2024-03-28T08:42:45Zhttp://tesionline.unicatt.it/dspace-oai/request
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3102013-06-04T09:57:22Zhdl_10280_52hdl_10280_67Immedesimazione vs. distanziamento: strategie di rivalutazione di eventi contestualizzati ad alto impatto emotivo. Analisi delle risposte esperenziali, comportamentali e fisiologicheImmersed vs. Detached: Reappraisal Strategies of Situated High-Impact Emotional Events. A Behavioral, Physiological and Experiential Response AnalysisBALZAROTTI, STEFANIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEregolazione emotiva, coping, reappraisal , emotion regulationIl progetto di ricerca indaga la regolazione emotiva analizzando le interazioni complesse tra strategie di regolazione dell'individuo e variabili proprie dello stimolo elicitante. A tale scopo, il progetto si struttura in tre studi. Nello Studio 1, una batteria di questionari per la valutazione di strategie stabili di regolazione e coping è stata somministrata ad un campione di 198 studenti infermieri che partecipavano allo Studio 3 e ad un gruppo di controllo di 416 studenti universitari. Lo studio presenta inoltre una validazione preliminare dell'Emotion Regulation Questionnaire in lingua italiana. Lo Studio 2 riguarda la misurazione dell'impatto emotivo di stimoli elicitanti: una batteria di filmati emotivi è stata costruita attraverso la manipolazione di due dimensioni di appraisal emotivo e somministrata a 420 studenti universitari a cui era chiesto di valutare la propria esperienza emotiva. Infine, nello Studio 3, uno stesso filmato di chirurgia ma incorporato all'interno di contesti diversi (costituiti dai filmati testati nello studio 2) è stato sottoposto a 163 studenti infermieri allo scopo di analizzare gli effetti a breve termine di due strategie di rivalutazione cognitiva quando l'individuo affronta un evento ad alto impatto emotivo contestualizzato. Ai partecipanti era chiesto di osservare gli eventi cercando di immedesimarsi o di distanziarsi. Lo studio analizza le risposte emotive in tre sistemi di risposta emotiva: fisiologico, comportamentale ed esperienziale.The present research program investigated emotion regulation analyzing the complex interaction between variables concerning individual regulatory strategies and variables concerning the eliciting stimulus. To this purpose, the research program was structured into three studies. In Study 1, a set of questionnaires assessing individual stable emotion regulation and coping strategies was administered to a sample of 198 nursing students who participated to Study 3 and to a control sample of 416 undergraduate students. A preliminary Italian validation of the Emotion Regulation Questionnaire (ERQ) was conducted. Study 2 aimed at measuring the emotional impact of eliciting stimuli: a set of emotion-generating films were constructed according to the manipulation of appraisal criteria and administered to 420 undergraduate students who were asked to rate their emotional experience. In Study 3, 163 nursing students watched the same surgery clip included within different contextual scenarios provided by the film stimuli tested in Study 2. The main goal was the investigation of the short-terms outcomes of two types of reappraisal when the individual is confronted with a contextualized high-impact emotional event: to this purpose, participants were asked to adopt a detached vs. immersed point of view. Three systems of emotional response were analyzed as indicated by emotion literature: behavioural, physiological and experiential.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACICERI, RITA2008-03-12Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/310enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3112013-06-04T09:57:22Zhdl_10280_52hdl_10280_67LA SOSTENIBILITA' DELLA VITA SOCIOLAVORATIVA COME PRODOTTO ECOME PROCESSO: L'ESPLORAZIONE DEL COSTRUTTO ATTRAVERSO UNA PROSPETTIVA DI RICERCAZIONELife Sustainability at Work as Product and Process: an Exploration Through Action ResearchGALUPPO, LAURAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIsostenibilità della vita sociolavorativa, ricercaazione, life sustainability at work, action researchIl lavoro ha come obiettivo l'esplorazione di alcuni nodi significativi di un'esperienza di ricerca-azione sul tema della sostenibilità della vita sociolavorativa entro un servizio socio sanitario. In particolare esso procede attraverso tre studi qualitativi, il cui filo conduttore è rappresentato dal tema della valutazione dei prodotti e dei processi della ricerca-azione sulla sostenibilità della vita sociolavorativa. Il primo studio si pone come obiettivo specifico l'esplorazione dei risultati conoscitivi e trasformativi prodotti dalla ricerca-azione entro il servizio considerato. Il secondo studio si focalizza sulla valutazione degli esiti e dei processi di apprendimento messi in atto nell'esperienza di ricerca. Il terzo studio infine intende esplorare il processo di ricerca con particolare attenzione al tema della sostenibilità della ricerca-azione, focalizzandosi in particolare sul processo di costruzione della domanda.Aim of the work is to investigate a selection of significant aspects of an action-research experience on life sustainability at work promoted in an health and social service. The paper is composed by three qualitative studies. The first study aims to describe the outcomes of the action-research. The second study evaluates the learning process promoted by the action research, to find out what different efficacy action-research has, as a strategy to promote life sustainability at work. The second study explores the action-research process and its sustainability, particularly focussing on how partnership and participation are built during and around the work.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAKANEKLIN, CESARE LUIGI2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/311itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3122013-06-04T09:57:22Zhdl_10280_52hdl_10280_67PROPENSIONE AGLI INCIDENTI NEI BAMBINI: STRESS GENITORIALE, RISCHIO E ADATTAMENTO PSICOLOGICOInjury Propensity in Childhood: Parental Stress, Risk and Psychological AdaptationSTAGNI BRENCA, ELISAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONErischio fisico, rischio psicologico, stress genitoriale, attaccamento, esternalizzazione, physical risk, psychological risk, parental stress, attachment, externalizationIndagine del concetto di rischio in età scolare, nelle accezioni di rischio fisico e psicologico, correlati a stress genitoriale, stili d'attaccamento, immagine di sé e caratteristiche comportamentali del bambino.Study of risk concept in school age children, meaning as physical and psychological risk, related to parental stress, self image and child behaviour.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIADI BLASIO, PAOLA2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/312itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3132014-05-26T08:19:13Zhdl_10280_52hdl_10280_67Il ragionamento mentale e la condivisione dei significati: fattori di sviluppo e fattori interpersonali che influiscono sulla comprensione degli altri in età prescolasticaVERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTOBIANCHI, ILARIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEteoria della mente, gioco di finzione, processi di condivisione dei significati, materna, età prescolastica, theory of mind, pretend play, processes of sharing meaning, maternal mind-mindedness, mindfulness, preschool ageLa capacità di capire la mente e di predire il comportamento in età prescolastica si basa su concetti mentali o i bambini capiscono gli altri costruendo significanti nell'interazione senza elaborare una formale teoria della mente – TOM? Studio 1: l'analisi coi modelli di Rasch delle performance di 141 bambini alla versione italiana della TOM Scale (Wellman, Liu, 2004) rileva la sequenza: desideri – credenze – emozioni. I risultati vengono letti nei termini della crescente capacità dei bambini a considerare prospettive diverse, e non solo in termini di sviluppo concettuale. Sudio 2: la codifica delle interazioni di 72 bambini nel gioco di finzione (con una griglia appositamente costruita) mostra un progresso nella costruzione collaborativa dei significati solo parzialmente associato alle abilità TOM e individua nella calma un correlato del successo TOM. studio 3: dall'intervista di 36 madri emerge un legame tra mindfulness materna e calma dei bambini, e tra mind-mindedness e mentalità psicologica materne e capacità di ragionamento mentale dei bambini. La letteratura e i risultati del presente lavoro portano a riconoscere che l'esperienza interpersonale sostiene lo sviluppo del ragionamento mentale e suggeriscono che future valutazioni della capacità di capire la mente coinvolgano più direttamente i bambini di quanto facciano gli attuali strumenti formali.Do preschoolers need mental concepts in order to reason and predict behavior, or do they construe meaning within interactions and do not need to build formal theories of mind - ToM? In study 1, the Rasch analysis of 141 children's performances on the Italian version of the ToM Scale (Wellman, Liu, 2004) shows a progression of understanding from desire, to belief to emotion. Results are discussed in terms of children's increasing experience at dealing with different perspectives that interacts with conceptual development. In study 2, the observation of 72 preschoolers' dyadic play interactions (coded with an exhaustive scheme developed ad-hoc) shows progress in children's collaborative construction of meaning, partially independent from abilities measured by the ToM Scale, and finds calmness as a correlate of ToM success. In study 3, the interview of 36 mothers reveals that maternal mindfulness is related to children's calmness and that maternal mind- and psychological mindedness are associated with children's facility at reasoning about the mental world. The theoretical review and empirical evidence collected lead to recognizing the role played by interpersonal and interactive experiences in framing mental reasoning, and suggest that future research measure social understanding in more participative, subjective situations than current formal assessment.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAAMADEI, GHERARDO TOMASO2008-03-03Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/313enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3142013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67La presenza reciproca. Un'analisi qualitativa dell'interazione psicosociale in realtà virtualeReciprocal Presence. A Qualitative Analysis of Psycho-Social Interaction in Virtual RealityCANTAMESSE, MATTEOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEpsychosocial interaction, virtual reality, presence, conversation, qualitative research, grounded theory, qualitative content analysisLa tesi presenta una ricerca sull'interazione psicosociale in realtà virtuale. Il primo studio esplora l'impatto di una metodologia di produzione dei dati qualitativa sull'esperienza in RV; il secondo studio esplora, con un approccio grounded theory, le modalità di costruzione della presenza; il terzo studio esplorare l'interazione in rv durante delle sessioni di terapia; il quarto studio, tramite il ricorso all'analisi delle conversazioni, esplora le modalità di co-definizione dei significati in rv.This research concerns psycho-social interactions in Virtual Reality. In order to investigate subjective experience by a qualitative approach, in the first experiment the feasibility of the thinking aloud data production technique has been verified. The second study investigated the process of presence, by analyzing data produced in the first study, within a grounded theory approach. The use of Virtual Reality in mental health, and particularly for psychotherapy, introduces a radical modification in the therapeutic setting: the typical configuration requires the patient to be immersed in the VE, while the therapist observes and controls the interaction by “outside” the environment. This unique ecosystem requires a qualitative approach to investigate it. In the third study, a qualitative content approach has been used, in order to describe the interactional processes and the co-construction of the sense of presence. In the fourth study, conversational processes in a shared VE have been investigated by creating a shared task in VR and in vivo. Results from this research program suggest the interactional nature of the sense of presence.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAGALIMBERTI, CARLO2008-03-12Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/314enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3152024-01-24T17:24:13Zhdl_10280_52hdl_10280_67RICONOSCERE, POTENZIARE, COMPRENDERE IL PENSIERO DIVERGENTERecognizing, Fostering, Understanding the Divergent ThinkingFRIGGE', PAOLAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEpensiero divergente, training creativi, creatività, divergent thinking, creativity training, creativityPoche qualità umane hanno un così forte impatto sulla nostra esistenza quanto la creatività (Scott et al., 2004). Il presente progetto di ricerca raccoglie le sfide identificate da Houtz (2003) come cruciali per la ricerca psicologica: riconoscere, potenziare e comprendere la creatività. Il progetto si focalizza sul concetto di pensiero divergente (Guilford, 1956) come risvolto cognitivo della creatività e si divide in tre studi. Il primo studio presenta un contributo alla validazione del Wallach Kogan Creativity Test (1965). Nel secondo studio ill WKCT, validato nel primo studio, insieme al Test di pensiero creativo (Sprini e Tomasello, 1989 - versione italiana del Torrance Test of Creative Thinking, Torrance 1966) è servita per valutare l'efficacia di un training di pensiero creativo. Nel terzo studio a 306 soggetti di seconda media sono stati somministrati i seguenti strumenti: Big Five Questionnaire – Children (Barbaranelli et al.,1998), Test di pensiero creativo - forma A, parte verbale (Sprini e Tomasello, 1989) versione italiana del Torrance Test of Creative Thinking (TTCT; Torrance, 1966) e una serie di item utilizzati da Choi (2004). Quindi è stata condotta una path analysis per testare un modello in cui personalità, motivazione, pensiero divergente e variabili contestuali sono predittori dell'atteggiamento creativo.Improving creative thinking is a crucial challenge for the progress of human beings and nations (Florida, 2002). The research project aims at recognizing, fostering and understanding divergent thinking (Guilford, 1956) as cognitive aspect of creativity. The project consists of 3 studies. First study is a contribution to the Italian validation of Wallach Kogan Creativity Test (1965) with subjects aged 12. Second study is an experimental research conducted in a school with children 12 years old. A group of them followed a three-months-training that aimed at fostering divergent thinking abilities, another group served as control. Pretest and posttest were administered using Wallach Kogan Creativity Test (1965) previously validated and also the Italian version of Torrance Test of Creative Thinking (Torrance, 1966) in the verbal form (Sprini & Tomasello, 1989). Third study presents a path analysis to test a model in which personality, motivation, divergent thinking and contextual variables are predictors of a creative aptitude.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAGILLI, GABRIELLA2008-03-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/315itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3162013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67Virtual Experiences Support Real Emotions: Three Experimenta StudiesVILLANI, DANIELAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEcaratteristiche dei media, realtà virtuale, emozioni, senso di presenza, rilassamento, media features, virtual reality, emotions, sense of presence, relaxationE' ben noto che la dimensione affettiva è una componente importante dell'esperienza mediata e molti studi dimostrano l'abilità dei media interattivi nell'induzione di emozioni. Ciò nonostante, è meno chiaro come manipolare le caratteristiche dei media per indurre risposte emozionali specifiche. In particolare questo è vero per un medium emergente, qual la Realtà Virtuale, la cui caratteristica principale è l'abilità di indurre una sensazione di “presenza” nell'utilizzatore che fa esperienza del mondo generato dal computer.
Noi abbiamo investigato la relazione esistente tra processi comunicativi mediati, emozioni e “sensazione di esserci” (senso di presenza) in esperienze mediate, attraverso tre studi sperimentali che miravano a:
1) manipolare e verificare l'impatto delle caratteristiche della RV: la narrativa e le caratteristiche dell'ambiente virtuale;
2) utilizzare la RV per manipolare esperienze relative alle emozioni e al rilassamento;
3) applicare i risultati in un protocollo focalizzato sulla gestione delle emozioni. Eravamo interessati a valutare l'efficacia del protocollo supportato da diversi media.
I risultati saranno discussi all'interno della Tesi: da un lato, la relazione tra caratteristiche dei media e senso di presenza e, dall'altro, la relazione tra presenza e dimensione affettiva nei media interattivi.It is well known that affective dimension is an important part of user experience in interactive media and many studies showed their ability to elicit emotions. Nevertheless it is less clear how to manipulate the interactive media features to induce specific emotional responses.
In particular this is true for an emerging medium, such as Virtual Reality (VR), which main feature is the ability to induce a feeling of “presence” in the computer‐generated world experienced by the user.
We investigated the relationship among mediated communication processes, emotions and the “feeling of being there” (sense of presence) in mediated experiences, through three experimental studies aiming:
1) to manipulate and to verify the impact of the characteristics of VR: the narrative background and the features of the virtual environment.
2) to use VR to manipulate experience‐related relaxation and mood.
3) to apply the found results in a protocol focused on emotional management. We were interested to evaluate the efficacy of the protocol by using different media.
Results will be discussed in depth within the Thesis: on one side, the relationship between media characteristics and presence and, on the other side, the relationship between presence and affective response in interactive media.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIARIVA, GIUSEPPE2008-03-12Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/316enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3172013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67Rilevazione e monitoraggio delle comunità di pratica. I processi di apprendimento nel Credito Cooperativo TrentinoPointing out and Monitoring Communities of Practice: Learning Process of Credito Cooperativo TrentinoOREFICE, MARINAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIsistema sociale di apprendimento, comunità di pratica, formazione, learning social system, communities of practice, educational and trainingLo scopo del presente lavoro e' mostrare i principali risultati ottenuti da una ricerca su un contesto organizzativo specifico considerato un sistema sociale di apprendimento. l'argomento e' stato sviluppato all'interno del framework concettuale sull'apprendimento situato e sulle comunità di pratica. la ricerca ha riguardato un network di banche, il credito cooperativo trentino, localizzato in trentino alto Adige. Attraverso un approccio qualitativo, sono state rilevate le principali pratiche manageriali e formative promettenti per lo sviluppo di comunità di pratica. La tesi sottolinea le implicazioni metodologiche e il dispositivo metodologico attraverso cui è stato possibile intercettare la conoscenza in azione e la connessione tra organizzare, conoscere e apprendere.The aim of this thesis is to present the main results obtained from research into a specific organizational context that can be seen as a learning social system. This matter has developed from a theoretical framework of situated learning and communities of practice. The research concerned a network of banks, mainly that of the Credito Cooperativo Trentino (CCT), located in Trentino Alto Adige, one of Italy's northern regions. using a qualitative approach, it has been possible to point out the most relevant training and managerial practices that encourage the development of CoP. The thesis highlights the methodological implications and the qualitative devices by which it has been possible to intercept knowledge in action and the connection between organizing, knowing and learning.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIASCARATTI, GIUSEPPE2008-03-10Doctoral Thesishttp://hdl.handle.net/10280/317itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3182013-06-04T09:57:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67"SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME..." LA PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONE DELL'IMMAGINE CORPOREA NELL'ACQUISIZIONE DELL'IDENTITA' IN ADOLESCENZA. UN'ANALISI SULLE TRAIETTORIE DI SVILUPPO TIPICHE E ATIPICHE"Mirror, Mirror on the Wall " Body Image Perception and Representation in the Identity Development in Adolescence. Analysis of Typical and Atypical DevelopmentGATTI, ELENAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEPercezione, rappresentazione, immagine corporea, identità, adolescenza , perception, representation, body image, identity, adolescenceL'adolescenza si caratterizza come la fase della vita interessata dai maggiori cambiamenti somatici che derivano principalmente dallo sviluppo fisico e puberale. Questi cambiamenti, a volte repentini ed improvvisi, a volte più lenti e costanti, coinvolgono l'intera personalità e richiedono un impiego di energie psichiche e di riorganizzazione dell'intera Identità. Il presente lavoro è articolato in tre studi sperimentali. Da una prima traduzione e validazione del questionario “Body Esteem Scale” (Mendelson, Mendelson, White, 2001) e di conferma della griglia di codifica dello strumento “Mi disegno” originariamente creata da Witkin et al. (1962) contenuti nello Studio 1, sono stati esplorati il ruolo che rivestono il genere, l'età anagrafica e il livello di sviluppo puberale nella percezione dell'immagine corporea e di Sé, attraverso l'impiego di cinque questionari e del “Mi disegno” in un campione di adolescenti italiani di età compresa tra gli 11 e 17 anni, nello Studio 2. Lo studio 3 ha indagato le medesime variabili in due gruppi di adolescenti affetti da disturbi del comportamento alimentare (anoressia e obesità). I risultati evidenziano che il genere e l'età anagrafica discriminano le percezioni, le rappresentazioni dell'immagine corporea e il valore attribuito al Sé nel campione di adolescenti; queste percezioni corporee predicono inoltre il livello di autostima percepito. Nei confronti tra il gruppo clinico e un gruppo di controllo, il genere e il livello di sviluppo puberale percepito influenzano le percezioni corporee e le rappresentazioni delle anoressiche e degli obesi.In adolescence, pubertal maturation is an important event in developmental process, marking the transition from childhood to adulthood. These changes involve a psychological recognition and a new organization of identity. This work is articulated in three experimental studies. The first translates and validates two instruments: Body Esteem Scale (Mendelson, Mendelson, White, 2001) and “Mi disegno” originally created by Whitkin et al. (1962). Second study investigate the roles of gender and age in body perceptions, body representations and self esteem in a Italian adolescents sample who ranged in age from 11 to 17 years old. Participants completed five self report questionnaires and the “Drawing Me Test”. Third study explore the same variables in two groups of clinical patients. Results show that the gender and the age influence the body image perception and predict the self esteem. Comparing the clinical group and control group, the gender and pubertal status perceived modify body perceptions and representation of anorexic and obesity patients.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACONFALONIERI, EMANUELA2008-03-10Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/318itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/3302019-03-07T11:05:54Zhdl_10280_52hdl_10280_67FROM THE PSYCHOLOGICAL ASSESSMENT TO THE SUPPORTIVE-EXPRESSIVE GROUP THERAPY FOR WOMEN WITH BREAST CANCER AND THEIR CAREGIVERS. A MULTI-METHOD DESIGN.FROM THE PSYCHOLOGICAL ASSESSMENT TO THE SUPPORTIVE-EXPRESSIVE GROUP THERAPY FOR WOMEN WITH BREAST CANCER AND THEIR CAREGIVERS. A MULTI-METHOD DESIGNCOSTA, GIULIOpsico-oncologia, terapia di gruppo, cancro al seno, coping diadico, ricerca multi metodo,psycho-oncology, group therapy, breast cancer, dyadic coping, multi-method assessmentIl presente lavoro di tesi si colloca all'interno di un più ampio programma di intervento clinico per pazienti oncologici. Facendo riferimento ad una cornice teorica basata sul modello relationship-centered care, l'obiettivo di tale programma di intervento è quello di ricercare ed attivare modalità di coping diadico funzionali per fronteggiare la malattia oncologica attraverso i quali si articola questa ricerca, vogliono esplorare tre modalità di coping e caregiving: individuale, diadico e di gruppo. Nel primo studio verranno indagate le strategie di coping e di adattamento interpersonale di donne con cancro al seno, e se tali variabili sono in grado di predire l'adesione ad un trattamento clinico che implichi il paziente medesimo ed un caregiver da lui scelto. Il secondo studio sarà dedicato all'assesssment diadico, dove le coppie formate da paziente e caregiver saranno descritte in funzione di specifiche variabili quali la depressione, l'ottimismo e le caratteristiche di personalità; a questo proposito verrà indagato se tali tipologie di coppia sono in grado di predire lo stile di coping del paziente. Il terzo studio, di processo, è centrato sull'efficacia di un intervento clinico di gruppo in cui sono coinvolti i pazienti e i loro caregiver.This dissertation examines the psychological assessment for women with breast cancer and their chosen caregivers. It will be wholly presented the longitudinal research design in which the three studies of this dissertation are included. The first study aims not only to standardize the sampling procedure, but it also has the clinical purpose to verify whether coping strategies and interpersonal adjustment preedict end moderate the acceptance to a Supportive-Expressive Group Therapy (SEGT). In the second study the unit of analysis is the couple, which allows for a more accurate description of dyadic coping processes. It will be described and examined specifics couple's typologies or couple matching depending on symptoms and psychological factors such as, life orientations, depression and personality traits. The third study is totally centred on the SEGT. It will be described the nature of intervention and the structure of each session, exploring how the contents and the styles of the therapeutic action change.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACIGOLI, VITTORIO2008-03-03Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/330enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4832013-06-04T09:57:39Zhdl_10280_67hdl_10280_52MENTALISMO VS. ANTI-MENTALISMO. UN'ANALISI EPISTEMOLOGICA E UNA RICERCA EMPIRICA.MENTALISM VS. ANTI-MENTALISM AN EPISTEMOLOGICAL ANALYSIS AND AN EMPIRICAL RESEARCHLO DICO, GIUSEPPEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-FIL/02: LOGICA E FILOSOFIA DELLA SCIENZAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEmentalismo, anti-mentalismo, vocabolario teorico, cognizione, neuroscienze, osservazione, observation, neurosciences, cognition, mindPer spiegare i loro risultati gli psicologi sperimentali fanno uso di termini riferentisi al mentale. Tuttavia, nel corso della storia, essi hanno definito in modi differenti il concetto di mente e quindi il significato dei termini usati nelle sue teorie. Nella prima parte della tesi sono discusse quattro opzioni epistemologiche in base alle quali tali termini sono stati interpretati nella storia della psicologia scientifica (il ‘mentalismo’ dell’introspezionismo, l’‘anti-mentalismo’ del comportamentismo, il ‘mentalismo’ del cognitivismo, l’ ‘antimentalismo’ delle neuroscienze cognitive). Assumere una di queste posizioni piuttosto che un’altra implica il porre l’attenzione su tipi diversi di dati e dunque la scelta di differenti metodologie di raccolta e analisi degli stessi.
Nella seconda parte vengono replicati gli esperimenti del neurologo Damasio per testare la sua “ipotesi del marcatore somatico”. Tali esperimenti sono interessanti perchè utilizzano dati e metodologie che fanno riferimento a tutte e quattro le opzioni epistemologiche descritte nella prima parte. I risultati qui presentati non replicano quelli di Damasio e dunque sembrano falsificare la sua ipotesi.
L’analisi empirica e quella epistemologica mostrano come l’opzione mentalistico-introspezionistica (rifiutatata da Damasio in favore di quella neuroscientifica) meriti di essere considerata e perseguita come linea metodologica che può dare origine a risultati scientificamente fecondi.Experimental psychologists use terms referring to mind for explaining their results. However, in the course of history, they have defined the concept of mind in many ways and so the meaning of the terms used in its theories. In the first part of this work four epistemological options according to which these terms have been interpreted all along the history of experimental psychology are discussed (the ‘mentalism’ of introspectionism, the ‘anti-mentalism’ of behaviourism, the ‘mentalism’ of cognitivism, the ‘anti-mentalism’ of cognitive neuroscience). Assuming one of these options implies to consider different kinds of data and so to choose different data collecting and analyzing methodologies.
In the second part the experiments proposed by neurologist Damasio for testing his ‘somatic marker hypothesis’ are replicated. Such experiments are interesting because they appeal to data and methodologies referring to all the four epistemological options above considered. The results presented do not replicate the Damasio’s ones and so they seem to falsify his hypothesis.
The epistemological analysis and the empirical research show how the introspectionistic-mentalistic option (refused by Damasio in favour of the neuroscientific option) deserve to be considered as a reliable methodological that can lead to important scientific results.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIABALCONI, MICHELACORRADINI, ANTONELLA2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/483enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4842014-05-21T12:14:24Zhdl_10280_52hdl_10280_67PENSIERO INTUITIVO E ANALITICO NEL PROCESSO DECISIONALE: IL RUOLO DELLA MENTALIZZAZIONE E DELLO STILE COGNITIVO IN UN CONTESTO INTERATTIVO STRATEGICOIntuitive and analytical thinking in decision making: the role of mindreading and cognitive style in a strategic interactive contextIANNELLO, PAOLAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/03: PSICOMETRIAProcesso decisionale, intuizione, analisi, stili cognitivi, stili decisionali, Gioco dell'Ultimatum, mentalizzazione, decision-making, intuition, analysis, cognitive styles, decision styles, Ultimatum Game, mindreading.Il presente lavoro di ricerca si è proposto di indagare i costrutti di intuizione e analisi nell’ambito del decision-making attraverso l’integrazione di differenti tipologie di dati al fine di delineare un quadro esauriente e dettagliato dell’oggetto di studio.
Nello specifico, la prima parte della ricerca si è occupata dello studio di intuizione e analisi attraverso l’impiego di scale self-report. L’obiettivo generale degli Studi 1 e 2 è stato quello di verificare l’esistenza di relazioni tra differenti strumenti che, sebbene propongano definizioni e operazionalizzazioni diverse dello stesso costrutto, presentano aree di sovrapposizione. A partire da tali connessioni, ci si è, quindi, posti l’obiettivo di identificare ampi profili individuali, cognitivi e decisionali, descritti attraverso tali differenti dimensioni stilistiche.
La seconda parte della ricerca si è posta l’obiettivo di indagare intuizione e analisi “in azione”, ossia di valutare il ruolo di strategie e stili individuali intuitivi e analitici nell’ambito di uno specifico contesto strategico. Focalizzando l’indagine sulla prospettiva del proposer, negli Studi 3, 4 e 5 è stato utilizzato l’Ultimatum Game come setting sperimentale. In particolare, lo Studio 3 si è proposto di verificare se le persone siano in grado di attivare processi di mindreading pertinenti per interagire con successo nel corso del gioco. Attraverso lo Studio 4, ci si è posti l’obiettivo di valutare come l’introduzione di due distinte modalità, intuitiva e analitica, di processamento delle informazioni relative all’altro giocatore influenzi le proposte monetarie. Da ultimo, nello Studio 5 ci si è focalizzati sul ruolo giocato dallo stile individuale intuitivo e analitico nell’influenzare direttamente l’entità delle offerte e nel modulare l’effetto della modalità di pensiero intuitivo e analitico.The present work aimed at researching into the constructs of intuition and analysis in decision-making through the integration of different sources of data in order to provide a comprehensive and multifaceted outline of the issue at hand.
Specifically, the first part of the investigation concerned the study of intuition and analysis by employing self-report inventories. The general purpose of the Study 1 and 2 was to verify the existence of relationships among different instruments which, even though providing varied conceptual and operational definitions of the same constructs, showed some points of overlapping. Basing on these relations the goal was, then, to identify broad cognitive and decision profiles including a set of characteristics, rather than defining individual styles through single and isolated dimensions.
The second part of the investigation intended to study intuition and analysis “in action”, that is to assess the role of both intuitive-analytical strategies and individual styles within a specific strategic context. Focussing on the proposer’s perspective, Study 3, 4, and 5 all employed the Ultimatum Game as experimental setting. Study 3 aimed at assessing whether people can activate relevant mindreading processes in order to successfully interact in the course of the game. Study 4, then, investigated how the monetary proposals were affected by the introduction of two distinct modes, intuitive and analytical, of processing information about the counterpart. Finally, in Study 5, the role of individual intuitive and analytical style in directly influencing the entity of the offers and, in case, modulating the effect of the intuitive and analytical modes of thinking was examined.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAANTONIETTI, ALESSANDROBONINI, NICOLAO2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/484enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4852013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67La psicoterapia di coppia e la sua valutazione. Prove di efficacia e di efficienzaThe evaluation of couples therapy. Evidence of efficacy and effectivenessESPOSITO, LUCIA ISABELLAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAvalutazione della psicoterapia di coppia, ricerca sugli esiti, ricerca sul processo, interruzione prematura del trattamento, studio di caso singolo, alleanza terapeutica, fratture dell’alleanza,
couples therapy evaluation, outcome research, process research, premature termination, single-case study, therapeutic alliance, alliance rupturesIl presente lavoro di tesi si colloca all’interno della tradizione di ricerca nota come Empirically Supported Therapy Relationships, un modello d’indagine centrato sulla natura e sulla funzione della relazione al di là della contrapposizione tra ricerca sugli esiti e ricerca sul processo. I tre studi in cui si articola il lavoro assumono come focus d'indagine porzioni progressive del trattamento: la prima seduta, le prime due sedute, l’intero percorso. Nel primo studio sono messi a confronto differenti esiti terapeutici per verificare se le ricadute sul piano clinico del metodo interpretativo siano riconducibili ad un criterio di presenza/assenza o da ricercare nell’intreccio con altri fattori caratterizzanti il percorso di cura. Il secondo studio si propone di affrontare casi di interruzione prematura del trattamento, differenziati in funzione del raggiungimento o meno della stipulazione di un contratto terapeutico: l’obiettivo è quello di evidenziare le caratteristiche connesse alla diversa fase di abbandono del contesto di cura. Infine il terzo studio, nella forma del single-case study, è incentrato sui momenti di frattura dell’alleanza terapeutica lungo un intero processo terapeutico di quaranta sedute.The present dissertation refers to the theoretical background known in the literature as Empirically Supported Therapy Relationships, a research tradition focused on the relationship and its nature, beyond the outcome and process research opposition. The three studies included in this work focused on different portions of treatment: respectively the initial intake session, the first two sessions, and the overall treatment. In the first study different outcomes were compared in order to examine if the effects of interpretations were connected to specific factors of psychotherapeutic process. The second study aimed to assess clinical cases of premature termination, differentiated on the basis of the contract attainment: the purpose was to depict specificities due to the different phase of dropping out. Finally, the third study was a single-case research examining alliance ruptures within an entire clinical process of forty sessions.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACIGOLI, VITTORIOMARGOLA, DAVIDE2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/485itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4152013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67Il ragionamento controfattuale nel discorso politico e i suoi effetti sulla percezione dei leaderCounterfactual thinking in political discourses and its effects on the perception of political leaders.COVELLI, VENUSIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALERagionamento controfattuale, discorso politico, percezione politiciL’obiettivo è indagare l’uso del ragionamento controfattuale nei discorsi degli uomini politici, centrati sulla discussione e la difesa del proprio o altrui operato al governo. Inizialmente, verranno analizzati alcuni discorsi di leader politici, nell’intento di mettere a punto una griglia di codifica dei controfattuali peculiari del discorso politico. Successivamente, verranno indagati gli effetti prodotti dal ragionamento controfattuale sulla percezione dei leader politici.The research aims at studying the use of counterfactual thinking in political discourses centred on the discussion or defence of one’s own or other politicians performance. First, some political discourses will be analysed in order to develop a coding system of counterfactual in the political domain. Second, the effects of counterfactual reasoning on the perception of politicians perception will be investigated.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAMILESI, PATRIZIACATELLANI, PATRIZIA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/415itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/6432013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52IL COPING DIADICO NELLA COPPIA E TRA LE GENERAZIONIDYADIC COPING WITHIN THE COUPLE AND ACROSS GENERATIONSDONATO, SILVIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcoping diadico, Dyadic Coping Questionnaire, somiglianza genitori-figli, reciprocità, effetto stereotipico, dyadic coping, Dyadic Coping Questionnaire, parent-child similarity, stereotype effectIl presente lavoro di ricerca si focalizza sul coping diadico, ovvero sulle modalità con cui partner affrontano come coppia, secondo la prospettiva di Guy Bodenmann (1997, 2000, 2005), le situazioni stressanti quotidiane.
Primo obiettivo del presente lavoro di tesi è stato analizzare in un campione italiano (N = 778 partecipanti; cfr. Studio 1) la struttura fattoriale di uno strumento self-report messo a punto da Bodenmann (“Dyadic Coping Questionnaire”, Bodenmann, 1997, 2000) allo scopo di misurare la tendenza dei partner a mettere in atto diverse modalità di coping diadico.
I risultati del primo studio confermano la struttura multifattoriale della scala, in linea con la teorizzazione di Bodenmann. In particolare si evince una più fine articolazione delle risposte di coping diadico positivo rispetto a quelle di coping diadico negativo.
Nonostante l’importanza del coping per il benessere dei partner e della relazione (Bodenmann, Pihet, & Kaiser, 2006), poco si conosce dei possibili precursori di tale competenza relazionale. Secondo obiettivo del presente lavoro è stato dunque esaminare due delle possibili fonti dell’acquisizione del coping diadico da parte dei partner analizzando, in un campione composto da coppie in procinto di sposarsi e dai loro genitori (N = 764 partecipanti) se e quanto i partner fossero simili 1) ai loro rispettivi genitori e 2) tra loro per ciò che concerne la tendenza ad usare il coping diadico. Tali somiglianze sono inoltre state confrontate tra loro alla luce del processo di riallineamento caratteristico della fase della relazione che la coppia giovane sta attraversando (cfr. Studio 2).
