACTANT APPLICATION FOR PROCESS INTENSIFICATIONBOSI, MATTEOAGR/15: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARIING-IND/25: IMPIANTI CHIMICIphenols, polifenoli, antiossidanti,wine, vino, food waste, rifiuti, CGAs, colloidal gas aphron, surfactant, tensioattivoLa tesi di dottorato è stata sviluppata all'interno del progetto nazionale Valorvitis ed è suddivisa in due parti. La prima riguarda la caratterizzazione chimica di sei estratti di vinacce d’uva ottenute diverse varietà di uva: tre a bacca rossa( Pinot Noir, Barbera e Nebbiolo) e tre a bacca bianca (Moscato, Muller Thurgau e Chardonnay). Ogni estratto è stato caratterizzato per contenuto e composizione in composti fenolici. La seconda attività consiste nello studio di un metodo alternativo di estrazione-purificazione basato sull'impiego di Gas Aphron Colloidali (CGAs) con la finalità di ridurre i costi di processo, la quantità di solvente da utilizzare durante la fase di estrazione e, allo stesso tempo, aumentare il grado di purezza dell’estratto in termini di contenuto polifenolico.The present PhD thesis work was carried out under the framework of the Valorvitis.Extracts have been obtained from different red (Pinot Noir, Barbera and Nebbiolo) and white (Moscato, Muller Thurgau and Chardonnay) grape marcs and quantitatively analysed for the content of total phenolics, tannins, anthocyanins, cinnamic acids, flavonoids, flavonols, sugars (glucose and fructose) and for the anti-oxidant power (AOP).
A new extraction-purification process based on CGAs application has been investigated. CGAs were first reported by Sebba (1987) as micro bubbles, with dimension among 10–100 μm, composed of a gaseous inner core surrounded by a thin surfactant film, which are created by intense stirring of a surfactant solution above its critical micellar concentration. Surfactants are able to catch phenolics thanks to both electrostatic and hydrophobic interactions depending on the surfactant (ionic or non-ionic) and on the phenolic compound. In this project the low-cost non-ionic food grade surfactant Tween 20 was used.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAASTORRI, ROMEOSPIGNO, GIORGIA2015-01-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6078enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/65382017-05-31T03:00:26Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6538Manipolazione della maturazione in Vitis vinifera L.: rapporto tra superficie fogliare/uva e gli interazioni delle pratiche colturaliMANIPULATION OF RIPENING IN VITIS VINIFERA L.: LEAF TO FRUIT RATIO AND CULTURAL PRACTICES INTERACTIONSBOBEICA, NATALIAAGR/03: ARBORICOLTURA GENERALE E COLTIVAZIONI ARBOREEVitis vinifera L, gas exchange, climate change, leaf-to-fruit ratio, berry composition, scambi gassosi, cambio climatico, rapporto superficie fogliare/uva, composizione della baccaIl cambio climatico sta inducendo una precocità negli fasi fenologiche della vite, tra cui la maturazione, un fenomeno che si verifica spesso nelle stagioni più calde e che porta a vini sbilanciati. La composizione della bacca consiste principalmente di metaboliti primari e secondari. Entrambi sono sensibili all'ambiente e alla gestione del vigneto. Di conseguenza, il cambiamento climatico può influenzare la composizione delle bacche e modificare la qualità del vino e la tipicità. La defogliazione può influenzare la composizione della bacca, modulando il bilancio vegeto-produttivo.
Durante i tre anni del dottorato di ricerca, diversi rapporti tra superficie fogliare e uva sono state studiate per chiarire i meccanismi d'azione contro il processo di maturazione. In questa ricerca è stato studiato l'effetto della severità, tempismo e la posizione di defogliazione su due vitigni, Sangiovese e Cabernet Sauvignon.Global warming is inducing a general earliness in the onset of grapevine phenological stages including ripening, a phenomenon that occurs often in the hottest seasons and which leads to unbalanced wines. Grape berry composition mainly consists of primary and secondary metabolites. Both are sensitive to environment and viticultural management. As a consequence, climate change can affect berry composition and modify wine quality and typicity. Leaf removal techniques can impact berry composition by modulating the source-to-sink balance.