Due tipi di somiglianza sono stati presi in considerazione: la somiglianza unica e la somiglianza stereotipica, allo scopo di tenere in considerazione come il comune background culturale dei partecipanti possa influire sulle somiglianze esaminate. Somiglianza unica e stereotipica sono state qui considerate entrambe come portatrici di significato e sono state dunque esaminate parallelamente.
Lo Studio 3 infine aveva l’ obiettivo di approfondire le somiglianze tra genitori e figli emerse nello studio precedente alla luce del genere del figlio, dal genere del genitore, e dalla valutazione da parte dei figli dei modelli di vita rappresentati dai loro genitori.
I risultati hanno mostrato come sia le somiglianze tra figli e genitori sia tra i partner nella tendenza al coping diadico siano significative e come le somiglianze tra genitori e figli varino in funzione della dimensione di coping diadico considerata, del genere del figlio e del tipo di modello di coping diadico che i genitori rappresentano per i propri figli. Quanto emerso è stato inoltre discusso alla luce delle piste future di ricerca e implicazioni per l’intervento.The present work is focused on dyadic coping, that is the way partners manage as a couple the stress they encounter in their everyday life (Bodenmann, 1997, 2000, 2005). The first objective of the present research was to examine in a sample of Italian couples (N = 778 participants) the factorial structure of a self-report instrument designed to measure partners’ dyadic coping tendency (Dyadic coping Questionnaire by Bodenmman, 1997, 2000). Findings from the first study of the present work confirmed the multidimensional nature of the scale, in line with Bodenmnann’s theory. In particular, it emerged a more detailed definition of positive dyadic coping responses, as compared to negative ones.
Despite the importance of dyadic coping for the well-being of the relationship as well as of the partners themselves, little is known on how this competence originates. The second objective of the present research was then to explore two possible sources of dyadic coping acquisition by examining whether and how young adults prior to marriage were similar to 1) their parents and 2) their partners in their dyadic coping tendency (N = 764 participants). Moreover, similarities with parents and with partners were compared in light of the specific stage of the relationship partners were living (cfr. Study 2). Similarity was computed adopting an idiographic approach via intraclass correlations and stereotype adjustment was performed in order to take into account the impact of partners and parents shared cultural background on similarity. For the purpose of the present work both stereotypical and unique similarities were considered meaningful and then examined simultaneously. Study 3 was aimed at further exploring the parent-child similarities emerged from study 2 by assessing whether and how parent-child similarity in dyadic coping differed as a function of parents and children’s gender and whether they were associated with children’s perceptions of the kind of models their parents represented for their lives. Results highlight that both parent-child and partners’ similarities were significant and differently modulated as a function of the different dimensions of dyadic coping considered, children’s gender as well as the kind of dyadic coping models parents represented for their children. Future paths of research and implications for intervention were discussed.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIALANZ, MARGHERITAIAFRATE, RAFFAELLA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/643enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4162014-05-21T09:26:49Zhdl_10280_52hdl_10280_67PRENDERE FORMA NELLA RETE: DALL’IDENTITÀ ALL'INTERSOGGETTIVITÀ NELLE INTERAZIONI ONLINEBEING IN THE NET: FROM IDENTITY TO INTERSUBJECTIVITY IN ONLINE INTERACTIONSCILENTO, FRANCESCAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALECMC, SUBJECTIVITY, INTERSUBJECTIVITY, DIALOGISM, SELF, ONLINE INTERACTIONSLa diffusione di Internet e delle Nuove Tecnologie nella vita quotidiana ha offerto la possibilità agli utenti di costruire liberamente diversi profili, anche protetti dall’anonimato.
Molti autori si sono interessati del rapporto tra immagine online e Identità e il dibattito ha spostato il focus da un concetto monolitico di Identità all’adozione di una prospettiva dialogica.
La domanda di ricerca nasce dall’esigenza di chiarire come si prenda forma online e quanto queste parziali presentazioni si discostino dalle immagini create durante le interazioni faccia a faccia. La ricerca si basa su una proposta teorica focalizzata sui concetti di Soggettività (parziale immagine di sé adattata alle condizioni contestuali) e Intersoggettività (dimensione polilogica entro la quale gli interlocutori negoziano le proprie immagini). Dopo aver costruito un sistema di categorie con cui analizzare la comunicazione via chatline (primo studio), il secondo e il terzo studio, invece, sono incentrati sulla variabilità, sull’adattabilità e sulla natura connettiva della Soggettività. I risultati mostrano che la Soggettività è in grado di adattarsi alle condizioni contestuali facendo emergere un’immagine parziale, ma specifica che è frutto dell’interazione con l’interlocutore.
Adattabilità e parzialità non sono necessariamente segni di instabilità, ma costituiscono un strumento con cui evitare un rapporto rigido con la realtà.The increased use of Internet and New Technologies gives the possibility to users to create many real or anonymous, images/profiles. Scholars have been studying the correlation between Identity and the online profiles, and are shifting from the concept of Identity in to a dialogic perspective.
The aim of this study is to understand how users present their selves in online environments and if these partial images are so different compared to face to face interactions’ ones. This work is based on a new theoretical proposal based on two concepts: Subjetivity (partial presentation of the Self adapted to external conditions) and Intersubjectivity (dialogical/polilogical dimension in which interlocutors negotiate their subjectivities). A codebook for the analysis of communication via chat line was created in the first study. The second and the third studies are focused on the adapting and connectivistic nature of Subjectivity; results show how users are able to present strategically their selves thanks to negotiation with interlocutors.
Adaptability is not necessary a sign of instability, it is a just tool to improve a good relations with ever changing reality.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIALIGORIO, MARIA BEATRICEGALIMBERTI, CARLO2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/416itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4862014-05-26T09:19:59Zhdl_10280_52hdl_10280_67Teoria della Mente e fiducia interpersonale in bambini di scuola elementareTHEORY OF MIND AND INTERPERSONAL TRUST IN ELEMENTARY SCHOOL CHILDRENPETROCCHI, SERENAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEtheory of mind; interpersonal trustIl presente lavoro di tesi intende affrontare un tema non ancora indagato in letteratura, vale a dire l’analisi dei legami tra la comprensione mentalistica e la fiducia relazionale in bambini di scuola elementare. Tale obiettivo è perseguito in tre differenti percorsi di ricerca. Nel primo studio la Candidata ha creato un nuovo strumento di misura della fiducia relazionale nel tentativo di integrare differenti prospettive teoriche che hanno considerato la fiducia o solo come un fenomeno cognitivo o solo affettivo. Lo strumento creato (Trust Story Task), somministrato a bambini di scuola elementare dai 6 ai 10 anni, valuta le rappresentazioni mentali della fiducia intesa in senso cognitivo/mentalistico e affettivo/relazionale. I risultati dello studio mostrano le discrete proprietà psicometriche di affidabilità e validità dello strumento.
Nel secondo studio viene proposta la validazione italiana di uno strumento di valutazione delle credenze di fiducia, Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg e al., 2005). La Candidata esamina le principali caratteristiche psicometriche di affidabilità e consistenza interna e di validità dello strumento, utilizzato poi nello studio successivo. La scala tradotta in italiano, CGTB-I, mostra discrete caratteristiche di affidabilità, di consistenza interna e di validità. La struttura fattoriale, valutata tramite alcune EFAs e CFAs, rispecchia solo in parte quella originale di Rotenberg e colleghi (2005) poiché rintraccia le tre basi di fiducia attese (reliability, emotional, honesty), ma non tutti i quattro target relazionali (madre, padre, insegnante, pari). Gli item dell’insegnante, infatti, non risultano essere significativi.
Nel terzo studio, l’obiettivo è verificare se le competenze mentalistiche e le credenze di fiducia (nella madre, nel padre e nei pari) siano predittori del comportamento di fiducia e della trustworthiness (attribuzione di fiducia che i compagni fanno rispetto a un compagno target). Le variabili indipendenti dello studio saranno considerate sia in termini individuali sia in combinazione statistica tra loro nel predire. I risultati mostrano che una buona teoria della mente e delle buone credenze di fiducia predicono in modo significativo la trustworthiness.This thesis considers the link between theory of mind and interpersonal trust in three different studies.
First chapter outlines the crucial theoretical reflections on two constructs starting from theory of mind. First of all, I consider the meaning of the term “theory of mind”, the functions of this ability and same questions linked to terminology more often used. Moreover, I deal with the development of this ability in elementary school children, and then the most important theories on theory of mind development. As regards to the interpersonal trust, I consider the three main fields of research concerning trust as cognitive, affective and behavioural phenomenon. First paragraph shows the cognitive theories of trust that, overall, define it in term of individual’s beliefs on other’s reliability. In a second paragraph, I trait the affective face of trust starting from the point of view of the attachment theory; and, finally, in a third paragraph, I expose the studies of behavioural aspects of trust.
In the second chapter, I present a first contribution of validation of a semi-projective task on trust dimension: the Trust Story task. The aim of this measure is to evaluates the mental representation of trust both in a mentalistic and in an affective sense, considering jointly conscious and unconscious aspects and adapted to subjects’ age and gender. In particular, in my first study, I considered some characteristics of this new measure, which are reliability and construct validity.
In the third chapter, I present two studies linked each other. In the first of them, I deal with the Italian validation of the Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg et a., 2005), questionnaire that evaluate three bases of trust beliefs (reliability, emotional, honesty) in four targets (mother, father, teacher and peer). The original version of the scale demonstrated good psychometric characteristics and an excellent flexibility of use. The CGTB-I scale derived was used in the second study that I propose in this chapter in which I examine if children’s theory of mind and their trust beliefs in others, individually, and in combination, statistically account for trustworthiness and trustworthy behaviour in children.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIAROTENBERG, KENNETH J.MARCHETTI, ANTONELLA2009-03-13Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/486enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/4172013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67LA "RETORICA DEL PASSATO" IL CONTROFATTUALE COME STRUMENTO DI ATTACCO POLITICOAGNESA, MAURIZIOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALERagionamento controfattuale, Percezione dei leader, Conflitto politico Counterfactual reasoning, Perception of political leaders, Political conflictLa presente ricerca mira ad approfondire la natura strategica e gli effetti del ragionamento controfattuale utilizzato in discorsi di natura conflittuale tra avversari politici, con l'obiettivo implicito di persuadere un pubblico di ascoltatori. A questo scopo, sono stati condotti due studi. La prima ricerca quantitativa mira a comprendere quanto un attacco controfattuale possa minare l'immagine dei politici nei confronti dei cittadini, a dispetto dell’importanza dell’orientamento ideologico del pubblico stesso. Nella seconda ricerca quantitativa si sono approfonditi gli effetti di diverse tipologie di attacchi controfattuali sull’immagine dei leader politici; gli attacchi controfattuali sono mossi a diversi livelli di astrazione e sottendono la violazione di una norma di competenza o di integrità da parte del leader target.This study aims at deepening the strategic nature and the effects of counterfactual reasoning used in dialectical discourses among politicians, whose implicit goal consists in persuading receivers. For this purpose, two studies have been realized. The first quantitative research aims at understanding if the use of counterfactual attacks can harm politicians' image, in spite of the importance of political attitudes of citizens. The second quantitative research studies the effects of different counterfactuals on politicians’ image; these counterfactual attacks (at different levels of abstraction) can evoke the violation of a norm of agency or communion by the leader.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOSCABINI, EUGENIACATELLANI, PATRIZIAMILESI, PATRIZIA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/417itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/8522013-06-04T09:57:53Zhdl_10280_52hdl_10280_67IDENTITA', BENESSERE E CONTESTO FAMIGLIARE: FATTORI DI RISCHIO E RISORSE IN ADOLESCENTI CHE HANNO VISSUTO UN CONFLITTO ETNICOGALVANI, SILVIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEconflitto etnico, identità, adolescenzaUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMANZI, CLAUDIABINDA, VILMA RITA2009-02-12Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/852itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7022013-06-04T09:58:04Zhdl_10280_52EXPRESSIVE WRITING AND ADOLESCENCE: SHORT AND LONG TERM EFFECTS AND LINGUISTIC PATTERNS OF FUNCTIONINGFACCHIN, FEDERICAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAExpressive Writing; Benefit Finding; Adolescence; Mediators; Moderators; Language; Optimism; Family Support; Interpersonal Relationships; LIWCIl presente programma di ricerca si è proposto di valutare l’utilizzo di un intervento di scrittura su una popolazione di soggetti adolescenti iscritti al primo anno di scuola superiore. Ciò nei termini di risultati (effetti a breve e lungo termine), mediatori e moderatori. Tali questioni sono state esplorate nell’ambito di due diversi progetti. Il primo progetto si è esplicato in uno studio sperimentale sull’efficacia di un intervento di Expressive Writing [EW] standard rispetto ad un compito di scrittura focalizzato sugli aspetti positivi di un evento (Benefit Finding [BF]) e ad un gruppo di controllo che scriveva su temi superficiali (Trivial [TR]). Le analisi quantitative sono state effettuate all’interno di due studi finalizzati a testare gli effetti della modificazione delle consegne di scrittura e gli effetti di mediazione del linguaggio sui risultati dell’intervento (Studio 1), nonché gli effetti di moderazione di ottimismo, supporto familiare e relazioni interpersonali (Studio 2). Questi studi hanno fornito supporto alla letteratura di ricerca che ha messo in luce gli effetti positivi della scrittura tra gli adolescenti, rivelando risultati migliori per il gruppo BF. Il secondo progetto ha implicato uno studio naturalistico condotto in una scuola superiore del Nord Italia due settimane dopo la morte di uno studente, avvenuta durante le lezioni. In particolare è stato esaminato il processo della scrittura, considerando i cambiamenti linguistici in funzione di variabili legate al trattamento (le tre sessioni di scrittura) e ai partecipanti (l’ottimismo e le traiettorie individuali di adattamento).The current research program aimed to evaluate the use of a writing intervention on an adolescent population transitioning from middle school to high school in terms of outcomes (short and long term effects), mediating mechanisms, and moderators. These issues have been investigated within two different projects. The first project implied a longitudinal, randomized, controlled trial on the efficacy of a standard Expressive Writing [EW] intervention relative to a writing assignment focused on positive aspects of an event (Benefit Finding [BF]) and a control group writing on neutral topics (Trivial [TR]). Quantitative analyses were performed within two studies aimed to test the effects of altering writing assignments and the mediating effects of language on writing outcomes (Study 1), and the moderating effects of optimism, family support, and interpersonal relationships (Study 2). These studies provided support to research literature showing positive effects of writing among adolescents, revealing greater outcomes for the BF group. The second project implied a small, naturalistic study conducted in a high school of Northern Italy two weeks after a student died during classes (Study 3). The process of writing was examined, considering linguistic changes in writing as a function of treatment variables (the three writing sessions) and participant variables (optimism and individuals’ adjustment trajectories).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOREVENSON, A. TRACEYCIGOLI, VITTORIO2010-03-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/702enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7032014-05-26T09:05:07Zhdl_10280_52hdl_10280_67Giovani adulti e azione sociale: le variabili psicosociali che la determinanoEmerging adults and Social Action: the psychosocial variables determining itMARZANA, DANIELAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEazione sociale, giovane adulto, trasmissione intergenerazionale, relazioni familiari, capitale sociale, social action, young adults, intergenerational transmission, family relationships, social capital.Nel presente lavoro si intende descrivere la partecipazione giovanile leggendola attraverso i costrutti - a livello individuale, familiare e sociale - che la letteratura ipotizza essere alla base di tale impegno, e che ritiene possano in qualche modo prevederlo. Obiettivo generale della ricerca è quello di approfondire il tema dell’azione sociale giovanile fornendo un’ipotesi di modello predittivo della stessa pensato per le sue due forme maggiormente diffuse: il volontariato e l’impegno politico.
La struttura della ricerca è articolata in tre fasi distinte e susseguenti: la prima studia gli antecedenti dell’azione sociale a partire dalle macro categorie identificate da Penner (2004) nel suo modello teorico di previsione dell’impegno volontario; da questa discende la seconda fase che ha come obiettivo quello di testare il modello teorico di Penner (2004) utilizzando le variabili che nella prima fase si sono rivelate discriminanti rispetto alla variabile outcome (azione volontaria); la terza fase, infine, intende testare un modello di previsione dell’impegno politico a partire dal modello frutto delle elaborazioni delle prime due fasi.The present research is focused on the emerging adults’ social action, considering individual, familial and social constructs.
The present work intend to describe young participation in the social context through constructs that the literature consider as the bases of social action, and that, in the same time, can make previsions about it.
The general aim is to test a predictive model of emerging adults social action especially for the two main forms of it: volunteerism and politic activism.
The structure of the research project is articulated in three different phases: the first one studies the antecedents of social action starting from macrocategories identified by Penner; the second one tests the theoretical model of volunteerism (Penner, 2004); the third phase tests a prevision model of politic activism starting from volunteerism model (Penner, 2004).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMARTA, ELENA2010-03-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/703itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7042014-05-21T08:00:11Zhdl_10280_52hdl_10280_67PROCESSI PRAGMATICI IN INTERAZIONI COMUNICATIVE COMPLESSE: IL CASO DELL'IRONIA. UNO STUDIO MULTICOMPONENZIALE DEI PROCESSI INFERENZIALI NELLA COMPRESIONE DELL'IRONIA, ATTRAVERSO CORRELATI PSICOMETRICI, NEUROPSICOLOGICI E PSICOFISIOLOGICINEUROPRAGMATIC PROCESSES OF COMPLEX COMMUNICATIVE INTERACTIONS: THE CASE OF IRONY. A MULTICOMPONENTIAL STUDY ON INFERENTIAL PROCESSES OF IRONY COMPREHENSION THROUGH PSYCHOMETRIC, NEUROPSYCHOLOGICAL AND PSYCOPHYSIOLOGICAL CORRELATESAMENTA, SIMONAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICANeuropragmatica, Ironia, Emozioni, Empatia, Neuropsicologia,ERPs, Alcolismo
Neuropragmatics, Irony, Emotions, Empathy, Neuropsychology, AlcoholismIl presente lavoro di tesi intende approfondire lo studio di fenomeni comunicativi complessi
all’interno del paradigma neuropragmatico. Attraverso l’integrazione di misure psicometriche, comportamentali, neuropsicologiche e psicofisiologiche, sono indagati i processi cognitivi ed emotivi alla base della comprensione della comunicazione ironica. Tre studi ERPs sono stati condotti focalizzando di volta in volta sulla dimensione linguistica (studio 1) e sullo script del fenomeno ironico, con particolare riferimento alla dimensione mimica e prosodica (studio 2) e alle modalità comunicative, visiva e uditiva (studio 3). I processi emotivi implicati nell'elaborazione di enunciati ironici sono ulteriormente esplorati in due studi comportamentali miranti ad esplorare le reazioni emotive in situazioni ironiche (studio 4) e la comprensione dell’ironia in un campione clinico (alcolisti cronici), con particolare riferimento ai deficit di teoria della mente ed empatia (studio 5).The present dissertation aims to investigate complex communicative phenomena within the frame of neuropragmatics. Through the integration of psychometric, behavioural, neuropsychological and psychophysiological measures, cognitive and emotional processes underlying irony comprehension are examined. In three ERPs studies, ironic decoding has been investigated with particular reference to its linguistic dimension (Experiment 1), to ironic scripts, focusing specifically on mimic and prosodic components (Experiment 2), and to communicative modalities (visual vs. auditory) (Experiment 3). Emotional processes involved in ironic sentences comprehension have been further explored in two behavioural studies, which focused specifically on emotional reactions to verbal irony (Experiment 4) and irony comprehension in a clinical sample (chronic alcoholics), with particular reference to theory of mind and empathy deficits (Experiment 5).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOBALCONI, MICHELAPAPAGNO, COSTANZA2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/704enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7052014-05-21T10:01:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67VALUTARE L'EFFICACIA DELLA FORMAZIONE: STUDIO DI CASO DI UN PERCORSO CON ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILEEvaluating training effectiveness: a case study of an educational program with youth sector coachesFRASCAROLI, DANIELAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIefficacia della formazione, valutazione della formazione, identità professionale, gruppo di formazione, studio di caso, allenatori di settore giovanile; training effectiveness, training evaluation, professional identity, training group, case study, youth sector coachIl presente lavoro nasce dall’interesse ad approfondire il tema della formazione e in particolare della sua valutazione e della sua efficacia.
La prima parte consiste nell’esplorazione della letteratura: il primo capitolo si focalizza sulla valutazione considerando sia la valutazione nelle scienze sociali, sia la valutazione della formazione (es. evoluzione, questioni centrali); il secondo è dedicato all’approfondimento della training effectiveness (strettamente connessa, ma distinta della training evaluation) e nel terzo capitolo vengono presentati diversi aspetti del corso di formazione (es. approccio, caratteristiche, dispositivi di formazione e valutazione, evoluzione) oggetto dello studio di caso: un percorso formativo complesso che coinvolge la trasformazione di aspetti dell’identità professionale, rivolto ad allenatori di calcio di settore giovanile.
Nella seconda parte vengono presentati i tre studi empirici. Il primo è finalizzato ad esplorare, da diversi punti di vista, gli esiti della formazione (focalizzandosi in particolare sull’evoluzione delle rappresentazioni) e quali elementi della proposta formativa sono stati di sostegno alla generazione di tali esiti. Nel secondo studio viene presentata l’esplorazione qualitativa finalizzata ad approfondire, da diverse prospettive, se e come il gruppo di formazione (proposto come principale strumento di formazione) possa essere un elemento a sostegno dell’efficacia formativa. Infine il terzo studio ha l’obiettivo di rileggere la training effectiveness attraverso la fase valutativa di follow-up, indagando in particolare tre oggetti: le traiettorie di cambiamento dei soggetti, il contributo del dispositivo valutativo e la spendibilità dello strumento semi-proiettivo DSSVP.
Il capitolo conclusivo è dedicato alla lettura trasversale degli studi, alle riflessioni conclusive sul contributo del lavoro al costrutto di training effectiveness e ai rilanci per l’azione.This work was born from the interest to deepen the training issue and particularly its evaluation and its effectiveness.
The first part consists of the literature analysis: the first chapter is focused on the evaluation considering both the evaluation in the social sciences and the training evaluation (e.g. evolution, crucial issues); the second is aimed to deepen the training effectiveness (strictly connected, but different from the training evaluation) and the third chapter is dedicated to different aspects of the course (e.g. approach, characteristics, training and evaluation methods) that is object of the case-study: a complex educational program involving the change in professional identity aspects, aimed to youth sector’s soccer coaches.
The second part consists of three qualitative studies. The first is aimed to explore, from different points of view, the training outcomes (the focus is particularly on the representations’ change) and which aspects of the educational proposal have been a support to reach these outcomes. The second study presents the qualitative research aimed to investigate, from different perspectives, if and how the training-group (proposed as privileged tool) can contribute to the training effectiveness. The last study is aimed to explore the training effectiveness through the follow-up evaluation phase investigating specifically three objects: the change trajectories of subjects who have attended the formative path and the contribute both of the evaluation method and system and of the semi-projective tool DSSVP.
The last chapter is dedicated to the conclusive remarks (both about the three studied considered together and about the contribute of the research to the training effectiveness construct) and to further development.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSCARATTI, GIUSEPPEGOZZOLI, CATERINA2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/705itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7062010-06-09T09:18:01Zhdl_10280_52INVARIANZA E INTERDIPENDENZA NELLE RELAZIONI INTIME DEI GIOVANI ADULTI: UNO STUDIO CROSS-CULTURALEInvariance and interdependence of intimate relationships during young adulthood: a cross-cultural studyLIFRANCHI, FRANCESCAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALErelazioni intime, interdipendenza, individuazione, giovani adulti, cross-culturale, intimate relationships, interdependence, individuation, young adults, cross-culturalQuesto lavoro di ricerca ha un duplice obiettivo: valutare l’interdipendenza delle relazioni intime, valutando in particolare come la relazione romantica sia connessa a quella con i genitori, e indagare il legame tra l’individuazione e la qualità delle relazioni con il padre e con la madre in età giovane adulta. Poiché la letteratura ha messo in luce come vi siano diverse traiettorie all’età adulta, questi obiettivi sono stati esaminati confrontando tre diverse nazioni, l’Italia, la Germania e la Svezia, che rappresentano un diverso percorso di transizione, per vedere se i legami tra i costrutti possano essere considerati universali. Inoltre, per meglio comprendere come si esplica l’interdipendenza tra le relazioni, sono stati utilizzati i metodi misti. I risultati mostrano che vi è, in effetti, un’interdipendenza tra tutte le relazioni considerate e che, creando diverse tipologie di individuazione, la qualità della relazione con i genitori differisce nelle diverse tipologie. Il legame tra i diversi costrutti considerati è stato trovato sia in Italia che in Germania, benché con delle specificità culturali, mentre la Svezia è la nazione in cui l’interdipendenza risulta essere più debole.The aims of this research are to assess the interdependence of intimate relationships, studying how young adults’ romantic relationship is connected to their parent-child relationship, and to investigate the association between their individuation and the relationship with their mother and father. The literature has show different paths to adulthood, so these aims have been examined by comparing three different countries: Italy, Germany and Sweden, where the transition to adulthood presents different trajectories, in order to test whether the links between the examined constructs can be considered universal. Moreover, in order to better understand how the interdependence of relationships unfolds mixed methods have been used. Findings showed that all relationships considered are indeed interdependent and that the quality of the parent-child relationship differs depending on the different types of individuation investigated. The link among the constructs studied was found both in Italy and in Germany, though with some cultural specificities, while in Sweden interdependence appears to be weaker.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLANZ, MARGHERITA2010-03-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/706itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7072014-05-21T12:04:05Zhdl_10280_52hdl_10280_67GESTIRE LO STRESS CON LE NUOVE TECNOLOGIE: REGOLAZIONE ED INDUZIONE EMOTIVA NEL CONTESTO UNIVERSITARIO E LAVORATIVOCoping with stress by using new technologies: emotion regulation and induction in academic and working settingsGRASSI, ALESSANDRAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEemozioni, regolazione emotiva, induzione emotiva, nuove tecnologie, gestione stress, emotions, emotion regulation, emotion induction, new techonologies, coping with stressLa tesi ha analizzato il complesso rapporto tra il processo di induzione emotiva e le nuove tecnologie.
Nello specifico la tesi ha indagato l’efficacia, nel processo di induzione e gestione delle emozioni, di contenuti audio/video implementati su diversi media: telefoni cellulari UMTS, dvd, lettori Mp3, cd audio e pc desktop + Head Mounted Display.
Il contributo pratico dell’elaborato si articola in tre studi, una ricerca di base e due applicate, all’interno dei quali ai nuovi media viene attribuito un ruolo fondamentale per la gestione di emozioni negative e l’incremento di stati di benessere in diversi contesti quotidiani: la gestione dell’ansia da esame universitario e la gestione dello stress da lavoro in un campione di insegnanti.
I risultati ottenuti a seguito delle ricerche effettuate suggeriscono che le nuove tecnologie di comunicazione possono essere utilizzate come efficaci strumenti di induzione e gestione degli stati emotivi. I nuovi media, telefoni cellulari o lettori Mp3, di forte uso comune e caratterizzati da un’elevata portabilità, vengono investiti di un nuovo ruolo nel panorama di ricerca della Psicologia Positiva. La possibilità di utilizzare le nuove tecnologie per incrementare il proprio stato di benessere e migliorare la qualità della vita, indica l’emergere di una nuova area di ricerca: la “Tecnologia Positiva”.This thesis analyzed the complex relation between the emotion induction process and the new technologies. Specifically the work investigated the effectiveness of audio and video content in the emotion induction process by using different media (mobile phone, dvd, mp3 player, audio cd and pc desktop + Head Mounted Display).
The practical contribution is divided in three studies, one basic and two apply investigations, considering the new media as tools able to manage negative emotions and to induce a deep sense of wellness in two different settings: university exam anxiety and work related stress in a teachers sample.
Results suggest the effectiveness of the new communication technologies to induce and manage different emotional states. New media, Mobile phone and Mp3 player, characterized by high portability, gained a new role in the field of Positive Psychology research. The possibility of using new technologies to improve wellness and the quality of life of users suggests the emergence of a new area: Positive Technology.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIORIVA, GIUSEPPEGAGGIOLI, ANDREA2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/707itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7082013-06-04T09:58:05Zhdl_10280_52AN OVERVIEW OF THERAPISTS' REPRESENTATIONS ABOUT STEPFAMILIES: THE ITALIAN AND AMERICAN CASEACCORDINI, MONICAStepfamilies, remarried families, therapy, representations, famiglie ricomposte, famiglie ricostituite, terapia, rappresentazioni.Il presente lavoro di tesi affronta il tema della psicoterapia con le famiglie ricomposte ed in particolare si pone l’obiettivo di indagare le rappresentazioni che i terapeuti italiani e americani hanno di tale tipologia famigliare. A tal proposito 125 terapeuti italiani e 45 terapeuti americani sono stati invitati a compilare un questionario rispetto agli strumenti e ai metodi adottati in terapia, agli obiettivi e alle azioni terapeutiche nonché alla concezione di famiglia sottesa a tali interventi.
Dall’analisi dei risultati emerge una rappresentazione piuttosto confusa da parte dei terapeuti italiani rispetto alle famiglie ricostituite. L’assenza di una formazione specifica sul tema dà origine ad una rappresentazione incerta e ambigua della terapia con i nuclei famigliari ricomposti, tutta incentrata sull’essere del terapeuta piuttosto che sulla famiglia in trattamento.
Per quanto riguarda i terapeuti americani, invece, la maggiore esperienza e formazione al trattamento delle famiglie ricomposte contribuiscono a creare una rappresentazione più specifica e più attenta alle caratteristiche e sfide peculiari che tali famiglie sono chiamate ad affrontare. Il ruolo del terapeuta rimane fondamentale ma in questo caso maggiore attenzione viene rivolta all’esperienza e ai media (internet, libri, conferenze) che ne possono garantire una formazione specifica.The present dissertation deals with the topic of psychotherapy with stepfamilies and, in particular, it aims at investigating the representations Italian and American therapists have about such families. In this respect 125 Italian therapists and 45 American therapists were asked to fill in a questionnaire regarding the instruments and methods used in therapy, the aims and therapeutic actions as well as the idea of family that underlies such interventions.
From the analysis of results, Italian therapists are shown to have a rather confused representation regarding stepfamilies. In fact, the lack of a specific training on the topic contributes to create a vague and ambiguous representation of therapy with remarried families where the main focus is the therapist him/herself rather then the family in treatment.
With regards to American therapists, instead, the longer experience and higher training in the treatment of stepfamilies play a major role in shaping a more specific and accurate representation of stepfamily therapy. American therapists seem to have a greater awareness of the specific characteristic and challenges remarried families are faced with. The therapist’s role remains pivotal, however, greater attention is given to experience and to the media (internet, books, conferences) able to provide him/her with a specific training.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCIGOLI, VITTORIO2010-03-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/708enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/7092024-01-24T17:48:30Zhdl_10280_52hdl_10280_67COMUNITA' DI PRATICA PROFESSIONALI E NUOVE TECNOLOGIE: UN APPROCCIO PSICOSOCIALE ALLO STUDIO DEI PROCESSI DI COSTRUZIONE DELL'INTERSOGGETTIVITA'DE MICHELI, CATERINAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcomunità di pratica, sanità elettronica, tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), cartella clinica informatizzata, identità, soggettività, community of practice, eHealth, information and communication technologies (ICT), interactive clinical-nursing record, identity, subjectivitySulla base della teoria delle Comunità di Pratica e dell'Azione Situata, la ricerca si propone come scopo generale lo studio delle dinamiche interattive, relazionali e comunicative legate all’introduzione di una Cartella clinica medico-infermieristica informatizzata da parte di Comunità di Pratica professionali, composte da medici ed infermieri.
Il primo obiettivo è quello di studiare in un’ottica psicosociale la creazione (primo studio) e il funzionamento (secondo studio) di Comunità di Pratica professionali nate intorno alle Nuove Tecnologie, tenendo conto anche se e in quale misura una comunità che segue un nuovo paradigma di interazione sociale possa essere considerata una vera e propria Comunità di Pratica.
Il secondo obiettivo è quello di affinare una metodologia di indagine psicosociale in riferimento alle dinamiche che si concretizzano all’interno delle Comunità di Pratica, senza dimenticare la dimensione dell’Identità/Soggettività.
I risultati, in un'ottica esplicativa di comprensione delle dinamiche sottostanti all’essere parte di una Comunità di Pratica o all’iniziare a farne parte, hanno restituito interessanti risvolti dal punto di vista interpersonale e organizzativo, con particolare riferimento alla costituzione e allo sviluppo delle due Comunità di Pratica e agli aspetti comunicativi e identitari della relazione medico-infermiere.
Il terzo e ultimo obiettivo è provare a rispondere al quesito: per le Comunità di Pratica è possibile parlare di ‘Soggettività di pratica’? Per fare questo, una riflessione teorica conclusiva si propone di collegare il costrutto di Comunità di Pratica ai recenti sviluppi teorici sulla Soggettività.According to the Community of Practice and the Situated Action Theories, the general aim of the research is the evaluation of the interactive, relational and communicative dimensions of the introduction and use of an interactive clinical-nursing record by medical professionals (doctors and nurses) Communities of Practice.
In particular, the two studies investigate, from a psychosocial perspective, the emergence (first study) and the process (second study) of Communities related to the New Technologies, estimating if this kind of communities can be properly considered as Communities of Practice, referring also to the Identity/Subjectivity dimension.
The results offers interesting practical implications -from the interpersonal and organizational point of view- on communication and identity aspects of the relationship among colleagues and between doctors and nurses.
The last objective is then to try to answer to the question if it’s possible to assume a “subjectivity of practice”: a conclusive theoretical proposal aims to rely the Community of practice theory to the recent progress in Subjectivity concept.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOGALIMBERTI, CARLOLIGORIO, MARIA BEATRICE2010-03-08Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/709itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/6922010-06-09T09:18:04Zhdl_10280_52MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: STORIE DI VITA, VARIABILI CLINICO-SOCIALI E CONTESTO ISTITUZIONALE. UN'INDAGINE MULTI-METODODE MICHELI, MICHELA LUNELLAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEunaccompanied foreign minors; autobiographical interview; ethnic identity; coping, depression;
minori stranieri non accompagnati; intervista autobiografica; identità etnica, coping, depressioneNella presente ricerca, che unisce metodologie di tipo sia qualitativo che quantitativo, vengono approfonditi alcuni fattori di rischio potenziale per i “minori stranieri non accompagnati”, in riferimento alle variabili di accentuato svantaggio che caratterizzano il percorso migratorio e i processi di integrazione di questi adolescenti.In Italy the number of foreign adolescents who experienced the event of unaccompanied migration is constantly and continuously increasing.The research goal was to assess how the early unaccompanied experience of migration, characterized by difficult conditions such as the absence of parents and/or family mandate, influenced the Self representations in autobiographical narrations, depression levels, coping strategies and ethnic identity. And the broad normative-institutional context in which several social-justice workers play a role in the process of protection and custody as well.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOOASI, OSMANOMARGOLA, DAVIDE2010-03-16Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/692itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10212014-05-26T08:03:51Zhdl_10280_52hdl_10280_67“INDOVINA CHI VIENE A CENA!” PREGIUDIZIO ETNICO E DI GENERE DI GENITORI E FIGLI: UNA LETTURA INTERGENERAZIONALE“INDOVINA CHI VIENE A CENA!” PREGIUDIZIO ETNICO E DI GENERE DI GENITORI E FIGLI: UNA LETTURA INTERGENERAZIONALE“GUESS WHO’S COMING TO DINNER!” THE ETHNIC & GENDER PREJUDICE OF PARENTS AND CHILDREN: AN INTERGENERATIONAL APPROACHALFIERI, SARAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALETramissione del pregiudizio, pregiudizio etnico e di genere, Implicit Association TestUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOROSNATI, ROSAMARTA, ELENA2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1021itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10592013-06-04T09:58:08Zhdl_10280_52hdl_10280_67L'EVENTO PARTO TRA ASPETTATIVE ED ESPERIENZA: IL RUOLO DI FATTORI INDIVIDUALI E RELAZIONALIFENAROLI, VALENTINAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAgravidanza, parto, paura del parto, aspettative, esperienzaIl presente progetto di ricerca si focalizza sul processo del parto, studiato in un campione di donne in attesa del primo figlio; obiettivo prioritario è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono nel qualificare l’esperienza soggettiva della donna.
Nello specifico, è indagato sia il ruolo svolto da variabili intra-partum, che quello giocato da variabili pre-partum (la paura del parto, le aspettative sviluppate in merito ad esso durante la gravidanza, la percezione di supporto sociale, ecc.).
A questo scopo sono utilizzate metodologie diverse, che consentono di guardare all’oggetto di indagine da prospettive differenti.
Il primo studio offre un contributo alla validazione italiana del Wijma Delivery Expectancy/Experience Questionnaire, strumento self report volto a misurare nella donna la paura del parto prima (versione A) e dopo (versione B) l’evento nascita.
Il secondo studio indaga l’esistenza di relazioni tra variabili di natura intrapsichica e relazionale rilevate in gravidanza (ansia, depressione, aspettative, adattamento di coppia e supporto sociale) e l’evento parto, nelle sue componenti oggettive (tipologia di parto, parto analgesia) e soggettive (valutazione soggettiva dell’esperienza).
Il terzo studio, infine, adotta un approccio di tipo qualitativo ed esplora le narrazioni del travaglio e del parto prodotte da un gruppo di primipare. Scopo prioritario è quello di verificare se elementi specifici del testo caratterizzino esperienze soggettive diverse e se le aspettative in merito al parto, come diverse tipologie di parto, si leghino a narrazioni qualitativamente diverse della propria esperienza.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSAITA, EMANUELA2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1059itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10222014-05-26T08:49:59Zhdl_10280_52hdl_10280_67Donazione di sangue, dono di vita. Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all'azione donativa.Donazione di sangue, dono di vita.
Fattori personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativaBlood donation, the gift of life. Personal, familiar and organizational variables related to blood donation.GUIDDI, PAOLOM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEdonazione di sangue, organizzazione, AVIS, neodonatori, motivazioni, reclutamento, valori familiari, blood donations, neodonors, organizational variables, neodonors, motivations, familiar values.La tesi si focalizza sui donatori di sangue.Obiettivo del lavoro è quindi la trattazione del fenomeno donazione di sangue al fine di cogliere, nella complessità plurale delle variabili che incidono su questo gesto, la rilevanza degli elementi personali, familiari ed organizzativi connessi all’azione donativa. L’impianto di ricerca è stato costruito procedendo in particolare da un’intuizione di Ferguson (2005): la donazione di sangue dev’essere studiata come un processo di stadi sequenziali.
Questo approccio deriva dalla revisione del Transtheoretical Model di Prochaska e collaboratori (1982) sulla donazione di sangue (Ferguson, 1996; Ferguson e Chandler, 2005)e dal Volunteer Process Model di Omoto e Snyder (1995, 2000). L’azione donativa è quindi studiabile come un processo che, dall’avvicinamento iniziale, può portare alla nascita dell’Identità di Ruolo di donatore (Piliavin et al., 1999), alla ripetitività cadenzata del gesto e, quindi, alla fidelizzazione. Alla luce dell’obiettivo generale e della scelta di questi approcci, la popolazione di interesse del lavoro è ampia e varia: i primi studi si incentrano, infatti, su neodonatori; il terzo studio confronta neodonatori e donatori fidelizzati; il quarto studio, incentrato su donatori fidelizzati. La logica sequenziale “a scatole cinesi” con cui gli studi sono costruiti ha seguito anche l’altro elemento rilevante dell’obiettivo generale di questo lavoro: l’affondo sulle variabili personali, familiari ed organizzative connesse alla donazione di sangue.Il 1 studio, il cui obiettivo era Identificare tipologie specifiche di persone alla luce delle variabili della Scala Stadi di Cambiamento, mostra come coloro che si avvicinano a donare non possano essere considerati un gruppo omogeneo rispetto alla loro “prontezza” a donare. Evidente, allora, la necessità di costruire strategie di accoglienza differenziate.Il 2 studio, il cui obiettivo era Testare un modello Predittivo dell’Intenzione a Donare sangue con neodonatori, ha la peculiarità di contribuire a comprendere quali variabili intervengono nell’Intenzione a donare per i NEODONATORI.Il 3 studio conferma l’influenza della famiglia di impegnarsi in questo gesto, ed approfondisce le costellazioni motivazionali che avvicinano e che sostengono questo gesto nel tempo.Il 4 studio evidenzia, forse per la prima volta in modo chiaro, il ruolo delle variabili organizzative nell’influenzare non solo l’integrazione in associazione, ma anche la soddisfazione percepita per l’atto della donazione.La donazione di sangue, pur essendo un atto personalmente scelto, quindi, deriva da una costellazione di variabili personali, familiari ed organizzative complementari e mutualmente intersecantisi, che necessitano di essere approfondite e studiate nella loro globalità al fine di arrivare alla creazione di strategie di reclutamento e di fidelizzazione che portino alla soddisfazione totale del bisogno di scorte di sangue.This work is focused on blood donors.
This research’s purpose is the discussion of the blood donation’s phenomenon in order to grasp the complexity of plural variables affecting this gesture, the significance of personal, family and organizational action related gifts.
The research starts by the revision of the Transtheoretical Model by Prochaska and colleagues (1982) on blood donation (Ferguson, 1996, Ferguson and Chandler, 2005) and the Volunteer Process Model by Omoto and Snyder (1995; 2000).
The donation action has been studied as a process: by the approach, the birth of Role Identity of donor (Piliavin et al., 1999), the rhythmic repetition of the gesture, and therefore loyalty.
Participants are wide and varied: the first studies focus, in fact, on neodonors; the third study compares neodonors and retained donors, the fourth study, is focused on Retained donors.
The thesis is composed by four research studies.
The first study’s aim is to identify genders of people on the basis of the variables of the Stages of Change Scale. It shows how the subjects who donate cannot be considered as a homogeneous group considering their "readiness" to donate. It is evident, then, the need of building strategies for different reception.
The second study develops a model of the explanatory factors determining the predisposition to donate blood in neodonors will.
The third study confirms the influence of the family to engage in this act, and explores the motivations that substained this act.
The fourth study shows clearly, maybe for the first time, the role of organizational variables in influencing not only the integration in Avis, but also the perceived satisfaction for the act of donation.
The blood donation, in spite of being a personal choice action, derives from a constellation of personal variables, complementary and mutually intersecting. this complex systems here studied in its entirety in order to create more proper recruitment and maintaining strategies that can lead to the total satisfaction of blood supply needs.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOTAMANZA, GIANCARLOMARTA, ELENA2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1022itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10202013-06-04T09:58:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67Self-enhancement e relazione di coppia: positive illusions, self-serving bias e l'influenza del parenting intrusivoSelf-enhancement in couple relationship: positive illusions, self-serving bais and the influence of intrusive parenting.PARISE, MIRIAMM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEself-enhancement, identità di coppia, positive illusions, self-serving bias, famiglia di origine, parenting intrusivoIl lavoro di tesi si focalizza su due meccanismi di self-enhancement, le positive illusions e il self-serving bias, e li analizza nel contesto della relazione di coppia, con particolare attenzione all’influenza che una strategia di parenting disfunzionale come l’intrusive parenting esercita su di essi. La tesi si articola in tre studi: il primo ed il secondo studio, adottando un approccio quantitativo, si focalizzano sul costrutto delle positive illusions, mentre il terzo, attraverso un disegno sperimentale, sul costrutto del self-serving bias.Self-enhancement is a self-motive which pushes individuals to increase positive self-views and to protect their self-concept from negative information. Two mechanisms associated with the self-enhancement motive, positive illusions and the self-serving bias, will be analyzed in the context of couple relationship. Positive illusions deal with the tendency to perceive one’s relationship favorably when compared to the couple relationship of the average other. The self-serving bias relates to the tendency to make internal responsibility attributions for positive events but to make external responsibility attributions for negative events; however, when individuals collaborate with a close partner on an interdependent-outcome task, they refrain from self-serving attributions or even manifest the other-serving bias. These mechanisms serve the purpose of maintaining and protecting a relationship that is central in one’s couple identity. The present work will also focus on the influence that an insidious parental behavior like intrusive parenting exerts on these two biases pro-relationship and, consequently, on couple identity. Study 1 and 2 are dedicated to the examination of couple positive illusions in couples in transition to marriage whereas study 3 investigates the self-serving bias in dating partners.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOIAFRATE, RAFFAELLAMANZI, CLAUDIA2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1020enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10582013-06-04T09:58:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67Imagery and perception in subjects with acquired brain damageOLIVERI, SERENAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAParole chiave: immaginazione mentale visiva, percezione, batteria neuropsicologica, danno cerebrale, deficit cognitivo, stile cognitivo, tensore di diffusione. Keywords: imagery, perception, neuropsychological battery, brain damage, cognitive deficit, cognitive style, diffusion tensor imagingLe immagini mentali sono un analogo della percezione? Studiando i pazienti con danni cerebrali, abbiamo visto che le menomazioni percettive sono spesso associate a limitazioni nella capacità di creare immagini (Farah 1988, 2000). Nella recente letteratura tuttavia sono riportati casi di doppia dissociazione, in cui funzioni percettive sono preservate e quelle immaginative danneggiate, o viceversa, funzioni percettive danneggiate ma intatta capacità immaginativa. Nel seguente studio l’obiettivo è indagare i rapporti tra la percezione e immaginazione in pazienti con danno cerebrale, in 5 diversi domini: forme, colori, volti, materiale ortografico e relazioni spaziali. Nel primo studio l'obiettivo era di esplorare le immagini mentali e la capacità di percezione visiva in pazienti con lesioni cerebrali attraverso una batteria di test sviluppata da Bachoud Levi, Bartolomeo, Chokron nel 2001 e adattata per il campione italiano da Antonietti, Oliveri, Incorpora et al. (2008). In un secondo studio abbiamo indagato le relazioni tra imagery e stile cognitivo visualizzatore/verbalizzatore, proponendo 2 questionari (VVQ e QSVV). Infine in un terzo studio, attraverso indagini strumentali (DTI, TAC, RMN) in un gruppo di pazienti con danno focale e deficit specifici di imagery, abbiamo individuato le correlazioni tra deficit nei diversi domini dell’imagery e della percezione con i danni corrispondenti a livello neurale.Is imagery an analogous of perception? By studying patients with brain damage we saw that perceptual impairments are often associated to limitations in the ability to create images (Farah 1988, 2000). In recent literature we found cases of double dissociation, in which perceptual functions are preserved and those imaginative impaired or, vice versa, there are damaged perception functions but intact imaginative capacity.
We aim to investigate the relationships between perception and imagery in patients with brain damage, in 5 different domains: shapes, colour, faces, orthographic material and spatial relationships.
In the first study the aim was to explore mental imagery and visual perception skills in patients with brain injury through a battery of tests developed by Bachoud-Lèvi, Bartolomeo, Chokron in 2001, and readapted for the Italian sample by Antonietti, Oliveri, Incorpora et aal (2008). In a second study we investigated the relationships between imagery test performance and visualizer/verbalizer cognitive style, detected by proposing 2 questionnaires (VVQ and QSVV). Finally in a third study, through instrumental investigations (DTI, TAC, MRI) in a group of patient with focal damage and specific imagery deficit, we aimed to correlate imagery and perception deficits to corresponding impairment in neural correlates.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOANTONIETTI, ALESSANDROBARTOLOMEO, PAOLO2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1058enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10602013-06-04T09:58:17Zhdl_10280_52hdl_10280_67Atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti in relazione a sessualità, gravidanza e genitorialitàOLIVARI, MARIA GIULIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEsessualità, fattori di rischio e protezione, gravidanza non pianificata, processo decisionaleIl presente progetto di tesi si articola in due parti: una prima, composta da due capitoli, fornisce la cornice teorica che fa da sfondo alla seconda parte, che vede la presentazione di tre contributi empirici.
Nel primo capitolo vengono presentati i concetti chiave della Developmental Psychopathology, soffermandosi sull’analisi delle traiettorie evolutive adolescenziali e sul ruolo che giocano i “comportamenti a rischio.
Nel secondo capitolo viene trattata la tematica della sessualità in adolescenza e sono delineate le funzioni a cui essa assolve.
Il Primo studio è volto ad esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti che gli adolescenti italiani hanno nei confronti della sessualità, della gravidanza e della genitorialità.
Nel secondo studio viene presentata una ricerca condotta su un campione di adolescenti inglesi sessualmente attivi volta ad approfondire l’indagine sui fattori di rischio o di protezione rispetto alla messa in atto di comportamenti sicuri vs a rischio.
Nel terzo studio ci si è stato preso in esame il ruolo della processazione cognitiva maschile e femminile a fronte dell’evento gravidanza non pianificata.My dissertation is composed of two different parts. The first one presents the theoretical framework of the second part, which comprises three different empirical studies.
In the first chapter I introduce the key concepts of Developmental Psychopathology.
The second chapter focuses on adolescent sexuality and its meanings.
The first study is aimed at exploring Italian adolescent attitudes and behaviours toward sexuality, pregnancy and parenthood.
The purpose of the second study is to deepen the analysis of risk and protective factors concerning English adolescent sexual behaviours.
The third study examines female and male adolescent decision making concerning an hypothetical unplanned pregnancy.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOTRAFICANTE, DANIELACONFALONIERI, EMANUELA2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1060itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10612013-06-04T09:58:18Zhdl_10280_52hdl_10280_67"Creativity is..." An investigation about how school children conceive the creative processPIZZINGRILLI, PAOLAM-PSI/03: PSICOMETRIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEcreativity, implicit theories, students' beliefs, students' creative abilities, creatività, teorie implicite, concezioni degli studenti, abilità creative degli studentiIl presente lavoro di ricerca si propone di esplorare le concezioni degli studenti sulla creatività attraverso strumenti quali la parola e il disegno, a tramite attività mentali quali il giudizio, il riconoscimento e la descrizione.
Tre sono i concetti chiave oggetto di indagine della presente ricerca: il riconoscimento, inteso come l’abilità nel distinguere prodotti (e autori) creativi da quelli non creativi. Tale distinzione ha luogo nel momento in cui l’individuo è in grado di cogliere quegli elementi che portano a un cambiamento di significato di un dato oggetto che in questo modo viene considerato creativo. Il secondo concetto chiave è il giudizio, ovvero l’abilità di un individuo di valutare l’autore - o gli autori - di prodotti creativi e non creativi. Il terzo concetto è quello legato all’abilità, attraverso la quale le persone esprimono il loro potenziale creativo.
Gli obiettivi declinati nel presente lavoro di ricerca sono tre. Il primo si prefigge di indagare la capacità che gli studenti hanno di riconoscere la fase di ristrutturazione - costitutiva dell’atto creativo - distinguendo i prodotti creativi da quelli non creativi sulla base del loro diverso livello di originalità. A tale proposito sono state messe a punto diverse serie di disegni che rappresentano la realizzazione di artefatti creativi e non creativi e presentate prima a un campione di studenti universitari (Studio 1) e poi di studenti della scuola Primaria e Secondaria (Studio 2, Studio 3). Il secondo obiettivo consisteva nel descrivere la rappresentazione del comportamento del creativo. Attraverso una storia è stato richiesto agli studenti di giudicare il ruolo della persona creativa (Studio 2, Studio 3). Infine, il terzo obiettivo era valutare l’espressione della creatività e la sua relazione con la rappresentazione (Studio 3) attraverso l’impiego di strumenti diversi, quali il differenziale semantico, il compito di completamento di disegni ed il test delle Linee Parallele tratta dal Test di Pensiero Creativo di Torrance (TTCT: Torrance, 1989).The present work is aimed at exploring how students represent creativity. To explore their beliefs we used different research tools (as words, drawings), and different cognitive tasks (as judging, recognizing, describing).
Three concepts will be investigated in this research: (1) recognition, intended as the ability to distinguish between creative and non-creative products as well as between creative and non-creative authors: we tried to identify if our participants were able to catch the distinctive elements that determine the change of meaning of an artifact so that it become creative; (2) judgment, intended as the ability to judge the author(s) of creative and non-creative products; (3) expression, intended as the ability to express our own creative potential.
Three specific aims has been set across this research. The first aim was to investigate the ability of students to recognize the restructuring phase of a creative act, differentiating between creative and non-creative products. Different series of drawings that represented the realization of creative and non-creative objects were devised and tested on undergraduates (Study 1) and on school children (Study 2, Study 3). The second aim was to describe the representation of creative behaviour. Using a story as a baseline, students were requested to judge the role of the creative person (Study 2, Study 3). The third aim was to evaluate the expression of creativity and the relationship between expression and representation of creativity (Study 3) using different tasks: a semantic differential scale, a picture completion task and a subscale of the Torrance Test of Creative Thinking (TTCT: Torrance, 1989).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOTAN, AI-GIRLANTONIETTI, ALESSANDRO2011-04-07Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1061enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/10192013-06-04T09:58:13Zhdl_10280_52hdl_10280_67ORGANIZATIONAL WELL-BEING AND PERFORMANCE IN ATYPICAL WORK. THE ROLE OF ORGANIZATIONAL AND PERSONAL FACTORSDE CARLO, ALESSANDROM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIMETODOLOGIE QUALITATIVE, METODOLOGIE QUANTITATIVEOggetto della tesi, fondata sull’integrazione tra metodologie qualitative e quantitative nella ricerca applicata nelle organizzazioni, sono gli effetti di fattori organizzativi e personali sul benessere organizzativo e sulla performance dei lavoratori atipici. La tesi è composta da due parti. Nella prima viene condotta un’analisi approfondita dei contenuti della letteratura riguardo alle tematiche del benessere organizzativo e della performance, specialmente in relazione al lavoro atipico. La seconda parte si compone di tre studi empirici. Il primo, condotto con metodologie quantitative presso organizzazioni pubbliche e private evidenzia il ruolo di elementi personali – come ad esempio la scelta della condizione di atipicità – e di elementi organizzativi – come ad esempio il settore (pubblico vs. privato) dell’organizzazione – nel determinare un ampio numero di elementi di benessere e performance. Il secondo studio, basato su metodologie qualitative, mette in luce elementi dell’esperienza del lavoro atipico rilevati tramite 12 focus groups, come ad esempio la precarietà e la marginalità dei lavoratori atipici nelle organizzazioni. Il terzo studio, progettato in base ai risultati del secondo, misura con strumenti quantitativi alcuni elementi emersi tramite le tecniche qualitative, in primo luogo il ruolo delle abilità (skills) nel determinare i livelli di benessere e performance.The effects of personal and organizational factors on well-being and organizational performance of atypical workers organizational are the object of this dissertation which is based on the integration of qualitative and quantitative methodologies in applied research in organizations. The thesis is composed of two parts. The first consists in an analysis of the literature regarding organizational well-being and performance, especially with regard to atypical employment. The second part consists of three empirical studies. The first, conducted with quantitative methods in public and private organizations, concerns the role of personal factors - such as the choice of atypical employment - and organizational elements - such as the sector (public vs. private) of the organization - in determining a large number of dimensions of well-being and performance. The second study, based on qualitative methodologies, highlights elements of the experience of atypical employment, observed using 12 focus groups, such as insecurity and marginalization of atypical workers in organizations. The third study, designed on the basis of the results of the second one, measures with quantitative tools some elements emerged through qualitative methods, such as the role of skills in determining levels of well-being and performance.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSCARATTI, GIUSEPPEKANEKLIN, CESARE LUIGI2011-03-31Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1019enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12702014-05-21T08:07:44Zhdl_10280_52hdl_10280_67Attacchi e difese nella comunicazione politica: gli effetti sulla percezione dei candidatiATTACKS AND DEFENCES IN POLITICAL COMMUNICATION : THE EFFECTS ON THE PERCEPITION OF CANDIDATESBERTOLOTTI, MAURO MARIA ONNOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcomunicazione politica, percezione sociale, ragionamento controfattuale, decisione di votoUna parte consistente della comunicazione politica è costituita da messaggi di attacco o di difesa dei politici e del loro operato. L’obiettivo della presente ricerca è analizzare gli effetti di questo tipo di messaggi sui giudizi dei cittadini e su come essi percepiscono i personaggi politici. In una serie di studi sperimentali sono stati analizzati gli effetti di messaggi aventi diversa funzione (attacco vs. difesa), stile (diretto vs. indiretto) e contenuto (riferimento alla dimensione di leadership vs. di integrità dei politici). I risultati hanno mostrato che i messaggi di attacco sono più efficaci nell’influenzare la percezione di integrità dei politici attaccati quando formulati in modo indiretto (tramite il ricorso al ragionamento controfattuale). Anche le difese dei politici sono più efficaci quando ricorrono a questo tipo di argomentazione in grado di influenzare l’attribuzione di responsabilità degli eventi passati. È emerso infine che anche il grado di sofisticazione politica dei riceventi può influenzare l’efficacia di questo tipo di messaggi.A large part of political communication consists in attack and defence messages targeting politicians and their work. The aim of the present research is to analyse the effects of this kind of messages on citizens’ judgments and perception of political candidates. In a series of experimental studies, the effects of messages varying for function (attack vs. defence), style (direct vs. indirect) and content (focus on politicians’ leadership vs. morality dimension). Results showed that attack messages are more effective in influencing the perception of attacked politicians’ integrity when delivered in an indirect way (using counterfactual statements). Politicians’ defences are similarly more effective when using this kind of argumentation, as they influence receivers’ responsibility attributions for past events. Finally, results showed that also the level of political sophistication of receivers can influence the effectiveness of this kind of messages.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCATELLANI, PATRIZIA2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1270enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12082024-01-24T17:48:40Zhdl_10280_52hdl_10280_67VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTOTowards intersubjectivity: Role and functions of the self in the interactive construction of the subjectBRIVIO, ELEONORAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEintersoggettività, soggettività, identità, blog, gruppo, enunciazione, interazione, intersubjectivity, subjectivity, identity, blog, group,, enunciation, interactionIl presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti.The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLIGORIO, MARIA BEATRICEGALIMBERTI, CARLO2012-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1208itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12092013-06-04T13:48:19Zhdl_10280_52hdl_10280_67Dov'è la giustizia? Adolescenti ed emozioni tra procedure di giustizia in famiglia e devianzaWhere is the justice? Adolescents and emotions among family procedural justice and devianceDE ANGELI, ETTOREM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEgiustizia procedurale, giustizia riparativa, emozioni, colpa, vergogna, vergogna reintegrativa, devianza, adolescenza, famiglia, responsabilità, legittimità, pari devianti, procedural justice, restorative justice, emotions, guilt, shame, reintegrative shame, deviance, adolescence, family, responsibility, legitimacy, deviant peers.Il lavoro di ricerca si focalizza sui modelli di giustizia e sulla devianza in adolescenza. Obiettivo è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono come fattori protettivi e fattori di rischio nel comportamento adolescenziale. Nello specifico è indagato il ruolo svolto da variabili familiari, dalla giustizia procedurale, dalle emozioni e dal bisogno di riparazione. I contributi empirici utilizzano metodologie diverse: partendo da un lavoro esplorativo e passando attraverso la validazione di uno strumento di misurazione della giustizia procedurale il lavoro giunge alle analisi confermative su un modello teorico.
Il primo studio qualitativo indaga le narrazioni e i significati attribuiti, da parte di adolescenti autori di reato, a tematiche familiari, emotive e di giustizia. Il secondo offre un contributo alla validazione italiana della Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), uno strumento self-report volto a misurare la giustizia procedurale in famiglia.
Il terzo si occupa di proseguire nella direzione generata dagli studi precedenti e, attraverso analisi confermative sul modello teorico proposto, evidenzia il ruolo protettivo della percezione di giustizia procedurale in famiglia, della legittimità parentale, del bisogno di riparazione e delle emozioni di vergogna reintegrativa e colpa, mentre individua come fattore di rischio l’associazione a pari devianti.The research focuses on the models of justice and delinquency in adolescence. The primary goal is to focus on crucial elements that act as protective and risk factors in adolescent behavior. Specifically, the role played by family variables, procedural justice, emotions and reparation is investigated. The empirical contributions use different methodologies: starting from an exploratory work and going through the validation of a procedural justice measuring instrument, the research comes to confirmatory analysis on a theoretical model.
The first qualitative study explores the narratives and meanings attributed by adolescents offenders to family, emotional and justice issues.
The second is a contribution to the Italian validation of the Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), a self-report instrument designed to measure procedural justice in the family.
The third study continues in the direction generated by previous studies and, through confirmatory analysis on the proposed theoretical model, highlights the protective role of family procedural justice, parents legitimacy, need for reparation, reintegrative shame and guilt, whereas the association to deviant peers is identified as a risk factor.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMARTA, ELENATAMANZA, GIANCARLO2012-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1209itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12102013-06-04T13:48:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67IDENTITA' ETNICA E BENESSERE DI ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI IN ADOZIONE INTERNAZIONALEFERRARI, LAURAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEidentità etnica, Bicultural Identity Integration, relazioni familiari, adattamento, benessere, ethnic identity, family relations, adjustment well-beingLa tesi si focalizza sui processi di costruzione dell’identità in adolescenti e giovani adulti in adozione internazionale analizzandone l’influenza sul benessere.
L’approccio quantitativo e l’assunzione di una prospettiva familiare caratterizzano l’impianto di ricerca dei quattro studi che compongono questa ricerca.
Il primo studio tratteggia un quadro della famiglia adottiva di fronte all’adolescenza dei figli adottivi prendendone esaminandone dimensioni specifiche a livello individuale, relazionale e sociale.
Il secondo studio identifica una tipologia identitaria di adottati alla luce dei pattern di identificazione etnica e nazionale che discrimina rispetto alla qualità della relazione familiare, benessere e motivazioni identitarie dell’adottato.
Il terzo studio evidenzia l’influenza di alcune variabili familiari e sociali sui processi identitari degli adottati ed analizza come i diversi esiti identitari siano legati al benessere.
Il quarto studio si focalizza sulla socializzazione culturale e la percezione di discriminazione quali predittori della costruzione dell’identità etnica in Italia e negli U.S.A, mettendo in evidenza aspetti comuni e differenze culturali specifiche.
Dai risultati emerge che il legame tra il benessere e la capacità di confrontarsi con la duplice appartenenza al proprio gruppo etnico e al nuovo contesto sociale di appartenenza. I genitori assumono un ruolo fondamentale nel sostenere tale processo tramite le strategie di socializzazione culturale.This work is focused on the identity process among adolescents and young adults internationally adopted and their well-being.
The four studies that compose this dissertation are characterize by the quantitative approach and the assumption of a family perspective.
The first study explore well-being, ethnic identity, family relations and the perception of social context among adoptees and their parents.
The second study identifies a type of identity of adoptees for different patterns of ethnic identification and national. The type of adoptees shows differences with respect to the quality of family relations, well-being and multiple motives on identity construction.
The third study develops a model of the explanatory factors determining the adoptees well-being; it confirms the influence of some family and social variables on identity processes and assess whether adoptees’ identity is related to psychosocial well-being.
The fourth study is focused on the perception of cultural socialization and discrimination as predictors of ethnic identity in Italy and the USA, highlighting common aspects and specific cultural differences.
The results show that family relations and the degree of integration between two cultural identities are important protective factors for psychosocial adjustment and well-being of adoptees. Parents play a vital role in supporting this process through cultural socialization strategies.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOROSNATI, ROSA2012-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1210itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12712013-06-04T13:48:26Zhdl_10280_52hdl_10280_67Listen to my breath: Exploring expressive function of breathing sounds in imitation and emotional attunementPELLEGRINI, RAFFAELLAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAemozioni, imitazione, respiro, analisi acustiche, emotions, imitation, breathing, acoustic analysisDiversi studi hanno dimostrato i reciproci rapporti di influenza tra respiro e variabili psicologiche ma scarsa attenzione è stata rivolta all’indagine delle funzioni espressive del suono del respiro.