During the three years of PhD, different leaf-to-fruit ratios were studied to clarify action mechanisms vs the ripening process. In this research was studied the effect of severity, timing and position of leaf removal on two cultivars, Sangiovese and Cabernet Sauvignon.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOPONI, STEFANO2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6538enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/65362015-06-03T08:55:21Zhdl_10280_542024-03-29T10:36:28Z urn:hdl:10280/6536LA DIMENSIONE RELAZIONALE DEGLI ALIMENTI. INDICAZIONI NUTRIZIONALI E SULLA SALUTE IN UNA PROSPETTIVA COMPARATANUTRITION POLICY IN THE EUROPEAN UNION: ANALYSIS OF THE REGULATION ON NUTRITION AND HEALTH CLAIMS MADE ON FOODS IN AN INTERNATIONAL PERSPECTIVETOGNI, ENRICOIUS/14: DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEAIUS/03: DIRITTO AGRARIOIUS/02: DIRITTO PRIVATO COMPARATOdiritto alimentare - diritto dell'Unione Europea - diritto privato comparato - etichettatura - tutela del consumatore - indicazioni nutrizionali e sulla salute - WTO; Food law - EU law - private comparative law - consumer protection - food labelling - food information - nutrition and health claims - WTOL’obiettivo del presente lavoro di ricerca è quello di porre in luce la cosiddetta “dimensione relazionale” dell’informazione fornita ai consumatori di alimenti tramite l’etichettatura nutrizionale e salutistica, intesa quale strumento normativo per l’attuazione delle politiche nutrizionali perseguite dall'Unione Europea.
Il presente scritto analizza come le funzioni dell’etichettatura alimentare siano mutate durante i decenni, a partire dalla fine degli anni settanta del secolo scorso, quando essa era sì concepita come strumento informativo, ma il cui scopo principale rimaneva tuttavia quello di appianare le varie difformità legislative o regolamentari esistenti tra i vari Stati Membri – potendo queste rappresentare un ostacolo alla creazione di un mercato comune – sino ai giorni nostri, che vedono l’etichetta come una protagonista attiva in seno ad un più ampio programma di politica nutrizionale; più precisamente, attraverso un’adeguata etichettatura alimentare, le istituzioni dell’Unione Europea ambiscono a plasmare le abitudini alimentari dei consumatori, indirizzandoli verso percorsi nutrizionali più salutari.
In tale contesto, il Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sugli alimenti rappresenta un ambizioso e, al tempo stesso, controverso tassello del diritto alimentare europeo, le cui premesse ispiratrici erano indubbiamente lodevoli, ma che è stato vittima, successivamente, di un’attuazione che ha generato notevole scontento ed incertezza sia tra i consumatori che nell'industria, al punto tale che da più parti si nutrono dubbi in merito alla sua efficacia e validità.
Il presente lavoro di ricerca ambisce quindi a fornire una profonda analisi del Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute, offrendo una panoramica di esso in chiave storica, sociale, ed economica, imprescindibile al fine di una corretta e completa comprensione delle scelte normative e delle loro implicazioni di mercato. In ossequio a tale intento, in ogni apertura di paragrafo è offerto un inquadramento di taglio storico-normativo, mentre, in conclusione, si tenta di fornire qualche spunto critico da cui potrebbe, o avrebbe potuto, derivare una migliore attuazione del Regolamento.
Dopo una breve introduzione, la ricerca entra nel suo vivo attraverso l’analisi di ogni aspetto del Regolamento (CE) n. 1924/2006, soffermandosi, in particolar modo, su quello che è l’aspetto cruciale e problematico relativo alla sua attuazione: il ruolo della scienza e, più precisamente, la valutazione circa la fondatezza scientifica dei claims, procedimento che, in assenza di chiare definizioni normative ed operative, è di fatto rimesso alla discrezionalità interpretativa dell’EFSA, avallata (implicitamente o esplicitamente) dalla Commissione Europea e dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, generando così reazioni critiche tra pratici ed accademici che accusano una illegittima applicazione del principio di precauzione in un ambito che gli è estraneo, vale a dire quello dell’informazione alimentare al consumatore finale.
Il lavoro prosegue poi con una riflessione sull'esito finale di un siffatto adagiamento sul processo di validazione scientifica condotto dall’EFSA, che ha ridotto la più parte della conoscenza nutrizionale a poco più di 200 indicazioni sulla salute autorizzate, la cui formulazione letterale, tra l’altro, si dubita assai possa essere agevolmente compresa dal cosiddetto consumatore medio.
Inoltre, il Regolamento lascia irrisolti e aperte molti dilemmi e questioni, che devono urgentemente trovare un positivo interessamento al fine di non vanificare gli apprezzabili sforzi di spinta alla ricerca innovativa e di garanzia di una leale ed effettiva concorrenza nell'industria alimentare; il riferimento corre, tra gli altri, ai cosiddetti “claims botanici” ed ai “probiotici”, in relazione ai quali è ad oggi impedito reclamizzare in etichetta un’indicazione salutistica, sull’assunto per cui non è ancora stato raggiunto un livello accettabile di consenso scientifico relativamente alla loro sicurezza d’uso ed efficacia.