Studio 1 è stato finalizzato alla costruzione di un modello di analisi multi-livello per la descrizione acustica del respiro. Sono state effettuate audio e video registrazioni del respiro di 2 coppie di soggetti in performance individuali e congiunte. Sui 1903 respiri raccolti sono state condotte analisi video e audio che hanno portato alla costruzione di tre categorie di indici: respiratori, acustici e interattivi (relativi alla relazione tra i comportamenti respiratori di due partners in un’azione congiunta). Studio 2 ha investigato cosa poteva essere inferito dall’ascolto del suono respiro relativamente all’identità, allo stato emotivo e all’attività svolta da una persona. Inoltre, ha verificato se l’imitazione facilitasse l’identificazione rispetto al solo ascolto. Sono state raccolte registrazioni ecologiche del respiro di persone coinvolte in 6 attività e 4 emozioni. Un campione di 90 persone ha ascoltato le tracce e risposto ad un questionario relativo alle suddette variabili. Altre 90 persone prima di rispondere imitavano il respiro. Il campione ha efficacemente inferito informazioni relative alle variabili indagate, con risultati migliori nel task di imitazione. Studio 3 mirava a descrivere acusticamente 6 condizioni di respiro emotivo (rabbia, paura, tristezza, disgusto, tenerezza, gioia) e a investigare se “respirare insieme” influenzasse il processo di sintonizzazione. 20 coppie di donne hanno partecipato. Per ogni emozione, entro ogni coppia una partecipante leggeva una storia emotivamente connotata e respirava come se si trovasse in quella situazione. L’altra esprimeva la propria vicinanza respirando come lei. Al termine rispondevano a un questionario. I respiri sono stati audio registrati e analizzati. E’ stato possibile ricondurre ciascuna delle emozioni a un differente pattern respiratorio. Inoltre il task ha influenzato diverse dimensioni della sintonizzazione: la sincronizzazione, il decoding emotivo, l’esperienza emotiva e la percezione di somiglianza interpersonale.Several psycho-physiological studies have provided evidences about the reciprocal influence between respiration and psychological variables but few attentions have been brought to the investigation of the expressive function of breathing sounds. Study 1 aims to build a multilayer analysis model that enable an acoustic description of breathing sounds. Audio and video recordings of breathing of two pairs of participants engaged in individual and joint performance were conducted. 1903 were video and audio analyzed and 3 sets of indexes were derived: respiratory, acoustic and interactive (aimed to relate partner’s respiratory behaviour during joint performances). Study 2 investigates what could be inferred about a person’s identity, emotional state and activity from the sound of his/her breathing. Moreover, it aims to verify whether imitation of breathing patterns improve the identification of those features. Ecological recordings of breathing sounds of people engaged in 6 activities and 4 emotions. 90 participants listen to the tracks and answer a questionnaire about such variables. Other 90 mimicked the tracks before answering. Participants were able to infer valuable information about the aspects under investigation with better results in the imitation task. Study 3 aims to describe the acoustic features of 6 emotional breathing patterns (anger, fear, sadness, disgust, tenderness and joy) and to see whether breathing together could strengthen the attunement process. 20 pairs of women participated. For each emotion, within the pair one participant read a story emotionally connoted and breathes as if she actually was in that situation. Her partner had to convey her closeness breathing in the same way. Finally they filled in a questionnaire. Different respiratory patterns were related to each emotion. Moreover the task influenced several attunement dimensions: synchronization, emotional decoding, emotional experience and perception of interpersonal similarity.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCICERI, MARIA RITA2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1271enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12722014-05-21T14:35:46Zhdl_10280_52hdl_10280_67LA RAZIONALITA'LIMITATA NELLE SCELTE MEDICHE: EURISTICHE, FIDUCIA E PERCEZIONE DEL RISCHIO NEL PROCESSO DECISIONALEBounded rationality in medical choices: Heuristics, trust and risk perception in the decision-making processRIVA, SILVIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/03: PSICOMETRIABOUNDED RATIONALITY, FAST AND FRUGAL HEURISTICS, TRUST, RISKS, MEDICAL CHOICESIl presente lavoro si è proposto di indagare il concetto di razionalità limitata nel contesto delle scelte mediche. Sono stati reclutati 80 adulti, senza una storia clinica particolare a cui è stato dapprima somministrato un test virtuale che richiedeva di prendere delle decisioni su alcuni trattamenti e, successivamente, è stata somministrata una intervista semi-strutturata per approfondire il tema della scelta. I principali risultati: in primis, le persone adottano l’uso di euristiche veloci e frugali. In particolare, le persone adottano l’euristica del “Prendi il meglio” considerando, per ogni scelta, un numero limitato di caratteristiche. In secondo luogo, l'uso di euristiche è legato a una razionalità ecologica che adatta le strategie decisionali alla struttura delle informazioni disponibili del contesto ambientale. In questo contesto, se il consiglio del o le informazioni rispetto ai rischi/effetti indesiderati sono disponibili allora essi saranno sempre valutati perché sono caratteristiche fondamentali del processo di scelta. Il consiglio del medico è espressione della fiducia tra medico e paziente. La fiducia è rappresentata da segnali semplici e onesti che il medico è capace di trasmettere e questi segnali formano un canale di comunicazione tra le persone. Infine un altro risultato riguarda la comprensione del rischio associato al consumo di un farmaco che è risultato di difficile comprensione e rappresentazione.This research aimed at applying the concept of bounded rationality in common medical choices in order to analyse the process by which laypersons make decisions in the field of health. Eighty adults, without a particular disease history were recruited and they were asked to manage both some virtual situations of medical choices and to discuss face to face about their past experiences in medical choices.Three major findings emerged. Firstly, people often use fast and frugal heuristics. In particular, people adopt the rule of the ‘take the best” considering, for each choice, a very limited number of elements to make their decisions. Secondly, the use of heuristics is related with the principle of ecological rationality in which strategies are chosen in connection with the available information of the environmental context. In this context, if “doctor’s advice” as well as “side effects information” are available, they will be always considered because they represent fundamental features of the decision making process. Doctor’s advice is expression of the trust between patient-doctor relationship. Trust is represented by simple and honest signals that the doctor communicates and these signals form an unconscious channel of communication between people. Thirdly, we found that risks associated with treatments are not easy to be conceived by laypersons. It was that people have not in mind a clear definition of the risk implied by medicines and treatment and they show, in average, a scarce interest in risk comprehension.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOANTONIETTI, ALESSANDRO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1272enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12112013-06-04T13:48:31Zhdl_10280_52hdl_10280_67Un modello multidimensionale per lo studio delle Felt Obligation : implicazioni generazionali, individuali, e familiariROSSI DEL CORSO, ANNALISAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/03: PSICOMETRIAFelt Obligation,relazioni intergenerazionali, dono - debito, transizione all'età adulta Felt Obligation, intergenerational relationships, gift - debt, transition to adulthoodQuesto lavoro di tesi ha come obiettivo generale quello di indagare attraverso un modello multidimensionale come le Felt Obligation, definite nelle dimensioni del mantenimento dei contatti e dei rituali familiari, del ricambiare nella relazione per ciò che si è ricevuto e del personal sharing, si delineano e si costruiscono nelle relazioni familiari. Il primo studio è di carattere strettamente psicometrico ed è volto a definire la struttura fattoriale della Felt Obligation Measure nel contesto italiano. La Felt Obligation Measure rappresenta a tutt’oggi l’unico strumento presente in letteratura che permette di valutare ciò che le persone sentono (felt) essere gli obblighi da assolvere nelle loro relazioni familiari. Il secondo studio è volto ad indagare le possibili implicazioni a livello generazionale e individuale delle Felt Obligation in due differenti generazioni (generazione di mezzo e giovani adulti); sono quindi indagate sia variabili di outcome qualificanti le relazioni familiari quali la soddisfazione e l’identità familiare sia variabili di adattamento individuale come autostima, depressione e benessere psicologico. Infine, il terzo studio è dedicato allo studio delle Felt Obligation nelle famiglie di giovani adulti. La transizione all’età adulta nel contesto italiano è caratterizzata da una prolungata co-abitazione di due generazioni adulte. Obiettivo del lavoro è pertanto approfondire il ruolo delle Felt Obligation per capire come esse diventino parte qualificante della relazione genitori – figli in questa fase del ciclo di vita e come siano legate a specifiche variabili del funzionamento familiare, quali soddisfazione e identità familiare.The general aim of this research is to investigate, through a multi-dimensional model, how Felt Obligation, defined in the dimensions of maintenance contacts and family rituals, repayment in the relationship and personal sharing, are delineated and build in family relationships. First study’s aim is to identify the factorial structure of Felt Obligation Measure in the Italian context. Felt Obligation Measure is the only instrument in literature by which people could report feelings about their obligations to fulfill in their family relationships. Second study’s aim is to investigate the generational and individual implications of Felt Obligation into two different generations (middle – adults and young adults). Finally, the third study is aimed to examine Felt Obligation in young adults’ families . The transition to adulthood in Italy is characterized by a prolonged co-habitation of two generations of adults; therefore the aim is to enhance the role of Felt Obligation in this specific phase of the life cycle and how they are linked to specific variables of family functioning (family satisfaction and family identity).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLANZ, MARGHERITA2012-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1211itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/12562014-05-22T08:24:27Zhdl_10280_52hdl_10280_67Scrittura espressiva in adolescenza: Dalla meta-analisi ad un test sperimentale di un nuovo intervento di scritturaExpressive writing in adolescence: From meta-analysis to an experimental test of a novel writing interventionTRAVAGIN, GABRIELEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAexpressive writing, adolescenti, meta-analisi, group-based trajectory modelling, expressive writing, adolescents, meta-analysis, group-based trajectory modellingIl presente programma di ricerca approfondisce l’uso dell’Expressive Writing (EW) con gli adolescenti a partire da tre studi, organizzati in modo sequenziale. Lo Studio 1 indaga l’efficacia e i fattori di moderazione dell’EW con gli adolescenti tramite meta-analisi. In particolare, è stata eseguita una review quantitativa degli studi sull’EW con partecipanti in età adolescenziale, attraverso i seguenti passaggi: ricerca sistematica e codifica degli studi; calcolo degli effect size; analisi dei moderatori. Lo Studio 2 confronta sperimentalmente sugli adolescenti gli effetti a breve e lungo termine di due tipi di istruzioni di scrittura, una convenzionale (EW) e l’altra orientata cognitivamente (CEW), elaborata sulla base dei risultati della meta-analisi. Le analisi sono state finalizzate a testare gli effetti della modificazione delle consegne di scrittura sul funzionamento emotivo e sociale degli adolescenti. Lo Studio 3 consiste in un’analisi secondaria dello Studio 2 ed esplora l’esito dell’intervento in funzione delle traiettorie di cambiamento dei meccanismi cognitivi (“Self-distancing”) rilevati negli scritti, tramite Group-Based Trajectory Modeling. I risultati degli studi sono discussi in funzione delle loro implicazioni teoriche e pratiche.The present research program aims at evaluating the use of Expressive Writing (EW) with adolescents through three studies, organized in a progressive fashion. Study 1 investigates the efficacy and moderators of EW with adolescents through a meta-analysis. The study performed a quantitative review of the EW interventions with adolescent samples, according to the following steps: systematic literature search and coding of the studies; calculation of the effect size; analysis of the moderators. Study 2 experimentally compares the short- and long-term effects of the traditional writing condition (EW) to a cognitively-oriented EW condition (CEW) on a sample of adolescents. The analyses had the objective to test the effects of altering the writing instructions on social and emotional adjustment of participants. Study 3 consists in a secondary analysis of the written essays collected in Study 2 with the intent of examining the effects of the intervention as a function of the cognitive processes (“Self-distancing”) observed during the writing sessions by means of the Group-Based Trajectory Modeling. The findings are discussed on the basis of their theoretical and practical implications.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCIGOLI, VITTORIO2012-02-23Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1256enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17352013-06-04T13:56:59Zhdl_10280_52hdl_10280_67La relazione tra linguaggio e azione: il contributo della Realtà Virtuale nel campo dell'Embodied CognitionTHE RELATIONSHIPS BETWEEN LANGUAGE AND ACTION: THE CONTRIBUTION OF VIRTUAL REALITY IN THE DOMAIN OF EMBODIED COGNITIONREPETTO, CLAUDIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAlinguaggio, azione, verbi, neuroni specchio, realtà virtuale, language, action, mirror neurons, embodied language, embodied cognition, semanticsIl razionale di questo progetto affonda le sue radici nelle recenti teorie che considerano il linguaggio come fondato sull’azione, e quindi strettamente collegato al sistema motorio. Negli ultimi decenni, infatti, la scoperta dei neuroni specchio, prima nella scimmia e poi negli esseri umani, ha portato ad un filone di ricerca spesso denominato “embodied language”. Grazie alle metodiche messe a disposizione dalle neuroscienze, ad oggi sono stati raccolti molti dati sperimentali a favore del legame tra sistema motorio e linguaggio, anche se la natura di questo legame non è del tutto chiara. In questa prospettiva, in aggiunta ai tradizionali strumenti di indagine come la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) o la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), anche la Realtà Virtuale (RV), che consente di provare un’”esperienza incorporata”, sembra possa aiutare i ricercatori a far luce sulle questioni ancora aperte.
Il presente progetto, quindi, si compone di tre ricerche distinte, ciascuna delle quali pone ad oggetto di indagine una sfaccettatura diversa del complesso fenomeno dell’embodied language.
Il primo esperimento è finalizzato ad indagare il ruolo della corteccia motoria primaria nei compiti di comprensione, utilizzando la rTMS; nel secondo esperimento viene introdotta la realtà virtuale per valutare se e come un’azione virtuale, grazie a un processo di simulazione, modula la comprensione di verbi; il terzo studio, infine, usando lo stesso ambiente virtuale del secondo studio, si propone di indagare il ruolo dell’azione virtuale durante l’apprendimento di una lingua straniera.The rational of this project is rooted in the recent theories that consider language as grounded in action, and thus tightly tied to the motor system. In the last decades, the discovery of the mirror neurons in monkeys, and of the correspondent mirror neuron system in humans, led to a new research topic often called “embodied language”. Thanks to the methodics supplied by neuroscience, nowadays a great corpus of experimental data has been collected that support the link between language and motor system, even if the nature of this link is still not completely understood. In this perspective, beyond traditional tools such as Functional Magnetic Resonance (fMRI) or Transcranial Magnetic Stimulation (TMS), also Virtual reality (RV), which allows to create an embodied experience, seems suitable to shed light on the open questions.
The present project, thereby, is structured in three independent researches, each one aiming at investigating one specific facet of the complex phenomenon of embodied language.
The first experiment is designed to investigate the role of the primary motor cortex during language comprehension, using rTMS; in the second one, the virtual reality is introduced, in order to test if and how a virtual action, thanks to simulation, modulates verbs comprehension; the third study, finally, using the same virtual environment, aims at examining the role of the virtual action during foreign language learning.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIORIVA, GIUSEPPE2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1735enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17382024-01-26T08:39:40Zhdl_10280_52hdl_10280_67Interventi per figli di genitori separati: dalla rassegna sistematica narrativa all'analisi esplorativa dei Gruppi di ParolaGroup interventions for children having separated parents:
from the Systematic Narrative Review to the analysis of the Gruppi di ParolaFUSAR POLI, CHIARAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAseparazione; divorzio; interventi di gruppo; Gruppi di Parola; rassegna sistematica narrativa; etnografia focalizzata; osservazione; separation; divorce; group interventions; Gruppi di Parola; Systematic Narrative Review; focused ethnography; observation.Il presente progetto di ricerca si occupa degli interventi di gruppo per figli di genitori separati, con la finalità di operare una riflessione di stampo metodologico sui dispositivi che sono stati analizzati e studiati in letteratura, per poi approfondire alcuni aspetti dell’intervento Gruppi di Parola, attivo in Italia.
L’articolazione in tre studi, di carattere qualitativo, ha permesso di avvicinare l’oggetto di ricerca secondo prospettive e metodologie differenti.
Il primo studio coincide con una rassegna sistematica narrativa, condotta al fine di sistematizzare la letteratura di livello internazionale relativa agli interventi di gruppo per figli di genitori separati che sono stati analizzati attraverso un impianto di ricerca rigoroso.
Gli altri studi approfondiscono rispettivamente due aspetti del dispositivo Gruppi di Parola: gli elementi teorico-pratici che lo fondano attraverso una prospettiva etnografica focalizzata (secondo studio) e le dinamiche interattive messe in movimento durante una specifica fase rituale del processo (l’accoglienza) per mezzo di una metodologia osservativa complessa (terzo studio).The present research project deals with group interventions for children having separated parents. Its aim is a methodological reflection about the programs analyzed and studied in the literature in order to later deepen some aspects of the Italian intervention Gruppi di Parola.
The organization in three qualitative studies has allowed the researcher to approach the research object according to different perspectives and methodologies.
The first study corresponds to a Systematic Narrative Review, carried out in order to systematize the international literature about the group interventions for children having separated parents which have been analyzed through a rigorous research design.
The other studies respectively deepen two aspects of the intervention Gruppi di Parola: the theoretical and practical underpinnings through a focused ethnographic perspective (second study) and the interactive dynamics activated during a specific ritual phase of the process (welcoming) by means of a complex observational methodology (third study).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCIGOLI, VITTORIOMOLGORA, SARA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1738itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17402013-06-04T13:54:23Zhdl_10280_52hdl_10280_67Problemi emotivo-comportamentali nei bambini tra 3 e 5 anni:assessment, fattori di rischio e fattori protettiviThe emotional-behavioral problems in children between 3 and 5 years: Assessment, risk factors and protective factorsMAINO, ELEONORAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEAssessment; multiple informant; bambini di età prescolare; fattori di rischio e fattori protettivi; CBCL; preschool children; risk and protective factorsLa presente ricerca nasce da una domanda di un territorio specifico che si è interrogato relativamente ai problemi emotivo-comportamentali dei bambini in età prescolare
Tale richiesta ci ha sollecitato da un punto di vista teorico a porre l’attenzione da un lato, sul significato “clinico” dei problemi emotivo-comportamentali dei bambini, dall’altro sul processo di assessment e in particolar modo sulla prospettiva multi-informant . Tale prospettiva è stata nello specifico oggetto di riflessione e indagine empirica soprattutto nel primo studio dove si sono considerate con particolare attenzione le discrepanze tra gli informant e il loro possibile significato.
La domanda di ricerca iniziale si è quindi ampliata fino ad affrontare l’individuazione dei fattori protettivi e di rischio nello sviluppo psicologico dei bambini in età prescolare. A questo proposito il secondo studio propone un modello multifattoriale per la comprensione delle problematiche emotivo-comportamentali dei bambini che tiene conto di aspetti individuali e di aspetti relazionali, familiari in primo luogo. Infine, il terzo studio vede l’utilizzo del modello teorico proposto nei i primi due studi su di un campione di genitori che si sono rivolti a un servizio territoriale arrivando a identificare gli elementi del modello che discriminano famiglie considerate normali da quelle definibili come cliniche.This research developed from a need to answer specific questions about emotional-behavioral problems in preschool children. From a theoretical point of view, this need forced one to focus on the “clinical” meaning of emotional-behavioral problems in pre-school children and their assessment processes, especially from a multi-informant perspective. Particularly, this perspective was a topic of interest in an empirical investigation in the first study, where discrepancies between informants and their possible perceptions were considered with particular attention. The initial research question was expanded to deal with the identification of risk and protective factors in the psychological development of preschool children. On this regard, the second study proposed a multi-factorial model to understand the emotional and behavioral problems of children which took into account individual and relational aspects, including especially the family. Finally, the third study considered the use of a theoretical model proposed in the first two studies with a sample of parents who turned for help to social services to identify from the model critical elements that discriminated families which could be considered functional from those defined as clinical.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOLANZ, MARGHERITAROSNATI, ROSA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1740itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17362013-06-04T13:55:35Zhdl_10280_67hdl_10280_52Agentività in interazione. Neuropsicologia delle affordances socialiAgency in interaction. Neuropsychology of social affordancesCRIVELLI, DAVIDEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICASocial understanding, Williams Syndrome, Agency, Inter-agency, Social interaction, TMS, EEG, ERP, eLORETA, Comprensione sociale, Sindrome di Williams, Agentività, Agentività congiunta, Interazione socialeLe interazioni sociali richiedono che un agente sia in grado di selezionare ed elaborare informazioni ambientali rilevanti, che sia situato in un contesto complesso, e che interagisca con altri agenti, rispettando le opportunità e i vincoli di contesto. Riconoscere noi stessi e gli altri come agenti intenzionali è un passaggio cruciale per il processo generale di comprensione sociale e, in particolare, per la nostra capacità di percepire le intenzioni e gli scopi altrui. Tali competenze sociali sostengono il nostro sviluppo fisico, cognitivo e affettivo promuovendo interazioni adattive. Di conseguenza, una disfunzione di tali competenze può compromettere gravemente l’autonomia e la qualità di vita. Si ritiene che un sistema distribuito medi la percezione di agentività e degli stati mentali altrui, ma la struttura interna dei processi che costituiscono la nostra capacità di comprendere i nostri simili e di interagire adeguatamente è tuttora per buona parte sconosciuta. Il progetto ha come obiettivo indagare le fasi iniziali di tali processi e, in particolare, l’elaborazione precoce di cues sociali (social affordances) per la detezione di agentività e opportunità d’interazione in contesti sociali. È strutturato in tre studi principali: il primo mira a esplorare i correlati elettrofisiologici (ERPs e dati di source localization) dell’elaborazione di informazioni visive per la detezione di agentività in interazione; il secondo mira a indagare possibili marcatori (ERPs) del profilo delle competenze di comprensione sociale associate alla sindrome di Williams; il terzo ha testato, tramite TMS, il ruolo causale di rTPJ nel mediare l’elaborazione pre-riflessiva di agentività e intenzionalità nel comportamento osservato.Social interactions require an agent to be able to select and process relevant environmental information, to be situated in a complex context and to interact with other agents, according to the opportunities and boundaries of that context. Sensing ourselves and detecting others as intentional agents is a crucial step for the overall social understanding process and, in particular, for our ability to perceive others’ intentions and goals. Those social skills foster our physical, cognitive and affective development by promoting adaptive interactions. Consequently, a dysfunction of such skills can seriously affect the autonomy and quality of life. A distributed system is thought to subserve the perception of agency and others’ mental states, but the internal structure of processes that constitute our ability to understand our similars and interact adequately is still largely unknown. This project aimed at investigating early stages of those processes and, in particular, the initial elaboration of social cues (social affordances) for the detection of agentivity and opportunities for interaction in social situations. It is structured in three main empirical studies: the first one aimed at looking electrophysiological correlates (ERPs and source localization data) of visual information processing for the detection of agency in interactions; the second one aimed at looking for possible markers (ERPs) of the uneven profile of basic WS social understanding; the third one tested the causal role of rTPJ in mediating pre-reflective processing of agency and intentionality from observed behaviour by means of TMS.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCAPPA, STEFANOBALCONI, MICHELA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1736enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17372013-06-04T13:55:36Zhdl_10280_52hdl_10280_67Religiosità e processi identitari:
aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovaniReligiosity and identity processes: cultural, familiar and social correlates of youth's religious identityBRAMBILLA, MARIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEidentità religiosa, internalizzazione religiosa, relazioni familiari, gruppi religiosi, valori, pregiudizio, religious identity, religious internalization, family relationships, religious groups, values, prejudiceLo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOREGALIA, CAMILLOMANZI, CLAUDIA2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1737enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17492014-05-21T12:40:49Zhdl_10280_67hdl_10280_52Processi di costruzione e condivisione di conoscenza tra pazienti diabetici onlineOnline patients knowledge sharing: the role of web peer exchanges in the diabetes careLIBRERI, CHIARAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIknowledge sharing, web 2.0, online qualitative research, diabetesIl web 2.0 ha totalmente riconfigurato il mondo della prevenzione e promozione della salute. In particolare esso ha cambiato il ruolo e le tipologie di scambi tra pazienti. Tali scambi sono centrali in quanto permetto di costruire e condividere conoscenza utile nella cura. Sebbene la rilevanza dei processi di costruzione e condivisione tra pazienti online siano chiarita dalla letteratura, questa area di studi comprende una varietà e confusione di etichette e teorie non chiariti e condivisi. Scopo di questa ricerca è di studiare gli ambienti e scambi online sul diabete in Italia tramite esplorazione sistematica del web al fine di capire come processi di condivisione e costruzione di conoscenza funzionano e come i contesti online li riconfiguranoThe Web 2.0 has totally changed the healthcare prevention and communication world .In particular, it has reconfigured lay exchanges between patients. These exchanges are important because they allow knowledge processes (like knowledge sharing or knowledge building). Although the importance of online knowledge processes between patients is well established, this field of study brings together a variety of theories with concepts not uniformly shared or understood. It’s not clear how patients use Web 2.0 for knowledge processes. The aim of this research is to study online contexts and exchanges about diabetes in Italy by developing a systematic exploration of Web 2.0 in order to define how knowledge processes work and how online contexts shape themUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMAYAN, MARIAGRAFFIGNA, GUENDALINA2013-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1749enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17392014-03-10T13:30:24Zhdl_10280_52hdl_10280_67"L'esperienza di un gruppo online di autolesionisti: aspetti psicologici e culturali e intervento possibile"THE EXPERIENCE OF AN ONLINE GROUP OF SELF-INJURERS: PSYCHOLOGICAL AND CULTURAL ISSUES AND A POSSIBLE INTERVENTIONALBESI, DANIELA ALICIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEself-injury, IPA, thematic analysis, posts, online intervention, reflective function, cultural issues, autolesionismo, analisi tematica, intervento online, funzione riflessiva, aspetti culturaliGli esseri umani vengono definiti come membri di un gruppo quando assumono i significati che il gruppo stesso crea ed utilizza per concepire sè stesso, i suoi membri e l'universo in generale. Abbiamo studiato i significati che definiscono un essere umano nella versione dell'"autolesionista utente di un gruppo online". In primo luogo, tramite un'analisi tematica di post condivisi nel forum del gruppo siamo venuti a conoscenza delle teorie sul comportamento, la sofferenza ad esso associata ed altre tematiche che definiscono "l'autolesionista". I risultati ottenuti hanno dimostrato che i significati che descrivevano il dolore associato all'autolesionismo erano più rilevanti rispetto a quelli legati all'atto. In seguito tramite IPA di interviste individuali abbiamo compreso che la qualità dello spazio del forum e della relazione tra le dimensioni online e offline determinavano influenze reciproche tra la partecipazione al forum, gli effetti sul sè e sul comportamento e il tipo di utilizzo del forum. Infine abbiamo condotto quattro incontri online con un gruppo di utenti del forum e lavorando sui significati, abbiamo stimolato la loro capacità di diventare consapevoli del loro stato mentale in relazione al comportamento autolesionista.Human beings are defined as members of a group when they assume the meanings that such group creates and uses to conceive itself, its members and the world in general. We studied meanings that shape a human being in the version of a “self-injurer member of an online group”. Firstly, through a thematic analysis of posts shared in the forum of the group we became acquainted with theories about the behavior, its associated sufferance and other issues that define “a self-injurer”. We found that the most important meanings related to the sufferance rather than to the practice of self-injurious gestures. Secondly, through IPA of individual interviews we understood that the quality of the space of the forum and the relationship between online and offline dimensions determined influences between the self-injurer's identity and her experience in the forum in terms of participation, effects on self and behavior, and type of use of the forum. Finally, we conducted four online meetings with a group of users of the forum and always focusing on meanings, we stimulated their capacity to be aware about their mental states in relation to self-injury.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIORIVA, GIUSEPPE2013-02-21T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1739enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/17092013-06-04T14:00:03Zhdl_10280_52hdl_10280_67Storia di un viaggio: valutazione multistrumentale del processo analitico in uno studio single-caseStory of a journey: multi-tool evaluation of the analytic process in a single-case design.PEPE, NOEMI LUCREZIAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAprocesso terapeutico, valutazione della personalità, depressione, therapeutic process, depression, personality assessmentUtilizzando il disegno single-case si indaga il processo terapeutico di una psicoterapia ad orientamento psicodinamico con sedute a cadenza settimanale della durata di un anno di un paziente con Depressione Anaclitica (secondo la definizione di Blatt, 2003); il processo ed i fattori che concorrono a determinarlo sono indagati nel conte-sto della valutazione della personalità del paziente. L’obiettivo consiste nel mostrare come sia possibile ottenere, utilizzando strumenti come la DMRS, la SWAP, la CALPAS, il CT-Q, il PRQ ed il CCRT, una valutazione che non si limiti solo al cambiamento sintomatico, in questo caso depressivo, ma fornisca un’idea più sfaccettata delle trasformazioni intrapsichiche ed interpersonali correlate al processo terapeutico, integrando la valutazione macroanalitica del cambiamento, ricavata dalle variazioni degli indici globali degli strumenti, alla valutazione microanalitica delle variabili.The therapeutic process of a psychodynamic psychotherapy is evaluated through a single-case design. The patient, a 26-year-old man with Anaclitic Depression (as defined by Blatt, 2003) was followed on a weekly based therapy for one year. The factors that contribute to determine the therapeutic process are investigated in the context of the patient's personality assessment. The objective is to show how it is possible to obtain, using tools such as the DMRS, the SWAP, the CALPAS, the CT-Q, the PRQ and the CCRT, an assessment that is not limited only to the symptomatic change, in this case depressive, but provides a more multifaceted view of the intrapsychic and interpersonal transformations related to the therapeutic process, incorporating the macroanalytic evaluation of changement, derived from the global scores of the instruments, to the micro-analytic evaluation of the variables.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOOASI, OSMANO2013-02-21Doctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/1709itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/33342015-01-01T04:00:16Zhdl_10280_67hdl_10280_52GIOVANI, ALCOL E DIVERTIMENTO NOTTURNO. DALLO STUDIO DEL FENOMENO AD UNA RICERCA-INTERVENTO IN UN QUARTIERE AD ALTA CONCENTRAZIONE DI LOCALIYoung People, Alcohol, and Nightlife: From Studying the Issue to Conducting Participatory Research in an Area with a High Concentration of Drinking VenuesARESI, GIOVANNI UMBERTOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEAlcol, Giovani adulti, Nightlife districts, Ricerca-intervento, Comunità, Alcohol, Young adults, Nightlife districts, Participatory research, CommunityIl contributo presenta l'esito di un percorso di ricerca volto alla comprensione delle modalità di consumo di alcolici da parte dei giovani adulti nei contesti del divertimento notturno (bar, pub, discoteche, feste private, ecc.) e mira a fornire indicazioni teoriche, metodologiche ed applicative per interventi partecipati di promozione delle salute e la riduzione dei rischi alcol-correlati nelle comunità locali.
Il lavoro si apre con uno studio Grounded Theory che offre un modello processuale di comprensione delle dinamiche del bere dei giovani nei diversi contesti del divertimento notturno, tenendo conto delle specifiche culturali del nostro Paese. Prosegue poi con uno studio di analisi del contesto della città di Milano in merito ai rischi alcol-correlati, che ha indicato la priorità, a livello locale, negli interventi relativi all'insieme di rischi e conseguenze che si concretizzano nelle aree urbane che presentano elevate concentrazioni di locali notturni, i nightlife districts.
Il lavoro si chiude con la presentazione di una ricerca-intervento mixed-method in uno di questi quartieri, che ha visto il coinvolgimento, in tutte le fasi, dei membri della comunità e ha consentito di conoscere in modo approfondito la realtà presa in esame e offrire indicazioni di intervento per la riduzione dei rischi per i giovani e delle conseguenze alcol-correlate per gli abitanti.The dissertation contributes to the understanding of the issue of alcohol use and abuse among young people in nightlife settings (e.g., bars, clubs, and private parties). It describes the effectiveness of participatory research approaches in studying and addressing the phenomenon in areas with a high concentration of drinking venues (nightlife entertainment districts).
The Grounded Theory research (study 1) on young adults' drinking patterns in nightlife settings showed changes in the meanings, processes, and representations of alcohol across settings and their effect on drinking patterns.
The results of the context analysis of the city of Milan (Italy) (study 2) indicated specific alcohol related issues in the local context, in particular the wide range of alcohol-related risks and consequences for both youngsters and residents in the four nightlife entertainment districts of the city.
The last study is a multiphase mixed methods participatory research conducted in a nightlife district. Multiple methods (interviews, a community survey, ethnography) integration was part of the participatory process in which community members collaborated during different phases of research. The study resulted in indications for intervention to reduce alcohol-related negative consequences for youths and nightlife districts’ residents, and in theoretical and methodological considerations for the future research.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOMARTA, ELENA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/3334itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28522014-04-03T01:02:24Zhdl_10280_52hdl_10280_67APPRENDIMENTO SITUATO E MASTER DI SECONDO LIVELLO: LA FIGURA DEL TUTOR A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI CONOSCENZAMOCCA, ALESSANDROM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEApprendimento, master, funzione di tutorship, BionQuesto lavoro si articola in tre studi condotti con approcci qualitativi.
Nel primo studio si è deciso di prendere in considerazione le teorie dell’apprendimento legate all’area socio-culturale e psicodinamica. In questo studio si utilizza la narrative review come metodologia per l’analisi della letteratura. L’obiettivo è quello di dare al lettore un inquadramento concettuale che lo aiuti a comprendere meglio ciò che verrà esposto negli studi successivi.
Nel secondo studio si intende mappare le concezioni di apprendimento presenti nei master. A tale fine sono state effettuate interviste ai ai coordinatori didattici dei master, è stata fatta un’etnografia sui documenti dei master e quattro focus group con i partecipanti ai master, con l’obiettivo di mappare le concezioni di apprendimento e di conoscenza sottese.
Nel terzo studio si intendono mappare le pratiche di tutorship all’interno dei master presi in esame, con l’obiettivo di comprendere quale sia il ruolo del tutor nell’accompagnare i partecipanti ad apprendere e cambiare nel percorso del master.
Dalle pratiche emerse si evidenzia quanto questo ruolo sia un ruolo chiave nell’accompagnamento all’apprendimento nelle diverse fasi del master. In chiusura si è effettuata una rilettura psicodinamica della funzione di tutorship come possibile aiuto a costituire uno statuto del ruolo di tutor.This work has been structured in three studies conducted with qualitative methods.
In the first study, learning theories related to socio-cultural and psychodynamics area have been taken into consideration and narrative review has been used as a methodology for the literature analysis. The aim was to give a conceptual framework to better understand what will be further present.
In the second study, the main purpose was to map the different conceptions of learning and knowledge in master programmes. For this purpose, interviews has been submitted to didactic coordinators of masters; an ethnography on the documents of masters and four focus groups with the participants have been conducted.
In the third study, the goal was to map the tutorship practices within the master programmes examined, in order to understand the role of the tutor in the learning and changing processes of participants during the master programmes.
From the emergent practices, has been highlighted that tutor has a key role in the learning process during different stages. In closing, has been realized a psychodynamic rereading of the tutorship function as a possible aid to constitute a statute of the role of tutor.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOKANEKLIN, CESARE LUIGI2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2852itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/26112015-02-04T09:21:18Zhdl_10280_52hdl_10280_67KNOWLEDGE MANAGEMENT, FORMAZIONE E TECNOLOGIE 2.0: VERSO LA SOCIAL COLLABORATION IN CONTESTI PROFESSIONALIGABRI, SARASECS-P/10: ORGANIZZAZIONE AZIENDALEM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALESocial collaboration, Comunità di Pratica, Formazione, Knowledge Management, Nuove Tecnologie, Communities of Practices, Learning,New TechnologiesLa ricerca è stata condotta in una realtà organizzativa multinazionale, con lo scopo di comprendere quale sia il ruolo giocato dalle Nuove Tecnologie (NT) nel processo di integrazione tra Knowledge Management (KM) e Formazione. Queste due aree, infatti, potrebbero reciprocamente supportarsi nella capitalizzazione della conoscenza prodotta in azienda. Il primo studio ha esplorato la cultura organizzativa attraverso l’analisi delle comunicazioni sull’intranet. Con il secondo studio sono stati approfonditi vissuti e rappresentazioni dei membri dell’organizzazione; sono state condotte interviste etno-narrative ai responsabili dell’area Formazione, del KM ed ai Facilitatori delle Comunità di Pratica (CoP) per far emerge le pratiche d’uso delle NT. Nel terzo studio è stato indagato il costrutto della partecipazione alle CoP Virtuali, strumento indispensabile per rendere capillari le attività del KM. Il questionario compilato dai membri di alcune delle CoP aziendali ha mostrato come l’influenza di un fattore soggettivo e di uno sociale favoriscano la partecipazione alle attività. Dagli studi è emerso che la creazione di spazi prossimali di apprendimento riconosciuti e di un ambiente per la social collaboration consentirebbero il passaggio ad un sistema integrato ed un cambiamento nella cultura d’uso. Risulta fondamentale anche l’apporto di alcune figure chiave interne all’azienda, unito ad interventi di educazione all’uso.Aim of the research, conducted in a multinational organization, is understanding the role played by New Technologies (NT) in the process of integration of Knowledge Management (KM) and Learning. These two areas, in fact, could support reciprocally in the capitalization of the knowledge produced in the company. The first study explores the organizational culture through the analysis of communication on the intranet. The second study looks at organization’s members experiences and representations. Ethno-narrative interviews were conducted to the training and KM areas managers, and to Communities of Practice’s (CoPs) Facilitators, to understand the NT’s practices of use. The third study investigates the construct of participation in Virtual CoPs, an essential tool to make widespread KM activities. The questionnaire completed by members of some Company’s CoPs showed how one subjective and one social factors encourage participation in activities. These studies show that the creation of spaces of recognized proximal learning and a social collaboration environment can enable the transition to an integrated system, and a change in the culture of usage. It is also essential the contribution of some key figures within the Company, combined with education to usage.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOGALIMBERTI, CARLO2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2611itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28702014-05-21T13:19:00Zhdl_10280_67hdl_10280_52BENESSERE E DISAGIO PSICHICO DEI PARTNER NELLA TRANSIZIONE ALLA GENITORIALITA'. DIFFERENTI PROSPETTIVE DI ANALISICouple’s well-being and distress in the transition to parenthood. A multi-method approachNOVELLI, MARGHERITAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAtransizione genitorialità, benessere, disagio, qualità relazione, transition to prenthood, well-being, distress, couple relationshipsLa transizione alla genitorialità è da sempre considerato un periodo di criticità per la coppia, questo processo ha inizio già nella fase della gravidanza, in cui il rapporto a due comincia a modificarsi in direzione triangolare, rompendo l’originaria struttura diadica.
E’ tuttavia importante che il processo di riorganizzazione della relazione, necessario all’acquisizione del ruolo genitoriale, salvaguardi gli aspetti coniugali, oltre ad includere quelli genitoriali: molte coppie, faticano ad alimentare o dimenticano lo spazio della coniugalità.
In termini più generali, per quanto i partner possano essere consapevoli della necessità di far fronte ai cambiamenti, spesso risultano impreparati e, a volte, poco adattabili. In tal senso il periodo perinatale può essere vissuto come un evento potenzialmente molto stressante.
Tale progetto si pone l’obiettivo di studiare i possibili percorsi della transizione alla genitorialità focalizzandosi sul benessere/malessere psicologico dei partner in relazione alla loro percezione della qualità della relazione di coppia.
I risultati evidenziano differenti traiettorie di benessere/malessere psicologico nel periodo perinatale e una relazione tra la condizione psicologica dei partner e la loro percezione della qualità della relazione di coppia.In the psychological literature the transition to parenthood has been always considered a critical period for the couples. This process should begin during the pregnancy, the period during which the couple’s relationship should develops from the original dyadic structure to a new triangular structure.
It must be underlyned the importance of the process of “renovation” of the relationship. This process includes the acquisition of the parental role and protects relavant marital and parental aspects such as the feeding of the marital relationship.
Despite couples’ awerness of the importance to cope with the changes that the transition entails, often result unprepared. In this sense the perinatal period can be seen as a potentially stressfull event.
This dissertation aims to study the possible paths of transition to parenthood focusing on partener’s psychological well-being and distress in relation to their perception of the quality of the couple’s relationship.
The results show different trajectories of psychological well-being and distress in the perinatal period and a relation between the couples’ psychological condition and their perception of the quality of couple’s relationship.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOSAITA, EMANUELA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2870itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28712014-05-21T13:24:56Zhdl_10280_67hdl_10280_52NELLA BUONA SORTE: IL PROCESSO DI CAPITALIZZAZIONE NELLA RELAZIONE DI COPPIAIn good luck: The capitalization process in couple relationshipPAGANI, ARIELA FRANCESCAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEcapitalizzazione, coppia, disegno cross-sectional, disegno longitudinale, diary method, capitalization, couple, cross-sectional design, longitudinal designIl presente progetto di ricerca si è focalizzato sul processo di capitalizzazione, ovvero la condivisione di eventi positivi con il/la partner, da cui ci si aspetta una risposta attiva al fine di prolungare ed aumentare i benefici derivanti dall’evento stesso. L’articolazione in tre studi, di carattere quantitativo, ha permesso di approfondire la conoscenza dell’oggetto di ricerca utilizzando diverse metodologie. Il primo studio ha indagato, attraverso un disegno cross-sectional, la struttura della Perceived Responses to Capitalization Attempts scale (PRCA) e, attraverso un disegno longitudinale, i benefici intrapersonali ed interpersonali che derivano dagli stili di risposta di capitalizzazione nel tempo. Il secondo e il terzo studio, attraverso il diary method, hanno approfondito il processo di capitalizzazione attraverso l’introduzione di due aspetti innovativi nel processo: la differenziazione tra eventi positivi interni ed esterni alla relazione e la distinzione tra modalità di comunicazione più o meno esplicita dell’evento positivo. Nello specifico, il secondo studio si è focalizzato sui primi due elementi del processo di capitalizzazione (gli eventi positivi e i tentativi di capitalizzazione), mentre il terzo studio ha riguardato gli ultimi due elementi del processo (le risposte ai tentativi di capitalizzazione e la percezione di responsività da parte del/della partner).The present research project focused on capitalization, that is the process through which people share good news with the partner, who in turn responds in an “active” way to maximize the benefits of the event. Three different studies approached this research object through different methodologies. The aims of the first study were to investigate, through a cross-sectional design, the structure of the Perceived Responses to Capitalization Attempts (PRCA) scale and to examine, through a longitudinal design, the intrapersonal and interpersonal benefits arising from the capitalization responses over time. The second and the third study, through diary methods, attempted to investigate two unexplored aspects of the capitalization process: the differentiation of the type of positive events (internal vs. external to the couple) and the distinction of the type of communication of the event (implicit vs. explicit). Specifically, the second study focused on the first two elements of the capitalization process (positive events and attempts to capitalization), while the third study concerned the last two elements of the process (responses to capitalization attempts and responsiveness).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOIAFRATE, RAFFAELLADONATO, SILVIA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2871itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28722015-01-12T04:00:16Zhdl_10280_67hdl_10280_52Tempi di Reazione alla Guida: Il ruolo dei processi attentivi, decisionali ed emotivi sulle aspettative di pericolo in contesti reali e virtualiRESPONSE TIME TO HAZARD: THE ROLE OF ATTENTION, DECISION MAKING AND EMOTIONS ON EXPECTATIONS IN REAL-LIFE AND VIRTUAL DRIVINGRUSCIO, DANIELEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALETempi di reazione alla guida, Reaction Times, Simulatori di guida, Driving Simulator, Aspettative, attenzione visiva, regolazione emotiva, processo decisionale, Expectations, attention, emotions, decision making, eye tracking, heart rate variability, validation, validità interna, validità esterna, external validity, virtual reality validation, real-life driving, human factors, fattore umano alla guida, psicologia del traffico, traffic psychologyLo scopo della presente ricerca è studiare il peso del fattore umano nei tempi di reazione alla guida. I tempi di reazione son stati studiati sin dalle origini della Psicologia sperimentale, tuttavia se applicati alla guida risulta obsoleto a causa delle specifiche condizioni in cui la reazione si svolge, ai cambiamenti del traffico moderno e ai nuovi dispositivi di supporto intelligente. In letteratura emerge chiaramente l’influenza sul tempo di reazione delle aspettative, della salienza della risposta, della percezione del rischio, dei carichi cognitivi e delle condizioni di rilevazione. La presente ricerca si prefigge di affrontare l’impatto e le modalità di influenza di questi aspetti psicologici sui tempi di reazione alla guida. In particolare i dati registrati in condizioni di guida ecologica reale saranno usati per a) studiare l’influenza delle aspettative sui processi attentivi, emozionali e di presa di decisione alla guida in risposta al pericolo, e b) per valutare l’influenza di diversi livelli di realismo di simulazioni e simulatori virtuali sui processi psicologici che determinano l’IPTR.
I risultati mostrano differenze significative nelle diverse fasi che compongono l’IPTR nelle diverse condizioni. I simulatori di guida si sono rivelati avere una validità relativa, ma non assoluta rispetto ai processi attivati nelle condizioni ecologiche, dimostrandosi però in grado di ricreare e modificare coerentemente i processi di avvistamento del pericolo in funzione della prevedibilità dello stesso; rendendoli strumenti utili per l’apprendimento. La ricerca fornisce informazioni sul funzionamento dei processi cognitivi ed emotivi alla guida utili per la ricostruzione degli incidenti, la sicurezza e la prevenzione stradale.The aim of the present research is to study the role of human factor in a salient driving ability for road accident prevention, that is reaction time to danger. Reaction times (RTs) have been investigated since the origin of experimental Psychology, however when applied to driving, the values became obsolete due to modern driving conditions and interaction with advance driving automatic systems and devices. The influence of expectation, urgency, risk perception, cognitive load and driving conditions on the process that determine RTs have been steadily proven in literature. The present research aims to tackle the influence of these factors on RTs while driving. In particular data measured in real-life driving are used to a) study the influence of expectation on attention, emotions and decision making process, and b) assess the influence of virtual settings with different levels of realism, on the psychological process that determine RTs.
A specific task that manipulate driver’s expectations was created to assess the influence of attention and decision making process in the different context on RTs. Results show significant differences in the RTs phases, for different situation. Driving simulators with different levels of realism proved to not have absolute validity, but rather relative on the meanings and learning process in detecting danger and deciding what response foster; giving us interesting information for drivers education, road safety and accident reconstruction.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOCICERI, MARIA RITA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2872enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28732014-05-22T08:18:57Zhdl_10280_52hdl_10280_67IL RUOLO DELLE TECNOLOGIE MOBILI NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE DI UN CONTESTO INTERSOGGETTIVO NEI PICCOLI GRUPPI. DUE STUDI SUL CAMPOThe role of mobile technologies in the construction of an intersubjective context within small groups. Two field studiesSTRADA, CRISTINAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEEtnografia, tecnologie mobili, osservazione, social network analysis, gruppo, intersoggettivà enunciativa, Ethnography, mobile devices, observation, group, utterance intersubjectivityIl presente lavoro, articolato in due studi etnografici, intende contribuire allo sviluppo del Modello dell’Intersoggettività Enunciativa, considerando aspetti fino a questo momento esclusi dallo stesso.
L’aspetto caratterizzante degli studi riguarda l’utilizzo di videoregistrazioni delle osservazioni etnografiche, utilizzate con obiettivi diversi. Nel primo caso sono prodotte in ottica di Etnografia Focalizzata, come supporto all’osservazione, mentre nel secondo sono utilizzate per effettuare ulteriori analisi a partire da quanto emerso dalla prima fase qualitativa.
Il primo è stato uno studio di etnografia focalizzata su un progetto pilota di educazione digitale per users non nativi digitali, all’interno del quale si è riscontrato come il device risulti di ostacolo alla collaborazione tra gli individui, in quanto essi non possiedono le conoscenze e competenze necessarie a favorirla. Diversamente, nel secondo studio è stato utilizzata la Social Network Analysis, con l’obiettivo di comprendere le modalità di interazione costituite all’interno di gruppi di studenti che lavorano in presenza, ai fini di un obiettivo comune, con il supporto di device mobili.
Dai risultati emerge come il dispositivo mobile funzioni ai fini della costruzione del mondo intersoggettivo condiviso solo se trasparente, evidenziando la necessità di considerare imprescindibile l’uso quotidiano e trasparente di tali tecnologie per tutte le fasce di popolazione.This work, organized into two ethnographical studies, aims at contributing to the development of the Utterance Intersubjectivity model considering aspects not yet included in such model.
The performed studies entail the use of videorecordings of ethnographic observations in multiple settings. In the first case, they are produced with a Focused Ethnography purpose in support to the observation, in the second case they are used after a preliminary qualitative step to perform an additional set of analyses.
The first study is a focused ethnography on a pilot project considering digital training for non digital-native users. The main outcome is the insight that the device results to be an impairment to the individuals collaboration, since they do not possess the required minimum level of knowledge and competence. In the second study a Social Network Analysis approach is used, with the objective to understand the interaction modalities that emerge within groups of co-located students working towards a common objective with the support of mobile devices.
Comparing the results of the studies emerges that mobile devices are effective in the construction of the shared intersubjective world only if they are transparent to the users, highlighting the need to promote and reinforce the everyday use of such technologies.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOGALIMBERTI, CARLO2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2873itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/28742024-01-24T15:28:38Zhdl_10280_52hdl_10280_67PREVENZIONE DEL TUMORE ALLA MAMMELLA IN ITALIA: RAPPRESENTAZIONI, PROFILI PSICOLOGICI E PREDITTORI DI ANSIA PRE-SCREENING.BREAST CANCER PREVENTION IN ITALY: REPRESENTATIONS, PSYCHOLOGICAL PROFILES AND PRE-SCREENING ANXIETY PREDICTORSZULIANI, CHIARAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/07: PSICOLOGIA DINAMICAPrevenzione di tumore alla mammella, rappresentazioni prevenzione, ansia pre-screening, breast cancer prevention, prevention representations, pre-screening anxietyIl presente lavoro di tesi affronta il tema della prevenzione del tumore alla mammella nell’ambito del contesto italiano. Con un primo studio ci si pone l’obiettivo di indagare le conoscenze, le rappresentazioni, le emozioni ed i comportamenti che donne del nord e del sud d’Italia hanno riguardo il concetto di prevenzione del tumore alla mammella. Nello specifico si vuole indagare se la cultura e il luogo di provenienza delle donne hanno un’influenza sulle loro rappresentazioni riguardo l’argomento di interesse. Questo obiettivo è stato perseguito con l’utilizzo di focus group condotti in Lombardia e in Campania. I risultati a questo studio hanno messo in luce notevoli differenze tra i due gruppi, in particolare rispetto alle conoscenze e alle pratiche preventive messe in atto.
Con un secondo studio si vuole indagare un ampio campione (N= 2070) di donne lombarde che partecipano allo screening mammografico (programma preventivo offerto dal SSN). All’interno di tale campione si voglio individuare profili psicologici caratterizzanti le donne e i predittori dell’ansia pre-screening, una variabile frequente tra i soggetti che si sottopongono a mammografia preventiva. I risultati a questo studio evidenziano la presenza di tre profili psicologici (cluster) all’interno dei quali si suddivide il campione. Questi profili differenziano le donne e le motivazioni che le conducono a prendere parte al programma di screening. Sempre grazie alle analisi effettuate per soddisfare gli obiettivi del secondo studio è stato possibile determinare che bassa stabilità emotiva, bassa qualità di vita e basso ottimismo hanno influenza nell’incrementare i livelli di ansia in donne in attesa di sottoporsi a screening mammografico.The present dissertation deals with the topic of breast cancer prevention in the Italian context. The first study of the research aimed to explore the knowledge, the representations, the emotions and the behaviors that northern and southern women have about breast cancer prevention. We want to investigate if cultural and contextual factors influence representations that women have about the topic of interest. We satisfied the objective of the first study conducting focus group in a northern and in a southern region of Italy. The outcome of this study highlighted differences between the two groups especially concerning women knowledge and their behaviors in regard to breast cancer prevention.
The second study aimed to investigate a sample (N=2075) of Italian northern women that choose to take part in the national breast cancer screening. The specific objectives of this study were the identification of psychological profiles that characterize this sample and pre-screening anxiety predictors, a common variable among women waiting to have a mammogram. The results at this study highlighted three clusters that differentiated women and the reason why they decide to take part in the prevention program. Analysis performed for the second study identified low emotional stability, low quality of life and low optimism as pre-screening anxiety predictors.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOBOSIO, ALBINO CLAUDIOBONANNO, GEORGESAITA, EMANUELA2014-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/2874enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62162015-04-07T09:00:02Zhdl_10280_65hdl_10280_52IL COINVOLGIMENTO DEL PAZIENTE NEL PROCESSO DI CURA: VERSO UNA RIDEFINIZIONE DELL'ETICA E DELLA PROFESSIONALIZZAZIONE MEDICA NELL'ERA DELLA MEDICINA PARTECIPATIVAPATIENT HEALTH ENGAGEMENT: REDEFINING ETHICAL AND MEDICAL PROFESSIONALISM IN THE ERA OF PARTICIPATORY MEDICINEBARELLO, SERENAMED/42: IGIENE GENERALE E APPLICATAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIpatient engagement; medical professionalism; patient-doctor relatioship;In un contesto in cui il coinvolgimento e la partecipazione dei consumatori/clienti di prestazioni sanitarie è oggi più che mai all’ordine del giorno, il concetto di “patient engagement” si è sempre più imposto nella letteratura scientifica e manageriale come call to action in risposta alle sfide epidemiologiche – legate all’aumento della cronicità – ed economiche – connesse all’aumento dei costi sanitari e alla riduzione delle risorse disponibili - a cui i sistemi sanitari contemporanei devono necessariamente rispondere per evitare il collasso. Per ciò, a fronte di una letteratura sul tema ancora parziale e frammentata, definire il concetto di “patient engagement” e le sue implicazioni a vari livelli diviene cruciale per passare da una dichiarazione di intenti ad una concreta strategia di azioni volte a promuoverlo. Alla luce di queste premesse, il progetto di ricerca ambisce a rispondere ad una necessità fondativa sia da un punto di vista teroico che empirico di questo concetto e ad evidenziare possibili linee di sviluppo e ricadute applicative per una rinnovata professionalizzazione dei clinici che devono oggi riadattare le proprie pratiche professionali e ripensare alla propria identità in funzione di un paziente sempre più attivo e partecipe rispetto alle scelte legate alla gestione della propria salute.The expectancy of patient living with chronic disease has improved significantly in the recent years due to advances in medical sciences. To address the burden of this growing demand of care, patient engagement is considered crucial as it contributes to improve health outcomes and control healthcare costs. However, many gaps still exist for its implementation starting from the lack of a shared definition and shared guidelines for medical practice based on the direct patients' care experience. In the light of this premises this dissertation will propose a sequential research design generally aimed at improving the knowledge and understanding of patient engagement and its implications for the medical practice and professionalism.
To answer the overall aim of this thesis both literature reviews and qualitative methodology were used. Chapter 1 was aimed to set scene and give the readers an overview of the global cultural and societal scenario that justifies the need to deal with the topic of patient engagement. Chapter 2 and 3 consist in in-depth literature reviews aimed at shading light on the concepts featuring the participatory medicine movement and, more specifically, the one of patient engagement. An in-depth qualitative study according to the grounded theory principles was conducted and reported in chapter 4 and was aimed at deepening the heart failure patient’s perspective towards engagement in their care in order to build and experience-based model of this phenomenon. The last two chapters, based on the insights emerged from both the literature analysis and the grounded theory study, were aimed at discussing the implications of patient engagement for the clinical decision making process (chapter 5), and for training health professionals in patient engagement strategies and improving the effectiveness of their communication and relational habits with this aim (chapter 6).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOGRAFFIGNA, GUENDALINAMEYER, ELAINE2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6216enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62122015-07-30T03:00:37Zhdl_10280_52hdl_10280_65FA' LA COSA GIUSTA! DISOBBEDIENZA PRO-SOCIALE, RAGIONAMENTO MORALE, E VALORI DI IMPEGNO COME PREDITTORI DI UN (NUOVO) MODELLO DI AZIONE COLLETTIVADO THE RIGHT THING! PRO-SOCIAL DISOBEDIENCE, MORAL REASONING, AND ENGAGEMENT VALUES AS PREDICTORS OF A (NEW) MODEL OF COLLECTIVE ACTIONFATTORI, FRANCESCOM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEobedience, disobedience, authority relationship, social representations, social action, collective action, pro-social behavior, global citizenship, social justice, attitudes measurement, obbedienza, disobbedienza, relazione con l'autorità, rappresentazioni sociali, azione sociale, azione collettiva, comportamento pro-sociale, cittadinanza globale, giustizia sociale, misurazione atteggiamentiIl contributo presenta i risultati di un progetto multi-fase che ha avuto come obiettivo la creazione di un nuovo modello di azione collettiva solidarity-based. Sviluppatosi in tre fasi conseguenti e necessarie, tale progetto mira a fornire indicazioni teoriche, metodologiche ed applicative per interventi di cittadinanza globale capaci di favorire condizioni di giustizia sociale.
La prima fase consta di uno studio cross-culturale condotto in Italia, Austria e Stati Uniti volto a rilevare le rappresentazioni sociali dei concetti di obbedienza e disobbedienza in gruppi di giovani-adulti. La discussione dei risultati evidenzia similitudini e differenze cross-culturali tra le rappresentazioni e definisce, per la prima volta in letteratura, attraverso l’utilizzo di mixed methods completamente bottom-up i concetti di obbedienza e disobbedienza.
Nella seconda fase è stato creato e validato uno strumento psicometrico in grado di misurare l’atteggiamento relativo alla disobbedienza pro-sociale poiché, nella terza e ultima fase, tale costrutto, insieme alle variabili ragionamento morale e valori di impegno, sono state testate come predittrici del modello EMSICA, modello esplicativo di un’azione collettiva a favore di un
out-group in condizioni di svantaggio sociale. La discussione dei risultati indica la rilevanza empirica di tali variabili offrendo interessanti spunti di riflessione per i policy maker.This dissertation presents the results of a multi-phase project whose goal was the creation of a new model of solidarity-based collective action. Developed in three consequential and necessary phases, this project aims to provide theoretical, methodological and practical guidance for interventions of global citizenship to favor conditions of social justice.
The first phase consists of a cross-cultural study conducted in Italy, Austria and the United States aimed at detecting the social representations of the concepts of obedience and disobedience in young adults groups. The discussion of the results highlights the similarities and the differences between cross-cultural representations and defines the concepts of obedience and disobedience for the first time in literature, through the use of completely bottom-up mixed methods.
In the second phase has been created and validated a psychometric instrument that can measure the attitude related to pro-social disobedience because, in the third and final stage, this construct, along with the variables moral reasoning and engagement values, have been tested as predictors of the EMSICA model, that explains collective action in favor of a disadvantaged out-group. The discussion of the results indicates the empirical relevance of these variables offering interesting insights for policy makers.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOPOZZI, MAURA2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6212enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62132015-04-02T01:00:34Zhdl_10280_52hdl_10280_65GLI EFFETTI DELL'EXPRESSIVE WRITING SUI SINTOMI DEPRESSIVI ETRAUMATICI DA STRESS POST-PARTUMThe effects of Expressive Writing on depression and post-partum traumatic stress symptomsSANTORO, ELENAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEExpressive Writing, postnatal depression, PTSD, parenting stress, childbirthIl presente studio intervento randomizzato è stato condotto su 140 donne assegnate - a seguito del parto - alla condizione di scrittura espressiva (EW) o alla condizione di scrittura neutra non-emotiva (NW). L’obiettivo era indagare gli effetti della scrittura espressiva sull’esperienza del parto sia sul funzionamento psicologico – sintomi depressivi e postraumatici da stress- (Studio 1a), sia sul funzionamento genitoriale - stress che la madre incontra nell’esercizio del suo ruolo e nell’interazione con il bambino – (Studio 2) al follow-up a tre mesi dal parto. Inoltre, sono state indagate le differenze individuali (moderatori) e i meccanismi psicologici- linguistici (mediatori) associati al cambiamento positivo a seguito della scrittura espressiva (Studio 1b). Gli studi hanno evidenziato che i sintomi depressivi e di intrusione connessi al trauma si riducevano nelle donne assegnate alla condizione EW nel confronto con la condizione NW e che a beneficiare dell’intervento erano le donne con sintomi acuti post-partum (Studio 1a). L’elaborazione cognitiva dell’esperienza stressante del parto attraverso le sessioni di scrittura è stata identificata come il meccanismo chiave, responsabile degli effetti benefici sulla sintomatologia depressiva postnatale (Studio 1b). Infine, il terzo studio ha identificato un effetto positivo della scrittura espressiva sulla qualità dell’interazione madre-bambino moderato da alcune caratteristiche individuali.One hundred forty women participated in the present randomized intervention study. Right after giving birth women were assigned to the Expressive Writing (EW) intervention group or to the non-emotional neutral writing (NW) condition. The aim was to investigate the effects in the childbirth experience of expressive writing both on psychological functioning - depression and post-partum traumatic stress symptoms - (Study 1a), and on parental functioning - the stress experienced by mothers in their parental role and in the interaction with the newborn - (Study 2) at a three-month follow-up after delivery. Individual differences were investigated as moderators and psycholinguistic mechanisms as mediators associated with positive changes following expressive writing (Study 1b). Results indicate that depression and intrusive symptoms related to the trauma decreased in EW women compared to NW women, and that acute post-partum symptom women benefited the most (Study 1a). Cognitive elaboration of the childbirth traumatic experience taking place during writing sessions is the key mechanism responsible for the beneficial effects on postnatal depression symptoms (Study 1b). Finally, the third study indicated a positive effect of expressive writing on the quality of mother-child interaction. The effect resulted moderated by some individual characteristics.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLODI BLASIO, PAOLA2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6213itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62142015-04-02T01:00:36Zhdl_10280_65hdl_10280_52SPAZIO INTERNO ED ESTERNO: IL RUOLO DEI SISTEMI DI RIFERIMENTO SPAZIALI EGOCENTRICO E ALLOCENTRICO NELLA COGNIZIONE UMANAINNER AND OUTER SPACE: THE ROLE OF EGOCENTRIC AND ALLOCENTRIC SPATIAL REFERENCE FRAMES IN HUMAN COGNITIONSERINO, SILVIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEEgocentric, Allocentric, Episodic Memory, Body Representation, Embodied Cognition, Virtual Reality, Egocentrico, Allocentrico, Memoria Episodica, Reppresentazione corporea, Cognizione Embodied, Realtà VirtualeLa domanda "Che cos’è lo spazio?" è sempre stata un tema centrale per la filosofia, ed è diventata di interesse anche per la psicologia cognitiva e per le neuroscienze, con una domanda cruciale strettamente legata: "Dove sono io?". Lo sforzo per collegare le risposte a queste due domande mira proprio a comprendere la complessa relazione che esiste tra lo spazio interno ed esterno, che è l'obiettivo finale di questo lavoro. L'idea è che la nostra posizione nel mondo influenzi fortemente il modo in cui codifichiamo, archiviamo e recuperiamo dalla memoria un layout spaziale. Inoltre, questo layout spaziale serve da impalcatura che vincola tutte le informazioni relative al nostro passato, presente e futuro, e tutte le esperienze legate al nostro corpo. All’interno di un approccio enattivo, si suggerisce una sincronizzazione continua (cioè, il “mental frame syncing") tra una rappresentazione allocentrica indipendente dal punto di vista allocentrica (i.e. che include solo relazioni oggetto-oggetto astratte) e una rappresentazione allocentrica dipendente dal punto di vista (i.e. che include informazioni sulla nostra direzione egocentrica attuale) possa permettere di posizionare il corpo nello “spazio memorizzato” rendendo più semplice la traduzione di questo in un “lived space” di cui si necessita per navigare, per ricordare il passato e per sentire il corpo. Sulla base di queste premesse teoriche, quattro studi sperimentali saranno presentati per studiare il ruolo del mental frame syncing come un principio di allineamento centrato sull’osservatore nei processi di codifica e di recupero delle informazioni.The question "What is space?" has always been a central topic for philosophy, and a closely linked crucial question becomes of interest for cognitive psychology and neuroscience, that is "Where am I?" The efforts to answer these two questions are means to better understanding of the complex relation between the outer and the inner space, which is the final goal of this work. The idea is that that our bodily position in the world strongly affects the way in which we encode, store and retrieve a spatial layout. Moreover, this spatial layout serves as a scaffold, binding all the information of our past, present, future and body-related experiences. Within an enactive approach, it is suggested that this continuous synchronization (namely, the “mental frame syncing”) of an allocentric viewpoint-independent representation (i.e. including only abstract object-to-object relations) and an allocentric viewpoint-dependent representation (i.e. comprising information about our current heading) may permit to place current bodily position in the “memorized space" making easy the translation of it into a “lived space” that it is needed to navigate, remember the past and feel the body. On these theoretical premises, four experimental studies will be presented to investigate the role of mental frame syncing as an alignment principle centred on observer the processes of encoding and retrieval of informationUniversità Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLORIVA, GIUSEPPE2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6214enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62152015-04-02T01:00:39Zhdl_10280_52hdl_10280_65LE DINAMICHE RELAZIONALI NEI PICCOLI GRUPPI. COORDINAZIONE E INFLUENZA NEL PROCESSO D'INTERAZIONEMORGANO, ANTONELLAM-PSI/03: PSICOMETRIAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEpiccoli gruppi, video-osservazione, interdipendenza, coordinazione, influenza, small groups, video-observation, interdependence, coordination, influenceLa presente ricerca si è proposta di indagare le dinamiche relazionali all’interno di piccoli gruppi, individuando nel metodo osservativo, e in particolare nella video-osservazione, la via d’accesso per lo studio del processo interattivo. L’interazione costituisce, infatti, il focus privilegiato per studiare il gruppo e l’interdipendenza che lo caratterizza. La tesi, fondandosi sull’analisi della teoria dei piccoli gruppi che ha fatto emergere gli elementi che li contraddistinguono, si articola in tre studi che ripercorrono la riflessione metodologica messa in campo per una lettura “gruppale” del processo interattivo attraverso i costrutti di coordinazione e influenza che, nel loro intreccio, danno forma all’interazione tra i membri di un gruppo. Nello specifico, il presente lavoro prende avvio dalla review sistematica (studio 1) degli articoli di ricerca pubblicati sui piccoli gruppi negli ultimi 5 anni (2008-2012), e fotografa il “che cosa” e il “come” dello studio dei piccoli gruppi, con particolare attenzione agli aspetti metodologici. Il secondo studio descrive i processi interattivi dei piccoli gruppi attraverso i costrutti di coordinazione e influenza, mettendo a punto una griglia di codifica osservativa che ne ha permesso la lettura a livello gruppale. Il terzo studio confronta tipologie di piccoli gruppi caratterizzati da composizione e struttura relazionale diversa al fine di coglierne somiglianze e differenze nel loro processo interattivo.The aim of this research is to investigate the relational dynamics within small groups, through the observational method, in particular video-observation as the key to access the study of interactive process. Interaction is the main focus that allows to grasp the group and the interdependence that characterizes it. The present dissertation is based on the theoretical perspective about small groups that reveals the main elements of them and it is articulated in three studies that follow the methodological reflection in order to propose a “group” reading of the interactive process through the constructs of coordination and influence that in their interweaving shape the interaction among members of a group. Specifically, in order to take a picture about “what” and “how” of the study of small groups, the first study presents a systematic review of the research articles on small groups, published in the last five years (2008-2012). The aim of the second study is to describe the interactive processes of small groups through coordination and influence, developing an observational coding scheme that has allowed to read the groups at a “group” level. In the third study small groups with different composition and relational structure are compared in order to identify their similarities and differences in their interactive process.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOLANZ, MARGHERITA2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6215itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62102015-04-07T08:53:59Zhdl_10280_52hdl_10280_65LA "NASCITA" DELLA FAMIGLIA ADOTTIVA: SVILUPPO PSICOSOCIALE DEI BAMBINI E BENESSERE GENITORIALE. UNO STUDIO LONGITUDINALECANZI, ELENA CAMILLA ROSAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEAdozione, Bambini adottati, Sviluppo cognitivo, Adattamento psicosociale, Famiglie adottive, Genitorialità adottiva, Studio longitudinale, Adoption, Adopted children, Cognitive development, Psychosocial adjustment, Adoptive families, Adoptive parenthood, Longitudinal studyIl presente progetto di ricerca nasce dalla collaborazione tra il mondo accademico e il mondo dei servizi che si occupano di adozione e ha l’obiettivo di progettare e applicare un protocollo di accompagnamento delle famiglie nel primo anno post-adozione. Il primo contributo della tesi è dedicato alla presentazione dettagliata del protocollo, in termini di finalità, obiettivi, metodo e, grazie a uno studio di caso singolo, si mettono in evidenza le ricadute operative dell’applicazione del protocollo stesso nell’intervento con le famiglie. Il secondo contributo offre, invece, una panoramica della situazione all’arrivo dei bambini in famiglia: lo studio si pone l’obiettivo di valutare il benessere dei bambini, considerando il peso delle esperienze vissute prima dell’adozione, e il benessere di madri e padri, con un approfondimento specifico sulla dimensione dello stress genitoriale. Il disegno di ricerca longitudinale ha, poi, consentito di tracciare i percorsi di cambiamento cui le famiglie vanno incontro e a cui sono dedicati i successivi contributi. Si sono valutati sia il recupero dei bambini, con un’attenzione specifica all’area dello sviluppo cognitivo e agli aspetti socio-emotivi legati alle performance intellettive, nonché l’andamento del benessere genitoriale. In particolare, lo studio che chiude l’elaborato di tesi discute la specifica modalità con cui le madri e i padri adottivi sembrano affrontare la transizione genitoriale, in analogia o meno a quanto accade nelle famiglie biologiche: è stata rivolta specifica attenzione alla dimensione della qualità della relazione coniugale e del supporto sociale, ancora largamente inesplorate nel panorama della ricerca nazionale e internazionale.The research project was promoted by the Athenaeum Center for Family Studies and Research with the cooperation of the public adoption agency “Il Cerchio” Centro Adozioni ASL Milano 1, and it was aimed at developing and applying a research protocol for the agency’s first year post-adoption practice. In the first study of the thesis the research protocol was presented, in terms of finalities, aims, method, and practical implications for the intervention with adoptive families through a single-case study. The second study documented the situation at children’s arrival into the new family and it was aimed at investigating children’s wellbeing, taking into account their pre-adoptive experiences, and parents’ wellbeing, especially focusing the attention on parental stress. The next two studies presented the longitudinal data about families’ changes during the first year post-adoption. Children’s recovery in the area of social, emotional, and cognitive development, and parents’ wellbeing were evaluated. In particular the last study discussed the specific way adoptive mothers and fathers cope with the transition to parenthood, comparing with biological families’ experiences, especially on marital relationship and social support, two dimensions still not largely explored in the field of national and international research.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOROSNATI, ROSAPALACIOS, JESUS2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6210itpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/62112015-04-07T08:55:12Zhdl_10280_52hdl_10280_65L'apprendimento motorio in persone sane e Parkinsoniane: L'effetto combinato dell'esperienza multimodale e di neurostimolazioneMOTOR LEARNING IN HEALTHY AND PARKINSONIAN ADULTS: THE COMBINED EFFECTS OF MULTIMODAL EXPERIENCE AND NEUROSTIMULATIONDI NUZZO, CHIARAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEapprendimento motorio, Morbo di Parkinson, tDCS, Kinect, Neuroni specchio, ritmo, Musica, osservazione, riabilitazione, Motor learning, Parkinson's Disease, non-invasive neurostimulation (tDCS), rhythm, music, mirror neuron system, Action Observation learning, rehabilitationL'obiettivo principale del lavoro è stato di valutare il ruolo della neurostimolazione e della multimodalità (intesa come la presentazione visiva di un modello che esegue un movimento assieme a una musica sincrona) nell’apprendimento motorio, indagando sia gli effetti sugli adulti sani sia su pazienti affetti da Morbo di Parkinson (MP). Per raggiungere tale obiettivo, sono state condotte tre ricerche sperimentali e longitudinali, utilizzando diversi strumenti, come tDCS, biofeedback e KinectTM.
Partendo da una sistematica revisione della letteratura nel campo della riabilitazione neuromotoria, sono state identificate tre forme di trattamento che sembrano efficaci contro i sintomi motori del MP. Tuttavia, pur riconoscendo la loro efficacia, non sono mai stati combinati nella pratica riabilitativa: l’Action Observation Learning (basato sulla teoria del sistema dei neuroni specchio), la neurostimolazione anodica non-invasiva sulla zona motoria primaria e l'uso della musica.
I risultati dimostrano un chiaro sostegno della multimodalità e della neuro stimolazione nella fase di encoding e un loro supporto nel migliorare le funzioni motorie, anche a distanza di un mese. Questo lavoro offre nuove indicazioni per lo sviluppo di approcci innovativi ed efficaci nel campo dell’apprendimento motorio.The main objective was to assess the role of neurostimulation and multimodality (namely the presentation of a visual model together with a synchronized musical track) in motor learning, by considering both healthy adults and Parkinsonian patients (PD). In order to achieve this goal, three experimental and longitudinal studies were carried out, using different tools such as tDCS, biofeedback and KinectTM.
Starting with a systematic review, three innovative approaches which seem to be effective in treating the motor symptoms of PD, were identified. However, while recognizing the effectiveness of these three promising approaches, they have never been combined: Action Observation Learning (based on the theory of mirror neuron system), the non-invasive anodal neurostimulation on the primary motor area and the use of music. The results showed a clear support of multimodality and neurostimulation during the encoding phase and in improving motor functions, even after one month. This work provides new suggestions for innovative and effective treatments in motor learning field.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOANTONIETTI, ALESSANDROCOLOMBO, BARBARA2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6211enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/61552016-06-17T00:01:37Zhdl_10280_52hdl_10280_65LA REINTEGRAZIONE SOCIALE DI EX SEQUESTRATI E DI EX GUERRIGLIERI IN COLOMBIA: RAPPRESENTAZIONI SOCIALI, MODELLI D'INTERVENTO E MATRICI FAMILIARILA REINTEGRACIÓN SOCIAL DE EX SECUESTRADOS Y DE EX GUERRILLEROS EN COLOMBIA: REPRESENTACIONES SOCIALES, MODELOS DE INTERVENCIÓN Y MATRICES FAMILIARESSOCIAL REINTEGRATION OF EX KIDNAPPED AND EX COMBATANTS IN COLOMBIA: SOCIAL RAPPRESENTATIONS, MODELS OF INTERVENTION AND FAMILY PATTERNSROMAN CARDENAS, ANGIE PAOLAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAReintegrazione sociale, resilienza familiare, matrici familiari, ex guerrilleros, ex secuestrados, conflicto armado. Social reintegration, family resilience, family patterns, ex combatants, ex abducted, armed conflict, Reintegración social, resiliencia familiar, matrices familiares, ex guerrilleros, ex secuestrados, conflicto armado.La presente ricerca, con un approccio qualitativo-ermeneutico, esplora il fenomeno del conflitto armato colombiano, con un focus specifico sul processo di reintegrazione sociale e sull’esperienza soggettiva come ex sequestrati e come ex guerriglieri. La ricerca consente un’esplorazione in profondità, integrando la dimensione politico-sociale con quella clinica, lasciando alla luce tre vertici d’analisi;
Studio 1: le rappresentazioni sociali intorno alle figure di vittime e di carnefice e alle dinamiche relazionali del conflitto armato colombiano;
Studio 2: l’approccio, i metodi e le tecniche di lavoro degli operatori che si occupano di reintegrazione sociale di ex sequestrati (nella Fondazione País Libre) e di ex guerriglieri (nell’Agenzia Colombiana per la Reintegrazione, “ACR”);
Studio 3: le matrici familiari e i suoi principali risorse relazionali che hanno supportato i soggetti durante la loro esperienza come sequestrati e come guerriglieri e una volta rientrano in società. Sono analizzati i tre assi delle matrici familiari (le origini, i rapporti di coppia e il passaggio generazionale –Cigoli & Tamanza, 2009- e le risorse che possono alimentare la resilienza familiare (Walsh, 2005)
Gli studi cercano di superare la dicotomia vittima/carnefice, che organizza l’opinione pubblica colombiana e le rappresentazioni sociali delle figure di ex-sequestrati (le vittime) ed ex-guerriglieri (i carnefici). I risultati degli studi effettuati possono fornire strumenti utili per orientare l’intervento clinico e favorire il processo di reintegrazione sociale. Si presentano a sua volta nuovi approcci che includono il lavoro decisivo delle comunità e delle famiglie, che si presentano come attori partecipativi e non passivi e vittimizzati come generalmente sono trattati.The current research (with a qualitative-hermeneutic approach) explores the phenomenon of Colombian armed conflict. It is specifically focus on social reintegration process and the subjective experience of ex combatants and ex abducted people.