Di conseguenza, se lo stato dell’arte è connotato da un simile proibizionismo, gli operatori del settore alimentare si trovano nella situazione di dover ricorrere a diverse strategie commerciali, quali l’utilizzo di claims suggestivi che, proposti attraverso messaggi non testuali, come nel caso del food design, si rivelano cionondimeno in grado di veicolare un messaggio salutistico, senza però la soggezione allo stretto rigore scientifico richiesto dall’EFSA.
Infine, il presente lavoro, seppur prevalentemente rivolto alla descrizione dello scenario regolativo europeo, non dimentica di fornire una utile prospettiva del tema anche in chiave comparata, spaziando dalle linee guida predisposte dal Codex Alimentarius agli accordi vigenti in ambito OMC applicabili all’etichettatura degli alimenti, alimentando, per l’appunto, perplessità circa la compatibilità del Regolamento (CE) n° 1924/2006 con le obbligazioni gravanti sull’Unione Europea imposte dalla sua appartenenza al WTO.The topic of the present research is to highlight the relational dimension of the information provided to consumers via food labelling, intended as a legal tool for the implementation of the nutrition policy carried out by the EU institutions since the establishment of the European Economic Community.
The present work analyses how the function of food labelling has changed during the decades, since the late Seventies of the past century, when it was merely conceived as a mean of information whose main purpose was the harmonisation of the different national legislations, which could constitute an unnecessary obstacle to the realization of the common internal market, to the most recent days, when food labelling is thought as a tool of active nutrition policy; more precisely, through an adequate labelling, the EU institutions try to shape consumers’ behaviours, driving them toward a healthier eating.
In this regulatory scenario, the Regulation on Nutrition and Health Claims made on foods is an ambitious and controversial piece of European food law, whose premises were undoubtedly laudable, but which has been during the years (partially) implemented in a manner which has caused much more discontent and confusion among both consumers and manufacturers, so that nowadays many doubts are still arising for what concerns its efficacy and its validity.
This research represents a deep analysis of the Regulation on Nutrition and Health Claims, also taken into consideration from the historical, sociological, and economic perspective, which must be necessarily intertwined for a complete and critical comprehension of the legal framework and its implications for the various stakeholders. For this reason, each paragraph begins with a sort of normative background, and concludes with a critical analysis of the existing situation, providing some hints for a better implementation of the NHCR.
After a brief introduction, the core of the research is completely and deeply focused on each and every aspect of the Regulation, with a central part which takes into consideration the very crucial aspect of its partial and problematic ongoing implementation: the role of science and, more precisely, the requirement of the scientific substantiation of the claims, whose assessment is demanded to the EFSA that, in the absence of definitions and clear guidelines on how to conduct such an evaluation, has de facto given its personal interpretation of the normative provisions of the Regulation, on which also the Commission and the European Court of Justice (implicitly or explicitly) rely, causing discontent among operators and legal scholars who see this as an illegitimate application of the precautionary principle to the field of food information, and a possible departure from the traditional categories of the risk assessment, risk management, and legal interpretation.
The analysis proceeds then by criticizing the results of the total reliance on the scientific evaluation carried out by the EFSA, which reduced most of the knowledge about nutrition science in few more than 200 approved health claims, whose wording is probably incomprehensible for the average consumer.
Moreover, there are also many other open issues in the Regulation on Nutrition and Health Claims which need to be urgently addressed in order not to vanish the laudable purpose of stimulating innovation and competition in the food sector, namely the botanical claims and probiotics, which are now prevented from bearing health claims on the consideration that a complete scientific consensus about their safety and efficacy has not yet been reached.
But if this is the largely prohibitive state of the art, manufacturers are of course encouraged to find different escape routes, one of which is recurring to implied health claims, adopted through non-textual messages, or, to rephrase, through a smart food design, which can convey the same representation of healthiness without being subject to the strict scientific boundaries standardised by the EFSA.
In addition, and as a conclusion, the present work, although mainly focused on the European Union regulatory environment, tries to give a comparative view on what the international arena offers on the topic, from the Codex Alimentarius Commission to the various WTO Agreements pertaining to food labelling, instilling doubts about the NHCR compatibility with the obligations that the EU must fulfil in the international trade law relations.Università Cattolica del Sacro CuorePIACENZAALBANESE, ANTONIOFERRARI, MATTEO2015-05-28T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6536enreserved
0001-01-01T00:00:00Z/9999-12-31T23:59:59Z/hdl_10280_54/didl/100