The study of the phenomenon in its clinical and sociopolitical complexity, articulates three vertices of analysis:
Study 1: Social representations, around the current armed conflict and its involved figures.
Study 2: The principal models of intervention offered by two organizations that work directly with ex abducted people (País Libre Foundation) and with demobilized people from illegal groups (Colombian Agency for Reintegration, “ACR”).
Study 3: Family patterns, and its principal relational resources tan have supported subjects during their experience as abducted or combatants and once their return to society. The three axes of family patterns were explored (the origins, the couple relationship and the generational passage –Cigoli & Tamanza-) and the resources that can support family resilience (Walsh, 2005).
Results break traditional polarization on the lectures around Colombian armed conflict. The present research transcends the individual study of involved participants and of implications of traumatic facts, to explore inside their relationships and resources. New approaches are presented to orientate interventions in clinical psychology that could be helpful to social reintegration process. It is also presented a new approach that includes the decisive role of families and communities as active actors instead of passive and victimized as they have been generally treated.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOCIGOLI, VITTORIOFACCHIN, FEDERICAGONZÁLES DE VALENCIA, MARIA ISABEL2015-03-12T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/6155espartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/107882016-04-07T00:01:34Zhdl_10280_52hdl_10280_65Epigenetica comportamentale della prematurità: Come la metilazione del DNA media l'impatto di precoci esperienze avverse sullo sviluppo socio-emozionale in bambini nati fortemente preterminePRETERM BEHAVIORAL EPIGENETICS: HOW DNA METHYLATION CONTRIBUTES TO THE EMBEDDING OF EARLY ADVERSE EXPERIENCES INTO THE SOCIO-EMOTIONAL DEVELOPMENT OF VERY PRETERM INFANTSPROVENZI, LIVIOM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICANascita pretermine, Preterm birth, Epigenetica, Epigenetics, Metilazione del DNA, DNA methylation, Sviluppo socio-emozionale, Temperamento, Socio-emotional development, Temperament, Still-Face, Volto immobile, Psicobiologia dello sviluppo, Developmental Psychobiology, Dolore neonatale, Neonatal pain, Terapia Intensiva Neonatale, Neonatal Intensive Care UnitNel presente lavoro di tesi sono riportati i risultati di un innovativo progetto di ricerca longitudinale nell'ambito della psicobiologia. I recenti progressi nel campo dell'epigenetica sono stati applicati allo studio delle conseguenze di esperienze avverse precoci sullo sviluppo socio-emozionale in bambini nati fortemente pretermine. La nascita pretermine costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo socio-emozionale, in parte per l'esposizione ad eventi stressanti (es.: dolore neonatale) durante l'ospedalizzazione in terapia intensiva neonatale (TIN). L'epigenetica si riferisce a processi biochimici altamente sensibili alle esperienze ambientali e che alterano la funzione di trascrizione di specifici geni, senza modificare la struttura della sequenza di DNA. Il candidato ha sviluppato un razionale clinicamente rilevante per la ricerca epigenetica comportamentale della prematurità. Inoltre il progetto di ricerca ha dimostrato che il livello di esposizione a procedure dolorose si associa a esiti avversi sul piano temperamentale e della risposta allo stress a tre mesi e che tale associazione è mediata da alterazioni epigenetiche a livello del gene che codifica per il trasportatore della serotonina. Le implicazioni teoriche, cliniche ed etiche di questi risultati sono trattate nella sezione conclusiva. Il progetto di epigenetica comportamentale della prematurità fornisce una nuova prospettiva teorica ed empirica sul tema dell’interazione tra genetica ed ambiente.In the present work, the candidate reports the results of an innovative longitudinal research project in the field of psychobiology. The recent epigenetic progresses have been applied to the study of the consequences of early adverse event exposures on the socio-emotional development of very preterm infants. Preterm birth is a major concern for socio-emotional development, partly due to the exposure to adverse stressful stimulations (i.e., skin-breaking procedures) during the Neonatal Intensive Care Unit (NICU) stay. Epigenetics refers to biochemical processes which are sensitive to environmental cues and which alter the transcriptional activity of specific genes without changing the DNA structure. The candidate has developed a clinically relevant rationale for preterm behavioral epigenetics (PBE). The research project has demonstrated that the early exposure to high levels of skin-breaking procedures during NICU stay associate with non-optimal temperamental profile and stress regulation at 3 months of age. This association was mediated by epigenetic modifications (DNA methylation) of the stress-related gene encoding for serotonin transporter. The theoretical, clinical and ethical implications of these findings are discussed further in the final section of the thesis. The PBE project provides a new framework for the issue of the interconnections between nature and nurture.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOBORGATTI, RENATOMONTIROSSO, ROSARIO2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10788enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/107892016-03-22T02:05:47Zhdl_10280_52hdl_10280_65Oltre l'Ergonomia: Il Ruolo delle Intenzioni nell'Interazione Uomo-TecnologiaBEYOND ERGONOMICS: THE ROLE OF INTENTIONS IN HUMAN-TECHNOLOGY INTERACTIONTRIBERTI, STEFANOM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALETechnology, Intention, User Experience, Perfect Interaction Model, Cyberpsychology, Tecnologia, Intenzione, User Experience, Modello dell'Interazione Perfetta, CyberpsicologiaStoricamente, lo studio delle Nuove Tecnologie ha visto l’evoluzione di diverse discipline interessate alla valutazione delle stesse, in termini di sicurezza, usabilità, esperienza globale (dall’Ergonomia fino alla User Experience, passando per la cyberpsicologia). Tali discipline hanno identificato nei “bisogni degli utenti” la guida fondamentale di valutazione e design. Tuttavia, è mancata una contestualizzazione teorica del concetto di bisogno dell’utente. A tal proposito, questa tesi propone un modello teorico (PIM) basato sulla relazione tra tecnologie e intenzioni degli utenti. Queste ultime, sulla base della letteratura psicologica e filosofica, sono viste come l’antecedente mentale delle azioni, strutturate gerarchicamente. Sulla base del modello, vengono presentati tre esperimenti incentrati sull’interazione con le tecnologie e le intenzioni al livello motorio, prossimale e distale. I risultati del primo esperimento indicano che l’utilizzo di tecnologie interattive può modificare il contenuto rappresentazionale delle intenzioni motorie. Il secondo esperimento mostra che la presenza di intenzioni prossimali in utenti orienta la loro percezione di opportunità d’azione e la valutazione della tecnologia. Il terzo esperimento dimostra che la presenza di intenzioni distali negli utenti influenza la valutazione di usabilità di una tecnologia e le emozioni ad essa legate. La conclusione della tesi approfondisce l’importanza dell’analisi delle intenzioni nella valutazione delle tecnologie.Historically, the study of New Technologies has seen the evolution of the various disciplines involved in technology evaluation, in terms of safety, usability, and the overall experience (from ergonomics to User Experience, and cyberpsychology). These disciplines have identified the "user needs" as the fundamental guideline for evaluation and design. However, a theoretical contextualization of the concept of user needs is still missing. This dissertation proposes a theoretical model (PIM) based on the relationship between technology and user intentions. Based on the psychological and philosophical literature, it defines intentions as the hierarchically-structured mental antecedents of actions. Starting from the model, three experiments are presented focusing on the interaction with the technologies and motor, proximal and distal intentions. The results of the first experiment indicate that the use of interactive technologies can modify the representational content of motor intentions. The second experiment shows that the presence of proximal intentions in users drives their perception of affordances in the technologies and their final evaluation. The third experiment shows that users’ distal intentions influence the evaluation of usability in the technology and the experience of usage-related emotions. The conclusion explores the importance of intention analysis in technology evaluation.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLORIVA, GIUSEPPE2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10789enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/107902017-06-14T00:06:20Zhdl_10280_52hdl_10280_65"MINDING THE HEART": fattori di rischio psicosociale e motivazione al cambiamento tra pazienti in riabilitazione cardiologicaMINDING THE HEART: PSYCHOSOCIAL RISK FACTORS & MOTIVATION TOCHANGE IN CARDIAC REHABILITATION PATIENTSPIETRABISSA, GIADAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAMalattie cardiovascolari, motivazione al cambiamento, obesità, fattori di rischio psicosociale, qualità della vita, terapia breve strategica, intervista motivazionale, riabilitazione cardiologica, cardiovascular diseases, motivation, obesity, psychosocial risk factors, quality of life, brief strategic therapy, motivational interviewing, cardiac rehabilitation.Il presente lavoro di tesi è stato condotto in ambito psicocardiologico, e riguarda l’indagine delle determinanti psicosociali potenzialmente coinvolte nell’eziopatogenesi, digressione e prognosi delle malattie cardiache. Più studi preliminari sono stati condotti a fini esplorativi, e solo le varabili risultate caratteristiche del campione mantenute in indagini successive.
Dopo aver indagato il ruolo del benessere psicologico nell’influenzare la Capacità Funzionale dei pazienti, uno degli indicatori di esito di maggiore importanza in Riabilitazione Cardiologica (RC) (studio 1), si è proceduto a verificare quali tra le variabili cognitive e psicologiche tradizionalmente associate alle malattie cardiache caratterizzasse lo specifico campione, condizionandone Qualità della Vita (QdV) e benessere psicologico (studio 2). Esclusa l’influenza delle variabili cognitive sullo stato emotivo dei soggetti, si è, poi, approfondito il ruolo delle variabili psicologiche nel determinarne la QdV percepita dei degenti (studio 3). Obiettivo del quarto studio è, infine, valutare efficacia ed efficienza dell’aggiunta di tecniche e principi propri del Colloquio Motivazionale (CM) al trattamento psicologico standard (Terapia Breve Strategica, TBS), al di la del solo trattamento breve strategico, nell’incrementare autoefficacia percepita, disponibilità al cambiamento ed aderenza al trattamento riabilitativo nel malati di cuore. Un esempio dell’uso di tale stile comunicativo viene, inoltre, proposto mediante caso clinico (studio 5).The general aim of this thesis is to seek evidence on how to achieve long-term maintenance of lifestyle changes in a sample of obese inpatients with heart diseases referred to Cardiac Rehabilitation by investigating the influence of selected variables on their physical and psychological status, as well as by examining the efficacy and effectiveness of a motivational-based intervention. Study 1 is aimed at evaluating whether psychological well-being represents an independent predictor of Exercise Capacity. Study 2 focuses on investigating the influence of cognitive abilities and established psychosocial risk factors on the sample’s subjective Quality of life (QoL) and well-being. Since no effect of different levels of cognitive impairments on the expression of psychological distress among the study participants has been identified, in study 3 the effect of emotional impairments on QoL has been further explored. To conclude, the MOTIV-HEART study (study 4) is aimed at testing the incremental efficacy of a brief strategic treatment including motivational components (BST + MI) in improving physical and psychological outcomes over and beyond the stand-alone brief strategic treatment (BST) and whether results will be maintained/increased at 3-month follow-up. An example of this style of communication is also presented through a case study (study 5).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOCASTELNUOVO, GIANLUCAMOLINARI, ENRICO2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10790enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/107242016-03-19T02:02:44Zhdl_10280_52hdl_10280_65MODULAZIONE DELL'AROUSAL MEDIANTE LA STIMOLAZIONE ELETTRICA TRANSCRANICA A FREQUENZE RANDOMAROUSAL MODULATION BY RANDOM NOISE TRANSCRANIAL ELECTRICAL STIMULATIONMAURI, PIERCARLOBIO/09: FISIOLOGIAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEArousal, cognizione, risposta di conduttanza cutanea, diametro pupillare, stimolazione elettrica transcranica (tES), stimolazione elettrica a frequenze random (tRNS), tempi di reazione, memoria a breve termine, cognition, skin conductance response, pupil diameter, transcranial electrical stimulation (tES), random noise transcranial electrical stimulation (tRNS), reaction times, short-term memoryIl lavoro di tesi si è focalizzato sullo studio dell’arousal come indice psicofisiologico di attivazione e sull’applicazione della metodica di stimolazione elettrica transcranica (tES) non invasiva con lo scopo di modulare tale indice. L’obiettivo è stato quello di indagare se, applicando la tES, fosse possibile migliorare la performance di soggetti giovani sani in compiti di tipo cognitivo. Il progetto di ricerca si è sviluppato in 2 studi principali per un totale di 4 esperimenti. Tali studi hanno previsto l’acquisizione e la successiva analisi sia di dati comportamentali (tempi di reazione, accuratezza), che di indici psicofisiologici (conduttanza cutanea, diametro pupillare). I risultati hanno evidenziato che è possibile modulare l’arousal con dei “bursts” di stimolazione elettrica transcranica, somministrati in concomitanza di stimoli salienti per il soggetto. Tale modulazione si è manifestata con una riduzione dei tempi di reazione ed un contemporaneo aumento della risposta di conduttanza cutanea. Questi dati supportano la possibilità di utilizzare questo protocollo in pazienti con difficoltà di attenzione o altri problemi cognitivi per aumentare l’efficacia di interventi di riabilitazione.The thesis analyzed the role of the arousal as a psychophysiological index of activation, and the application of non-invasive transcranial electrical stimulation (tES) technique with the aim to modulate this index. In this work we investigated if the application of tES could increase the performance of healthy young subjects during cognitive tasks. The thesis is based on 2 main studies for a total of 4 experiments with the recording of behavioural (reaction times, accuracy) and psychophysiological (skin conductance, pupil diameter) indeces. The results showed that it is possible to modulate arousal with bursts of tES, administered during the presentation of salient stimuli for the subject. This modulation resulted in a reduction of reaction times and an increase of the skin conductance response. These data support the possibility to use this protocol of stimulation with patients with attentional and other cognitive deficits in a rehabilitative context.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOBALCONI, MICHELAMINIUSSI, CARLO2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10724enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/108102017-06-15T00:04:31Zhdl_10280_52hdl_10280_65Neglect motorio dopo lesione cerebrale: basi neuroanatomiche e prove da actigrafia differenzialeMOTOR NEGLECT AFTER BRAIN DAMAGE: NEUROANATOMICAL BASES AND EVIDENCE FROM DIFFERENTIAL ACTIGRAPHYMotor neglect after brain damage:
Neuroanatomical bases and evidence from differential actigraphyPAGLIARI, CHIARAING-INF/06: BIOINGEGNERIA ELETTRONICA E INFORMATICAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEneglect motorio, intenzione motoria, movimento spontaneo,actigrafia, cerebrolesione, motor neglect, motor intention, spontaneous movement actigraphy, cerebrolesionIl NM è una disturbo del movimento spontaneo caratterizzato da un sottoutilizzo dell’arto controlesionale in assenza di un deficit primario che migliora con il comando verbale. Per la sue caratteristiche è difficile da evocare in ambito clini-co e il suo riconoscimento si basa sull'osservazione dei sintomi. Le lesioni associate al NM sono diverse e i suoi mecca-nismi sono sconosciuti. La compromissione selettiva del movimento spontaneo suggerisce un coinvolgimento del si-stema motorio mediale. La ricerca ha lo scopo di studiare il NM con un nuovo metodo quantitativo, basato su actigra-fia, e di esplorare le basi neuroanatomiche. Due accelerometri erano posti su entrambi i polsi per 24 ore. 31 soggetti sani e 38 cerebrolesi, 6 con MN sono stati reclutati. In due casi abbiamo esplorato le lesioni. E’stato validato il nuovo indice di asimmetria AR24h. I MN mostravano un comportamento asimmetrico, simile agli emiplegici e diverso dai sani e dai pazienti non emiplegici. I pazienti mostravano una lesione del cingolo e putamen, parti del sistema motorio mediale, importante per le azioni volontarie. I risultati che l’actigrafia differenziale nel quantifica il movimento spontaneo e valuta il NM. Putamen e il cingolo causano una disfunzione del sistema motorio mediale e induce NM.The MN is a movement disorder characterized by spontaneous underutilized contralesional limb in the absence of a primary deficit that improves with the verbal command. For its characteristics it is difficult to evoke in the clinical set-ting and its recognition is based on observation of symptoms. The lesions associated with NM are different and its mechanisms are unknown. The selective impairment of spontaneous movement suggests the involvement of the medi-al motor system. Research has the aim of studying the MN with a new quantitative method, based on the actigraphy, and to explore the neuroanatomical bases. Two accelerometers were placed on both wrists for 24 hours. Sog-31 jets and 38 brain-healthy, with 6 MN were recruited. In two cases we analysis lesions. It has been validated new asymmetry index AR24h. The MN showed an asymmetric behavior, similar to and different from the healthy and hemiplegic pa-tients not hemiplegic. Patients showed a lesion of the cingulate and putamen, parts of the medial motor system im-portant for voluntary actions. The differential actigraphy quantifies the spontaneous movement and evaluates the NM. Putamen and the track cause dysfunction of the motor system and causes medial NM.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOBARTOLOMEO, PAOLO2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10810enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/108112016-03-22T09:07:04Zhdl_10280_52hdl_10280_65Riorganizzare l’ospedale secondo un modello per Intensità delle Cure: Uno studio dell’organizzazione sociale del lavoro ospedalieroREORGANISING ITALIAN HOSPITALS TOWARD A PATIENT-CENTRED MODEL OF CARE: A STUDY OF THE SOCIAL ORGANISATION OF HOSPITAL WORKLIBERATI, ELISA GIULIAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIorganizzazione sociale del lavoro, innovazione organizzativa, ospedale, confini professionali, identità professionali, team, comunità di pratica,social organisation of work, organisational innovation, hospital, professional boundaries, professional identities, team, community of practice.Innovare verso un modello per Intensità delle Cure (IdC) offre agli ospedali importanti potenzialità di miglioramento, tanto a livello di qualità delle cure quanto sul piano organizzativo e gestionale. L’introduzione del modello IdC può tuttavia implicare sostanziali modifiche nell’organizzazione sociale del lavoro clinico, modificando relazioni, confini e identità professionali. La tesi esamina i reciproci effetti tra il modello IdC e l’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero. Il disegno di ricerca è organizzato in tre fasi: una estensiva analisi documentale, uno studio esplorativo basato su interviste qualitative semi-strutturate, uno caso di studio etnografico in profondità condotto in un ospedale recentemente organizzato secondo il modello IdC. I risultati sono organizzati in tre studi. Il primo mostra come il cambiamento IdC sia stato diversamente interpretato dai manager ospedalieri e dai clinici in prima linea con i pazienti, costituendo così due discordanti ‘narrative di cambiamento’. Il secondo studio si focalizza sugli ostacoli alla creazione di team multidisciplinari negli ospedali IdC. Il terzo studio esamina l’impatto del modello IdC su relazioni e confini professionali tra medici e infermieri. Oltre a contribuire alle teorie socio-psicologiche riguardo a confini e identità professionali, la tesi propone riflessioni concrete su come colmare il divario tra programmi innovativi formali e pratiche di cura quotidiane.The Patient-Centred Model (PCM) is described as an attempt to redesign the hospitals around the needs of the patients, thus contributing to costs reduction, increased efficiency, and improved care. However, the introduction of the PCM may have a profound impact on the social organisation of work, changing lines of demarcation, challenging well established inter-/intra-professional relationships, and prompting the development of new roles and modes of working. This thesis explores the mutual effects between the new organisational model and the pre-existent social organisation of hospital work. The research design is organised in three phases: an extensive document analysis; an interview study; an in-depth ethnographic case study conducted for over one year in a PCM hospital. The findings are organised in three studies. The first shows that the PCM was interpreted differently by hospital managers and by frontline clinicians, thus giving rise to two divergent narratives of change. The second study focuses on the boundaries to collaboration and care integration in newly created hospital teams within PCM hospitals. The third study looks at the impact of the PCM on the medical-nursing boundary. The thesis contributes to management learning and practice by providing recommendations on how to accompany complex innovations, comprising of both their expected and unexpected consequences. It also enriches academic debates on professional boundaries, relations, and identities in healthcare.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOSCARATTI, GIUSEPPEGORLI, MARA2016-03-17T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/10811enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/304742017-11-16T02:02:16Zhdl_10280_65hdl_10280_52BENESSERE, SCUOLA E ABILITA' DI LETTO-SCRITTURA: teorie e modelli di interventoWELL-BEING, SCHOOL AND LITERACY ABILITIES: THEORIES AND MODEL OF INTERVENTIONWELL-BEING, SCHOOL AND LITERACY ABILITIES: theories and models of interventionANDOLFI, VALENTINA RITAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEbenessere, lettura, scrittura, bambini, scuola, well-being, reading, writing, schoolL’ingresso nella scuola primaria costituisce per il bambino un evento di grande impatto sulla costruzione dell’immagine di Sé. In quest’ambiente il bambino si confronta con nuovi compiti di apprendimento, rispetto cui dovrebbe sviluppare curiosità, interesse, motivazione e fiducia nelle proprie capacità, con ricadute positive sul suo stato di benessere. Tuttavia, di fronte alle richieste dell’insegnante spesso emergono sentimenti d’inadeguatezza, ansia e rifiuto. Questo può essere particolarmente evidente nel caso di difficoltà nell’apprendimento del linguaggio scritto, poiché imparare a leggere e scrivere è una delle abilità su cui i bambini e i loro genitori elaborano maggiori attese all’inizio della scuola. In ottica sistemica, la scuola è un luogo in cui s’incrociano molte storie e che spesso si trasforma in una cassa di risonanza di numerosi malesseri. In un ambiente così ricco di sfide i bambini possono mettere in gioco risorse che è bene potenziare e sostenere. Sulla base di queste premesse, 3 studi sono stati condotti con l’obiettivo di: a) esplorare in ottica quali-quantitativa l’esperienza di benessere dei bambini (studio 1); b) individuare i fattori che possono incidere sull’esperienza di benessere nel contesto scolastico, attraverso uno studio integrato delle caratteristiche del bambino e dei suoi dei genitori (studio 2); c) implementare e valutare un intervento di potenziamento delle abilità scolastiche e del benessere dei bambini in età scolare (studio 3).The transition to primary school constitutes an event of a great impact on the construction of children’s Self-image. In this environment, children are confronted with new learning tasks, which should develop curiosity, interest, motivation, and confidence in their own abilities, with positive effects on their well-being. However, in the face of the teacher's demands, feelings of inadequacy, anxiety, and refusal often arise. This can be particularly noticeable in the case of difficulty in learning, as learning how to read and write properly is one of the abilities on which children and their parents have greater expectations at the beginning of school. In such a challenging environment, children can develop resources that it is good to support. Based on these assumptions, three studies were conducted with the aim of: a) exploring the child's experience of well-being in a quali-quantitative way (study 1); b) identifying the factors that can affect the child's experience of well-being in the school context, through an integrated study of the characteristics of the child and his/her parents (study 2); c) implementing and evaluating a program to enhance literacy abilities and well-being of school-age children (study 3).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOTRAFICANTE, DANIELA2017-07-05T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/30474enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/404262018-04-14T01:02:08Zhdl_10280_52hdl_10280_65RISORSE DI COPING AMBIENTALE SUL TRASPORTO PUBBLICO: UNA INDAGINE DEI MODERATORI AMBIENTALI DELL'ESPERIENZA DI AFFOLLAMENTOENVIRONMENTAL COPING RESOURCES ON PUBLIC TRANSPORTATION: TRACKING THE PHYSICAL BUFFERS OF CROWDING EXPERIENCEENVIRONMENTAL COPING RESOURCES ON PUBLIC TRANSPORTATION: TRACKING THE PHYSICAL BUFFERS OF CROWDING EXPERIENCELOMBARDI, DEBORA BENEDETTAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEcrowding; public transportation; person-environment fit; affollamento; trasporto pubblico; interazione uomo-ambienteLa presente ricerca è stata condotta per identificare le proprietà ambientali del veicolo pubblico che detengono il maggiore peso psicologico nel ridurre la percezione di affollamento, e quantificarne l'impatto sul benessere psicologico e sulla salute.
L’affollamento rientra tra le esperienze negative più comuni associate all’utilizzo del trasporto pubblico. Ad oggi, accademici e policy makers concordano sull’importanza di ridurre l’esperienza di affollamento e le sue conseguenze, per migliorare l’esperienza di viaggio, e rendere il mezzo pubblico una soluzione di trasporto più sostenibile.
La letteratura scientifica documenta il ruolo pervasivo giocato da alcune proprietà dell’ambiente fisico nel migliorare il funzionamento umano, ridurre la percezione di affollamento, e le sue conseguenze sulla salute e sul benessere psicologico: avere un livello di demarcazione dello spazio personale adeguato alle proprie esigenze, godere dell’accesso al contesto esterno, ed avere accesso ad uno scenario esterno con potenzialità rigenerative hanno dimostrato il peso più significativo. Nonostante ciò, è stato rivolto scarso interesse scientifico all’indagine delle strategie ambientali per ridurre l’affollamento nel contesto del trasporto pubblico.
Sulla base di queste premesse, sono stati condotti tre studi sperimentali rivolti a: a) confermare il peso psicologico delle tre proprietà fisiche del veicolo pubblico considerate sulla percezione di affollamento e sul benessere psicologico; b) identificare i processi psicologici che spiegano l’impatto di ciascuna proprietà ambientale sulla percezione di affollamento; c) quantificare l’impatto delle condizioni ambientali più positive sul funzionamento umano durante brevi episodi di affollamento; d) verificare la validità di metodologie e tecnologie di simulazione per lo studio di condizioni sociali particolari, come l’affollamento.
I risultati forniscono indicazioni interessanti per migliorare la progettazione di veicoli di trasporto pubblico, e per approfondire la conoscenza scientifica riguardante la congruenza uomo-ambiente in ambienti con specifiche funzioni: a) è confermato l’impatto protettivo delle tre proprietà fisiche considerate: avere a disposizione caratteristiche fisiche congruenti con il bisogno di coping per l’affollamento ha effetti concorrenti e conseguenti ad esperienze acute di densità sociale, anche brevi; b) emerge un effetto interattivo tra ambiente interno ed ambiente esterno al veicolo, che suggerisce di considerare le qualità fisiche dell’ambiente esterno per la progettazione di nuovi veicoli; c) nonostante alcune limitazioni emerse, le metodologie di simulazione impiegate in questa ricerca si sono rivelate un valido approccio per indagare l’impatto dell’ambiente fisico sul funzionamento psicologico in situazioni sociali particolari.The present research was designed to identify the physical components of the public transport vehicle that help the most to reduce the perception of crowding, as well as to quantify their beneficial impact on human functioning. Crowding is among the primary determinants of adverse experiences on public transportation, thus, reducing its undesirable effects is a priority in both academic and practitioners’ agenda. The ubiquitous direct and indirect impact of the physical environment on human functioning, regarding affecting social perceptions, well-being and health are well documented. Among others, having a well-arranged demarcation of one’s personal space, and having access to the outdoor surrounding, especially when it has high regenerative potential, seem to have a primary importance. Nonetheless, no similar study has been conducted in the public transportation setting, so far. Accordingly, three experimental studies were carried out in order to: a) confirm the role of the three physical components herein examined in reducing the perception of crowding on public transportation; b) identify the psychological processes that explain the impact of each physical element on the perception of crowding; c) quantify the effect of the best environmental conditions on both health and well-being during short-term experience of crowding; d) verify the reliability of the methodological approach applied in these studies (i.e., well-controlled settings, simulator technologies) to investigate special social conditions, such as a social density situation. The results provided interesting suggestions to both advice practitioners in designing better public transportation services, and to deepen the scientific understanding of the person-environment fit in settings with specific functions: a) the beneficial impact of the three physical components examined on public transportation crowding was confirmed. Well-designed setting layout significantly buffers the aversive consequences of commuting crowding, even after short-term crowding experiences; b) A compensatory impact between the indoor and the outdoor physical attribute of the vehicle emerged, which leads to rethinking the spatial organization of public-transportation vehicle; c) despite the challenges associated with simulator technologies, the methodological approach applied in this research revealed to be a reliable contribution to the scientific investigation of the person-environment interaction during social interactions.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOCICERI, MARIA RITAEVANS, GARY WILLIAM2017-07-05T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/40426enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/192562017-06-13T01:02:10Zhdl_10280_52hdl_10280_65MANAGING TECHNOSTRESS ON THE JOBGAUDIOSO, FULVIOL-FIL-LET/07: CIVILTA' BIZANTINAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIstress, tecnostress, technostress, tecno-stress, techno-stressIl primo studio si focalizza sul diverso impatto di due categorie di strategie di Information Technologies coping sui livelli di ‘esaurimento lavorativo’ dei dipendenti (i.e, work exhaustion). Premesso un legame
tra la percezione di due techno-stressors (techno-invasion e techno-overload) e l’accusare stress e problemi relativi all’equilibrio casa-lavoro (work-family conflict), si è proceduto tramite un sistema di equazioni strutturali e path analysis a valultare quanto significativamente diversi fossero i livelli di esaurimento
lavorativo per i soggetti che utilizzassero strategie diverse per far fronte alle problematiche in esame. Il secondo studio sviluppa l’ipotesi di un effetto moderatore esercitato (sia singolarmente che in interazione reciproca) da bassi livelli di competizione tra gli impiegati ed alti livelli di ‘buona’ leadership sulla
precezione del tecnostress sul lavoro. Si sono anche studiate le ricadute sul benessere dei dipendenti derivanti da un clima lavorativo percepito come altamente competitivo. Il terzo studio si propone di dimostrare statisticamente che il costrutto del distress (stress negativo) e quello dell’eustress (stress positivo) siano variabili profondamente diverse con i propri antecedenti e le conseguenze. Si dimostra quindi che non siano costrutti opposti o statisticamente ‘reciproci’. Il tutto è testato tramite tecniche di Structural Equation Modeling ed inquadrato all’interno del frame teorico del modello delle Job Demands – Resources.This thesis will go through three empirical studies conducted in the past three years.
The first study aims at deepening our understanding on how different technology-related stressors indirectly create negative outcomes. I specifically focus on work exhaustion as outcome because it has been demonstrated that it is a key detrimental state for employees’ wellbeing. Focusing on this outcome, I propose a model that explains how adaptive and maladaptive coping strategies influence it, and how they are indirectly informed by key technostress creators, namely techno-invasion and techno-overload. The second study will take in exam the action of two hypothetical technostress moderators: leadership climate and perceived competition on the job. Two distinct moderation effects techniques are tested using SPSS AMOS. The third study aims to statistically separate eustress construct (positive stress) from distress one (negative stress) since both concept are actually considered to be on the same continuum of the general stress measurement.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOGALIMBERTI, CARLO2017-04-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/19256enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/318402017-11-25T01:02:29Zhdl_10280_52hdl_10280_65Creare conoscenza e stimolare il cambiamento nelle organizzazioni: la prospettiva socio costruzionista in uno studio di caso.CREATING KNOWLEDGE AND ENHANCING CHANGE IN ORGANISATIONS: THE SOCIAL CONSTRUCTIONIST PERSPECTIVE IN A CASE STUDYCREATING KNOWLEDGE AND ENHANCING CHANGE IN ORGANISATIONS:
THE SOCIAL CONSTRUCTIONIST
PERSPECTIVE IN A CASE STUDY.CABIATI, MARTAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIorganisational knowledge, organisational learning, organisational change, authorship, expansive learning, autoethnographyQuesto lavoro di tesi illustra un progetto di ricerca volto ad esplorare i processi di creazione della conoscenza, dell’apprendimento e del cambiamento organizzativo in un’azienda for profit appartenente al settore automotive. L’attenzione iniziale della committenza era focalizzata sulla possibilità di migliorare la soddisfazione dei dipendenti, ma un’analisi approfondita di questa richiesta ha permesso di progettare un intervento che contribuisse in maniera significativa alla ricerca applicata ai topic di interesse organizzativo sopra menzionati.
Il primo studio illustra un’analisi estensiva dei processi di cambiamento organizzativo in questa azienda. Viene progettato e implementato un intervento di tipo formativo e partecipativo mutuando dalla letteratura i concetti di authorship e di expansive learning. Grazie all’utilizzo di metodologie qualitative, il top management e i dipendenti vengono attivamente coinvolti nell’intervento che esita nell’individuazione di un obiettivo comune a tutta l’azienda: identificare un nuovo metodo di management.
Il secondo studio è invece volto a descrivere come si instauri una relazione di fiducia tra il dottorando e i partecipanti alla ricerca (la popolazione aziendale in questo caso) e come questa possa facilitare la co- produzione di conoscenza organizzativa. Viene utilizzato l’approccio autoetnografico come cornice metodologica e vengono descritte cinque vignette autoetnografiche.This PhD thesis illustrates a research project aimed at exploring the multifaceted process of organisational knowledge creation, organisational learning and organisational change in a for- profit automotive corporation. The initial focus of the top management was on increasing the employee satisfaction, but a deep analysis of this request allowed us to design a project aimed at giving a wider contribution to the topics of organizational knowledge, learning and change.
This first study illustrates a comprehensive analysis of organisational change in an intervention carried out in this company. A participatory and formative intervention is designed, based on the notion of authorship and expansive learning.
Using participative qualitative methods, the top management and all the employees are actively involved in a process that leads to shape a shared object and a common goal: to devise a new management method for the company.
The specific purpose of the second study is to describe how the process of the establishment of a trust and legitimacy relationship between the PhD student and the participants in the research happens and how it facilitates the co- production of knowledge in the organisation. The autoethnographic approach is used as methodological framework and five autoethnographic vignettes are presented.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLORIPAMONTI, CARLO SILVIOPOZZI, MAURA2017-04-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/31840enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/172212017-02-17T02:03:21Zhdl_10280_52hdl_10280_65Meccanismi di ricompensa e lateralizzazione inter-emisferica nei processi decisionali: componenti motivazionali e la vulnerabilità a comportamenti di dipendenzaREWARDS MECHANISM AND INTER-HEMISPHERIC LATERALIZATION INDECISION-MAKING PROCESSES: MOTIVATIONAL COMPONENTS AND VULNERABILITY IN ADDICTIVE BEHAVIORSFINOCCHIARO, ROBERTAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAdipendenza, dependence, Iowa Gambling Task, reward, ricompensa, motivational system, sistema motivazionale, addiction, frontal asymmetry, inhibition, inibizione,Lo scopo della presenta ricerca è analizzare il ruolo del sistema di ricompensa in relazione al costrutto BIS/BAS (Behavioural Inhibition System/ Behavioural Activation System) in un contesto sano e di dipendenza da sostanza. Il lavoro ha inoltre esplorato l'asimmetria cerebrale frontale nelle scelte decisionali che implicano stimoli di ricompensa e condizioni punizione. I risultati hanno confermato l'ipotesi di un anomalia del sistema di ricompensa in individui con alto BAS e in pazienti con dipendenza da sostanza, che sovrastimavano la ricompensa immediata a scapito di quella a lungo termine durante l’Iowa Gambling Task. Un’altra componente cruciale emersa da questo progetto è una iper-attivazione del lobo frontale di sinistra rispetto a quello di destra in risposta alle opzioni più rischiose. Questo "effetto di sbilanciamento inter-emisferico” potrebbe essere considerato come un indicatore critico del comportamento decisionale disfunzionale nella dipendenza o come fattore di vulnerabilità allo sviluppo di dipendenze. Infine, questo "modello di squilibrio corticale" è stato applicato ad altre forme di dipendenza comportamentale, misurate con l’Internet Addiction Test (IAT). In effetti, un aumento dell'attività frontale di sinistra è stata osservata per gli individui ad alto IAT in risposta a stimoli premianti. In particolare, i risultati ottenuti sottolineano l'importanza di un modello integrato di dipendenza che tiene conto del sistema motivazionale (BIS/BAS) correlato alla lateralizzazione dell'attività corticale.The aim of this PhD research was intended to analyze the role of the reward system by the BIS/BAS (Behavioural Inhibition System/ Behavioural Activation System) construct in healthy and addiction context. It explored the frontal brain asymmetry in decisional choices implying reward stimuli and punishment conditions. Results confirmed the hypothesis of a “reward bias” induced by high-BAS individuals and patients suffering from Substance Use Disorder (SUD) to overestimate the immediate reward to the detriment of the delayed reward during the Iowa Gambling Task. Another critical component is the frontal left-hyper activation of the brain in response to more risky options. This "inter-hemisphere" unbalancing effect can be considered as a critical indicator of the dysfunctional decision behavior in dependence or as a vulnerability factor to the development of addiction. Finally, this “cortical imbalance model” was applied to other forms of behavioural addiction, measured by the Internet Addiction Test (IAT). Indeed, an increased left frontal activity was observed for high-IAT individuals in response to rewarding stimuli. In particular, the results underlined the importance of an integrated model of addiction that takes into account the motivational system (BIS / BAS) related to the lateralization of cortical activity.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOBALCONI, MICHELANANDRINO, JEAN-LOUIS2017-02-14T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/17221enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/364242017-12-30T02:02:44Zhdl_10280_52hdl_10280_65Un intervento basato sulla mindfulness per bambini e adolescenti maltrattati in comunità educativa residenzialeA MINDFULNESS-BASED INTERVENTION FOR MALTREATED CHILDREN AND ADOLESCENTS IN RESIDENTIAL CARELECCHI, TANYAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEchild maltreatment; resilience; meaning-making; mindfulness; mindfulness-based interventions; experience sampling; maltrattamento all’infanzia; resilienzaNonostante il maltrattamento all’infanzia costituisca un’esperienza relazionale patogena, alcuni bambini maltrattati mostrano un itinerario di sviluppo resiliente. La tesi si focalizza sul possibile ruolo giocato da meaning-making e mindfulness skills nel funzionamento resiliente. Il primo obiettivo è stato esplorare la relazione tra meaning-making, mindfulness skills e benessere in bambini non maltrattati. Il secondo obiettivo è stato valutare meaning-making e mindfulness skills in minori maltrattati, per determinare se il funzionamento resiliente fosse in relazione con questi costrutti. Il terzo obiettivo è stato creare un intervento per minori maltrattati ospitati in comunità (MBYR), testandone la fattibilità. Lo studio 1 ha esplorato il meaning-making in bambini non maltrattati, non evidenziando alcuna relazione con le loro competenze e difficoltà. Lo studio 2 ha mostrato che le mindfulness skills correlavano negativamente con outcome avversi, ma positivamente con le competenze dei bambini. Lo studio 3 ha esplorato la relazione tra funzionamento resiliente, meaning-making e mindfulness skills in minori maltratti, evidenziando che il meaning-making era legato a livelli più bassi di qualità della vita, mentre le mindfulness skills erano in relazione con il funzionamento resiliente. Questi risultati hanno informato il razionale dell’MBYR, che ha significativamente ridotto i sintomi traumatici, aumentando mindfulness skills e competenze generali (studio 4).Child maltreatment is a pathogenic relational experience representing one of the most difficult challenges to children’s healthy adaptation; nonetheless, some maltreated children develop resiliently. The thesis focuses on the possible role played by meaning-making and mindfulness skills in resilient functioning. The first aim was to investigate the relation between meaning-making, mindfulness skills, and wellbeing in nonmaltreated children. The second aim was to explore meaning-making and mindfulness skills in maltreated children and adolescents, to determine whether resilient functioning was related to these constructs. Finally, the third aim was to design an intervention for maltreated youths in residential care (MBYR) and to test its feasibility. Study 1 explored meaning-making in nonmaltreated children, showing that it was not related to their competencies and difficulties. Study 2 highlighted that mindfulness skills were negatively related to adverse outcomes and positively related to children’s competencies. Study 3 explored the relation between different domains of resilient functioning, meaning-making, and mindfulness skills in maltreated youths, showing that meaning-making was related to lower levels of quality of life, whereas mindfulness skills were related to resilient functioning. These results informed the rationale for the MBYR, which significantly reduced traumatic symptoms while enhancing mindfulness skills and general competencies (study 4).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLODI BLASIO, PAOLA2017-04-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/36424enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/172232017-02-17T02:02:50Zhdl_10280_52hdl_10280_65SHARING EMOTIONS IN SOCIAL LIFE: NEW PERSPECTIVES FROM INTERACTIVE NEUROSCIENCEVANUTELLI, MARIA ELIDEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAneuroscienze dell'interazione, emozioni, hyperscanning, EEG, fNIRS, indici autonomici, interactive neuroscience, emotions, hyperscanning, EEG, fNIRS, autonomic measuresIl tema delle emozioni è sempre stato considerato marginale rispetto allo studio della cognizione umana, nonostante la ricerca sull’argomento sia sempre stata circondata da grande interesse. Tuttavia negli ultimi 30 anni si è affacciata una nuova prospettiva che descrive le emozioni come cause, mediatori o conseguenze di altri processi psicologici, ma soprattutto delle relazioni interpersonali.
Il primo studio della presente Tesi di Dottorato è stato concepito come un paradigma di induzione emotiva allo scopo di individuare alcuni marcatori biologici legati all’esperienza soggettiva, all’interno di una prospettiva multimetodologica.
In seguito, nel tentativo di considerare anche una dimensione sociale della condivisione emotiva, è stato condotto il secondo studio proponendo stimoli che rappresentassero interazioni reali tra due soggetti interagenti. Questi potevano variare anche in base alla vicinanza filogenetica, ipotizzando che, grazie a meccanismi di mirroring e simulazione, la percezione delle emozioni altrui possa essere più immediata quando l’altro soggetto viene percepito come simile.
Infine, l’idea che alcune variabili legate all’interlocutore sociale siano in grado di modulare la capacità di entrare in risonanza con le emozioni altrui è stata approfondita con il terzo studio: un compito sociale reale con pradigma hyperscanning. L’obiettivo era quello di esplorare la presenza di pattern di sincronizzazione durante il compito eseguito in modo cooperativo.
In conclusione, i tre studi sono stati condotti seguendo un livello di complessità crescente, da una prospettiva su singolo soggetto ad un approccio diadico, tramite l’utilizzo di stimoli emotivi standard, interattivi e dinamici applicati a contesti semplici, complessi e iper-complessi.Despite the great interest addressed to the topic of emotions, it has always been treated as a marginal issue if compared to cognition. Nonetheless in the last 30 years a new perspective suggested that emotions are effectively the causes, mediators, or consequences of other psychological processes, and, above all, of interpersonal relations.
The first study of the present Doctoral Thesis was conceived as an emotion induction paradigm in the attempt to identify some biological markers of the subjective emotional experience within a multi-method perspective.
Then, in the attempt to move a step forward in describing the social dimension of the emotional sharing, the second study was designed by creating emotional stimuli that represented real interactions between two inter-agents. They could also vary for phylogenetic closeness following the hypothesis that, thanks to mirroring and simulation processes, emotion perception is easier when the other agent is perceived as similar.
Finally, the idea that some variables related to the social encounter are able to modulate the capacity to resonate with others’ emotions was better explored in the last study: a real social cooperative task in the form of a hyperscanning paradigm. The aim was to explore the presence of synchronized patterns during the joint action.
To conclude, the three studies have been designed according to an increased level of complexity, from a single-subject perspective towards a two-person approach, with simple, interactive, and dynamic emotional cues during simple, complex, and hyper-complex emotional contexts.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOBALCONI, MICHELA2017-02-14T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/17223enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/199792017-07-05T01:02:17Zhdl_10280_52hdl_10280_65LETTURA PSICODINAMICA DEI PROCESSI DI TRANSIZIONE ENTRO IL SISTEMA PENITENZIARIO ITALIANOLETTURA PSICODINAMICA DEI PROCESSI DI TRANSIZIONE ENTRO IL SISTEMA PENITENZIARIO ITALIANOPSYCHODYNAMIC READING OF TRANSITION PROCESSES WITHIN THE ITALIAN PRISON SYSTEMDE LUCA, LETIZIAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAoperatori penitenziari, carcere, cambiamento organizzativo, contesto penitenziario italianoLa ricerca si è posta l’obiettivo di delineare, esplorare ed approfondire le rappresentazioni, i vissuti e le strategie operative messe in atto dagli operatori penitenziari italiani in risposta al cambiamento organizzativo in atto nel contesto nazionale. Tale scelta ha previsto la partizione del progetto in due studi.
Il primo studio ha fatto riferimento alla metodologia Grounded Theory (Glaser & Strauss, 1967) con riferimento al contributo di Charmaz (2006). Sono stati coinvolti 123 operatori penitenziari di 4 regioni italiane. I risultati hanno evidenziato importanti elementi di similarità tra le figure professionali, nonostante la differenza di ruolo. Il più importante elemento di trasversalità emerge rispetto ai problemi percepiti come essenziali nell’attuale pratica di lavoro. Infine, elementi di omogeneità caratterizzano anche i vissuti riferiti, a prevalenza emozionale negativa.
Il secondo studio si è ispirato alla tradizione dell’analisi di processo. I dati raccolti i tramite osservazione partecipata sono stati riletti secondo due metodologie: analisi del contenuto tramite T-LAB (Lancia, 2004) ed analisi delle modalità interattive tramite applicazione della griglia IPA (Bales, 1950; 1970). I risultati mostrano una generale tendenza a soffermarsi su aspetti legati al compito, tralasciando però la dimensione relazionale e la centralità di momenti di auto-riflessione rispetto al processo in atto.The research had the aim of outlining, exploring and deepening representations, experiences and operational strategies implemented by Italian prison operators in response to the organizational change taking place in the national context. This choice has foreseen the partition of the project in two studies.
The first study referred to Grounded Theory methodology (Glaser & Strauss, 1967; Charmaz, 2006). There were involved 123 operators coming from 4 Italian regions. The results highlight important elements of similarity among professional figures, despite the difference of role. The most important element of transversality emerges about perceived problems. Finally, elements of homogeneity also characterize the reported experiences, with negative emotional prevalence.
The second study was inspired by the tradition of process analysis. Data, collected through participatory observations, were interpreted according to two methodologies: content analysis via T-LAB (Lancia, 2004) and analysis of interactive modes through the application of IPA grid (Bales, 1950, 1970). The results show a general tendency to linger on aspects related to the task, but to omit the relational dimension and the centrality of moments of self-reflection about the ongoing process.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOSAITA, EMANUELA2017-04-19T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/19979itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/325732017-11-28T02:02:24Zhdl_10280_65hdl_10280_52Culture della differenza e diversity management nelle organizzazioni: una sfida già raccolta?DIVERSITY CULTURES AND DIVERSITY MANAGEMENT IN ORGANIZATIONS: A CHALLENGE ALREADY TAKEN UP?GAZZAROLI, DILETTAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIdifferenza, gestione della differenza, culture organizzative della differenza, diversity, diversity management, organizational cultures of differenceNel campo della psicologia delle organizzazioni, la gestione della differenza è un argomento di crescente interesse. Studi sul Diversity Managemetn sono stati promossi dalla graduale consapevolezza che per le organizzazioni, promuovere la diversità non solo contribuisce a garantire la soddisfazione e le prestazioni dei singoli lavoratori, ma offre anche vantaggi in termini di business e riconoscimento da stakeholders esterni e contesto sociale. Podsiadlowski et al (2012) hanno identificato cinque culture – Reinforcing Homogeneity, Color-Blind, Fairness, Access, Integration – con cui le organizzazioni possono approcciare la differenza e che possono essere collocate su un continuum da difensiva, a reattiva, a proattiva. Scopo di questo lavoro è ottenere una fotografia delle culture organizzative della differenza nel contesto italiano al fine di comprendere "lo stato dell'arte". Inoltre, si mira a capire: se e che tipo di interazioni la cultura organizzativa della differenza può avere con altri fattori della vita organizzativa e che tipo di impatto la cultura organizzativa della differenza può avere sulla creatività organizzativa e sul benessere individuale. Al fine di offrire un contributo alla validazione di due strumenti non ancora particolarmente diffusi in ambito italiano si sono anche testate le proprietà psicometriche della Cultural Intelligence Scale e del Diversity Perspective Questionnaire.In the field of organizational psychology, Diversity Management is a topic of growing interest. Studies on Diversity Management have been led by the gradual awareness that for organizations, fostering diversity not only helps to ensure the satisfaction and performance of the individual workers, but also offers benefits in terms of business and recognition from external stakeholders and social context. Podsiadlowski et al. (2012) identified five different ways organizations approach diversity – Reinforcing Homogeneity, Color-Blind, Fairness, Access, Integration – that can be seen on a continuum from defensive, to reactive, to proactive attitude. Aim of this work is taking a picture of the organisational cultures of difference in the Italian context in order to understand "the state of the art". Moreover, this work aims to understand: if and what kind of interactions the organisational cultures of difference can have with other organizational life factors and what kind of impact the organisational cultures of difference can have on organizational creativity and individual well-being. In order to offer a contribution to the validation of two tools not yet particularly widespread in terms of use in the Italian context we also tested the psychometric properties of: the Cultural Intelligence Scale and the Diversity Perspective Questionnaire.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOGOZZOLI, CATERINA2017-07-05T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/32573enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/172222017-02-17T02:03:53Zhdl_10280_52hdl_10280_65Un approccio multimodale allo studio dell'invecchiamento sano e patologicoA MULTIMODAL APPROACH TO THE STUDY OF HEALTHY AND PATHOLOGICAL AGINGA multimodal approach to the study of healthy and pathoogical agingPANIZZA, LAURABIO/09: FISIOLOGIAM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALEM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAinvecchiamento sano, invecchiamento patologico, enumerazione, stimolazione elettrica trasranica, attivazione fisiologica normal aging, patholgical aging, EEG, enumeration, tES, arousalIl presente lavoro si è concentrato sui meccanismi neurofisiologici e comportamentali legati all'invecchiamento sano e patologico. Il primo studio ha esplorato le dinamiche comportamentali ed elettrofisiologiche (N2pc e CDA) del processamento di oggetti multipli in pazienti con decadimento cognitivo lieve ed in pazienti con malattia di Alzheimer (AD), al fine di identificare marcatori neurofisiologici per distinguere l’invecchiamento normale da quello patologico. I dati suggeriscono che la CDA può essere un marcatore neurale utile sia per distinguere tra invecchiamento sano e patologico che per caratterizzare le diverse fasi lungo il continuum della malattia di Alzheimer, diventando un biomarcatore per la diagnosi precoce di AD. Il secondo studio ha valutato la possibilità di applicare un protocollo di neuroriabilitazione non invasiva, mediante stimolazione elettrica transcranica (tES), per migliorare le prestazioni cognitive aumentando il livello di eccitazione. Sia le prestazioni comportamentali ad un compito di memoria a breve termine che gli indici di attivazione fisiologica autonomica (dilatazione pupillare e conduttanza cutanea) sono stati studiati in un gruppo di soggetti giovani sani e in un gruppo di soggetti anziani sani. Nei giovani, entrambe le risposte comportamentali e fisiologiche non sono state modulate dall’applicazione della tES. Negli anziani, invece, la stimolazione reale ha indotto la rievocazione di una proporzione significativamente più bassa di stimoli ad alta salienza, rispetto alla condizione sham, suggerendo una riduzione della capacità di memoria. Gli indici fisiologici risultano inaffidabile nei partecipanti anziani e non possono essere utilizzati per trarre conclusioni definitive sulle modulazioni indotte dalla tES sul livello di eccitazione. Questi risultati hanno mostrato che l’applicazione della tES, durante un compito di memoria a breve termine, modulano diversamente le prestazioni comportamentali nei partecipanti giovani ed in quelli anziani.The present work focused on neurophysiological and behavioral mechanisms related to healthy and pathological aging. The first study explored the behavioral and electrophysiological dynamics (N2pc and CDA) of multiple object processing in mild cognitive impairment and Alzheimer's disease (AD) patients to identify neurophysiological markers able to differentiate normal from pathological aging. Data suggested that CDA may be a useful neural signature to both distinguish between healthy and pathological aging and characterize the different stages along the AD continuum, possibly becoming a reliable candidate for an early diagnostic biomarker of AD pathology. The second study evaluated the possibility to apply a non-invasive neurorehabilitation protocol, by means of transcranial electrical stimulation (tES), to improve cognitive performance by increasing the level of arousal. Both the behavioral performance to a short term memory task and indexes of autonomic physiological activation (pupillary dilatation and skin conductance) were investigated in a group of healthy young subjects and in a group of healthy elderly subjects. In young, both behavioural and physiological responses were not modulated by tES application. In elderly, instead, real tES induced the report of a significant lower proportion of high salient stimuli, compared to the sham condition, suggesting a reduction of the memory span. The physiological indexes resulted unreliable in elderly participants and they could not be used to draw firm conclusions on the tES modulations of the level of arousal. These results showed that bursts of tES, applied during a short term memory task, differently modulated behavioural performance in young and elderly participants.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOBALCONI, MICHELABRIGNANI, DEBORA2017-02-14T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/17222enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/390982018-05-28T13:28:38Zhdl_10280_52hdl_10280_65PREVENZIONE SECONDARIA E FLESSIBILITA' PSICOLOGICA NEL CONTESTO DELLA RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARECAPPELLA, EMANUELE ANTONIO MARIAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICARiabilitazione cardiovascolare, Acceptance and Commitment Therapy(ACT), flessibilità psicologica, RCT, cardiovascular rehabilitation, psychological flexibilityIl presente elaborato ha come tema il ruolo dello psicologo clinico nella riabilitazione cardiologica, con una particolare attenzione alle sfide poste nel sostenere e facilitare il cambiamento dello stile di vita del paziente affetto da cardiopatia ischemica. La tesi si articola in tre sezioni, ognuna delle quali comprende un’introduzione teorica, con spunti sia di natura clinica che riferimenti al contesto della riabilitazione, e un contributo empirico che intende fornire una prospettiva innovativa al campo di riferimento. Il primo capitolo si apre con una breve descrizione della cardiopatia ischemica e dei fenomeni ad essa clinicamente legati. Queste informazioni introduttive si riveleranno preziose nello svolgersi dei capitoli successivi, in quanto consentono di approfondire il contesto della riabilitazione cardiologica, i suoi principali obiettivi e il razionale alla base dell'intervento clinico proposto. A questo proposito, verrà sottolineata la centralità dell’esercizio fisico come outcome funzionale della riabilitazione. In linea con questo affondo teorico, il primo contributo empirico è volto a indagare la relazione tra ridotta capacità di esercizio e sintomatologia ansiosa e depressiva, e a valutare la direzione di questa associazione attraverso un Cross-Lagged Panel Design che ha incluso 212 pazienti afferenti all’Unità di Riabilitazione Cardiovascolare dell’Ospedale S. Luca di Milano. I risultati sono discussi alla luce del ruolo che lo psicologo può svolgere per massimizzare il beneficio che il paziente può ottenere dalla riabilitazione, anche nei termini di capacità d’esercizio. Questo tema, accennato nella discussione del primo studio, viene ampliato nel secondo capitolo. Il secondo capitolo introduce infatti il modello dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), riferimento teorico che costituisce l’ossatura dell’intervento presentato nella terza parte dell’elaborato. In particolare viene approfondito il ruolo della flessibilità psicologica, che rappresenta il cuore clinico del modello ACT, in quanto meccanismo primario di azione terapeutica. Per quanto esistano diversi strumenti per misurare questo costrutto, nessuno di essi è stato pensato e validato per il contesto cardiovascolare. La sezione empirica del secondo capitolo si riferisce allo sviluppo di un nuovo questionario per la misurazione della flessibilità psicologica adatto al contesto in esame - il CVD-AAQ, ovvero CardioVascular Disease Acceptance and Action Questionnaire - di cui vengono valutate le proprietà psicometriche. Lo studio si è avvalso di un secondo campione di 275 pazienti, arruolati nella medesima Unità Operativa. Il CVD-AAQ viene proposto e descritto in quanto misura di outcome dello studio presentato nella terza e ultima parte dell’elaborato.
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Il terzo capitolo presenta lo studio ACTonHEART, un trial clinico randomizzato finalizzato a valutare l’efficacia e la fattibilità di un protocollo di intervento basato sull’ACT, cui scopo è migliorare il benessere e sostenere il cambiamento dello stile di vita dei pazienti ischemici in riabilitazione, aumentandone la flessibilità psicologica. Novantadue pazienti sono stati arruolati e allocati al gruppo sperimentale (N= 59) e di controllo (N= 33), seguendo uno schema di randomizzazione sbilanciata 2:1. Il gruppo di controllo ha svolto la sola riabilitazione, quello sperimentale in aggiunta ha partecipato all’intervento di gruppo ACTonHEART, il cui manuale è presentato integralmente in forma manualizzata.
Il protocollo ha una durata di sei ore, suddivise in tre sedute, ognuna delle quali è incentrata su un principio clinico dell’ACT e affronta un aspetto diverso del cambiamento dello stile di vita richiesto al paziente ischemico in un’ottica di prevenzione secondaria. Gli outcome dell’ACTonHEART sono i seguenti: Body Mass Index, flessibilità psicologica e benessere. Ognuno di essi è stato misurato in tre occasioni: prima della riabilitazione (t0), al suo termine (t1) e in un follow-up a sei mesi (t2). Considerata la presenza di tre misurazioni e il fatto che solo i pazienti assegnati al gruppo sperimentale hanno partecipato a un trattamento di gruppo, da un punto di vista metodologico l’ACTonHEART si configura come un Partially Nested Design a tre livelli, un disegno di ricerca la cui struttura verrà brevemente descritta in una sezione dedicata. Per valutare l’efficacia del trattamento è stata infine svolta un’analisi multilivello, i cui risultati sono presentati e discussi nella sezione finale dell’elaborato.The thematic core of the present paper consists in the role of clinical psychology in cardiac rehabilitation, with a specific focus on the challenges faced when supporting the changes in lifestyle required to patients suffering from ischemic heart disease.
This thesis is divided into three broad sections. Every section includes a theoretical introduction, describing both clinical and rehabilitation state-of-the art practices and research results, and an empirical contribution aiming to provide an innovative perspective on the topics considered. The first chapter includes a brief description of ischemic heart disease and its clinically related phenomena. This introductory information will prove valuable in the subsequent chapters, as it deepens the context of cardiovascular rehabilitation, describing its main goals and the rationale behind its mode of intervention, as well as the centrality of exercise capacity as functional outcome. Starting from this theoretical background, the first empirical contribution aims at investigating the relationship between reduced exercise capacity and symptoms of anxiety and depression. The direction of this association will be evaluated through a Cross-Lagged Panel Design that included 212 patients recruited in the Cardiovascular Rehabilitation Unit of S. Luca Hospital in Milan.
Results are discussed in light of the role the psychologist plays in order to maximize the impact the rehabilitation has on the patient, even in terms of exercise capacity. This theme, introduced in the discussion of the first study, is further explored in the second chapter. The second chapter introduces Acceptance and Commitment Therapy (ACT), the theoretical framework of ACTonHEART, which is the intervention presented in the third part of the thesis. In particular, psychological flexibility will be discussed as the primary mechanism of therapeutic action proposed by the ACT model. While there are several tools to measure this construct, none of them have been validated for the cardiovascular context.
The empirical section of the second chapter presents a disease-specific new questionnaire for measuring the psychological flexibility, the Cardiovascular Disease Acceptance and Action Questionnaire (CVD-AAQ), whose psychometric properties are evaluated. The validation study examined a second sample of 275 patients enrolled in the same hospital. The CVD-AAQ will be used as a measure of outcome for the intervention presented in the third and last part of the elaborate.
The third chapter presents the ACTonHEART study, a RCT aimed at evaluating the effectiveness and feasibility of an ACT-based intervention protocol, whose purpose is to improve well-being and support the change in lifestyle of ischemic patients, through an increase in psychological flexibility.
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Ninety-two patients were enrolled and randomized, following an unbalanced randomization ratio of 2:1, to the experimental group (N= 59) and the control group (N= 33). The control group was administered Treatment-as-Usual (TAU), while experimental subjects participated in the ACTonHEART group intervention in addition to the cardiac rehabilitation process. In this section the ACTonHEART protocol will be entirely presented in its manualized form.
The ACTonHEART protocol consists in three sessions for a total of six hours. Each session focuses on an ACT clinical principle and addresses a different aspect of the lifestyle changes asked to the ischemic patient for secondary prevention. The outcomes considered for the ACTonHEART are the following: Body Mass Index, Psychological Flexibility and Well-Being. Participants were assessed at baseline (t0), at the end of the rehabilitation period (t1), and at a six-month follow-up (t2).
The ACTonHEART is a Partially nested Design with three levels, a research methodology whose structure will be briefly outlined in this section.
An appropriate multilevel analysis was carried out to evaluate the effectiveness of the intervention, whose results are presented and discussed in the final section of the thesis.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOMOLINARI, ENRICO2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39098itopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/390992018-05-28T13:27:55Zhdl_10280_52hdl_10280_65Migliorare le capacità di lettura di studenti con dislessia: l'efficacia di un training a base ritmicaIMPROVING READING SKILLS IN STUDENTS WITH DYSLEXIA: THE EFFICACY OF A RHYTHM-BASED TRAININGCANCER, ALICEM-PSI/01: PSICOLOGIA GENERALElettura, dislessia, ritmo, intervento, neuromodulazione, reading, dyslexia, rhythm, intervention, neuromodulationLa dislessia evolutiva (DE) è associata ad un deficit di elaborazione temporale degli stimoli uditivi, secondario ad un'attività oscillatoria neurale atipica, che si ritiene contribuisca alle difficoltà fonologiche e di lettura. Per favorire un entrainment più accurato alle proprietà spettro-acustiche degli stimoli uditivi negli studenti con DE, abbiamo esplorato la possibilità di sincronizzare la prosodia durante la lettura con una stimolazione ritmica uditiva. Pertanto, è stato realizzato un programma di intervento per la DE, chiamato Training Lettura Ritmica (TLR). Tre studi test-training-retest hanno mostrato l'efficacia di questa nuova metodologia nel miglioramento delle capacità di lettura in individui italiani con DE, sia in età evolutiva che adulti. Lo studio 1 ha mostrato che il TLR ha portato a miglioramenti della lettura in studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado con DE paragonabili a quelli di un intervento risultante dalla combinazione di due trattamenti già validati per la DE, con un effetto lievemente maggiore sulla rapidità di lettura. Inoltre, la consapevolezza fonologica e la capacità di riproduzione ritmica sono migliorate. Lo studio 2 ha esplorato gli effetti a breve e medio termine del TLR, quando combinato con un allenamento uditivo specifico in bambini e preadolescenti con DE, che sono risultati comparabili a quelli di un intervento multi-componenziale personalizzato. Infine, nello studio 3 il TLR è stato applicato con successo ad una popolazione adulta, ossia studenti universitari con DE, anche quando somministrato in combinazione a neuromodulazione (tDCS), la quale aumenta la plasticità delle aree coinvolte.Developmental dyslexia (DD) is associated with deficiencies in temporal processing of auditory stimuli, depending on atypical oscillatory neural activity, that are considered to contribute to phonological and reading impairments. To induce a more accurate entrainment to the spectral properties of auditory stimuli in students with DD, we explored the possibility to synchronize speech prosody during reading with an external rhythmical auditory stimulation. Accordingly, an intervention program for DD, called Rhythmic Reading Training (RRT), was devised. Three test-training-retest studies supported the efficacy of this novel methodology on reading skills of both young and older populations of Italian individuals with DD. Study 1 showed that RRT yielded reading improvements in primary and junior high-school students with DD comparable to those of an intervention resulting from the combination of two already validated treatments for DD, with a slightly larger effect on reading speed. Moreover, phonological awareness and rhythm reproduction improved along. Study 2 explored RRT short- and medium-term effects when combined with a specific auditory training in children and preadolescents with DD, which were found to be comparable to those of a personalized multi-componential intervention. Finally, in study 3 RRT was successfully applied to an older population, namely undergraduate students with DD, also when in combination with a neuromodulation technique (namely, tDCS) boosting plasticity of the involved networks.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOANTONIETTI, ALESSANDRO2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39099enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391002018-05-28T13:24:59Zhdl_10280_52hdl_10280_65A ROLLER-COASTER RIDE: NON NORMATIVE EXPERIENCES AND ROMANTIC COMPETENCE IN ADOLESCENT ROMANTIC RELATIONSHIPSCUCCI', GAIAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONERomantic competence, Romantic Competence Interview, Adolescent Dating Violence, Sexting, Romantic Relationships, Romantic Experience, Adolescence, Adolescents, Risk-taking behaviors
Competenza romantica, Romantic Competence Interview, Adolescent Dating Violence, Sexting, Relazioni sentimentali, Esperienze sentimentali, Adolescenza, Adolescenti, Comportamenti a rischioSebbene lo sviluppo di relazioni sentimentali sia un esperienza normativa dell’adolescenza, diversi fattori di rischio connessi ad essa possono sfociare in problemi per l’adattamento e la salute dell’adolescente. L’esperienza sentimentale in adolescenza non può essere considerata come un percorso lineare, ma dovrebbe essere studiata come un percorso dove diversi di fattori interagiscono l’un l’altro, comportando esiti diversi in base a variabili individuali e contestuali. Inoltre, lo sviluppo di relazioni sentimentali è un processo “in divenire”, pertanto possono emergere e coesistere aspetti di incoerenza.
La tesi parte da queste riflessioni, considerando aspetti normativi e atipici dell’esperienza sentimentale in adolescenza. Il lavoro è diviso in due studi principali. Il primo tratta di due esperienze non normative: l’Adolescent Dating Violence (capitolo I) e il Sexting (capitolo II), con l’obiettivo di identificarne i fattori associati. Il secondo studio si focalizza sul costrutto di Competenza Romantica. Il modello skill-based di Competenza Romantica può fornire una cornice teorica utile per la concettualizzazione e la valutazione dell’esperienza romantica considerandone la complessità. Inoltre, una misura specifica di tale costrutto viene descritta e valutata (capitoli III e IV). Infine l’associazione tra Competenza Romantica, Adolescent Dating Violence e Sexting viene indagata preliminarmente (capitolo V).Despite the development of romantic relationships is a normative experience of adolescence, several risk factors connected to the this experience may lead to problems for adolescents’ adjustment and health. The adolescent romantic experience cannot be considered as a linear way, rather it should be studied as a path where an interplay of factors leads to several different outcomes basing on personal and contextual characteristics. Also, the development of the romantic experience is an “in-progress path”, thus inconsistencies may emerge and coexist.
The dissertation starts from this reflection, considering both normative and non-normative aspects of the adolescent romantic experience. The work is divided in two main studies. The first one, is focused on two non-normative experiences: Adolescent Dating Violence (chapter I) and Sexting (chapter II). The main aim is to identify factors that can be associated to those phenomena. The second study deals with the construct of Romantic competence and a specific measure to assess it is evaluated. The skill-based model of Romantic competence is a theoretical framework useful to both conceptualize and evaluate the romantic experience considering its complexity (chapter III and IV). Finally the association between Romantic competence, Adolescent Dating Violence and Sexting is preliminarily explored (chapter V).Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOCONFALONIERI, EMANUELA2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39100enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391052018-05-28T13:26:59Zhdl_10280_52hdl_10280_65Il comportamento violento nei Disturbi dello Spettro Schizofrenico: associazioni con fattori clinici e neuropsicologiciVIOLENCE IN SCHIZOPHRENIA SPECTRUM DISORDERS: ASSOCIATIONS WITH CLINICAL AND NEUROCOGNITIVE FACTORSBULGARI, VIOLAMED/25: PSCHIATRIAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAviolenza, schizofrenia, funzionamento cognitivo, violence, schizophrenia, cognitive functioningLa tesi si è focalizzata sullo studio del comportamento violento in pazienti con una diagnosi di Disturbo dello Spettro Schizofrenico (DSS) e una storia di violenza, appaiati a dei controlli. Il protocollo ha incluso anche un periodo di osservazione di un anno. Il progetto di ricerca è stato condotto in alcune strutture residenziali (studio 1) e presso alcuni Centri di Salute Mentale (studio 2) del nord Italia, con gli obiettivi di: (i) analizzare le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e neuropsicologiche di pazienti con DSS e una storia di violenza comparati a pazienti con DSS, senza tale storia, appaiati per genere ed età; (ii) quantificare i comportamenti violenti esibiti dai pazienti con DSS durante un anno di osservazione, e identificarne i possibili fattori protettivi e di rischio; (iii) caratterizzare i pazienti con DSS che hanno esibito condotte particolarmente violente durante l’anno di osservazione. I risultati mostrano specifiche condizioni cliniche e di funzionamento cognitivo caratterizzanti i pazienti con storia di violenza, ed evidenziano diversi fattori associati all’esibizione di comportamenti violenti nei due servizi.This thesis addresses the phenomenon of violence by patients with Schizophrenia Spectrum Disorders (SSDs) who had a history of violence, compared to matched controls. The research protocol also included a 1-year observation period. The research project has been carried out in ordinary psychiatric residential facilities (study 1) and in Community Mental Health Centres (study 2) in northern Italy. The aims were: (i) to investigate the demographic, clinical, and neurocognitive features of patients with SSDs who had a history of violence, matched by age, gender and diagnosis to controls; (ii) to quantify violence exhibited by patients with SSDs during 1 year, and to identify protective and risk factors for such violence; (iii) to characterize patients exhibiting considerable violence during the study period. The results of the project show different clinical and cognitive characteristics for patients with a history of violence and for controls, and different factors associated with violence exhibited in the two care settings.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLODE GIROLAMO, GIOVANNI2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39105enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391022018-05-28T13:25:28Zhdl_10280_52hdl_10280_65IL RUOLO DEL PERDONO NEL CONTESTO DELLA VIOLENZA DOMESTICA CONTRO LE DONNECRAPOLICCHIO, ELEONORAM-PSI/05: PSICOLOGIA SOCIALEviolenza di genere, violenza domestica, gender violence, perdono, salute psicologica; intimate partner violence, forgiveness, psychological well-beingStudi epidemiologici hanno dimostrato che oltre il 30% delle donne, nel mondo, ha riportato esperienze di violenza fisica e/o sessuale dal proprio (ex) partner (Devries et al., 2013; Stöckl et al., 2013). Diverse teorie hanno cercato di spiegare le cause della violenza e la vastità del fenomeno (Ali & Naylor, 2013) e, in particolare, una vasta gamma di ricerche si è concentrata sui motivi che spingono una donna a rimanere o a lasciare un partner abusante e/o a riconciliarsi dopo una separazione. Tra le teorie più sviluppate in questo contesto un modello che ha fornito delle spiegazioni rispetto alla scelta delle donne con storie di IPV di continuare o meno la relazione è il modello di investimento di Carol Rusbult (1983), (ad esempio Choice & Lamke, 1997; Johnson & Ferraro, 2000; Rhatigan & Street, 2005). Nel caso di IPVAW (Intimate Partner Violence Against Woman), alcuni studi suggeriscono che le donne vittime di violenza domestica dipendono fortemente dai loro partner (Bergman, Larsson, Brismar & Klang, 1988; Watson et al., 1997), riportando che più alti livelli di dipendenza relazionale predicono un maggior rischio di continuare la relazione maltrattante (Choice & Lamke, 1997; Hydén, 2005) e di perdonare il partner. Infatti, nonostante la letteratura mostri numerose implicazioni positive del perdono di coppia, gli studiosi sanno molto poco sulle potenziali implicazioni negative del perdono nel contesto della violenza domestica. Uno studio condotto da McNulty (2011) sulle coppie ha dimostrato che i coniugi che riferivano di "essere relativamente più indulgenti, hanno subito un'aggressione psicologica e fisica che è rimasta stabile nell'arco di 4 anni" (McNulty, 2011: 770). Inoltre, uno studio di Gordon, Burton & Porter (2004) ha mostrato con un campione di donne residenti in un centro antiviolenza che il perdono mediava la relazione tra attribuzioni di responsabilità delle violenze al partner e intenzione di ritornare con il partner. Altrettanto vero che una gamma di studi su campioni della popolazione generale e clinica diversi dalle donne vittime di IPV, ma comunque esposte a uno o più traumi psicologici, hanno mostrato gli effetti protettivi del perdono sul malessere psicologico delle persone (Romero, Kalidas, Elledge, Chang, Liscum, and Friedman, 2006).
Obiettivi l’obiettivo del primo studio era duplice, ovvero analizzare il perdono del partner entro il modello di impegno e dipendenza (Rusbult, 1983) rispetto all’intenzione della donna di tornare con il partner abusante; dall’altra parte indagare gli effetti del perdono, in particolare del perdono di sé, sulla riduzione della sintomatologia psicologica delle vittime di IPV. L’obiettivo del secondo studio, che è stato sviluppato a partire dai risultati del primo, era verificare cosa potesse determinare il perdono di condotte abusanti da parte partner, in un campione di giovani donne che non erano implicate in storie di IPV per analizzare, in un’ottica preventiva, cosa contribuisce a perdonare agiti violenti del partner, specialmente in una fase iniziale della relazione.
Metodologia: il primo studio correlazionale ha previsto la somministrazione di un questionario a donne vittime di IPV che hanno deciso di chiedere aiuto in seguito alle violenze subite dal partner. Il questionario ha rilevato al T1 (tempo 1) le tipologie e le frequenze di violenza subita e i fattori di rischio che abbiamo ipotizzato essere legati alla recidiva della violenza e al T2 (tempo 2) le effettive riconciliazioni o separazioni con il partner maltrattante.
Il secondo studio invece, di tipo sperimentale - between subject - ha previsto la somministrazione di scenari ipotetici di diverse tipologie di condotte violente del partner – aggressione agita per la prima volta oppure già avvenuta in passato - misurando poi le intenzioni delle studentesse di perdonare o meno il partner, attraverso una misura di perdono standardizzata.
Risultati: lo studio 1 ha rilevato che la dipendenza emotiva, nel nostro campione di donne con esperienze di IPV, predice l’intenzione di tornare con il partner. Il perdono del partner è un mediatore forte in grado di spiegare questa relazione, rafforzando l’associazione tra dipendenza emotiva e intenzione di tornare con il partner. Inoltre, alti livelli di perdono, soprattutto quando la speranza di un cambiamento del partner era alta e quando la percezione del rischio futuro era bassa, favorivano una più chiara predizione dell’intenzione di tornare con il partner.
Per quanto riguarda, invece, gli effetti del perdono del partner e del perdono di sé sul benessere della donna, in termini di riduzione della sintomatologia traumatica e depressiva, è emerso che alti livelli di unforgiveness (dimensione negativa di perdono del partner) erano associati ad un incremento di PTSD e sintomi depressivi. Altresì il perdono di sé sembra essere una variabile cruciale a spiegare la sintomatologia psicologica delle donne, in particolare la dimensione di auto critica è positivamente associata sia ai sintomi depressivi che alla sintomatologia post traumatica, mentre la dimensione positiva di perdono di sé, anche definita auto-accettazione, è inversamente associata al PTSD.
I risultati del secondo studio indicano che il perdono del partner in contesti ipotetici di violenza viene predetto dalla tipologia della violenza. In particolare, la violenza psicologica viene perdonata in misura maggiore rispetto alla violenza fisica, in quanto percepita come meno grave, come rilevato nell’analisi di mediazione. Infatti abbiamo scoperto che la tipologia della violenza è predittiva del perdono soprattutto quando è mediata dalla percezione della gravità della condotta violenta. È emerso inoltre che la frequenza della violenza è una discriminante statisticamente significativa solo nel caso della violenza psicologica, tale per cui viene perdonato di più l’episodio di aggressione psicologica se è la prima volta che capita. Altresì sono state condotte delle analisi di mediazione e moderazioni per analizzare il ruolo l’attribuzione a sé delle violenze e della percezione della gravità della condotta abusiva, sull’intenzione di perdonare il partner.
Queste scoperte si uniscono a pochi altri studi che potrebbero contribuire ad aumentare un piccolo gruppo di ricerche che ha dimostrato come il perdono del partner possa essere un fattore di rischio di ri-vittimizzazione per donne con esperienze di IPVAW.
Limiti: i limiti del primo studio riguardano la difficoltà di reclutamento delle partecipanti al T2, tale per cui non è stato possibile confermare, attraverso la fase longitudinale, le scoperte riportate nella fase correlazionale, se non in forma preliminare. I limiti del secondo studio riguardano invece la scelta metodologica di proporre scenari ipotetici. Sarebbe opportuno svolgere ulteriori ricerche su giovani studentesse o giovani donne della popolazione generale che abbiano effettivamente subito forme lievi di violenza da parte del partner, in un’ottica preventiva, per verificare se effettivamente le variabili emerse in questo studio come determinanti rispetto all’intenzione di perdonare il partner, siano effettivamente centrali anche in situazioni di violenza reali.
Prospettive future: Ulteriori ricerche, con un campione più ampio di donne vittime di IPV, potrebbero confermare questo risultato e quindi sottolineare la pericolosità della dimensione positiva di perdono del partner nei contesti di IPV. Inoltre, in un’ottica di supporto alla donna, sulla base di questi risultati, i programmi di intervento rivolti vittime di IPV potrebbero prevedere una fase in cui, pur lavorando sull’abbassamento dei livelli di rabbia e rancore verso il partner - in quanto connessi a un peggioramento della salute psicologica della donna - unforgiveness - si espliciti il rischio di avere atteggiamenti benevoli, concilianti e positivi nei confronti dell’abusante, in particolare nella fase iniziale dopo la separazione. Sarebbe opportuno, altresì, costruire interventi in grado di promuovere l’abbassamento dell’auto critica e del risentimento verso sé stesse per le esperienze dolorose e traumatiche sofferte all’interno della propria relazione, e favorire l’auto-accettazione della propria storia e del proprio passato, in un’ottica di miglioramento della propria salute psicologica.
A partire invece dai risultati del secondo studio, gli sforzi futuri dovrebbero esaminare naturalisticamente questi processi valutando le attribuzioni e le percezioni di gravità successive agli eventi violenti reali, nelle giovani coppie, soprattutto per quanto riguarda la violenza psicologica, in quanto percepita come meno grave e non sempre considerata una forma di violenza.Literature has shown that more than 30% of women, in the world, have reported violence experience by their partner or former partner (Devries et al., 2013; Stöckl et al., 2013). Several theories tried to explaine the causes of violence (Ali & Naylor, 2013) and especially, a wide range of research focused on the reasons why a woman remains or leaves an abusive partner and / or reconcile with him after a separation. Among the most developed theories in this context a model that provided explanations regarding the choice of women with IPV stories to continue or not the relationship is the Investment Model of Carol Rusbult (1983), (eg Choice & Lamke, 1997; Johnson & Ferraro, 2000; Rhatigan & Street, 2005). In the IPVAW context (Intimate Partner Violence Against Woman), some studies suggest thet women with IPV experience are strongly dependent from their partner (Bergman, Larsson, Brismar & Klang, 1988; Watson et al., 1997), reporting that higher levels of relational dependence predict un higher risk to continuate the abusive relationship (Choice & Lamke, 1997; Hydén, 2005) and to forgive the partner. Indeed, although the literature shows numerous positive implications of forgiveness in couples, scholars know very little about the potential negative implications of forgiveness in the context of domestic violence. A study conducted by McNulty (2011) on couples showed that spouses who reported "being relatively more forgiveness, suffered psychological and physical aggression that remained stable over 4 years" (McNulty, 2011: 770) . Furthermore, a study by Gordon, Burton & Porter (2004) showed - with a sample of women residing in an anti-violence refuge center - that the forgiveness mediated the relationship between attributions of responsibility for the violence to the partner and the intention to return with him. It is equally true that a range of studies on samples of the general and clinical population - differents than women who were victims of IPV - still exposed to one or more psychological traumas, showed the protective effects of forgiveness on people's psychological distress (Romero, Kalidas, Elledge, Chang, Liscum, and Friedman, 2006).
Aim. The objective of the first study was twofold: analyzing the forgiveness of the partner within the model of commitment and dependence (Rusbult, 1983) on the woman's intention to return with the abusive partner; on the other hand, investigating the effects of forgiveness, especially self-forgiveness, on the reduction of the psychological symptomatology of the victims of IPV. The objective of the second study, which was developed from the results of the first, was to verify the predictive variables of the forgiveness of an abusive behavior acted by the partner, in a sample of young women who were not involved in an abusive relationship, so to analyze - in a preventive view - what contributes to forgive the partner's violent acts, especially at an early stage of the relationship, Methodology: with the first correlational study we have administered a questionnaire to a group of women victims of IPV who decided to seek help following the violence suffered by the partner. The questionnaire measured at T1 (time 1) the types and frequencies of violence suffered and the risk factors that we hypothesized to be linked to the recurrence of violence and at T2 (time 2) the actual reconciliations or separations with the maltreating partner.
The second study, on the other hand, of an experimental type - between subjects - provided for the administration of hypothetical scenarios of different types of violent behavior of the partner - physical or psychological aggression acted for the first time or already happened in the past - then we measured the intentions of the students to forgive or not the partner, through a standardized forgiveness scale.
Risultati: study 1 found that emotional dependence, in our sample of women with IPV experiences, predicts the intention to return with the partner. The forgiveness of the partner is a strong mediator able to explain this relationship, strengthening the association between emotional dependence and intention to return with the partner. Furthermore, high levels of forgiveness - especially when the hope of a partner change was high and when the risk perception to suffer further violenc was low, favored a clearer prediction of the intention to return with the partner. On the other hand, as regards the effects of partner's forgiveness and self-forgiveness on the well-being of women, in terms of reducing post traumatic and depressive symptoms, it has emerged that high levels of unforgiveness (negative dimension of partner forgiveness) were associated with an increase in PTSD and depressive symptoms. Furthermore - consistently with our hypotheses - self-forgiveness was a crucial variable to explain the psychological symptomatology of women, in particular the self-criticism is positively associated both to depressive symptoms and post-traumatic symptomatology, while the positive dimension of self-forgiveness, also defined self - acceptance, is inversely associated with PTSD.
The results of the second study indicate that the forgiveness of the partner in hypothetical contexts of violence is predicted by the type of violence. In particular, psychological violence is more forgiven than physical violence, as perceived as less serious, as noted in the analysis of mediation. In fact we have discovered that the typology of violence is predictive of forgiveness, especially when it is mediated by the perception of the gravity of violent conduct. It also emerged that the frequency of violence is a statistically significant discriminant only in the case of psychological violence, such that the episode of psychological aggression is more forgiven if it is the first time that it happens. In addition, analyzes of mediation and moderation were conducted to analyze the role of the attribution of violence to oneself and of the perception of the severity of the abusive conduct, on the intention to forgive the partner.
These findings are combined with a few other studies that could help increase a small group of research that has shown how partner forgiveness can be a risk factor for re-victimization for women with IPVAW experiences.
Limits: the limits of the first study concern the difficulty of recruitment of participants in T2, such that it was not possible to confirm, through the longitudinal phase, the findings reported in the correlational phase; however, we reported also the results of the second phase of the study, but in a preliminary form. The limits of the second study concern the methodological choice to propose hypothetical scenarios. It would be advisable to carry out further research on young female students or young women in the general population who have effectively undergone mild forms of violence by the partner, in a preventive perspective, to verify whether the variables that emerged in this study are, actually, decisive with respect to the intention of forgive the partner, even in real context of IPV.
Future perspectives: further research, with a larger sample of women victims of IPV, could confirm our results and therefore underline the danger of the positive dimension of partner forgiveness in IPV contexts. Moreover, with a view to supporting women, the IPV could foresee a phase in which, while working on the lower levels of anger and resentment towards the partner (unforgiveness) - as they are connected to worsening of the psychological health of the woman - attention could be focused on the risk of benevolent feelings, conciliatory and positive attitudes towards the abuser partner, especially in the first phase after separation. It would also be important to construct interventions able to promote the reduction of self-criticism and resentment towards oneself for the painful and traumatic experiences suffered within one's own relationship and increasing the self-acceptance of one's own history and just past, with positive effects on the psychological well-being.
Starting from the results of the second study, future efforts should examine these processes in a natural context, evaluating the attributions and perceptions of gravity subsequent to real violent events, in young couples, especially as regards psychological violence, as perceived as less serious and not always considered a form of violence.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOREGALIA, CAMILLO2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39102itreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391012018-05-28T13:28:11Zhdl_10280_52hdl_10280_65Tasse e donazioni: due facce della stessa medaglia? Una ricerca sul contributo economico-finanziario al bene comune dal punto di vista della psicologia economicaARE TAXES AND DONATIONS TWO SIDES OF THE SAME COIN? AN ECONOMIC-PSYCHOLOGICAL INVESTIGATION ON THE FINANCIAL PROVISION FOR THE COMMON GOODCASTIGLIONI, CINZIAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIeconomic psychology, psicologia economica, common good, bene comune, tax compliance, correttezza fiscale, charitable giving, donazione monetaria, framing effect, effetto framing, mixed-methods researchPer comprendere in che modo promuovere il contributo economico-finanziario al bene comune tramite tasse e donazioni monetarie, è stato adottato l’approccio della psicologia economica e un disegno di ricerca misto, utilizzando strumenti di ricerca qualitativa e quantitativa. Un primo studio di carattere qualitativo ha evidenziato come tasse e donazioni siano riconosciute come due forme alternative e complementari per contribuire al bene comune solo da punto di vista cognitivo, non affettivo. Successivamente, uno studio sperimentale basato sull’utilizzo dell’effetto framing ha mostrato che un ‘gain frame’ (ritorno di tipo materiale) è efficace nell’aumentare la propensione alla correttezza fiscale, mentre un ‘hedonic frame’ (ritorno di tipo emozionale) è efficace nell’aumentare la propensione a effettuare donazioni monetarie. Questi frame risultano particolarmente rivelanti quando prevale una motivazione di carattere estrinseco. Inoltre, la distanza a livello affettivo tra tasse e donazioni sembra emergere soprattutto con l’acquisizione di reale esperienza fiscale, come suggerito dalla differenza riscontrata tra studenti e lavoratori. Infine si suggerisce che, nonostante le differenze individuate, versare correttamente le tasse ed effettuare donazioni monetarie presentano alcuni elementi di somiglianza in quanto condividono antecedenti comuni, ovvero la motivazione a contribuire legata all’accessibilità (rendere il bene comune accessibile a chiunque) e la motivazione legata al guadagno personale (ottenere un ritorno personale in cambio del proprio contributo). In conclusione, i risultati offrono spunti teorici e pratici (per esempio, ‘nudge’) per lo sviluppo di interventi atti a favorire il contributo economico-finanziario al bene comune.To understand how to promote the financial provision for the common good through paying taxes and making charitable donations, an economic-psychological perspective and a mixed-method approach – combining both qualitative and quantitative research tools – are adopted. First, a qualitative study shows that the acknowledgment of taxes and donations as two alternative and complementary ways to provide for the common good seems to stand merely on a formal and cognitive level, whilst at an affective level they appear to be very distant. Next, an experimental study using framing effect shows that a gain frame (i.e., material return) is effective in increasing intended tax compliance, whereas a hedonic frame (i.e. emotional return) is effective in increasing donation intention. Such frames are especially relevant when extrinsic motivation prevails. Moreover, the distance at affective level between taxes and donations seems to mostly arise with the acquisition of real tax experience, as suggested by the difference that is found between students and taxpayers. A final study suggests that, despite the above-mentioned differences, paying taxes and making donations are similar in that they share some common antecedents, which are the motives to provide for the common good. Such motives are ‘Accessibility’ (i.e., making the common good accessible to anyone and fulfilling people’s basic needs) and ‘Personal Gain’ (i.e., getting a return and personal advantage in exchange for one’s contribution). In conclusion, insights are offered to scholars, practitioners, and policy-makers to support the development of policies, interventions, and nudges aimed at promoting the financial provision for the common good.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOLOZZA, EDOARDOVAN DIJK, ERIC2018-02-23T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39101enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391032018-05-28T13:27:26Zhdl_10280_52hdl_10280_65BENESSERE FINANZIARIO DEI GIOVANI ADULTI: QUALI METODOLOGIE DI RICERCA E TECNICHE STATISTICHE SONO NECESSARIE?EMERGING ADULTS' FINANCIAL WELL-BEING: WHAT RESEARCH METHODOLOGIES AND STATISTICAL TECHNIQUES ARE NEEDED?SORGENTE, ANGELAM-PSI/03: PSICOMETRIAbenessere finanziario, financial well-being, giovani adulti, emerging adults, metodologie di ricerca, research methodologies, tecniche statistiche, statistical techniques, scoping methodology, latent transition analysis, validazione strumento, measurement validation, multiple informant methodology.Lo scopo generale della presente tesi è quello di arricchire la letteratura sul benessere finanziario dei giovani adulti adottando metodologie di ricerca e tecniche statistiche mai applicate in questo filone di ricerca. Nello specifico, nel primo capitolo è stata utilizzata la scoping methodology, ovvero una metodologia di sintesi della letteratura, con l’obiettivo di identificare la definizione, le componenti, i predittori e gli outcome del benessere finanziario dei giovani. Nel secondo capitolo è stata applicata la Latent Transition Analysis, con l’obiettivo di identificare sottogruppi omogenei di giovani rispetto ai marcatori dell’adultità che essi hanno già raggiunto e di verificare la relazione di tali sottogruppi con il benessere finanziario dei giovani che ad essi appartengono. Il terzo capitolo propone una metodologia per sviluppare e validare nuovi strumenti di misurazione, sulla base della visione contemporanea della validità. Tale metodologia, composta da tre diversi step, è stata utilizzata per la creazione di uno strumento adatto a misurare, su un campione di giovani italiani, il benessere finanziario soggettivo. Infine, il quarto capitolo riguarda la multiple informant methodology, che è stata utilizzata per raccogliere informazioni da madre, padre e figlio sul processo di socializzazione finanziaria familiare ed il suo impatto sul benessere finanziario del figlio.The general aim of this research work is to enrich the literature on emerging adults’ financial well-being with research methodologies and statistical techniques never previously applied in this research field. Specifically, the first chapter of this thesis concerns the scoping methodology, a knowledge synthesis methodology that I adopted to identify the emerging adults’ financial well-being definition, components, predictors and outcomes. The second chapter consists in the application of a new statistical technique, Latent Transition Analysis, that I used to identify subgroups of emerging adults homogeneous in their configuration of adult social markers already reached and to investigate the relation between these emerging adults’ subgroups and their financial well-being. The third chapter describes a three-step methodology to develop and validate new measurement instruments, based on the contemporary view of validity proposed in the last fifty years. This three-step procedure was here applied to develop and validate a new instrument measuring subjective financial well-being for an emerging adult target population. Finally, the fourth chapter concerns the multiple informant methodology that I applied to collect information about family financial socialization and its impact on the child’s financial well-being from mother, father and the emerging adult child.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOLANZ, MARGHERITASERIDO, JOYCE2018-02-23T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39103enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391072018-05-28T13:25:54Zhdl_10280_52hdl_10280_65PATIENT ENGAGEMENT SUPPORT FOR OLDER ADULTS: DEVELOPMENT AND IMPLEMENTATION OF AN INTERVENTION IN AN INTEGRATED-CARE CONTEXTMENICHETTI DELOR, JULIA PAOLAM-PSI/06: PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONIcoinvolgimento attivo, pazienti anziani, cure integrate, intervento, patient engagement, older patients, integrated-care, intervention, patient educationObiettivo: Accrescere la conoscenza relativa a come supportare il coinvolgimento attivo dei pazienti anziani, descrivendo i contenuti di interventi per il coinvolgimento attivo con pazienti anziani attualmente presenti sul panorama scientifico, sviluppando un nuovo intervento e studiando le prime fasi della sua implementazione.
Metodo: Nel primo studio, in risposta al primo obiettivo, è stata condotta una analisi sistematica della letteratura scientifica sul tema. Il secondo studio ha visto la conduzione di focus groups con professionisti sanitari e interviste individuali a pazienti anziani per raffinare e validare qualitativamente un nuovo intervento per il coinvolgimento attivo. Nel terzo studio, si è studiata l’implementazione iniziale dell’intervento in un contesto italiano di cure integrate attraverso una ricerca partecipativa.
Risultati: Il principale risultato del primo studio è stato la sbilanciata attenzione tra i 35 interventi per il coinvolgimento attivo presenti in letteratura per le componenti emotive a favore di quelle educative e comportamentali. È sulla base dei risultati del primo studio e di un modello teorico che è stata sviluppata una prima bozza di intervento. Nel secondo studio, la prospettiva di professionisti sanitari e pazienti anziani ha fornito indicazioni per modificare l’intervento e renderlo potenzialmente implementabile nella pratica clinica. L’intervento che è risultato consiste di almeno due incontri mensili individuali, più un set personalizzato di esercizi riflessivi per il paziente da compilare in autonomia a casa. Infine, il terzo studio ha osservato come le diverse pratiche educative presenti nei diversi setting – ospedaliero, ambulatoriale, territoriale - di un contesto di cura integrato hanno generato diverse, specifiche, difficoltà per l’implementazione. Un certo sforzo di flessibilità e personalizzazione dei contenuti e delle procedure dell’intervento è stato dunque richiesto.
Implicazioni: L’intervento sviluppato mostra potenzialità nel supportare il coinvolgimento attivo dei pazienti anziani, ma necessita di ulteriori studi relativi all’implementabilità sul lungo termine e alla sua efficacia.Aim: To contribute knowledge about how patient engagement support can be provided to older adults, by describing the contents of interventions aimed at patient engagement for older adults, developing a patient engagement intervention, and studying its early-stage implementation.
Methods: In study 1, a systematic review of the literature was performed. In study 2, a qualitative study with focus groups involving healthcare professionals and individual interviews to older adults was conducted to develop the intervention. In study 3, a qualitative study of a participatory process was accomplished to explore the early-stage implementation of the intervention in one integrated-care organization.
Results: The main finding of study 1 was that the emotional dimension was less used than the educational and behavioural dimensions among the 35 patient engagement interventions for older adults. The findings from the study 1 were used, together with a theory of patient engagement, to develop a draft of an individual patient engagement intervention for older adults (PHEinAction). In the study 2, the views of healthcare professionals and older adults were used to refine and finally endorse it. The final version of PHEinAction consisted of at least two face-to-face one hour individual sessions one month apart, plus a set of personalized home-based exercises aimed to facilitate a range of emotional, behavioural, cognitive changes for patient engagement. Finally, the study 3 observed how the existing patient education practice of inpatient, outpatient and territorial settings differently challenged the implementation. A certain degree of flexibility of PHEinAction’s contents and procedures was required to address these challenges.
Implications: PHEinAction shows promise as an intervention to improve patient engagement in older adults. However, more research is needed, especially focusing on long-term implementation studies and evaluation of effects with experimental studies.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOGRAFFIGNA, GUENDALINASTEINSBEKK, ASLAK2018-02-23T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39107enopen
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391042018-05-28T13:23:04Zhdl_10280_52hdl_10280_65Promuovere l'aderenza alla Ventilazione Non Invasiva (NIV) nella BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) con un breve intervento psicologicoPROMOTING ADHERENCE TO NON INVASIVE VENTILATION (NIV) IN CHRONIC OBSTRUCTIVE PULMONARY DISEASE (COPD) WITH A BRIEF PSYCHOLOGICAL INTERVENTIONVOLPATO, ELEONORAM-PSI/08: PSICOLOGIA CLINICAParole Chiave (Ita): BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), Ventilazione Non Invasiva (NIV), accettazione, aderenza, Psicologia Clinica. Keywords (Eng): Chronic Obstructive Pulmonary Disease (COPD), Non Invasive Ventilation (NIV), acceptance, adherence, Clinical PsychologyPersone con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) possono avere diversi atteggiamenti verso la ventilazione non invasiva (NIV), inclusi il rifiuto o l’utilizzo inappropriato. Questo costituisce uno spreco di risorse pubbliche, comportando costi significativi per l'assistenza sanitaria. Lo studio mirava ad analizzare l'impatto di un breve intervento di supporto psicologico sull'aderenza alla NIV in pazienti con BPCO. E’stato condotto uno studio clinico controllato e randomizzato a due rami su 84 pazienti con BPCO e con indicazione per NIV. Il gruppo sperimentale ha ricevuto un breve supporto psicologico, che include colloqui clinici, esercizi di rilassamento e di mindfulness. I controlli hanno ricevuto cure standard e hanno guardato video educativi relativi alla gestione della malattia. Il percorso era strutturato in 4-8 sessioni in ospedale, a casa e/o in telemedicina. Sono stati valutati valori, credenze ed esperienze di NIV attraverso interviste semi-strutturate e colloqui clinici. L'intervento psicologico è risultato correlato a miglioramenti della qualità della vita e dell'aderenza. Ha permesso di delineare un modello teorico del processo di adattamento alla NIV in pazienti con BPCO. I risultati suggeriscono che questo intervento psicologico può incrementare l'accettazione e l'aderenza alla NIV nella BPCO nella pratica clinica e sottolinea l'importanza di determinare le ragioni sottostanti l’uso della NIV.People with chronic obstructive pulmonary disease (COPD) may have different attitudes toward non-invasive ventilation (NIV), including rejection and misuse. That is a waste of public resources and results in significant health care costs. The study aimed to analyze the impact of a brief psychological intervention on adherence to NIV among COPD patients. A two-branch randomized controlled trial was conducted with 84 COPD patients using NIV. The experimental group received psychological support, including counseling, relaxation and mindfulness-based exercises. Controls received standard care and were exposed to educational videos. The intervention was structured over 4 to 8 meetings at the hospital, at home and/or via telemedicine. Values, beliefs and experiences of NIV were assessed with semi-structured interviews. The psychological intervention was related to improvements in both adherence and quality of life. A theoretical model of the adaptation’s process to NIV in COPD patients emerged. The findings suggest that this psychological intervention could increase acceptance and adherence to NIV in COPD in clinical practice.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOPAGNINI, FRANCESCO2018-02-23T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39104enreserved
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391062024-01-24T17:41:06Zhdl_10280_52hdl_10280_65GRAVIDANZA GEMELLARE E COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE MAMMA-GEMELLITWIN PREGNANCY AND THE BUILDING OF MOTHER-TWIN RELATIONSHIPMASCHERONI, ELEONORAM-PSI/04: PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONEtwins; twin pregnancy; prenatal attachment; mother-twin interaction; mother-infant relationship; parenting; gemelli; gravidanza gemellare; attaccamento prenatale; interazione mamma-gemelli; interazione mamma-bambinoL’esperienza di aspettare e di essere genitore di due gemelli è innegabilmente diversa rispetto alla gravidanza alla genitorialità nel caso di un singolo bambino. La nascita gemellare è associata a conseguenze mediche, sanitarie, socio-emotive, psicologiche e dello sviluppo. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di aggiungere conoscenze rispetto agli aspetti unici legati alla gravidanza gemellare e alla genitorialità. Ho esaminato il modo in cui le future mamme vivono la loro gravidanza e come le madri sperimentano l’essere genitori di due gemelli e come queste interagiscono con i loro bambini nel periodo post-partum. Per studiare meglio l'esperienza di aspettare e di essere madre di due gemelli, i risultati sono stati confrontati con la letteratura esistente e sono stati utilizzati diversi progetti di ricerca.
È stata valutata la validità e le proprietà psicometriche della versione italiana del Baby Care Questionnaire; è stato valutato se l'esperienza unica di un gemello in attesa potesse influenzare negativamente l'attaccamento prenatale; è stato esplorato l'impatto della nascita gemellare sull'interazione madre-figlio nel primo periodo post-partum.
Questa tesi ha stabilito che le madri di gemelli hanno esigenze particolari e affrontano sfide uniche. Le madri di gemelli sembrano essere meno adattate dal punto di vista psicologico alla loro gravidanza in termini di basso livello di attaccamento prenatale. Anche la costruzione di una relazione stretta e positiva potrebbe essere più difficile nel caso dei gemelli.The experience of expecting and parenting twins is undeniably different from that of a singleton pregnancy and parenthood. Twin births are associated with medical, health care, socio-emotional, psychological and developmental consequences. The aim of this work was to add knowledge concerning the unique aspects of expecting and parenting twins. I examined the way the mothers-to-be live their pregnancy as well as how mothers experience parenting twins and interact with their babies in the post-partum period. To better investigate the unique experience of expecting and parenting twins, results were compared with the existing literature and different research design were used.
It was evaluated the validity and the psychometric properties of the Italian version of the Baby Care Questionnaire; it was investigated if the unique experience of expecting twin may adversely affect prenatal attachment; it was explored the impact of twin birth on mother-child interaction in the early post-partum period.
This thesis established that mothers of twins have unique needs and face unique challenges. Mothers of twins seems to be less psychological adjusted to their pregnancy in terms of lower level of prenatal attachment. Also the building of a close and positive relationship could be more difficult in the case of twins.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOIONIO, CHIARAGATTIS, MERIDETH2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39106enpartially_open
oai:tesionline.unicatt.it:10280/391122018-05-28T13:26:40Zhdl_10280_52hdl_10280_65CONSUMER SPATIAL BEHAVIOR: L'INFLUENZA DELLO STORE LAYOUT SUL DECISION-MAKINGConsumer Spatial Behavior: how the Store Layout influences the Decision-MakingLEANZA, FEDERICAM-PSI/02: PSICOBIOLOGIA E PSICOLOGIA FISIOLOGICAConsumer Neuroscience; Decision-Making; Store LayoutOggi le aziende riconoscono come i comportamenti d’acquisto del cliente siano influenzati dall’atmosfera del mondo retail. Le caratteristiche del punto vendita e le sue potenzialità multisensoriali rappresentano una componente fondamentale capace di influenzare il processo di scelta del consumatore da un punto di vista cognitivo ma soprattutto emotivo. Il presente lavoro di tesi propone un’indagine interdisciplinare con l’intenzione di analizzare la figura del consumatore in diversi contesti d’acquisto. Il macro-obiettivo è verificare l’impatto percettivo, cognitivo ed emotivo per comprendere come lo spazio influenzi i processi decisionali di acquisto e come gli elementi contestuali e architettonici ne favoriscano la fruizione. Gli store non sono più considerati semplici luoghi dove acquistare un prodotto ma ambienti in grado di regalare un’esperienza emozionante. L’uso di differenti strumenti d’indagine ha permesso di analizzare le risposte implicite (con l’utilizzo di strumenti neuroscientifici) ed esplicite (grazie all’uso di strumenti tradizionali di psicologia quali questionari e interviste) per avere una visione globale della percezione e delle emozioni del consumatore all’interno di un contesto d’acquisto. Diversamente delle altre ricerche di Consumer Neuroscience fino ad ora esistenti, il lavoro proposto si discosta dalle dinamiche puramente di laboratorio per studiare il cliente all’interno del punto vendita preservando così un ambiente ecologico.Nowadays the companies are aware that the consumer’s buying behavior is influenced by the atmosphere of the retail world. The features of point of sale and its multi-sensory potential are important components which influence cognitively and emotively the consumer choice process. The present thesis aims to present an interdisciplinary research with the intention to analyze the consumer in different sales contexts. The macro-objective is to verify the perceptive, cognitive and emotional impact to understand how the space influences decision-making process and how the contextual and architectural elements encourage its fruition. Stores are no longer considered as simple places to buy a product but environments able to give an emotional experience. The use of different tools allowed us to analyze implicit responses (with neuroscientific tools) and explicit responses (thanks to the use of traditional tools of psychology such as questionnaires and interviews) to have a global view of consumer perception and emotion within the sales context. Unlike other consumer neuroscience research, this work was done outside of laboratory to study the consumer in point of sale and preserving an ecological environment.Università Cattolica del Sacro CuoreMILANOREGALIA, CAMILLOSCORTEGAGNA, CHIARA2018-03-09T00:01:00ZDoctoral ThesisAdobe PDFhttp://hdl.handle.net/10280/39112itreserved